APRILE 2016 LA TERMOTECNICA

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58 Biomasse di G. Toscano Qualità della biomassa solida: aspetti normativi, soluzioni analitiche e prospettive Il buon funzionamento di un impianto termico alimentato a biomassa solida dipende dal livello qualitativo del prodotto combustibile utilizzato, attualmente definito dalle norme UNI EN ISO 17225:2014. L applicazione di tali norme può risultare complessa e costosa ricorrendo ad attività analitiche di laboratorio. È dunque necessario individuare percorsi operativi alcuni dei quali proposti in questo documento che consentono di ottenere utili risultati con costi quanto più bassi possibile. QUALITY OF SOLID BIOMASS: REGULATORY ASPECTS, ANALYTICAL SOLUTIONS AND PROSPECTS The efficient functioning of a heating system fueled by solid biomass depends on the quality of the biofuel, currently defined by the UNI EN ISO 17225:2014. The application of these rules can be complex and costly resorting to laboratory analysis. Therefore it is necessary to identify operational paths - some of which are proposed in this document - that will produce useful results with costs as low as possible. INTRODUZIONE L approvvigionamento della biomassa è forse uno degli aspetti più cruciale per la vita degli impianti termici alimentati con questa tipologia di combustibile. Disponibilità e prezzo del prodotto sono fattori importanti per garantire una continua e sostenibile produttività energetica dell impianto. Tuttavia, biomasse a basso prezzo e necessità di grandi approvvigionamenti spesso non si incontrano con un terzo elemento importante: la qualità. Con questo termine si intendono quell insieme di proprietà in grado di soddisfare specifiche prestazioni energetiche, tecniche ed ambientali dell impianto. Più in particolare, le proprietà della biomassa solida si riferiscono ad un insieme di caratteristiche geometriche, fisiche e chimiche con le quali è possibile valutare l impatto o il comportamento del materiale nell ambito di tutte le principali fasi della filiera energetica, partendo dal trasporto e stoccaggio, fino alla fase di combustione e ad i fenomeni ad essa connessi. Per valutare la qualità delle biomasse con cui si alimenta il proprio impianto si può ricorrere ad una serie di strumenti che, tuttavia, richiedono tempo, costi e impegno in risorse umane. Scopo di questo contributo, frutto dell esperienza del Laboratorio Biomasse dell Università Politecnica delle Marche (www.laboratoriobiomasse.it), è proporre una sintesi delle possibili soluzioni che gli operatori del settore possono considerare nell ambito del proprio contesto operativo. QUALITÀ DEI BIOCOMBUSTIBILI La qualità dei biocombustibili solidi, quali pellet e cippato di legno, viene stabilita da norme tecniche internazionali. L attuale complesso normativo per questi prodotti energetici fa capo alla UNI EN ISO 17225:2014 che comprende un pacchetto di 7 normative emanate nel corso del 2014. L insieme delle norme, recepite dall UNI attraverso il Comitato Termotecnico Italiano, sostituisce il vecchio pacchetto di norme UNI EN 14961 del 2011. Più in particolare, le norme attualmente in vigore sono le seguenti: --UNI EN ISO 17225-1:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 1: Requisiti generali --UNI EN ISO 17225-2:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 2: Definizione delle classi di pellet di legno --UNI EN ISO 17225-3:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 3: Definizione delle classi di bricchette di legno --UNI EN ISO 17225-4:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 4: Definizione delle classi di cippato di legno --UNI EN ISO 17225-5:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 5: Definizione delle classi di legna da ardere --UNI EN ISO 17225-6:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 6: Definizione delle classi di pellet non legnoso --UNI EN ISO 17225-7:2014: Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 7: Definizione delle classi di bricchette non legnose. Ad eccezione della prima norma, che è dedicata principalmente agli aspetti generali, tra i quali la classificazione delle materie prime, la terminologia e le metodologie, le altre sei norme stabiliscono le specifiche di ciascun tipo di biocombustibile mediante la definizione di alcune classi di qualità, per ciascuna delle quali vengono stabiliti i valori limite per le diverse proprietà. Riferendosi al pellet ed al cippato di legno, biocombustibili di maggiore interesse per l alimentazione degli impianti termici industriali, in tabella 1 vengono riportate le principali proprietà fisiche e chimiche considerate dagli standard e la loro importanza ai fini di una buona gestione tecnica ed economica dell impianto e del processo produttivo. La tabella propone anche indicazioni sui metodi di misura di ciascun parametro evidenziando il livello di complessità e le tempistiche richieste per l esecuzione delle analisi. Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse, Università Politecnica delle Marche

Biomasse 59 PARAMETRO DEFINIZIONI E CAUSE DI VARIAZIONI IMPATTI SUL SISTEMA E PROCESSO METODO E TEMPO DI MISURA PER CAMPIONE Granulometria (Particle size): percentuale in peso su tal quale Massa volumica (Bulk density): kg/m 3 su tal quale Contenuto di umidità (Moisture content): % in peso tal quale Contenuto in ceneri (Ash content): % in peso su sostanza secca Potere calorifico inferiore (Calorific value): J/g su sostanza secca Contenuto in azoto (Nitrogen content): % in peso su sostanza secca Cloro e zolfo (Chlorine and Sulphur): % in peso su tal quale Metalli pesanti (Heavy metals): mg/kg su sostanza secca Fusibilità delle ceneri (Ash melting temperature): C Rappresenta la distribuzione in peso delle diverse classi dimensionali del prodotto; dipende dal mezzo o impianto utilizzato per la sua preparazione a partire dalla biomassa grezza (macchine per la raccolta, cippatrici, pellettizzatrici, ecc.). Rappresenta il rapporto tra la massa tal quale di prodotto e l unità di volume. Dipende dalla granulometria e dall umidità della biomassa. Assume valori massimi nel pellet. È il rapporto tra la quantità in peso di acqua contenuta nella biomassa tal quale ed il peso iniziale del campione. Dato prevalentemente legato alla tipologia di materia prima, alle fasi di lavorazione precedenti la consegna e al periodo stagionale. Rappresenta la frazione inorganica della biomassa che rimane residuale al termine della combustione. Indicatore della qualità del prodotto, le ceneri dipendono dal tipo di materia prima e dalla sua gestione nella filiera. Valori alti di ceneri sono legati alla presenza di corteccia nel legno o di inerti in generale (terra, ghiaia, impurità, ecc.). Misura l energia liberata dalla combustione della biomassa ed utilizzabile dall impianto termico. Dipende dal tipo di biomassa. La presenza nel legno di lignine, oli vegetali, resine, ecc. tende a far aumentare questo parametro che si abbassa nel caso di elevati contenuti in ceneri. L azoto è un elemento normalmente presente nella biomassa che, a seconda della tipologia, presenta valori molto variabili. Tuttavia, al di sopra di certi limiti indica la presenza di impurità o di inquinanti (es. legni trattati). La concentrazione di questi elementi è funzione del tipo di biomassa. Il cloro è presente soprattutto in biomasse erbacee e, in generale, in tessuti di piante giovani. Elevati livelli di cloro e zolfo possono essere legati a trattamenti chimici della materia prima. Elementi in genere presenti solo in tracce o a basse dosi. La loro presenza rivela delle problematiche legate a prodotti trattati chimicamente o a biomasse derivante da colture sviluppate su siti inquinati. Si riferisce alla temperatura di fusione delle ceneri, per alcuni nota come temperatura di rammollimento. Questo dato è correlato con la composizione chimica della frazione inorganica della biomassa. In genere è un problema di biomasse erbacee o di alcune biomasse residuali di tipo agroalimentare. Si può in parte correggere con l uso di specifici additivi. Condiziona il regolare funzionamento dei sistemi di trasporto, alimentazione e stoccaggio. Incide sul valore della massa volumica e sul comportamento del prodotto in fase di combustione. Si preferiscono combustibili omogenei e di classe dimensionale nota. Incide sulla densità energetica e su tutti gli aspetti ad essa correlati. Tra questi i costi di trasporto e la regolazione del sistema di alimentazione degli impianti termici. Oltre a incidere sul contenuto energetico della biomassa, l umidità condiziona la stabilità del prodotto durante la fase di stoccaggio e le temperature di combustione con effetti importanti sugli aspetti energetici ed ambientali dell impianto. A questo parametro sono legate diverse problematiche. Tra queste: costi di smaltimento, produzione di aggregati in caldaia (se basso fondenti), possibile aumento dei fenomeni corrosivi, minori rendimenti energetici e produzione di polveri sottili (particolato inorganico). Il potere calorifico inferiore ha implicazione di tipo energetico. Questo dato è alla base del calcolo del potere calorifico netto, valore che considera il contenuto di umidità, ed è quindi il riferimento per valutare da un punto di vista energetico ed economico la biomassa. L azoto in combustione si trasforma in ossidi di azoto (NOx) emessi a camino e notoriamente negativi in termini di impatto ambientale. Elementi dannosi per l ambiente a seguito della produzione di composti gassosi clorurati (es. HCl) e di ossidi di zolfo (SOx). In aggiunta sono particolarmente pericolosi per innescare fenomeni corrosivi a carico delle strutture degli impianti (camera di combustione, elementi di scambio, canna fumaria, ecc.). A fine processo di combustione i metalli pesanti si depositano nelle ceneri pesanti o nelle ceneri leggere a seconda della volatilità dell elemento chimico. Basse temperature di fusione producono slagging e fouling aumentando la probabilità di formazione di aggregati di ceneri stabili in camera di combustione e sulle pareti dei sistemi di scambio termico. Ciò favorisce fenomeni di carattere corrosivo, riduzione dell efficienza di scambio termico e necessità di fermo impianto per pulire e sostituire le parti interessate. Il metodo analitico è di tipo gravimetrico basato sull utilizzo di setacci standard. Di facile misurazione, richiede attrezzature di costo contenuto. I tempi richiesti per la misura sono normalmente inferiori ai 20 minuti a seconda dell esperienza dell operatore. La misura di questo parametro è molto semplice ed effettuata attraverso la determinazione del peso di prodotto contenuto in un cilindro di volume noto. I tempi richiesti sono inferiori ai 10 minuti. La misura del contenuto di umidità, di semplice esecuzione, avviene per via termogravimetrica (stufa e bilancia). La misura richiede diverse ore di tempo a seconda dell umidità del prodotto. Da diversi anni sono disponibili sistemi di misura rapida della biomassa solida. La misura delle ceneri è di tipo termo-gravimetrico e va eseguita da un operatore esperto e con un buon livello di precisione. I mezzi richiesti sono di costo relativamente contenuto. La misura richiede diverse ore di tempo. La misura richiede apparecchi più sofisticati e costosi (calorimetro) e personale preparato. In un sistema organizzato i tempi di esecuzione sono inferiori ai 30-40 minuti. Per la determinazione del potere calorifico netto i tempi sono legati anche alla misura del contenuto di umidità. La determinazione del contenuto di azoto è più complessa, richiede un apparecchiatura costosa e personale preparato. I tempi di esecuzione dipendono dalla capacità organizzativa del laboratorio. La misura di cloro e zolfo è complessa e necessita di più sofisticati apparecchi di laboratorio. Si richiede personale esperto e tempistiche medio-alte condizionate dalla capacità organizzativa del laboratorio. La misura di questi elementi chimici richiede un laboratorio particolarmente attrezzato e personale esperto. I tempi di esecuzione delle analisi sono medio-alti. La misura della temperatura di fusione delle ceneri di biomassa avviene mediante un analizzatore dedicato. Il macchinario è di costo elevato e richiede personale molto prepara. Il test richiede oltre 4 ore di tempo, più la preparazione delle ceneri da analizzare. TABELLA 1 - Tipo di parametro, definizione e cause di variazioni, impatti e metodi di misura

60 Biomasse TABELLA 2 - Confronto tra diverse soluzioni di gestione del monitoraggio della qualità dei biocombustibili in impianto SOLUZIONI ASPETTI Laboratorio interno Laboratorio esterno Soluzione mista Tempi di risposta delle analisi Affidabilità del risultato Spazi e accessori Rifiuti di laboratorio Livello di preparazione del personale Livello di operatività Precisione del sistema Costi I tempi di risposta sono brevi. Questa condizione è favorita soprattutto quando l attività di controllo qualità è organizzata e pianificata. I tempi dipendono dal tipo e numero di parametri analizzati. Per ridurre questo parametro è possibile introdurre metodi rapidi di misura (1). Le analisi sono gestite in impianto e quindi il livello di accuratezza è misurabile e gestibile. Per raggiungere un buon livello di affidabilità è possibile preparare il proprio personale (3). Si richiede almeno un locale per le operazioni di preparazione del campione e un locale climatizzato con la strumentazione analitica vera e propria. Si necessita anche di spazio per lo stoccaggio di reagenti e consumabili. Aspetto da gestire in impianto. Trattamento di rifiuti chimici di laboratorio. L operatore deve essere specializzato e preparato. Utile una buona conoscenza delle caratteristiche delle materie prime e basilare la corretta applicazione dei metodi di campionamento ed analisi secondo norma. Molto elevato. Gli operatori sono impiegati a tempo pieno nelle mansioni di laboratorio. Alla lunga può essere molto elevata specie se il personale nel tempo è in grado di maturare esperienza e presenta buone capacità organizzative. Dipendono dal livello di organizzazione e dalla preparazione del personale. L attività deve essere programmata anche per ridurre di molto i costi delle analisi. Gli investimenti iniziali sono alti. Normalmente i tempi sono più lunghi rispetto ad un laboratorio interno, a meno di non definire degli specifici accordi basati su un programma di invio dei campioni al laboratorio esterno (2). Si fa affidamento sulla qualità e accuratezza del laboratorio esterno e sulla sua esperienza nell ambito delle biomasse. Occorre verificare se le metodiche di analisi utilizzate sono quelle considerate dalla normativa tecnica per i biocombustibili solidi (4). Non si richiedono spazi limitatamente a quelli di appoggio temporaneo dei campioni da inviare in laboratorio o dei campioni di back-up conservati per eventuali controlli di sicurezza. Non rappresenta una problematica. Un qualsiasi operatore di impianto è in grado di campionare la biomassa. Possibilità di preparare il personale per la fase del campionamento mediante applicazione dei metodi previsti dalla norma tecnica. Impegno molto contenuto e speso per il solo prelievo del campione di biomassa ed invio al laboratorio esterno. Dipende dal tipo di laboratorio a cui si affidano le analisi. Necessario controllare la corretta applicazione delle norme tecniche per i biocombustibili. Sempre molto elevati a meno di non instaurare degli accordi particolari che prevedono un programma nel tempo di analisi delle biomasse o piano di monitoraggio (2). Le analisi da svolgere in impianto sono quelle che richiedono tempi brevi. Anche in questo caso è possibile utilizzare metodi rapidi di analisi, specie per l umidità, ed inviare al laboratorio esterno solo i campioni per verifiche o per l analisi di parametri più complessi da determinare. Eseguendo analisi non complesse in impianto e disponendo di un operatore preparato, nel complesso è possibile ottenere delle risposte di buona affidabilità (3). In genere è sufficiente un solo locale adeguato per la preparazione del campione, la macinazione e la determinazione dei parametri fisici più importanti. Non rappresenta una problematica se i parametri analizzati non fanno uso di prodotti chimici. Ricorrere ad un operatore di impianto con attitudine alla precisione e all ordine. È possibile preparare il personale sia per operazioni di campionamento che per le tecniche di analisi dei parametri più semplici. Impegno contenuto se l attività è organizzata e programmata. Alla lunga può essere molto elevata specie se le attività tra i laboratori, interno ed esterno, sono coordinate e alla base di un rapporto di collaborazione e supporto. I costi possono essere mantenuti bassi in base all organizzazione del laboratorio interno e al tipo di accordi presi con la struttura esterna per il controllo dei parametri più complessi. Tipo di parametri analizzati Potenzialmente tutti quelli previsti dalla normativa tecnica o in generale quelli riconosciuti più importanti. Potenzialmente tutti quelli previsti dalla normativa tecnica. Dipende dal tipo di laboratorio a cui si affidano le analisi. Per le analisi da condurre nel laboratorio interno si suggerisce: granulometria, massa volumica, contenuto di umidità e contenuto in ceneri. (1) In proposito, il Laboratorio Biomasse propone l introduzione di queste tecniche di misura presso gli impianti ricorrendo a strumenti già disponibili in commercio. Uno strumento che si sta diffondendo è il misuratore rapido di umidità della biomassa, fondamentale per stimare il contenuto energetico del prodotto. (2) Ad esempio, accordi programmatici di lungo periodo per il supporto alle attività analitiche sono già effettuati dal Laboratorio Biomasse. Nell ambito di questi accordi si prevedono le analisi di un certo numero di campioni settimanali/mensili inviati in laboratorio e relative tempistica di restituzione del risultato dell analisi. Azioni programmate nel tempo consentono di ridurre significativamente il costo dell analisi. (3) Il Laboratorio Biomasse ha già supportato società ad implementare dei laboratori presso gli impianti termici preparando il personale al corretto svolgimento delle analisi (secondo le vigenti normative), elaborazione dei dati e gestione generale delle attività di monitoraggio. (4) Inoltre, sarebbe utile verificare se il laboratorio di analisi partecipa a round robin di controllo dei propri metodi e sistemi specifici per il settore dei biocombustibili solidi. Ad esempio il Laboratorio Biomasse partecipa regolarmente ai round robin organizzati dall Institute fur Bioenergie di Vienna.

Biomasse 61 Alla luce dei contenuti della tabella seguono alcune riflessioni: 1) Attraverso la conoscenza delle caratteristiche del biocombustibile utilizzato è possibile prevedere le prestazioni in impianto e prevenire o contenere specifiche problematiche. Di fatto, ciascuna realtà o impianto può definire una propria specifica di prodotto legata non solo al contenuto energetico della biomassa, fattore con diretto impatto economico, ma anche a quei parametri chimico-fisici responsabili di reali effetti negativi sul funzionamento dell impianto o di possibili problematiche ambientali. 2) Disporre di informazioni organizzate sulle proprietà delle biomasse che alimentano il proprio impianto, mette nelle condizioni gli operatori di intervenire sulla filiera di approvvigionamento e di operare delle scelte finalizzate a generare dei miglioramenti sulla qualità del prodotto utilizzato e a migliorare le prestazioni del processo produttivo. 3) Considerata la variabilità delle caratteristiche delle biomasse, anche a seguito delle diverse fonti di approvvigionamento, per disporre di informazioni significative ed affidabili sulla qualità dei prodotti acquisiti è necessario implementare di un attività di controllo della materia prima mediante un piano di monitoraggio. Ciò si traduce in un controllo programmato delle proprietà della biomassa approvvigionata, strutturato sulla base della quantità di prodotto acquisito nel tempo e di una serie di aspetti che definiscono il contesto operativo quali, ad esempio, il numero di fornitori, la tipologia di biomassa, il periodo stagionale, ecc.. 4) Il controllo della qualità della biomassa può rappresentare una voce di spesa non trascurabile ed in molti casi non in linea con le possibilità delle aziende che operano nel settore. A ciò si aggiunge che i tempi di risposta da parte di un laboratorio non sono compatibili con le reali necessità degli operatori. Gli aspetti considerati in questo ultimo punto non incoraggiano gli operatori del settore ad investire nel controllo della qualità della biomassa, affidandosi spesso alle sole sensazioni o alle analisi di pochi campioni e prelevati, in qualche caso, in modo non razionale. Il Laboratorio Biomasse dell Università Politecnica delle Marche conosce tali problematiche e, pertanto, da tempo discute e propone soluzioni operative a seconda del contesto operativo ed organizzativo. Di seguito vengono esaminate le principali opzioni operative percorribili da parte di chi gestisce gli impianti o di chi acquista biomassa combustibile. POSSIBILI SCENARI DI CONTROLLO DELLA QUALITÀ DEI BIOCOMBUSTIBILI SOLIDI Le scelte prospettate agli operatori per verificare le proprietà dei biocombustibili mediante un sistema di analisi organizzato e strutturato prevedono tre principali possibilità: --Laboratorio interno: realizzazione di un laboratorio di analisi presso il proprio impianto, strutturato per effettuare le analisi di tutti i parametri previsti dalla normativa o di tutti quelli che l azienda ritiene necessari per i propri scopi. --Laboratorio esterno: attività di controllo della qualità mediante campionamento della biomassa e conduzione dell analisi presso una struttura esterna. --Soluzione mista: implementazione in impianto di un laboratorio semplificato per l analisi dei principali parametri ed eventuale supporto di un laboratorio esterno per le analisi più complesse o per verifiche straordinarie. Al fine di evidenziare i limiti e le opportunità di ciascuna di queste soluzioni nella tabella 2 si propone un confronto tra queste, considerando molteplici aspetti legati non solo alle performance analitiche ma anche ad elementi di carattere economico e gestionale. Alcune considerazioni generali: --L implementazione di un sistema di monitoraggio continuo e programmato della biomassa è il migliore strumento per disporre di una corretta valutazione del livello della qualità della biomassa approvvigionata nel corso del tempo. Ciò mette nelle condizioni gli operatori di apportare continui miglioramenti a questa fase di processo e di dimostrare il anche perseguimento di obiettivi di qualità ambientale, aspetto sempre più importanti in questo settore. --Disporre di un laboratorio in impianto permette di gestire con maggiore flessibilità il controllo della qualità della biomassa consentendo di ottenere i risultati delle analisi anche in tempi più rapidi, con maggiore efficacia e con costi più controllabili. Diverse società sono nelle condizioni di implementare un laboratorio semplificato che consente di effettuare una prima valutazione alla materia prima introdotta in impianto ed eventualmente appoggiarsi su un laboratorio esterno per le misure dei parametri più complessi, quali ad esempio: potere calorifico, cloro, zolfo, azoto, metalli pesanti e temperatura di fusione. --Si ritiene che gli sforzi compiuti da una società per avviare e consolidare sistemi di controllo del biocombustibile, sia attraverso l implementazione di laboratori interni che affidandosi in parte a laboratori specializzati esterni, consentono di aumentare il livello di sensibilità e conoscenza degli operatori di impianto sugli aspetti della qualità del biocombustibili. La crescita professionale degli addetti su questo aspetto li mette nelle condizioni di valutare meglio il prodotto e operare scelte più corrette. --Alla base di una buona gestione della qualità della biomassa è sempre fondamentale conoscere la filiera di origine della materia prima. Gli operatori, per quanto possibile, dovrebbero conoscere maggiori dettagli possibili sulle fonti di approvvigionamento anche, se necessario, attraverso uno schema semplificato di tracciabilità del prodotto. --La possibilità di misurare la qualità della biomassa in diversi punti della filiera e con sistemi rapidi di analisi rappresenterebbe un salto tecnologico in questo settore. Il Laboratorio Biomasse della Politecnica delle Marche, intravedendo interessanti prospettive, ha avviato un programma di ricerca su nuovi metodi di analisi mediante spettroscopia infrarossa. L obiettivo è di sviluppare modelli e sistemi da implementare sia in impianto che su dispositivi portatili per il controllo della qualità della biomassa lungo la filiera di approvvigionamento. UN CASO APPLICATIVO DI CONTROLLO DELLA QUALITÀ DELLE BIOMASSE: GLI IMPIANTI DELLA SIGEC SERVICE SRL Negli ultimi anni il tema della qualità dei biocombustibili è maggiormente sentito tra gli operatori del settore. Diverse aziende che fanno riferimento al Laboratorio Biomasse della Politecnica delle Marche recependo l importanza di questo aspetto hanno iniziato ad applicare alcune delle soluzioni sopra proposte, scegliendo quelle che meglio si adattano al proprio contesto operativo. Alcuni impianti affidano al Laboratorio Biomasse il completo monitoraggio della qualità della materia prima, il quale propone anche supporto nella gestione delle informazioni e nell approfondimento di indagine specifiche per la ri-

62 Biomasse FIGURA 1 - La sede della Teleriscaldamento Varna-Bressanone scarl a Varna (BZ) soluzione di determinate problematiche tecniche. In altri casi le società hanno ritenuto utile implementare un proprio laboratorio in impianto demandando al Laboratorio Biomasse le analisi dei parametri più complessi da determinare e lo svolgimento di verifiche particolari. È il caso della SIGEC SERVICE srl che coordina la gestione di due impianti di produzione di energia elettrica e termica da biomassa legnosa a San Benedetto Po (MN) e Casalmaggiore (CR). Si tratta di impianti gemelli con centrale di cogenerazione in ciclo termodinamico chiuso secondo il principio dell Organic Rankine Cycle, di fornitura della società Turboden. Ogni impianto genera energia elettrica per parte degli usi di stabilimento e per cessione alla rete esterna ed energia termica a bassa temperatura (80-90 C) per gli autoconsumi interni e per alimentare reti di teleriscaldamento ad acqua calda. La società attua una politica di approvvigionamento della biomassa vergine di origine vegetale capace di soddisfare i fabbisogni degli impianti durante tutto il periodo dell anno, con particolare attenzione alla qualità delle biomasse acquistate ed ai relativi costi di approvvigionamento. Dal punto di vista legislativo, le biomasse utilizzate sono quelle previste dal D.Lgs. 152/2006 conformemente alla classificazione definita nella sezione 4, parte II, allegato X, Allegati alla parte V. Nel rispetto del criterio e della logica di filiera corta, l approvvigionamento del materiale combustibile avviene in base alla disponibilità locale e stagionale della biomassa. Quasi tutta la biomassa utilizzata proviene da scarti vergini di cicli produttivi di industrie di compensati, pannelli e bancali. In minima parte proviene da forestazioni a ciclo quinquennale. Per garantire un tasso di qualità conforme alle necessità dell impianto, le biomasse sono analizzate in un laboratorio interno alle centrali, sviluppato con il supporto del Laboratorio Biomasse, che provvede alla determinazione di alcuni parametri analitici quali il contenuto di umidità e di ceneri, la granulometria e la massa volumica. Queste semplici misurazioni sono in grado di restituire importanti informazioni per avere delle prime valutazioni di carattere energetico e quindi economico della biomassa. In particolare, mediante l analisi del contenuto di umidità e ceneri è possibile effettuare una valorizzazione economica più puntuale e coerente al contenuto energetico della biomassa acquistata. Periodicamente, determinati campioni sono analizzati dal Laboratorio Biomasse per definire l eventuale presenza di metalli, le temperature di fusione delle ceneri, il potere calorifico inferiore ed altri parametri fondamentali alla caratterizzazione e alla definizione del materiale acquistato ed utilizzato nell impianto. FIGURA 2 - Impianto biomassa ORC Turboden da 800 kw FIGURA 3 - Unità Organic Rankine Cycle Turboden