I CENTRI CULTURALI CATTOLICI REALTÀ MULTIFORME DI PRESENZA E D AZIONE



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I CENTRI CULTURALI CATTOLICI REALTÀ MULTIFORME DI PRESENZA E D AZIONE Mons. Gergely KOVÁCS Capo Ufficio del Pontificio Consiglio della Cultura Sarajevo, 9 luglio 2005 Eminenze ed Eccellenze Reverendissime, Reverendi Padri, Gentili Signore e Signori! Per completare la panoramica della pastorale della cultura, fatta insieme in questi due giorni, tocca a me e lo faccio con grande gioia presentare i Centri Culturali Cattolici, il cui obiettivo essenziale è quello di realizzare, nelle loro attività, oltre all inculturazione del Vangelo e all evangelizzazione delle culture, anche il dialogo di frontiera sia con le nuove forme di non credenza, sia con le varie forme di religiosità. INTRODUZIONE Per capire l importanza che il Pontificio Consiglio della Cultura riconosce ai Centri Culturali Cattolici, basta ricordare che una delle prime iniziative prese dal Consiglio, dopo la sua ristrutturazione nella primavera del 1993, fu proprio la promozione dei Centri Culturali Cattolici.

2 Questa attenzione nasce dalla convinzione che l incarnazione della fede nella cultura contemporanea deve avvenire in maniera capillare. Infatti, vediamo che nel nostro mondo, che va verso la globalizzazione, si va imponendo progressivamente una cultura ben lontana dal Vangelo. In questo contesto culturale, la Chiesa ha un ruolo di testimonianza pubblica e deve incessantemente far sentire la propria voce nei diversi forum, allo scopo di proporre con rispetto, ma chiaramente la fede in Cristo e i valori cristiani. Tale testimonianza non può limitarsi all interno della Chiesa: annuncio della Parola, sacramenti, catechesi, ecc., ma richiede un azione di più ampio respiro, capace di raggiungere tutti gli ambiti della cultura. Per svolgere questa funzione i Centri Culturali Cattolici sono di grande utilità. 1. I CENTRI CULTURALI CATTOLICI: IDENTITÀ DIALOGO Il cammino, iniziato nell autunno 1993 dal Pontificio Consiglio della Cultura, in breve tempo dopo appena due anni ha fatto sì che il concetto stesso di centro culturale cattolico entrasse nel Magistero ordinario della Chiesa. Infatti, nell Esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Africa, del 14 settembre 1995, il Santo Padre afferma: I Centri Culturali Cattolici offrono alla Chiesa singolari possibilità di presenza e di azione nel campo dei mutamenti culturali. In effetti, essi costituiscono dei forum pubblici che permettono la larga diffusione, mediante il dialogo creativo, delle convinzioni cristiane sull uomo, sulla donna, sulla famiglia, sul lavoro, sull economia, sulla società, sulla politica, sulla vita internazionale, sull ambiente. Essi sono così luoghi d ascolto, di rispetto e di tolleranza (Ecclesia in Africa, 103). Nella nostra cultura pluralistica e mobile il bisogno di formarsi è permanente, anche per non perdere la propria identità. Il centro culturale cattolico di per sé è un luogo di educazione e di formazione permanente.

3 Nello stesso tempo, assicurando alla Chiesa presenza e azione, i Centri Culturali Cattolici sono veri areopaghi nei quali si realizza un dialogo creativo. E non devo nemmeno riportare degli esempi: alcuni di voi possono testimoniare questa realtà dove un centro culturale cattolico è praticamente l unico luogo d incontro pacifico della Chiesa con i musulmani (Algeri). Se sono fedeli alla loro missione, i centri, in questi o simili contesti, serviranno, da una parte, a diffondere i valori cristiani e, dall altra, ad infondere coraggio nei pochi cattolici che risentono fortemente dell influsso dell ambiente non cattolico e rischiano o di chiudersi nel fondamentalismo o di dissolversi nello scetticismo. 2. COSA SONO I CENTRI CULTURALI CATTOLICI? La domanda non è retorica. Infatti, quando, nell autunno del 1993, il Pontificio Consiglio della Cultura chiese alle Conferenze Episcopali di inviare un elenco dei loro centri culturali, la prima cosa che ci domandavano era cosa s intendesse per centro culturale cattolico. Questa è la realtà: a livello di Chiese locali, di Conferenze Episcopali il concetto di centro culturale cattolico non era conosciuto. D altra parte, altrettanto vero è che il concetto di centro culturale cattolico non ha un rigido contenuto univoco, ma una comune finalità, una enorme flessibilità che è la base della sua ricchezza. Basta pensare alla differenza che c è tra una accademia cattolica in Germania, con mezzi potenti e diversi, con personale a tempo pieno, e un modesto centro in Romania, in certi casi un piccolo ufficio con una sola persona che, però, dà un proprio contributo all evangelizzazione della cultura e all inculturazione della fede. Il concetto di centro culturale cattolico è inteso, perciò, in un senso ampio e corrispondente alla ricca pluralità delle situazioni nei diversi Paesi e, come ben sapete, anche all interno delle stesse diocesi. In linea di massima, si tratta di istituzioni collegate ad un ente ecclesiale: parrocchia, diocesi, Conferenza Episcopale, Ordine religioso, movimento, ecc., o di iniziative private di cattolici, ma sempre in comunione con la Chiesa. Esso attesta una realtà ricca e diversificata, a livello:

4 1. di denominazioni: centri o circoli culturali, accademie, istituzioni universitarie, case di formazione; 2. di orientamenti: teologico, scientifico, educativo, artistico; 3. di tematiche trattate: correnti culturali, valori, dialogo interculturale e interreligioso, scienza, arte; 4. di attività svolte: conferenze, dibattiti, corsi, seminari, pubblicazioni, biblioteche, manifestazioni culturali, mostre La caratteristica comune è il fatto che tutti questi centri propongono le loro attività culturali con la costante preoccupazione del rapporto tra fede e cultura, sviluppato tramite il dialogo, la ricerca, la formazione, la promozione di una cultura ispirata, fecondata, vivificata e resa dinamica dalla fede. Qui, però, vorrei sottolineare che un centro non può dirsi costituito solo da spazio, sale, mobili e programmi. Non è sufficiente creare spazi e fare progetti e poi cercare le persone che li gestiscano. Un vero centro culturale cattolico dovrebbe operare a partire da un organismo vivo di amicizia e di intesa, in modo che le persone che frequentano il centro trovino le idee, le ispirazioni comunicate tramite i volti concreti in un rapporto di apertura e di carità sincera. Non si tratta di una predicazione esplicita da parte dei membri di un centro culturale, ma di come impostare i rapporti con le persone che arrivano in modo che la testimonianza preceda l insegnamento, la dottrina. 3. COORDINAMENTO DEI CENTRI CULTURALI CATTOLICI Per un efficace funzionamento, è necessario ed indispensabile il collegamento, anzi la collaborazione tra i diversi centri. È importante scambiarsi notizie, informazioni ed esperienze, per conoscere l esperienza di ciascuno e di tutti e rendere possibile un orientamento comune. Pertanto, il primo passo è venire a sapere dell esistenza di un altro centro per poter entrare in contatto con esso. Fu questa una delle prime preoccupazioni del Pontificio Consiglio della Cultura.

5 3.1 L Elenco dei Centri Culturali Cattolici Come ho già detto, il processo di promozione e di coordinamento dei Centri Culturali Cattolici ha avuto inizio nell autunno 1993, con un primo incontro internazionale, a Chantilly presso Parigi, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura, con la partecipazione di una trentina di direttori di centri culturali provenienti dall Africa, dall America, dall Asia e dall Europa. a. Così nacque l idea di avvalersi dell aiuto delle Conferenze episcopali per intraprendere un censimento dei Centri Culturali Cattolici nel mondo, terminato con la pubblicazione, alla fine del 1995, del primo Elenco internazionale, comprensivo di quasi 800 centri nei cinque continenti. b. Dopo l uscita di questo Elenco è arrivata una vera valanga di segnalazioni: non solo con dati da correggere o modificare, ma anche con i nomi di numerosi centri, non ancora comparsi sull Elenco. Era necessario, quindi, pubblicare la seconda edizione, che uscì nell estate 1998, raccogliendo i dati di quasi 1.000 centri. Questo Elenco può essere consultato anche attraverso Internet, sul sito del Vaticano, alla pagina del Pontificio Consiglio della Cultura. c. Nel 2001, è già stata pubblicata la terza edizione, la quale, oltre a contenere circa 200 nuovi centri segnalati, arrivando, così, ad un numero complessivo di circa 1.200 centri, è essenzialmente aggiornato anzitutto per quanto riguarda gli indirizzi di posta elettronica e di web. d. Quest anno è uscita la quarta edizione dell Elenco, ed arriva ad un numero di più di 1.300 centri. Qui, però, c è da precisare che, per esempio, solo in Italia il numero dei centri segnalati è talmente grande da rendere necessaria la pubblicazione di un Elenco nazionale. Perciò, nell Elenco internazionale compaiono solo i 15 centri segnalati dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana. È aumentata anche la quantità di informazione rispetto alle versioni precedenti: con l aiuto di piccoli simboli e parole chiave vengono date informazioni sui singoli

6 centri come specializzazioni, attività e aree di interesse, servizi, possibilità di vitto e alloggio. Questo facilita la ricerca tra i centri in base a diverse caratteristiche o criteri. Vorrei fare una piccola parentesi per ricordare che i centri vengono segnalati da Conferenze Episcopali, da Vescovi ed altri. Certamente, non ci è possibile sempre controllare se il centro segnalato corrisponde davvero alla definizione che ne diamo. e. Infine, parallelamente alla quarta edizione, abbiamo anche creato un database elettronico, per raccogliere e stoccare più dati possibili sui Centri Culturali Cattolici. Gran parte di questi dati non sono pubblicati nella quarta edizione dell Elenco internazionale, ma sono destinati anzitutto ad uso interno del Pontificio Consiglio della Cultura. L apposita Scheda, che sta a vostra disposizione, è stata allegata ad ogni copia della quarta edizione e spedita ad ogni centro culturale di nostra conoscenza, alle Nunziature apostoliche e ai Presidenti delle Conferenze episcopali. 3.2 Incontri di Centri Culturali Cattolici Avendo in mano un elenco con le coordinate di diversi centri, si è potuto fare un secondo passo: trovare le modalità e le vie più adatte per entrare in contatto e stabilire un rapporto di collaborazione. A partire dal primo incontro a Chantilly, 4-8 ottobre 1993, il Pontificio Consiglio della Cultura ha organizzato e promosso numerosi convegni e colloqui dei Centri Culturali Cattolici. All incontro di Chantilly è risultato evidente che tali colloqui sono possibili solo se organizzati per regioni geografiche. Vorrei menzionare soltanto alcuni tra i più importanti. Nel 1996 sono stati organizzati tre colloqui per i centri culturali europei. Si è tenuto, dal 14 al 15 maggio, all Accademia Cattolica di Monaco di Baviera, il primo incontro per i centri culturali dell Europa centrale sul tema: Il dialogo tra fede e cultura in Europa Centrale. Eredità cristiana e politiche culturali. Subito dopo è seguita la Prima Riunione dei Centri Culturali Cattolici del Sud dell Europa, tenutasi a Barcellona dal 30 maggio al 1 giugno. Poi, dal 21 al 23 ottobre 1996, si è tenuto a Roma, presso il Pontificio Consiglio della Cultura, il Primo incontro dei Centri Culturali Cattolici d Italia.

7 Dal 1 al 4 ottobre 1998 si sono incontrati, a Bologna, i Centri Culturali Cattolici del Bacino del Mediterraneo, comprese le sponde d Europa, Africa ed Asia, per riflettere sul tema: Il Mediterraneo del terzo millennio. Radici culturali comuni, prospettive di dialogo e nuova evangelizzazione. Una sfida per i Centri Culturali Cattolici. Dopo una pausa, dovuta ai numerosi impegni del Dicastero nell organizzazione del Grande Giubileo, sono stati ripresi i colloqui sui centri culturali, dal 2 al 7 aprile 2001, con un convegno, in Libano, a Fatqa, dei centri del Vicino Oriente. Dal 17-20 maggio dello stesso anno 2001, si è tenuto un colloquio, al Centro Jakab Antal, in Romania, riguardante l Europa Centro-Orientale e incentrato sul servizio svolto dai centri culturali per l identità culturale e per il dialogo tra le culture, con una eccezionale partecipazione di 22 Paesi della regione. Sempre nel 2001, dal 5 al 7 giugno, ha avuto luogo, a Puebla, in Messico, l incontro dei centri culturali del continente americano sul tema della nuova evangelizzazione e della trasmissione del Vangelo. Poi, dal 7 all 11 maggio 2003, si è svolto, a Barcellona, un nuovo incontro dei centri dell Europa Occidentale e Meridionale, sul contributo dei centri alla convivenza delle culture, e il nostro incontro è proprio il prolungamento o il figlio d esso. Più tardi, dal 17 al 19 settembre dello stesso anno, 2003, si sono incontrati a Valparaíso, in Cile, i rappresentanti dei centri culturali cattolici del Cono Sur. L anno scorso, 2004, in Brasile sono stati due gli incontri dei centri culturali cattolici, 4-5 ottobre a João Pessoa e 7-8 ottobre a São Paulo, dedicati al tema del dialogo tra l identità cattolica, la globalizzazione, la non credenza e il pluralismo etnico. Infine, dal 14 al 16 giugno scorso, si è svolto l incontro dei centri culturali cattolici a Salta, in Brasile. Oltre ai colloqui brevemente elencati, possiamo ricordare una serie di incontri, organizzati non espressamente o esclusivamente per i centri culturali, ma sempre con la loro attiva partecipazione. Sarebbe impossibile enumerare tutti quei convegni ed incontri, nazionali o regionali, di cui è a conoscenza il Pontificio Consiglio della

Cultura, che hanno visto la partecipazione del Cardinale Presidente, del Padre Segretario o di uno degli Officiali. 8 3.3 Il Vademecum dei Centri Culturali Cattolici Per favorire il lavoro dei Centri Culturali Cattolici e per dare a questi un aiuto ancora più concreto, si è pensato, insieme con la Conferenza Episcopale Italiana, di preparare un Vademecum. Frutto di un intenso lavoro di oltre due anni, è stato stampato nel 2003 ed è già stato pubblicato in spagnolo. Anche la traduzione tedesca è pronta, andrà prossimamente in tipografia. Il Vademecum, di cui alcune copie sono a vostra disposizione, è stato ideato in modo che possa essere utilizzato non soltanto per i Centri Culturali Cattolici d Italia, ma, tradotto in diverse lingue, in qualsiasi altro Paese. Esso è suddiviso in tre parti. 1. Perché? Perché creare un centro culturale cattolico? Quali sono le ragioni e le motivazioni di fondo che possono spingere a crearli? 2. Cos è? Cosa sono i Centri Culturali Cattolici, quale il campo dove operano, quali la struttura e le attività? A chi si rivolgono? 3. Cosa fare? Come istituirli e gestirli? Un percorso operativo: dall ascolto alla diffusione viene offerto un modello capace di orientare l azione dei Centri Culturali Cattolici. CONCLUSIONE Prima di concludere, vorrei soltanto ricordare che per un fruttuoso e più stretto legame tra la Santa Sede e le Chiese locali, tra il Pontificio Consiglio della Cultura e i Centri Culturali Cattolici, c è bisogno di un rapporto bidirezionale. Il Consiglio della Cultura rimane a disposizione di tutti voi e dei Centri Culturali Cattolici, ed è pronto a fornire informazioni e a dare qualsiasi sostegno. D altra parte, siamo molto grati per tutto quello che vorrete comunicarci: sull attività, sugli impegni concreti, ecc. Alle notizie ricevute daremo ben volentieri spazio anche sulla Rivista trimestrale del Dicastero, Culture e Fede, edita in quattro lingue: francese, inglese, italiano e spagnolo.

9 Infine, concludendo il mio intervento, spero di esser riuscito a far capire meglio cosa intende il Pontificio Consiglio della Cultura per Centro Culturale Cattolico e, nello stesso tempo, ad offrire una panoramica di tutto quello che il Dicastero fa con e per questi centri, promuovendoli affinché adempiano la loro importantissima missione nell evangelizzazione della cultura. Grazie per la vostra attenzione.