Omelia nella Solennità della Natività di san Giovanni Battista Torino, 24 giugno 2009 Cari amici, nella lettura patristica proposta dalla Liturgia delle Ore per questa solennità di san Giovanni Battista, sant Agostino così si esprime: La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Queste parole del Vescovo d Ippona mettono in luce la grande importanza che la Chiesa fin dall inizio ha attribuito alla persona di Giovanni il Battista. Sappiamo tutti che il motivo di questa grande venerazione che la Chiesa fin dall antichità ha attribuito al Battista sta nel singolarissimo legame, attestato ampiamente dalla sacra Scrittura, esistente tra san Giovanni e Gesù Cristo. Egli, infatti, è il precursore del Cristo; egli è la voce inviata da Dio ad annunciare il Verbo incarnato; egli è il primo "testimone" di Gesù, avendone ricevuto indicazione dal Cielo: "L uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo" (Gv 1,33); egli è l amico dello sposo (Gv3,29), egli è colui del quale Gesù stesso dice tra i nati di donna non è sorto uno più grande (cf. Mt 11, 11) Perciò, commemorare la sua nascita significa in realtà celebrare Cristo, compimento delle promesse di tutti i profeti, dei quali il Battista è stato l ultimo e il più grande. Questo singolare legame tra il Battista e Gesù Cristo porta a far dire a padre Enzo Bianchi, che nuovamente ringraziamo per le sue riflessioni spirituali di questi giorni, nel suo bel libro Amici del Signore che solo accettando la parola, la testimonianza e il messaggio di Giovanni possiamo anche credere a Gesù, il Messia Signore, e andargli incontro preparati alla sua venuta. Solo conoscendo e amando questo suo grande amico possiamo conoscere e amare il Signore. La pagina del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato racconta la nascita di Giovanni e si sofferma in particolare sul momento della sua circoncisione, con le reazioni e le 1
discussioni dei vicini e dei parenti intorno alla scelta del nome. Al bambino appena nato viene imposto il nome di Giovanni, nome indicato dall angelo nell annuncio a Zaccaria, andando così contro le consuetudini familiari del tempo. In realtà, l episodio evidenzia come nella nascita di Giovanni venga delineata tutta la sua vicenda: Giovanni è un chiamato, un eletto da Dio e la sua vocazione è una missione, la singolare missione di precedere il Signore che viene. Dio ha chiamato Giovanni il Battista già nel grembo materno perché divenisse la voce di uno che grida nel deserto e preparasse quindi la via a suo Figlio. Sin dalla nascita la missione di Giovanni è questa: richiamare i suoi contemporanei ad una nuova vigilanza, rinvigorendo la speranza nella presenza del Signore che viene. Giovanni nasce per indicare Gesù al mondo. Dalla vicenda di san Giovanni Battista traggo una prima osservazione. Giovanni è esempio anche per noi: tutti siamo frutto dell amore di Dio, nessuno di noi nasce per caso. Siamo nati per essere discepoli di Gesù e per preparare le menti e i cuori degli uomini a riconoscerlo e ad accoglierlo. Dio ha chiamato Giovanni il Battista già nel grembo materno perché divenisse il testimone coraggioso e forte del suo Figlio. In modo molto simile, Dio ha posto la sua mano anche su ciascuno di noi. Per ciascuno di noi ha una chiamata particolare, a ciascuno di noi viene affidato un compito pensato dal Signore per noi. In ciascuna chiamata, che può giungerci nel modo più diverso, si avverte quella voce divina, che allora parlò attraverso Giovanni: Preparate la via del Signore! (Mt 3, 3). Ciascuno di noi dovrebbe domandarsi in che modo può contribuire, nell ambito del proprio lavoro e della propria posizione, ad aprire a Dio la via in questo mondo. Tutte le volte che ci apriamo alla chiamata di Dio, prepariamo, come Giovanni, la via del Signore tra gli uomini Aggiungo qualche altra, altrettanto breve osservazione, per tradurre nella nostra vita l invito alla vigilanza per discernere la volontà di Dio, sempre a partire dalle letture bibliche proposte dalla liturgia. Nella prima lettura abbiamo ascoltato queste parole del profeta Isaia: Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all estremità della terra. Viene qui evocato il tema della luce, il tema della testimonianza, il tema dell evangelizzazione, 2
impegno di sempre e di tutta la Chiesa, per tutti i secoli, sulle strade del mondo, sulla strada del mondo. La luce del Vangelo, attraverso la proclamazione della Parola, attraverso la proposta della Verità, nel dialogo rispettoso di coscienza e di libertà, di equaniminità (così difficile in tempi di pluralismo e di competitività esasperati). La luce del Vangelo, il richiamo importante per i lavori di questi giorni, con la testimonianza della carità, dell amore che ci fa vedere e ci fa fare il bene, con cuore di speranza e di serenità, mai di paura e di rivalità, pur dentro i drammi della vita quotidiana. Nella seconda lettura dagli Attidegli Apostoli possiamo ricordare la frase del Battista: Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali. Giovanni è la voce, l invito, la mano che indica, che indica un Altro, l Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, un Altro al quale Giovanni, al quale noi, non siamo degni di scioglere i legacci dei sandali. Con l insegnamento della verità sulla nostra missione, dell umiltà, del disinteresse, della gratuità, per il servizio dell annuncio, dell annuncio del Vangelo, della venuta di Gesù, ben convinti, anche nella pratica quotidiana, che è Lui che salva, con la sua Pasqua, la sua Parola, la sua Grazia, il suo amore; a cui la nostra parola e il nostro amore per grazia sua può e deve servire, lontano da ogni protagonismo, da ogni voglia di umano successo. Nel Vangelo di Giovanni Battista si dice che visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Il tema del deserto, più in là temporalmente rispetto al tema della nascita del Battista. Il tema del deserto che dice silenzio, amore per il silenzio, ricerca del silenzio per rientrare in se stessi e al profondo di se stessi per incontrare e contemplare il suo volto e ascoltare la sua parola, il silenzio e per vivere la dimensione contemplativa della vita. E poi il tema del deserto che dice povertà, rinuncia, ascesi, penitenza, sobrietà, stile essenziale di vita, a cui anche la crisi economica ci richiama ma che deve essere assunto, per essere autentico, con la responsabile libertà di chi sta nel nondo senza essere nel mondo ( come ha detto Enzo Bianchi cercando di legare con gli uomini, rompere con la mondanità ). 3
Che la testimonianza di Giovanni Battista aiuti e ispiri la nostra testimonianza, il nostro impegno educativo e di carità, la nostra risposta alla chiamata del Signore. 4
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