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RFSviluppo Ricerca e Formazione per lo Sviluppo del Territorio Le Marche: da terra di confine a laboratorio politico. Uno sguardo alle elezioni regionali del 2010 Position paper a cura di Andrea Primucci e Andrea Prontera (RFSviluppo) Maggio 2010 RFSviluppo Via Fratelli Rosselli, 3 62012 Civitanova Marche (MC) tel. 329-0643322 e-mail: rfsviluppo@rfsviluppo.it web: www.rfsviluppo.it P.IVA 01610230433

I Position Paper di RFSviluppo L Associazione RFSviluppo è ormai operativa da diversi anni. In questo periodo abbiamo prodotto molte ricerche, promosso seminari ed incontri e svolto attività di formazione. Tutti questi interventi hanno avuto come obiettivo principale quello di incentivare riflessioni e di diffondere innovazioni e buone pratiche sul territorio. Con questo Position Paper RFSviluppo vuole fare un passo ulteriore in questa direzione inaugurando un nuovo filone di attività dell associazione, che si basa su un diverso tipo di prodotto caratterizzato da un formato particolare ed un obiettivo specifico. I Position paper di RFSviluppo, infatti, sono dei documenti agili e con un forte orientamento divulgativo il cui scopo è quello di sottoporre al dibattito di tutte le componenti del territorio (cittadini, associazioni, enti, imprese, ecc.) tesi e posizioni specifiche maturate in seno all associazione su alcuni temi di grande rilevanza ed attualità per il contesto regionale e locale. I Position paper si fondano su analisi rigorose e metodologicamente accurate, tuttavia, poiché il loro scopo è quello di contribuire ad un più ampio dibattito pubblico, sono formulati in modo chiaro e sintetico e contengono posizioni che si collocano esplicitamente all esterno dell ambito meramente scientifico. Nei Position paper intendiamo riversare i risultati sia dell attività di ricerca sia dell attività seminariale, che si basa anche sul mirato coinvolgimento di stakeholders e policy-makers il cui contributo è essenziale per cogliere appieno le dinamiche reali in atto sul territorio. In questo Position paper si presenta un analisi delle ultime elezioni regionali ed un confronto fra la tornata del 2010 e quella del 2005. L obiettivo è portare all attenzione alcuni elementi di continuità/discontinuità che ci appaiono particolarmente significativi, soprattutto se si colloca la recente esperienza del laboratorio Marche in un ottica di più lungo periodo. 2

Le Marche: da terra di confine a laboratorio politico Le Marche sono un caso abbastanza particolare nel panorama delle regioni italiane, tanto da essere state efficacemente descritte come una terra di confine. Infatti, pur essendo tradizionalmente accomunate alle altre regioni rosse dell Italia centrale (Emilia Romagna, Toscana ed Umbria) si discostano da queste sotto diversi aspetti sia per quanto riguarda le tendenze elettorali sia per quanto riguarda la presenza ed il radicamento di particolari subculture politiche. Rispetto a queste regioni le Marche presentano diverse peculiarità come la presenza di un maggior tasso di astensionismo, e una componente di voto per partiti come la Dc, o per i partiti di destra, rilevante ed al di sopra della media delle altre regioni rosse. Il governo della Regione, inoltre, ha dovuto a lungo fare i conti con una dinamica politica particolarmente complessa, che vedeva il territorio caratterizzato da una pluralità di insediamenti partitici e subculture politiche, e da un sistema partitico fortemente frammentato. Nonostante alcune di queste caratteristiche di fondo siano rimaste anche dopo le trasformazioni degli anni 90, in questo periodo si è iniziato a stabilizzare il quadro politico a livello regionale con la vittoria alle elezioni del 1995 degli eredi del Pci, che si sono riconfermati nelle due successive tornate elettorali guidando le coalizioni di centrosinistra. All interno di questo nuovo contesto i governi regionali hanno intrapreso un percorso di riforme sfruttando tutte le opportunità offerte dal legislatore nazionale. Il percorso è iniziato a partire dalla fine degli anni 90 con la stagione della nuova programmazione, per poi proseguire nelle successive legislature con l approvazione del nuovo statuto e della nuova legge elettorale regionale. Infine, con l ultima tornata elettorale le Marche si sono candidate a laboratorio politico di una nuova coalizione di centrosinistra, unica nel panorama italiano, grazie all alleanza fra Pd, Udc e Idv con l esclusione dei partiti di sinistra precedentemente al governo. 3

L offerta politica Le novità più rilevanti nell offerta politica dell ultima tornata elettorale sono state due: la rottura di quella coalizione di centrosinistra che ha governato le Marche negli ultimi quindici anni, e l ingresso nella coalizione di centrosinistra dell Udc. Questa riconfigurazione delle alleanze ha portato alla nascita di tre coalizioni: una di centrosinistra, una di centrodestra ed una di sinistra. La prima a sostegno della candidatura del Presidente uscente Spacca Gian Mario Spacca Presidente - composta da sette liste: Pd, Idv, Udc, Verdi, Alleanza per l Italia, Alleanza Riformista (che comprende il Partito Socialista Italiano, il Movimento Repubblicani europei e la Democrazia Cristiana Marche) e Liste Civiche Marche. La seconda a sostegno di Erminio Marinelli Il PdL per Marinelli - composta da quattro liste: Pdl, Lega Nord, la Destra e Insieme per il Presidente (formata da Movimento Autonomo Piceno, Italia Centro, Partito Repubblicano Italiano e Movimento per l Italia). Ed infine, la coalizione Unione democratica per le Marche a sostegno della candidatura di Massimo Rossi composta da due liste: Sel e Federazione della Sinistra (Prc e Pdci). Rispetto alle precedenti elezioni regionali è diminuito sia il numero dei candidati alla presidenza sia quello delle liste collegate. Infatti, nel 2005 erano ben quattro i candidati che si affrontavano: Gian Mario Spacca per l Unione, Francesco Massi per la Casa delle Libertà, Angelo Maria Tiraboschi (Patto Democratico) e Vincenzo Rosini (Alternativa Sociale). Il numero delle liste è invece passato da 15 a 13, anche se i due candidati principali (Spacca e Marinelli) sono sostenuti dal medesimo numero di liste. La coalizione di sinistra risulta la meno ampia, seguita da quella di centrodestra e poi da quella di centrosinistra, che invece comprende un numero maggiore di soggetti. Inoltre, sia la coalizione di centrosinistra sia quella di centro destra presentano delle liste civiche legate ai candidati presidenti. Al di là di questo dato quantitativo, tuttavia, il cambiamento qualitativo è stato ben più rilevante con l uscita dei partiti di sinistra dalla coalizione a 4

sostegno di Spacca e la concomitante alleanza fra Pd, Idv e Udc, che si è verificata sotto l influenza decisiva delle dinamiche politiche a livello nazionale. La trattativa fra il Pd e l Udc è stata portata avanti con il proposito fare delle Marche un laboratorio per un nuovo esperimento politico unico nel panorama nazionale il cui successo avrebbe dovuto costituire un apripista per l evoluzione di futuri scenari anche al di fuori della regione. L idea del laboratorio Marche è stata sostenuta sia dalle componenti nazionali sia da quelle regionali dell Udc del Pd, dell Idv e dell Api di Rutelli. Inoltre è stata fortemente promossa anche da Spacca, che ha ribadito più volte nel corso della campagna elettorale questo concetto, accanto a quello di alleanza strategica con l Udc. In questo percorso di avvicinamento fra Pd e Udc, infatti, sicuramente ha giocato un ruolo importante anche la figura del Presidente Spacca, che per provenienza e passata esperienza politica vanta una forte vicinanza con il mondo cattolico. La svolta nel campo delle alleanze si è consumata non senza critiche, divisioni e distinguo da parte della classe politica locale. Estremamente critici sono state sia le forze della sinistra che hanno accusato il Pd di aver sacrificato sull altare delle logiche sovra regionali le passate esperienze di governo, sia il Pdl che ha accusato l Udc di aver consumato un vero e proprio tradimento. Forti critiche sono giunte anche dall interno del Pd, in particolare da alcune componenti locali come quelle di Senigallia e di Fermo. Ma anche nell Udc la scelta relativa alle nuove alleanze ha avuto diverse ripercussioni a livello locale, soprattutto nelle molte amministrazioni in cui il partito di centro è alleato con il centrodestra. Uno sguardo ai dati Risulta fin troppo chiaro che è ancora troppo presto per giungere ad una valutazione approfondita degli effetti che l esperienza del laboratorio Marche ha avuto a livello locale, regionale o nazionale. 5

Quello che è possibile fare è intanto cogliere eventuali cambiamenti/continuità confrontando alcuni dati elettorali relativi alla tornata elettorale regionale del 2005 e del 2010; tenendo presente che a rendere ancora più complessa la situazione è intervenuta la nuova legge elettorale regionale (diversa sotto molti aspetti dalla precedente). Un primo dato da segnalare è quello relativo all astensionismo (tab. 1 e Tab. 2). Complessivamente l aumento dell astensionismo è stato rilevante; rispetto al 2005 l affluenza alle urne si è fermata al 62,8% con una perdita di 8,7 punti percentuali. Le province del nord, Pesaro Urbino ed Ancona, hanno confermato un affluenza maggiore rispetto alle altre. Tuttavia, dopo Fermo, la provincia più colpita rispetto al 2005 è stata quella di Ancona. Rispetto al dato nazionale (64,1%) l affluenza è stata minore nelle Marche, e lo stesso si può dire confrontando le Marche con il dato medio delle altre regioni rosse (anche se l affluenza nelle Marche è stata superiore a quella della Toscana). In questo sembra confermato il dato che vedeva le Marche già nel 2005 al di sotto della media nazionale e di quella della zona rossa; anche se le Marche perdono in percentuale meno elettori di Umbria e Toscana rispetto al 2005. Il dato inoltre segna un accelerazione rispetto al trend di diminuzione dell affluenza alle urne, dal 2000 (74,3%) al 2005 (71,5) la differenza si era attestata solo ad un 2.8%. In generale, quindi, si può affermare che l astensionismo ha colpito le Marche più di altre regioni, con le consuete differenze territoriali. Tuttavia, si può notare (tab.2) che rispetto al 2005 si registra un aumento percentuale dei voti validi che passano dal 85,8% al 89,3%. Questa variazione è, molto probabilmente, da attribuire al nuovo sistema elettorale, che eliminando la possibilità del voto disgiunto ha semplificato la modalità di espressione del voto. Il secondo dato da segnalare riguarda il consenso ottenuto dalle singole liste (tab. 2 e tab.3). La crescita più consistente in termini percentuali e assoluti è stata ottenuta dall Idv e dalla Lega, che sono rispettivamente passate dal 1,4% al 9,1% e dallo 0,8% al 6,3%, conquistando per la prima volta dei seggi in Consiglio (4 l Idv e 2 la 6

Lega). Questo dato è significativo, soprattutto se confrontato con quanto avvenuto nelle altre regioni del centro Italia. Infatti, la percentuale ottenuta dall Idv è la più alta dopo quella della Toscana, in cui il partito di Di Pietro è arrivato al 9,4%; mentre la Lega ha ottenuto nelle Marche il più alto tasso di incremento percentuale rispetto alle altre regioni rosse (il risultato del 2010 è sette volte quello del 2005). Anche in questo caso si possono osservare alcune significative differenze territoriali. Passando dalla provincia più a Nord a quelle meridionali il consenso per la Lega passa dal 9,1% di Pesaro-Urbino al 5,4% di Fermo e al 4,4% Ascoli.In particolare ottenendo quasi 16.000 voti la Lega diventa il terzo partito nella Provincia di Pesaro-Urbino. Una leggerissima crescita ha riguardato anche il Pdl, che passato dal 31,1% al 31,2% diventa, anche se per poco, il primo partito a livello regionale. Tuttavia, il Pdl perde a livello assoluto oltre 16.000 voti. A livello territoriale il Pdl cresce in percentuale a Pesaro-Urbino a Macerata e a Fermo, mentre decresce ad Ancona ed Ascoli (dove perde la maggiore quota percentuale, -4,8%). Discreti risultati hanno, infine, raccolto quelle forze che si sono presentate per la prima volta: il 2% l Api e il 2,7% l Alleanza Riformista. Queste forze, tuttavia presentano forti differenze territoriali, plausibilmente legate alle caratteristiche personali dei singoli candidati. Per quanto riguarda le altre forze politiche, invece, c è stata una generalizzata diminuzione. La sinistra è passata dal 10,2% ottenuto da Rc e Pdci nel 2005 al 6,5% sommando Sel e la Federazione della Sinistra, questo nonostante per la prima volta sosteneva un proprio candidato alla presidenza, Massimo Rossi (che tuttavia ha ottenuto un successo personale avendo registrato come candidato presidente un consenso del 7,1%). I Verdi sono passati dal 3,3% all 1 7% e La Destra è rimasta stabile. Il Pd, si è fermato al 31,1%, quasi dieci punti percentuali in meno rispetto al 40,1% raccolto nella precedente tornata dalla lista Uniti nell Ulivo (va però ricordato che nel 2005 facevano parte dell Ulivo, oltre alla Margherita ed ai Ds, lo Sdi e i Repubblicani europei). Se si osservano le differenze territoriali, si può notare come il Pd abbia 7

perso maggiormente nei territori dove tradizionalmente il suo voto è più radicato, cioè Pesaro-Urbino, Ancona e (parzialmente) Macerata. In termini assoluti rispetto alla lista Uniti nell Ulivo il Pd perde a livello regionale circa 88.000 voti. Anche l Udc ha perso consensi passando dal 7,2% al 5,8%, e perdendo in termini assoluti circa 14.000 voti. A livello territoriale anche in questo caso le perdite sono maggiori nei territori di maggiore radicamento (Macerata e Ascoli). Se, poi si osservano i dati relativi alle coalizioni si può notare come il centrosinistra con la nuova formula delle alleanze sia passato dal 57,7% al 53,2%, subendo quindi un discreto ridimensionamento (intorno al 4%), mantenendo tuttavia un ampio margine sulla coalizione di centrodestra (leggermente in crescita dal 38,6% al 39,7%). La coalizione a sostegno di Rossi si è invece fermata al 7,1%. In virtù di questi risultati per la prima volta entrano in Consiglio regionale la Lega con 2 seggi e l Idv con 4. La sinistra passa da 3 (Rc più Pdci) a 2 seggi (uno per Sel ed uno per la Federazione della Sinistra), il Pd si attesta su 15 seggi ed i Verdi mantengono un loro seggio. L Udc passa da 2 a 3 seggi ed il Pdl da 13 a 12. La nuova composizione del Consiglio vedi così la coalizione di maggioranza di centrosinistra con 26 (25 più Il Presidente eletto) seggi, contro i 15 del centrodestra (14 più il seggio ceduto dalla lista provinciale Insieme per il Presidente di Macerata al candidato presidente arrivato secondo). Il laboratorio Marche oltre il voto Come anticipato è ancora presto per valutare appieno la portata innovativa dell ultima tornata elettorale, o per intravedere se al cambio di coalizione di governo farà seguito una discontinuità più o meno marcata nelle policy regionali. In altre parole, l impatto del laboratorio marche sul modello marche, o modello di sviluppo marchigiano, potrà essere adeguatamente valutato solamente fra qualche 8

anno. Tuttavia, è possibile - con le adeguate accortezze che sono state chiarite nel Position paper segnalare fra le varie tendenze emerse o confermate quelle che ci appaiono di maggior rilievo e che individuano delle più nette continuità/discontinuità con le esperienze precedenti. Cambio di alleanze continuità di governo. Se partiamo dall ultimo dato disponibile frutto indiretto della recente tornata elettorale, cioè la composizione della nuova Giunta regionale, è possibile cogliere un primo elemento di continuità. Infatti, nonostante il cambio di alleanze, con la conseguente ricomposizione della maggioranza a sostegno del governo regionale, si assiste ad una marcata continuità nell esecutivo. Ben quattro dei nuovi assessori facevano parte del precedente governo, e fra questi vi è anche la riconferma del Vice-presidente uscente. Inoltre, considerando il Presidente, in Giunta vi sono sette esponenti del Pd, e se a questo si aggiunge che i due assessori dell Idv sono personalità provenienti dal Pd, si può concludere che nella nuova legislatura permane una forte continuità amministrativa e nel personale politico al governo della regione. L omogeneizzazione territoriale. Negli orientamenti di voto persiste la ben nota linea di frattura nord-sud, tratto distintivo della regione ormai consolidato da tempo e sintesi di un insediamento territoriale tradizionalmente diversificato delle varie forze politiche: nelle province settentrionali è più concentrato il consenso per le forze di centrosinistra; le province meridionali sono più propense a sostenere le forze di centrodestra. Le sole forze a non essere insediate in maniera così marcata lungo questo asse sono quelle di sinistra. Rispetto alle elezioni del 2005 c è stata una trasformazione dell insediamento di voto delle coalizioni e delle forze politiche che le compongono, che ha determinato una maggiore omogeneizzazione territoriale del comportamento elettorale. In altre parole, con l eccezione della Lega Nord, il consenso elettorale finisce per essere sempre meno concentrato 9

sul territorio. I partiti tendono a cedere consenso dove tradizionalmente sono più forti e a guadagnarne, o a perderne di meno, dove storicamente si sono dimostrati più deboli: rispetto alle precedenti elezioni i risultati ottenuti dalle forze politiche nelle diverse province tendono a convergere maggiormente verso le rispettive medie regionali. Questo è particolarmente evidente nel Pd che perde molto consenso, in termini percentuali, nelle province di Pesaro e Ancona mentre ne perde molto meno nelle province di Fermo e Ascoli dove storicamente il suo radicamento è più debole. Lo stesso fenomeno è facilmente rilevabile anche per quanto riguarda l Udc che registra la perdita di voti più consistente in provincia di Macerata, la zona dove tradizionalmente ottiene il consenso più alto. In maniera meno marcata anche il Pdl sembra essere soggetto al tendenziale livellamento del proprio consenso sul territorio: in provincia di Pesaro ottiene il suo risultato migliore, in provincia di Ascoli quello peggiore. Questo indica un progressivo, per quanto lento, sradicamento territoriale degli orientamenti elettorali: la distribuzione del voto nelle Marche, come dimostrato dalla persistenza della linea di frattura nord-sud, appare ancora segnata dai tratti della tradizione territoriale, che tuttavia vanno affievolendosi rispetto al passato. Le stesse osservazioni possono essere fatte per quanto riguarda l affluenza alle urne e i livelli di astensionismo. Gli incerti effetti del laboratorio Marche. La nuova coalizione di centrosinistra ha vinto le elezioni con un ampio margine - oltre dieci punti percentuali - su quella di centrodestra. Tuttavia, gli effetti dell esperienza del laboratorio Marche non sono così chiari. Le principali forze politiche che l hanno promossa Pd e Udc hanno, infatti, perso consensi rispetto alle ultime regionali. Inoltre, non sembra che la nuova alleanza abbia consentito alla coalizione di intercettare voti moderati dal centrodestra, che si attesta in leggerissima crescita rispetto alla tornata precedente. D altra parte non sembra che il centrodestra sia riuscito ad intercettare eventuali 10

elettori scontenti dalla nuova collocazione politica dell Udc. Ad esempio, nel caso sotto certi aspetti cruciale della provincia di Macerata in cui l Udc governa insieme al centrodestra, il partito di centro perde oltre il 3% dei consensi ed il Pdl guadagna poco più dell 1%. Le più evidenti novità sono così da ricercare al di fuori dei partiti maggiori, e sono state la crescita molto marcata dell Idv e della Lega, che per la prima volta esprimono consiglieri regionali. La sostanziale stabilità del consenso dei poli, nonostante la diversa struttura dell offerta politica rispetto alle elezioni precedenti, testimonia che i risultati sono da attribuire più alla capacità di coalition building, e di traghettarvi gli elettori delle forze che le compongono, che a quella di convertire gli elettori della parte avversa: la mobilità degli elettori da una coalizione all altra è stata estremamente bassa, mentre è stata più elevata all interno delle coalizioni. Le Marche: ancora una regione sui generis? Alla luce di questi dati come giudicare l esperimento del laboratorio Marche? Nonostante la perdita di consensi da parte di Pd e Udc l esperimento del laboratorio Marche, anche grazie alla forte crescita dell Idv, ha consentito alla nuova coalizione di centrosinistra una vittoria con un ampio margine su quella di centrodestra. Resta, tuttavia, da valutare se l esperimento sia esportabile o non sia piuttosto ancorato alle caratteristiche di regione rossa sui generis delle Marche; oltre che a quelle personali del candidato Presidente. In altre parole, l impressione che da questo punto di vista le Marche siano ancora una regione con forti peculiarità resta. Questo elemento non è nuovo e rappresenta una continuità con le esperienze precedenti. Tuttavia, se letto nell ottica del laboratorio Marche, cioè della regione come luogo per un esperimento politico da trapiantare in altri contesti, ne mina in partenza gran parte della validità. 11

APPENDICE Tab. 1. Affluenza alle urne, dati percentuali sul totale aventi diritto. Un confronto Marche, regioni rosse e Italia per le regionali 2010 e 2005. 2010 2005 Differenza (2010-2005) Marche 62,7 71,4-8,7 Emilia Romagna 68 76,6-8,5 Toscana 60,9 71,4-10,4 Umbria 65,3 74,2-8,8 Media Reg. rosse 64,7 74-9,3 Media nazionale 64,1 72-7,8 12

Tab. 2. Consiglio regionale della Regione Marche (2005-2010). Percentuale votanti e voti validi sul totale degli elettori; percentuale dei voti ottenuti dalle liste provinciali sul totale dei voti validi. Pesaro - Urbino Ancona Macerata Fermo Ascoli Piceno Marche 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 % Votanti 72,9 64,2 72,5 63,5 70,1 61,9 72,3 61,1 68,4 61,3 71,5 62,8 % Voti validi 87,9 91,7 85,5 89,3 81,4 86,1 87,8 87,9 88,0 91,1 85,8 89,3 Federazione della Sinistra 1 8,7 3,5 11,8 3,9 9,2 3,4 10,3 4,1 11,2 4,9 10,2 3,9 Sinistra Ecologia e Libertà 1,8 3,3 2,1 3,4 2,7 2,6 Verdi 2,8 1,8 4,2 1,8 2,5 1,6 4,5 1,3 2,3 2,2 3,3 1,7 Partito Democratico 2 46,9 35,1 42,3 32,5 35,2 25,2 35,8 31,1 34,1 29,7 40,1 31,1 Italia dei Valori 1,4 8,3 1,4 9,6 1,2 8,7 1,2 7,6 1,7 11,0 1,4 9,1 Alleanza per l Italia 0,6 3,2 3,1 0,8 1,1 2,0 Unione di Centro 4,2 3,9 6,5 5,5 11,3 7,9 6,9 6,3 8,4 6,3 7,2 5,8 Alleanza Riformista 3 2,7 1,6 1,4 5,6 1,8 1,3 2,4 0,9 2,3 1,7 2,0 2,7 Udeur 0,8 1,9 1,7 3,5 2,3 1,8 Lega Nord 1,5 9,1 4,9 1,1 7,0 1,3 5,4 0,9 4,4 0,8 6,3 Partito delle Libertà 4 28,9 31,6 28,3 27,4 34,5 35,6 32,8 35,0 34,3 29,5 31,1 31,2 La Destra 5 0,9 0,7 1,5 1,1 1,2 1,6 1,3 2,3 1,4 1,2 1,3 1,3 Altri Centrosinistra (Liste Civiche Marche) 1,0 1,4 0,8 0,6 0,4 1,1 0,9 1,2 0,7 0,9 Altri Centrodestra (Insieme per il Presidente) 0,5 0,6 1,3 0,5 5,0 1,3 Altri 0,2 1 Nel 2005: Pdci+Prc; 2 Nel 2005: Ds+Margherita / Uniti nell Ulivo; 3 Nel 2005: DC+Patto Democratico; 4 Nel 2005: An+Fi; 5 Nel 2005: Alternativa Sociale+Mov. Soc. I dati di Pesaro-Urbino riferiti alle elezioni del 2005 sono stati ricalcolati non tenendo conto dei 7 Comuni della Valmarecchia passati con l Emilia-Romagna prima delle elezioni del 2010

Tab. 3. Consiglio regionale della Regione Marche (2005-2010). Votanti e voti validi; voti ottenuti dalle liste provinciali. Pesaro - Urbino Ancona Macerata Fermo Ascoli Piceno Marche 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 Votanti 213.246 189.840 282.488 249.651 186.059 169.584 104.377 89.401 122.408 110.700 908.578 809.146 Voti validi 187.371 174.020 241.577 223.055 151.380 146.026 91.704 78.631 107.749 100.874 779.781 722.606 Federazione della Sinistra 1 16.350 6.098 28.318 8.759 13.861 4.951 9.406 3.244 12.075 4.923 80.010 27.975 Sinistra Ecologia e Libertà 3.171 7.322 3.151 2.693 2.771 19.108 Verdi 5.159 3.087 10.053 3.942 3.718 2.320 4.136 1.050 2.442 2.242 25.508 12.641 Partito Democratico 2 87.844 61.119 102.121 72.429 53.257 36.885 32.822 24.479 36.711 29.985 312.755 224.897 Italia dei Valori 2.672 14.391 3.459 21.341 1.846 12.677 1.106 6.002 1.869 11.125 10.952 65.536 Alleanza per l Italia 1.064 7.204 4.473 669 1.144 14.554 Unione di Centro 7.779 6.784 15.792 12.238 17.066 11.568 6.295 5.000 9.065 6.399 56.027 41.989 Alleanza Riformista 3 5.091 2.865 3.339 12.552 2.681 1.883 2.195 687 2.423 1.714 15.729 19.701 Udeur 1.491 4.507 2.522 3.174 2.431 14.125 Lega Nord 2.724 15.845 10.963 1.688 10.205 1.196 4.289 921 4.424 6.529 45.726 Partito delle Libertà 4 54.287 55.086 68.301 61.088 52.311 51.991 30.151 27.505 37.004 29.802 242.054 225.472 La Destra 5 1.702 1.160 3.723 2.504 1.806 2.407 1.223 1.843 1.519 1.264 9.973 9.178 Altri Centrosinistra (Liste Civiche Marche) 1.905 2.481 1.964 1.388 624 1.658 747 1.259 5.752 6.274 Altri Centrodestra (Insieme per il Presidente) 869 1.325 1.857 423 5.081 9.555 Altri 367 367 1 Nel 2005: Pdci+Prc; 2 Nel 2005: Ds+Margherita / Uniti nell Ulivo; 3 Nel 2005: DC+Patto Democratico; 4 Nel 2005: An+Fi; 5 Nel 2005: Alternativa Sociale+Mov. Soc. I dati di Pesaro-Urbino riferiti alle elezioni del 2005 sono stati ricalcolati non tenendo conto dei 7 Comuni della Valmarecchia passati con l Emilia-Romagna prima delle elezioni del 2010 14

Tab. 4. Consiglio regionale della Regione Marche (2005-2010). Percentuale dei voti ottenuti dalle coalizioni regionali sul totale dei voti validi. Pesaro - Urbino Ancona Macerata Fermo Ascoli Piceno Marche 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 % Votanti 72,9 64,2 72,5 63,5 70,1 61,9 72,3 61,1 68,4 61,3 71,5 62,8 % Voti validi 94,3 95,3 94,7 95,7 93,2 94,9 93,3 93,9 94,3 95,7 94,1 95,2 Centrosinistra (Spacca) 61,2 52,9 63,1 58,9 49,7 48,6 55,1 48,6 53,6 51,2 57,7 53,2 Centrodestra (Marinelli) 34,8 41,5 33,4 33,4 47,2 45,4 40,9 42,7 42,2 39,7 38,6 39,7 Sinistra (Rossi) 5,5 7,7 6,0 8,6 9,1 7,1 Patto Democratico 2,9 2,0 1,9 2,5 2,4 2,3 Rosini Presidente 1,2 1,5 1,2 1,4 1,9 1,4 I dati di Pesaro-Urbino riferiti alle elezioni del 2005 sono stati ricalcolati non tenendo conto dei 7 Comuni della Valmarecchia passati con l Emilia-Romagna prima delle elezioni del 2010 Nel 2005 l Udc faceva parte della coalizione di centrodestra e le forze della coalizione di sinistra (Prc, Comunisti Italiani e Sel) facevano parte del Centrosinistra. Nel 2010 l Udc fa parte della coalizione di Centrosinistra Tab. 5. Consiglio regionale della Regione Marche (2005-2010). Voti ottenuti dalle coalizioni regionali. Pesaro - Urbino Ancona Macerata Fermo Ascoli Piceno Marche 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 2005 2010 Votanti 213.246 189.840 282.488 249.651 186.059 169.584 104.377 89.401 122.408 110.700 908.578 809.146 Voti validi 201.020 181.025 267.536 238.905 173.405 160.922 97.377 83.947 115.466 105.950 854.804 770.749 Centrosinistra (Spacca) 122.927 95.797 168.945 140.660 86.174 78.248 53.701 40.840 61.842 54.278 493.589 409.823 Centrodestra (Marinelli) 69.943 75.233 89.268 79.927 81.777 72.996 39.839 35.891 48.707 42.028 329.534 306.075 Sinistra (Rossi) 9.995 18.318 9.678 7.216 9.644 54.851 Patto Democratico 5.784 5.232 3.359 2.433 2.716 19.524 Rosini Presidente 2.366 4.091 2.095 1.404 2.201 12.157 I dati di Pesaro-Urbino riferiti alle elezioni del 2005 sono stati ricalcolati non tenendo conto dei 7 Comuni della Valmarecchia passati con l Emilia-Romagna prima delle elezioni del 2010. Nel 2005 l Udc faceva parte della coalizione di centrodestra e le forze della coalizione di sinistra (Prc, Comunisti Italiani e Sel) facevano parte del Centrosinistra. Nel 2010 l Udc fa parte della coalizione di Centrosinistra. 15