25 Aprile 2012: Festa della Liberazione. Discorso del Sindaco

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25 Aprile 2012: Festa della Liberazione Discorso del Sindaco Il 25 aprile non è una ritualità o una ricorrenza qualsiasi nella storia democratica del nostro Paese. Questo è il primo compito del nostro appuntamento, qui: rievocare una tragedia ma anche una conquista, la democrazia e una liberazione, riscoprire la Resistenza come movimento popolare, il valore dall Assemblea Costituente, la scelta della Repubblica, lo sforzo di coesione di diverse culture democratiche che dal 1943 al 1948 collaborarono per costituire le fondamenta di questo Paese, unite nella fiducia per la democrazia, nel lavoro per la dignità dell uomo, nell amore per la libertà. Per questo è importante che oggi 25 aprile 2012 siamo ancora in tanti qui a Valmadrera, al di là del rito ufficiale, a manifestare un senso di gratitudine e di riconoscenza per i tanti uomini e donne che, con passione e sacrificio, a volte drammaticamente con la vita, hanno contribuito a ridonarci la democrazia e la libertà, soprattutto per il bisogno di ricordare ai più giovani che quello che conta nella vita è donare una testimonianza. Mi corre l obbligo di ringraziare pubblicamente proprio gli studenti delle nostre scuole per l impegno dimostrato anche in questa occasione. Un saluto alle associazioni combattentistiche, al corpo musicale e a tutti voi qui presenti. Spesso nei discorsi e nelle celebrazioni del XXV Aprile si riflette sul senso della libertà e sulla pace, io stesso ho incentrato i miei interventi degli anni scorsi su questi due temi. 1

Ora però siamo chiamati ad una riflessione sull attualità che ogni giorni ci mostra con durezza la situazione dell Italia. E forse il peggior 25 aprile dalla Liberazione quello che il nostro Paese sta vivendo: un Paese allarmato, alle prese con una pesante crisi economica ed occupazionale, deluso e arrabbiato per gli scandali che hanno colpito i partiti e che coinvolgono il mondo politico e amministrativo, un paese in cui anche lo sport si piega alla violenza ed al ricatto come è successo a Genova. E evidente a tutti come sia diverso il clima odierno rispetto a quello che, con altro spirito, si respirava nel 1945 la fine della guerra e il ritorno alla libertà ed alla democrazia. Allora oggi, in questo tempo è necessario recuperare i valori fondanti della nostra Repubblica, a partire dalla Carta Costituzionale cercando, in situazioni di grande difficoltà, di trovare gli elementi per costruire un nuovo futuro di ripresa, di lavoro, di coesione sociale e di serena convivenza, di autorevolezza e rispetto istituzionale. La scommessa sta allora nel cogliere le provocazioni positive che emergono anche in situazioni odierne: a tutti la crisi richiede un cambiamento di mentalità, una conversione di vita. Per riflettere su questi temi insieme focalizzo la mia attenzione su due parole chiave: convivenza civile e uguaglianza. In primo luogo convivenza civile: significa consapevolezza di appartenere ad una comunità, di sapersi membra di un determinato corpo civile e sociale. Negli ultimi tempi si è smarrito il senso di appartenenza, per cui il Comune non è più comune a nessuno in cui il buon senso non è più il senso comune, lo Stato non siamo noi, l Europa è un mostro estraneo, l umanità è una realtà vaga cui non appartengo, con una regressione verso la tribù, il clan, il legame di sangue. Il nostro stare insieme è quindi conseguenza di un dato biologico o di un condizionamento sociale e non di libera scelta di persone libere che condividono fatiche e speranze, ideali e difficoltà, cultura e visioni del mondo, senso della giustizia e dell equità. E innegabile che accanto allo sforzo personale per sentirsi parte di una comunità più 2

grande è indispensabile che questa comunità valorizzi e consideri importante ciascuno; oggi, purtroppo, accanto a politiche di rigore (che vedono ingiustamente individuati anche gli enti locali come esecutori inermi e impotenti) non si vedono ancora attenzioni a sviluppo, crescita, riconoscimento delle autonomie locali, interventi di contenimento ella spesa centrale oltre alla valorizzazione delle reti sociali territoriali, si tratta di ingredienti indispensabili per alimentare un sentire comune, per iniettare fiducia e riprendere un cammino di speranza. La seconda parola, presupposto di una convivenza civile, è quella dell uguaglianza, che non è dare a tutti le stesse cose ma riconoscere a ciascuno la medesima dignità di essere umano e fare in modo che possa accedere alle risorse necessarie per una vita degna di tal nome: solo se saremo capaci di dare a ciascuno secondo il suo bisogno di umanità, la nostra convivenza sarà degna del nome di civile. Si tratta essenzialmente di dare piena attuazione agli articoli 3 e seguenti della parte prima della nostra Costituzione, dove il diritto-dovere al lavoro è garantito a tutti, dove si afferma una salvaguardia del diritto ad una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e agli altri una esistenza libera e dignitosa (art.36). Si tratta in analogia a quanto prescrive la nostra Costituzione che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta una attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (art. 4) Il primo antidoto alla disuguaglianza è costituito dalla possibilità di donare puntualmente ed egualmente qualcosa della propria ricchezza perché possa crescere il bene comune attraverso servizi, infrastrutture, strumenti educativi, opportunità sanitarie. E ci soccorre l invito dell apostolo Paolo ai Romani Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto, a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse, le tasse; a chi il timore, il timore, a chi il rispetto, il rispetto, accompagnando questo concetto di rendere il dovuto a chi gli spetta con il discernimento degli ambiti in cui si esercita e con la consapevolezza di appartenenza ad una comunità. E per questo che si deve parlare di etica delle tasse, 3

nell osservanza di un dovere affermato dalla Costituzione e ripreso da un prezioso documento della CEI di quasi 20 anni fa Educare alla legalità, troppo velocemente dimenticato, che ribadiva : nel costruire una società sempre più autenticamente umana e più vicina al regno di Dio... i cristiani siano esemplari proprio come cittadini, sempre ricordando il monito del Concilio: sacro sia per tutti includere tra i doveri principali dell uomo moderno, e osservare, gli obblighi sociali. Anche pagando le tasse: ossia il sentire l evasione fiscale come un errore, un disagio un sopruso e non la sensazione dell essere furbo e bravo. Ma anche qua uguaglianza non significa trattare tutto e tutti allo stesso modo: le persone hanno vicende diverse, le attività imprenditoriali derivano da eventi aziendali differenti, le istituzioni locali hanno storie amministrative molto differenziate, ed allora entrare nel merito delle vicende, seppur incasellandole in parametri necessariamente rigidi, non è solo giustizia sociale ma etica di legalità, è dare esempio e testimonianza che in questo Paese chi ha più necessità, ha mostrato capacità di sviluppo ed ha gestito virtuosamente è premiato e riconosciuto. Ogni realtà deve contribuire compatibilmente con le proprie possibilità e tutti devono far parte di questa avventura comune e sociale, nessuno può esimersi dal partecipare perché guasterebbe questo pathos, questa idea di una scommessa comune, questo cammino di liberazione e giustizia. Un primo importante passo dovrebbe venire da azioni concrete semplici e chiare della politica e della burocrazia soprattutto romanocentrica oggi più preoccupata ad un autolegittimazione che ad una azione di snellimento ed ottimizzazione della macchina statale e parastatale opulenta e poco efficiente. 4

Ma torniamo all insegnamento che oggi questo XXV Aprile ci trasmette: l amore per questo paese e l impegno di ognuno, nonostante tutto, nel lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore. Perché il risultato del sacrificio non è il poterne fare finalmente a meno, bensì l affermare con la propria vita quotidiana che un altro mondo è possibile, che l uomo non è nemico dell uomo e che vi sono principi di equità, di giustizia, di pace, di solidarietà che vale la pena vivere a qualunque prezzo: in fondo, il valore di ogni nostro desiderio è il prezzo che siamo disposti a pagare per raggiungerlo. Il Sindaco di Valmadrera Marco Rusconi 5