CHIAREZZA SUL PROBLEMA DELLE SCORIE NUCLEARI

Documenti analoghi
La Radioattività. da:ispra istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale

E= mc2 Nel 1905 Einistein enunciò la sua teoria tra energia e materia, espressa dalla formula E=mc2

Lezione 24 Radiazioni Ionizzanti

Il Decommissioning della Centrale di Caorso e la Gestione dei Rifiuti Radioattivi I rifiuti radioattivi in Italia

Le centrali a combustibile

Uomo, ambiente e radiazioni

RaDON. Giuseppe Scielzo (Fisico) Filippo Grillo Ruggieri (Medico) Salvatore Melluso (Geologo)

Frasca&, 23 se,embre 2009 Se3mana della Scienza

Radioattività e acque potabili

Principi della RadioDatazione

Le radiazioni ionizzanti e la radioprotezione

Il Nucleo. Dimensioni del nucleo dell'ordine di 10. m Il raggio nucleare R = R 0 -15

Le scorie nucleari: generazione e gestione

IL DEPOSITO NAZIONALE: UNA SFIDA CHALLENGING

Decadimento a. E tipico dei radioisotopi con Z > 82 (Pb), nei quali il rapporto tra il numero dei neutroni e quello dei protoni è troppo basso.

Il Deposito Nazionale, il Parco Tecnologico e

NOZIONI PRELIMINARI ENERGIA NUCLEARE ATOMO ISOTOPI RADIOATTIVITÀ

STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA

#MAIPIÙFUKUSHIMA NUCLEARE: IL RISCHIO CHE NON SI SPEGNE MAI. L EREDITÀ AVVELENATA CHE CI COSTA 11 MILIARDI

E = MC². È: Una forma di energia che deriva da profonde modificazioni della struttura stessa della materia. ENERGIA NUCLEARE

ELEMENTI di CHIMICA NUCLEARE. La FISSIONE NUCLEARE

Università degli Studi della Calabria

La radioattività. La radioattività è il fenomeno per cui alcuni nuclei si trasformano in altri emettendo particelle e/ radiazioneni elettromagnetiche.

Cenni di fisica moderna

Fonti energetiche di energia

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Emissione α. La sua carica elettrica è pari a +2e La sua massa a riposo è circa 7x10-27 kg.

APPUNTI DI TECNOLOGIA. ENERGIA NUCLEARE Fissione nucleare Fusione nucleare Centrali nucleari Vantaggi - Svantaggi Produzione

L esperienza italiana:

Radioattività artificiale Origine e impieghi

anno ANNO scolastico SCOLASTICO LEZIONE n. 1 L ENERGIA

Report mensile sulla qualita dell aria

TECNICHE RADIOCHIMICHE

Radiazioni ionizzanti

Distaccamento Volontari Caselle Torinese 5) RADIOATTIVITA. Testi, immagini ed argomenti trattati a cura del Comando Provinciale di Torino

COME E FATTA LA MATERIA

Energia geotermica. Energia Calore

IMPIANTO DI MIRANDOLA (Via Belvedere n.5/c Comune di Mirandola)

04/05/2009 DEFINIZIONE DI RADIAZIONI. Corso di Igiene. Igiene delle radiazioni ionizzanti e non

Percorso sull energia

RADIAZIONI IONIZZANTI

Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico: controllo dell ambiente e coinvolgimento del territorio

Il numero di protoni presenti in un atomo si chiama numero atomico = Z elemento differisce per il numero Z. H deuterio (6000 volte abbondante)

Le radiazioni e la loro misura

Valenza didattica (aggiunta e principale) Individuazione della grandezza da misurare. Misure ccomplementari/alternative

Esploriamo la chimica

DECADIMENTI. Fissione spontanea di atomi instabili con emissione di neutroni

RICERCA SCIENTIFICA ed ENERGIA DEL FUTURO

Parte I - LE RADIAZIONI IONIZZANTI E LE GRANDEZZE FISICHE DI INTERESSE IN DOSIMETRIA

ORBITALI E CARATTERISTICHE CHIMICHE DEGLI ELEMENTI

Esercizi su Chimica Nucleare e Nucleogenesi

La chimica nucleare. A cura della prof. ssa. Barone Antonina

Radioattività. 1. Massa dei nuclei. 2. Decadimenti nucleari. 3. Legge del decadimento XVI - 0. A. Contin - Fisica Generale Avanzata

Zone a rischio di esplosione e incendio: le falegnamerie

La fissione nucleare. Presente e futuro

LA FISSIONE NUCLEARE. Dinamica ed effetti. Prof. Angelo Vitale

I rifiuti radioattivi in Italia

Il nucleare in Italia

La gestione dei rifiuti

Programma di addestramento raccomandato per l esame di Radiografia di 1 livello

IMPIANTO DI RONCOBOTTO (Via Isola Ronchi Comune di Zocca)

Fissione indotta e fusione nucleare (cenni)

Capitolo 3 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE

RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI

DEPOSITO ED UTILIZZO DI SOSTANZE RADIOGENE

Progetto scuola 21 sull energia. C.f.p. Aldo Moro 2 opa Miriana Pulici, Keti Conti, Greta Riva Eleonora Citterio Anno 2012/13

VALUTAZIONE DEL CARICO TERMICO

Chimica Nucleare. Copyright The McGraw-Hill Companies, Inc. Permission required for reproduction or display.

A 2 Z A 2 Z. PROTONI: carica +e, massa 1840 m e NEUTRONI: carica nulla, massa 1842 m e

La radioattività può avere un origine sia artificiale che naturale.

Radioattivita (radiazioni ionizzanti) e salute. 1a parte

Unità didattica 10. Decima unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. La soluzione geologico-ingegneristica di un problema dimenticato

La fusione. Lezioni d'autore. di Claudio Cigognetti

Incidente di Fukushima: considerazioni preliminari

La datazione mediante radioisotopi

L inquinamento radioattivo

Fonte Energetica Vantaggi Svantaggi

La gestione dei rifiuti radioattivi: aspetti normativi e situazione italiana

Seminario del 25/09/08 su nucleare per l energia. ( R.Petronzio, presidente dell Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)

ENERGIA NUCLEARE. Il procedimento per sviluppare energia nucleare si compone di 3 diverse reazioni:

DECADIMENTO RADIOATTIVO

Che cosa è la luce? 1

Rischi alla salute dovuti alle sostanze radioattive, alle onde elettromagnetiche e al radon. Claudio Cazzato Fisico Medico

Industria è tutto ciò che svolge attività di produzione di beni di interesse economico, esercitando un'attività di trasformazione delle materie prime

Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile. Chimica. concetti e modelli.blu

Sabbia di Vetro pronto al forno

LE FONTI ENERGETICHE

La realizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi

Casa del Giardinaggio di Roma: pavimentazione di tufo con parcelle di coltivazione

CARBONE. % C ANTRACITE* LITANTRACE* *origine geologica più antica LIGNITE TORBA 55-65

Il ciclo delle rocce

Le fonti di energia e i combustibili fossili

RUOLO SOCIALE DEL GEOLOGO E GEOLOGIA MEDICA. A cura del Dott. Geol. Corrado Ingallina Ordine dei Geologi Regione Sicilia

A.L.A.R.A. ANALISI DI SICUREZZA

RADON e SALUTE. MARANO VIC. 17 gennaio 2012

UDA 1_IL CICLO DI VITA DI UN PRODOTTO

Un po' di fisica nucleare: La radioattività

Paleontologia. Archeologia. Radioisotopi. Industria. Biologia. Medicina

Transcript:

CHIAREZZA SUL PROBLEMA DELLE SCORIE NUCLEARI La reazione che si è avuta a Scanzano Ionico nelle scorse settimane corrisponde ad un immagine completamente distorta di quelle che sono comunemente chiamate scorie nucleari. Credo non sia più possibile tacere di fronte alla strumentalizzazione del rischio nucleare di alcuni gruppi della nostra società. Essi, sfruttando la paura della gente, hanno fatto di tale rischio una vera e propria costruzione intellettuale per i propri scopi politici e personali (carriera), distorcendo completamente la verità. Sorprende che anche uomini di chiesa (alcuni parroci ed un vescovo, nella vicenda di Scanzano Ionico) scendano in piazza a fianco di tali figure. n realtà, anche nel caso delle scorie nucleari i tecnici del settore operano in modo da imitare la natura (o quanto fatto da Dio, per i credenti), in quella ricerca dell eccellenza per quanto concerne sicurezza dell uomo e tutela ambientale che caratterizza tutta l ingegneria nucleare, e non nel modo barbaro ed irresponsabile che è implicito nella rappresentazione che di tali attività danno in generale i media. Le scorie nucleari sono rifiuti solidi contenenti sostanze radioattive, condizionati, cioè resi inerti e sicuri per poterli maneggiare senza rischi per gli addetti e per la popolazione in tutte le fasi del processo: dalla produzione, al condizionamento, al trasporto, all immagazzinamento temporaneo, fino allo smaltimento definitivo. I contenitori in cui sono racchiusi tali rifiuti sono realizzati in modo da assolvere la loro funzione di schermatura ed isolamento del contenuto sia in condizioni normali che in caso di incidenti di una certa gravità. Ad es., essi possono resistere ad un incidente stradale che coinvolga, oltre all automezzo che li trasporta, un autobotte che trasporta benzina o altro liquido infiammabile: non si avrebbe alcuna contaminazione radioattiva dell ambiente né in conseguenza dell urto, né a seguito dell incendio che potrebbe svilupparsi subito dopo, con immersione del contenitore fra le fiamme per oltre mezz ora. Per inciso, in tale incidente si avrebbe invece l immissione in atmosfera di sostanze pericolose convenzionali, tossiche e cancerogene, derivanti dalla combustione della benzina e dei mezzi, quali benzene, idrocarburi policiclici aromatici, particelle fini PM10 e 2,5, metalli pesanti, ecc., con conseguenze per l ambiente e la popolazione certamente tutt altro che trascurabili. La caratteristica fondamentale dei rifiuti radioattivi è ovviamente il loro contenuto in termini di radioattività, cioè la presenza di isotopi che decadono con emissione di radiazioni α (nuclei di elio), β (elettroni) o γ (onde elettromagnetiche), in generale trasformandosi in isotopi stabili innocui o in altri isotopi ancora radioattivi (è il caso ad es. delle catene radioattive dell uranio, del torio e di tutti gli elementi transuranici prodotti artificialmente dall uomo). Perché una sostanza sia considerata un rifiuto radioattivo, oltre ad essere un materiale di scarto di un processo che coinvolge o produce isotopi radioattivi, deve originare più di una disintegrazione al secondo

(Bequerel, in sigla Bq) per grammo di materiale. In realtà tutto ciò che è presente sulla Terra (piante, animali, rocce, il nostro stesso organismo, gli oggetti che usiamo quotidianamente, l acqua che beviamo, i cibi che mangiamo, ecc.) è radioattivo, con una radioattività media dell ordine di 1Bq/g. Ciò comporta per tutta l umanità una dose naturale di radiazioni (in media 2 millisievert all anno), a cui l organismo umano si è certamente adattato nelle decine di migliaia di generazioni che ci hanno preceduto su questa Terra. Ma la radioattività naturale e di conseguenza la dose naturale di radiazioni è molto variabile da punto a punto della superficie terrestre, con valori in alcune aree doppi, tripli ed in qualche caso anche 10 volte superiori ai valori medi sopraindicati, senza che questo comporti differenze nello stato di salute o nell attesa di vita delle popolazioni che vivono in tali zone rispetto a quelle che vivono in zone vicine con simili caratteristiche per quanto riguarda clima, diete alimentari, contesti economici, sociali, ecc. Ad es. nel nostro Paese gli abitanti del Viterbese e della zona dei Campi Flegrei sono soggetti a dosi di radiazione 2-3 volte la media nazionale, ma la mortalità per cancro in tali zone non è diversa da quella degli abitanti delle altre zone del Lazio o della Campania. Per fare un altro esempio, la radioattività dei blocchetti di granito usati per pavimentare P.zza S. Pietro è così elevata da dare un intensità di dose oltre 10 volte il fondo naturale medio in Italia, comparabile con quella della zona di 30 Km di raggio interdetta alla popolazione attorno al famoso reattore di Chernobyl (ma a nessuno è venuto in mente di interdire l accesso a P.zza S. Pietro della gente per la pericolosità della situazione!). Chiariti questi concetti, ritorniamo al problema dei rifiuti radioattivi. Oltre il 99% dei circa 26.000 m 3 che sono attualmente distribuiti in depositi temporanei in varie regioni italiane sono a medio-bassa radioattività, prodotti in oltre 40 anni, in conseguenza di: - attività connesse con il ciclo dell energia nucleare (fabbricazione degli elementi di combustibile nucleare, riprocessamento a scopo sperimentale - di elementi di combustibile esauriti, produzione di energia elettrica, ecc.); - materiali derivanti dallo smantellamento di impianti nucleari; - esercizio di apparecchiature e reattori sperimentali per attività di ricerca; - uso di radioisotopi, acceleratori di particelle e sorgenti radioattive in medicina, nell industria, nella ricerca scientifica e tecnologica, ecc.. A questi rifiuti sono da aggiungere quelli che deriveranno dallo smantellamento delle centrali nucleari dimesse e ciò porterà il totale a circa 100.000 m 3, per fare cifra tonda. I rifiuti a bassa radioattività, condizionati come indicato all inizio di questo articolo, possono essere smaltiti in tutta sicurezza in discariche superficiali o a poca profondità adeguatamente progettate e gestite, come dimostrano le esperienze spagnola, svedese, ecc. (figg. 1-3). Dopo qualche secolo saranno completamente decaduti e pertanto non più rifiuti radioattivi.

Figura 1 Schema del deposito di rifiuti radioattivi a media e bassa radioattività realizzato in Svezia, nel granito, alla profondità di 50 m sotto la superficie del suolo. Figura 2- Deposito di rifiuti radioattivi a bassa radioattività realizzato a Dukovany nella Repubblica Ceca. Figura 3 Cilindri di stoccaggio a secco dell impianto nucleare di Wolsong in Corea.

Diverso è il discorso per i rifiuti ad alta radioattività costituiti dal combustibile nucleare esaurito, tal quale o riprocessato, cioè sottoposto a trattamento chimico, in modo da separare il materiale fossile ancora utilizzabile dai prodotti di fissione e di attivazione formatasi durante l esercizio di una centrale nucleare. Il vantaggio del riprocessamento deriva sia dal recupero di materiale fissile che dalla riduzione (un fattore 30) della quantità di rifiuto da smaltire. In questo caso, il livello di radioattività è elevatissimo ed il rifiuto rimane pericoloso per decina di migliaia di anni o più, a seconda della composizione specifica. E però possibile smaltire in sicurezza anche questi rifiuti, previo adeguato trattamento, in adatte formazioni geologiche (depositi di sale o argilla). La figura 4 mostra lo schema del deposito progettato in Svezia per questo tipo di rifiuti. I prodotti di fissione e di attivazione, inglobati in una matrice vetrosa, se ritrattati, o tal quali come vengono scaricati dal reattore, vengono racchiusi all interno di contenitori di rame, sigillati per saldatura. Questi sono poi sepolti in cunicoli scavati all interno del deposito (ad es. di argilla) ad una profondità di 0,5-1 Km e sigillati con betonite in modo da ripristinare la continuità strutturale dello strato di argilla del deposito. Figura 4 Le diverse barriere di sicurezza del deposito delle scorie nucleari ad alta radioattività progettato in Svezia. Chi garantisce che tale sistemazione non darà alcuna interazione con gli ecosistemi in superficie per il lunghissimo periodo di tempo necessario al decadimento delle sostanze radioattive contenute? Le caratteristiche intrinseche dei materiali utilizzati e le analogie naturali. Infatti: il vetro ed il rame, nelle condizioni chimico-fisiche in cui operano all interno del deposito, non sono soggetti ad alcun effetto di corrosione (ad es. in condizioni simili il rame si ritrova allo stato nascente di metallo puro, dopo la sua formazione alcuni miliardi di anni fa); uno spessore d argilla di centinaia di metri isola completamente il suo contenuto dall ecosistema, per le caratteristiche dell argilla di impermeabilità all acqua; inoltre la sua

plasticità dà garanzie di tenuta anche in presenza di terremoti e sconvolgimenti geologici, che in nessun caso potrebbero fratturarla. Anche qui, c è sulla terra un analogo che dimostra l asserto. In Canada, nella zona del Cigar Lake (fig. 5) esiste una formazione minerale con un contenuto di uranio (e quindi di prodotti delle catene di decadimento di tale elemento, quali radio, polonio, ecc.) assolutamente eccezionale: fino al 60% in peso (si pensi che nelle miniere attualmente sfruttate per produrre tale materiale il contenuto di uranio è in generale di qualche percento). Il minerale uranifero si trova in profondità separato dal materiale sabbioso sovrastante da uno spessore di argilla. Ebbene, in superficie non c è alcuna traccia anomala di radioattività o di elementi radioattivi derivanti dalle catene di decadimento dell uranio, nonostante che uno di questi (il Radon) sia un gas nobile, completamente inerte dal punto di vista chimico. Figura 5 Schema del deposito naturale di Cigar Lake in Canada. Ma c è un altro analogo naturale, ancora più significativo: il sito di Oklo, in Gabon. Qui c è una formazione minerale simile a quella di Cigar Lake per concentrazione di uranio, ma senza lo strato di protezione di argilla. L acqua può quindi penetrare liberamente nel terreno e questo 2 miliardi di anni fa portò a condizioni tali che un reattore nucleare a fissione divenne critico e funzionò naturalmente in modo intermittente per 1 milione di anni, producendo tutta la gamma dei prodotti di fissione e di attivazione che si producono negli attuali reattori nucleari. Queste sostanze pericolose sono rimaste in loco, con spostamenti limitati al massimo ad alcune decina di metri in 2 miliardi di anni. E non c è alcuna differenza fra gli ecosistemi e le popolazioni che vivono in tale area e quelli in aree contigue, con lo stesso clima, habitat, ecc.