PIANO DI MONITORAGGIO DEL TRASPORTO SOLIDO E DELLE ATTIVITÀ DI DRAGAGGIO

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PIANO DI MONITORAGGIO DEL TRASPORTO SOLIDO E DELLE ATTIVITÀ DI DRAGAGGIO Oggetto: Costruzione nuovo porto commerciale di Molfetta. Monitoraggio del trasporto solido e monitoraggio e controllo delle operazioni di dragaggio per ottemperare alle prescrizioni del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio in sede di valutazione dell impatto ambientale (Decreto n. 648 del 23/06/2005). Premesso che: sono stati avviati i lavori di completamento della diga foranea e di costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta; nella fase di redazione del Piano Regolatore Portuale è stato elaborato lo studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) sottoposto al Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio per la procedura di V.I.A.; il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con Decreto n. 648 del 23/06/2005 si pronunciava favorevolmente circa la compatibilità ambientale del PRP adottato dall Autorità Marittima a condizione che si ottemperasse alle seguenti prescrizioni: d) il proponente dovrà predisporre, prima e dopo la realizzazione dell intervento, un sistema di monitoraggio del trasporto solido in corrispondenza della diga di sopraflutto, allo scopo di confermare le ipotesi progettuali poste nello Studio di Impatto Ambientale in merito all assenza di significative alterazioni al riguardo; e) allo scopo di limitare la sospensione e la diffusione dei sedimenti durante le operazioni di dragaggio, con particolare riguardo alla protezione del Sito PSIC Posidonieto San Vito Barletta, queste saranno di volta in volta effettuate previa definizione delle condizioni meteo marine compatibili con le operazioni stesse, utilizzando i dati e le indicazioni che saranno forniti al riguardo dalla locale Capitaneria di Porto. Le modalità di esecuzione dell operazione di dragaggio, dovranno essere concordate con l ICRAM. k) il sistema di monitoraggio delle componenti rumore, aria, ambiente marino e della fase di costruzione dovrà essere provvisto di un apposita banca dati che consenta la raccolta e l archiviazione di tutti i dati rilevati, prevedendo altresì idonei sistemi di comunicazione e diffusione delle informazioni, agli Enti territoriali competenti ed ai cittadini; Premesso quanto sopra si descrivono le differenti attività da effettuare al fine di ottemperare alle prescrizioni del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. A) ATTIVITÀ RELATIVE ALLO STUDIO DEL TRASPORTO SOLIDO Per questa fase si prevede di: A1) posizionare n. 6 trappole cilindriche; A2) monitorare con cadenza mensile la quantità/qualità di sedimento nonché le condizioni idrologiche della colonna d acqua un mese prima dell inizio dei lavori, per tutta la durata dell intervento e per i 6 mesi successivi al termine dei lavori; A3) effettuare simulazioni modellistiche; A4) fornire un rapporto finale. 1

A1) Fornitura e posizionamento delle trappole di sedimento. Questa attività deve prevedere la fornitura di 6 trappole di sedimento (Fig. 1). In particolare, dovranno essere utilizzate n. 6 trappole cilindriche (diametro 300 mm, altezza 600 mm) per sedimento da posizionare con opportuni galleggianti e corpi morti a circa 2 m dal fondale in corrispondenza del secondo braccio del molo di sopraflutto. Saranno disposte n. 3 scatole nel tratto di mare a Nord del citato sopraflutto e n. 3 scatole nel tratto a Sud. Le trappole dovranno essere posizionate mediante un ancoraggio composto da una zavorra adagiata sul fondo e tenute in posizione verticale mediante degli appositi galleggianti di spinta. Le istallazioni dovranno essere modificate ad hoc in funzione della batimetria locale e dovranno essere realizzate con una struttura interamente sommersa al fine di non costituire ostacolo per il traffico da diporto. A2) Manutenzione ed analisi dati delle trappole, nonché il monitoraggio su 10 stazioni attraverso la misura dei parametri idrologici e di correntometria con cadenza mensile. In questa attività deve essere compresa la manutenzione delle trappole di sedimento, il prelievo dei campioni misurati e l analisi degli stessi per la determinazione del TPM (Total Particulate Matter) suddiviso nella componente organica ed inorganica. Misure e campionamenti in stazioni fisse (10) opportunamente distribuite all interno del porto, alle imboccature portuali ed all esterno del porto (Fig. 2) per il monitoraggio dei cambiamenti nelle caratteristiche chimiche, fisiche, e di torbidità della colonna d acqua. Dovranno essere inoltre eseguite misure correntometriche con correntometro/profilatore acustico all esterno della zona portuale finalizzate alla determinazione della dinamica costiera responsabile della diffusione del materiale sospeso. Le misure correntometriche interesseranno sia lo strato superficiale sia quello di fondo. Schema di indagine: Misure idrologiche su 10 stazioni mediante sonda multiparametrica (CTD), per l acquisizione in tempo reale di profondità, torbidità, temperatura, salinità, ossigeno disciolto; Misura del regime correntometrico superficiale e profondo nell area esterno al porto mediante correntometro/profilatore acustico. A3) Modellistica numerica dei processi di diffusione del materiale sospeso. Dovranno essere effettuate simulazioni numeriche mediante un modello di diffusione per lo studio della propagazione del materiale sospeso nei vari scenari di regime correntometrico misurato durante le operazioni di cui al punto precedente. Il modello da utilizzare per la simulazione degli spostamenti di sedimenti dovrà essere un modello lagrangiano (single-particle trajectory model). L approccio lagrangiano è largamente utilizzato in fluidodinamica per diversi scopi che includono la simulazione di processi di sedimentazione. La caratteristica di questi modelli, rispetto ad un approccio euleriano dove le equazioni di continuità (in termini di concentrazione ) sono integrate nel tempo, è che ricostruiscono la traiettoria seguita da un congruo numero di elementi lagrangiani, rilasciati con modalità variabili nell ambiente marino. In un modello lagrangiano di sedimentazione le traiettorie sono calcolate in base alle due componenti della velocità: 2

velocità istantanee della corrente (derivate da misure correntometriche di campagna o da modelli oceanografici), velocità di sedimentazione, dipendenti dalle caratteristiche del sedimento (granulometria, peso specifico) e dalla stratificazione baroclina dell area, ed al processo di diffusione, simulata in questo modello con un processo di random walk regolato da un opportuno coefficiente di diffusione. Il processo di sedimentazione in questo modello è ricostruito in maniera tridimensionale, per cui ad ogni istante durante la simulazione è disponibile la posizione degli elementi lagrangiani, siano essi flottanti o depositati sul fondo. Le simulazioni verranno effettuate sulla base degli scenari dinamici misurati durante i rilevi mensili di cui al punto A2. I risultati saranno forniti in forma cartacea (mappe e grafici) nonché con rappresentazioni animate. I risultati del modello saranno validati sulla base dei dati acquisiti in situ dalle trappole per sedimenti. A4) Rapporto Finale Al termine delle operazioni verrà realizzato un rapporto tecnico-scientifico finale comprensivo delle attività svolte relativamente al prolungamento del molo di sopraflutto. B) MONITORAGGIO DELLE ATTIVITÀ DI DRAGAGGIO Le attività di dragaggio devono essere sottoposte a monitoraggio prima, durante ed al termine delle operazioni. Poiché i sedimenti da dragare sono risultati appartenere alla classe A del Manuale per la movimentazione di sedimenti marini edito da ICRAM e APAT, le attività di monitoraggio possono essere limitate soltanto: B.1) al rilievo dei livelli di torbidità e concentrazione di solidi sospesi nelle acque marine dell area interessata al dragaggio e delle zone limitrofe; B.2) alle possibili alterazioni delle biocenosi di elevato pregio naturalistico ivi presenti (posidonieto). B.1 ) Qualità delle Acque Un mese prima, durante ed un mese dopo il termine delle attività di dragaggio in almeno 10 stazioni scelte in maniera da coprire l intera area di dragaggio e sino al limite del posidonieto dovranno essere effettuate con cadenza settimanale analisi sulla colonna d acqua con idonea sonda dotata di sensore per la torbidità. Le attività di monitoraggio dovranno essere realizzate con l appoggio di un idonea imbarcazione equipaggiata con ecoscandaglio e con un sistema di posizionamento DGPS. Le caratteristiche della sonda dovranno essere idonee ad effettuare misure in un range variabile da 0 a 50 m con una accuratezza di +/- 0,3 m e con sensori con un range di torbidità rilevabile da 0 a 100 NTU e da 100 a 1000 NTU con una risoluzione rispettivamente di 0,1 e 1. I dati acquisiti verranno inseriti in un data base predisposto per tutte le attività di monitoraggio e comunicati di volta in volta alla locale Capitaneria di Porto per la verifica dei limiti di torbidità consentiti durante le attività di dragaggio. Nelle stesse giornate di utilizzo della sonda e nelle stesse 10 stazioni di campionamento dovranno essere effettuate con idoneo correntometro misure dei profili verticali di velocità e direzione di corrente. 3

B.2) INDAGINI RELATIVE ALLA VERIFICA DI ALTERAZIONI DEL POSIDONIETO Obiettivo d indagine dovrà essere quello di verificare l attuale estensione della prateria di Posidonia oceanica, appartenente al SIC denominato San Vito-Barletta (IT9120009), presente nell area di mare limitrofa al porto di Molfetta, nonché di monitorare parametri bio-ecologici della stessa utilizzando apposite metodologie d indagine standardizzate, monitorando tali parametri sia prima dell inizio dei lavori di dragaggio dei fondali portuali, sia durante e dopo la realizzazione degli stessi, effettuando opportuni confronti. B.2.1) METODOLOGIE DA ADOTTARE Indagini con telecamera subacquea Al fine di poter verificare l attuale estensione della biocenosi a Posidonia oceanica nell area di mare limitrofa al Porto di Molfetta, si dovrà procedere ad effettuare 3 transetti, paralleli tra di loro e interdistanti 350 m (Fig. 3), diretti perpendicolarmente alla linea di costa, trainando sul fondo una telecamera sottomarina, al fine di identificare esattamente il limite superiore (sottocosta) ed il limite inferiore (al largo) del posidonieto e quindi determinarne la reale ampiezza costa-largo. Tale attività interesserà il fondale a NW del bacino portuale molfettese per un tratto di costa esteso circa 1000-1500 m e permetterà di ottenere sia una visione generale dello stato di colonizzazione e di conservazione della prateria sia di scegliere in maniera opportuna la localizzazione delle stazioni ove effettuare i rilievi in immersione di alcuni parametri ecologici. Per realizzare tale indagine, dovrà essere utilizzata un idonea imbarcazione, in grado di manovrare agevolmente sottocosta e spingersi anche su fondali sino a 1,5-2 m di profondità e ovviamente in grado di georeferenziare (GPS differenziale) con elevata esattezza le varie rotte eseguite. La telecamera sottomarina sarà collegata ad un videoregistratore e ad un monitor di superficie montati sull imbarcazione e, contestualmente, verranno registrati su computer i vari punti nave forniti in tempo reale dal GPS e dal sistema di navigazione interfacciato (PDS 2000). Indagini dirette in immersione Obiettivo di questa fase di indagine dovrà essere quello di caratterizzare da un punto di vista bioecologico, le aree più prossime al bacino portuale, rilevando alcuni parametri significativi che nel tempo (durante e dopo i lavori di dragaggio del porto) è opportuno ripetere per valutare eventuali impatti indotti. Successivamente alle operazioni in mare descritte precedentemente, sui tratti di prateria di Posidonia oceanica indagata, saranno individuate almeno n. 9 stazioni così distribuite: n. 3 stazioni posizionate lungo il limite superiore del posidonieto indagato; n. 3 stazioni posizionate nella zona intermedia del posidonieto; n. 3 stazioni posizionate lungo il limite inferiore del posidonieto. In pratica, nelle suddette stazioni poste lungo 3 transetti, paralleli tra di loro e perpendicolari alla linea di costa, interdistanti circa 350 m, si procederà alla valutazione della densità e alla stima della percentuale di ricoprimento della prateria. I transetti saranno posizionati nella seguente maniera: 4

il primo sarà più prossimo rispetto al bacino portuale (transetto prossimale); il secondo a circa 350 m da esso (transetto intermedio); il terzo a ulteriori 350 m di distanza (transetto distale). Lungo ogni transetto, quindi, risulteranno allocate 3 stazioni, di cui quella più sottocosta sarà localizzata in prossimità del limite superiore, la seconda nella parte centrale della prateria e la terza lungo il margine inferiore del posidonieto posto più al largo. In ciascuna stazione, a sua volta, dovrà essere effettuata la stima della densità assoluta della prateria (numero di fasci fogliari per m 2 ) da parte di biologi subacquei specializzati. Essa si ottiene per conteggio diretto dei fasci fogliari, effettuato in immersione mediante un quadrato di 40*40 cm, lanciato casualmente sul fondale e replicato per n. 10 volte in ogni stazione. I risultati ottenuti vanno successivamente estrapolati al metro quadrato. Contestualmente, almeno due biologi marini subacquei esperti dovremo effettuare, ciascuno per suo conto ed in un raggio visivo di circa 5 m, una valutazione della percentuale di copertura del posidonieto e tale valore verrà mediato in caso di non grande difformità. Utilizzando i valori di densità assoluta e di copertura percentuale, dovremo effettuare calcolati i valori di densità relativa del posidonieto che viene determinata correggendo la densità assoluta media ricavata dai conteggi effettuati in immersione, per il fattore percentuale di ricoprimento del fondale da parte della prateria. Di ciascuna stazione di rilevamento dovrà essere acquisita contestualmente un esaustiva documentazione fotografica subacquea. I valori dei parametri ottenuti con le metodologie sopra descritte permetteranno di classificare la prateria analizzata utilizzando idonee scale internazionali di confronto (Giraud, 1977; Pergent, 1995). C ATTIVITÀ RELATIVA ALLA REALIZZAZIONE DI UNA BANCA DATI PER L ARCHIVIAZIONE DI TUTTI I DATI RILEVATI NELL AMBITO DEL MONITORAGGIO DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI Si richiede la creazione di una Banca Dati in cui il sistema dovrà essere sostanzialmente un ASP (Application Service Provider); la configurazione dei dati e dei software, le funzioni dovranno essere installate presso computer remoti e gestiti direttamente da parte di un gestore (il sistema non richiede necessariamente una completa installazione presso il cliente). L'utente potrà accedere alle informazioni mediante una interfaccia sviluppata secondo i canoni delle pagine internet e potrà utilizzare gli strumenti del software in base ai diritti di cui dispone. Dovrà essere garantita la protezione da intrusioni esterne, l'aggiornamento costante dei software, l'adeguamento costante alle vigenti disposizioni sulla protezione dei dati, il back-up giornaliero e altri servizi. 5