Le zanzare Appartengono alla classe degli Insetti, all'ordine dei Ditteri, alla famiglia dei Culicidi. Esistono circa 2.700 specie di zanzare e sono diffuse in tutto il mondo. Sono insetti a due ali ((Ditteri)) in grado g di p percorrere fino a 3 Km in un'ora. Tipi diversi: Culex pipiens. Vola attorno alla vittima ronzando ("pipiando"), punge più volte, più ospiti, per compiere un solo pasto. Le Aedes attaccano anche al sole e non ronzano. Le Anopheles pungono dopo il tramonto e spesso poco prima dell'alba; si riposano prima e dopo il pasto; se non viene disturbata l'anofele si sazia con un'unica buona succhiata.
Le zanzare prediligono: la pelle calda i co colori o nero, e o, rosso, osso, b blu u l'anidride carbonica e il respiro "pesante" Durante la notte si lasciano attirare dalla luce, dall'anidride carbonica e dai raggi ultravioletti. Le zanzare non amano: il vento (ventilatore) ( ) il sudore gli indumenti chiari i colori bianco, giallo, verdino Sono respinte (relativamente) dal profumo di citronella, eucalipto, geranio, menta e da repellenti sintetici. Vengono addormentate e uccise da piretro e piretroidi di sintesi (alletrine).
Il ciclo vitale Le femmine devono succhiare sangue dall'uomo o dall'animale per ottenere le proteine necessarie alla maturazione delle uova che poi depositano (da 40 a 400) sulla superficie di acqua ferma come stagni, paludi, pozze o anche sottovasi per fiori e piante. In una settimana le uova si aprono e si formano le larve che vivono sotto il pelo dell'acqua e poi si trasformano in pupe che danno origine all'insetto adulto in grado di vivere per 2 settimane o poco più.
Le malattie trasmesse Alcune specie trasmettono malattie quali Malaria, Febbre Gialla, Febbre del Nilo e altre. In Italia le punture di zanzara non sono ritenute pericolose ma solo fastidiose, tuttavia con l'arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta zanzara tigre le cose non sono più tanto certe. La zanzara tigre o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova, nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede le caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. Ha abitudini differenti rispetto alle nostre: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e fa sviluppare reazioni cutanee (pomfi) molto pruriginose o dolenti. Nei paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è molto resistente: sopravvive alle temperature sotto zero in inverno, risente poco dei fornelletti antizanzara e può pungere anche attraverso gli indumenti.
Il sistema di puntamento. Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, dotati di recettori per il calore e per l'odore cosicché possono centrare la propria vittima, con estrema precisione, anche al buio. Nell'evoluzione evoluzione hanno imparato a scovare l'uomo seguendo oltre che l'odore umano anche i profumi che utilizza, i fumi delle cotture dei cibi, la luce delle lampadine. La puntura. Alla puntura di zanzara segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20 o 30 minuti. Alcuni soggetti, soprattutto bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura qualche giorno e poi rimane un nodulo rosso pruriginoso per alcune settimane. In relazione al grattamento subentrano le infezioni cutanee (Impetigine).
In base agli affetti della punture gli individui possono essere di tre tipi: Non atopici (la maggioranza): si forma una lesione di tipo pomfoide che dipende dalla quantità di veleno iniettata Atopici (25% circa della popolazione): lesioni pomfoidi più accentuate in relazione alla loro capacità di dismettere più facilmente mediatori chimici (istamina) Atopici che sono specificamente allergici al veleno di zanzara (aedes communis): lesioni ancora più accentuata con edema locale.
Prevenire la puntura. La prevenzione è di tre tipi: La prevenzione è di tre tipi: prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare, allontanamento delle zanzare dagli ambienti domestici, impedimento per le zanzare di raggiungere la pelle.
La prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare e divisa in due parti: quella svolta dall'autorità sanitaria negli habitat comuni e quella que a ssvolta o ta da dal ccittadino ttad o nell'ambiente e a b e te p privato. ato Il cittadino. Deve prestare attenzione a non generare ristagni d'acqua dove le zanzare depositano le uova e si riproducono e questi principalmente sono: Sottovasi p per p piante e fiori Pneumatici usati lasciati all'aperto Tombini, bacinelle, innaffiatoi, raccoglitori d'acqua Vasche, laghetti e fontane ornamentali (utili i pesci rossi che si nutrono delle larve) Vasi di fiori all'esterno come q quelli dei cimiteri
L'allontanamento delle zanzare si effettua, oltre che con zanzariere alle finestre o al contorno dei letti, con fornelletti o spirali che utilizzano derivati del Piretro, una sostanza in grado di paralizzare questi insetti. Sono So o efficaci e cac solo so o negli eg ambienti a b e t chiusi, c us, sono so o poco toss tossici c pe per l'uomo uo o a anche c e se è buo buona a norma o a ae aerare ae l'ambiente dopo il loro uso. Altri prodotti a base di olii essenziali spesso non risultano efficaci (citronella, eucalipto, geranio, menta). Vi sono anche apparecchi che emettono ultrasuoni e lampade che attraggono con la luce le zanzare per poi eliminarle con una scarica elettrica ma sono poco efficienti proprio verso le zanzare.
I repellenti. Sostanze in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni. Quelli approvati sono tre: Il DEET (Di EtilToluolamina) è la sostanza chimica più utilizzata negli insettorepellenti, tra il 10% e il 30% di concentrazione da una buona protezione per passare una serata all'aperto. Per le zone a rischio di malattia, come la malaria, occorre utilizzare concentrazioni superiori. La Picridina è di più recente introduzione, ha una protezione sovrapponibile a quella del DEET, ed è presente nella linea Autan della Bayer, dove però appare riportata con la sigla KBR 3023. Il PMD (Para Matan Diolo) è l'unico tra i derivati vegetali (dall olio di eucalipto) approvato negli USA come insettorepellente anche se la sua azione è molto debole. Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo ecc., di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione anzi, in molti casi, agiscono da attrattivi per le zanzare. L'uso degli insettorepellenti, che si debbono applicare direttamente sulla pelle e che in parte vengono assorbiti nel sangue, deve essere fatto secondo specifiche regole che sono: Applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo e non sotto i vestiti. Non utilizzarli su pelle irritata, con abrasioni o tagli. Non utilizzare spray direttamente sul volto ma spruzzare il prodotto sulle mani e poi applicarlo sul volto. Lavarsi quando si rientra all'interno. Non utilizzare per i bambini al di sotto dei tre anni.
La puntura e i rimedi fai-da-te. Se i tentativi di prevenzione sono falliti e siamo stati punti occorre non fare più danni di quelli che vogliamo eliminare. Infatti, nel tentativo di spegnere quel fastidioso gonfiore e prurito, spesso ricorriamo al rimedio fai-da-te come applicare ammoniaca (di solito ustiona la pelle) o frizionare il limone (rende la pelle fotosensibile per cui poi ci scottiamo al sole). La puntura e i farmaci. Anche i farmaci non danno la risposta giusta: la crema con il cortisone entra in funzione dopo 30 minuti cioè quando il prurito è già terminato così come la crema con antistaminico che inoltre è (foto)sensibilizzante. t Gel astringente al cloruro di alluminio al 5%. Usata anche per disturbi cutanei e il contatto urticante delle meduse produce un sollievo quasi immediato scongiurando le infezioni da grattamento.
Le meduse
La medusa è costituita da una campana detta ombrella e da una struttura allungata al di sotto della campana detta manubrio: questa spesso si divide in braccia e tentacoli. Sono costituite al 98% di acqua. Si muovono facendosi trasportare dalle correnti marine o azionando dei piccoli fasci muscolari. Le meduse più comuni nel Mar Mediterraneo sono tre: la Pelagia nocticula, che è detta anche medusa luminosa perché di notte è fosforescente, ha dimensioni di circa 10 cm di diametro, possiede tentacoli fini ma lunghi ed è particolarmente pericolosa perché si presenta spesso in branchi di molte centinaia di elementi la Cotylorhiza tuberculata ha una forma a disco e anche i tentacoli terminano con dei dischetti, ha un aspetto a cespuglio fiorito ma rovesciato la Rhizostoma pulmo che è la più grande, fino a 60 cm di diametro, con un ombrella bianco latte a margine violetto
Sono sempre più diffuse nei nostri mari ed il contatto accidentale con esse è sempre più probabile. Possono provocare lesioni da contatto anche importanti. Posseggono particolari strutture urticanti chiamate nematocisti che possiedono un filamento avvolto su se stesso che viene espulso e si conficca nella pelle appena si tocca la medusa. Ha funzione sia offensiva sia difensiva: il liquido urticante può uccidere le prede più piccole che serviranno da alimento per la medusa o allontanare gli animali più grandi potenzialmente pericolosi per la medusa. Perché le meduse aumentano. Varie ipotesi. L inquinamento: i fertilizzanti che finiscono nelle acque vicine alle coste a creare un habitat favorevole alla riproduzione delle meduse. Il riscaldamento delle acque: porterebbe a una maggior presenza di plancton, il cibo delle meduse, in vicinanza delle coste. I cicli biologici: le meduse si riproducono nei mari aperti ma ciclicamente ogni 10-1111 anni si trasferiscono a riprodursi in vicinanza dei litorali.
Il liquido urticante è di solito costituito da una miscela di tre proteine: una ad effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e una neurotossica. Sebbene alcune meduse di grandi dimensioni possano causare la morte dell uomo dell uomo, normalmente il contatto con i tentacoli della medusa provoca solo una reazione infiammatoria locale. Sono invece comuni le reazioni tossiche al contatto con il veleno liberato da alcune specie di meduse, reazioni che possono essere anche mortali. Le meduse presenti nelle nostre coste possono però provocare al massimo degli arrossamenti locali molto dolorosi che, a volte, persistono per qualche giorno. Appena avvenuto il contatto con la pelle si percepisce un intenso bruciore e dolore. Subito dopo la pelle diviene arrossata e compaiono piccole rilevatezze dette pomfi. La sensazione di bruciore termina in 10-20 minuti e si trasforma in sensazione di intenso prurito prurito.
Cosa fare quando si verifica il contatto con una medusa? Non farsi prendere dal panico e respirare normalmente. Se si è vicino alla riva, raggiungerla ed uscire dall acqua. Se si è al largo occorre richiamare l attenzione del natante più vicino e farsi aiutare ad emergere. Una volta fuori dall acqua verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle. In questo caso devono essere tolte. Se non si dispone di mezzi di medicazione l unica cosa utile è far scorrere acqua di mare sulla parte infiammata. In questo modo si può diluire la tossina non ancora penetrata. Evitare invece di grattarsi o di strofinare la sabbia o ricorrere a medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o altri rimedi fai da te: non si fa altro che peggiorare la situazione. La medicazione corretta va fatta con l applicazione di Gel astringente al cloruro d alluminio che ha un immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine. L impiego di creme al cortisone o contenenti antistaminico non sono indicate perché questi farmaci entrano in azione dopo 30 minuti dall applicazione applicazione, cioè quando il massimo della reazione si è già spenta naturalmente. Quando ci si deve preoccupare Se si evidenzia nel soggetto colpito una reazione cutanea diffusa e sono evidenti difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, la cosa migliore è chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il Personale di Pronto Soccorso Quali sono gli esiti Quali sono gli esiti L area di pelle colpita dalle meduse rimane sensibile alla luce solare e tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che la pelle si macchi occorre tenere coperta l area colpita fino a quando è finita l infiammazione, di solito un paio di settimane.
Alimenti
Alimenti Un quadro clinico particolare, di frequente riscontro in estate, èla SINDROME ORALE ALLERGICA (OAS)
Rosaceae (Frutti)
Correlazione tra pollini, frutti e verdure crude Con questo termine viene definito un complesso di sintomi che si manifestano in pazienti allergici ai pollini, con reazioni crociate nei confronti di determinati cibi, in particolare frutta e verdura crude, che interessano soprattutto il cavo orale eilfaringe e che insorgono entro pochi secondi/minuti dall'ingestione.
Correlazione tra pollini, frutti e verdure crude Questi sintomi sono rappresentati da gonfiore delle labbra, del palato e della lingua (a cui possono associarsi, meno frequentemente, difficoltà di respiro, rinite, it asma, orticariae i sintomi gastrointestinali).
Correlazione tra pollini, frutti e verdure crude BETULACEE MELA, PESCA, CILIEGIA, ALBICOCCA, PRUGNA, PERA, NOCE, NOCCIOLA, MANDORLA, NESPOLA, BANANA, LAMPONE, FRAGOLE, SEDANO, FINOCCHIO, CAROTA COMPOSITE ANGURIA, MELONE, SEDANO, FINOCCHIO, ZUCCA, ZUCCHINA, CETRIOLO, CAROTA, CAMOMILLA, TARASSACO, MIELE, CICORIA, OLIO DI GIRASOLE GRAMINACEE POMODORO, MELONE, ANGURIA, MELA, CILIEGIA, ALBICOCCA, PRUGNA, PESCA, ARANCIA, KIWI, ARACHIDE, MANDORLE URTICACEE (PARIETARIA) CIME DI ORTICA, BASILICO, ZUCCHINA, GELSO, MELONE, PISTACCHIO
Acari della polvere: allergia crociata in seguito ad ingestione di gamberi e/o lumache Latice di gomma: reazioni allergiche in seguito all ingestione di alcuni frutti (kiwi, banana, papaia, ecc.)
Rosaceae (Frutti)