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Transcript:

i n q u e s t o n u m e r o pp. 4-5-6 Santa Cresima p. 7 Incontro del Papa con i Cresimandi pp. 8-9 Festa Madonna di Fatima pp. 10-11 Consiglio Pastorale p. 13 Marco Begato, diacono MEDA la voce della comunità GIUGNO 2012 i n p r i m o p i a n o Grazie Papa! Ci siamo sentiti in tanti- dai preti e suore in Duomo, ai ragazzi della Cresima a S. Siro, alle famiglie a Bresso intorno al Papa, questo uomo dall apparenza così fragile che però è la pietra su cui è fondata la casa della nostra fede. In tanti di ogni lingua, popolo e nazione, ma comunque con tanti bambini anche piccoli, sempre sorprendenti ed uguali nei colori diversi. Era proprio la famiglia presente! Abbiamo sentito parole di grazia, abbiamo sperimentato calore ed unità, ci siamo sentiti raccontare il vangelo della famiglia. Che la grazia continui! la parola dei sacerdoti Il Pane della Vita di Don Luigi Al culmine del VII Incontro Mon- accoglierlo nella fede. È il dono di diale delle Famiglie è stata celebrata la S. Messa solenne presieve e offre per la salvezza che viene Gesù sulla Croce che la Chiesa riceduta dal Papa presso l aeroporto di solo da Dio. Nella solennità del Corpus Domini siamo invitati a risco- Bresso. Nei giorni seguenti la comunità cristiana celebra la solennità del Corpo di Gesù Cristo. Anche a noi viene riprire e ad approfondire questo dono e Sangue del Signore. volto l invito di Gesù ad accogliere Al centro della nostra fede sta il la sua parola: Io sono il pane vivo mistero dell Eucarestia, che è dono disceso dal cielo. Se uno mangia di per eccellenza, dono che Gesù offre questo pane vivrà in eterno e il pane a tutta la Chiesa. È il dono di Gesù che io darò è la mia carne per la vita stesso, dono della sua persona nella del mondo. sua umanità e divinità; è il dono della sua opera di salvezza. sciarci indifferenti. Ci chiedono de- Sono parole che non possono la- Sotto i segni del pane e del vino noi cisamente di accoglierle nella fede. incontriamo realmente il Signore L apostolo S. Pietro ci ha preceduto. Gesù nel suo corpo offerto per noi Tocca a noi fare nostra la risposta e nel suo sangue versato per tutti in che S. Pietro, senza alcuna incertezza, ha dato a Gesù quando gli chie- remissione dei peccati. L Eucarestia è davvero mistero della fede. Lo è davvero perché va al ne?. S. Pietro rispose: Signore, da se: Forse anche voi volete andarve- di là di tutti i nostri pensieri umani. Come tale, possiamo riconoscerlo e (continua a pagina 2) 1

(segue da pagina 1) chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che sei il Santo di Dio. Nella S. Messa noi incontriamo Gesù nel momento della totale donazione di sé, nel gesto in cui egli, dopo aver amato i suoi, li ama sino alla fine. È il gesto dell amore che si dona in totale obbedienza a Dio Padre. È il gesto di Gesù che si sacrifica sulla Croce. È un gesto di amore che non conosce misura. È un gesto di grande umiltà, nel quale, però, viene glorificato da Dio Padre. Nella S. Messa Gesù si dona a noi e rimane sempre con noi. Con la processione del Corpus Domini Gesù passa lungo le nostre strade e vicino alle nostre case, perché lui non è estraneo alle nostre esperienze di gioia e di dolore, di speranze e di fatiche. La presenza di Gesù morto e risorto, vivo nell Eucarestia, accompagni e confermi il nostro cammino personale e comunitario nella fede cristiana. Centro di Ascolto Basta poco, se ci si crede... Quando si compra una macchina, si costruisce una casa o si ristruttura un ambiente, il problema principale non è quello di trovare i fondi per sistemare l immobile o comperare il mezzo, ma è quello di mantenere nel tempo quanto si possiede o si è ristrutturato. Questo vale anche per il Centro di Ascolto. Sistemati i locali con modica spesa, grazie alla generosità e sensibilità di coloro che si sono impegnati, ora c è la necessità di assistere coloro che ad esso si rivolgeranno. Per aiutarci a capire vorrei riferire due episodi: uno geograficamente lontano e uno della nostra Comunità. Padre Marcello Storgato, missionario saveriano, riferisce di un episodio della sua esperienza missionaria in Bangladesh e scrive: «Quel pomeriggio c era stato l incontro con le Dame della S. Vincenzo, società caritativa fondata dal Beato Federico Ozanam a Lione nel 1834. Molte Comunità in Bangladesh hanno questo gruppo di uomini e donne: poveri che aiutano i poveri. Secondo la consuetudine avevano aperto la Bibbia, acceso una candela, posto una ghirlanda di fiori e pregato il Padre Nostro. Poi avevano slegato l angolo del loro Sarì e ognuna aveva deposto nel piatto davanti alla Bibbia un pungo di riso, offerto per i più poveri. Ogni settimana era così. Un giorno continua Padre Storgato avevo chiesto alle donne: Perché vi private del riso che ne avete così poco per sfamarvi?. Vedi, Padre, ne mettiamo da parte un cucchiaio al giorno. Cucchiaio più, cucchiaio meno, nessuno se ne accorge. Ma in una settimana, tutti insieme, abbiamo raccolto due chili di riso, che possiamo dare a chi non ne ha. E mangia anche lui». Più semplice di così L altro episodio è della nostra Comunità. Vi riporto le parole del biglietto che mi ha scritto un ragazzo che ha fatto la prima S. Comunione e ha voluto condividere con un offerta per i poveri quanto ha ricevuto. Ecco il testo: «Caro don Angelo, il 6 maggio ho ricevuto la Prima Comunione. È stato un giorno molto bello in cui ho avuto tanti regali. Mi sono accorto di quanto sono fortunato, per questo voglio fare un piccolo dono a qualche bambino di Meda che vive in una famiglia in difficoltà. Grazie!». Firmato: Andrea. Qualche considerazione: poveri che aiutano i poveri Allora tutti possono fare qualcosa, anche chi non ha molto. Basta unire il poco di tante persone, fatto con costanza, per aiutare chi è in difficoltà. E siccome si prova più gioia nel dare che nel ricevere, questo dovrebbe essere l obiettivo da tener presente nell aiutare i poveri. Dare sostegno per farli uscire dall emergenza, ma anche responsabilizzarli e far loro gustare la gioia di fare qualcosa per gli altri. Per sostenere il Centro di Ascolto abbiamo ipotizzato di dare una percentuale del bilancio parrocchiale e di stilare una lista di famiglie che con costante continuità offrano una piccola quota del loro bilancio familiare. A Meda, la maggior parte delle famiglie ha un tenore di vita che, ringraziando Dio e la loro laboriosità, è di una certa agiatezza. Possibile che con il contributo di tanti non possiamo trovare le risorse per venire incontro a quelle persone che, non per la loro pigrizia o ignavia, si trovano in situazioni di difficoltà? Basta poco ma bisogna crederci e agire! P.S. Per essere concreti: Chi volesse contribuire a risolvere i casi di indigenza che il Centro di Ascolto incontra, può dare il suo contributo mensile dando la propria adesione al seguente numero telefonico: 346-6263971 nei giorni di martedì mattina dalle ore 9.00 alle ore 11.30 o giovedì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 18.30. Oppure a don Angelo: 349-8467813. È con le gocce che si fa il mare, sono necessari e utilissimi anche i due spiccioli della vedova lodata da Gesù (vedi Marco 12, 41-44). Grazie a tutti! Don Angelo 2

Maggio, mese Mariano Il Rosario: preghiera della e per la Famiglia Il mese di maggio, da poco trascorso, è stato spesso contrassegnato nella nostra comunità dalla recita del Santo Rosario nelle chiese, in diversi angoli della nostra cittadina, durante diversi pellegrinaggi. Meno frequente appare invece, salvo lodevoli eccezioni, la bella passata tradizione della sua recita nelle famiglie. Al termine dell incontro mondiale di Milano appaiono allora ancora attuali per la nostra riflessione le parole a tale proposito rivolteci del venerato Giovanni Paolo II. E.N. «Il Rosario è la preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera. Se nella lettera apostolica Novo millennio ineunte ho incoraggiato la celebrazione della Liturgia delle Ore, anche da parte dei laici, nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei vari gruppi cristiani, altrettanto desidero fare per il Rosario. Si tratta di due vie non alternative ma complementari della contemplazione cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale della famiglia di suggerire con convinzione la recita del Rosario. La famiglia, che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente a essere preghiera in cui la famiglia si ritrova, i singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi per comunicare, per solidarizzare; per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato nello Spirito di Dio. Molti problemi delle famiglie contemporanee dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, siamo assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l immagine del Redentore, l immagine della sua Madre Santissima. La famiglia, che recita insieme il Rosario, riproduce un po il clima della casa di Nazaret: si pone Gesù al centro, si condividono con Lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da Lui la speranza e la forza per il cammino». Dall esortazione apostolica, n. 41 Giovanni Paolo II 27 maggio - Festa di chiusura degli oratori La Domenica in Giallo! Durante quest anno l animazione domenicale è stata organizzata dai ragazzi dalla prima alla terza superiore che, aiutati dal seminarista Daniele, sono riusciti a coinvolgere bambini di tutte le età nei numerosi giochi proposti, uno diverso per ogni domenica. Nel pomeriggio di domenica 27 maggio si è tenuta all oratorio San Giacomo una giornata particolare: la festa di chiusura degli oratori. Prima di iniziare il gioco, i bambini hanno ricevuto un ottima notizia: è stato presentato il nuovo seminarista, Mattia, che ci accompagnerà per tutto l oratorio estivo! Successivamente è iniziato il Gioco Giallo, che ha visto partecipi grandi e piccini! I bambini si sono immedesimati nei detective che hanno dovuto risolvere un crimine: Assassinio a villa Della Rovere. Ogni animatore ha partecipato attivamente al gioco interpretando un personaggio della vicenda o seguendo i bambini durante le indagini. Per avere maggiori dettagli riguardanti l accaduto i piccoli investigatori hanno dovuto superare dei giochi/ prove per poter interrogare ogni personaggio... chi avrà ucciso Riccardo Della Rovere? I sospettati erano molti ma tutte tre le squadre sono riuscite a risolvere brillantemente il caso, e per decretare un solo vincitore, gli animatori hanno deciso di sottoporre i partecipanti ad un ulteriore prova: i bambini si sono sfidati in un gioco chiamato Uno contro Tutti che aveva avuto molto successo anche nelle domeniche precedenti. La giornata si è conclusa con una buonissima merenda (pane e nutella) preparata dalle mamme presenti in oratorio. L oratorio si è riempito di numerosi bambini di tutte le età che hanno deciso di riunirsi per trascorrere in compagnia l ultima domenica in oratorio e per dare ufficialmente il via all oratorio estivo! Le animatrici, Elisa, Giulia, Laura 3

Santa Cresima Dagli occhi di una mamma In ogni momento guidati dallo Spirito Santo Domenica 13 maggio i nostri ragazzi hanno ricevuto il sacramento della Santa Cresima. La chiesa gremita di persone era in festa per la bellissima cerimonia, che ha visto ragazzi, padrini, madrine, genitori e parenti attenti e partecipi. La figura sorridente e paterna del Vescovo, monsignor Luigi Testore, che ha portato la sua carezza e il suo affettuoso abbraccio di pace ai cresimandi, ha veramente aperto il cuore di noi tutti, ci siamo sentiti parte viva di questo momento speciale. La venuta dello Spirito Santo ha arricchito i nostri figli con i suoi doni, ha portato a loro e a noi la sua luce. Lo Spirito Santo è una presenza invisibile, lo sentiamo lontano, eppure agisce in noi, ci illumina e ci aiuta. Il cammino di catechesi che hanno condotto fino a qui i nostri ragazzi è stato un cammino di fede in cui sono stati seguiti passo dopo passo dalla suora, dalle catechiste, da don Cristiano: a loro va il nostro grazie più sincero, la nostra riconoscenza più profonda. Certo è importante che questo cammino non si fermi qui: anche la fede ha bisogno di crescere con noi. Ricordo spesso le parole del mio prete d oratorio, quando facevo parte del gruppo giovanile: il vestito della prima comunione non ti va più bene a quarant anni. Così è la fede: deve crescere con ognuno di noi, deve maturare con noi, il cammino non può essere interrotto se vogliamo che i nostri ragazzi siano veri cristiani, portatori di gioia e di speranza in ogni ambiente. Lo Spirito Santo li guidi in ogni momento, la sua vicinanza dia loro sollievo, consolazione, forza sempre, soprattutto nei momenti più difficili. Io ho imparato a chiamarlo ogni giorno con una preghiera dedicata a Lui, sicura di essere ascoltata e accompagnata: Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce; vieni Padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori; consolatore perfetto, ospite dolce dell anima, dolcissimo sollievo, nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. O Luce beatissima, invadi nell intimo il cuore dei tuoi fedeli; senza la tua forza nulla è nell uomo, nulla senza colpa; lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina; piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano, i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen. Tiziana, una mamma Santa Cresima a Madonna di Fatima (Il Fotogramma) 4

Santa Cresima a Santa Maria Nascente (foto massimo) 5

Santa Cresima a San Giacomo (foto massimo) 6

Incontro Cresimandi con il Santo Padre a San Siro Tante emozioni! Appena rientrata dall incontro con il Papa a San Siro mi metto a scrivere l articolo. Ho mille idee in testa, ma, visto che per scriverle occuperei tutto l informatore, scrivo solo le cose che mi hanno colpito di più. Partiti dalla stazione di Meda (emozionati come non mai) e giunti in Cadorna, prendiamo la metro che ci porta a Lotto e da lì proseguiamo a piedi per un bel tratto di strada. Arrivati a San Siro, saliamo fino al nostro settore e qui prendiamo posto. Mentre aspettiamo l arrivo del San- to Padre, ci accolgono gli animatori che ci insegnano le varie coreografie. Finalmente arriva il Papa, che viene accolto con un grandissimo boato e molti applausi. Abbiamo cantato e dopo abbiamo iniziato la preghiera commentata di tanto in tanto dal Santo Padre. Nel frattempo i ragazzi al centro dello stadio sviluppavano coreografie utilizzando mantelle colorate. Tra tutte, una mi ha colpito di più: con dei teli bianchi hanno realizzato un enorme colomba, tutto intorno hanno adagiato le bandiere del mondo e da grandi scatole hanno fatto volare nel cielo palloncini colorati. Questo incontro è stato bellissimo perché il Papa è venuto apposta per incontrare noi cresimandi e questo mi ha dato molta gioia! Daniela 7

Grande festa per la Madonna di Fatima Maggio, il mese dedicato a Maria, è anche il mese della festa della Madonna di Fatima. Così anche quest anno abbiamo voluto festeggiare nel modo migliore quest importante ricorrenza della nostra Parrocchia. Giovedì 10 la S. Messa serale ha aperto il lungo fine settimana di festa, seguita la sera successiva con la presentazione in oratorio del recital La preghiera: bambini, ragazzi e giovani del coro si sono impegnati nell offrire al numeroso pubblico una breve e semplice storia di stampo mariano accompagnata dai canti che spesso sentiamo durante la Messa domenicale un vero successo! Un clima raccolto ha invece guida- to sabato sera la Processione con la statua della Madonna per le vie del quartiere, a cui ha partecipato anche la banda Cittadina di Meda. Domenica mattina i sacerdoti hanno benedetto i nuovi spogliatoi della Società Calcio OMF Meda Sud in presenza anche della banda S. Cecilia, che poi ha accompagnato alla S. Messa delle ore 11 Don Angelo, pronto per celebrare il suo 40 anno di ordinazione sacerdotale. I festeggiamenti sono continuati nel grande salone con il pranzo preparato dalla nostra cucina; infine, sazi a volontà, mentre i grandi si intrattenevano con chiacchiere e partite a carte, i più piccoli (ma non solo) si sono divertiti con un originale Gran Premio, sfidandosi fino all ultima curva nei campi dell oratorio su speciali macchinine a pedali. Nel tardo pomeriggio le autorità cittadine sono intervenute per l inaugurazione dei nuovi spogliatoi, fermandosi per un piccolo rinfresco. La giornata si è conclusa con l estrazione dei numeri vincenti della lotteria che anche quest anno ha regalato ricchi premi! Grazie a tutti coloro che hanno permesso la riuscita di questa festa e appuntamento all anno prossimo! Daniela 8

ESTRAZIONE SOTTOSCRIZIONE A PREMI 2012 1713 1 2 Buono Spesa di 300,00 offerto dalla PARROCCHIA MADONNA DI FATIMA presso Eurospar - Despar - Interspar - Via Indipendenza, 192 - Meda Buono di 200,00 offerto da BUSNELLI AUTORIPARAZIONI 4403 3 CARROZZERIA - MECCANICA - Via Milano, 40 - Meda Buono Spesa di 200,00 offerto dalla PARROCCHIA MADONNA DI FATIMA 5885 4 presso Eurospar - Despar - Interspar - Via Indipendenza, 192 - Meda Autoradio CD con MP3 + AUX offerto da ELETTRAUTO OMER FORCOLIN 1394 5 Via Consorziale dei Boschi, 17 - Meda Buono cambio gomme di 150,00 offerto da PNEUMATICI E SERVIZI 5686 6 Via Catalani - Paina di Giussano Orologio Vagary donna rettangolare in acciaio quadrante nero offerto da 5348 7 VG 1995 di Vazzoler Giuseppe - Orologeria Oreficeria - P.za della Chiesa, 4 - Meda Trancio L ArnàCotto offerto da ALIMECO SALUMI Villasanta 4628 8 Buono di 25,00 presso PUNTO FRUTTA SNC - Mercato Meda Sud 4122 9 Trancio Coppa al ginepro offerto da ALIMECO SALUMI Villasanta 2546 10 Buono di 25,00 presso TEO L ORTOFRUTTA - Mercato Meda Sud 5391 11 Buono di 25,00 presso PUNTO FRUTTA SNC - Mercato Meda Sud 3186 12 Trancio Lardo offerto da ALIMECO SALUMI - Villasanta 2417 13 Buono di 20,00 presso PESCHERIA CAVALLARI LUCA - Mercato Meda Sud 4514 14 Trancio Lardo offerto da ALIMECO SALUMI - Villasanta 5285 15 Buono di 15,00 presso PESCHERIA DA VINCENZO - Mercato Meda Sud 4374 16 Trancio Lardo offerto da ALIMECO SALUMI Villasanta 1529 2006 17 18 Asciugacapelli da viaggio offerto da EM.ME ACCONCIATURE UOMO DONNA Via Ticino - Meda Sud Buono di 15,00 presso SALUMI FORMAGGI VOLTAREL CLAUDIO 2062 19 Mercato Meda Sud Buono per taglio capelli uomo presso EM.ME ACCONCIATURE UOMO DONNA 2724 20 Via Ticino - Meda Sud Confezione Stinco offerto da ALIMECO SALUMI - Villasanta 4860 1958 21 Buono di 10,00 presso SALUMI FORMAGGI VOLTAREL CLAUDIO 22 Mercato Meda Sud Confezione Stinco offerto da ALIMECO SALUMI - Villasanta 2655 23 Confezione Stinco offerto da ALIMECO SALUMI - Villasanta 4222 24 Buono pollo allo spiedo presso ROSTICCERIA DI LAURO - Mercato Meda Sud 4939 25 Buono pollo allo spiedo presso ROSTICCERIA DI LAURO - Mercato Meda Sud 1818 26 Buono pollo allo spiedo presso ROSTICCERIA DI LAURO - Mercato Meda Sud 1046 27 Buono pollo allo spiedo presso ROSTICCERIA DI LAURO - Mercato Meda Sud 3289 9

Consiglio Pastorale della Comunità S.Crocifisso - 16 maggio 2012 Il Consiglio Pastorale della Comunità S. Crocifisso si riunisce mercoledì 16 maggio 2012 alle ore 21.00 presso l Oratorio di Madonna di Fatima con il seguente ordine del giorno: 1. Prima fase della stesura del programma per l anno pastorale 2012/ 2013: anno della fede. Sono assenti i consiglieri: Candian, Caimi, Meda, Polloni, Spada, R. Turchetto e don E. Carrera. Guida la recita di compieta e presiede la seduta don Gaudenzio. Modera Marco Crippa che cede la parola al parroco, dopo aver introdotto la seduta precisando che l incontro si divide in due momenti: il primo di riflessione sul tema della fede a partire dall esperienza personale, il secondo in cui si incaricherà una commissione di tradurre le riflessioni emerse in proposte concrete per l anno pastorale 2012/2013 da valutare nel consiglio di giugno. Nel suo intervento don Gaudenzio individua due ambiti di possibile riflessione: 1) l ambito dei ricomincianti cioè di quanti hanno interrotto il loro cammino di formazione cristiana nell età della adolescenza e, in occasione ad esempio del battesimo del proprio figlio, manifestano il desiderio di riavvicinarsi alla proposta cristiana ponendo ai sacerdoti e alla comunità interrogativi su modi, tempi, contenuti da offrire loro. 2) l ambito della trasmissione della fede in cui oggi la famiglia, che ne ha sempre svolto il compito, sembra arrancare. A questo secondo punto si ricollega don Angelo per sottolineare la fragilità di molte delle nostre famiglie, la carenza dell aspetto missionario nella vita della nostra comunità e anche la necessità per i sacerdoti, nell anno dedicato alla riflessione sulla fede, di essere più sacerdoti, di avere un rapporto autentico con il Signore e di credere che lo Spirito Santo c è, lavora prima di noi, meglio di noi e a nostra insaputa. Giuseppe Volontè fissa l attenzione sulla crisi di valori e di fede che interessa in modo particolare il mondo giovanile e sulla necessità di curare molto le omelie che a volte risultano troppo difficili. Per Silvia Asnaghi è urgente far riscoprire a tutti fedeli, ricomincianti e lontani la bellezza del messaggio evangelico, la carica rivoluzionaria che può avere nella vita di ciascuno. Don Cristiano, riferendosi alla fede che vede vivere nella nostra Comunità, mette in luce tre problemi: 1) l autenticità della fede, chiedendosi da una parte se gli adulti di questa comunità credono al Vangelo o ad una vita religiosa associata a dei riti e dall altra se il nostro modo di formare conduce a fare esperienza del Vangelo oppure no; 2) l aderenza alla vita, sottolineando lo scarto evidente fra il peccato e il modo in cui esso viene considerato. Il problema che tocca alla radice la fede non è il peccato ma il fatto che esso non sia considerato tale; 3) la comunità, che corre continuamente il rischio di non essere più l unico tessuto di relazioni in cui è possibile vivere la fede per ridursi ad essere l insieme di quello che si fa per le varie categorie. Rosa Busnelli condivide l attenzione da porre alla famiglia come luogo di trasmissione della fede ma sottolinea come senza l incontro con altre esperienze e con una comunità cristiana adulta significativa ed accogliente il rischio sia quello di fermarsi ad una fede per tradizione. Anche Denis Moretto pone l accento sulla capacità di accoglienza dei cristiani ritenendola non conseguenza ma premessa indispensabile per suscitare l interesse e la curiosità verso il messaggio evangelico e i contenuti della fede cristiana. Rifacendosi alla propria esperienza di genitore, Giusy Colombo ritiene che non sia da tralasciare la formazione cristiana a partire da quelle che don Cristiano ha chiamato categorie. In particolare ritiene sia importante, per evitarne interruzioni, che si accompagni il cammino di fede nella fase dell adolescenza - giovinezza cioè nel momento in cui i ragazzi vivono le prime esperienze di innamoramento e si interrogano sulle scelte di vita. Eleonora Turchetto, rifacendosi alle indicazioni pastorali per l anno della fede, sottolinea la necessità di ripartire dal Catechismo e dalla missionarietà dei cristiani nei luoghi in cui vivono e lavorano. Angela Dentoni ritiene difficile pensare alla fede in modo disincarnato, senza avere presente volti, storie, situazioni perchè la fatica e la sfida che essa pone non è tanto quella di conoscerne i contenuti ma di interiorizzarli e incarnarli (farli diventare vita, cultura, politica, economia). Si rifà ai dati dell indagine parrocchiale del 1996 da cui emergeva una fede già indebolita e un grado di accordo con le indicazioni del Magistero tanto più elevato quanto meno esse toccavano la vita degli intervistati. Ne emergevano già una pericolosa corsa al benessere ad ogni costo tanto che dato significativo soprattutto se letto alla luce della situazione socio/economica odierna il 50% degli intervistati adulti si spingeva a ritenere che un sistema corrotto potesse favorire l economia. Si chiede se oggi la situazione sia cambiata ma, a partire dall esperienza personale e di altri fedeli di mezza età, conclude la sua riflessione ritenendo che, soprattutto nei momenti difficili, la fede ti sembra ci sia, la senti importante ma è come se fosse un dono bello, grande e che non sai usare. Vorresti ti aiutasse a trovare senza sforzo, naturalmente risposte concrete a domande di vita, di senso, di cura, di accoglienza, di solida- 10

rietà ma sembra rimanere muta. Ti chiedi allora a che cosa è servito e serve tutto quello che la Chiesa propone di liturgico e di formativo. E come mai vedi svanire attorno a te la Comunità quando la vita ti riserva lunghi periodi duri? Per certi aspetti analoga la riflessione di Tina Cairoli che sottolinea come l essere cresciuti all ombra del campanile e dentro l oratorio non è garanzia di un autentico cammino di fede e ti lascia sempre zavorre o vincoli da eliminare. Te ne accorgi se hai la fortuna di vivere la tua esperienza accanto a qualcuno che ti è di aiuto. Grande importanza ha comunque la comunità, perché, dice, è nella comunità che ho ricevuto la fede con il Battesimo. Certo la comunità può anche farti mancare l ossigeno e farti sentire il bisogno di ritirarti sul monte ma, nello stesso tempo, ti fa avvertire anche il bisogno di ridirti quello in cui credi per andare avanti, per le scelte che la vita ti presenta quotidianamente. Forse conclude ho bisogno di ridire IO credo, forse ci è chiesto solo di vivere questo credo, perchè i lontani li avviciniamo nella vita e con la testimonianza della vita. Claudia Legnani richiama la necessità di vivere in prima persona e con entusiasmo nella comunità. Se si lavora con qualità e non con quantità, se ci si muove con trasparenza le risposte, anche a livello pastorale, arrivano senza fare nulla di straordinario. Il moderatore passa al secondo momento previsto per la seduta sollecitando una sintesi. Don Cristiano ritiene si debba passare dall esperienza personale alla realtà in cui viviamo perchè la fede è certamente buona per tutte le stagioni ma ogni stagione è diversa. Per arrivare alla realtà dobbiamo trasformare le riflessioni fatte in domande che leggano quello che sta succedendo oggi in città. Chiara Giorgetti suggerisce tre nuclei: 1) in che cosa poniamo la nostra fede; 2) come la trasmettiamo; 3) come ne facciamo esperienza. Don Gaudenzio chiede si formi una commissione per tradurre quanto emerso in proposte concrete. Ne entrano a far parte: don Gaudenzio, don Cristiano, Giuseppe Volontè, Luca Pedrazzi, Marco Crippa, Chiara Giorgetti e Angela Dentoni. La seduta è tolta alle 23.20. Consiglio di Oratorio - 15 maggio 2012 Questo consiglio è servito soprattutto per fare il resoconto dell anno oratoriano in via di conclusione: per quanto riguarda le domeniche pomeriggio a S. Giacomo, il bilancio è stato più che positivo, sia per l animazione da parte degli adolescenti che per la partecipazione dei ragazzi e delle famiglie. Quindi le prospettive per il prossimo anno sono quelle di continuare su questa linea, sia come impostazione che come luogo di svolgimento dell attività oratoriana; anche gli incontri domenicali con genitori e bambini dell iniziazione cristiana hanno avuto un parere positivo, a parte, forse, il momento del pranzo insieme che è risultato poco partecipato. Comunque nell insieme gli incontri sono risultati validi e quindi da riproporre. Ridefinito nei dettagli lo svolgimento dell oratorio feriale (struttura della settimana, proposte di laboratori solidali, eventi e gite ), ci è stato chiesto di appoggiare la scelta fatta in C.D.O: l oratorio estivo di quest anno vede infatti grossi cambiamenti dal punto di vista logistico e organizzativo ed è necessario pertanto motivare dovutamente le ragioni che hanno portato a certe decisioni. L oratorio feriale deve continuare ad essere visto come una proposta educativa e come tale deve essere sostenuto. Laura 11

Scuola San Giuseppe Ancora sulla scuola San Giuseppe Scuola San Giuseppe... taglierà il traguardo dei settant anni? Il dibattito sulla scuola San Giuseppe, ripreso dal bollettino parrocchiale in modo ampio ed esauriente, ripropone l annoso problema non solo del sostentamento della parrocchia alla scuola, ma addirittura della sua esistenza. Il tema è di vecchia data e già agli inizi degli anni duemila si era arrivati ad un punto di non ritorno. In un articolo del 2003 così fotografavo la situazione: «Le iscrizioni sono ormai al loro minimo storico, la retta è sempre più alta, il passivo comincia a preoccupare, l insofferenza nei confronti della scuola è oramai al limite della sopportazione, il distacco tra parrocchia e scuola è divenuto un abisso proprio nel momento in cui la direttrice suor Irene lascia la guida della scuola e già da adesso una direttrice laica ne fa le funzioni. Il parroco don Silvano, assillato da questa situazione, ha posto l ente di fatto di fronte ad una scelta: cambiare o chiudere». Infatti, nell ottobre del 2003 lo stesso parroco, in un assemblea straordinaria e con una lettera, aveva evidenziato il problema. Sì perché la scuola, a quel punto, non era più un investimento, ma una perdita economica ragguardevole, preso atto anche del fatto che la maggior parte dei parrocchiani preferiva mandare i figli alle scuole statali. Oggi ha senso una scuola cattolica in Meda? La mia risposta è scontata, i miei tre figli hanno frequentato la scuola San Giuseppe e devo riconoscere che i sacrifici che ho fatto sono stati abbondantemente ripagati: professionalità, serietà, alto livello di impegno e soprattutto una continuità educativa famiglia-scuola-oratorio che inevitabilmente ha arricchito la società medese. La domanda in realtà è falsata perché la crisi della scuola è lo specchio della crisi di tutto il sistema parrocchia. ( ) Prendo atto che le cose cambiano e confido nella saggezza di chi ha responsabilità. Felice Asnaghi Ringrazio Felice per il suo contributo ed approfitto di questa lettera, che non ho pubblicato per intero per non allargare troppo il discorso, per rispondere insieme a diverse obiezioni che mi sono state fatte a partire dal verbale del Consiglio Pastorale sulla Scuola S. Giuseppe, pubblicato sul numero di maggio. Forse il disagio nasce dal fatto che non si trattava di un articolo sulla scuola, ma del verbale sintetico del Consiglio Pastorale Come annotavo io al termine del verbale, è stato un incontro interessante e molto partecipato, che ha aperto un discorso, ma rimandando ad approfondimenti successivi. Qualcuno, leggendo, è rimasto sconcertato dagli interventi in Consiglio, probabilmente anche perché una sintesi è chiara solo per chi ha partecipato. Chi l ha letta fino alla fine però lo ha visto ammesso nel verbale stesso: Per ragioni di brevità ( ) non vengono citate tutte le risposte alle numerose domande. Vorrei anche richiamare, in relazione alle obiezioni che mi sono state fatte, quello che, a nome del Direttivo, don Cristiano affermava sempre sul numero di maggio a pag. 15: Notiamo con dispiacere come ci sia la tendenza in alcuni ad utilizzare i pareri, espressi dai singoli consiglieri nei vari Consigli e riportati nei verbali poi pubblicati sul bollettino, per alimentare inutili e sterili polemiche, per sottolineare presunte divisioni, per sostenere rivendicazioni individuali o ancora per tirar l acqua al mulino del proprio interesse. Desideriamo sottolineare con chiarezza che non condividiamo affatto un tale uso strumentale dei pareri personali. Ogni rappresentante ha la sua individualità e le sue libere opinioni che durante le discussioni vengono naturalmente espresse. La diversità delle idee e il loro confronto è parte necessaria del processo di decisione. Nel momento in cui si delibera però, le opinioni personali passano in secondo piano perché ognuno, unitariamente e comunionalmente si fa carico della decisione presa. Mi sembra giusto comunque che i pareri diversi in Consiglio, vengano portati a conoscenza di tutta la comunità, dando per scontata la maturità di chi legge e il suo desiderio di approfondire e non di trovare semplicemente il sostegno del proprio parere. Fatta questa ampia premessa, mi sembra bello sottolineare il cammino positivo e poco conosciuto della scuola S. Giuseppe in questi anni, più per dare un contributo al dialogo che per rispondere alle singole domande. Innanzitutto mi pare giusto rimarcare la progressiva presa di coscienza di essere scuola parrocchiale, cercando di rendere sempre più solidi i legami con l attività pastorale della parrocchia, stendendo in prima battuta un progetto educativo che ispiri le azioni di chi lavora nella scuola, arrivando per esempio al punto che il tema dell anno, scelto dalla scuola, dallo scorso anno è lo stesso dell oratorio. Trovo che questa 12

sia una svolta chiara, qualificante la scuola. è stata una scelta mia, sostenuta e portata avanti con decisione dalla Coordinatrice Didattica dott. Claudia Polloni, dal Collegio Docenti con la collaborazione di Suor Mariangela e dal Comitato di Gestione. C è ancora qualche passo da fare, ma ci si è avviati bene. Vorrei poi evidenziare l impegno a qualificare didatticamente la scuola, così come si può vedere anche dal POF (piano di offerta formativa). Le insegnanti in questi anni hanno fatto un notevole lavoro di aggiornamento e i risultati si vedono. In questo campo ritengo molto positivo l accoglienza e l inserimento di numerosi bambini diversamente abili, che hanno chiesto di essere iscritti a questa scuola. Nel prossimo anno saranno 8 su quasi cento alunni. è un notevole risultato essere riusciti ad inserire bene queste persone, permettendo loro di raggiungere risultati molto alti e allo stesso tempo arricchendo il percorso formativo di tutti gli alunni. Il livello didattico della scuola è confermato sia dai risultati oggettivi ottenuti dalle prove invalsi che dalle risposte ai questionari di soddisfazione proposti internamente e agli alunni ormai alle scuole medie. Anche il recente accordo di rete con la Scuola Parrocchiale di S. Pietro vuole essere un tentativo di allargare gli orizzonti e di dare un offerta migliore, portando qualche risparmio economico. E ci dà la possibilità di avere una continuità verticale con una scuola media. è vero, come ha richiamato la lettera, che in questi anni c è stato una continua diminuzione di iscrizioni. Ora si è fermata, anzi è in atto una incoraggiante ripresa, soprattutto dai paesi vicini. Potrebbe essere il primo risultato degli sforzi fatti in questi anni. Rimane anche qualche problema economico, ma è così fuori luogo che la Parrocchia investa sull educazione e sull inserimento di bambini diversamente abili? Resta la domanda posta dalla lettera: crisi della scuola specchio della crisi della parrocchia? Ma questo apre un discorso più ampio, al quale si può rispondere conoscendo meglio le cose. Alla provocazione di Felice Asnaghi: Taglierà il traguardo dei settant anni? credo di poter rispondere conoscendolo so che anche lui sarà d accordo che ci sono le premesse e la volontà che non solo si arrivi ai settanta, ma almeno ai cento. Don Gaudenzio 10 giugno - Ordinazioni diaconali, Congregazione dei Salesiani di don Bosco A Torino per il diacono Marco In questa domenica del 10 giugno, solennità votiva del Corpus Domini, il nostro concittadino Marco Begato riceve l ordinazione di diacono nella Congregazione dei Salesiani di don Bosco. Diversi parrocchiani della Comunità S. Crocifisso raggiungono Torino in pullman o con mezzi propri per seguire questo importante momento nella vita di Marco, partecipando alla cerimonia presieduta dal vescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia nella basilica di Maria Ausiliatrice. Siamo vicini anche ai genitori di Marco, Rosella e Antonio, che con tanta trepidazione hanno accompagnato e accompagnano Marco in questo lungo cammino vocazionale. Siamo contenti anche di avere tra noi Marco già dalla prossima domenica 17 giugno quando presiederà la processione eucaristica per le vie della parrocchia di San Giacomo. Allora certamente apprezzerà ancor di più la gioia corale di una comunità che vede un proprio giovane maturare un altro momento di quella vocazione che tra un anno lo porterà al traguardo del sacerdozio. Ancora auguri a Marco perché possa contribuire per la sua parte, con l entusiasmo proprio dei giovani, a realizzare il progetto apostolico del fondatore dei salesiani:.essere nella Chiesa segni e portatori dell amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri. E.N. 13

Gli adolescenti riflettono sulle dipendenze UsaLaTesta! Dal 16 aprile al 14 maggio, per cinque lunedì consecutivi, il gruppo adolescenti della nostra Comunità ha seguito una serie di incontri dal titolo UsaLaTesta gestiti da Pepita, cooperativa sociale che si occupa di educazione, formazione e animazione a cui più volte i nostri educatori adolescenti si sono appoggiati per diverse iniziative (per esempio per laboratori destinati alla preparazione dei futuri animatori dell oratorio estivo). La proposta di quest anno è stata particolarmente accattivante: un lavoro sulle dipendenze, includendo quelle a cui ciascuno di noi facilmente può pensare (alcol, droga e fumo per intenderci) e quelle definite nuove (social network e nuove tecnologie). Dopo un primo incontro introduttivo, ai ragazzi è stato chiesto di dividersi in gruppi e, guidati dagli esperti educatori di Pepita, di ideare (e poi realizzare nel concreto) dei progetti di sensibilizzazione di forte impatto sociale per portare i cittadini medesi a riflettere su quanto loro stessi avevano avuto modo di riflettere: le conseguenze deleterie di tali dipendenze. Di seguito proponiamo spiegazioni, commenti e bilanci di ciascuna delle tre iniziative portate a termine dai ragazzi. Non ridurti uno straccio Lo slogan UsaLaTesta ci ha fatto pensare, insieme ai nostri educatori, a tre aspetti della nostra vita che spesso ci portano a ridurci come uno straccio : la dipendenza dal computer, l abuso di alcool e la dipendenza dal fumo. Noi come gruppo abbiamo scelto di occuparci dell abuso di alcool in quanto, ripensando alle parole di Giulio Cavalli che è stato ospite in una delle nostre serate (cfr. articolo più sotto), riteniamo che sia un problema che colpisce sempre più ragazzi delle più svariate età. Così, avendo ben chiaro nella nostra testa il messaggio che avremmo dovuto trasmettere, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a lavorare. Come prima cosa abbiamo pensato allo slogan migliore per lanciare quella provocazione di cui ci siamo fatti carico: abbiamo così scelto la frase Non ridurti uno straccio in quanto ci sembrava la più immediata ed efficace. A questo punto mancava solo di capire come lasciare un segno di questo nostro progetto ai cittadini di Meda: dopo qualche riunione abbiamo pensato che il modo più significativo per fare ciò era quello di legare al braccio delle persone che stavano bevendo il loro drink in alcuni locali della città uno straccetto con stampato il nostro slogan. Eravamo consapevoli che non tutte le persone avrebbero gradito questa iniziativa, però non ci siamo scoraggiati e, convinti dell importanza di ciò che stavamo facendo, siamo andati fino in fondo. Mentre i nostri straccetti erano in produzione, abbiamo avuto il tempo di radunarci un ultima volta prima di entrare in azione per riepilogare chi avrebbe fatto cosa e i bar interessati da questa campagna. A straccetti pronti, armati di telecamera e anche di un po di coraggio, un sabato pomeriggio abbiamo invaso alcuni bar medesi e, sotto gli occhi increduli e anche imbarazzati di alcuni clienti, abbiamo legato loro il nostro slogan. A fine serata abbiamo raccolto, anche contro le nostre più rosee aspettative, più pareri favorevoli che contrari a questa iniziativa, ma certo non sono mancati coloro che hanno rifiutato categoricamente il nostro straccetto. Abbiamo così imboccato la strada del ritorno verso l oratorio con la speranza che il nostro slogan sia riuscito veramente nel suo intento e con la certezza di aver fatto una bellissima esperienza. Davide, Pietro e Davide Tàggati, ma nella vita reale Molti ragazzi utilizzano in modo compulsivo le nuove tecnologie, sviluppando a volte una vera e propria forma di dipendenza e arrivando ad avere un vero e proprio disturbo della personalità. Non abbiamo a che fare in questo caso con abuso o uso incontrollato di sostanze stupefacenti, alcool, fumo o gioco d azzardo, ma con nuove dipendenze che sono nate con l avvento e la diffusione delle nuove tecnologie e che hanno contribuito a trasformare le modalità di comunicazione e i comportamenti, le relazioni e gli stili di vita degli individui e della società. Per questo motivo una parte di noi ragazzi della comunità pastora- 14

le, lavorando al progetto proposto dall associazione Pepita, ha deciso di realizzare un flash mob dal titolo Tàggati, ma nella vita reale, con lo scopo di attuare un programma di sensibilizzazione rivolto ai ragazzi delle scuole medie, invitando a riflettere sull argomento loro stessi e i loro genitori. Con il termine flash mob si intende un gruppo di persone che si riuniscono all improvviso in un luogo pubblico per mettere in atto un azione insolita che termina in poco tempo. È stato scelto questo tipo di iniziativa perché in grado di attirare l attenzione e di incuriosire il pubblico, considerando principalmente la fascia d età a cui era rivolta. Abbiamo organizzato l intervento presentandoci negli orari di uscita delle scuole medie di Meda (G. A. Traversi e Anna Frank) suddividendoci in due gruppi: un gruppo rappresentava i ragazzi rapiti dalle nuove tecnologie che, al suono della campanella di uscita delle classi, si sono seduti per terra fingendosi completamente assorbiti dal loro strumento tecnologico (cellulare o computer). A questo punto entrava in azione il secondo gruppo che, ritirando gli strumenti e consegnando in cambio dei braccialetti con il titolo del progetto, risvegliava i compagni che iniziavano insieme agli altri a distribuire i braccialetti ai ragazzi. Al momento non è stata data nessuna spiegazione: per incuriosire maggiormente i destinatari del progetto è stato semplicemente detto loro di cercare la pagina facebook con il titolo Tàggati, ma nella vita reale scritto sul loro braccialetto e seguire le istruzioni. Una volta visualizzata la pagina, avrebbero potuto leggere questa spiegazione: «Durante il flash mob del 16/5 vi è stato consegnato un braccialetto: la nostra proposta è quella di farvi una foto in un posto reale indossando il braccialetto, per poi postarla su questa pagina. Perché? Per riflettere: siamo degli zombie facebook dipendenti o delle persone reali? A voi la risposta!». La risposta dei ragazzi è stata abbastanza positiva: in molti hanno visitato la pagina, anche se quasi nessuno ha aderito al progetto della foto. Non è possibile accertare il risultato effettivo dell iniziativa, però possiamo considerare raggiunto l obiettivo iniziale: l impatto esercitato dal nostro flash mob è stato in grado di colpire un buon numero di ragazzi a cui è stato dato uno spunto di riflessione. Non si può certo dire che in questo modo sia possibile sconfiggere la dipendenza da nuove tecnologie, ma certamente, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a rendere più consapevoli o quantomeno a far iniziare a riflettere i ragazzi coinvolti, allo scopo di evitare l insorgere di tale dipendenza. Guarda il tuo futuro Chiara Quella dal fumo è una dipendenza sempre più diffusa, per questo con il progetto Guarda il tuo futuro una parte del gruppo adolescenti ha cercato di far riflettere la gente e soprattutto i più giovani su questa tematica. La prima fase del lavoro di guerrilla marketing su questo tema consisteva nella realizzazione di alcune scatole dotate di fori per gli occhi in modo da permettere a coloro che si avvicinavano di osservare sul fondo un immagine e uno slogan. Il disegno era costituito da una duplice rappresentazione: a destra era raffigurata una sigaretta che si consumava progressivamente e a sinistra una lampadina la cui luce si affievoliva sempre di più, il tutto concluso dalla scritta Questa lampadina non si riaccende. La seconda parte prevedeva l azione vera e propria. Sabato 19 e domenica 20 maggio queste scatole dipinte di nero sono state collocate in vari luoghi di Meda (stazione, Medateca, chiesa S. Maria Nascente, gelaterie) in modo che tutti potessero essere attirati dalla scritta Guarda il tuo futuro e riflettere sul tema proposto. In quei giorni sono anche state scattate delle foto e girati dei video come testimonianza di questo progetto. Fortunatamente, e anche inaspettatamente, diverse persone si sono fermate per guardare all interno della scatola e speriamo che altrettante abbiano trovato il tempo di fermarsi a pensare al problema e alla dipendenza che il fumo causa. Ma ancora più importanti della riuscita in sé dell iniziativa sono stati l impegno con cui questo tema e questo progetto sono stati affrontati e la consapevolezza di poter riuscire nel nostro piccolo a fare qualcosa di importante e significativo come un guerrilla marketing. Benedetta (continua a pagina 16) 15

(segue da pagina 15) UsaLaTesta incontra Giulio Cavalli All interno del percorso UsaLaTesta la serata del 30 aprile è stata indubbiamente quella più particolare: i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere Giulio Cavalli, ospite che, per la sua vita, le sue iniziative e le sue esperienze, ha sicuramente colpito il loro immaginario. Alle parole di Daniela, una degli educatori adolescenti, il compito di inquadrare questa figura e tracciare un bilancio della serata. È difficile trovare un modo univoco e semplice per presentare e spiegare chi è Giulio Cavalli. È attore, ma anche regista e produttore; è scrittore, ma anche giornalista e blogger; è una fra le tante persone che in Italia vive sotto scorta perché ha parlato e continua a parlare di argomenti scomodi, ma è anche marito e padre di tre figli. E forse neanche tutte queste definizioni in realtà bastano a descrivere quella sensazione che lascia al termine della serata. Il 64,8% dei ragazzi e il 34% delle ragazze abusano di alcol durante il weekend. Per quanto riguarda i minorenni, i maschi bevono in media 4 bicchieri di alcol a sera, mentre le ragazze 6. Sono questi i primi dati agghiaccianti che ci fornisce Giulio per introdurre il tema dell incontro: l abuso di sostanze, in modo particolare l alcol, e la dipendenza che esse provocano. Prosegue poi dicendoci che nel 2010, in Lombardia, ci sono stati 39.322 incidenti stradali, di cui 540 mortali: 565 morti e 53.806 feriti. La maggior parte di questi è stata causata da guida in stato di ebbrezza e si è verificata fra il venerdì e la domenica notte. «Questi numeri sono i numeri di una guerra. Numeri così alti perché non sono diventati un emergenza?». È questo che si è chiesto Giulio quando è venuto a conoscenza di questi dati che lo hanno portato poi a formulare, in veste di Consigliere Regionale Lombardo, il Progetto di Legge N. 0152: Prevenzione del danno alla salute per abuso di sostanze alcoliche. La proposta, come ci spiega, è quella di dotare le auto di etilometro integrato così che, nel momento in cui ci si mette alla guida, sarà possibile prendere coscienza immediata del proprio tasso alcolico. Dietro vi è l idea che la conoscenza diretta del proprio essere fuorilegge, di esser letteralmente fuori dai limiti di legge relativi al tasso alcolico durante la guida, possa in qualche modo creare coscienza, ossia render consapevoli dei pericoli a cui si espongono gli altri e se stessi. Sì, perché è anche di consapevolezza che si parla, della consapevolezza dell esistenza di comportamenti e situazioni che possono provocare danni ad ogni singolo cittadino e quindi all intera società. È questo il motivo per cui Giulio ci invita ad innamorarci delle leggi: «Non si può decidere di stare da nessuna parte. Ci sono argomenti Giulio Cavalli per cui ci è chiesto di prender parte, esser partigiani, avere obiettivi comuni. Le leggi sono il copione della vita». Ed è da qui che si torna al punto iniziale: è possibile scegliere, e quindi essere partecipi quando si è dipendenti? La dipendenza, anche quella da alcol, la stessa che porta i giovanissimi a farne un uso così massiccio, proprio per la sua natura intrinseca diventa il copione della giornata di chi ne è vittima e per questo rende ricattabili: porta sempre a scegliere ciò che col tempo ha preso la forma di un bisogno pur non essendolo realmente. Ed ecco che forse tocca a noi cercare un termine che indichi il contrario di questa definizione della parola dipendente, e riuscire così a farci una vaga idea di chi è Giulio Cavalli. Daniela Un pomeriggio a preparare una cena In grembiule con le suore di Madre Teresa 16 Passare un pomeriggio in grembiule a cosa vi fa pensare? A un pomeriggio in cucina per preparare una cena, probabilmente. E prima della preparazione di una cena cosa è indispensabile? Fare la spesa, naturalmente. Per un gruppo di adolescenti della nostra comunità il sabato pomeriggio in grembiule ha significato proprio questo. Ma la cena che hanno preparato non l hanno servita a famigliari, fidanzati o amici, le pentole che hanno poi lavato non erano quelle della loro cucina e la spesa non l hanno fatta loro, ma hanno permesso che qualcun altro potesse farla, in un minimarket dove il portafogli si può dimenticare a casa. Il loro pomeriggio l hanno trascorso dalle suore di Madre Teresa a Baggio, nella periferia di Milano, e la cena che hanno preparato l hanno poi servita a chi non ha mezzi per prepararla perché non ha una cucina o non ha soldi per comprare gli ingredienti. La casa di Madre Teresa accoglie infatti uomini in situazioni di disagio che per qualche giorno alla settimana possono sedersi a mangiare un abbondante pasto caldo e famiglie in difficoltà che il sabato possono passare a ritirare degli alimenti in base alle loro necessità e alla composizione del nucleo famigliare (omogeneizzati per i più piccoli, brioches e biscotti, frutta e verdura, pane ).

È ormai qualche anno che agli adolescenti della comunità viene chiesto di impegnarsi in un servizio durante il loro percorso di catechesi per poter vivere l essere cristiano anche al di fuori dai confini dei nostri oratori e del nostro paese, la Mensa del Povero è tra quelli che da sempre si è cercato di offrire. Così, per le veterane il ritmo di lavoro era già ben noto: appena giunte dalle suore, le ragazze si dividevano in gruppi: c era chi correva al mercatino e chi, coltelli alla mano, iniziava a pelare e tagliare frutta e verdura, il tutto all aperto, nel cortile della casa. Poi verso le diciotto una campanella avvisava che la cena era pronta e che si poteva iniziare il servizio dopo aver pregato e ringraziato il Signore insieme a un centinaio di uomini che avevano riempito la mensa, mentre alcuni lavavano e asciugavano i pentoloni e i vassoi per poi passare alla pulizia della sala. Un ultima preghiera concludeva poi il pomeriggio, quando tutti i volontari e le suore si radunavano davanti alla grotta di sassi della Madonnina con la ghirlanda Hawaiana. In questi sabati di servizio le nostre adolescenti non si sono ritrovate da sole: erano in compagnia di altri volontari, che arrivano alla Casa da tutto l hinterland milanese, e in particolare di Padre Stefano, missionario saveriano che ha coordinato la nostra zona, e ovviamente delle suore, silenziose e instancabili lavoratrici che hanno diretto il loro lavoro e che ogni giorno si occupano di chi ha più bisogno. Un grazie a tutti coloro che hanno fatto sì che anche quest anno fosse possibile realizzare questa esperienza, un po faticosa ma sicuramente intensa e ricca di tutta la variegata umanità incontrata in quella casa di Carità. Veronica Il sacrificio di don Ivan per salvare la Madonnina Travolto dal crollo di una trave Sono sotto i nostri occhi le tante situazioni di dolore per i morti, i feriti e gli sfollati provocati dalle due fortissime scosse (a distanza di una settimana l una dall altra) che hanno colpito le popolazioni dell Emilia. Come purtroppo altri terremoti, che hanno interessato la nostra penisola in questi decenni, colpiscono le situazioni di disagio e sofferenza provocate dai crolli di abitazioni, capannoni, edifici pubblici, chiese, monumenti storici. Anche in queste circostanze si segnalano atti di abnegazione e generosità, di grande mobilitazione sociale e civile, il pronto intervento del volontariato e delle autorità civili e militari, accanto purtroppo a deplorevoli atti di sciacallaggio, forse a volte spinti da casi di indigenza. Tra le diverse vittime di questo terremoto (alcune morte nelle proprie abitazioni, altre nei posti di lavoro sia nella prima che nella seconda scossa, schiacciate dal crollo di capannoni riaperti forse precipitosamente nel segno però generoso di una volontà di riprendere subito la vita economica e produttiva) ha colpito la morte del parroco di Rovereto di Novi, uno dei paesi della Bassa modenese più sconvolti dal sisma, travolto dal crollo di una trave mentre tentava di recuperare la statua della Madonna nella chiesa rimasta danneggiata dalla prima scossa. Non ci interessa qui sapere se fosse un bravo e amato parroco (probabilmente lo era anche). Ci sembra doveroso sottoli-neare invece che, magari in modo un po temerario e non ascoltando gli appelli alla prudenza (le cronache dicono che era però accompagnato da due vigili del fuoco che si sono salvati), gli premeva portare in salvo una statua, quasi come fosse una persona umana ancora viva. Quanta differenza tra questo e l episodio di Roma di circa sei mesi fa, quando teppisti strapparono la statua della Madonna da una chiesa e la gettarono a terra per le strade della capitale. Don Ivan (così si chiama il parroco) voleva restituire la Madonna alla devozione sua e dei suoi parrocchiani. La voleva portare in salvo come si fa per una persona amata, fino all estremo sacrificio. In un periodo in cui la Chiesa è scossa, come richiamato dal Papa, da tempeste frutto della fragilità e debolezza umana, questo parroco scrive un altra pagina di dolore e bella testimonianza. Non ha fatto altro che il suo dovere, si dirà, come l hanno fatto altri che hanno tentato di rientrare nelle case o nelle fabbriche per salvare il salvabile. Ma spendere la vita per una statua! anche se doveva essere una STATUA speciale... per don Ivan. Ci piace allora pensare che quell abbraccio, impedito sulla terra dal crollo della trave, si sia però già realizzato in cielo: sì, don Ivan vive tra le braccia della Madre! E.N. 17

Gruppi d Ascolto - Settimo incontro Il Rotolo di Rut (Rt 4, 13-22) La genealogia di Davide Iniziamo l ultimo incontro di quest anno pastorale con i versetti 2-9; 14-17 del salmo 89, un canto alla lealtà e fedeltà di Dio in tutte le circostanze, anche in quelle che sembrano smentirle: Canterò in eterno l amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà. è un Dio che si può pregare con serenità per i nostri bisogni, perché ci ama con un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà. Si esalta la fedeltà di Dio alla promessa fatta al re Davide: Ho stretto un alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo, stabilirò per sempre la tua discendenza. Dio non abbandona mai nessun uomo. Questo è un motivo di gioia e speranza che si espande in un inno alla creazione. I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell assemblea dei santi. Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?. Nessuno è più forte di Dio. Tu hai un braccio potente, forte è la tua mano Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, amore e fedeltà precedono il tuo volto. Passando al testo, ricordiamo come Booz aveva risolto con abilità a suo favore il diritto di riscatto e così prese in moglie Rut e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio (Rt 4, 13). All inizio del racconto il Signore visitò il suo popolo, dandogli pane (Rt 1, 6), ora il Signore dona a Rut un figlio, una discendenza, il sostegno della vecchiaia. Dalla carestia alle sventure, dalla fame alla mancanza di una discendenza, Dio dona il pane attraverso il gesto generoso di Booz e ora, sempre tramite Booz e con l aiuto di Noemi, che guida e istruisce Rut con una certa astuzia femminile, assicura a Noemi e Rut una famiglia, una protezione, un futuro di serenità, una dignità sociale e civile. Nel racconto il matrimonio e la nascita del bambino sono annunciati in modo stringato, in un solo versetto. In realtà la cosa importante è l inizio di una nuova vita che porta alla sorprendente conclusione: la definitiva salvezza. È bello sentire le donne dicevano a Noemi «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale più di sette figli» (Rt 4, 14-15). Il bambino è accolto con gioia da Noemi e lo pose in grembo e gli fece da nutrice (Rt 4, 16). Questo figlio entra nella famiglia dove la nonna si prodiga per farlo diventare grande, tra le congratulazioni delle vicine: dicevano: «è nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed (colui che salva). Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide (Rt 4, 17). Questo bambino sarà il nonno del re Davide, che avrà come bisnonna la straniera Rut, la moabita (Rt 4, 18-22). L autore, più che far conoscere la tenera storia d amore tra Booz e la sua sposa straniera, vuole arrivare a mostrare che re Davide è l illustre discendente di Abramo, lungo una stupenda profezia che si realizza nella genealogia del Vangelo di Matteo (1, 1-17). Non tragga in inganno l apparente noiosa filastrocca di nomi, ma ad ogni nome corrispondono delle piccole luci che finiranno per illuminare a giorno la notte della nascita del Messia atteso, Gesù il figlio di Dio. Questo libretto, di poche pagine, nella sua semplicità ci ha fatto riflettere su alcuni valori da vivere: generosità, tolleranza, cortesia, buon cuore, sotto l ombrello della presenza divina. Constatiamo che nella società di oggi, purtroppo, spesso questi valori sembrano assopiti o ignorati. Questo racconto ci insegna invece che si può sopravvivere alla carestia, alla povertà, alla mancanza di lavoro, alle sventure, all umiliazione di vivere di stenti e di elemosina con un impegno personale fattivo, sostenuto da una comunità che lo condivide con amore fraterno. La generosità delle persone richiede prima di tutto una profonda solidarietà per i più deboli, nella convinzione che ci sarà ritornato più di quanto donato, come Rut nei confronti dell anziana suocera e Booz per entrambe le donne. Infatti, se Booz mantiene economicamente le due donne, Rut, con il contributo di saggezza di Noemi, gli dà il figlio Obed, aprendo a una grande famiglia che scriverà una storia di salvezza. Il Figlio, nato da un amore umano, per il credente è anche un dono ricevuto dal Signore, che accompagna la famiglia con la sua invisibile presenza, amichevole e discreta. Le difficoltà si superano inoltre anche accettando un 18

lavoro umile e a volte faticoso, come lo spigolare di Rut. Se ci lasciamo guidare da valori quali la solidarietà, la giustizia, l altruismo e la generosità, vivendo, con l abnegazione di persone semplici, la normale quotidianità, creiamo l humus adatto a far nascere la fede in Dio, come nel caso di Rut. A tutti i partecipanti ai Gruppi di Ascolto l appuntamento è per venerdì 29 giugno (SS. Pietro e Paolo) con la S. Messa delle 20.30 a San Giacomo e un successivo momento di confronto. Marcello con il Gruppo d Ascolto famiglia A. e G. Colzani Bretagna e Normandia Cronaca di uno splendido viaggio Lungo il viaggio in Bretagna e Normandia dell aprile scorso, abbiamo viaggiato nel tempo, nello spazio, nelle culture, nelle usanze e nelle tradizioni più diverse, visitando luoghi unici al mondo. CHAMBERY con il Castello dei Duchi di Savoia e la Santa Cappella dove, fino al 1578, fu custodita la Sacra Sindone e la Cattedrale di San Francesco di Sales che custodisce la più vasta collezione di pitture trompe l oeil d Europa. CARNAC con gli inquietanti allineamenti di menhir e dolmen, circa 4000 pezzi databili tra il 5000 e il 2000 a.c., un sito unico al mondo. QUIMPER con la Cattedrale di Saint Corentin che presenta una deviazione dell asse della Navata centrale. ST. THEGONNEC e i famosi Calvari, strutture architettoniche, uniche al mondo, in granito con croci, statue e statuette raffiguranti Santi e scene della vita di Gesù (Via Crucis). ST. MALò. Città marinara nota per la pesca del merluzzo e per essere stata sede di una flotta di pirati. L attuale Cattedrale custodisce la tomba di Jacques Cartier, scopritore del Canada. LE MONT ST. MICHEL, la Meraviglia. Desta stupore e ammirazione la vista prima e la visita poi di un luogo, unico al mondo, famoso per la sua Abbazia dedicata a San Michele Arcangelo e frutto di modifiche e aggiunte durate secoli. Anche le maree aiutano a fornire fascino paesaggistico così peculiare a questa isola; le escursioni giornaliere possono raggiungere i 15 metri tra i livelli di minimo e massimo asso- luto; anche questo, unico in Europa. BAIEUX, famosa per il suo arazzo, unico al mondo, lungo circa 70 metri e confezionato tra il 1070 e il 1077 per servire come decorazione del Palazzo vescovile: racconta le avventure del Duca Harold Godwinson e dell invasione dell Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. ARROMANCHES, tristemente famosa per lo sbarco, avvenuto il 6 Giugno 1944 (D-Day) da parte delle Forze alleate. Molto toccante la visita al cimitero Americano con i corpi di circa 10000 caduti per liberare il Vecchio Continente dalla dominazione nazista. LISIEUX, famosa per Santa Teresa del Bambin Gesù, con l imponente Basilica eretta negli anni 30 pochi anni dopo la beatificazione voluta da Papa Pio XI che canonizzò e considerò Santa Teresa la Stella del suo pontificato. Nel Novembre 1929, Pio XI fece sapere di volere la Basilica molto grande, molto bella, ed il più v e l o c e m e n t e possibile. Cosa che fu fatta, infatti le misure sono: superficie 4500 mq, altezza cupola 90 m, lunghezza Basilica 104 m. L 11 luglio 1937, al termine dell undicesimo Movimento Terza Età Congresso Eucaristico Nazionale, il Cardinal Pacelli, futuro Pio XII, benedì solennemente la Basilica. ROUEN definita città museo per l abbondanza di monumenti che la contraddistingue. A Rouen vissero Monet, Pisarro e Gauguin. è conosciuta per la Cattedrale di Notre- Dame e per essere stata la città nella quale Giovanna d Arco fu imprigionata e giustiziata il 30 maggio 1431; sul luogo dell esecuzione, sorgono un monumento e una Chiesa in stile Arte moderna. ANNECY, capoluogo dell Alta Savoia, sorge sul lago omonimo ed è dominata dall incantevole Castello. Il nostro viaggio si è concluso con l ingresso in Italia attraverso il Traforo del Monte Bianco, lungo ben 11,6 km, e l attraversamento della Valle d Aosta. A.M. 19

Maggio, Gesto di Solidarietà Riso Missionario Il GESTO DEL RISO 2012 è stato anche quest anno, un impegno per tutto il gruppo missionario di Santa Maria Nascente che ha movimentato più di 10 quintali di riso in pacchi da 1 e 5 Kg. Sono stati consegnati ai Saveriani 1.750 che andranno, assieme al ricavato di tutta la zona V di Monza, a sostenere MICRO PROGETTI Missionari: in Nampula (Mozambico), Itololo (Tanzania), Kaunas (Lituania) e in Bangladesh, come allegato e descritto nei volantini e locandine; grazie ancora di vero cuore a tutti. Un ringraziamento per l aiuto ricevuto Campagna Positivi nell Anima 20 Cari amici, in questi mesi abbiamo potuto sentire la partecipazione e la vicinanza di tante persone grazie alla campagna Positivi nell Anima. Tutti noi siamo molto riconoscenti per il grandissimo aiuto che ci è dato. Quando sulla mia scrivania sono arrivate le magliette, la borsa e le cartoline della campagna, ho pensato con piacere all Italia e a volti conosciuti o meno che avevano a cuore la salute di chi è povero qui. Ho apprezzato l iniziativa degli sms, la propaganda in televisione e sui giornali. Qualche mese fa sono rimasta senza parole quando, uscendo dalla metropolitana di piazza Duomo in Milano, ho visto il grande cartellone pubblicitario occupare quasi una facciata del Duomo. In questo modo sicuramente molti hanno avuto l occasione di conoscere un po di più il Mtendere Mission Hospital. Qui ci sono costantemente molti nuovi casi di infezione da HIV e quotidianamente ci troviamo nella situazione di dover comunicare questa diagnosi che riguarda spesso giovani mamme in gravidanza o bambini. Nello staff sono presenti alcuni counsellors specializzati, cioè persone che offrono counselling e nei casi più delicati individuano un volontario della comunità che si prenda cura del paziente a domicilio. Durante l anno 2011 abbiamo avuto 1094 nuove diagnosi di HIV e ora in totale abbiamo 2182 pazienti in trattamento antiretrovirale, di cui il 60% donne. Nello stesso periodo su 1178 donne gravide il 16% erano sieropositive. La donna gravida e sieropositiva intraprende un percorso di counselling che la prepara a ricevere un trattamento antiretrovirale con tre farmaci con lo scopo di ridurre la carica virale e la probabilità che il bambino contragga la malattia. Il parto viene eseguito in ospedale e il bimbo riceve a sua volta la terapia per 6 settimane. Successivamente il neonato è seguito nella Umoyo Clinic, che significa clinica della vita, dove mensilmente viene visitato, riceve i farmaci per la prevenzione di infezioni opportunistiche e un supporto alimentare. All età di 6 settimane, 6 mesi e 18 mesi vengono eseguiti test di controllo per diagnosticare l eventuale infezione HIV. La Umoyo Clinic segue un totale di circa 300 bambini di cui 145 nati nel 2011. 9 di essi sono risultati infetti da HIV e sono bambini le cui mamme non avevano ricevuto il trattamento antiretrovirale durante la gravidanza perché provenienti da altre zone o perché lo avevano rifiutato. Il lavorare in un paese a risorse limitate e in una zona rurale ci porta a toccare con mano le conseguenze tragiche del continuo diffondersi dell AIDS, ma anche a constatare che ciascuno nel proprio piccolo può fare qualche cosa. Il riconoscere che non possiamo vivere senza l altro è la spinta che ci porta a prenderci cura dei nostri malati, ma anche a chiedere aiuto a chi riconosce e crede nel valore della vita. Un grazie di cuore da parte di tutto lo staff di Mtendere e dei nostri piccoli pazienti. Elisa Facelli