WU-LUNG E I-LUNG = = =



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Transcript:

Scritti di Nichiren Daishonin volume 6 WU-LUNG E I-LUNG Ho ricevuto un carico (quattro to 1 ) di riso raffinato, una balla di taro e ho rispettosamente recitato Nam-myoho-renge-kyo. Myoho-renge-kyo è paragonato al loto. Il fiore mahamandara 2 nel cielo e il fiore di ciliegio nel mondo umano sono entrambi fiori ammirati da tutti, ma il Budda non li scelse come simbolo del Sutra del Loto. Esiste una gran varietà di piante: alcune prima fioriscono e poi producono i frutti; altre prima producono i frutti e dopo i fiori; alcune portano un solo fiore e molti frutti, altre molti fiori e un solo frutto, altre ancora producono frutti senza fiorire, ma il loto è l'unico fiore in cui il fiore e il frutto 3 compaiono simultaneamente. Questa è la ragione per cui fra tutti i fiori egli scelse il loto come simbolo del Sutra del Loto. I benefici di tutti gli altri sutra sono incerti perché insegnano che prima bisogna creare buone cause, poi si ottiene la Buddità. Il Sutra del Loto invece è differente: se lo si prende in mano, la mano diventa subito un Budda, se lo si recita con la bocca, la bocca diventa 1. Un to equivale a 18 litri circa. 2. Mahamandara. uno dei quattro fiori del cielo secondo la tradizione indiana. Emette uno squisito profumo e delizia chi lo vede. 3. Frutti: si riferisce al ricettacolo dei semi. 245 subito un Budda. È come la luna che sorgendo da dietro le montagne orientali immediatamente si riflette sull'acqua o come il suono e l'eco che si producono contemporaneamente. Per questa ragione il sutra dice. «Fra coloro che ascoltano questa Legge, non c'è nessuno che non possa ottenere la Buddità. Queste parole significano che se cento o mille persone abbracciano questo Sutra, tutte e cento o tutte e mille, nessuna esclusa, otterranno la Buddità. Nella tua lettera menzioni l'anniversario della morte di tuo padre, il Nyudo Matsuno Rokuro Zaemon. Poiché egli ha lasciato molti figli, i servizi funebri saranno condotti in svariati modi e tu temi che possano offendere la Legge se non sono basati esclusivamente sul Sutra del Loto. Il Budda pronunciò le auree parole: «L'Onorato dal mondo ha predicato a lungo le sue dottrine, ma ora deve rivelare la verità» 5. Il Budda Taho testimoniò che tutto il Sutra del Loto era vero e i Budda delle dieci direzioni lo confermarono estendendo la lingua 6 fino al Cielo di Brahma. Al di là del mare verso sud-ovest esiste un paese chiamato Cina. In quel paese alcuni credono nel Budda ma non negli dèi, altri credono negli dèi ma non nel Budda. Forse anche in Giappone nel passato era così. Comunque sia, in quel paese visse il

calligrafo Wu-lung, il miglior calligrafo della Cina. Si può paragonare ai giapponesi Tofu e Kozei 7. Quest'uomo 4. Sutra del Loto, cap. 2. 5. Ibid. 6. Si dice che la lingua di un Budda sia larga e lunga, una delle sue trentadue caratteristiche fisiche. Ciò, secondo un'antica credenza indiana, indicava la profonda verità delle sue parole. L'episodio dei Budda che estendono la lingua fino al Cielo di Brahma si trova nel capitolo Jinriki (ventunesimo) del Sutra del Loto. 7. Tofu e Kozei: Ono no Tofu (894-966) e Fujiwara no Kozei (972-1027), insieme a Fujiwara no Sukemasa, erano i migliori calligrafi del loro tempo. 246 odiava il Buddismo e aveva giurato di non trascrivere mai le sue scritture. Avvicinandosi alla fine della vita, cadde gravemente ammalato e sul letto di morte espresse le sue ultime volontà al figlio: «Tu sei mio figlio e hai ereditato la mia arte, sei anzi un calligrafo migliore di me. Qualsiasi cattiva influenza tu possa subire, non devi mai copiare il Sutra del Loto». Subito dopo il sangue sgorgò dai suoi cinque organi di senso, la sua lingua si spaccò in sette pezzi e il suo corpo si scompose disperdendosi nelle dieci direzioni. Nonostante ciò, ignorando i tre cattivi sentieri, neanche i suoi familiari capirono che quelli erano presagi della sua caduta nell'inferno. Il figlio si chiamava I-lung ed era anche lui il miglior calligrafo di tutta la Cina. Obbedendo alla volontà del padre, fece voto di non trascrivere il Sutra del Loto. Il re del tempo, che si chiamava Ssu-ma 8, credeva nel Buddismo ed era particolarmente devoto al Sutra del Loto. Desiderando avere una copia del Sutra trascritto dal miglior calligrafo del paese, il re convocò I-lung. I-lung gli riferì la volontà del padre defunto e chiese di essere esonerato dal compito. Trattandosi della volontà del padre, il re convocò un altro calligrafo e gli fece copiare tutto il sutra. Ma il risultato non corrispondeva ai suoi desideri, per cui chiamò nuovamente I-lung e gli disse: «Poiché tu dici che la volontà di tuo padre te lo impedisce, non ti obbligo a trascrivere il sutra, ma devi obbedire al comando di copiare almeno i titoli degli otto volumi». Ma, poiché I-lung continuava a rifiutare, il re infuriato disse: «Tuo padre era un mio suddito come lo sei tu; se per paura di mancare ai doveri filiali non scrivi i titoli, sarai colpevole di disubbidire a un decreto imperiale». Avendo il re insistito ripetutamente, I-lung, pur non volendo mancare ai doveri filiali, non potè rifiutare di 8. Ssu-ma: governante di Ping-chou, nel nord della Cina. Ssu-ma era probabilmente un titolo ufficiale. Non se ne hanno notizie. obbedire all'ordine imperiale, scrisse i titoli 9 del Sutra del Loto e li presentò al re. 247

Tornando a casa, si fermò davanti alla tomba del padre e, piangendo lacrime di sangue, disse: «Per perentoria ingiunzione del re, ho trasgredito alla volontà del padre defunto e ho scritto i titoli del Sutra del Loto». Disperato di non aver potuto evitare la colpa di disobbedire al padre, per tre giorni non si allontanò dalla tomba digiunando e riducendosi in fin di vita. Il terzo giorno, all'ora della tigre 10 era sul punto di morire e, come in sogno, guardando in alto nel cielo, vide un essere celeste che sembrava Taishaku come si vede nei dipinti, con una moltitudine di seguaci che riempivano il cielo e la terra. I-lung gli chiese chi fosse. Quello rispose: «Non mi riconosci? Sono tuo padre Wu-lung. Quando ero nel mondo umano, aderivo alle scritture non buddiste e odiavo il Buddismo, in particolare ero nemico del Sutra del Loto. Per questo motivo caddi nell'inferno di sofferenza incessante. Ogni giorno la mia lingua veniva strappata centinaia di volte. Ora morivo, ora ero di nuovo vivo. Mi lamentavo guardando il cielo o gettandomi a terra, ma inutilmente. Volevo farlo sapere agli uomini, ma non c'era alcun mezzo di comunicazione. Ogni volta che tu dicevi di rispettare come figlio la mia volontà, le tue parole si trasformavano in fiamme che mi tormentavano o in una pioggia di spade che cadevano su di me dal cielo. Tu sei stato un figlio estremamente impietoso, tuttavia, poiché lo hai fatto per non contravvenire alla mia volontà, non potevo prendermela con te: stavo ricevendo la retribuzione per le mie azioni. Mentre pensavo così, un Budda dorato apparve nell'inferno di sofferenza incessante e disse: "Anche gli esseri che hanno distrutto tante 9. I-lung scrisse i titoli su fogli usati come copertine degli otto fascicoli del Sutra del Loto. 10. Ora della tigre: le due ore dalle 3 alle 5 di mattina. 248 buone cause da riempire l'intero universo, se odono anche una sola volta il Sutra del Loto, otterranno senza fallo l'illuminazione" 11. Quando questo Budda entrò nell'inferno di sofferenza incessante, fu come se un diluvio d'acqua fosse gettato su un grande incendio. Essendosi alleviato un poco il mio tormento, giunsi le mani e gli chiesi quale Budda fosse. Il Budda rispose: "Io sono il carattere myo, uno dei sessantaquattro caratteri che compongono i titoli [degli otto volumi] del Sutra del Loto, che tuo figlio I-lung sta copiando in questo momento". Poiché i titoli degli otto volumi sono formati da otto caratteri ciascuno 12, apparvero sessantaquattro Budda simili a sessantaquattro lune piene e l'oscurità dell'inferno di sofferenza incessante si trasformò istantaneamente in una brillante luminosità. Inoltre, per il principio che "ogni luogo diventa la terra del Budda senza cambiare la sua caratteristica" 13, l'inferno di sofferenza incessante divenne la capitale della Luce eternamente tranquilla 14. Io e gli altri dannati siamo diventati dei Budda seduti su fiori di loto e stiamo ora ascendendo alla corte interna del Cielo Tushita 15. Ne informo te prima di ogni altro». 11. Hokke gengi, vol. 8.

12. Il titolo di ciascuno degli otto fascicoli del Sutra si compone di otto ideogrammi, i cinque di Myoho-renge-kyo e i tre indicanti il numero del volume. 13. Il Daishonin qui applica anche all'ambiente insenziente il principio esposto nello Hokke gengi shakusen, secondo il quale gli esseri viventi, in qualunque dei nove mondi si trovino, possono conseguire la Buddità senza cambiare le loro caratteristiche individuali. 14. Luce eternamente tranquilla: attributo della terra ove dimora il Budda. 15. Cielo Tushita: "Cielo della soddisfazione", è il quarto dei sei cieli del Mondo dei desideri. Si dice che i Bodhisattva rinascano in questo cielo prima della loro ultima reincarnazione nel mondo ove otterranno la Buddità. Il Bodhisattva Miroku risiederebbe nella corte interna di questo Cielo. 249 I-lung disse: «È stata la mia mano che ha scritto i titoli. Come puoi esserti salvato tu? Per di più, io non li ho scritti con sincerità. Come è possibile?». Il padre rispose: «Come sei ignorante! La tua mano è la mia mano, il tuo corpo è il mio corpo. Gli ideogrammi che tu hai scritto sono ideogrammi scritti da me. Benché nel tuo cuore non vi fosse fede, li hai scritto con la tua mano. Perciò io adesso sono salvo. E come il caso di un fanciullo che dà fuoco a qualcosa e, pur non avendone l'intenzione, la fa bruciare. Lo stesso è per il Sutra del Loto: se uno crede in esso, ottiene sicuramente la Buddità, anche se non se l'aspettava. Ora che conosci questo principio, non offendere mai [il Sutra del Loto]. Tuttavia, essendo un laico, per te è molto più facile pentirti delle gravi offese. I-lung riferì tutto questo al re. Il re disse: «Il mio desiderio è stato esaudito», I-lung godette del favore reale e tutta la popolazione venerò il Sutra del Loto. il defunto Goro 16 e il Nyudo erano rispettivamente tuo figlio e tuo padre. Tu sei la figlia del Nyudo, perciò ora il Nyudo deve trovarsi nella corte interna del Cielo Tushita. Hoki-bo 17 ti leggerà e spiegherà il significato di questo. Poiché scrivo in fretta non posso entrare in dettagli. Rispettosamente, Nichiren Il 15 novembre 16. Goro (1265-1290): Nanjo Shichiro Goro, quinto figlio di Ueno Ama Gozen e fratello minore di Nanjo Tokimitsu. Morì all'età di sedici anni. 17. Hoki-bo (1246-1333): Hoki-bo Nikko, il nome buddista che Nikko Shonin ricevette nel 1258, quando divenne discepolo del Daishonin. 250 Ueno Ama Gozen Gohenji Gosho Zenshu, pag. 1580 Scritto il 15 novembre 1281 a 60 anni, a Minobu Destinato a Ueno Ama Goze

CENNI STORICI - Il Daishonin scrisse questa lettera il 15 novembre 1281 dal monte Minobu. È indirizzata a Ueno Ama che aveva inviato offerte per commemorare l'anniversario della morte del padre, il Nyudo Matsuno Rokuro Zaemon. Dapprima spiega che il Sutra del Loto è superiore agli altri sutra per la simultaneità di causa ed effetto (inga guji), simboleggiata dal fiore di loto. Poi cita la storia di Wu-lung e I-lung, che appare nello Hokke denki (Tradizioni del Sutra del Loto) scritto da Seng-hsiang della dinastia T'ang, e assicura la donna che i benefici della fede dei figli nel Sutra del Loto, si estendono ai genitori conducendoli alla Buddità. Ueno Ama era la moglie di Nanjo Hyoe Shichiro, signore di Ueno nella provincia di Suruga. Ebbe nove figli, fra i quali Nanjo Tokimitsu che in seguito donò a Nikko Shonin la terra ove si trasferì lasciando Minobu, e Ren'a-ni, la madre di Nichimoku Shonin, il terzo patriarca. Rimase vedova nel 1265 quando era incinta dell'ultimo figlio, e allevò da sola i figli, conservando una fede sincera per tutta la vita. 251