Mercoledì 19 luglio ore 21:30

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Transcript:

Mercoledì 19 luglio ore 21:30

Mercoledì 19 luglio alle 21:30 La ricostruzione di una delle pagine più nere della nostra storia. Una docufiction che ripercorre, anche attraverso filmati originali, interviste e testimonianze dirette, la vicenda umana e civile del giudice Paolo Borsellino in quei fatidici 57 giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D Amelio. Il 19 luglio 1992 il magistrato e gli agenti della sua scorta Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli vengono fatti saltare in aria dalla mafia con quasi cento chilogrammi di esplosivo. Il ritratto di un uomo determinato e votato alla legalità che, consapevole di essere stato condannato a morte dalla cupola di Cosa Nostra, ha continuato con coraggio e grande impegno il suo lavoro di magistrato integerrimo e virtuoso, in una Sicilia ostaggio e vittima della criminalità organizzata. Con Cesare Bocci nei panni di Borsellino, Giulio Corso in quelli di Antonio Vullo, unico agente sopravvissuto all attentato, Ninni Bruschetta nelle vesti di Rino Germana e Anna Ammirati in quelle di Agnese Borsellino. Il docufilm Paolo Borsellino - Adesso tocca a me è una coproduzione Rai Fiction Aurora Tv, prodotta da Giannandrea Pecorelli, per la regia di che firma anche soggetto e sceneggiatura insieme a Sandrone Dazieri e Giovanni Filippetto. Un film - evento, per non dimenticare gli eroi della nostra recente storia nazionale e il loro grande messaggio civile. Rai1 lo trasmette mercoledì 19 luglio, in prima serata, in occasione del venticinquesimo anniversario della strage di via D Amelio. LA STORIA Venticinque anni fa, il 19 luglio del 1992, meno di due mesi dopo la strage di Capaci, la mafia uccide Paolo Borsellino. Il giudice era consapevole che il prossimo sarebbe stato lui, come confidò alla moglie, ma sosteneva che la paura deve essere sempre accompagnata dal coraggio, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. Sono le parole che ci conducono in questo intenso ritratto biografico: storico e umano, epico e intimo. Il docufilm si apre con la strage di via D Amelio e attraverso i ricordi di Antonio Vullo - unico superstite dell attentato - ricompone una storia decisamente complessa e articolata. Con il contributo di testimonianze e interviste, arricchito da ricostruzioni e filmati dell epoca si è cercato di dare conto di tutti gli aspetti della vicenda Borsellino fino a quanto stabilito nel primo grado dell ultimo processo, il cosiddetto Borsellino Quater, anche dei dubbi che rimangono sulle motivazioni del suo omicidio e della scomparsa della famosa agenda rossa. Un racconto intenso, declinato attraverso il linguaggio della docufiction, che ci restituisce l immagine di un eroe della nostra recente storia nazionale e la consapevolezza che i valori civili che ha incarnato devono costantemente essere tenuti vivi nella nostra memoria.

La paura è normale che ci sia, in ogni uomo, l importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che t impedisce di andare avanti Paolo Borsellino La storia di un eroe civile, capace di rimanere al suo posto sapendo di essere condannato a morte, mantenendo nel contempo la sua profonda umanità. Era rispettato, il Giudice, e ancora di più amato da chi aveva la fortuna di lavorare con lui. Un uomo in grado di far aprire il cuore a mafiosi incalliti, di proteggere la sua scorta spostandosi da solo, di non cedere mai a quello che chiamava il puzzo del compromesso morale e dell indifferenza.attraverso nuove testimonianze e interviste inedite, come quelle ai più stretti collaboratori di Borsellino, ai familiari ancora oggi alla ricerca della verità, ai giornalisti che all epoca hanno seguito da vicino quelle tragiche vicende e le hanno raccontate sulle pagine dei giornali, la docufiction connetterà passato e presente a partire da quel tragico 19 luglio 1992. Filo conduttore del racconto saranno i ricordi di Antonio Vullo, l unico agente della scorta sopravvissuto alla strage, che con la sua voce narrante offrirà uno sguardo privilegiato a tutta la vicenda

NOTE DI REGIA Abbiamo deciso di raccontare la tragica fine del giudice Paolo Borsellino e degli agenti Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli, attraverso il punto di vista dell unico sopravvissuto all attentato, l agente Antonio Vullo. In quei fatidici 57 giorni, che vanno dalla strage di Capaci a quella di Via d Amelio, Antonio è stato uno degli angeli di Borsellino. Solo grazie ad una fatalità quel giorno è sopravvissuto. Quando è esplosa la 126 stava facendo manovra su un auto blindata e questo lo ha salvato. I suoi compagni e il giudice che erano invece all esterno, senza difese, sono stati travolti dall esplosione. Il proprio fortunato destino Antonio l ha vissuto e lo vive tutt oggi come una colpa. Quando lo abbiamo conosciuto, abbiamo subito capito che Antonio è un uomo semplice e tranquillo, per questo non ha mai fatto pubblicità alla propria condizione di reduce, per questo in tutti questi anni si tiene in disparte e non ama essere al centro dell attenzione quando si ricorda la strage. Lui, assieme alla famiglia Borsellino e agli altri familiari, dopo via d Amelio è stato testimone di 25 anni di peripezie investigative e giudiziarie che di fatto hanno allontanato il raggiungimento della verità. Oggi Antonio ha accettato di raccontare la storia dal suo punto di vista perché, proprio come tutti i familiari delle vittime, vuole la verità per sapere perché e chi ha spezzato la vita delle sei persone che erano con lui quel maledetto 19 luglio. Ricordare questa storia significa per lui ricordare che dopo tutti questi anni ancora non è tutto chiarito. L altro fondamentale incontro che ci ha aiutato a costruire la nostra docufiction è stato con Manfredi Borsellino, il figlio del giudice, oggi dirigente del Commissariato di Cefalù. Che lui abbia deciso di diventare un poliziotto nonostante tutto quello che è accaduto sia prima che dopo la strage, sembra quasi un paradosso ma spiega molto bene chi è Manfredi e il profondo senso delle istituzioni che ha ereditato dal padre. Gli ultimi 57 giorni del giudice Borsellino sono sempre stati raccontati come la storia di un uomo votato al sacrificio, un eroe pronto al martirio dopo l uccisione del suo amico e collega Giovanni Falcone. Manfredi ci ha aiutato a capire che la realtà è stata più complessa. Da un lato, infatti, il padre era consapevole che dopo l eliminazione violenta di Falcone l obiettivo successivo non poteva che essere lui, dall altro però lo stesso Borsellino pensava che non fosse finita, che lui e lo Stato avrebbero potuto vincere la guerra contro la mafia. Sapeva che il conto alla rovescia per la sua esecuzione era iniziato, ma era convinto di arrivare prima, di essere vicino a infliggere un colpo mortale a Cosa Nostra e ai suoi sostenitori (che scoprì in quei giorni essere presenti anche nelle istituzioni). Grazie alla testimonianza di Manfredi abbiamo quindi cercato di raccontare un Borsellino dinamico, attivo e umano e questo è stata un impostazione condivisa da un attore di grande sensibilità come Cesare Bocci, che abbiamo avuto la fortuna di avere come protagonista. Mi piace per ultimo ricordare i ragazzi siciliani che hanno partecipato a questa esperienza. In tutti loro c è stato un profondo impegno ed un sincero trasporto. E curioso pensare che molti dei giovani attori che sono stati con noi non erano ancora nati (o magari erano nati da pochi anni) quella domenica di luglio del 1992, ma è stato bello vedere che per loro questa docufiction è diventata una sorta di missione. Dai provini al set, sono stati onorati di impersonare questi miti dell antimafia siciliana. Ricordo in particolare l emozione e la curiosità di incontrare Manfredi e Antonio, coloro che questa storia l hanno vissuta sulla propria pelle; ricordo poi la commozione dei ragazzi quando abbiamo messo in scena la camera ardente del giudice Borsellino; o anche quando abbiamo girato la scena della riconsegna della borsa: quando la borsa bruciata è arrivata sul set c è stato un lungo e significativo silenzio di rispetto. Ecco, se vogliamo guardare al futuro, ad una Sicilia e ad un Italia che verrà, mi piace pensare ai ragazzi che hanno fatto questo piccolo film (che mi ricordano tanto i ragazzi di allora!), mi piace pensare alla loro idea di giustizia e al senso profondo che hanno dato a quello che abbiamo fatto insieme. Sono convinto che quella di questi giovani è un immagine di speranza di cui Paolo Borsellino sarebbe fiero.

Rai Fiction presenta una coproduzione Regia di Coordinamento editoriale Giovanni Filippetto Con Cesare Bocci Giulio Corso Ninni Bruschetta Anna Ammirati prodotto da Giannandrea Pecorelli per Aurora Tv Docufiction in prima visione mercoledì 19 luglio 2017 Rai1

CAST ARTISTICO NOTE PAOLO BORSELLINO ANTONIO VULLO RINO GERMANA AGNESE BORSELLINO CESARE BOCCI GIULIO CORSO NINNI BRUSCHETTA ANNA AMMIRATI CAST TECNICO Regia Coordinamento Editoriale Soggetto e Sceneggiatura Responsabile Editoriale Aurora Tv Costumi Scenografia Organizzatore Generale Suono Musiche Originali Direttore della Fotografia Montaggio Produttore RAI Prodotto da Giovanni Filippetto Sandrone Dazieri Giovanni Filippetto Benedetta Fabbri Luigi Bonanno Massimo Santomarco Massimo Iacobis Marco Di Biase Francesco Cerasi Emanuele Chiari Paolo Vanghetti Lorenza Bizzarri Giannandrea Pecorelli Edizioni Musicali Rai Com