Il Vescovo di Crema Alla Comunità parrocchiale di Santo Stefano al parroco, don Francesco Gipponi ai membri del Consiglio Pastorale, ai diversi gruppi e associazioni La visita pastorale nella vostra parrocchia è avvenuta pochi giorni dopo l arrivo del vostro nuovo parroco. Qualcuno mi aveva suggerito che la visita pastorale fosse spostata più oltre: tuttavia si trattava di incontrare non il parroco, ma anzitutto la comunità intera, nel suo cammino ordinario, all interno di una tradizione ben consolidata, dentro un vissuto che viene da lontano. E per questo che ho deciso di non rimandarla, ma di aiutare i cristiani di s.stefano a consegnarmi una visione semplice, ma vera della loro vita comunitaria. Queste caratteristiche sono apparse evidenti non appena ho cominciato a incontrarvi e lungo i giorni seguenti, cioè da giovedì 21 a domenica 24 ottobre 2010. Ecco pertanto le mie considerazioni, che farete oggetto di riflessione, e che mi auguro possano essere un incentivo per proseguire insieme il cammino della vita cristiana. 1. La vostra è una parrocchia inserita in un paese rurale, con una forte coesione tra le persone; in essa si respira un clima di famiglia, dove ci si conosce tutti, ci si aiuta e ci si sostiene. Pur essendo un quartiere di Crema, S.Stefano riflette piuttosto un ambiente di paese, con una vita semplice e serena. Non ci sono altri punti di aggregazione se non la parrocchia. Essa realizza così pienamente la bella definizione del beato Papa Giovanni XXIII, la parrocchia è la fontana del villaggio, dove le persone si sentono attese, Piazza Duomo, 27 26013 CREMA (CR) Telefono 0373/256565
accolte e interpretate. La dimensione religiosa assume fortunatamente ancora una fondamentale importanza per la vita dei singoli e per l insieme della comunità. E importante l impegno comune perché non vada perduta questa comunione di vita anche da parte delle nuove generazioni, che rischiano, uscendo da questo contesto e vivendo a contatto con altri stili di vita, di rinunciare al senso di appartenenza alla comunità, che genera legami forti tra le persone. Auspico che la parrocchia di santo Stefano continui a mostrare il suo tratto più originale, quello di essere una famiglia aperta a tutti, capace di abbracciare ogni generazione e cultura, ogni vocazione e condizione di vita. 1 2. Dei settecentocinquanta abitanti della parrocchia di S.Stefano molte sono le persone anziane, almeno duecentocinquanta. Ho incontrato molti anziani nel corso delle celebrazioni eucaristiche, ma in modo particolare, attraverso la visita nelle famiglie. La ricchezza di una Comunità consiste nel fare in modo che gli anziani godano del sostegno di tutti e non siano lasciati soli. A questo proposito, mi sembrerebbe bello se nei prossimi anni potesse nascere un centro diurno parrocchiale, quale testimonianza concreta di solidarietà, segno di interesse da parte di tutti perché le persone anziane siano circondate da cure premurose e da affetto. Fate in modo che, già fin dalla fanciullezza, i ragazzi siano aiutati a prendersi cura degli anziani, a onorarne la presenza, andando periodicamente a visitarli essi stessi nelle case. 3. Un pericolo molto frequente in parrocchia come la vostra è quello di rimanere chiusi e autonomi dentro i vostri naturali confini, quasi che la parrocchia bastasse a se stessa. Non può esistere una comunità autoreferenziale! Primo segnale di apertura è rivolto agli adolescenti e ai giovani, quanti cioè nativamente sono portati a scelte nuove, al di là dei soliti appuntamenti localizzati esclusivamente in parrocchia. Occorre far loro prendere coscienza che la Chiesa è più grande della propria comunità, che esistono altre sorgenti di vita, che possono contribuire a formare una personalità cristiana, allargare gli orizzonti e considerare tante proposte di impegno e di servizio, che aiutano innanzitutto coloro che le vivono, prima ancora che i destinatari. Alludo esplicitamente a momenti formativi che le strutture diocesane (pastorale giovanile; caritas, missioni, centro vocazioni, cultura, ecc.) mettono a 1 CEI, Rigenerati per una speranza viva, n.20 2
disposizione dei giovani. Attendiamo dai giovani che sappiano portare in parrocchia un nuovo soffio di vita, perché arricchiti da altre esperienze di volontariato, di apertura missionaria, carità, di preghiera, di condivisione di vita, di impegno nel sociale, ecc. 4. Anche per gli adulti è illusorio pensare che la parrocchia possa continuare a gestirsi autonomamente, senza tener conto della possibilità di nuove aperture con le parrocchie vicine. Occorre fin da ora cercare momenti aggregativi di condivisione con le parrocchie limitrofe (S. Angela, Santa Maria della Croce, Campagnola). E il modo più corretto per abituarsi a una pastorale d insieme, ormai non più rimandabile, ma che dovrà diventare abituale nei prossimi anni. Non si tratta di moltiplicare i momenti comuni, ma di vivere fin d ora alcuni appuntamenti, che possono già essere concordati insieme con benefico frutto da parte di tutti. Sempre più si va diffondendo l esperienza delle unità pastorali, una scelta che non è riducibile alla mera esigenza di fronteggiare la carenza dei sacerdoti, né alla costituzione di super parrocchie, ma va nella direzione di un rapporto nuovo con il territorio, di una corresponsabilità pastorale diffusa, di un azione più organica e missionaria 2 5. Pur con numeri esigui, non mancano nella vostra parrocchia gruppi di servizio quali la caritas/missioni, le persone che curano la pulizia della Chiesa e degli ambienti parrocchiali, ecc. Un particolare ringraziamento rivolgo a tutti coloro che si impegnano nella vita parrocchiale donando tempo ed energie. Dal momento che Dio ci ama, ci fa vedere e sperimentare il suo amore. Da questo prima di Dio spunta anche in ciascuno di noi l amore e il servizio come risposta. In parrocchia, tra gli altri, ho trovato anche un gruppo familiare, che si impegna mediante tempi di formazione, nella condivisione di situazioni e problemi familiari o in campo educativo. Alla famiglia deve essere riconosciuto il ruolo primario nella trasmissione dei valori fondamentali della vita e nella educazione alla fede e all amore, sollecitandola a svolgere il proprio compito e integrandolo nella comunità cristiana 3 Sul modello di questo gruppo potrebbe nascerne un secondo, con coppie più giovani e con figli di minore età, così che la condivisione sia più immediata e giovi al periodo di vita che essi stanno trascorrendo. 2 CEI, Rigenerati per una speranza viva, n.25 3 CEI, Rigenerati per una speranza viva,, n,12 3
6. Condotti in modo familiare sono stati i due incontri dei ragazzi e degli adolescenti, guidati da alcune catechiste ed educatori. So che un gruppetto considerevole di giovanissimi è in procinto di recarsi a Roma per incontrare il Papa con l Azione Cattolica nei prossimi giorni. Mi auguro che frutto di questa positiva esperienza sia un rinnovato slancio per un proseguimento della vita cristiana, che si attua attraverso una formazione comunitaria e personale. Si leggano attentamente e si commentino le parole che il s.padre rivolgerà all Ac. Vorrei vedere quanto prima rinascere il gruppo parrocchiale dell ACR, unico modo per assicurare una continuità e uno sviluppo a tutto il gruppo dei giovanissimi e dei giovani. Il gruppo dell ACR, con i loro educatori, potrebbe facilmente sperimentare il progetto di iniziazione cristiana, attualmente allo studio della nostra Chiesa. Il nostro comune intento è quello di far brillare davanti alla coscienza di ragazzi e giovani, adolescenti e adulti, la bellezza e la vivibilità di una vita ispirata dall amore di Dio, da cui nessuno è escluso 4 7. Sono lieto di aver constatato la presenza positiva di don Francesco Gipponi, che, mantenendo il ruolo di direttore della Caritas diocesana, è da poco entrato, con molto entusiasmo, in parrocchia, mentre ringrazio di nuovo don Gianbattista Strada per la sua pronta disponibilità a lasciare S. Stefano, per assumere, oltre al compito di direttore dell ufficio amministrativo della Curia, la parrocchia di Pianengo. La presenza di un sacerdote in una parrocchia è un grande dono, ma un prete non è tutto, né può fare tutto. Se è finita l epoca della parrocchia autonoma, è finito anche il tempo del parroco che pensa il suo ministero in modo isolato; se è superata la parrocchia che si limita alla cura pastorale dei credenti, anche il parroco dovrà aprirsi alle attese di non credenti e di cristiani della soglia. 5 Ai laici è chiesta una ulteriore partecipazione corresponsabile: solo così si può consolidare una laicato maturo ed impegnato. La missionarietà della parrocchia esige che gli spazi della pastorale si aprano anche a nuove figure ministeriali, riconoscendo compiti di responsabilità a tutte le forme di vita cristiana e a tutti i carismi che lo Spirito suscita. 6 4 CEI, Rigenerati per una speranza viva, n.20 5 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 12 6 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 12 4
Carissimi: mi auguro che la visita pastorale vi abbia permesso di verificare come Cristo, nostro Capo, si sia diffuso in tutte le membra della vostra Comunità parrocchiale e che voi abbiate potuto sperimentare il suo buon profumo! Il Signore Gesù, buon Pastore, benedica e assista il nostro cammino pastorale! + Oscar Cantoni, vescovo Crema, residenza vescovile 1 novembre 2010 5