scuola di formazione teologica Introduzione alla Teologia Morale La coscienza e la Legge
libertà e legge Facendo Teologia Morale, sappiamo che il riferimento è il Vangelo, che chiama a rispondere ad una proposta: «Vieni e seguimi», «Fate questo».
Lo splendore della Verità è presente in tutte le opere del Creatore, ed in maniera particolare nell uomo creato a Sua immagine; Verità che ne illumina l intelligenza e ne informa la libertà:
Siamo chiamati quindi ad obbedire ad una Legge, ad una proposta, che vengono da fuori di noi: obbedienza che è tutto fuorché semplice, vista la persistenza delle conseguenze del Peccato d origine: più facile dire di NO a Dio!
domande fondamentali Che cosa devo fare? Come posso discernere il bene dal male?
Risposta: Cristo Lui, luce delle genti, «via, verità e vita» è la risposta a questi interrogativi (religiosi e morali); «Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell uomo» (GS 22).
Ma la luce di Cristo si riflette sul volto della Chiesa, e da sempre il Magistero si è preso la libertà di scrutare in profondità il Vangelo, per aiutare gli uomini a rispondere ai loro interrogativi sul senso della vita presente e futura, e sul loro rapporto (GS 4).
prassi degli ultimi due secoli Pontefici e Collegio Episcopale hanno proposto un insegnamento morale su alcuni ambiti della vita umana: sessualità umana; vita familiare; vita sociale, politica ed economica.
però Questa presenza viene avvertita sempre più come ingombrante; Sempre maggiore scollamento fra insegnamento della Chiesa da una parte e teologi (vescovi,preti, laici) dall altra: Visioni antropologiche ed etiche diverse, discussione globale e
punti critici Rapporto libertà umana e verità; Legge naturale; Ruolo solo parenetico del Magistero.
domande: I Comandamenti di Dio, possono illuminare le scelte quotidiane dei singoli e delle società intere? Quale nesso fra fede e morale? Per la fede appartengo alla Chiesa e poi c è pluralità di opinioni e di comportamenti, in base alla coscienza?
Vita morale Risposta d amore alle iniziative gratuite di Dio, che moltiplica le sue attenzioni graziose nei confronti dell uomo; Risposta che prevede l impegno nostro e la sua Grazia, visto che Lui solo è il Bene!
Maestro buono, cosa devo fare «Se vuoi essere perfetto»; Perfezione = obbedienza ai comandamenti+ dono di sé; Particolare dinamica verso la crescita nella maturità, fatta di un rapporto fondamentale fra libertà e legge divina!
già dicevamo La via della perfezione (Come vivo la vita morale?) ma anche il contenuto (Cosa devo fare?) coincidono con la sequela (imitatio) Christi: Seguire Gesù è il fondamento essenziale e originale della morale cristiana!
Attenzione! NON è ascoltare un insegnamento, accogliere in obbedienza un comandamento: più radicalmente, è aderire alla persona stessa di Gesù, condividere la sua vita, partecipare alla sua libera e amorosa obbedienza alla volontà del Padre.
Discepolato La risposta della fede, dietro a Colui che è Sapienza incarnata, genera il discepolo; Imitazione sulla strada dell amore, amore che si dona totalmente ai fratelli per amore di Dio; Imitazione PERSONALE, che coinvolge la profondità della persona,
tutto questo Accade OGGI nella Chiesa, il Suo corpo, contemporaneità di Cristo all uomo di ogni epoca e di ogni società; Chiesa che quindi ha il compito di custodire ed attualizzare: vale per il depositum fidei, ma anche per le esigenze morali del Vangelo (vedi la
Magistero (tradizione) della chiesa Attraverso di esso «la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Questa Tradizione, che trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l assistenza dello Spirito Santo» (DV
quindi: Nella riflessione circa la risposta del credente alla chiamata da parte di Dio (Teologia Morale), il Magistero (Papa e Vescovi) della Chiesa ha un compito; NON imporre un determinato pensiero filosofico o sistema teologico, bensì «custodire santamente ed esporre fedelmente» la Parola (DV 10).
ritornano alcune domande: Cosa è la libertà e come si relaziona con la Verità (contenuta nella Legge di Dio)? Quale il ruolo della coscienza? Come discernere (fedelmente alla verità) diritti e doveri della persona umana?
libertà Noi abbiamo una particolare percezione di questo nostro inalienabile diritto; La stessa cultura moderna e contemporanea ci ha resi più sensibili alla dignità ed unicità della persona umana, con grande attenzione anche al cammino libero della coscienza
Alcune correnti di pensiero giungono ad esaltare tanto la libertà da farne un assoluto: essa diventa SORGENTE dei valori; La coscienza diventa istanza suprema del giudizio morale, decidendo del bene e del male; Cade così l esigenza della verità: devo essere in accordo con me stesso,
paradossalmente In maniera parallela la stessa libertà (così esaltata da diventare metro del giudizio) è messa in questione: le c.d. scienze umane hanno attirato la giusta attenzione sui condizionamenti (psico-sociali) che pesano sull esercizio di questa libertà! La realtà stessa della libertà umana è
la domanda morale: «Maestro buono, cosa devo fare?» chiama direttamente in causa la libertà dell uomo: ma quale? «La vera libertà e nell uomo segno altissimo dell immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l uomo in mano al suo consiglio, così che esso cerchi spontaneamente il suo Creatore, e giunga liberamente, con la adesione a lui, alla piena e beata perfezione» (GS 17)
conflitto libertà - legge? Libertà e verità sono coordinate, perché l uomo trova da sempre davanti a sé la legge morale; Gn 2, 16-17: Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
la scrittura insegna che nella sua somma libertà, l uomo non può decidere del bene e del male, perché questo potere appartiene a Dio; Libertà che non è illimitata, in quanto chiamato ad accettare la legge morale che Dio dà all uomo; NON può creare i valori e nemmeno la
autonomia Come possiamo comporre il già dato della Legge naturale (scritta da Dio nei nostri cuori: «Fac bonum, malum vita») con il giusto desiderio di autonomia? L unica libertà è quella di applicarla?
Legge divina e ragione umana hanno in Dio la stessa sorgente: la legge divina che troviamo dentro di noi e la ragione che ci serve per trovarla, capirla e viverla non hanno scopi differenti; ed autonomia della ragione non può significare la creazione di norme e valori morali (dove starebbe allora la
eteronomia teonomia (partecipata) La vera autonomia allora non è rifiuto, disobbedienza, quanto accoglienza della legge morale: «La libertà dell uomo e la legge di Dio s incontrano e sono chiamate a compenetrarsi tra loro, nel senso della libera obbedienza dell uomo a Dio e della gratuita benevolenza di Dio
Partecipazione, grazie alla nostra intelligenza, all ordine stesso voluto da Dio ed iscritto nella natura e nel nostro cuore: non possediamo originariamente questa conoscenza, ma vi partecipiamo mediante la luce della ragione naturale e della rivelazione divina.
così possiamo distinguere il bene dal male: la legge divina, immutabile, eterna, è partecipata al nostro cuore nella forma della legge naturale ( animali, piante, ecc ), che la ragione scopre e promulga.
in quale modo dio provvede all universo? Agli esseri non personali dall esterno, attraverso le leggi fisiche; agli uomini dal di dentro, grazie alla ragione: essa conosce, con il lume naturale, la legge eterna di Dio, ed in questo modo è in grado di indicare all uomo la giusta direzione del suo
fare il bene: NON solo è buono, ma è anche RAGIONEVOLE. Quindi, le indicazioni sono veramente per tutti, anche per i non credenti: la ragione che possediamo è la stessa!!!
immutabilità? Siccome si ignorava il progresso dell uomo, come è possibile affermare che alcune leggi morali sono vere sempre e per sempre? Non si può negare che alcune norme sono legate ad alcune epoche, ed alla loro interpretazione del mondo
L uomo non si può dare se non in una determinata cultura, ma è altrettanto vero che in questa non si esaurisce! Questo è appunto la natura dell uomo: possibilità di affermare la sua dignità personale nel vivere in conformità alla verità profonda di sé, senza essere prigioniero di nessuna
Resta vero il principio (già usato per la storia dei dogmi) che è necessario cercare sempre la formulazione più adeguata ai diversi contesti culturali delle norme universali e permanenti; che appunto però non cambiano a seconda di come gira il fumo!
La coscienza C è un luogo preciso dove la LIBERTA dell uomo e la LEGGE (la NORMA) trovano una composizione, «qui e ora»: la nostra coscienza morale; Si tratta di ciò che la Scrittura ha sempre definito il CUORE dell uomo.
Una visione sana «Nell intimo della coscienza l uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa questo, fuggi quest altro. L uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore: obbedire ad
forse in passato la coscienza è stata intesa come una semplice applicazione di norme morali generali ai singoli casi della vita della persona: però queste norme non possono esaurire la gamma della specificità dei singoli atti delle persone concrete! Allora queste norme NON sono
si crea così una sorta di morale doppia Un precetto generale, valido semper et pro semper; la norma della singola coscienza che decide, di fatto ed in ultima istanza, del bene e del male; (Si giustificano così le soluzioni pastorali contrarie alle indicazioni del Magistero).
San paolo ai romani 2, 14-15 «Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, per non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono».
Coscienza = testimone Della sua fedeltà/infedeltà alla legge; cioè della sua rettitudine o malvagità morale; Dialogo dell uomo con se stesso, ossia dell uomo con Dio (autore della legge e fine ultimo dell uomo).
Coscienza = giudizio Da questa testimonianza (dell uomo e di Dio), che chiama fortemente e soavemente all obbedienza scaturisce un giudizio morale sull uomo e sui suoi atti; Giudizio PRATICO: cosa fare o cosa non fare, ossia su quanto già compiuto; Giudizio che applica il principio
coscienza = obbligo Se è chiamata a compiere il bene nella concretezza della situazione, allora è formulazione di un obbligo alla luce della Legge Naturale; un bene da fare, qui e ora, in base a quanto ho conosciuto grazie all atto della mia coscienza.
Il giudizio della coscienza ha un carattere imperativo: l uomo deve agire in conformità ad esso; Se agisce CONTRO tale giudizio oppure se agisce NONOSTANTE la mancanza di certezza circa la correttezza e bontà di tale atto, è condannato dalla propria coscienza;
Coscienza che così si mostra come norma prossima della moralità soggettiva (a differenza della Legge naturale che è norma universale ed oggettiva della moralità)!
libertà e verità Se la verità circa il bene morale (come la si trova nella legge della ragione) è riconosciuta praticamente e concretamente nel giudizio della coscienza, che conduce all assunzione della responsabilità del bene compiuto e/o del male commesso, allora si mostra il vincolo della libertà con la
NON è liberazione dalla verità, MA piuttosto costante ricerca di essa, per farsi guidare da essa nell agire pratico: per arrivare ad un giudizio certo da parte della coscienza.
e il magistero? Nella formazione della propria coscienza, i cristiani sanno di avere nella Chiesa e nel suo Magistero degli alleati (non un tiranno liberticida ); «Infatti per volontà di Cristo la Chiesa cattolica è maestra di verità, e il suo compito è di annunziare e di insegnare in modo autentico la verità che è Cristo, e nello stesso tempo di dichiarare e di confermare con la sua autorità i principi dell ordine morale che scaturiscono dalla stessa natura umana» (DH 14).
autorità che è a servizio, non contro la libertà di coscienza dei cristiani; il Magistero non porta alla coscienza delle verità estranee, bensì le manifesta ciò che dovrebbe già possedere, sviluppandole dall atto di fede.
La Chiesa si pone sempre e solo a servizio della coscienza del singolo, perché non sia sviata dalla verità, e perché (soprattutto nelle questioni più difficili) possa giungere con più sicurezza la verità stessa, e così rimanervi.