Alla scoperta di Cherso



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28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 1 28 Alla scoperta di Cherso La prima delle tre puntate dedicate all isola di Piero Magnabosco Cherso-Cres è la più settentrionale delle grandi isole dell'adriatico orientale. Fa parte dell'arcipelago delle Absirtidi, il gruppo di isole foranee del grande golfo del Quarnaro, che dà accesso a Fiume e che un tempo era chiamato Flanatico. Oltre ad essere la più a nord è anche la più grande isola di tutto l'adriatico, con un'estensione pari a 405,78 chilometri quadrati, esattamente uguale, in questo, alla vicina Veglia-Krk. Tutta l'area del Quarnaro è interessata da un antichissimo fenomeno di subsidenza e le isole sprofondano di circa 1 mm ogni anno. Considerato che Cherso ha delle coste molto più alte e ripide di Veglia, fra pochi anni sarà l'isola più estesa, senza nessuna rivale. Nella guida della Croazia del Touring Club Italiano la si trova inserita nel capitolo che riguarda l'istria, anche se appartiene alla contea di Fiume, la Primorsko- sopra da sinistra Punta Lanterna; Il mandracchio; Il porto di Cherso Avvertenza Se non usate il nome italiano Cherso ma quello croato Cres, fate attenzione perché la pronuncia è Zres. La C dura in croato non esiste, per indicare il suo suono viene usata la K.

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 2 29 goranska zupanjia. Questa scelta del Touring Club deriva dalla lunghissima unione fra Cherso, Lussino e Istria. Fino al 1947, le isole che facevano parte della Venezia Giulia erano comprese nella provincia di Pola e solo dopo l'annessione alla Yugoslavia vennero unite a Fiume. Cherso è oggi una meta turistica frequentata, ma soprattutto un paradiso naturalistico con grandi zone ancora integre e selvagge e con molte specie di animali e piante altrove scomparse. Cominciamo con questo numero un viaggio lungo le sue coste per scoprirne gli ancoraggi e gli approdi più sicuri e più affascinanti, cercando di seguire oltre alle sue rive, anche la sua storia e le sue tradizioni. La parte dell'isola che va da Capo Cherso al porto di Cherso è quella dove i rilievi raggiungono le maggiori altitudini: il monte Gorice arriva a 648 metri, il Sis a 639. Diverse altre colline superano i 500 metri.tra Caisole, Capo di Cherso e Faresina ci sono quelle che possono essere considerate le più belle foreste delle isole dalmate. Le enormi querce melliflue centenarie danno a certi luoghi un aspetto da favola, ne è un buon esempio la strada che da Caisole arriva a Ivanj. Alternate alle foreste ci sono delle grandi pietraie e dei magri pascoli, soprattutto dove la costa è esageratamente ripida o esposta alla Bora. A sud di Faresina, in basso lungo la costa, cominciano ad apparire i primi lecci che, dopo Cherso, sono le piante più presenti. Anche gli ulivi diventano sempre più numerosi fino a raggiungere il massimo della loro diffusione attorno alla città di Cherso, da sempre famosa come importante centro di produzione dell'olio.attorno a Cherso il paesaggio diventa più dolce, la costa meno ripida e le colline un po' più basse. C'è ancora qualche altura, come il monte Helm, che supera i 400 metri, ma pian piano decrescono. A sud di Valle San Martino le alture non superano più i 200 metri e l'isola si presenta fino ad Ossero abbastanza simile ad un grande tavoliere. Capo di Cherso - Rat Jablanac N 45 10',60 E 14 19',65 È l'estremità settentrionale dell'isola di Cherso, distante circa 10 miglia dal porto di Fiume. La costa, dal capo fino al porto di Cherso, è avara di approdi, ma ci sono comunque alcune interessanti soluzioni per l'ormeggio. Immediatamente ad occidente del capo c'è una grande ansa: Uvala Jablanac, valle Jablanaz N 45 10',35 E 14 18',55 L'ancoraggio, da utilizzare solo con bel tempo e mare calmo, è completamente aperto ai venti a lato Banja - Valle Bagna

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 3 30 dei quadranti settentrionali. Si dà fondo in circa 8 metri d'acqua, davanti alla spiaggia di ghiaia nell'ansa più occidentale. Il posto si presta ad una sosta balneare, ma è poco adatto per passarci la notte. Mezzo miglio a sud ovest, oltre capo Banja, c'è un approdo decisamente più interessante: Uvala Banja, valle Bagna N 45 10',10 E 14 18',80 La baia si può riconoscere dalle poche case nuove costruite vicino alle rive, in mezzo al bosco. Un utile riferimento è anche il piccolo faro su un torretta verde posizionata su capo Starganac, poco ad occidente. La baia è aperta ad occidente e i venti da ponente e da Maestrale possono alzare un'onda pericolosa. Il ridosso da Bora e Scirocco è ottimo. Le profondità sono consistenti fino quasi alla riva e la soluzione migliore per l'ormeggio è affiancarsi alla bella banchina di pietra con tre grandi bitte. La banchina è lunga circa 20 metri e la profondità è intorno ai 2 metri e mezzo. Sulle rive ci sono anche altre due bitte, una in fondo alla cala, l'altra sul lato settentrionale: possono essere usate per portare eventualmente una cima a terra se decidete di ancorare. Sul fondo della baia c'è anche qualche piccolo gavitello, usato dai natanti locali. Davanti alla banchina ci sono due gavitelli utilizzabili per l'ormeggio solo da barche con una lunghezza massima intorno ai nove metri. Da qui un bel viottolo porta fino a Ivanj-Ivagne e più in là ancora al bel borgo di Beli-Caisole. Il percorso per raggiungere Beli è piuttosto lungo e dovete mettere in preventivo quasi tre ore per l'andata e un po' meno per il ritorno. La passeggiata, però, è splendida, perché tutta questa zona dell'isola è coperta da una foresta di querce secolari. Gli scorci e i paesaggi sono incredibili e attraversando i vecchi borghi abbandonati, come Petrovici, ˇ o i gruppi di enormi querce, si ha l'impressione di tornare per incanto ad un passato molto remoto. Tra Valle Bagna e il faro di Prestenizze ci sono diverse piccole spiagge di ghiaia, con un'acqua limpida e un fondo di sabbia interessanti per delle pause balneari. Scendendo verso sud incontriamo Uvala Stara Porozina, valle di Faresina vecchia. La baia è chiusa a sud, c'è una casetta giusto sulla riva e una lunga spiaggia di ciottoli. Una ricca foresta di querce arriva fin sul mare. L'ancoraggio, completamente aperto a nord e ad ovest, è utilizzabile solo per una sosta balneare. Bisogna prestare un po' di attenzione ad un cavo sommerso che, comunque, è ben segnalato. In estate alcune boe delimitano la zona riservata ai bagnanti, perciò l'ancoraggio deve essere abbastanza lontano dalla spiaggia e questo non è molto agevole. Un promontorio, su cui sono i resti di un antico convento francescano, separa Faresina vecchia dall'ottimo ridosso di Porozina, Faresina N 45 07',80 E 14 17',40 Una sosta qui è da evitare, se non in caso di stretta necessità, perché è il porto di attracco dei traghetti che collegano l'isola con il continente; l'altro terminale sulla costa istriana è Brestova. Il traffico è incessante, in alta stagione i traghetti vanno e vengono ogni ora, anche per tutta la notte; in inverno, invece, la notte si fermano e le corse si diradano un po'. Le banchine sono comunque ad uso esclusivo dei traghetti. Si può sperare di trovare un posto, se ce ne fosse la necessità, all'interno del mandracchio, che ha fondo superiore ai due metri nella parte occidentale, ma è piuttosto pieno di piccole imbarcazioni. Qui di fronte, nello stretto canale di Faresina che divide Cherso dall'istria, fu combattuta nel 48 a.c. una battaglia navale durante le guerre civili romane. Si affrontarono la flotta di Cesare capita-

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 4 nata da Caio Antonio e quella di Pompeo con a capo gli ammiragli Ottavio e Libone.Vinsero nettamente i seguaci di Pompeo, appoggiati dagli istriani che si erano schierati dalla loro parte nel tentativo di liberarsi dal controllo romano. A sud di Faresina ci sono diverse anse tutte però inutilizzabili per i fondali troppo ampi e non adatti all'ancoraggio, fa eccezione solamente Prigrajena N 45 05',60 E 14 17',90 bella baia ai piedi del villaggio di Dragozetici, ˇ che si vede in alto sulla collina e al quale è collegata da un pittoresco sentiero. Si riconosce dalla presenza dei ruderi di alcuni vecchi magazzini. C'è una bella spiaggia di ghiaia e il fondo, di sabbia è buon tenitore. L'ormeggio migliore è affiancati alla bella banchina in pietra, lunga 30 metri e con un fondo di 2 metri e mezzo. La baia è completamente esposta ai venti occi- 31

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 5 32 nelle foto Valun dentali ed allo Scirocco. La Bora viene da terra e ci possono essere forti raffiche di ricaduta, ma se si è ormeggiati in banchina non ci sono grossi problemi. Il sentiero che sale in paese supera un bel dislivello (287 metri), ma merita di essere fatto perché permette di godere di una splendida vista sul Quarnaro. Si raggiunge la strada asfaltata in prossimità del cimitero e per raggiungere il paese basta tenere la destra e attraversare una piccola pianura. Il paese, quasi disabitato, non offre nulla se non tanta quiete e un bel panorama. Probabilmente chi ha coniato il fortunato slogan Croazia: il Mediterraneo com'era una volta è passato di qui. I ruderi, con le loro arcate di pietra, al fondo di una stretta valle, circondati da melograni ed ulivi centenari, rendono la baia molto romantica. Continuando lungo la costa ci sono alcune piccole insenature, qualcuna con una spiaggia di ghiaia, buone al massimo per una breve sosta balneare, ma del tutto inadatte ad un ancoraggio sicuro. Circa un miglio a nord del porto di Cherso, invece, c'è un buon ancoraggio nella baia di Gavza - Gaussa N 44 58',40 E 14 23',60 La baia è immediatamente a sud del capo omonimo, subito a nord del villaggio turistico di Stara Gavza. L'ancoraggio, in circa 4 metri di fondo, è su fango melmoso ottimo tenitore, il ridosso è però completamente aperto ai settori occidentali. C'è una piccola spiaggia di ghiaia con una parte di un vecchio molo al centro e a cui si può portare una cima. Poco a sud, il piccolo mandracchio davanti al villaggio non è utilizzabile, la banchina non ha fondo (meno di mezzo metro) e i due gavitelli sono riservati. Cherso, Cres

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 6 33 N 44 57',50 E 14 23',30 L ingresso alla grande e ridossatissima baia di Cherso è attraverso il profondo canale che separa Punta della Lanterna-Kovacine, ˇ a nord, e Punta San Anselmo- Krizice, ˇ a sud. Sulla prima c'è una luce bianca su una torretta rossa, sulla seconda una luce verde su torretta verde. All'interno del canale, sul lato settentrionale, c'è una luce rossa su torretta rossa a Capo Melin, subito prima del porto del paese. Le possibilità di ormeggio sono molte, a partire dal porto cittadino per arrivare al grande marina ACI. Nel porto cittadino si può ormeggiare in andana (ancora e poppa in banchina) all'esterno dei moli. Il posto è buono e si è al riparo da tutti i venti, eccetto dallo Scirocco che, se forte, alza parecchia onda. Si può ormeggiare anche sulla banchina di fronte alla capitaneria dove, però, può capitare di dover lasciar libero il posto per il traffico di alcune imbarcazioni locali. Subito dopo il molo doganale c'è un piccolo bacino attrezzato con corpi morti, nelle immediate vicinanze del cantiere che opera su navi di piccola dimensione (c'è un piccolo bacino di carenaggio), ma anche su yachts. Più a sud una grande diga frangiflutti ripara i moli interni del marina ACI. Nella parte esterna, alla radice della diga, vi è il distributore di carburante per le barche. Il marina ACI di Cherso è molto grande, ha circa 450 posti barca ed è attrezzato di tutto punto. Una stradina pedonale lo collega al paese e la passeggiata lungo la baia è piacevole. Nel marina è anche possibile noleggiare biciclette o motorini con cui raggiungere alcune interessanti località dei dintorni. Fra tutte, meritano una visita Pernati e in modo particolare Lubenizze. Lubenizze è in alto, sulla cima della collina che sovrasta il grande promontorio che chiude ad occidente il Vallone di Cherso. La vista sull'isola, sulla costa orientale dell'istria e su tutto il Quarnaro è spettacolare. Dal Marina c'è anche una strada bianca con la quale si possono raggiungere le piccole spiagge di ghiaia e sassi intorno a capo Krizice ˇ e la baia di Nedomisje. La città di Cherso è in una bellissima posizione, adagiata in un perfetto porto naturale con alle spalle una grande e fertile conca coperta di ulivi. L'origine della città si perde nella preistoria ed è probabilmente delle stesso periodo di Ossero (Absirtos), Caisole (Caput insulae) e Lubenizze (Hibernicia). Il nome attuale viene direttamente dal nome di epoca romana: Crepsa, talvolta ricollegato alla parola Kres (scoglio-crepaccio) di origine liburnica.arrivandoci è facile capire come questo posto sia stato abitato da sempre, vista la sua posizione felice sotto molti punti di vista. La città porta tutte le testimonianze del suo passato veneto ed è ricca di belle chiese e palazzi patrizi.vi fu un grande sviluppo fra il XV ed il XVI secolo, in corrispondenza del declino di Ossero, della quale raccolse l'eredità come capitale delle isole. Oggi ha poco più di 2.334 abitanti. Nel 1928 i residenti erano 3.700, ma alla fine della seconda guerra mondiale più del 90% di loro fu costretto e scegliere l'esilio. La città, nei lunghi secoli della sua storia, ha dato i natali a molti illu-

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 7 34 a lato Lubenice stri personaggi. Fra tutti, va ricordato Francesco Patrizio nato a Cherso il 25 aprile del 1529 e morto a Roma il 7 febbraio del 1597. Studiò a Ingolstadt e a Padova. Ebbe una lunga e importante carriera come filosofo, insegnante e amministratore. Pubblicò diverse opere di filosofia e di altri argomenti. Platonico convinto ebbe molto a discutere con il cardinale Bellarmino. Conobbe Giordano Bruno e Torquato Tasso. Con il Tasso, morto due anni prima di lui, condivide la tomba nella chiesa di S.Onofrio a Roma. Oggi Francesco Patrizio in Croazia viene chiamato con l'improbabile quanto improprio nome di Frane Petric, ˇ usato anche sulla statua a lui dedicata. Cherso ebbe, come tutti i paesi delle isole, anche dei grandi marinai, soprattutto dopo la liberalizzazione, nel 1718, del commercio in Adriatico. Fra tutti, Pietro Lusina che, nel 1872, comandò la nave oceanografica Teghetthof in un importantissimo viaggio di scoperta nel Mare Artico. Cherso è bella, avvolta attorno al porto e percorsa da strette calli. In epoca veneziana fu completamente fortificata. La gran parte delle mura venne abbattuta durante l'amministrazione austriaca. Rimangono a memoria le due porte: Bragadina a sud, Marcella a nord, i resti di una terza (San Michele) e la grande torre rotonda. Le chiese più importanti sono quella di San Isidoro del XII secolo, dedicata al protettore della città, e il duomo gotico-rinascimentale di Santa Maria Maggiore o Madonna della neve costruito nel XV secolo. Connotazioni singolari sta avendo la storia del Leone di Cherso: sulla Torre civica dell'orologio, la porta di mare affacciata sulla piazza e sul mandracchio, stava fino al 1797 un leone marciano. Il capitano Luksich, comandante della nave austriaca che venne a prendere possesso delle isole alla caduta della repubblica, lo fece distruggere per punire i Chersini che non volevano ammainare il gonfalone di San Marco. Nel 1905, con il permesso del governo di Vienna, sulla torre civica fu messo un altro leone, che stava, ai tempi della repubblica, sui bastioni di ponente e fu ripescato dai chersini che lo avevano deposto nelle acque antistanti il porto sempre nel 1797. Nei giorni che seguirono l'8 settembre del 1943 alcuni miliziani titini, che avevano occupato temporaneamente l'isola, poi presa dai tedeschi, nottetempo distrussero il leone. Nel 2005 la giunta ed il consiglio comunale di Cherso hanno chiesto alle autorità statali di poter rimettere sulla torre un altro leone marciano.attualmente il permesso non è ancora stato concesso. Uvala Nedomisje- valle Tonera N 44 56',20 E 14 23',60 È l ancoraggio più conosciuto sulla costa orientale del Vallone di Cherso. La baia è molto carina, con una bella vegetazione e molti ulivi fin sulla riva. Ci sono quattro grandi bitte sulla riva, che possono essere utilizzate per portare una cima a terra. Il ridosso è ottimo da Bora, ma è esposto ai venti occidentali. Il fondo di fango è ottimo tenitore. C'è una bella spiaggia di ghiaia, in estate molto frequentata dai bagnanti che vengono fin qui da Cherso. Un sentiero ben segnalato e decisamente ripido porta in circa 20 minuti ad una strada bianca che

28-35 L'isola 18-07-2007 17:09 Pagina 8 35 raggiunge Cherso. Si è a circa 6 chilometri dalla città. Uvala SV Petar-Valle di San Pietro: quasi sul fondo del vallone di Cherso, ha una bella spiaggia di ciottoli di fronte alla quale si può ancorare in circa 6 metri di profondità. Il ridosso è buono da tutte le direzioni eccetto che da Maestrale. Con la Bora è meglio portare una cima alla riva orientale. La baia si riconosce perché è l'unica di tutta la zona con una piccola casa. Uvala Buc-valle Buz: molto simile a valle San Pietro, da cui dista poche centinaia di metri. Spiaggia, bosco di lecci fin sulla riva e acqua limpida, sono le caratteristiche di questo ancoraggio completamente deserto. Anche qui si è ridossati da tutto, ma non da Maestrale. Valun e Uvala Dovica,Vallon e valle Dovizza: N 44 54',40 E 14 22',10 sul fondo del grande vallone di Cherso, nell'angolo sud occidentale, c'è il bel paese di Valun con il suo porticciolo e la vicina baia di Dovica. Il paesino, molto conosciuto, è romantico e pittoresco e ci sono diverse trattorie e pensioni molto frequentate.valun ha oggi 68 residenti e nacque secoli fa dal trasferimento sulla costa delle famiglie che abitavano un antico villaggio sulla strada per Lubenizze: Bucev. ˇ Nella chiesa parrocchiale c'è una bella ed interessante lastra sepolcrale, conosciuta come la pietra di Valun e risale all'xi secolo. L'iscrizione sulla lastra è bilingue in croato-glagolitico ed in latino. Il porto è esposto ai venti dei quadranti settentrionali (Maestrale,Tramontana e Bora) e non ha tanto posto. Si può rimediare un ormeggio sul lato interno del piccolo molo frangiflutti o all'esterno del mandracchio, dove la profondità è intorno ai 2 metri. Si può ormeggiare in andana o affiancandosi, se non c'è molto traffico. Circa mezzo miglio a nord-ovest del paese c'è la spiaggia più bella, con ciottoli candidi e acqua limpida.a sud del paese, invece, troviamo Valle Dovizza. L'ancoraggio è buono su fondo di sabbia, si è esposti al Maestrale e alla Tramontana. Anche la Bora, quando è forte, diventa pericolosa. Sulla riva ci sono un paio di bitte in pietra che possono essere usate per portare una cima a terra. Bisogna dar fondo all'ancora abbastanza vicini a riva, perché i fondali sono piuttosto ampi e aumentano rapidamente. Sulla costa orientale del promontorio dei Pernati (Pernat), che chiude ad occidente il Vallone di Cherso, non vi sono approdi praticabili. Solo nella baia di Zaglavcic, ˇ ˇ N 44 54',40 E 14 22',10, immediatamente a sud del capo omonimo, c'è un molo lungo 11 metri, con una profondità in testa di circa un metro e mezzo. Il molo fu costruito durante l'amministrazione austriaca per il piccolo borgo di Pernati, che sta in alto sulla collina e si può raggiungere con uno stretto e ripido sentiero. Il paesino è molto caratteristico ed è costruito su un piccolo pianoro a circa 250 metri di altezza, circondato da terreni fertili e da alcune collinette che lo proteggono dalla Bora, ma impediscono la vista del mare, dal quale in linea d'aria dista pochissimo. Il molo è utilizzabile solo da barche con un pescaggio limitato e in condizioni di bel tempo e calma di vento: è completamente esposto ai venti settentrionali e anche lo Scirocco può mettere in difficoltà. sopra Lubenice sotto Il vallone di Cherso