PROPOSTA DI LEGGE Disciplina delle Cooperative di Comunità RELAZIONE

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Transcript:

PROPOSTA DI LEGGE Disciplina delle Cooperative di Comunità RELAZIONE IL MODELLO COOPERATIVA DI COMUNITA L articolo 118 della Costituzione italiana all ultimo comma prevede che Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscano l autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà. Il senso di tale disposto costituzionale trova il suo genus nella consapevolezza che l attivismo dei cittadini riveste un ruolo sempre più determinante nel perseguimento degli interessi generali per il mezzo di attività, anche economiche, finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita complessive delle comunità. Si affacciano a macchia di leopardo esperienze di cooperazione di comunità sulla gestione di servizi in materia di risorsa idrica, di rifiuti, di servizi alla persona ed alla comunità in regime di mutualità. Pertanto, si rende opportuno concepire uno strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini appartenenti ad una data realtà locale, e di conseguenza, concepire una risposta efficiente secondo modelli innovativi rispetto a quelli attuati dai tradizionali attori, sia pubblici che privati. Occorre dare organicità ed una cornice normativa alle esperienze pionieristiche sin qui nate per consentire un loro espandersi ordinato ed armonico. La Cooperativa di comunità diviene lo strumento aggregativo attraverso il quale i cittadini si associano per svolgere l attività di interesse generale. Il progetto Cooperative di Comunità deve riconoscere la centralità del capitale umano, il che significa impostare modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la partecipazione di tutti i cittadini attivi soci. Nel contempo, non bisogna trascurare l aspetto finanziario necessario al conseguimento degli obiettivi sociali, nell ambito del quale assumono importanza le risorse messe a disposizione dalle Istituzioni della Comunità (ad esempio, voucher, strutture e beni di proprietà pubblica, meccanismi di premialità per accesso a finanziamenti comunitari atteso la elevata finalità sociale). PERCHE IL MODELLO COOPERATIVO La Cooperativa, in base a quanto riportato nella Dichiarazione di identità cooperativa" approvata dal XXXI Congresso dell'alleanza Cooperativa Internazionale, può definirsi quale associazione autonoma di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni

attraverso la creazione di una società di proprietà comune e democraticamente controllata. La Cooperativa rappresenta, pertanto, la forma giuridica di società nel cui genus esiste la capacità di governare azioni promosse dai cittadini che si auto-organizzano al fine di intercettare i bisogni economici, sociali, e culturali, trasformarli in domanda e, conseguentemente, confezionare una risposta avvalendosi di strumenti operativi dinamici dotati di tutti gli equilibri e i parametri di efficienza economica e patrimoniale tipici di un impresa. Le Cooperative di Comunità diviene il contenitore in cui convivono lo spirito di impresa, concepito quale capacità di confrontarsi con il contesto ambientale adottando equilibri economico patrimoniali funzionali al raggiungimento degli scopi, e la collaborazione tra individui ed istituzioni locali di riferimento nell intento di perseguire lo scopo mutualistico, inteso in senso sociale e collettivo più ampio possibile, orientato alla generazione di valori economici e capitale sociale da ristornare sulla Comunità dalla quale e nella quale sono generate. Quindi, la Cooperativa di Comunità assurge al ruolo di attore protagonista dell ambito territoriale in cui agisce e di cui promuove lo sviluppo orientato alla produzione di valore aggiunto socio economico e di capitale relazionale. In tal modo si innesca un sistema capace di esternalizzare elementi positivi in grado di autoalimentare l azione e il processo di sviluppo locale. COSA PUO FARE UNA COOPERATIVA DI COMUNITA La Cooperativa di Comunità puo porre in essere tutte le attività che rispondono ai bisogni che la comunità reputa prioritari, e in particolare, come già riportato, quelli che la mano pubblica ovvero l iniziativa privata non riescono a garantire. La valorizzazione turistica, il recupero dei beni ambientali e monumentali, il recupero delle produzioni tradizionali (agricole, pastorali, artigianali), il recupero tradizioni culturali, il miglioramento dell arredo e dell igiene dei luoghi comuni, la fornitura di servizi in supporto delle fasce deboli della popolazione possono essere obiettivi da perseguire. In virtù di tali scopi la Cooperativa puo attivare la produzione di beni e servizi i quali, forniti in forma continuativa, possano incidere su elementi portanti della qualità della vita sociale ed economica. In particolare la Cooperativa puo svolgere le seguenti attività: Servizi socio-sanitari servizi scolastici servizi commerciali (bar, negozi, carburanti) servizi di comunicazione (posta, telefonia) servizi ambientali piccole manutenzioni animazione culturale,

CONCLUSIONI Pertanto, appare evidente come il riconoscimento della funzione sociale della Cooperativa di comunità diviene l opportunità per sviluppare e promuovere la genesi di interlocutori privilegiati, esegeti dei bisogni emergenti di una collettività e portatori di asset comunitari, che permettono all Ente Regione Puglia di efficientare e performare le misure in favore dei piccoli centri, nonché dei quartieri delle città, in cui vivono persone che soffrono il disagio proprio delle periferie economiche e sociali. SEQUENZA NORMATIVA Il testo proposto consta di otto articoli. Nel primo viene enunciato il riconoscimento delle cooperative di comunità nell ambito della norma civilistica di riferimento. Nel secondo si delineano le finalità delle cooperative di comunità con riferimento particolare allo scopo mutualistico e all oggetto sociale. Nel terzo articolo vengono evidenziate le diverse tipologie di scambio mutualistico realizzabile nella cooperativa di comunità e di conseguenza le varie tipologie di soci compresa la possibilità da parte dell'ente locale di diventare socio della cooperativa di comunità. Nel quarto articolo trova allocazione la definizione di comunità di riferimento e contestualmente si definiscono i requisiti minimi di partecipazione alla base sociale da parte della popolazione ivi residente. Nel quinto articolo viene prevista la creazione dell Albo regionale delle cooperative di comunità alla cui iscrizione è condizionato non solo al riconoscimento della qualifica ma soprattutto l accesso anche alle eventuali agevolazioni definite dalla Regione Puglia in favore delle cooperative di comunità. Nel sesto articolo vengono previste una serie di agevolazioni che la Regione si impegna a mettere in campo, a sostegno delle cooperative di comunità pugliesi. Nel settimo articolo vengono previste le modalità attraverso le quali la Regione favorisce lo sviluppo delle cooperative di comunità, riconoscendo agli enti locali la possibilità di avvalersene per lo svolgimento di compiti istituzionali. L'ottavo articolo riguarda l'entrata in vigore. La presente legge non comporta oneri a carico del bilancio autonomo della Regione Puglia. I Consiglieri proponenti: Pino Romano

Sergio Blasi Annarita Lemma Antonio Maniglio Fabiano Amati Michele Mazzarano Gerardo De Gennaro Francesco Ognissanti Mario Loizzo Ruggiero Mennea Filippo Caracciolo

PROPOSTA DI LEGGE Disciplina delle Cooperative di Comunità Art. 1 Finalità 1. La Regione Puglia, nel rispetto degli articoli 45 e 117 della Costituzione italiana, nonché dell'art. 11 dello Statuto, in armonia con la normativa nazionale, nell ambito di iniziative a sostegno dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, volte a rafforzare il sistema produttivo integrato e a valorizzare le risorse e le vocazioni territoriali, con la presente legge definisce i criteri ed i requisiti per il riconoscimento della qualifica di cooperative di comunità alle società cooperative di cui agli articoli 2511 e seguenti del codice civile. Art. 2 Scopo mutualistico e oggetto 1. Sono riconosciute cooperative di comunità le società cooperative, costituite ai sensi degli articoli 2511 e seguenti del codice civile, e iscritte all Albo delle cooperative, di cui all articolo 2512 codice civile e all articolo 223-sexiesdecies delle disposizioni per l attuazione del codice civile, che, valorizzando le competenze della popolazione residente, delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali, perseguono lo scopo di soddisfare i bisogni della comunità locale, migliorandone la qualità, sociale ed economica, della vita, attraverso lo sviluppo di attività economiche eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro. Art. 3 Scambio mutualistico e categorie di soci 1. Le cooperative di comunità, in virtù dello scambio mutualistico che si realizza, possono essere costituite quali cooperative di produzione e lavoro, di utenza, di supporto, sociali o miste ed i relativi soci sono quelli previsti dalla normativa in materia di cooperazione nelle categorie di soci lavoratori, soci utenti, soci finanziatori, che a vario titolo operano con e nella comunità di riferimento. 2. In virtù dello scambio mutualistico realizzato, possono assumere la qualifica di socio delle cooperative di comunità:

a) Le persone fisiche; b) Le persone giuridiche; c) Le associazioni e fondazioni senza scopo di lucro che abbiano la residenza o la sede legale nella comunità di riferimento della cooperativa. 3. Possono altresì assumere la qualifica di soci gli enti pubblici a partire dagli enti locali in cui opera la cooperativa di comunità. Art. 4 Comunità di riferimento 1. Per comunità, ai sensi della presente legge, si intendono i comuni e le eventuali circoscrizioni previste dagli statuti dei comuni stessi. 2. La cooperativa di comunità deve avere un numero di soci, così come individuati all articolo 3 della presente legge, che rispetto al totale della popolazione residente nella comunità di riferimento risultante dall ultimo censimento ufficiale deve rappresentare: a) il 15% della popolazione per le circoscrizioni e i comuni con popolazione fino a 2.500 abitanti b) il 10% della popolazione per le circoscrizioni e i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti c) il 5% della popolazione per le circoscrizioni e i comuni con popolazione oltre i 5.000 abitanti 3. Nel caso in cui il numero dei soci scenda al di sotto dei parametri di cui al precedente comma esso deve essere integrato entro un anno pena la cancellazione dall albo di cui al successivo articolo 5. Art. 5 Albo regionale 1. La Regione Puglia istituisce presso l'assessorato al lavoro e cooperazione l'albo regionale delle cooperative di comunità a cui gli enti cooperativi in possesso dei requisiti di cui alla presente legge si iscrivono per ottenere il riconoscimento di cooperativa di comunità. Requisiti per la iscrizione e tenuta dell Albo regionale saranno oggetto di specifico regolamento da approvarsi con delibera di Giunta nei 60 giorni successivi alla pubblicazione sul BURP della presente legge. Art. 6 Interventi in favore delle cooperative di comunità

1. Ai fini di sostenere la nascita e il processo di sviluppo delle cooperative di comunità, la Regione può intervenire attraverso: a) finanziamenti agevolati; b) contributi in fondo capitale; c) contributi in conto occupazione. 2. Gli interventi previsti dal presente articolo sono disciplinati e gestiti secondo direttive, modalità e criteri di ammissibilità approvati tramite deliberazione della Giunta regionale. 3. Gli interventi previsti dal presente articolo sono attuati nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Sono fatti salvi tutti gli altri aiuti previsti dalle normative per la cooperazione. Art. 7 Strumenti e modalità di raccordo 1. In attuazione dell'articolo 1, riconoscendo il rilevante valore sociale e la finalità pubblica della cooperazione in generale e delle cooperative di comunità in particolare, la Regione Puglia: 1. disciplina le modalità di raccordo delle attività delle cooperative di comunità con quelle delle pubbliche amministrazioni adottandone appositi schemi di convenzione-tipo che disciplinino i rapporti tra le cooperative di comunità e le stesse amministrazioni pubbliche operanti nell'ambito regionale; 2. favorisce, insieme agli enti locali, la partecipazione della cooperazione di comunità all'esercizio della funzione pubblica, mediante: a) la promozione di azioni volte a favorirne le capacità progettuali e imprenditoriali; b) il sostegno e il coinvolgimento delle cooperative di comunità nel sistema di produzione di beni e servizi. 3. riconosce nella cooperazione di comunità un soggetto privilegiato per l'attuazione di politiche attive del lavoro finalizzate alla creazione di nuova occupazione; 4. individua i criteri e le modalità di affidamento, di convenzionamento e di conferimento, alle stesse, di lavori e/o servizi; 5. mette a disposizione edifici o aree non utilizzate dalle amministrazioni pubbliche per il raggiungimento degli scopi sociali. Art.8 Entrata in vigore

1. La presente legge sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi e per gli effetti dell art. 53, comma 1 della L.R. 12/05/2004, n 7 Statuto della Regione Puglia ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione. E fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Puglia.