Angela Di Bono ALI DI FAVOLE

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Transcript:

Ali di Favole

Angela Di Bono ALI DI FAVOLE

www.booksprintedizioni.it Copyright 2012 Ignazia Di Bono Tutti i diritti riservati

A mia madre e a mio padre, ai miei nonni che da lassù guidano questo mio volo umano, alla mia famiglia, ai miei amici e a colui che ha creduto in me sostenendomi in questo volo su ali di favole!

Echi dal Mare 7

Era giunto il momento di scappare da quel collegio, Stefano non poteva permettere che fra meno di due mesi lo separassero da Lorena, la sua piccola e amata amica, una bimba di 10 anni, Stefano che aveva 13 di anni la proteggeva da tutto e da tutti sin dal primo giorno che era arrivata al collegio. Stefano era stato per lei un punto di riferimento, solo con lui riusciva a parlare, sorridere, giocare per il resto rimaneva un bambina chiusa, timida e scontrosa. Lorena aveva paura degli altri e il collegio era stato per lei una solitaria casa nella quale da sempre avevo vissuto. Stefano doveva lasciare quel collegio perché dovevano trasferirlo in un altro, data la sua età, ma lui non l avrebbe mai lasciata quindi aveva pensato alla fuga e ne aveva parlato con Lorena. Il venerdì quando venivano a portare le scorte di cibo il custode lasciava il cancello socchiuso dopo aver fatto entrare il furgone potevano quindi approfittare di quel momento per 9

fuggire. Il collegio era situato vicino al porto e quel giorno Stefano che era uscito con il professore di matematica per andare a prendere dei libri, aveva visto tante navi da crociera in particolare una grande che sembrava un albergo galleggiante. Potevano prendere quella nave per fuggire. Il professore gli disse che avrebbe toccato diversi porti per giungere poi in Portogallo. Pensò che quella sarebbe stata la loro meta. La notte prima della fuga quando tutti andarono a letto e furono fatti dai custodi i soliti controlli, il ragazzo si alzò e preparò il suo zaino, lo riempì delle sue poche cose, ma le sistemò con cura, avvolse in un maglione le due conchiglie bianche che conservava preziosamente come un tesoro. Chiuse gli occhi un attimo e nel provare la gioia di quel giorno al mare gli sembrò di risentire la voce di sua madre quando trovato sotto la sabbia la conchiglia più grande era corso da lei per farle vedere quel tesoro. Lei bellissima con quei capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare sorridendo aveva detto: Tesoro, se appoggi all orecchio la conchiglia sentirai gli echi del mare e se sarai lontano da chi ami ti porterà le loro voci, voci che 10

sentirai nel tuo cuore Poi felici erano corsi a tuffarsi nel mare e a giocare. Quel pomeriggio Stefano trovò un'altra conchiglia bianca che donò alla madre e quello rimase l ultimo ricordo di lei. La mattina di nascosto riuscì a fare una piccola scorta di mangiare e il pomeriggio in giardino spiegò i dettagli della fuga a Lorena: lei lo guardò con i suoi grandi occhioni castani lucidi di pianto e Stefano carezzò i suoi riccioli anche loro di colore castano l abbracciò e le donò la conchiglia che aveva regalato a sua madre dicendole: Se dovessi essere lontano da te e tu avrai bisogno di me portala all orecchio, parlami in silenzio con il cuore e con il cuore ti risponderò. Giunse il venerdì pomeriggio e loro erano pronti con i loro zainetti ad iniziare la loro avventura insieme. Il cancello era socchiuso ed ecco che in un baleno furono fuori e con passo veloce si diressero verso il porto, riuscirono ad entrare eludendo l attenzione dei finanzieri. Ecco la grande nave, Stefano con Lorena per mano si avvicinò al ponte d imbarco e con uno scatto salirono a bordo velocissimi e si confusero tra la folla. Il primo passo era fatto ma ora dovevano nascondersi. Presero 11

una scaletta che portava nella parte bassa e si trovarono dove erano parcheggiati gli automezzi. Improvvisamente il fischio della nave diede il saluto alla città, la loro città: rullio di motori, un gran frastuono. Entrambi si portarono le mani alle orecchie, ma sorridevano felici di essere insieme. La nave scivolò dolcemente sul mare. Dopo un paio d ore mangiarono del pane e della cotognata che avevano preso quella mattina al collegio, erano seduti per terra, in un angolo nascosti tra due autovetture: Lorena stanca si appoggiò a Stefano e si addormentò e poco dopo anche lui. Nel cuore della notte furono svegliati dal vocio di due uomini, uno di loro sembrava un po agitato, Stefano pensò che sarebbe stato meglio spostarsi e cercare di salire verso le cabine e così fecero dopo aver svegliato Lorena. Trovarono un corridoio e poi un altro e un'altra scaletta ed un altro corridoio; erano adesso nella parte alta, Lorena lo guardò con occhi impauriti e lui strinse forte la sua mano, entrarono in un grande salone elegante con i suoi tavoli con tovaglie colore giallo oro, all angolo un piano con la coda, tende di raso: lampadari con tanti specchi di cristallo, tappeti. 12