Arte e architettura concettuali: discipline che riflettono su se stesse
!!!!! Casabella 359-360, dicembre 1971
Peter Eisenman, Appunti sull architettura concettuale. Verso una definizione! in Casabella 359-360, dicembre 1971
Donald Judd at Whitechapel Gallery, London, 1970
Donald Judd, Senza titolo, 1970. Rame su plexiglas celeste, 15,2 x 68,6 x 61 cm
Donald Judd, Untitled, 1973
Donald Judd, Untitled, 1968 (plexiglas fluorescente e acciaio inossidabile)
Donald Judd, Untitled, 1973
Donald Judd, Untitled, 1973
Donald Judd, 100 Untitled Works In Mill Aluminum, The Chinati Foundation, Texas 1982 1986.
Donald Judd, 15 untitled works in concrete. The Chinati Foundation, Texas 1980 1984.
Dan Flavin Homage to Mondrian. 1966
Sol LeWitt, Open Modulare Cube 1965
Sol LeWitt, Modulare Floore Structure 1966
Sol LeWitt, Modulare Floore Structure 1966
Sol LeWitt, Serial Project No. 1 (ABCD), 1966
«L arte concettuale è fatta per coinvolgere la mente dell osservatore piuttosto che il suo occhio o le sue emozioni». Sol LeWitt, Paragraphs on Conceptual Art, 1967
Sol LeWitt, Serial Project No. 1 (ABCD), 1966
«Nell arte concettuale l idea, o il concetto, costituisce l aspetto più importante del lavoro. Quando un artista utilizza una forma di arte concettuale vuol dire che tutto il progetto e tutte le decisioni vengono prese anticipatamente e che l esecuzione materiale si riduce a un fatto meccanico. L idea diventa una macchina che realizza l arte».! Sol LeWitt, Paragraphs on Conceptual Art, 1967
Joseph Kosuth, One and three chairs, 1965
Joseph Kosuth, The Seventh Investigation, Context B 1970,
Art & Language, Index 001, Installazione per Documenta 5, Kassel 1972
Art & Language, Index 001, Installazione per Documenta 5, Kassel 1972
Marcel Duchamp, Fountain, New York 1917
Marcel Duchamp, Bicycle Wheel New York 1913 Marcel Duchamp, Fountain, New York 1917 «Il problema della funzione dell arte fu per la prima volta sollevato da Marcel Duchamp; infatti è a Duchamp che noi siamo debitori dell acquisita identità dell arte. L arte moderna e le opere del passato sembrano legate fra loro in virtù della morfologia; oppure il linguaggio dell arte rimane lo stesso, ma si dicevano nuove cose. L evento che rese concepibile la possibilità di parlare un altro linguaggio e tuttavia fare dell arte che avesse un senso, fu il primo Ready-made di Duchamp. Con il Ready-made l arte spostò il suo obiettivo dalla forma del linguaggio al contenuto dello stesso, il che equivale a spostare la natura dell arte da un problema di morfologia a uno di funzione. Tale svolta, dall apparenza alla concezione, dette vita all arte moderna e all arte concettuale. Tutta l arte (dopo Duchamp) è concettuale (per natura) in quanto l arte esiste solo concettualmente».! J. Kosuth, Dopo la filosofia, l arte, in «Data» 3, aprile 1972
«Rendere qualcosa concettuale in architettura richiede la collocazione dei suoi aspetti pragmatici e funzionali in una matrice concettuale, dove la loro esistenza primaria non è più interpretata in base al fatto fisico di essere bagno o un gabinetto, ma in cui piuttosto l aspetto funzionale bagno o gabinetto diviene secondario rispetto a una qualche lettura primaria notazione in un contesto concettuale».! Peter Eisenman
!! Peter Eisenman, Cardboard Architecture, 1967-76
!! Peter Eisenman, House I, Princeton, New Jersey 1967-68
Peter Eisenman, House I, Princeton, New Jersey 1967-68
Peter Eisenman, House I, Princeton, New Jersey 1967-68
Peter Eisenman, House I, Princeton, New Jersey 1967-68
Peter Eisenman, House I, Princeton, New Jersey 1967-68
Peter Eisenman, House II, Hardwick, Vermont, 1969-1970
Peter Eisenman, House II, Hardwick, Vermont, 1969-1970
Peter Eisenman, House II, Hardwick, Vermont, 1969-1970
Peter Eisenman, House II, Hardwick, Vermont, 1969-1970
«Il compito di un architettura concettuale, diversamente da quello dell arte concettuale, non sarebbe tanto quello di trovare un simile sistema di segni o uno strumento di codificazione, all interno del quale ciascuna forma in un contesto particolare abbia un significato generalmente riconosciuto, ma piuttosto sembrerebbe più ragionevole investigare la natura di quelli che sono stati definiti come universi formali, che sono intrinseci a ogni forma o costrutto formale.».! Peter Eisenman
Peter Eisenman, House III, 1970
Peter Eisenman, House III, 1970
Peter Eisenman, House III, 1970 «In House III, Eisenman va fino in fondo al suo metodo: si tratta di esibire il processo di straniamento della forma, non più solo rispetto al reale, ma anche rispetto a se stessa».! M. Tafuri
Peter Eisenman, House IV, Falls Village, Connecticut 1971 Diagramma del processo compositivo
Peter Eisenman, House VI, Cornwall, Connecticut 1972-75
Peter Eisenman, House VI, Cornwall, Connecticut 1972-75
Peter Eisenman, House VI, Cornwall, Connecticut 1972-75
«Le finestre non mi invitano a volare, non mi offrono una cornice per il paesaggio, né un allibri per i tendaggi. il mondo di questa casa è copernicano: suoi spazi non provengono da me, io non sono per loro né centro, né sorgente. Le sue superfici non sono il limite dei miei movimenti o dei miei sguardi, luoghi per i miei quadri, custodi della mia intimità o retroterra per i miei mobili. il pavimento non è qui per i miei tappeti, ne per rassicurarmi che sono in salvo in una superficie solida e terrestre».! William Gass
Peter Eisenman, House X Bloomfield Hills, Michigan 1975
Peter Eisenman, House X Bloomfield Hills, Michigan 1975
Peter Eisenman, El Even Odd 1978
Peter Eisenman, El Even Odd 1978
Peter Eisenman, El Even Odd 1978
Peter Eisenman, Monumento all Olocausto degli Ebrei d Europa, Berlino 1998-2005 Peter Eisenman, House III, 1970
Peter Eisenman, House III, 1970
Peter Eisenman, House III, 1970