IL MEETING UOMINI POVERI, POVERI UOMINI. Luis Badilla Morales



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Transcript:

IL MEETING Luis Badilla Morales UOMINI POVERI, POVERI UOMINI La bellissima introduzione ci fa capire qual è il tema conduttore della mattinata: la povertà analizzata, condivisa, sviscerata dai giovani, da coloro che, alla fine dovranno prendere in mano le redini del mondo. Prima di tutto voglio fare sinceramente i complimenti per la scelta del tema; una scelta opportuna, un tema che tocca il destino dell umanità: è il problema essenziale. Un grande pedagogista brasiliano, Paulo Freire scomparso nel 77, in modo schematico, per provocare, diceva che la metà dell umanità non dorme perché ha fame, mentre l altra metà non dorme per paura della metà che ha fame. La definiva insonnia cosmica. Ma cosa voleva dire? Il problema essenziale dell umanità, il problema dei problemi, è la fame. Dove la parola fame va letta come povertà e la parola povertà va letta come mancanza di tetto, letto ed alfabeto; non stiamo parlando della povertà francescana o della povertà evangelica. Ecco perché il tema è strategico e fondamentale. Ecco perché la provocazione di Freire è giusta! Voglio portare la mia testimonianza. Sapete che circa 40 anni fa mi sono dovuto improvvisare giornalista per ragioni di pagnotta, o di fame come dice qualcuno. Fui mandato da Radio Vaticana ad intervistare quella donna meravigliosa che era Madre Teresa di Calcutta. Ero tanto intimorito e mi ero preparato molto con ricerche e statistiche. Quando arrivai davanti a lei, nel porgerle la prima domanda, iniziai dicendo: Madre, le statistiche dicono che i poveri ma lei mi fermò, mettendo la mano sul microfono precisando: Così non possiamo parlare; la povertà non esiste. Io non ho mai visto la povertà camminare per le strade di Calcutta, non ho mai visto un povero moribondo che va a suonare ad una porta per avere un pezzo di pane. Cosa mi viene a dire? Esistono i poveri e se vogliamo parlare dei poveri, allora io accetto di parlare della povertà. Spesso molti si rifugiano dietro questo concetto della povertà per non parlare dei poveri. La povertà ha un nome e un cognome, ha gambe, ha cittadinanza, ha passaporto. Dietro la povertà c è sempre un povero, una donna, un bambino, un anziano o, come diciamo oggi sempre più spesso, un impoverito, uno che non era povero, ma piano piano lo è diventato. Tra l altro gli impoveriti aumentano ad un ritmo galoppante, spaventoso, in tutti i paesi del mondo e particolarmente nei paesi ricchi come l Italia. Quindi, la prima cosa che dobbiamo tener presente quando i relatori interverranno sull argomento, è che stiamo parlando di ciò che Papa Francesco definisce la carne di Cristo. Stiamo parlando di persone che possiamo e dobbiamo toccare, non di concetti sociologici e antropologici. La seconda cosa, correlata alla precedente, è legata al diritto alla vita. Noi cattolici, spesso, quando parliamo del diritto alla vita citiamo la questione delicatissima dell aborto, ed è giusto. Ma il diritto alla vita non viene insidiato solo dall aborto, ma anche dalla fame, dalle guerre e da ogni causa che impedisce di vivere. Quando parliamo di povertà e di diritto alla vita dobbiamo pensare ad una questione molto più complessa di quanto, per una cultura abbastanza strana, siamo abituati a fare. Anche la tortura minaccia la vita, anche le dittature minacciano la vita, l intolleranza religiosa minaccia la vita Legata al diritto alla vita va aggiunta anche un altra dimensione, difficile da capire, ma importante, che è la qualità della vita. Nei suoi tanti anni di attività GMA e altre associazioni, non sono riusciti a sradica- 32

re la povertà dall Etiopia e dall Eritrea, ma non era e non è questo l obiettivo. Lo scopo dei progetti è far sì che, pur mantenendo la condizione di povertà, condizione che non si è in grado di rimuovere, sia migliorata la vita delle persone. Il povero che ha disposizione acqua potabile, rimane sempre povero, ma la qualità della sua vita è migliore. Il terzo elemento che mi è piaciuto molto del tema scelto è governare la ricchezza. La povertà ha una sorella molto spesso cattiva che si chiama ricchezza. Non è possibile intellettualmente, metodologicamente ed oserei dire scientificamente affrontare il tema della povertà del mondo senza pensare che questo problema è legato intrinsecamente alla ricchezza, in quanto la povertà deriva sostanzialmente dal malgoverno della ricchezza. Un solo esempio: ci sono parecchi milioni di affamati nel mondo, eppure la FAO, l organizzazione che si interessa di alimentazione e agricoltura, dice che l umanità sarebbe in grado di nutrire almeno nove miliardi di persone, mentre oggi siamo sette miliardi e mezzo. Perché allora ci sono tanti affamati ed ogni secondo muoiono di fame tanti bambini ed anziani se c è la disponibilità di cibo per dare da mangiare anche a chi non è ancora nato? Perché quello che c è è mal governato, perché si spreca, si specula. Povertà e ricchezza sono un binomio inseparabile, sono le due facce della stessa medaglia. Ci sono modelli che si basano sulla generazione di ricchezza in alcuni luoghi della terra sottraendone ad altre parti. Buona parte della ricchezza del popolo italiano, dei popoli europei, dei popoli industrializzati non è altro che il frutto della povertà dei popoli africani, asiatici o latino-americani. C è un meccanismo istituzionale, codificato giuridicamente tramite gli organismi internazionali, istituzionali e finanziari, che perpetua questo sistema e questo modello, in virtù del quale la gran parte della nostra ricchezza e del nostro benessere, la possibilità di lavarci i denti, di andare dal dentista, la possibilità di cambiare telefonino ogni quattro o cinque mesi, di cambiare auto ogni quattro o cinque anni, deriva dal fatto che c è gente che non avrà mai queste possibilità, che non potrà mai portare il figlio dal pediatra o salvarlo da una semplice dissenteria con l Enterogermina. Questo non lo possiamo dimenticare, perché siamo coinvolti nel problema della povertà proprio a causa della nostra ricchezza. Quarto tema: povertà e politica. Tutti i programmi internazionali per eliminare la povertà sono falliti. Non ce n è uno che possa dimostrare un risultato perlomeno dignitoso. Tutti sono falliti perché si sono concentrati solo sulla seconda parte, eliminare la povertà, dimenticando (sospetto volontariamente) la prima parte: governare la ricchezza. Se lo sono dimenticati o hanno fatto finta? Pensavano di poter risolvere il problema come si fa per la febbre con la Tachipirina? Sì, è giusto usare la Tachipirina, ma questa medicina non aggredisce l infezione, elimina solo la febbre. Si sono combattuti solo i sintomi della povertà, non le cause. Quali sono le cause, come si perpetua, come si rigenera la povertà? Siamo nell era della globalizzazione, del progresso tecnologico ultraraffinato, ma non ci sono mai stati tanti poveri come oggi. Ai soliti poveri, quelli storici, oggi si aggiungono gli impoveriti. La politica ha un ruolo in tutto questo. I poveri sono stati colpevolizzati per essere poveri, perché fanno troppi figli, perché non hanno un educazione abbastanza raffinata, perché non hanno il senso della paternità e della responsabilità paterna, e via dicendo. Dobbiamo considerare che anche quello che noi pensiamo e facciamo dovrà avere in qualche momento una sua traduzione politica. Penso alla grande e buona politica, non agli interessi elettorali o alla piccola manovra per eleggere uno o l altro. Infine, credo che la religione e le fedi religiose, innanzitutto quelle che appartengono alla famiglia di Abramo, i Cristiani, i Musulmani e gli Ebrei, anche le grandi religioni hanno molto da dire sull argomento. L anno scorso finché eravamo qui c era un altro Papa, Benedetto XVI, in partenza per il Libano ed 33

eravamo già angosciati e avevamo pregato per la guerra in Siria. A distanza di un anno abbiamo un altro Papa e la Chiesa ha cambiato pagina. Ieri questo Papa ci è venuto in aiuto e durante la veglia di preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel resto del mondo ha centrato la sua meditazione su una cosa che ritengo fondamentale e molto pertinente col nostro tema. Ricordando l episodio biblico di Caino e Abele, il Papa ha ripetuto il dialogo avvenuto tra Dio e Caino quando gli chiede: Dov è Abele? Dov è tuo fratello? E Caino, insolente e arrogante, risponde: Sono io il custode di mio fratello? Ed il Papa allora ha urlato alla fine: Sì, tu sei il custode del tuo fratello! Chi parla di povertà, e per questo sottolineo l elemento della fede, si ricordi che in più ha il dovere di rispondere del fratello. Ora vediamo il video preparato dai giovani di GMA, che da domani sarà in rete su YouTube (http://www. gmagma.org/meeting-gma-2013/), in cui vediamo il lavoro che hanno fatto e le domande che si sono posti. Passiamo ora alla seconda parte con Nicoletta Teodosi, che porterà la testimonianza di ragazzi che si sono interrogati su questo tema ed hanno preparato documentazione grafica ed un film. Nicoletta Teodosi ILLEGALE È LA POVERTÀ O IL POVERO? Buongiorno, noi facciamo parte della campagna Dichiariamo illegale la povertà, non i poveri, per cui mi ricollego ai temi trattati nell introduzione di Luis. Passo prima di tutto la parola al prof. Demetrio Spanti che introdurrà il lavoro fatto dagli studenti di una scuola superiore della provincia di Verona e poi riprenderò la parola. Demetrio Spanti DICHIARIAMO ILLEGALE LA POVERTÀ NON LASCIAMOCI RUBARE LA SPERANZA L istituto tecnico Minghetti è stata la prima scuola italiana ad occuparsi della povertà, partendo dalla campagna Dichiariamo illegale la povertà. Vorrei iniziare con una frase del Papa che è ormai diventata famosa: Non lasciamoci rubare la speranza. Però vi chiedo di fare un passo in più e dico: non lasciamoci rubare la speranza di un cambiamento, perché noi siamo chiamati a non perdere la speranza come professori, come politici, come giovani. La speranza è seduta da questa parte, la speranza è seduta tra voi e sperando in un cambiamento, la campagna parte per dare un volto, un nome ed un cognome a chi ce la ruba, questa speranza. Noi l abbiamo fatto a scuola all interno di un percorso didattico. L hanno fatto questi studenti che, evidentemente, non hanno assolutamente perso la speranza. Tutto ciò è stato reso possibile grazie anche al nostro dirigente scolastico, il dottor Paolo Beltrame. Ci vuole un grande coraggio: la speranza richiede un grande coraggio. Non abbiamo avuto paura di metterci in gioco e abbiamo fatto una ricerca che potrete vedere oggi proiettata sullo schermo. È una ricerca forte che prende posizione. Perché una cosa è dire non perdiamo la speranza, ma poi ci viene detto che certe politiche ce le chiedono i mercati, l Europa. Invece è proprio lì la sfida. È possibile immaginare un altra strada? Siamo chiamati a rispondere come professori, come politici e i ragazzi, nella loro grandezza, hanno risposto come studenti. Studentessa Andra L ESPERIENZA DELL ISTITUTO MINGHETTI DI LEGNAGO NEL BANNING POVERTY La ricerca che abbiamo fatto a scuola non è partita dalla povertà nei paesi sottosviluppati o dalla povertà in generale. Confrontandoci a scuola, ab- 34

biamo capito che la povertà prima di affliggere gli altri, colpisce noi stessi. Spesso parliamo del fatto che i nostri genitori fanno fatica ad arrivare a fine mese, che non sanno come comprare i libri per la scuola. Noi siamo partecipi di tutto quello che fanno per noi i nostri genitori. Il professore, sentendoci parlare di tutti i nostri problemi, ha proposto di fare questa ricerca e di operare un piccolo cambiamento. Noi tutti siamo stati felici di poter approfondire il concetto di banning poverty ; abbiamo cercato nel nostro piccolo di fare politica e siamo stati orgogliosi di praticare una politica con la P maiuscola. Nicoletta Teodosi Un grazie alla scuola Minghetti di Legnago e al professor Spanti che hanno promosso questa iniziativa. Io vengo da Roma, ma lavoro in tutta Italia e in Europa. Partecipo alla campagna Dichiariamo illegale la povertà, in inglese Banning poverty. Non è, infatti, una campagna solo italiana, ma mondiale. Chiediamo che nel 2018, in cui ricorre il 70 anniversario dei Diritti dell Uomo, le Nazioni Unite dichiarino illegale la povertà, non i poveri, e tutte quelle pratiche e istituzioni che producono povertà. Siamo nati nel 1990 a Bruxelles, come rete europea di lotta contro la povertà, presente con sistemi nazionali in tutti gli stati europei; cerchiamo di mettere in collegamento quanto accade localmente, ad esempio questa iniziativa, con il livello europeo e viceversa, in materia di politica sociale. Perché l Europa non è solo quella che impone le cose, ma l Europa siamo noi, singoli cittadini, che la costruiamo giorno per giorno. È un alibi, quando leggiamo o sentiamo alti rappresentanti del nostro Paese dire che il sacrificio è necessario perché ce lo chiede l Europa. Non è vero. L Europa e chi lavora nel contesto europeo ci chiede chiarezza. Proprio perché l Europa è composta da 22 lingue diverse, 29 stati diversi con culture, tradizioni, mentalità completamente diverse, ci viene chiesta chiarezza ed il nostro Paese è tutto all infuori che chiaro. Non è chiaro nei confronti dell Europa, non è chiaro nei nostri confronti. Io, quindi, nasco in questo contesto europeo, dove tuttora si scambiano esperienze con altre organizzazioni come le nostre. Noi non siamo dei teorici: ognuno di noi lavora, come voi, sul campo. Io sono assistente sociale e lavoro per dei comuni. Sono molto contenta che qui ci siano degli amministratori e dei sindaci, fondamentali per le politiche sociali e per la risposta alla persone in povertà. Ci troviamo a lavorare tutti i giorni con persone di tutti i tipi. Purtroppo molte persone si stanno impoverendo, perché chi lavora nel comparto privato sta progressivamente perdendo il lavoro e si rivolge ai sindaci. Non so qui, ma nel centro-sud la fila delle persone davanti la porta dei sindaci comincia ad allungarsi sempre di più, non con le persone che normalmente si sono rivolte ai sindaci e ai servizi sociali, ma con persone che in precedenza non avevano mai chiesto un contributo o un sostegno. Affinché l Assemblea delle Nazioni Unite nel novembre 2018 dichiari illegale la povertà, mettiamo in discussione e vogliamo combattere le pratiche, le scelte istituzionali e le politiche che oggi hanno creato maggiore povertà ed aumentato il divario tra chi è ricco (mediamente si considera che siano il 10% delle persone) ed il resto della popolazione. Questo divario si sta facendo sempre più ampio: ciò significa che il ceto medio sta progressivamente scomparendo. Ci stiamo uniformando alle società tipo quella statunitense, in cui il divario tra ricchi e poveri è fortissimo, anziché andare verso la nostra tradizione in cui la distanza tra chi era ricco e chi apparteneva al ceto medio non era così accentuata come oggi. Quello che noi vogliamo, oltre alla risoluzione delle Nazioni Unite, è mettere in discussione certe scelte fatte, come quella che definiamo la finanza predatrice. Da dieci anni a questa parte non si fa che parlare in televisione, in radio e nei giornali, di Borsa e di Finanza, come se la stragrande maggioranza dei 60 milioni di cittadini italiani avesse investito in Borsa. Non parliamo della Finanza, che investe nel mercato solidale, ma della Finanza predatrice che investe in armi e nello sfruttamento dell essere umano. Noi critichiamo anche le scelte di certe istituzioni come il Fondo Monetario o la Banca Mondiale, perché se è vero che sono nate nel 1948 per aiutare i paesi ad 35

uscire dalla Seconda Guerra Mondiale, è anche vero che nel corso degli anni le decisioni portate avanti hanno impoverito sempre di più i paesi africani e del cosiddetto sud del mondo. Per terminare, Banning poverty, con i 12 punti programmatici, propone la costituzione di gruppi locali per diffondere il programma. Approfitto della presenza dei sindaci per dire una cosa: noi stiamo chiedendo dal 1992, sia a livello nazionale sia europeo, che l Italia istituisca una misura per garantire un reddito anche a chi non ce l ha, definito reddito minimo. Sono state presentate proposte di legge in Parlamento, sono state effettuate sperimentazioni anche dai precedenti governi, ma questa misura non ha ancora visto la luce. Questo è un paese che insieme a Grecia e Ungheria presenta il maggior tasso di povertà in Europa. Quindi, ci rivolgiamo anche ai sindaci: chi meglio di loro sa cosa vuol dire quando una famiglia, un padre o una madre, si presenta alla sua porta e, poi di conseguenza, alla porta dei servizi sociali per chiedere un integrazione o al proprio reddito o a quello che non ha? Riteniamo sia cosa giusta e prioritaria garantire un reddito minimo a quelle famiglie o persone che in una data circostanza della propria vita restano senza lavoro o vivono sotto quella che è considerata soglia di povertà. Vi ringrazio di questa bella manifestazione che si tiene da oltre 40 anni e che riunisce così tanta gente. Nicoletta Teodosi Significa che non dobbiamo criminalizzare la vittima (i poveri sono la vittima, le famiglie sono le vittime). Bisogna agire in maniera omeopatica sulle cause, dichiarando illegale non il risultato, ossia la povertà, ma dichiarando illegali quelle pratiche che conducono alla povertà. Vogliamo individuare, e noi le abbiamo individuate, le cause della povertà. Quando ci viene proposta una legge che presumiamo sia a svantaggio comunque di qualcuno, bisognerebbe immediatamente bandirla. Questi sono reati contro l umanità in genere, contro le persone, i cittadini. Dovremmo essere maggiormente consapevoli ed acquisire quella cittadinanza attiva che ci permette di comprendere ciò che succede ed agire di conseguenza. Credo che questo sia quanto fa GMA da 40 anni. C è un programma di cinque anni, da qui al 2018, e spero che in quell anno parte di noi sia a New York davanti ad una risoluzione in cui vengono dichiarate illegali le pratiche e le istituzioni che impoveriscono l essere umano. Eugenio Melandri LA RICCHEZZA DELLA POVERTÀ In verità il tema che dovrei trattare è difficile per una serie di motivi. Innanzi tutto tocca l aspetto linguistico, il significato dei termini ricchezza e povertà, difficili da definire, proprio perché teorici con diverse sfumature. Il Vangelo dice: Beati i poveri. Allora mi chiedo se sia il caso di fare una campagna per eliminare la beatitudine dal mondo! Nella Bibbia Dio si rivolge a quelli che lui chiama anawim, i poveri, che sono il terreno fertile per il suo messaggio. D altra parte anche nel Vangelo Gesù va nella sinagoga ad annunzia ai poveri la buona novella, quasi a significare che ci sia una sorta di povertà estremamente positiva. La Chiesa latino-americana ha un epopea di scelta della povertà e di scelta dei poveri. Il Concilio Vaticano II ha invitato la Chiesa a fare la scelta preferenziale dei poveri e potrem- Luis Badilla C è un istituto di ricerca statunitense molto famoso, forse il più importante al mondo, che ha studiato la percezione della parola illegale in 42 nazioni. I risultati sono sorprendenti: la percezione delle popolazioni riguardo il concetto di legale o illegale è completamente diversa. In Italia, ovviamente, c è una percezione molto particolare della legalità! A Nicoletta avevo prima formulato una domanda alla quale mi piacerebbe rispondesse anche davanti a tutti voi: se dichiariamo illegale la povertà, mica la eliminiamo! Cosa significa in concreto, che sfida rappresenta per la coscienza dell opinione pubblica la lotta per dichiarare illegale la povertà? 36

mo andare avanti a lungo. Se vagliamo il termine ricchezza, ci accorgiamo che talvolta quando si ritiene qualcuno ricco, che sta bene, probabilmente andando a considerare altri punti di vista, non è così vero. Nel Vangelo di Luca, accanto a Beati voi che siete poveri, Gesù dice: Guai a voi che siete ricchi. Nello stesso tempo la ricchezza appare come la soddisfazione di tutto, tanto da non avere più bisogno di nessuno, nemmeno di Dio, ed il ricco è condannato. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Sa facciamo un ragionamento di questo tipo, capiamo che probabilmente dietro le parole ricchezza e povertà ci sono diversi significati ben messi in evidenza dai nostri ragazzi nella loro presentazione. D altra parte se cerchiamo di capire quanto sta avvenendo, ci accorgiamo di alcune cose: nessun governo, di destra, sinistra, centro-destra, centro-sinistra, ammetterà di fare una scelta per impoverire la società; tutti diranno di procedere con la data scelta per permettere alla società di andare avanti. Entrando nel merito delle cose, ci accorgeremmo probabilmente che la politica da sola non è capace di risolvere i problemi e che dietro alle scelte politiche fatte, ci sono realtà che vanno in una direzione, ma anche nella direzione opposta. Per esempio, è stato detto che se si vuole la possibilità di vivere per tutti le risorse, che ci sono per tutti, vanno distribuite e se vogliamo questo, deve crescere la ricchezza del mondo ed aumentare il PIL. In questo modo, non si sa per quale meccanismo (si è parlato di mano invisibile), la ricchezza si spargerà e farà in modo che tutti abbiano la possibilità di vivere. Questa teoria, oggi imperante, ci vuole convincere che l importante è accumulare ricchezza. Una volta accumulata, una mano invisibile e talune politiche la distribuiranno. Ma se andiamo ad esaminare i risultati di questa operazione ci accorgiamo che negli ultimi 20 anni la ricchezza si è sempre più polarizzata, rendendo i ricchi ancora più ricchi ed i poveri ancora più poveri. Un altro dato estremamente significativo è che la cosiddetta povertà è andata aumentando non solamente nei paesi tradizionalmente poveri, ma anche nei paesi ricchi. Noi assistiamo ad un aumento esponenziale della povertà in Italia e in Europa, dove persone o famiglie sono povere e non possiedono il necessario per vivere, nonostante abbiano un lavoro: il costo della vita è diventato talmente alto da non permettere loro di farvi fronte pur percependo uno stipendio. Si è creato un meccanismo che da una parte intende abbattere la povertà, ma di fatto fa in modo che la ricchezza vada a finire sempre dalla stessa parte. Altre teorie dicono che a questa situazione si deve reagire con le politiche fiscali, l aiuto che la politica dà alla cosiddetta mano bianca. Se il meccanismo economico crea disparità, attraverso le tasse facciamo in modo di ridistribuire le ricchezze andate a finire in maniera non equa nella società. Ma al di là di tutto, ci accorgiamo che le politiche fiscali colpiscono solo sul ciò che è conosciuto come ricchezza, non sul sommerso o dove non si vuole vedere e così i ricchi non pagano le tasse! La nostra Costituzione dice che le tasse devono essere proporzionali, per cui chi è ricco deve pagare sicuramente più del povero. Di fatto sta accadendo che in tanti paesi, Italia compresa, a pagare è la classe media, mentre la ricchezza vera sfugge. Ossia: è equo togliere la tassa sulla prima casa a chi possiede castelli o ville di un certo valore, magari con 14 stanze, 20 bagni, 2 piscine? Al di là di come ognuno è libero di pensare, sono domande che dobbiamo porci comunque, per portare avanti una politica che attacchi la povertà. Un altra politica asserisce che il problema non sia la povertà, ma la ricchezza. Non sono i poveri a far sì che ci sia tutta questa disparità nel mondo, bensì i ricchi. Se si prendesse la loro ricchezza e la si distribuisse, si risolverebbe il problema. Si riaprirebbe tutta la tematica che va dalla lotta di classe in avanti, a dimostrazione del fatto che il problema reale non è tanto quello di abbattere la povertà, quanto quello di governare la ricchezza trovando il modo di distribuirla per dare a chi non ce l ha, il necessario per vivere. Noi probabilmente abbiamo timore di guardare seriamente le cose come sono, perché se è vero che il mondo ha risorse tali che ognuno possa vivere decentemente, è altrettanto vero che per fare in modo che questo avvenga, bisogna che la ricchezza venga presa da dove si trova per metterla dove non c è. Con questi presupposti, probabilmente di fronte al tema della povertà e della ricchezza ha ragione anche chi ritiene di voler lottare contro la povertà 37

per fare in modo che tutti vivano una povertà dignitosa. Io faccio parte di Banning Poverty e dirigo la rivista Solidarietà Internazionale che prepara tutti i dossier su questa campagna. Emmaus ha deciso di non aderirvi proprio perché non è d accordo nel bandire la povertà, anzi vuole propagandarla. Secondo loro tutti dovrebbero sapere che il mondo potrà andare avanti solo nella misura in cui si abbatte un certo tipo di ricchezza accontentandosi di vivere in una povertà dignitosa. Come molti di voi sapranno, Emmaus ha fatto dei poveri che si auto organizzano il centro della sua attività. Ma anche in altri settori emerge questa tendenza. Dobbiamo costruire un mondo che accaparra sempre più risorse in nome del PIL e della crescita, rubandole alla natura e portando via il futuro ai nostri figli? Secondo alcuni esperti, da alcuni giorni viviamo in riserva, perché nel 2013 abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra dovrebbe darci in un anno: stiamo quindi rubando risorse che poi pagheranno le generazioni future. Nello stesso tempo è partita questa campagna della decrescita felice: cerchiamo di ritrovare il senso della vita in termini diversi, scambiamo un po di cose che abbiamo per un po di felicità e di convivialità. Si mettono in evidenza dei paradossi che esistono in questa società: pensate che ogni giorno partono camion di carta igienica che dall Italia vanno in Francia e viceversa. Questo è il motto dell economia. Tutti i giorni ci sono delle acque minerali che vengono messe in una cisterna, portate in Germania per essere imbottigliate, riportate in Italia per essere etichettate e vendute. In questo modo aumenta il PIL e si crea ricchezza. Tutta l economia è retta in questo modo, così come la finanza, finanza predatrice. Ma voi sapete che tutti i giorni quando si parla della Borsa, io mi vanto di non avere mai capito niente? Quando sfoglio i giornali salto direttamente le pagine della Borsa. L idea è che il denaro crea denaro, ma non è per niente vero. Il denaro crea denaro perché è speculativo. La ricchezza finanziaria è immensamente più grande della ricchezza reale e si gioca su queste situazioni e chi ci rimette sono sempre i più poveri. Finché la politica non avrà un anima, non sarà possibile risolvere i problemi. L avere un anima permetterà l incontro tra chi sostiene la campagna per dichiarare illegale la povertà e coloro che ritengono la povertà un valore. Il messaggio reale di questa campagna consiste nel ravvedimento della politica e della società che devono ritrovare la saggezza per la quale ognuno, avvertendo il bisogno dell altro, gli si metta accanto e gli dia la mano. Questo è il sogno della Bibbia, del Vangelo e anche di Banning Poverty. Da una parte c è chi pensa che dovremmo diventare tutti poveri, nel senso positivo del termine, quel genere di povero di cui si parla nel Vangelo, per diventare persone che sanno di avere bisogno le une delle altre ed insieme bisogno di Dio. Avendo bisogno gli uni degli altri, ci si deve dare una mano e per forza di cose le ricchezze si ridistribuiscono. Dall altra parte c è che pensa ci sia bisogno di imporre delle leggi, di imporre un diritto. Esistono tante leggi, nel diritto sia nazionale, sia internazionale, che non vengono applicate, però ci sono e il diritto è l unica arma per coloro che non hanno armi. È quindi importante che ci sia anche una dichiarazione internazionale per potercisi aggrappare, unica forza, quella del diritto, per chi non è potente. È questo il senso e l importanza di dichiarare giuridicamente illegale la povertà. Nella Fattoria degli animali di Orwell si dice che tutti gli animali sono uguali, ma i maiali erano più uguali degli altri anche in Italia c è qualcuno che vuole essere più uguale degli altri. Ecco che la legge diventa importante, perché è l unica cosa a cui ci si può aggrappare. Allora mettete insieme le due parti: l anima di chi dice che gli uni devono avere bisogno degli altri, costruendo così una società più ricca dal punto di vista umano e chi invece vede la povertà vissuta oggi come espulsione dalla società, come mancanza di libertà, quindi vuole che sia dichiarata illegale. Da questo incontro si potrà trovare una strada non solo politica, ma anche umana, per risolvere i problemi, altrimenti costruiremo un mondo in cui non ci può essere pace, perché la pace è legata alla giustizia. Prima Luis ha citato l insonnia cosmica di Paulo Freire, ora io cito un brano dell enciclica Populorum Progressio di Paolo VI, che ha quasi 50 anni e che 38

dice: ostinandosi nella loro avarizia, i ricchi provocheranno il giudizio di Dio e la collera dei poveri. A me sembra che ai ricchi non importi niente del giudizio di Dio, ma dovrebbero preoccuparsi della collera dei poveri! Luis Badilla Ci stiamo avviando alla conclusione, per cui diamo la parola ai due giovani per i loro interventi, poi chiuderà Padre Vitali. Maria Boggian LA POVERTÀ VISTA DA NOI Vi presento rapidamente i nostri due giovani, Lidia Pisotti e Mario Pieropan; sono stati adottati tramite la nostra associazione (Progetto Alem). Lidia fa anche parte del nostro Consiglio Direttivo. Hanno sempre frequentato la sede, perché i loro genitori hanno fin dall inizio partecipato ai corsi di formazione per le famiglie adottive che organizziamo ancora due volte all anno per accompagnare i nostri ragazzi nella società di oggi. Loro fanno parte del gruppo che sta iniziando il cammino del futuro di GMA. Abbiamo con noi anche il dott. Benini che sta seguendo sia le famiglie sia i giovani. Tutte le interviste e i filmati, la rappresentazione iniziale del dialogo tra il bianco e il nero, tra la ricchezza e la povertà sono lavori effettuati da loro in autonomia, seppure con l appoggio dello staff di GMA, in particolare di Laura Arici. Nemmeno io conosco i loro interventi. Mario Pieropan Vorrei iniziare il mio intervento facendovi vedere un quadro che rappresenta un bambino nero che sta battendo un tamburo. Questo bambino non ha il problema dei vestiti, infatti non ne ha addosso. Non ha problemi di TV, non ha problemi di relazione, perché non ha nessuno vicino a lui, però sorride ed usando quello che ha a disposizione, una bacchetta ed un tamburo, è felice. Noi che invece abbiamo tutto, amici, TV, bei vestiti, non ci sentiamo spesso felici al 100%. Potevo essere io al posto di quel bambino, ma ho avuto la fortuna di non esserlo, eppure non mi sento felice al 100%. Lui, secondo me, è più felice. Il problema non è analizzare la povertà per risolverla economicamente, il problema è più profondo e sta nel chiedersi cosa sia la povertà. La campagna Banning Poverty è nata da un lavoro in classe di persone che partendo da un dialogo sono arrivati ad un sogno: che la campagna contro la povertà sia approvata dalle Nazioni Unite nel 2018. Se tornando da questo incontro troverete l occasione di parlare con qualcuno che non vi ha partecipato, in ufficio, nelle parrocchie o altro, chiedete alle persone cosa pensano della povertà e sentirete risposte diverse e potrebbero nascere idee quanti altri sogni potrebbero prendere vita? Quante paure o angosce potrebbero emergere? Ci sono tante sfumature di ricchezze e tante di povertà e se le tirate fuori, qualcosa di buono verrà sicuramente fuori. Dopo tutto sognare non costa nulla, ma provarci è molto più di un sogno: è la verità e la vita! Lidia Pisotti È stato molto divertente girare tutti i video che avete visto. Avremmo fatto una ventina di interviste chiedendo alla gente cosa fosse per loro la povertà. Non è stato complicatissimo, ma chiederlo a me è stato più difficile. Pensandoci, mi son detta che per me povertà è l assenza di una carezza, di uno sguardo, di un attenzione. L emarginazione rende la persona ancora più povera. Prima sono stati citati grandi libri, io cito semplicemente il Piccolo Principe: è l interesse, lo sguardo che tu hai verso la tua rosa a renderla così preziosa e così ricca! Oggi abbiamo dedicato il nostro tempo ad una campagna, alla volontà di cambiare qualcosa. Questo nostro interesse rende i poveri del mondo un po meno poveri, ma soprattutto rende noi che siamo qui molto più ricchi. 39

Padre Vitale Vitali POVERI NOI Non voglio entrare nel merito delle cose che sono già state dette, ma parlo dell esperienza che viviamo qui tutti i giorni. Sono responsabile di una quarantina di ragazzi disabili che vivono qui e in un paese vicino. Cerco di dare loro un futuro, anche se alcuni di loro ormai non sono più ragazzi. Qual è il problema? Il problema sta nel fatto che se ci sono tagli da fare, viene tagliato a loro: la politica sta tagliando i fondi a favore dei disabili, perché non contano, non valgono. Eppure loro sono felici è incredibile. Io vivo con loro tutti i giorni, li vado a prendere, li riporto a casa e noto in loro una contentezza anche se non hanno niente. Gli Enti pubblici stanno tagliando agli ultimi, quelli che non andranno mai in piazza. Non vanno a votare; ho chiesto loro di andare a votare, non importa per chi, ma la maggior parte di loro non ha nemmeno la tessera per poterlo fare. Questo è l andazzo: i poveri pagano sempre di più. Quando si è trattato di aderire alla campagna, ho chiesto di cambiarne il titolo. Cerchiamo di governare le ricchezze, in senso buono, non per andare a togliere a chi ha, ma ridistribuire e dare qualcosa all ultimo, che non è così per colpa sua poveri ci si diventa. Non andiamo mai a colpire le cause del fatto che uno diventa povero. Si guarda solo alla statistica e a questo ci siamo abituati, anche guardando la TV. Chi si commuove più se affonda un barcone a Lampedusa? La notizia successiva è su Miss Italia allora ci passiamo sopra, non ci pensiamo più. Pensiamo alla fine che ha fatto il buon Samaritano: noi di fronte ad alcune cose passiamo sull altra sponda, oppure facciamo altre mille cose, non abbiamo tempo, siamo impegnati. Invece è importante fermarsi; ognuno è prossimo all altro. Se non si parte da qui non si risolveranno mai i problemi. Sono convintissimo che possiamo fare quante campagne vogliamo, ma i poveri ci saranno sempre! Il Signore ha detto: <<I poveri li avrete sempre con voi>>, ma un conto è essere poveri e un altro conto è la miseria degli ultimi, di quelli che non ce la fanno. Una volta in Regione, arrabbiato, ho detto che se non avevano niente per loro, avrei pagato io le pallottole e venissero qui ad ammazzarli tutti, tanto vale, è più semplice e si risolve il problema. Tutti ricordano l attentato alle Torri Gemelle: sono morte 2.792 persone. Tutti ne parlano ancora ed è giusto. Ma oggi, in questo giorno, stanno morendo di fame 9.000 bambini! In 10 giorni ne muoiono 90.000, in un mese 270.000. Sono un enormità, eppure non c è una lacrima, non c è una notizia; sono morti invisibili di persone invisibili che non contano nulla. È questa freddezza che sta attanagliando un po tutti, che fa rimuovere questi problemi, ma esistono nella realtà! C è un ingiustizia degli uomini se muoiono tutti questi bambini. Nel 1975 il nuovo ordine economico si era impegnato ad eliminare la povertà entro il 2000. Chi poteva dire di no? Era una buona idea. Nel 2000 i poveri sono saliti ad oltre un miliardo di persone. Allora hanno lanciato un altra campagna: entro il 2015 dimezzare la povertà, visto che non si è riusciti ad eliminarla. Oggi i poveri sono quasi tre miliardi e se non si agisce sulle cause, si sa in anticipo che sarà un fallimento. Ci stiamo accorgendo che quest ondata di povertà sta raggiungendo anche noi e ci troviamo in grosse difficoltà. Non credo si possa eliminare la povertà. Ricordo sempre mia nonna che mi faceva portare la sera un piatto di minestra ad un signore e non capivo il perché. Oggi se avanza qualcosa, si butta nella pattumiera. Oggi che la povertà si sta presentando anche a noi, incominciamo a capire di più quelli che non hanno niente: ben venga! Il GMA si trova a vivere questo passaggio particolare, in cui ci chiediamo cosa abbiamo fatto finora e cosa vogliamo continuare a fare. Non facciamo grandi sogni, non facciamo grandi progetti: vogliamo dare le cose essenziali a quelle persone che incontriamo nel nostro cammino. La povertà è generalizzata non perché l Africa è povera, ma perché noi l abbiamo resa povera. Lo dicevo ieri in assemblea ai soci: tutti noi usiamo i telefonini, i computer che sono fatti con il coltan, che viene dal Congo. Per raccoglierlo sono morti migliaia di bambini, sembra la caccia all oro, è un disastro. Molta parte del suolo africano è stata già venduta e non è più africana. Stiamo portando via loro il terreno e le risorse un po alla volta. Possiamo fare alcune semplici cose. La prima è conoscere, senza fidarci di quello che dice la TV e scrivono i giornali. Abbiamo una nostra testa per approfondire le cose e chiederci il perché. Ci siamo chiesti qualche volta perché sono scappati dai loro paesi quei 18.000 morti nel Mediterraneo? Il loro futuro era nel loro paese, perché sono scappati? Dobbiamo farci da soli un idea e non credere a tutto quello che scrivono i giornali. Dovreste leggere anche e soprattutto riviste come Solidarietà Internazionale per capire cosa succede nel mondo: sono appena 30 all anno per scoprire informazioni che non trovate da altre parti. 40

La seconda cosa importante è vedere, andare in Africa a vedere. Ricordo sempre quando, in uno dei primi viaggi in Eritrea con Padre Agostino, vidi in fondo ad una scarpata una mamma appoggiata ad un masso che allattava. Era un periodo di siccità e carestia e Padre Agostino fermò la macchina per vedere se quella donna avesse bisogno di qualcosa. Lei era morta ed il bambino continuava a succhiare per continuare a sopravvivere. Quando uno vede una cosa del genere, non può dire che la Terra non rende perché non piove. Il GMA deve continuare ad operare, rispettando la gente del posto, la loro cultura e la loro mentalità. Diamo loro una possibilità attraverso l istruzione, aprendo asili e scuole. Chi sta scappando, chi arriva a Lampedusa? Chi ha studiato, mentre l ignorante rimane giù. È importante rendersi conto e vedere la sofferenza, anche vedere un bambino che muore di marasma guardandovi con due occhi grandi, come per dire: cosa ho fatto io per morire? Da lì nasce la voglia di fare qualcosa. Smettiamola di mandare là cose, vestiti, scarpe: diamo loro gli strumenti che servono. Due mesi fa ci siamo meravigliati perché un villaggio ha chiesto la tivù. Noi gliel abbiamo data, io ho pensato di dargliela anche in modo che facciano meno figli! Ieri sera dicevamo che ci sono tante schede da assegnare. Non vi si chiede tanto, è 1 euro al giorno. Basta rinunciare ad un caffè al giorno. È questo che ci permette di continuare la nostra attività in Etiopia ed in Eritrea, costruendo scuole, pozzi, mulini, sale multiuso o fornendo animali, piccoli ruminanti che danno velocemente un po di guadagno. Bisogna renderli indipendenti, in modo che non debbano chiedere elemosina. Bisogna stare al loro fianco e dare quello di cui hanno bisogno. L anno scorso abbiamo lanciato una nuova iniziativa e mi fa piacere avere qui tra noi tre sindaci: il nostro di Montagnana, di Merlara e di Urbana. L anno scorso abbiamo proposto ai dieci comuni del mandamento di Montagnana di prendere in carico un villaggio, non tanto per il contributo economico, quanto perché si inizi a parlare di questi problemi tra la gente. Mi ha fatto molto piacere che abbiano accettato, anche se purtroppo per vari impegni non hanno potuto essere tutti presenti oggi. Voglio però fare qualcos altro e già i tre sindaci presenti hanno accettato: voglio che vengano in Africa a vedere e rendersi conto. Paese meraviglioso e gente eccezionale! Ringrazio pubblicamente il nostro sindaco per la sua disponibilità a concederci le sale per i nostri eventi e le annuncio che a gennaio o febbraio terremo incontri formativi territoriali per i volontari aperti a tutti, anche alle altre associazioni. Il GMA appoggia anche la campagna Dichiariamo illegale la povertà : non costa molto dichiararla illegale. Andate a parlare di diritti ai bambini africani, che hanno diritto alla scuola, alla vita Provate ad andare a parlare a loro! Bisogna continuare ad intervenire in questi paesi fino al limite delle nostre possibilità: siamo riusciti a dare acqua ad oltre 600.000 persone. Non dobbiamo occuparci tanto delle leggi, ma, da gente della strada, renderci conto e cercare di continuare a fare quello che stiamo facendo. E quelle che abbiamo fatto, sono cose grandi! Luis Badilla Padre Vitali mi ha fatto venire in mente una chicca di saggezza popolare africana che qualcuno avrà sicuramente sentito. Ognuno infatti, dopo aver sentito questi dibattiti, si chiede: ma io che non conto niente, che cosa posso fare? Tutti possiamo fare qualcosa, eccone la prova. Il racconto della saggezza popolare in alcune regioni dell Africa riguarda le formiche. Anche di fronte ad un problema che sembra irrisolvibile, come quando c è un albero vecchio, con radici profonde, che nessun fulmine riesce a buttare giù, o al massimo ne fa cadere un pezzo e il tronco rimane lì, le formiche, piccole, tante, anonime e costanti, se lo mangiano! 41

42 ALCUNI MOMENTI del MEETING

GMA onlus RINGRAZIA GMA ringrazia per la preziosa collaborazione: BERTELLI SALUMI Cantina vinicola PONTE AL MASERO Cantina vinicola COLLIS BIOTECNICA srl Panificio LUCA ZANINI DUE ELLE Montagnana INTIMO 3 spa RADIO LOVE FM e RADIO LATTEMIELE TOMANIN BAR GISA IMPIANTI I ragazzi di FULL SOUND SERVICE Senza la loro preziosa collaborazione tutto sarebbe stato più complicato! Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno messo a disposizione il proprio tempo, la propria professionalità e le proprie passioni per la riuscita del Meeting delle Famiglie. Carissimi Amici del GMA, vi scrivo questa email a nome mio e degli Animatori Missionari di Cave e dei volontari della Bottega Altri Sapori, in attività dal 1999, nella stessa parrocchia di Cave. Vi ringrazio per la bellissima giornata che ho avuto il piacere, (e l onore perbacco!) assieme a mia moglie Monica Oltre ad averci permesso di proporre, con un banchetto, i prodotti del Commercio Equo Solidale e di aver condiviso con tante persone momenti di socialità molto forti, ci avete, ancora una volta, fatto sentire A CASA NOSTRA. La vostra accoglienza e disponibilità, sommate alle tematiche importantissime ed attuali del Meeting, ci hanno dato un ulteriore carica per continuare nel nostro lavoro nell ambito dell Animazione Missionaria e sull importanza del Commercio Equo Solidale. Siamo convinti, infatti, che questo modo di fare Economia, possa essere uno dei tasselli fondamentali per eliminare tante sacche di povertà ed ingiustizie che purtroppo gravano su molti paesi sopratutto del Sud del mondo. Il vostro modo di lavorare con e per gli ultimi (facendoli protagonisti attivi del proprio futuro) è un esempio che noi, nelle nostre attività, cercheremo sempre di seguire. Per fare tesoro della grande concretezza che caratterizza il vostro operare da più di 40 anni. Vogliamo così, nella semplicità e nei nostri limiti, essere cristiani aperti alle vicende del genere umano abbracciando il grande messaggio d amore che il vangelo, da sempre, ci comunica. Con affetto amicizia e riconoscenza Monica, Sergio, Eleonora, Marco, Fabio, Massimo. 43