TIPOLOGIA B. Argomento Letterati e artisti descrivono i loro luoghi natali DOCUMENTI. 1. Ugo Foscolo, A Zacinto

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TIPOLOGIA B C 1 Sviluppa l argomento scelto o in forma di saggio breve o di articolo di giornale, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del saggio breve argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell articolo di giornale, indica il titolo dell articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. L analisi della consegna Argomento Letterati e artisti descrivono i loro luoghi natali Mappa del dossier DOCUMENTI L analisi dei documenti U. Foscolo, Poesie, in Opere, a cura di F. Gavazzeni, Ricciardi, Milano-Napoli 1974 1. Ugo Foscolo, A Zacinto Foscolo, da esule, si sente legato alla sua Zacinto non solo perché proprio luogo natale, ma anche perché isola che evoca per la sua collocazione geografica l antica Grecia, i suoi dèi e suoi miti. > Testi e scenari B 2 T38 pp. 606-607 Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell onde del greco mar da cui vergine nacque 5 Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l inclito verso di colui che l acque cantò fatali, ed il diverso esiglio 10 per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura. Dossier Luoghi 1

G. Leopardi, Canti, in Tutte le opere, a cura di F. Flora, Mondadori, Milano 1968 2. Giacomo Leopardi, Le ricordanze Compare qui il consueto rapporto di odio-amore di Leopardi con la sua Recanati, che è luogo di dolci illusioni giovanili ma anche prigione del poeta, che si sente lontano dalla gente zotica che lo abita. > Testi e scenari B 3 T40 p. 948-954 Vaghe stelle dell Orsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi sul paterno giardino scintillanti, e ragionar con voi dalle finestre 5 di questo albergo ove abitai fanciullo, e delle gioie mie vidi la fine. Quante immagini un tempo, e quante fole creommi nel pensier l aspetto vostro e delle luci a voi compagne! Allora 10 che, tacito, seduto in verde zolla, delle sere io solea passar gran parte mirando il cielo, ed ascoltando il canto della rana rimota alla campagna! E la lucciola errava appo le siepi 15 e in su l aiuole, susurrando al vento i viali odorati, ed i cipressi là nella selva; e sotto al patrio tetto sonavan voci alterne, e le tranquille opre de servi. E che pensieri immensi, 20 che dolci sogni mi spirò la vista di quel lontano mar, quei monti azzurri, che di qua scopro, e che varcare un giorno io mi pensava, arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver mio! 25 Ignaro del mio fato, e quante volte questa mia vita dolorosa e nuda volentier con la morte avrei cangiato. Né mi diceva il cor che l età verde sarei dannato a consumare in questo 30 natio borgo selvaggio, intra una gente zotica, vil; cui nomi strani, e spesso argomento di riso e di trastullo, son dottrina e saper; che m odia e fugge, per invidia non già, che non mi tiene 35 maggior di se, ma perché tale estima ch io mi tenga in cor mio, sebben di fuori a persona giammai non ne fo segno. Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, senz amor, senza vita; ed aspro a forza 40 tra lo stuol de malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, 2 Dossier Luoghi

e sprezzator degli uomini mi rendo, per la greggia ch ho appresso: e intanto vola il caro tempo giovanil; più caro 45 che la fama e l allor, più che la pura luce del giorno, e lo spirar: ti perdo senza un diletto, inutilmente, in questo soggiorno disumano, intra gli affanni, o dell arida vita unico fiore. C 1 G. Carducci, Rime nuove, in Opere, Zanichelli, Bologna 1965 3. Giosue Carducci, Traversando la Maremma toscana Carducci sente una profonda identità tra il paesaggio del suo luogo natale la Maremma toscana e il suo mondo interiore (> Testi e scenari C 2 T33 p. 429 ). Si può anche analizzare in parallelo il dipinto maremmano del pittore toscano Giovanni Fattori ( 6). Dolce paese, onde portai conforme l abito fiero e lo sdegnoso canto e il petto ov odio e amor mai non s addorme. pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto. 5 Ben riconosco in te le usate forme con gli occhi incerti tra l sorriso e il pianto. e in quelle seguo de miei sogni l orme erranti dietro il giovanile incanto. Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano: 10 e sempre corsi, e mai non giunsi il fine: e dimani cadrò. Ma di lontano pace dicono al cuor le tue collina con le nebbie sfumanti e il verde piano ridente ne le piogge mattutine. U. Saba, Canzoniere, in Tutte le poesie, a cura di A. Stara, Mondadori, Milano 1978 4. Umberto Saba, Città vecchia Trieste, come si vede anche in questa lirica, occupa una ruolo fondamentale nella poesia di Umberto Saba, che qui nacque e visse a lungo. E non solo il poeta descrive la città vecchia nella zona portuale, ma prova una sorta di comunione spirituale con i suoi abitanti (> Testi e scenari C 4 T110 pp. 1642-1643 ). Spesso, per ritornare alla mia casa prendo un oscura via di città vecchia. Giallo in qualche pozzanghera si specchia qualche fanale, e affollata è la strada. 5 Qui tra la gente che viene e che va dall osteria alla casa o al lupanare, Dossier Luoghi 3

dove son merci ed uomini il detrito di un gran porto di mare, io ritrovo, passando, l infinito 10 nell umiltà. Qui prostituta e marinaio, il vecchio che bestemmia, la femmina che bega, il dragone che siede alla bottega del friggitore, 15 la tumultuante giovane impazzita d amore, sono tutte creature della vita e del dolore; s agita in esse, come in me, il Signore. 20 Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via. C. Pavese, La luna e i falò, Mondadori, Milano 1986 5. Cesare Pavese, La luna e i falò Anguilla, il protagonista de La luna e i falò di Cesare Pavese, torna dall America alla sua terra d origine, le Langhe (in Piemonte). È questa la terra anche di Cesare Pavese, che nacque a Santo Stefano Belbo (CN) e che si sentì sempre ad legato ai suoi luoghi natali (> Testi e scenari C 4 T38 pp. 1307-1309 ). Tale affetto venne ricambiato dai suoi compaesani, che ne hanno tra l altro dopo la sua morte ornato la casa natale con una semplice lapide firmata dalla Gente della sua terra ( 7). 5 10 15 20 C è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch io possa dire «Ecco cos ero prima di nascere». Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione. [ ] Così questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. Uno gira per mare e per terra, come i giovanotti dei miei tempi andavano sulle feste dei paesi intorno, e ballavano, bevevano, si picchiavano, portavano a casa la bandiera e i pugni rotti. Si fa l uva e la si vende a Canelli; si raccolgono tartufi e si portano in Alba. C è Nuto, il mio amico del Salto, che provvede di bigoncee di torchi tutta la valle fino a Camo. Che cosa 4 Dossier Luoghi

25 vuol dire? Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo. Da un anno che lo tengo d occhio e quando posso ci scappo da Genova, mi sfugge di mano. Queste cose si capiscono col tempo e l esperienza. Possibile che a quarant anni, e con tutto il mondo che ho visto, non sappia ancora che cos è il mio paese? C 1 6. Giovanni Fattori, Maremma toscana Giovanni Fattori, Maremma toscana, 1880 ca. Firenze, Galleria d arte moderna di Palazzo Pitti 7. Lapide sulla casa natale di Cesare Pavese Lapide sulla casa natale di Cesare Pavese, a Santo Stefano Belbo (CN), nelle Langhe. Dossier Luoghi 5

Il tema dei luoghi natali è affrontato da Foscolo (1) Leopardi (2) Carducci (3) Saba (4) Pavese (5) mostra vive stabilisce manifesta rivendica Una ideale tensione Un rapporto di odio-amore Un rapporto di identità Una comunione spirituale Un legame insopprimibile (7) verso verso tra con con Zacinto Recanati a cui sono legati è allo stesso tempo Il paesaggio della Maremma (6) Il proprio mondo interiore Trieste e i suoi abitanti da cui descrive Le Langhe in cui riconoscere Il tema dell esilio Il mito della classicità Il valore della poesia eternatrice Il luogo delle illusioni giovanili Un luogo inospitale e selvaggio caratterizzati da L umiltà dei luoghi e della vita in cui convivono Le proprie radici da difendere nonostante a causa di L insensibilità degli abitanti Una fiera e sdegnosa dolcezza Amore e dolore La distanza e i luoghi visitati