GIUSEPPE VALERI PRINCIPALI ARTISTI CHE HANNO OPERATO PRESSO LA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA DAL 1560 AL 2010



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GIUSEPPE VALERI PRINCIPALI ARTISTI CHE HANNO OPERATO PRESSO LA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA DAL 1560 AL 2010 Parte prima 0

PREMESSA Questo primo volume computerizzato contiene, in parte, il lavoro svolto da chi scrive, nella sua qualità di Archivista della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri annessa alle Terme di Diocleziano, Piazza della Repubblica, Roma. Il lavoro è stato volontariamente svolto tra gli anni 2002 e 2010, con l aiuto e la supervisione dei Reverendi: Mons. Renzo Giuliano, parroco e cappellano di Sua Santità, siciliano. Monsignor Giuseppe Mario Blanda, vice parroco e Primicerio dell Arciconfraternita di Santa Maria in Odigitria al Tritone, chiesa dei siciliani in Roma. Anche lui siciliano e Prelato d onore di Sua Santità. Sua Eminenza il cardinale William Henry KEELER, arcivescovo emerito di Baltimora (Stati Uniti) e Titolare della Chiesa di S. Maria degli Angeli. Il volume contiene brevi biografie e opere che gli artisti hanno lasciato in S. Maria degli Angeli, dal momento della sua costruzione (1561-1564) per mano del grande Michelangelo Buonarroti e volontà dell infaticabile prete siciliano di Cefalù, Antonio Lo Duca, fino al 2010, data in cui lo scrivente ha lasciato il suo incarico di archivista, per ragioni di salute. Gli artisti sono indicati, con la relativa esauriente bibliografia e descrizione dell opera lasciata in Basilica, per ordine alfabetico. Il presente volume viene ufficialmente inviato al dr. Domenico Rocciolo, direttore dell Archivio Storico del Vicariato di Roma, per essere messo agli Atti tra di documenti della Basilica conservati nel Tabularium, ad utilità dei ricercatori e memoria del lavoro svolto. Viene contemporaneamente rimesso all architetto Alessandro De Falco, della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggio del Comune di Roma, Responsabile per la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, Chiesa di Stato, in Roma. Seguirà un secondo volume dedicato ai personaggi e sacerdoti che hanno lasciato la loro impronta in Basilica, con i loro ricordi e testimonianze. Giuseppe Valeri giuseppevaleri2014@libero.it Si ringrazia per le ricerche, la computerizzazione e la stampa: dr. Marco Micacchi, Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi 1 INDICE DEGLI ARTISTI Nome Data - luogo di nascita - scomparsa età vissuta

BAGLIONE Giovanni Sant Angelo in Vado 1573 Roma 1664 91 BATONI Pompeo Lucca 1708 Roma 1787 79 BIANCHI Pietro Roma 1694 Roma 1740 46 BIANCHINI Francesco Verona 1662 Roma 1729 67 BICCHIERAI Antonio 1688 1766 78 CANONICA Pietro Moncalieri (To) 1869 Roma 1959 90 CIOLI Alessandro Settignano (Fi) COSTANZI Placido Roma 1702 Roma 1759 57 DOMENICHINO Bologna 1581 Napoli 1641 60 DUCA (Del) Jacopo Cefalù (Pa) 1520 Cefalù 1604 84 DUCROT Giuseppe Roma 1966 vivente - FABY-ALTINI Francesco Fabriano (An) 1830 Perugia 1906 76 FIAMMINGO Arrigo Malines (Belgio) 1522 Roma 1600 78 FORMENTELLI Bartolomeo Courquetaine (Parigi) vivente - GARZI Luigi Pistoia 1638 Roma 1721 83 GRAZIANI Ercole Bologna 1688 Bologna 1765 77 GUCCIONE Piero Scicli (Rg) 1935 vivente - HOUDON Jean Antoine Versailles 1741 Parigi 1828 87 LAMAGNA Ernesto Napoli 1945 vivente - LUDOVISI Bernardino Roma 1694 Roma 1749 55 MANCINI Francesco Sant Angelo in Vado 1679 Roma 1758 79 MARATTI Carlo Camerano (An) 1625 Roma 1713 88 MASTROIANNI Umberto Fontana Liri (Fr) 1910 Marino (Rm) 1998 88 MAZZONI Giulio Piacenza 1525 Piacenza 1590 65 MICHELANGELO Caprese (Ar) 1475 Roma 1564 89 MITORAJ Igor Oederan (Dresda) 1946 vivente - MUNOZ Antonio Roma 1884 Roma 1960 76 MUZIANO Girlamo Acquafredda (Bs) 1528 Roma 1592 54 ODAZZI Giovanni Roma 1663 Roma 1731 68 ORLANDI Innocenzo 1840 circa? PETTRICH Ferdinando Dresda 1798 Roma 1872 74 PIRANESI Giovanni Battista Mogliano Veneto (Tv) 1720 Roma 1778 58 POMARANCIO Pomarance (Pi) 1552 Roma 1626 74 PROCACCINI Andrea Roma 1671 Roma 1734 63 QUAGLIATA Narciso Roma 1942 vivente - RICCIOLINI Niccolò Roma 1687 Roma 1763 76 ROMANELLI Giovanni Viterbo 1610 Viterbo 1662 52 ROSA Salvatore Arenella (Na) 1615 Roma 1673 58 SEYTER Daniele Vienna 1649 Torino 1705 56 SUBLEYRAS Pierre St. Gilles du Gard 1699 Roma 1749 50 TREMOLLIERE Pierre Collet-Poitou 1703 Roma 1739 36 TREVISANI Francesco Capodistria 1656 Roma 1746 90 GIOVANNI BAGLIONE A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA 2

BAGLIONE Giovanni pittore e scrittore. Nasce a Roma nel 1573 e ivi muore nel 1664, a 91 anni. Formatosi nell ambiente del tardo manierismo romano subì nel primo 600 una forte influenza caravaggesca. Imponente la sua attività di storico e scrittore d arte. La sua opera principale è: Le vite de pittori, scultori ed architetti (1642), serie di biografie disposte cronologicamente secondo la sequenza dei papi, da Gregorio XIII, Ugo Boncompagni, papa dal 1572 al 1585, a Urbano VIII, Maffeo Barberini, papa dal 1623 al 1644. A SANTA MARIA DEGLI ANGELI Cappella di San Giacinto Si trova a destra dell ingresso al Presbiterio, prima della balaustra dell Altare Maggiore. Fu eretta per volontà del patrizio milanese Alessandro Litta nel 1608. E dedicata alla Vergine e a S. Giacinto, il grande santo domenicano venerato dai polacchi e dai loro Re cattolici. In realtà il nome di S. Giacinto, apostolo della Polonia, era Giacomo. In Italia entrò nell Ordine dei Predicatori, fece il noviziato a Bologna nel 1221 e poi fu inviato da San Domenico in Polonia per propagare ed irrobustire l Ordine e per evangelizzare i pagani in Prussia. Spostatosi poi a Parigi, gli venne affidato un difficile incarico: fondare un caposaldo cattolico a Kiev. Morì nel 1257 dopo aver operato numerosi miracoli. Prese il nome di Giacinto da quando lo chiamò Fra Stanislao di Cracovia nel 1352, paragonandolo alla pietra preziosa che porta il suo stesso nome. Nell agiografia Giacinto appare per la prima volta nel 1594, dopo la canonizzazione. Vestito dell abito dell Ordine, è rappresentato sempre con ostensorio e statua della Vergine; nel XVIII secolo anche con giglio e libro. Un racconto del XVI secolo narra che mentre fuggiva con l ostensorio durante l attacco dei Tartari a Kiev, fu richiamato da Maria Vergine, perché prendesse con sé anche la sua statua). Altare della cappella Sull altare si ergono due colonne di Breccia policroma degli Angeli detta degli Angeli perché non ve ne sono altre della stessa composizione in nessuna delle altre chiese o monumenti di Roma, ma soltanto in questa Basilica. Breccia perché composte di cemento di color giallo cinerino con frammenti neri e grigi, rossi e bianchi, di forma prevalentemente ovoidale, con capitelli corinzi che inquadrano il dipinto dell altare raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Raimondo e Giacinto Il quadro è così descritto nell inventario del 1910, scheda n. 58 e in quello del 1932, numero d ordine 12 del Ministero di Grazia e Giustizia, Affari per il Culto: Tela ad olio rettangolare. Dimensioni m. 2.00x3.20. Sull alto la Vergine con il putto nudo in grembo è seduta fra due Angeli, sulle nubi. In basso, a destra, S. Giacinto, eretto, la mira. L altro Santo è seduto, vecchio pensoso, a sinistra. Colori foschi a luci stridenti con riverbero rossiccio, come il tramonto, dappertutto. L opera fu eseguita verso il 1610-1615. Ai lati dell Altare, sulle pareti, due quadri sempre del Baglioni: quello di sinistra raffigura i Ss. Valeriano e Cecilia e quello di destra San Francesco che riceve le stimmate. I Ss. Valeriano e Cecilia 3

I due Santi vengono incoronati da un angelo biancovestito che risalta sul fondo oscuro, mentre si ammirano con interesse, per il vivo tratto coloristico e il disegno, le figure dei Santi. La Santa si inchina, giungendo quasi di corsa verso destra, ravvolta in una ricca veste. Sotto un Angelo, volando giù dal cielo, le impone una corona. (Santa Cecilia era una giovane patrizia romana, che recava sempre sul cuore il Vangelo e sotto i suoi abiti il cilicio della penitenza. Destinata a sposare il giovane romano Valeriano, di religione pagana, non poteva apertamente opporsi alle nozze. Sperava che il promesso sposo rispettasse la sua consacrazione a Cristo, ma la sera delle nozze confessò a Valeriano di essere cristiana, rivelandogli che un angelo custodiva la sua verginità; anch egli poteva ottenere la grazia se l avesse seguita nella via della conversione. Lo sposo accettò di buon grado ma chiese di vedere l angelo minacciandola di morte se l avesse ingannato. Cecilia gli disse di recarsi sull Appia e Valeriano, purificato dal Sacramento, tornò rivestito di una candida veste nella stanza nuziale, dove incontrò l angelo che pose sul capo dei coniugi due corone di rose e di gigli, simboli del martirio e della verginità All Angelo il giovane chiese di estendere la grazia della conversione anche al fratello Tiburzio. I due fratelli si salvarono e protessero molti cristiani fin quando non furono scoperti e martirizzati. Alla fine toccò anche a Cecilia che, convocata davanti al giudice, testimoniò con tale coraggio la sua fede da convertire centinaia di ascoltatori. Il prefetto poté solo condannarla a morte, ma la giovane riuscì ad ottenere un rinvio di tre giorni che le consentì di donare la sua casa alla Chiesa. Al quarto giorno tentarono di ucciderla nel bagno arroventato della sua casa per soffocarla e ustionarla, ma furono costretti a decollarla e lei, dopo tre giorni di agonia, morì. Siamo intorno al III secolo dopo Cristo. Per un errore di trascrizione della Passio in cuor suo cantava al Signore, nel senso che lo pregava silenziosamente e non nel senso che cantasse al Signore, Cecilia è diventata patrona dei musicisti e dei cantanti. L iconografia è collegata a un quadro di Raffaello (Pinacoteca di Bologna), dove la martire, abbandonati gli strumenti della musica terrena è tesa all ascolto di celesti armonie). Innanzi, a destra, S. Valeriano, avvolto in un manto rosso, arretra stupito. San Francesco riceve le Stimmate. Tela rettangolare ad olio. Dimensioni 2.00x3.20. Nell inventario 1910 scheda 60 il dipinto viene così descritto: Il quadro a destra rappresenta S. Francesco che riceve le Stimmate. In un paese oscurissimo contro una fosca rupe è eretto il Santo, a sinistra, volto di profilo e apre le braccia estatico, ricevendo le Stimmate da un cherubino esialato, bianchissimo, che vola in alto contro a lui. Gruppo d angeli sopra. Nerissimo il fondo, tagliente, ma non luminoso; il biancore dell Angelo non sparge luce sulla scena. (L episodio delle Stimmate si pone in un momento ormai maturo della vita e della storia del Santo. Nel 1224 un nobile signore del Casentino, Orlando da Chiusi, colpito dall amore divino di Francesco, gli donò il monte della Verna. Lì, la mattina del 14 settembre, festa dell Esaltazione della Croce, mentre il Santo stava pregando e digiunando per la quaresima di S. Michele Arcangelo, gli apparve il Cristo nelle sembianze di un alato serafino a imprimergli l ultimo sigillo: le Stimmate impresse a caratteri di sangue vivo nei fori delle mani e dei piedi, visibili in forma di chiodi di carne col capo rotondo e nerastro sul palmo e di lunghe punte ricurve sul dorso e nella ferita sanguinolenta sul costato; le prime nella storia della cristianità). La volta della cappella 4

Dall inventario 1910 scheda 61 la volta è così descritta: E suddivisa in geometrie mistilinee, evidenziate da stucchi dorati, ove sono inseriti degli affreschi. Al centro un tondo con l Eterno Padre fra Angeli, con atteggiamento di dominio e di comando; ai lati due riquadri rettangolari con la raffigurazione di due angeli alati, a mezza figura, graziosi e riccioluti, entrambi con una corona nella mano sinistra. Considerazioni finali Il forte processo di ossidazione ha annerito le tele dipinte ad olio, attenuando gli effetti luministici di derivazione caravaggesca, ma le composizioni appaiono ancora architettate con garbo ed equilibrio. Tutte le pitture di questa cappellina evidenziano il momento particolare del percorso stilistico del Baglione, che per la complessa personalità culturale di erudito, trova maniere riferentesi allo stile di fine secolo o dell inizio del nuovo, per giungere solo nella maturità ad una maniera propria già riconosciutagli dal Mancini, quale somma delle esperienze precedenti. Con ciò si vuole sottolineare che in questi quadri il Baglione a caratteristiche manieristiche quali il contrapposto, la ricchezza ed i toni vivaci dei panneggi, aggiunge quella tendenza per il caravaggesco che qui si evidenzia soltanto nell effetto del contrasto di luci (Antellini Simona). BIBLIOGRAFIA Antellini Simona La decorazione nell evoluzione storica del monumento (1500-1600) S. Maria degli Angeli e dei Martiri - A cura di Alessandro De Falco Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio e di Roma Ed. La Meridiana Roma 1991 p.100 Testo e p.101 ill. b- n. Baglione Giovanni Vite de pittori, architetti, scultori - Roma 1642 Bernardi Salvetti Caterina S. Maria degli Angeli alle Terme e Antonio Lo Duca Desclèe editori pontifici, Città di Castello (PG) 1965 Parte seconda, Cap. 1, La basilica nelle vicende edilizie dal 1561 p. 90 Le prime cappelle pp. 82-84. Enciclopedia dll Arte Compact Ed. De Agostini, Novara 1992 p. 106 Guglielmi C. Intorno all opera pittorica di Giovanni Baglione In Bollettino d arte, XXIX, 1954, pp. 311-326 (pp. 317-318: la cappella di S. Giacinto è datata approssimativamente al 1610, poiché l artista la indica nell autobiografia, tra le decorazioni della Cappella Paolina in S. Maria Maggiore e l Armi dei Rospigliosi, 1614). Matthiae Guglielmo S. Maria degli Angeli Le chiese di Roma illustrate Nuova serie 13 Istituto di Studi Romani F.lli Palombi editori, Roma 1998, p. 80 fig. 31 in b. e n. e aggiunte bibliografiche di Gallavotti Cavallero Daniela. Melin Antonio Dattiloscritto di pagine 65 più sei appendici, Roma 1950 Archivio storico della Basilica di S. Maria degli Angeli, p. 55. Pio N. 5

Le vite di pittori, scultori e architetti - 1724. Editori C. e R. Engass, Città del Vaticano 1977, p. 77 (attività del Baglione) cfr. anche p. 219. Pisani Renato e Valeri Giuseppe Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico artistica (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno - 5a Ristampa - Roma, marzo 2008 p. 32 Testo. Touring Club Italiano T.C.I. Roma e dintorni Guida d Italia Indice degli artisti: Baglione Giovanni pp. 139,185, 279,325, 329. 379,382,384,430,468,486. Inventario 1893 del Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti Inventario 1910 della Provincia e Comune di Roma schede 9-58-59-60-61. Inventario 1932 del Ministero della Giustizia e degli Affari di Culto. Numeri d ordine 12-13-14-15. POMPEO GEROLAMO BATONI A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA 6

BATONI Gerolamo Pompeo pittore. Nasce a Lucca nel 1708 e muore a Roma ìl 1787 a 79 anni. Recatosi a Roma nel 1708 rifiutò il gusto rococò dedicandosi alla studio della scultura classica e di Raffaello. Dopo la prima opera importante (pala d altare per S. Gregorio Magno, Roma 1739), elaborò uno stile personalissimo, volto a un ideale di classica bellezza. Fu presto celebre in Italia e all estero, sia come autore di quadri mitologici e religiosi, sia come ritrattista. A SANTA MARIA DEGLI ANGELI Transetto: lato sinistro, a fianco della Cappella di S. Bruno: La caduta di Simon Mago. Modelli dei dipinto prima della stesura definitiva del quadro. Isa Belli Barsali, corrispondente dell Istituto Studi Romani, rende noti alcuni documenti dell Archivio della Reverenda Fabbrica di S. Pietro, utili per lo studio dell attività del Batoni in due periodi distinti e relativi a due modelli realizzati prima di passare alla definitiva stesura del dipinto. Uno è quello della collezione Czernin, Residenzgalerie di Salisburgo; l altro è apparso recentemente sul mercato antiquario (Tavole LIX e LX riprodotte alle pagine 366-67 del trimestrale n.3 luglio-settembre 1973- Studi Romani - ). Di quasi eguali misure, essi presentano tra loro parecchie varianti. La prima tela misura 60x35 centimetri, la seconda 60x37. Il primo, se ha già la composizione generale del grande dipinto, sia nell impianto dell architettura che dei gruppi di figure, ne differisce per soluzioni particolari dei singoli personaggi. E rilevante, ad esempio, la diversità dell uomo che fugge a braccia alzate, quello nella statua di Ercole o nella figura di S. Paolo e in quello della donna col bambino in braccio che nel modello di Salisburgo è assai più vicino di quanto sarà, nella stesura definitiva, alla fonte raffaellesca. Il Batoni, nel passaggio dal modello al quadro, ha enfatizzato sostanzialmente la scena. Il secondo modello (Tav. LX), ha invece, ad eccezione della mancanza della testa di bambino dietro la donna a destra, una perfetta rispondenza col dipinto eseguito per la Fabbrica di S. Pietro. Semmai è da notare che il rapporto altezza-larghezza, non in proporzione con le misure del quadro per la Fabbrica di S. Pietro, conosciute bene dal Batoni, può far dubitare di trattarsi di un modello. Nel 1753 il pittore riceveva il saldo del rilevante prezzo pattuito: 1200 scudi complessivi. L opera sembrerebbe quindi compiuta come risulta da due pagamenti successivi: 25 agosto e 23 dicembre 1755. Ma l anno seguente, la Congregazione decide di conservare il quadro del Vanni con La caduta di Simon Mago (allora all altare dietro il pilastro della Veronica, poi al Museo Petriano). Il dipinto su lavagna, oggi smontato, si trova nei magazzini della Sagrestia della Basilica. Di questo quadro fu fatta una copia da Pierre Charles Tremollière per metterlo in mosaico adducendo a motivo che l opera del Batoni viene reputata troppo inferiore all altra applaudita del suddetto Vanni. Si dice che il Batoni potrà pensare con suo comodo di studiare e perfezionare il suo originale. E se ne sospende il lavoro. Non risulta chiaro il perché di questo provvedimento per una delle opere più importanti del pittore vivendo ancora Benedetto XIV, Prospero Lambertini, papa dal 1740 al 1758, che glielo aveva ordinato e che aveva avuto particolare considerazione di lui, affidandogli vari lavori e facendolo Cavaliere. Il quadro a Santa Maria degli Angeli Guglielmo Matthiae sostiene che non è chiaro se il grande dipinto (cm. 550x400), rappresentante la Caduta di Simon Mago dovesse intenzionalmente sostituire la pittura in lavagna, con lo stesso soggetto. di Francesco Vanni (Siena 1563-1510), che aveva già subito un restauro e doveva essere assai malandato, o se da esso si voleva trarre solo un mosaico per l Altare della Caduta in S. Pietro. Sta di fatto che il Galassi Paluzzi ha di recente chiarito, che fra tutti i dipinti della Basilica di S. Pietro trasferiti a Santa Maria degli Angeli, quello del Batoni, anche se dipinto per la Basilica Vaticana, non vi trovò mai posto. La forma del dipinto impone al Batoni una concentrazione compositiva che esclude piane stesure narrative; la curva architettura del fondo si evolve, verso sinistra, nelle solide masse plastiche del colonnato al quale fa riscontro la scioltezza dei gesti e la varietà di atteggiamenti delle figure che esprimono la drammatica 7

successione dei sentimenti di meraviglia e di terrore per il mago che con l aiuto delle potenze infernali si era sollevato al cielo e che l imperioso gesto di Pietro fa ricadere. Simon Mago rappresenta la tentazione della vanità, il desiderio di dare spettacolo a se stesso e agli altri con la pretesa che in questo ci aiuti Dio stesso, che Dio metta la sua onnipotenza a disposizione di questa meschinità. La raccolta e dolce intimità del Batoni cede qui il posto ad una composizione sapiente con diagonali incrociate, con prospettive ardite e sicure, con scorci sicuramente impostati. Non è difficile rilevare quanto il pittore si sia giovato in temi singoli del vasto repertorio della pittura barocca che l aveva preceduto. Ma questi ricordi vengono riscattati da una cromia limpida ed intensa, da un efficace contrasto di ombre e di luci che in particolare modo ha l intero gruppo di destra e da un agile scioltezza che facilmente inserisce l una nell altra la varietà del gestire. La data di commissione dell opera, 1765, notevolmente avanzata nella successione cronologica, spiega altresì la più compatta risoluzione formale che nella maturazione del nuovo gusto neoclassico ha preso ormai il posto delle più sfioccate eleganze settecentesche. Negli inventari il dipinto è così catalogato: Pompeo Batoni, 1775, olio su tela.cm. 550x400. Nella Cappella Albergati della Basilica vi è una riproduzione del Sacro Cuore del Batoni,che ha avuto un inimmaginabile fortuna in tutto il mondo essendo riprodotto in migliaia di immaginette sacre e in centinaia di chiese. Autore della copia sul altare della Cappella Albergati è G. Francisci. E un olio su tela, ovale, di cm. 114x89 con cornice di legno intagliato e dorato del secolo XIX. BIBLIOGRAFIA Belli Barsali Isa Rivista Trimestrale dell Istituto di Studi Romani n 3 luglio settembre 1973 pp. 366-67 Tavole LIX e LX: Documenti Vaticani per il Batoni. Ibidem Pompeo Batoni in Dizionario biografico degli Italiani VII, Roma 1965, pp. 196-202 (p. 200, Caduta di Simon Mago, datato 1760-61 circa) Emmerling E. Pompeo Batoni Darmstadt 1938 (p. 121, n. 128, breve scheda della Caduta di Simon Mago, con la datazione 1760-61). Enciclopedia dell Arte Compact Ed. De Agostini, Novara 1992- p. 125. Matthiae Guglielmo S. Maria degli Angeli Le chiese di Roma illustrate Nuova serie 13 Istituto di Studi Romani - Ed. F.lli Palombi, Roma 1998 pp. 64-76-106 Testo; p- 77 Fig. 29 b. e n. Mostra di Pompeo Batoni, Lucca 1967, Catalogo a cura di Isa Belli Bersani, p. 34, Caduta di Simon Mago: la cronologia esatta è indicata dall esposizione in S. Pietro nel giorno di Pasqua del 1775. Pisani Renato e Valeri Giuseppe La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico artistica (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno - 5 Ristampa, Roma marzo 2008 pp. 45-46 Testo e ill. a colori. Touring Club Italiano T.C.I. Roma e dintorni Guida d Italia Milano 1977 Indice degli artisti - Pompeo Batoni: pp. 98.180,200,219,222,223,258,281, 322, 329, 366,397,430,478,599,600. PIETRO BIANCHI A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA BIANCHI Pietro detto Il Creatura 8

Nasce a Roma nel 1694 e ivi muore il 12 marzo 1740 a soli 46 anni. Viene battezzato nella Chiesa di S. Salvatore alle Coppelle. Allievo di Giambattista Gaulli detto il Baciccio (Genova 1639-Roma 1709). Nel 1707, a 13 anni,vince un concorso dell Accademia di S. Luca: da qui il soprannome Creatura con cui veniva deriso dagli altri competitori per la giovane età e per il fisico non particolarmente sviluppato. Vinse ancora negli anni 1711 e 1713. Nel 1709 muore il Gaulli e il Bianchi passa nello studio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), padre del più famoso Pier Leone, per un breve periodo, dopo di ché viene segnalato presso lo studio di Benedetto Luti (1665-1724) e con questi lavora al soffitto di Palazzo Colonna con la Gloria di Martino V, aggiungendovi tra le scene laterali Il merito incoronato dalla virtù. Il Bianchi non fu un artista molto prolifico; gran parte delle sue opere è perduta o non ancora identificata. A SANTA MARIA DEGLI ANGELI Lato sinistro del Transetto, Parete destra, a confine con il Presbiterio: L Immacolata. Il dipinto raffigura la Vergine Immacolata. In basso su di un groviglio di nubi arrotondate in maniera ridevole, è inginocchiato e prono a destra S. Antonio da Padova i cui attributi (giglio e libro) si vedono ai suoi piedi. Dietro di lui S. Francesco d Assisi con le braccia aperte nelle cui mani sono tracce delle Stimmate: il viso è rivolto verso l alto. A sinistra un Santo, in paramenti sacerdotali greci con la stola bianca pendente nel mezzo, denotante la dignità episcopale, apre le braccia e guarda la Vergine che appare, in alto, come a presentare alla stessa i Santi Francescani. Un angelo ai piedi del Santo reca la mitria greca, il pastorale, il libro, attributi dello stesso che potrebbe essere S. Giovanni Crisostomo o S. Gregorio Nazianzeno. (Descrizione tratta dagli inventari 1910 e 1932) Il dipinto fu commesso al romano Pietro Bianchi per l altare della Cappella del Coro dei Canonici nella Basilica Vaticana e dopo la traduzione in mosaico fu trasferito a S. Maria degli Angeli. La pala è architettata in una forma tradizionale ed accademica ed in modi piuttosto leziosi. Ai piedi della dolciastra e manierata figura di Maria sono i due santi francescani: Francesco d Assisi e Antonio da Padova. Ad essi è stato aggiunto il dottore della chiesa greca Gregorio Nazianzeno, perché il suo corpo è tumulato sotto l altare della Basilica Vaticana al quale il dipinto era destinato. (Guglielmo Matthiae) Pala ad olio centinata. Dimensioni:cm. 350x700 Inventario 1910, scheda n. 50 Inventario 1932, numero d ordine 28. BIBLIOGRAFIA Clark A. M. Introduction to Pietro Bianchi in Il Paragone 15, 1964 pp. 42-47. (Pagina 46 Conce- Pietro Bianchi, l Immacolata Concezione: un bozzetto perduto datato 1730. Il dipinto fu accantonato dall artista nel 1735-36 e terminato dopo la sua morte da Gaetano Sardi. In quella circostanza A. Masucci e Sebastiano Conca, agendo per il cardinale Albani, convennero che il quadro potea dirsi terminato ). Crelly W. Pietro Bianchi: in Dizionario biografico degli Italiani, X, Roma 1963, pp.165-66 (Immacolata Concezione: bre ve sintesi). Matthiae Guglielmo Santa Maria degli Angeli Le chiese di Roma illustrate Nuova Serie 13 Istituto di Studi Romani Ed. F.lli Palombi Roma 1998 p. 73 Fig. b. e n. p. 75 Testo Note 28-44 a cura di Daniela Gallavotti Cavallero pp.106-109. Pisani Renato e Valeri Giuseppe 9

Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico artistica (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno - 5 Ristampa - Roma, marzo 2008 p. 41 Testo e ill. Touring Club Italiano T.C.I. Roma e dintorni Guida d Italia Milano, 1977. Indice degli artisti: Bianchi Pietro: pp. 258,329, 532. FRANCESCO BIANCHINI ASTRONOMO NELLA BASILICA DI S. MARIA DEGLI ANGELI E DEI MATIRI IN ROMA BIANCHINI FRANCESCO, Astronomo. Nasce a Verona il 23 dicembre 1662 e muore a Roma il 2 marzo 1729 a 67 anni. 10

Ebbe la sua educazione a Bologna e Padova, città nelle quali studiò teologia, anatomia, botanica (raccogliendo un notevole erbario), fisica, matematica, astronomia. Si trasferì, dopo una breve dimora nel 1684, definitivamente a Roma nel 1689, ove si erudì anche nelle lingue ebraica, greca e particolarmente nell archeologia e nella storia. Fu anche un profondo conoscitore del latino, lingua nella quale scrisse alcune sue opere. Fu bibliotecario del cardinale Pietro Ottoboni che lo ospitò a Palazzo Venezia in Roma, dove il prelato abitava essendo cardinale titolare di S. Marco. Scrive Armando Schiavo: Nella Sala del Mappamondo il Bianchini dové lungamente meditare sul planisfero fatto collocare al centro della parete maggiore da Paolo II, Pietro Barbo(1464-1471) e sfuggito alle distruzioni del Sacco di Roma nel 1527. In seguito anche il pronipote dell Ottoboni (che nel frattempo era diventato papa col nome di Alessandro VIII, Alessandro Farnese (1534-1549), lo nominò custode della sua biblioteca che includeva gran parte di quella originaria del pontefice e che era stata trasferita nel palazzo della Cancelleria. Il Bianchini andò perciò ad abitare in quel palazzo, dal 1702 al 1707, e vi costruì una meridiana. Un altra ne costruì nelle sue stanze sotto Montecavallo, come scrisse in una sua lettera del 1723. Le stanze sotto Montecavallo sono presumibilmente quelle dell alloggio che il Bianchini aveva avuto nel palazzo del Quirinale quando fu nominato Cameriere d onore di Clemente XI, Gian Francesco Albani (1700-1721), che l aveva anche incaricato di costruire la celebre Meridiana nella chiesa di S. Maria degli Angeli a Roma nel 1701. (Linea Clementina). Come istoriografo del Legato a latere fu inviato a Napoli in occasione della venuta di Filippo V di Spagna nel 1702. Dopo l inaugurazione della Meridiana Clemente XI lo nominò, nel 1703, Presidente dell Antichità di Roma, cioè di un museo destinato a raccogliere soprattutto iscrizioni relative alla storia della Chiesa. Al nome del Bianchini come presidente delle antichità si legano i lavori di scavo eseguiti dai Farnese sul Palatino e la scoperta del colombario degli schiavi e dei liberti di Livia sulla Via Appia. Fu segretario per la Riforma del calendario nel 1705. Due anni dopo viene eletto all unanimità membro dell Accademia di Scienze di Parigi per decisione di Luigi XIV, il Re Sole. Nel 1712, recatosi a Parigi a portare la berretta cardinalizia ad Armando de Rohan-Soubise, ebbe grandi onori da quella Accademia delle Scienze alla quale era stato aggregato fin dal 1705 e nei cui Atti inserì parecchie memorie. In quell occasione compì anche un viaggio in Lorena, Olanda, Belgio, Inghilterra, ove conobbe Newton. Tornato a Roma nel 1713, consacrò otto anni, (durante i quali fece escursioni in Toscana, Romagna e Lombardia), alla determinazione di una linea meridiana dall uno all altro mare, ad imitazione di quella tirata dal Cassini attraverso la Francia e al dire di Eustachio Manfredi, avrebbe anche scoperto le irregolarità annue dalle quali, otto anni più tardi, il Bradley dedusse l aberrazione annua delle stelle. Nel 1720 fu nominato canonico liberiano ( alla sua morte fu seppellito nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma). Dopo la morte di Clemente XI (1721), il Bianchini ideò il prolungamento della tangente di S. Maria degli Angeli per la realizzazione della grande Meridiana d Italia estendendosi dal Tirreno all Adriatico, fra la spiaggia romana e quella presso Rimini Assicurava così all Italia un impianto astronomico simile a quello di cui era stata dotata la Francia col prolungamento della meridiana di Parigi fra Narbonne e Calais. Aveva anche fatto eseguire in Roma un mappamondo celeste e uno terrestre per il Re Giovanni V di Portogallo, nonché una sfera armillare con congegno di orologeria relativa al sistema copernicano, destinati alla biblioteca privata di quel sovrano Il Bianchini, che aveva preso gli ordini minori, fu definito dal grande erudito Antonio Magliabechi, fondatore della famosa biblioteca magliabechiana prelato che ad una grande santità di vita ha congiunto un infinita dottrina ed erudizione ed un incomparabile cortesia, e il cardinale Ottoboni diceva di lui che possedeva la prudenza del serpente e la semplicità della colomba Nel 1723 Innocenzo XIII, Michelangelo Dei Conti(1721-1724), lo nominò Referendario dell una e dell altra Segnatura e prelato domestico. Nel 1725, Benedetto XIII, Pietro Francesco Orsini (1724-1730), lo nominò istoriografo del Sinodo romano e prefetto dell Archivio Liberiano. Presso la Biblioteca Apostolica Vaticana vi è un disegno caricaturale (1728), intitolato Congresso di Archeologi, del pittore, disegnatore, collezionista ed archeologo, Pier Leone Ghezzi (1674-1755), che 11

rappresenta, tra gli altri, monsignor Francesco Bianchini, figura centrale del collezionismo pubblico e privato. Come ricordato, aveva partecipato attivamente alla costituzione del Museo ecclesiastico vaticano con statue e marmi antichi che nel 1716 era stato smembrato e in parte ceduto al cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, per cui le raccolte di antichità curate dal Bianchini erano confluite in quelle private dell Albani. Già rovinato in salute in seguito ad una grave caduta (1727), morì d idropisia in Roma il 2 marzo 1729 e fu sepolto nella basilica di S. Maria Maggiore. Recenti lavori nei sotterranei della basilica, dove erano sepolti numerosi prelati, hanno sconvolto tutte le tombe ; non è stato quindi possibile identificare quella in cui era sepolto il Bianchini. Una lapide marmorea lo ricorda sulla parete sinistra delle scale che conducono alla canonica. LE MERIDIANE AUSTRALE E BOREALE IN S. MARIA DEGLI ANGELI Premessa La costruzione delle meridiane risalgono al periodo compreso tra la fine del 1400 (Firenze S. Maria del Fiore 1461) e la fine del 1800 (Modica, Chiesa di San Giorgio 1895). Le meridiane a camera oscura in Italia sono oltre 70 Una delle prevalenti ragioni della dislocazione in Italia delle grandi Meridiane risale al fatto che nei secoli scorsi, almeno nei paesi cattolici, il Papa era il detentore di fatto del potere di regolamentare il calendario LA MERIDIANA AUSTRALE Per la costruzione della meridiana fu scelta la chiesa di S. Maria degli Angeli perché le muraglie dioclezianee si affacciavano a meridione ed erano rimaste salde per 1400 anni, per cui non vi sarebbero stati movimenti di assestamento alle pareti che avrebbero provocato variazioni nel passaggio della luce solare attraverso il foro gnomico (eventuali movimenti di assestamento del muro avrebbero provocato lo spostamento del foro gnomico praticato secondo determinati calcoli). Tale solidità fu dovuta alla perizia degli architetti romani, nel momento in cui costruirono dal 296 al 306 d.c. le mura e le fondamenta delle Terme. Il Bianchini ce ne dà conferma nel suo libro De Nummo et Gnomone nel quale cita il primo terremoto avvenuto a L Aquila nel 1703, molto più grave di quello del 2008 perché oltre ad estendersi nelle città circonvicine (Norcia, Cascia etc.) arrivò fino a Roma provocando gravi danni ad oltre 20 monumenti tra i quali S. Carlo al Corso dove fu gravemente lesionata la cupola della chiesa (la più grande dopo quella di S. Pietro). E le scosse si ripeterono fino ai mesi successivi: nonostante ciò le mura della Basilica hanno solidamente resistito alle scosse telluriche. Infatti una volta terminate le scosse il Bianchini si recò in Basilica per un sopralluogo che descrive dettagliatamente: possiede ancora l asta che raggiungeva esattamente, in perfetta verticalità, il foro gnomico; con essa verifica che nulla sia mutato per effetto del terremoto quanto all altezza; controlla che la stessa asta, partendo dal piede della verticale, raggiunga esattamente il segmento 100 sulla Linea, garantendo così che alla distanza zenitale di 45 gradi corrisponde ancora una tangente uguale all altezza del centro del foro; non omette di accertare che tra il centro del foro e il segno della verticale sul pavimento si sia conservata una perfetta corrispondenza; conclude che le mura della Basilica non presentano lesioni e che quindi esse hanno resistito ad ogni evento tellurico. Ben fece quindi il Bianchini a scegliere S. Maria degli Angeli per costruire uno strumento delicato e prezioso come la Meridiana. L incarico fu dato, nel 1701, da papa Clemente XI, (Stemma: diviso a metà da una striscia orizzontale: sul 1 quarto, in alto, al centro, una stella; sul 2 quarto. in basso, al centro, 3 monti), a Francesco Bianchini, prelato con gli ordini minori, astronomo, cartografo, archeologo, storico. In effetti il Bianchini costruì due meridiane: quella Australe con il foro rivolto a Sud e perciò destinato ad utilizzare i raggi solari e quella Boreale, con il foro rivolto a Nord e quindi destinato a proiettare sul pavimento della chiesa il movimento della Stella Polare intorno al Polo. La Meridiana Australe fu inaugurata venerdì 6 ottobre 1702, festa annuale di S. Bruno, il fondatore dei Certosini. 12

LA MERIDIANA BOREALE S. Maria degli Angeli è l unica chiesa in Italia che ha una Meridiana Boreale (oltre quella Australe e quella moderna di Narcissus Quagliata inserita nella cupola del Vestibolo).. Boreale, perché rivolta a Nord. Tramite il foro gnomico essa sfrutta la luce della Stella Polare, che normalmente indica il Polo Nord pur non coincidendo necessariamente con esso. La Boreale è quindi destinata a proiettare, sul pavimento della chiesa, il movimento della Stella Polare intorno al Polo. Per la Boreale, l astronomo ha collocato un foro gnomico all altezza di metri 24,41, a metà della cornice curva destra del finestrone che si trova sopra l arco di accesso al Presbiterio. Il foro è contenuto, in forma di fessura, sulla parte superiore di una Croce inscritta dentro un cerchio metallico. È proprio da quella fessura che aprendo una finestrella sul retro, proviene la luce della Stella Polare che può essere vista soltanto per mezzo di un telescopio e normalmente di notte. A metà del lato curvo destro di detto finestrone è posto un cerchio contenente una Croce la cui parte superiore è vuota consentendo alla luce della Stella Polare di filtrare sul pavimento. Il finestrone è sorretto da due splendidi angeli settecenteschi e festoni in gesso da quando l architetto Luigi Vanvitelli ha proceduto ad uniformare tutto il cornicione del transetto. BIBLIOGRAFIA Carini Isidoro L Arcadia dal 1790 al 1890, I, Roma 1891, pp. 84-100 Catamo Mario e Lucarini Cesare Il cielo in Basilica: La Meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma. A.R.P.A. Edizioni Agami 2002 Madonna dell Olmo (Cuneo) pp. 94.. Fantoni Girolamo Gli orologi solari: la grande Meridiana in Santa Maria degli Angeli Articolo ricavato da Atti dell Istituto Italiano della Navigazione. Frapiselli Luciana Storia, arte e scienze astronomiche impreziosiscono l antica Meridiana di Santa Maria degli Angeli a Roma. Osservatore Romano, lun-mart. 6-7 novembre 1995, Terza pagina Mazzucchelli Piero Scrittori d Italia, II, 1, pp. 1167-1177 Pisani Renato e Valeri Giuseppe Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico-artistica (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno 5a Ristampa, Roma marzo 2008 - Il Transetto con la Meridiana pp. 24-25 ill. a colori. Schiavo Armando La Meridiana di S. Maria degli Angeli - Istituto Poligrafico dello Stato Roma 1981. Sigismondi Costantino Lo Gnomone Clementino: astronomia meridiana in basilica Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Ed. RBS International srl dicembre 2008 pp. 79 Spagnolo Francesco Bianchini Atti dell Accademia di Verona, 1898, nei quali scritti è indicata la restante biografia. ANTONIO BICCHIERAI A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA BICCHIERAI Antonio Nasce a Roma nel 1688 e ivi muore nel 1766. (Date non certe) 13

Allievo in Roma, dal 1706 al 1740, di Sebastiano Conca (Gaeta 1680-Napoli 1764) e del Baciccio (Giovan Battista Gaulli ) Genova 1639 Roma 1709, Antonio Bicchierai, è presente in più riprese nelle diverse fasi decorative della Certosa Romana insieme a Giovanni Mezzetti. A Santa Maria degli Angeli Cappella di S. Bruno: la Volta. Nell occhio centrale dipinge una Gloria di Cherubini e Angioletti intorno al monogramma di Maria Ausiliatrice che spicca in un sole raggiante.all esterno il cerchio è avvolto da una cornice di stucco con bacche floreali da dove spuntano i frutti. Al lato dell occhio si dipartono quattro cordonate che vanno a suddividere le edicole mistilinee sorrette da cariatidi femminili ove sono raffigurati con grande vitalità plastica i quattro evangelisti, opera di Andrea Procaccini (Roma 1671- La Granja de San Jdelfonso Spagna 1734). Cappella Albergati: la Volta. Nel centro della volta è raffigurato lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, in una Gloria di Cherubini che si affacciano dal Tondo. All intorno della volta, entro cornici simili a quelle della volta di San Bruno, sono dipinti i quattro Dottori della Chiesa: S. Gregorio, S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Agostino. Autori di questo insieme decorativo furono Antonio Bicchierai e Giovanni Mezzetti. L immagine dello Spirito Santo è un elemento decorativo più volte presente in Basilica e in altre Chiese, sotto forma di Colomba. Tale scelta iconografica può essere forse in relazione con il divieto fatto in quegli anni da Papa Benedetto XIV Prospero Lambertini (1740-1758) di dipingere lo Spirito Santo sotto forma umana. Presbiterio: La Volta e il Sottarco. Nel catino absidale c è un grande ovale con cornice articolata di stucco, ove è il dipinto dello Spirito Santo in Gloria, circondato da Cherubini tra turbini di nuvole. Anche qui lo Spirito Santo è rappresentato da una colomba ad ali spiegate. Nell imbotte dell arco putti in volo che sorreggono una corona di ghirlande intrecciate a campanile. Nel sottarco un ovale al cui interno due Angeli festanti reggono una corona di stelle. Ai loro lati trofei di soggetto cristiano: stendardi crociati, vasi, tiare, patere incise, avviluppati a cartigli e festoni. Al disotto di una cornice dentellata, al cui centro è un piccolo rosone al quale poggiano due esili putti, ai cui piedi si stendono festoni floreali. Tali decorazioni sono attribuite ad Antonio Bicchierai, con caratteristici influssi maratteschi. Interessante per una più approfondita conoscenza dell attività del Bicchierai, risulta il volume di disegni conservato presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma. In particolare, per la decorazione della Volta del Presbiterio, si sono ritrovati alcuni studi inediti. Il foglio F.C. 128912 risulta essere uno studio preparatorio di un particolare della decorazione realizzata nell imbotte dell arco trionfale. Gli Angeli che sorreggono la corona stellata, rapidamente schizzati dall artista per fissare immediatamente l idea creativa, sono tracciati con finezza di tratto e con modulati passaggi da linee vigorose e spesse, a linee più sottili e ad altre ancora appena lievemente accennate per suggerire effetti plastici. L opera realizzata non presenta varianti rispetto a questo studio preparatorio. Un altro disegno F.C. 128945 è preparatorio del dipinto murale realizzato nella volta del Presbiterio. In alto, a destra, è riportata la scala a palmi per la sua successiva trasposizione nel supporto murario. Con un ductus di penna scorrevole, continuo e disinvolto, l artista fissa i motivi che poi realizzerà, con notevoli varianti, nella versione finale. La raffigurazione dello Spirito Santo è posta al centro della composizione ed intorno ad essa è un turbinio di Angeli, Putti alati e Cherubini. Notevole è il senso di equilibrio che questa composizione armonicamente resa con l intrecciarsi e il susseguirsi di linee curve che fissano i contorni con particolari effetti chiaroscurali. 14

La realizzazione finale differisce da questo schizzo per una maggiore semplicità compositiva, essendosi voluto dare maggiore rilevanza alla figura della Colomba dello Spirito Santo. Le figure angeliche, infatti, che nel disegno erano di notevoli dimensioni rispetto alla figura centrale, furono sostituite da volti di Cherubini posti su più piani di profondità suggeriti dallo spessore e dal colore delle nubi (Cantone Rosalba). BIBLIOGRAFIA Antellini Simona La decorazione nell evoluzione storica del monumento (1500-1600) Santa Maria degli Angeli e dei Martiri: Incontro di Storie. A cura di Alessandro De Falco. Ministero per i Beni e le Attività culturali Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Comune di Roma Betagamma Ed. Città di Castello (PG) 2005 p.75. Cantone Rosalba La decorazione nell evoluzione storica del monumento (1700-1800) pp.96-97-103 testo e ill. a colori e Idem c.s.. Gabinetto Nazionale delle Stampe Studi preparatori di Antonio Bicchierai per il Presbiterio di S. Maria degli Angeli- Fondo Corsini F.C. 128945 Via della Stamperia Roma. Pisani Renato e Valeri Giuseppe Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico artistica (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno 5 Ristampa Marzo 2008 p. 43 Touring Club Italiano T.C.I. Roma e dintorni Guida rapida d Italia. p. 765. Indice degli artisti Bicchierai Antonio: p. 329. PIETRO CANONICA A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA CANONICA Pietro, scultore Nasce a Moncalieri (Torino) il 1 marzo 1869 e muore a Roma nel 1959, a 90 anni. 15

Compie i suoi studi all Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Odoardo Tabacchi (1830-1905), con il quale lavora fino al termine dei corsi accademici, seguendo la linea di tendenza realista. Tuttavia sulla sua formazione non sono da trascurare gli influssi del Rinascimento toscano dei Della Robbia e di Desiderio da Settignano. Raffinato ed elegante ritrattista, egli diviene in breve tempo uno degli artisti più ricercati da nobildonne, principesse e Regine d Europa. Nella sua lunga e feconda attività artistica egli ha realizzato anche un gran numero di opere religiose e monumentali funerarie, ma i suoi capolavori rimangono indubbiamente i ritratti femminili e i nudi. Tuttavia il Canonica è stato praticamente cancellato dalla storia dell arte. Si ironizza spesso sulla sua specializzazione in muli e cavalli, cioè sui suoi monumenti militari eseguiti con meticoloso verismo come il suo Monumento al Mulo, eseguito subito dopo la prima guerra mondiale e che si può vedere a Villa Borghese nel museo a lui dedicato. Non sono certo queste le opere che possono accreditargli una fama perenne; e neppure, in genere, i monumenti funerari, dai quali egli gremì il cimitero di Torino, disseminandone altri per il mondo. Un altro giudizio si deve senz altro dare soprattutto per le immagini femminili del primo periodo della sua attività. Gran parte della sua produzione scultorea è conservata nel Museo Canonica di Roma a Villa Borghese. A SANTA MARIA DEGLI ANGELI Cappella Albergati: Monumento funerario al Grande Ammiraglio Paolo Thaon de Revel. E stato realizzato nel 1948 ed è addossato alla parete sinistra della Cappella. Il monumento funebre è racchiuso in un arco a trabeazione continua decorata a mosaico e contiene un sarcofago di marmo giallo di Siena a forma di nave rostrata, sostenuta da una base rossa e nera. Al centro del sarcofago la scritta: Duca del Mare Grande Ammiraglio Thaon de Revel 10 maggio 1859-31 marzo 1948. Sopra il sarcofago è rappresentata un lembo di carta geografica che indica i territori italiani irredenti. Sotto, al centro, è raffigurata, in bronzo, la testa dell Ammiraglio con a lato due teste di leone dalle cui fauci si snoda una ghirlanda bronzea. Cappella Albergati: Monumento funerario a Vittorio Emanuele Orlando E stato realizzato nel 1953 ed è addossato alla parete destra della cappella. E dedicato allo statista ed uomo di governo Vittorio Emanuele Orlando, Presidente del Consiglio dei Ministri durante la Prima Guerra Mondiale, da Caporetto alle difficili e drammatiche trattative di Versailles. E costituito da un sarcofago di marmo giallo di Siena sovrastato da una croce bronzea con un medaglione in bronzo al centro in cui figura la testa dello statista. Il tutto è racchiuso in un arco a tutto sesto, con due angeli sugli spigoli della cornice marmorea. Al di sotto corre una striscia di rilievi scolpiti nel marmo di Carrara, dove sfilano le truppe appiedate con i muli, al termine della battaglia di Vittorio Veneto. All estremità dei rilievi, due soldati nelle loro caratteristiche divise ottocentesche con queste date: PIEMONTE MDCCCVI PIEMONTE MDCCCXLVIII Al di sopra un arco dello stesso marmo giallo di Siena e, al di sotto, un basamento di marmo nero venato, con dedica, che collega il sarcofago al pavimento; vi è scritto: 1915 ITALIA 1918 VITTORIO EMANUELE ORLANDO PRESIDENTE DELLA VITTORIA Palermo XIX V MDCCCLX --- Roma I-XII-MCMLII BIBLIOGRAFIA Gaudenzi Luciana 16

Santa Maria degli Angeli e dei Martiri: storia di una fabbrica a.risparmio Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Comune di Roma Tomba di Thaon de Revel: p. 47 ill. b.n. p. 53 Testo Tomba di Emanuele Orlando: p. 63 Testo e ill. b. e n. Matthiae Guglielmo Santa Maria degli Angeli Le chiese illustrate di Roma Nuova serie 13 Istituto di Studi Romani F.lli Palombi Ed. Roma 1988 p. 65. Pisani Renato e Valeri Giuseppe Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri Guida storico-artistica 5a edizione 2008 (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. Il Cigno, marzo 2008 Roma Monumento funebre a Vittorio Emanuele Orlando p. 26 Testo e ill. a colori- Monumento funebre a Paolo Thaon De Revel p. 29 Testo e ill. a colori. Touring Club Italiano T.C.I. Roma e dintorni Guida d Italia Settima edizione - Milano 1977 Indice degli artisti: Canonica Pietro: pp. 75,155,275,288,290,329, 532. 17

CIOLI ALESSANDRO A SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI IN ROMA CIOLI Alessandro - scalpellino, scultore, architetto. Esponente minore di una famiglia di scultori, architetti, scalpellini di Settignano (FI), attivi tra il XIV e il XVII secolo. I membri più importanti di questa famiglia furono i due più tardi consanguinei Valerio e Giacomo; il primo attivo nel XVI secolo e l altro nel XVII. Valerio, scultore (1520-1599), eseguì, tra l altro, una serie di sculture per il giardino di Boboli a Firenze. Giacomo, (morto nel 1734), architetto, fu autore del disegno della facciata assai movimentata, ad andamento concavo-convesso, della chiesa di S. Paolo alla Regola in Roma, cui si deve anche la parte architettonica inferiore. La superiore fu completata nel 1721 da Giuseppe Sardi. Non si conosce la data di nascita e di morte di Alessandro. La prima notizia della sua attività documentata peraltro soltanto a Roma è contenuta in una lettera autografa di Michelangelo del 22 agosto 1561, indirizzata alla Fabbrica di S. Pietro, in cui il Buonarroti (che dal 1547 era direttore del cantiere) chiedeva che fosse assegnata a scultori di sua fiducia l esecuzione delle imposte della cupola vaticana. Alessandro Cioli fu quindi impiegato il quel cantiere, come scalpellino, dal 1561 al 1567. Il 15 maggio 1573 stipulò invece le convenzioni e i patti per il monumento funebre di Nicolò IV, Girolamo Masci, (papa dal 1288 al 1292), in Santa Maria Maggiore in Roma su progetto di Domenico Fontana, del quale realizza la parte architettonica nel 1576. Il Mausoleo viene collocato dapprima nel presbiterio e successivamente spostato dal Fuga (1746), in fondo alla navata mediana, sulla sinistra, dove si trova tuttora. Nel documento di allogazione del 15 maggio 1573 Alessandro è indicato come Magister Ciolus Florentinus scarpellinus. Nel 1576 è nominato membro dell Università dei Marmorari. Il 24 luglio 1577 firma, insieme con un altro scalpellino di Settignano, Giannozzo, una stima dei lavori da eseguire per il Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. Nel 1588 è documentato per i lavori della facciata di S. Maria di Monserrato, per il cui lavoro di scalpellino viene pagato 1919 scudi, mentre l anno successivo è nuovamente presente nel cantiere della Cupola di S. Pietro. A SANTA MARIA DEGLI ANGELI Abside della Basilica Nel 1588 realizza nell Abside della Basilica la memoria funebre di Pio IV, Giovan Angelo dé Medici (papa dal 1566 al 1572) e lo stemma papale in commesso marmoreo sul pavimento, di fronte al vecchio organo appoggiato sul retro dell Altar Maggiore. Secondo Guglielmo Matthiae: la memoria funebre è sotto l aspetto artistico ben poca cosa e rispecchia la severità dei tempi. La lastra di marmo bianco è incorniciata da pilastri laterali, sormontata da una targa orecchiuta con un cherubino tra i festoni: tra due frammenti di timpano è lo stemma con le chiavi e la tiara sotto il timpano di completamento. C è nella forma dei capitelli e nella targa qualche spunto michelangiolesco ma di un sapore ormai così vago, passato nel penultimo decennio del secolo nel comune repertorio decorativo che si stenta ad accettare l attribuzione una volta proposta a Giacomo Del Duca, benché non si veda alcun legame logico a chi altro i tre committenti (cardinali Antonio Serbelloni, Carlo Borromeo, Sittico Altemps) avrebbero potuto rivolgersi. 18

L esecuzione, come risulta da un documento rinvenuto da Armando Schiavo, fu affidata, il 20 febbraio 1582, allo scultore fiorentino Alessandro Cioli. L iscrizione scolpita sulla memoria funebre così recita: BIBLIOGRAFIA D.O.M. PIUS IIII PONT. MAX. medices mediolanensis sedit ann. V mens XI dies XV vixit ann. LXVI mens IX ob. V id. december. MDLXV Joannes Antonius Serbellonus Episcopus prenestinus consobrino Carolus Borromeus S. Praexedis mediolanensis M. Sitticus Altemps germanus constantien S. Mariae transtib titt.praesb avunculo S.R.E, card. posuere Studi romani Rivista Trimestrale dell Istituto Nazionale di Studi Romani, Anno XLV. NN. 3-4 Luglio- Dicembre 1997 p. 291 Matthiae Guglielmo S. Maria degli Angeli Le chiese di Roma illustrate Nuova Serie 13 Istituto di Studi Romani F.lli Palombi Editori Roma 1982 p. 89. Treccani L Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli Italiani: Cioli. 19