CON LE MANI NELLA TERRA. FOTOGRAFIE Di Stefano Tassi e Giulio Pola

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Transcript:

CON LE MANI NELLA TERRA FOTOGRAFIE Di Stefano Tassi e Giulio Pola

A cura di Daniele Biancardi

Stefano Tassi e Giulio Pola CON LE MANI NELLA TERRA

Istantanee di storia Sono molte le affinità che legano o possono legare la professione dell archeologo a quella del fotografo. Innanzitutto la comune volontà di cogliere e trasmettere nel tempo il senso di un istante: il fotografo catturando il momento che è in grado di costituire una sintesi della realtà che ha la fortuna di osservare, l archeologo riconoscendo sul terreno le tracce più o meno prolungate nel tempo dell azione di un uomo, ricostruendone mentalmente il senso, la funzione e gli obiettivi e, attraverso di essi, cercando di cogliere e recuperare dalla terra una emozione e tradurla in una briciola di storia. L uomo nel suo agire è dunque al centro dell attenzione di fotografi e archeologi e un emozione, in ultima analisi, è la sensazione che entrambi vorrebbero o dovrebbero suscitare in chi fruisce della loro opera. La fotografia ha il fascino dell immediatezza e, il più delle volte, di una maggiore comprensibilità; l archeologia ha senza dubbio un grande potere seduttivo (soprattutto se artificiosamente velata di mistero) ma è certamente più difficile e complessa da cogliere, almeno in assenza di persone che se ne facciano mediatrici. L impresa dello scavo della Terramara di Pilastri ha tra le sue peculiarità quella di essersi fin da subito voluta raccontare anche con l ausilio di esperti mediatori fotografici, come Giulio Pola e Stefano Tassi, appassionati conoscitori e indagatori della loro terra e abili comunicatori per immagini. Ciò che hanno raccontato è l emozione della ricerca e della scoperta, vissuta condividendo quasi quotidianamente (in particolare Pola) l opera degli archeologi sul campo e nei laboratori ad esso collegati. Lo hanno fatto partecipando attivamente alla vita di cantiere, catturando gesti, sudori, concentrazione, interrogativi, fatica, curiosità di quanti hanno lavorato, sostenuto, visitato o, a loro volta, osservato la

splendida atmosfera che ha accompagnato lo scavo in tutte le sue fasi e in quella costante e stimolante dialettica tra adulti, bambini, professionisti, volontari, curiosi, spettatori, studenti, operatori, appassionati, passanti che si sono in gran numero spinti in questo angolo del comune di Bondeno, per vocazione da millenni terra di frontiera. In questo senso le foto di Giulio e di Stefano hanno costituito un punto di mediazione importante per raccontare a un pubblico vasto ed eterogeneo l esperienza dello scavo di Pilastri e per aiutarci a condividere anche con chi non ha potuto osservarlo di persona il fascino della scoperta. Un fascino senz altro contagioso, alimentato in primis sul web (attraverso il sito dedicato allo scavo, sapientemente costruito da Giulia Osti, www.terramarapilastri.com, o, soprattutto, mediante la pagina https://www.facebook.com/scavi.pilastri, luogo privilegiato per la pubblicazione quasi simultanea di questi frammenti fotografici di vita) e, poi, con una mostra dedicata, dapprima ospitata a Bondeno e, poi - fusa con i reperti più significativi dello scavo - per oltre tre mesi nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Archeologia a Pilastri Ieri & Oggi: con le mani nella terra, questo è il nome che si è scelto di darle, in un titolo che, seppure non lo esplicita, include sottintendendolo anche il domani, sia perché, grazie a un importante convenzione tra Comune di Bondeno e Soprintendenza, lo scavo potrà protrarsi fino al 2016, sia perché, soprattutto, quanto si sta facendo a Pilastri è tutto proteso verso il futuro. Verso le aspirazioni di una comunità che ha saputo credere in un impresa culturale partita dal terremoto e dalla sensibilità dei bambini della piccola scuola primaria che oggi sorge a 250 metri dagli scavi; bambini che un domani saranno, si auspica, tra i primi fruitori di quel patrimonio di memoria e conoscenza che gli scavi, condotti in collaborazione con le università di Padova e di Ferrara e con le associazioni di volontariato locali (in particolare l Associazione Bondeno Cultura e i Gruppi Archeologici di Bondeno e di

Ferrara, oltre alle numerose associazioni attive a Pilastri e Bondeno, dalla Polisportiva ai Lions), stanno sin d ora consentendo di recuperare e che traspaiono già nelle foto di Giulio e Stefano: dal luccichio di schegge di ambra o di frammenti di bronzo che riemergono dal terreno dopo millenni di oscurità, alla meraviglia impressa nei volti e negli sguardi di bambini finalmente consapevoli del patrimonio di memoria che si nasconde e aspetta di essere rivelata in quella terra in cui gioiosamente immergono le loro piccole mani. Un terra che hanno purtroppo imparato a temere per colpa del terremoto e che, speriamo, ricomincino ad amare grazie a esperienze come quella di Pilastri. Valentino Nizzo Funzionario Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell Emilia Romagna Direttore e coordinatore scientifico dello scavo della Terramara di Pilastri

STEFANO TASSI

MANI CHE INSEGNANO

AL LAVORO

OCCHIO PER IL DETTAGLIO

COSTRUIRE

LA TERRA RACCONTA

FARO L ARCHEOLOGO?

CON LE MANI NELLA TERRA

DOPO IL SISMA

TRA LE MANI

TERRA MADRE

GIULIO POLA

Gli scatti che compongono la mostra Con le mani nella terra, realizzati da Giulio Pola e Stefano Tassi, sono un interessante racconto dello scavo della Terramara di Pilastri, iniziato nell autunno 2013 e previsto almeno per i prossimi due anni. Le fotografie restituiscono un immagine fedele e al tempo stesso evocativa, mostrando aspetti e sfaccettature di un iniziativa con la quale si vuole non soltanto approfondire la conoscenza storica e archeologica del villaggio dell Età del Bronzo, già individuato e studiato dagli anni 80, ma creare un occasione di crescita e di sviluppo per tutta la zona, a partire dal coinvolgimento delle scuole, locali e non, e attraverso l organizzazione di eventi e varie iniziative collaterali. Una parte degli scatti è realizzata da Giulio, fotografo di Finale Emilia, che con il suo sguardo attento coglie aspetti apparentemente normali della realtà circostante e restituisce l idea del lavoro dell archeologo: gli strumenti di scavo; il contatto quotidiano con la terra e con il fango, spesso non proprio facile e confortevole, ma sempre capace di trasmettere, a fine giornata, soddisfazione e appagamento; e, inoltre, il bisogno di portare avanti le ricerche in maniera collettiva, per confrontarsi su ciò che giorno dopo giorno viene portato alla luce. Con le foto di Giulio, quindi, ci avviciniamo un po di più allo scavo e lo vediamo dal suo interno. Questa partecipazione è, tra l altro, un aspetto fondamentale della realtà di Pilastri, dove si vuole

suscitare la curiosità e l interessamento del pubblico, rendendo il cantiere visitabile durante le settimane di lavoro. Stefano, membro del Gruppo Archeologico di Bondeno, e sempre attivo in varie iniziative per la promozione del territorio, ci mostra un aspetto diverso ma non meno importante. Le attività didattiche organizzate per le scuole fanno parte, infatti, della più generale volontà di coinvolgere l intera realtà locale e di mostrare la bellezza e l importanza di riscoprire, attraverso la ricerca archeologica, le nostre stesse radici. Tramite i vari laboratori (quali ad esempio la lavorazione dell argilla, la creazione di piccoli manufatti, la simulazione dello scavo archeologico) organizzati per le classi che, numerosissime, hanno visitato lo scavo, si è cercato di trasmettere proprio questo messaggio; le fotografie colgono i bambini con i loro volti sorridenti, gli sguardi divertiti e soprattutto le mani al lavoro, dentro la terra a tutti gli effetti, simbolo di una vicinanza che potrà tramutarsi, in futuro, in maggiore consapevolezza e valorizzazione di ciò che ci circonda. Ripercorrere attraverso queste immagini alcuni momenti vissuti nei primi due anni di scavo è anche un modo per affrontare con ancora più entusiasmo quelli successivi, portando avanti questo progetto con l energia e la freschezza che le fotografie di Giulio e Stefano hanno saputo cogliere. Micol Boschetti

Finito di stampare nel mese di aprile 2015