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3 Finale Champions, Ancelotti, che capolavoro; 5 Finale Champions, i protagonisti; 6 Finale Champions, le pagelle; 10 Finale Champions, il cammino dei Colchoneros; 11 Finale Champions, curiosità dell'atletico Madrid; 12 Campionato Primavera, il cammino delle 8; 13 Fatto DI Ciclismo, giro d'italia 2014; 14 Woman's Champions League, Wolfsburg campione; 15 Fatto di pallanuoto; 16 Scoviamo Gli Sport, retrorunning; 2

ANCELOTTI: CHE CAPOLAVORO! Finalmente la decima! Il sogno europeo, da 12 anni orribile ossessione per il Real Madrid, diventa realtà per quel che può considerarsi un vero capolavoro firmato Carlo Ancelotti. Allenatore per il quale, evidentemente, era destino compiere questa impresa. Lui, lo ha sempre sostenuto, preferisce la coppa ma a questo punto è la coppa che preferisce lui: terza Champions League (quinta se si considera la carriera da calciatore), come l inglese Bob Paisley, diventando il quinto tecnico a vincere la coppa dalle grandi orecchie con due club diversi dopo Happel, Hitzfeld, Mourinho ed Heynckes. Numeri da leggenda nella noche de la decima, la notte pù importante della stagione. Real contro Atletico. Blancos contro rojiblancos. Anchelotti contro Simeone. Tutto nel palcoscenico del Da Luz di Lisbona, mai così vicino a Madrid. Per la prima volta nella storia della competizione due squadre della stessa città si contendono la coppa. Da un lato l ossessione della decima dall altro il sogno dell Atleti, quel sogno coltivato con la passione ed il duro lavoro, che almeno nella Liga ha prevalso sul fatturato e sul monte ingaggi. Ma a Lisbona non ci si può guardare indietro perché c è da scrivere una nuova pagina di storia, una nuova pagina da raccontare ai propri figli e allora testa al campo: il Real arriva al grande scontro con un Ronaldo non in forma ottimale, un Benzema al 50%, un Pepe acciaccato e non arruolabile e uno Xabi Alonso squalificato. Ma tutto ciò non preoccupa Carletto convinto che il suo pallone d oro, il suo Mr. 100 milioni ed il suo spaghetto Di Maria possano fare come sempre la differenza nel suo 4-3-3. Simeone, dal canto suo, può contare sulla fiducia di tutti i suoi uomini, escluso Arda Turan infortunatosi nel match-liga contro il Barcellona, pronti a buttarsi da un ponte per lui. E con Diego Costa recuperato in tempi record grazie ad una cura (stregoneria) a base di placenta di cavallo, il sogno cullato dai tifosi dell Atleti non è mai stato così vicino. La finale sta per avere inizio. Il Da Luz rimane affascinato dalla cerimonia d apertura ed in silenzio estasiato al coro dell Università di Lisbona. Un atmosfera unica. L ambasciatore Luis Figo entra in campo con la coppa dalle grandi orecchie, proprio lui che quella coppa l ha vinta con le merengues. Tutto è pronto, l attesa, l ansia e dubbi vengono scacciati via al fischio d inizio dell olandese Kuipers: si parte! Le due squadre si studiano, lo stadio è una bolgia dove si sente l eco dalle piazze di Madrid ma al nono minuto di gioco primo colpo di scena: la placenta di cavallo si è rivelata subito un flop e Diego Costa lascia il campo tra losconforto di tutto ilpopolo rojiblanco.

ANCELOTTI: CHE CAPOLAVORO! Simeone lo sostituisce con Adrian ed il 4-4-2 iniziale diventa un 4-5- 1. L Atletico da lezioni difensive e non fa avanzare il carro armato merengues messo in difficoltà da ogni singolo componente del mosaico costruito dal Cholo. Al 36 la rete che sblocca il match: corner per l Atletico e in 8 giorni Godin segna un gol che vale la Liga e un gol in finale di Champions, ma questa volta con l aiuto dell uscita a vuoto di Iker Casillas: 0-1 ed un boato ricopre tutta Lisbona e il Vicente Calderon, dove da Madrid i tifosi seguivano la gara. Nella ripresa il copione è scontato con il Real Madrid all assalto della porta difesa da Courtois, ma la frenesia prende il sopravvento: Bale, Ronaldo e Benzema sciupano incredibilmente ottime palle gol ed è il solo Di Maria a fare il fenomeno. Lo spaghetto è semplicemente fantastico. Gli uomini del Cholo reggono ma le gambe iniziano a tremare e la stanchezza della Liga comincia a farsi sentire. Ancelotti carpisce il messaggio e sostituisce Khedira e Benzema con Isco e Morata per dare il via all assalto finale. Sugli spalti regna il silenzio. L ansia è a mille da entrambe le parti. Il pareggio è nell aria ed al 93, in pieno recupero, Modric da calcio d angolo la pennella sulla testa di Sergio Ramos: il difensore spagnolo, alla sua sesta rete nelle ultime sette partite, dopo la doppietta in semifinale contro il Bayern, firma l 1-1 e fa esplodere di gioia il pubblico merengues, fino a quel momento strozzato dall agonia. Ancelotti alza le mani al cielo, Simeone chiude gli occhi consapevole che ora l inerzia della partita nei tempi supplementari sarà tutta dalla parte del Real Madrid. I Colchoneros tengono fino al 110 fin quando non va in scena il il dramma sportivo dell anno: Di Maria nel secondo tempo supplementare ha ancora la forza di spaccare in due la difesa mandando in porta, con una deviazione di Courtois, Mr. 100 milioni Gareth Bale che di testa insacca a porta vuota il 2-1. Esplode il Da Luz. Esplode la Madrid blanca. Il pubblico e gli uomini di Simeone sono vittime di un crollo psico-fisico e il Real viaggia sulle ali dell entusiasmo: il gol di Marcelo al 117 e C.Ronaldo al 120 addobbano per le statistiche il risultato finale sul 4-1 per amareggiare chi non meritava di uscire sconfitto con un passivo così pesante. Ma il calcio è anche questo: a volte è crudele. Como no te voy a querer, si eres campeòn de Europa por décima véz canta Madrid, tra l incredulità di Ancelotti che scrive l opera della Decima in italiano: E stato un copione imprevedibile, siamo stati un po fortunati ma questa fortuna ce la siamo meritata. Nulla da recriminare per gli uomini di Simeone ( niente lacrime, abbiamo dato tutto ) a cui va fatto un grandissimo applauso per il suo miracolo sportivo. Ferruccio Montesarchio

ANCELOTTI GANA LA DECIMA. ONORE ATLETICO.I PROTAGONISTI DELL EURODERBY! Il Cholo contro Carletto. Simeone contro Ancelotti. L euroderby parte dalla panchina. L argentino ha vinto la Liga con i colchoneros e per un pizzico non riesce a regalare una favola ai suoi tifosi. Mette paura ai blancos e lo fa fino al 93. Accusa ripetutamente l arbitro per il troppo recupero concesso e viene espulso nel finale dopo la provocazione di Varane. Nonostante tutto resta una stagione da incorniciare, una finale giocata al meglio, senza il suo uomo migliore (Diego Costa), e condotta fino all inzuccata di Ramos. Dall altra parte c è però Carletto Ancelotti, non uno qualunque insomma. L impresa è sua. L uomo che è riuscito a far diventare l ossessione realtà e la Decima porterà sempre il suo marchio. Primo allenatore italiano a vincere 3 Champions con 2 squadre diverse (Milan e Real; a 3 si era fermato Bob Paisley ma tutte con il Liverpool), primo ad arrivare a quota 5 tra calciatore e allenatore (Gento ne ha vinte 6 tutte da calciatore). Un italiano chiamato da Perez alla Casa Blanca per raggiungere un solo obiettivo: la coppa dalle grandi orecchie. Quel trofeo che sfuggiva da 10 anni, ma lui è riuscito dove gli altri, anche quelli speciali, hanno fallito. Dalla panchina al campo i protagonisti sono tanti. I più attesi erano 2: Ronaldo e Diego Costa. Da entrambi ci si aspettava tanto ma non è arrivato molto. Il confronto tra i 2 è durato poco. Dopo 9 minuti l attaccate dell Atletico non ce la fa ed è costretto ad uscire. Dopo una settimana di interrogativi, la cura miracolosa, la placenta di cavallo, non ha fato effetto. Cr7 invece non è al top e si vede. Non ha la solita fame e il campo non lo brucia come sempre. Nonostante ciò la sua firma non poteva mancare. Su rigore segna il definitivo 4-1, il 17 goal in questa Champions. Serata disgraziata per Iker Casillas. Il portiere spagnolo con una brutta uscita regala il vantaggio avversario e con un altra uscita avventata stava per commettere la definitiva frittata. Per sua fortuna l errore non costa caro e i continui abbracci e baci a Ramos a fine gara dicono tutto. Già, proprio il difensore iberico salva la barca Real dal naufragio e manda i suoi ai supplementari. Ramos e Godin, una sfida di inzuccate. Quest ultimo di testa aveva regalato la Liga ai suoi contro il Barcellona, e a distanza di 7 giorni sempre di testa firma il vantaggio. Poteva essere una settimana da Dio, ma purtroppo per lui Sergio Ramos, al 93, di testa la mette li, nell angolino e tutta la gioia svanisce in un attimo. Capitolo a parte per Mister 100 milioni Bale: si mangia un goal clamoroso nel primo tempo, poi un altra chance da buona posizione; ma nei supplementari è lui a segnare il goal del 2-1 e a spianare la strada per il trionfo. Dopo la Coppa del Rey porta in dote anche la Champions. Nell Atletico grande è stata la prova per Gabi. Il centrocampista perde lucidità nel finale ma per tutta la gara è stato strepitoso. Il capitano era dovunque tanto da sembrare che ce ne fossero 3: uno che sdradica i palloni, uno che corre continuamente e un altro che ragiona e imposta. Benzema invece è un ectoplasma. Il peggiore della gara, non si vede mai, mentre Marcelo con il suo ingresso si dimostra devastante sulla sinistra e andando anche a segno. Nonostante tutto il premio di mvp va sicuramente ad Angel Di Maria. L argentino si dimostra devastante pur senza segnare. L unico a creare per 120 minuti pericoli costanti e a saltare avversari manco fossero birilli. Si dimostra il più lucido dei suoi anche quando il Real soffre, e dai suoi piedi, con un azione travolgente (l ennesima di tutta la gara) disegna la giocata che uccide il match portando la rete del 2-1. Intensità, coraggio e cuore le caratteristiche gettate in campo. Questi gli artefici principali di una finale che, forse, non si era mai vista Vincenzo Vitale

Diamo i voti ai protagonisti della finalissima del "Da Luz" di Lisbona tra Real Madrid e Atletico Madrid, che ha visto trionfare i "merengues". Di Maria migliore in campo per distacco, non è bastato all'atletico il cuore di Gabi e Godin. Iker CASILLAS 4 Serata disgraziata per Iker: l uscita a metà strada sul gol di Godin, un altra uscita sciagurata che poteva costare caro nei tempi supplementari. Un disastro, ma alla fine può (e deve) ringraziare i suoi compagni per aver avuto l'onore di alzare la decima. FORTUNATO. Daniel CARVAJAL 6 Soffre tremendamente le folate offensive degli esterni avversari, ma nella ripresa alza la cresta e giustifica l insistenza di Ancelotti nel preferirlo ad Arbeloa. LOTTATORE. VARANE 6,5 Sopperisce all assenza di Pepe con l incoscienza della gioventù: ruvido nel palleggio ma mai timido nei tackle. Carattere indomabile. TOSTO. Sergio RAMOS 8 Tre gol nelle ultime due partite di Champions per quello che sulla carta d identità mantiene la dicitura di difensore. Per importanza e tempismo, il suo gol dell 1-1 ricorda quello di Teddy Sheringham nella finale di Champions 98/99. FONDAMENTALE. Fabio COENTRAO 4,5 Impalpabile e mai in partita: l aria di casa non fa bene al biondo terzino. Tolto per disperazione da Ancelotti. PLATINATO. (dal 59 MARCELO 7,5 Impatto devastante per il terzino brasiliano del Real Madrid. Entra e ribalta la partita con le incursioni sulla sinistra, i tocchi pregiati e il meritatissimo sigillo personale) FAVOLA. Sami KHEDIRA 5 Fa quello che può considerando i mesi di stop forzato per il grave infortunio patito a San Siro con la nazionale. Ovviamente la benzina finisce presto e, ad aggravare il suo voto, c è anche la grave disattenzione sulla marcatura su Godin in occasione del primo gol. IMPALPABILE. (dal 59 ISCO 6,5 Un altra carta vincente estratta dal mazzo di Ancelotti; senza strafare contribuisce ad alzare il baricentro del Real Madrid e a schiacciare la retroguardia dell Atletico). VENTATA DI FRESCHEZZA..

Luka MODRIC 6,5 Avvio shock con qualche errore di troppo in impostazione; cresce alla distanza e detta il ritmo della "remuntada" del Real; quanto ha sofferto l assenza del fido Xabi Alonso però! MAGISTER AD HONOREM. Angel DI MARÍA 9,5 Prestazione da fenomeno per "El Fideo", per distacco l uomo copertina di questa finale. Il più lucido quando l inerzia sorride all Atletico, il giocatore in grado di disegnare la giocata che uccide il match nel secondo tempo supplementare: semina avversari come birilli, e infine decide la finale. GLORIOSO. Gareth BALE 7 Si divora tutto il divorabile, vanificando sul più bello accelerazioni devastanti. Per fortuna sua e del Real si fa trovare al posto giusto e nel momento giusto per la giocata risolutiva, non a caso realizzata con l implacabile colpo di testa a porta ormai sguarnita. Dopo questa gara, il prezzo del suo cartellino sarà meno discusso, forse. RISOLUTORE. Karim BENZEMA 4,5 Uno dei peggiori tra le file dei merengues. Tocca pochissimi palloni e non entra mai in gara: il fatto che sia male assistito non basta a spiegare la clamorosa stecca di Karim. DELUSIONE. (dal 79 MORATA 6 Lotta e contende molti palloni alla stremata difesa avversaria. Forza fresca e preziosa). VOGLIOSO. Cristiano RONALDO 6,5 Primo tempo orribile, ampiamente al di sotto dell asticella della sufficienza; mostra segnali di ripresa nella ripresa condotta all arrembaggio dal Real Madrid, impegnando Courtois e mandando in porta lo sprecone Bale. Nei supplementari c è gloria anche per lui, diciassettesimo autografo di una Champions giocata a livelli non umani dal fenomeno di Madeira. PALLONE D'ORO. Allenatore: ANCELOTTI 8 Incartato da Simeone nel primo tempo, il suo Real assedia gli avversari nella ripresa e si prende la Decima con un secondo tempo supplementare da incorniciare. Terza Coppa dei Campioni da coach, quinta considerando anche la carriera da calciatore. E un pizzico di buona sorte non guasta: scacciati definitivamente i fantasmi di Istanbul, perché questa volta è Simeone a disperarsi per l epilogo di questa pazza finale. EPICO.

COURTOIS 6 Qualche sbavatura prima dell inevitabile resa a discapito degli indemoniati merengues. Prova a sfruttare fino all ultimo centimetro per arrivare sulla devastante frustrata di Sergio Ramos, ma stavolta nemmeno l Uomo Ragno avrebbe potuto fare qualcosa. FUTURO. JUANFRAN 6,5 Instancabile incursore sulla fascia destra: come sempre garantisce qualità nei cross e quantità nei chilometri macinati. ESPERIENZA E QUALITA'. Joao MIRANDA 6,5 Puntuale in marcatura con chiusure talmente imperiali da rendere la decisione di escluderlo dalla rosa brasiliana per il Mondiale persino ridicola. Crolla nel secondo tempo supplementare ma a quel punto gli Dei del calcio avevano già emesso il loro verdetto. IMPONENTE. Diego GODÍN 7,5 Un altro dei vessilli del Cholismo. Di nuovo in gol dopo il gol-liga del Camp Nou, di nuovo protagonista di chiusure difensive eroiche. Non può nulla nel crollo colchoneros dell ultimo quarto d ora di partita. MONUMENTALE. Filipe LUIS 7 Strepitoso sulla catena di sinistra; con la recita di stasera conferma quanto infelice sia stata la decisione di Scolari di escluderlo dal mondiale brasiliano. PENDOLINO. (dall 83 ALDERWEIRELD 5,5: esposto alla grandinata del Real Madrid. Anche se non rende proprio il paragone con il compagno che ha sostituito). SPAESATO. GABI 7 Prolungamento di Simeone in campo: l anima, nonché capitano coraggioso dell Atletico Madrid dei miracoli. Nel finale perde lucidità concedendo la passerella a Ronaldo, ma nei novanta minuti si esprime a livelli a tratti commoventi. CUORE PULSANTE.

TIAGO 6,5 Disgraziato nel passaggio orizzontale che manda in porta Bale, per il resto la consueta calma olimpica nello smistare i palloni. METRONOMO. KOKE 6,5 Tremendamente lucido nella circolazione di palla e letale quando alza la testa e libera cross al centro arrotati e sempre insidiosi. Protagonista straordinario nella pazzesca stagione dell Atletico, del suo Atletico Madrid, scuola di formazione per lui. SPINA NEL FIANCO. RAUL GARCIA 6,5 Impeccabile in raccordo tra linea mediana e attacco: esce, spompato, quando l Atletico ha il controllo del match. REGISTA. (dal 66 Jose Sosa 5,5: lento, compassato). FUORI LUOGO. David VILLA 6 Di palloni non ne vede tantissimi, ma i pochi che transitano dai suoi piedi li lavora da par suo; si esalta quando l Atletico ha polmoni e forza fisica, cala inevitabilmente nel finale. ISPIDO Diego COSTA s.v. Stavolta non c è stregoneria che tenga: indubbiamente schierarlo dall inizio è stato un errore grossolano, ancor più dopo quanto successo a Barcellona. RECIDIVO. (dal 9' ADRIAN 6 Buon impatto nel match per l attaccante di scorta di Simeone; mina vagante per la difesa del Real Madrid). CORAGGIOSO. Allenatore: SIMEONE 8 A pochi secondi dalla gloria, questo potrebbe essere il titolo del film della finale di Simeone, perché i suoi ragazzi stavano confezionando l ennesimo miracolo con la consueta prova eroica al cospetto di Cristiano Ronaldo & Co. Questa volta il lieto fine non è stato scritto, ma nessuno dimenticherà il cammino dell Atletico Madrid dei miracoli. Eupalla stavolta ha sorriso agli avversari del Cholo. HOMBRE VERTICAL. Dario Mainieri

L Atletico di Madrid inizia a correre verso la finale di Lisbona stravincendo senza discussioni il girone G. In un gruppo non impossibile ma dalle tante insidie, i Colchoneros dimostrano subito di avere tutte le carte in regole per poter andare il più avanti possibile. Zenit, Porto e Austria Vienna fanno solo da sparring partner agli spagnoli che conquistano la bellezza di 16punti su 18disponibili. A fermare gli uomini di Simeone ci pensano solo i russi nella penultima gara della fase a gruppi e a qualificazione già acquisita. Agli ottavi la sfida si fa già interessante, dalle urne di Nion viene estratto subito un mostro sacro della Champions League: A.C. Milan. Gli italiani dell allora tecnico Allegri sembrano sicuri di se, augurandosi già alla vigilia questo abbinamento. Famose ormai le parole del centrocampista Muntari: Sorteggio? Spero nell Atletico, è alla nostra portata. Bè il ghanese è stato accontentato ma in fondo tutti sappiamo come poi è andata a finire: 0-1 a Milano e 4-1 a Madrid. I quarti di finale sembrano però un ostacolo insormontabile, a giocarsi un posto tra le migliori 4 ci saranno infatti Messi & comp. E il Barcellona dei fenomeni. Il derby iberico regala spettacolo ma non tanti gol. L atletico esce indenne dal Camp Nou segnando in trasferta e chiudendo la pratica in casa già dopo tre minuti con il gol di Koke. La semifinale è il simbolo del cinismo e di quel calcio magari poco spettacole ma tanto efficace. Al Calderon arriva Mourinho, il suo Chelsea e le sue barricate. Gli inglesi all andata riescono ad arginare i padroni di casa ma allo Stanford Bridge la partita e il contropiede perfetto fatto la storia e con un grande 1-3 si vola a Lisbona. Il resto è già storia Il Cammino: Atl.Madrid 3-1Zenit (Miranda, Turan, Batpstao, Hulk(Z)) Porto 1-2 Atl.Madrid (J.Martinze(P), Godin e Turan) AustriaV. 0-3 Atl.Madrid (Garcia, Diego Costa(2)) Atl.Madrid 4.0 AustriaV. (Miranda, Garcia, Felipe, Diego Costa) Zenit 1-1 Atl.Madrid (Adryan, Anderweireld(Z)) Atl.Madrid 2-0 Porto (Garcia, Diego Costa) Ottavi: Milan 0-1 AtlMadrid (Diego Costa) Atl.Madrid 4-1 Milan (Diego Costa(2), Garcia, Turan, Kakà(M)) Quarti: Barcellona 1-1 Atl.Madrid (Diego, Neymar(B)) Atl.Madrid 1-0 Barcellona (Koke) Semifinali: Atl.Madrid 0-0 Chelsea Chelsea 1-3 Atl.Madrid ( Torres(C), Adrian Lopez, Diego Costa, Turan) Finale: Real Madrid 4-1 Atl.Madrid d.t.s. (Godin(A), Ramos, Bale, Marcelo, Ronaldo) Antonio Greco

Antonio Greco Le campagne europee dell Atletco Madrid nella Coppa Dei Campioni sono state segnate per lo più dalla deluisione. I colchoneros si affacciano per la prima volta su questo prestigioso palcoscenico nella stagione 58/ 59. I biancorossi volano dritti in semifinale dove si trovano di fronte i rivali cittadini del Real Madrid. Dopo aver impattato 2-1 al Bernabeu, l Atletico si rifà in casa vincendo 1-0. Le obsolete regole dell epoca impongono lo spareggio perso poi ancora per 2-1. Nella stagione 73/ 74, guidati dal capitano Aragones i madrleni approdano per la prima volta alla finale della più grande manifestazione europea per club. Di fronte arriva l emergente Bayern Monaco di Beckembauer e Muller. Quella partita ha segnato una sorta di maledizione per il club che ieri come oggi vide sfumare il titolo nei minuti di recuperò. Una punizione di Aragones nei supplemenari è pareggiata a pochi secondi dal termine. Il morale a pezzi porto l Atletico alla disfratta, la ripetizione infatti fu stravinta 4-0 dai tedeschi. Da allora è iniziato il lento declino della squadra nella manifestazione fino ad oggi e all epopea di Diego Simeone. Più fortunata l avventura in altri tornei. I colchoneros infatti possono vantare 1 Coppa Delle Coppe, 1 Interconintela, 2 Coppa Uefa e 2 Supercoppe Europee. Atletico 2013/2014 La squadra di Simeone se si esclude i tempi supplementari della finale, purtroppo il dettaglio fondamentale, non ha mai perso in tutta la competizione. I numeri parlano chiaro, per l Atletico: 9 vittorie e 4 pareggi in un cammino che forse avrebbe meritato ben altra gloria. 26 i gol fatti in 13 gare, la media esatta di ben 2 reti a partita. Escludendo le tre marcature nei supplementari della finale, Courtois ha raccolto solo 6 volte il pallone nella propria rete, mettendo in mostra grandi capacità individuali e la solidità di un affiatato reparto difensivo. Con 8 gol il Bomber principe della squadra è Diego Costa, seguito Da Arda Turan(4) e dal capitano Raul Garcia. Gli ex Italiani Tante le ex conoscenze del calcio italiano tra le file dell Atletico. A farla da padrone è certamente il tecnico Simeone che ha vestito le maglie di Pisa, Inter e Lazio e allenato il Catania. Tra i giocatori troviamo l ex Napoli Josè Sosa e gli ex Juve Diego e Thiago, gli acquisti per riportare di nuovo in alto i bianconeri post calciopoli. Magari non sono dei titolarissimi ma tutti hanno dato una mano verso Lisbona dimostrando di essere stati bocciati troppo presto.

La regular season ha dato i suoi verdetti. Otto le squadre che si affronteranno il 4 giugno nell ultima fase, le final eight, per la conquista dell ambito scudetto. Ad Atalanta, Chievo, Fiorentina, Juventus, Lazio e Torino qualificate come prime e seconde dei rispettivi gironi, si accodano Roma e Palermo, vincitori della fase dei play off riservata alle terze, quarte e, la miglior quinta tra i tre giorni. Effettuati i sorteggi, gli accoppiamenti che decideranno la squadra campione d'italia. La Lazio, detentrice del titolo, affronterà la Roma in un derby caldissimo, con Juve-Chievo, Fiorentina-Palermo e Atalanta-Torino a giocarsi l'accesso alle semifinali. Si giocherà il 4 e il 5 giugno, con le semifinali in programma a Rimini il 7 e l'8 giugno. Sempre a Rimini la finale, l'11 giugno alle ore 21. Tutte le gare saranno in diretta su Raisport 1. Le partite, a gara secca, prevedono già il derby della stracittadina: Lazio- Roma. I biancocelesti, detentori del titolo nazionale e, vincitori dell ultima coppa Italia, hanno disputato un campionato, perfetto, con sole tre sbavature. Parte bene il campionato per la Lazio, che batte 5-1 i pari età del Napoli, mettendo in chiaro gli obiettivi della squadra di Bollini, spaventando, così, le dirette avversarie. Dopo tre vittorie consecutive, arriva per gli aquilotti un sonoro stop ; sconfitti, infatti, dal Palermo per 3-0. Passo falso che porta il sorpasso, in classifica, degli odiati cugini giallorossi. La scia, però, della Roma, non viene persa e, i ragazzi di Bollini, anellano altre due meritate vittorie, prima di affrontare, proprio, i giallorossi. Alla sesta giornata, infatti, è di scena il derby della capitale; e ad avere la meglio è la Lazio che, vincendo per 1-2, non solo porta a casa il derby, ma nuovamente il primato in classifica. Forti anche dei risultati al quanto deludenti delle diretta avversarie, la Lazio macina vittorie strepitose, annientando sul campo le malcapitate squadre. Sul tabellino, però, per la Lazio, c è spazio, anche, per il segno x. Un pari, arrivato contro la Reggina, a reti inviolate, che porta l unica squadra ad impensierire la Lazio, la Fiorentina, ad un solo punto di distanza. Non c è tempo per avere paura, per i ragazzi allenati da Simone Inzaghi, subentrato al mister Bollini, che continuano a vincere in campionato, ma anche in coppa Italia. Il doppio impegno, però, mette a dura prova le condizioni fisiche dei molti talenti biancocelesti, a partire da quello di Minala, attaccante più volte additato per la sua presunta età non corrispondente con quella anagrafica. La coppa Italia, impegna e stanca, ma da soddisfazioni alla Lazio, che se la aggiudica vincendo contro la Fiorentina. Nonostante il solo punto che ha separato Lazio e Fiorentina in campionato, la Lazio ha superato la fase a gironi, come prima in classifica. La Roma, qualificatasi come terza del girone C, ha condiviso il primato in classifica, con i cugini laziali fino alla quarta giornata, quando i biancocelesti, perdendo contro il Palermo, lasciano il via libera alla Roma per il primato in solitaria. Il derby perso contro la Lazio catapulta i ragazzi di Alberto De Rossi al terzo posto, che conserveranno fino alla fine della stagione. Ai quarti di finale, dei paly off, la Roma batte la Sampdoria di Enrico Chiesa per 2 a 0 e, in semifinale incontra l Inter. Contro i neroazzurri, i lupacchiotti, grazie alle doppiette di Ricci e di Adamo, vincono 4-2. Il secondo accoppiamento è Fiorentina- Palermo. I viola si qualificano come secondi del girone e, fino all ultima giornata di campionato hanno sperato di portarsi al primo posto. Il solo punto di distacco dalla Lazio non viene, però, mai annullato dai ragazzi di Semplice che vivono un campionato altalenante fatto di vittorie meritate e sconfitte pesanti, come quella rimediata in finale di coppa Italia, dalla Lazio. Il Palermo approda alle final eight passando prima per i play off, essendo arrivato quarto nel girone. La sola rete di Malele, porta i rosanero a vincere contro l Empoli, ai quarti di finale. In semifinale la squadra di Bosi incontra e vince 3-2 con l Udinese. Queste le prima quattro squadre che proveranno a cucire, sulle proprie maglie, il tricolore. Nel prossimo numero, la strada delle altre quattro squadre in lizza. Annalisa Moccia

Aru e Pozzovivo, la new generation all'attacco della Colombia Un giro d'italia che si prepara alla terza settimana settimana, quella decisiva, che si deciderà sulla salita storica dello Zoncolan. Cadute e insulti hanno fatto da contorno ad una edizione, tra le più incerte ed emozionanti degli ultimi anni. Assenti Contador, Froome e il Nibali, pronti a darsi battaglia al Tour, è stato fino ad ora un giro spezzato a metà tra le sorprese australiane e le conferme dei due ciclisti più attesi: i colombiani Uran e Quintana dati per favoriti alla vigilia. Super è stata la condizione del cronoman Michael Matthews e del suo connazionale Cadel Evans. Il vecchio e tenace Cadel è attualmente secondo nella classifica generale, alle spalle della maglia rosa Rigoberto Uran. Il colombiano della Omega Pharma si è assicurata la maglia del leader nella crono individuale di Barolo, ma ha dimostrato difficoltà sulle salite che hanno reso celebre il pirata Marco Pantani. Strepitose le vittorie dei giovani Enrico Battaglin e Fabio Aru, quest'ultimo vero outsider e ormai a ridosso dei big. L'altra grande novità italica è il lucano Domenico Pozzovivo, ora sesto a 2 minuti e 42. Tante difficoltà per la vecchia guardia Basso, Cunego e Scarponi, ormai fuori dalla generale. In crescita la condizione del favorito alla vigilia, quel Nairo Quintana vice campione al Tour de France 2013. Da tenere d occhio anche la maglia bianca, il polacco Majka, attualmente in terza posizione. Una Figth for pink che probabilmente si deciderà con la crono di Bassano del Grappa e con il muro Zoncolan del 31 maggio. Un giro d'italia caratterizzato da tante cadute, condizionate dalla pioggia che ha contraddistinto le tappe in terra irlandese e del centro-sud. Valanghe di polemiche per l'urlo "Terroni" di Valerio Agnoli, mentre la carovana stava transitando a Nocera Inferiore. Grave è stato l'incidente per un volontario della Protezione Civile nella tappa con traguardo ad Oropa. L'uomo, investito da una delle moto Rai, ha subito un trauma cranico e viene tenuto in coma farmacologico nel reparto rianimazione del Cto di Torino. Valerio Castorelli

UEFA WOMEN's CHAMPIONS LEAGUE Le ragazze del Wolfsburg rimontano e vincono la loro seconda Women's Champions League consecutiva ai danni delle svedesi del Tyresö. Come nella scorsa edizione, vinta per 1-0 contro le francesi dell'olympique Lione (eliminate agli ottavi dalle tedesche del Turbine Potsdam quest'anno), è stata decisiva, con i suoi gol, Martina Müller, autrice di una doppietta, che ha siglato,a 10 minuti dalla fine, il sorpasso che ha regalato alle sue compagne il trofeo. Le campionesse avevano battuto nel loro cammino le estoni del Pärnu (27-0), le svedesi del Malmö (5-2), il Barcellona (5-0) ed infine il Turbine Potsdam (4-2) nella semifinale tutta tedesca prima di battere il Tyresö, che invece si era fatto strada eliminando PSG (2-1), le danesi del Fortuna Hjørring (6-1), le austriache del Neulengbach (8-1) ed infine il Birmingham City (3-0). Ma passiamo alla finale: il Tyresö va all'intervallo sopra 2-0 grazie alle reti di Marta (28') e Veronica Boquete (30'), ma nella ripresa prima Alexandra Popp (47') e Martina Müller (53') rimettono la situazione in parità in un attimo. Attimo che dura solo 3 minuti, il tempo che Marta ci impiega a riportare le svedesi in vantaggio. Le campionesse in carica si rilanciano all'attacco e trovano l'ennesimo pareggio al 67' con Faiβt, che insacca con un rasoterra. Come un anno fa è di nuovo Martina Müller a decidere il match, quando all'80', assistita da una scatenata Kessler, segna il punto del definitivo 4-3, lasciando impietrite le avversarie ormai troppo stanche per tentare una reazione. Il titolo, per l'ottava volta su 13 edizioni, va ad una squadra tedesca. Peccato per le squadre italiane del Tavagnacco (eliminato 4-3 ai sedicesimi dal Fortuna Hjørring) e della Torres (piegate 12-1 dalle tedesche del Turbine Potsdam ai quarti). Francesco Perfetto

DI NUNZIA CASOLARO Mentre il campionato partenopeo si conclude direttamente in gara due, la lotta al primo posto tra Recco e Brescia è lotta fino all ultimo sangue. È infatti in gara tre che il Recco si riconferma campione e conquista lo scudetto per la nona volta consecutiva e la ventottesima in carriera dopo le prime due gare dove le due squadre si sono alternate il punteggio 7-6. Dopo un primo tempo equilibrato con due reti a testa messe a segno dai liguri Jokovic e Giacoppo e dagli avversari Rios Molina e Di Fulvio, il secondo quarto è quello in cui si sono cominciate a delineare le sorti dell importantissimo match. Il Recco infatti approfittando di distrazioni difensive e imprecisioni varie va a più cinque grazie alle sei reti di La Penna, Felugo, Figari, Figlioli in doppietta e Giorgetti, a discapito dell unica rete segnata in questi otto minuti dal bresciano Di Fulvio. Nella terza fazione il Recco allunga maggiormente le distanze segnando una rete in più degli avversari che vanno a segno con Rios Molina e Presciutti intervallati però da Gitto e Jokovic in doppietta. Pro Recco: Tempesti, Lapenna F. 1, Jokovic 3 (2 rig.), Figlioli 2, Giorgetti 1, Felugo 1, Giacoppo 1, Aicardi, Figari 2, Fondelli A., Ivovic, Gitto N. 1, Pastorino. All. Porzio. All. Angelini. Brescia: Del Lungo, Valentino, Presciutti C. 1, Legrenzi, Molina 3, Rizzo, Giorgi, Nora, Presciutti N. 1, Bodegas, Di Fulvio F. 2, Napolitano, Dian. All. Bovo. È solo all ultimo quarto che il Brescia prova a reagire ma è ormai troppo tardi, così le reti di Rios Molina e Presciutti che si ripetono interposte da quella di Figari nulla possono per cambiare le sorti della partita più importante, entusiasmante ed emozionante del campionato. Dunque ancora una volta Pro Recco campione d Italia! Arbitri: Caputi e Bianchi. 15

Correre all'indietro, ma che strana idea!! Se fossimo fatti per correre all'indietro, non avremmo occhi dietro alla testa?? La corsa all indietro, oretrorunning, o, all inglesebackward running, è una disciplina nata negli anni 80 negli Stati Uniti e giunta nel nostro Paese nei primi anni 90. Nonostante vengano organizzate diverse manifestazioni internazionali, la corsa all indietro non è mai decollata veramente. La tecnica non è, in sé, particolarmente difficile (si corre tenendo piedi e gambe parallele al senso di marcia, ruotando spalle e testa per controllare se si sta seguendo correttamente il percorso), ma all inizio l approccio può essere in parte problematico; con l esperienza s impara a percorrere tratti piuttosto lunghi senza voltarsi; ciò permette di correre più velocemente e mantenere meglio l equilibrio. Ai principianti viene generalmente consigliato di iniziare per gradi, ovvero di correre brevi tratti di corsa all indietro alternandoli con la normale corsa in avanti; ciò fino a quando non si arriva a una totale padronanza dei gesti e della visuale.per coloro che praticano retrorunning è molto importante riuscire a mantenere in posizione ben eretta la schiena, piegare poco le gambe, appoggiare la punta dei piedi e aiutarsi con i movimenti delle braccia; le braccia hanno un ruolo importante nel retrorunning perché, oltre ad aiutare l atleta a mantenere meglio l equilibrio, svolgono una funzione propulsiva. L approccio al retrorunning deve essere piuttosto graduale; trattandosi di un movimento piuttosto nuovo per l organismo, è necessario che questo si abitui al nuovo gesto. Bisogna stare diritti con la schiena, piegare poco le gambe e appoggiare la punta dei piedi. Aiutarsi con il movimento delle braccia. I gesti del retrorunning non sono molto diversi da quelli della corsa in avanti. I passi, o meglio, i balzi, devono essere rasenti al terreno. Il movimento delle braccia è importante perché, oltre a migliorare l equilibrio, funziona da propulsore. Per verificare la direzione è consigliabile girarsi un poco di lato e sbirciare con la coda dell occhio. Questo però rallenta il movimento e non può essere effettuato sistematicamente. È importante crearsi anche altri punti di riferimento e memorizzare prima il percorso. Durante i primi allenamenti è normale sentire le gambe pesanti e stancarsi facilmente. Per questo bisogna seguire un programma graduale. Bisogna dare all organismo il tempo di adattarsi al nuovo tipo di movimento. All inizio si viene assaliti da mille sensazioni: il bisogno di controllare la direzione, di capire come muovere le gambe, quale posizione far assumere alle braccia, al bacino, la schiena. Senza forzare, gradualmente il corpo si adatterà ai nuovi movimenti, raggiungendo equilibrio e consapevolezza. 16 Eleonora Brangi

I NOSTRI SETTIMANALI ON LINE DEI CORSI DI GIORNALISMO INVESTIGATIBO E SPORTIVO DELL ATENEO PARTHENOPE DI NAPOLI Direttore: Cristiana Barone Editore: Antonella Castaldo Capo Redattore: Luigi Liguori Coordinatore di Redazione: Stefano Limongelli e Ferruccio Montesarchio Editing Grafica: Francesco Perfetto Coordinatore Pagina di Facebook FDS: Karina O. Palomba Redazione: Corso di Giornalismo Sportivo - Università Parthenope di Napoli FDC e FDS by Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008 Info line: fattodicronaca@gmail.com Seguici anche su Facebook :FATTO DI SPORT FATTO CRONACA SPYNEWS24

Il Real Madrid è campione d'europa. Tutto questo dopo i tempi supplementari nella finale di Champions di Lisbona per far svanire l'ossessione della "Decima" ai Merengues, completando il dramma sportivo dell'atletico di Simeone. I Colchoneros, in vantaggio con Godin al 36' con un errore di Casillas, sono stati raggiunti da Sergio Ramos solo al 93'. Poi il gol di Bale al 110, Marcelo al 118 e Ronaldo su rigore al 120. Giuseppe D Ambrosio

Finita la Champions che ha visto il Real campione, vediamo l undici migliore per quanto riguarda questa competizione. In porta va il giovane belga Courtois dell Atletico Madrid che batte Casillas. Da sinistra a destra della linea difensiva vanno Felipe Luis,Sergio Ramos,Godin e Lahm. Centrocampo a tre formato da Arda Turan,Modric e Angel Di Maria. Attacco stellare con Marco Reus, Zlatan Ibrahimovic (o Diego Costa) e ovviamente Cristiano Ronaldo. Courtois (Atletico Madrid) Lahm Sergio Ramos Godin Felipe Luis (Bayern Monaco) (Real Madrid) (Atletico Madrid) (Atletico Madrid) Modric (Real Madrid) Arda Turan (Atletico Madrid) Di Maria (Real Madrid) Reus (Borussia Dortmund) Ibrahimovic (Paris-Saint German) Cristiano Ronaldo (Real Madrid) R.Agnello

ATLETICO MADRID 6,5 - Se arrivi in fondo alla competizione con la miglior difesa un motivo c è; peccato sia crollato sotto i colpi dei cugini e della Sfortuna Thibaut COURTOIS 6 Innocente vittima del bombardamento Blancos JUANFRAN 6,5 Vince il duello con il suo diretto avversario, almeno fino al 90 Joao MIRANDA 6,5 Finche il centrocampo regge è imperiale, peccato non vederlo ai mondiali Diego GODÍN 7,5 Dopo il gol Liga, stava per scapparci il gol Champions, troppa grazia. Il migliore in campo tra i suoi Filipe LUIS 7 Un altro fenomeno lasciato a casa da Scolari, macina chilometri come fosse la cosa piu naturale del mondo(dall 83 ALDERWEIRELD 5,5 Ne prende 4 in 35 minuti, grandine) GABI 7 Non ha caso ha la 14 del suo allenatore, generale in campo e prolungamento ideale di Simeone nel rettangolo di gioco TIAGO 6,5 Solo un errore tutta la partita che Bale non sfrutta, finche c è birra è pulito e efficiente ma poi. KOKE 6,5 Corre, dribbla difende e da calcioni agli avversari per 120 minuti, è l ultimo ad arrendersi RAUL GARCIA 6,5 Lascia il campo con l Atletico in controllo, anche grazie a lui, poi arriva la grandine(dal 66 Jose Sosa 5,5 entra in campo con poca voglia) David VILLA 6 Da solo sorregge il peso dell attacco dell Atletico per tutta la partita, fino a quando il fiato resiste è un gladiatore nonostante i pochi palloni toccati Diego COSTA s.v. e senza parole, anzi tre: Placenta di Cavallo (dal 9' ADRIAN 6 Buon impatto nel match per l attaccante di scorta) Allenatore: SIMEONE 7 A 90 secondi dallo storico double, stagione certamente fenomenale, ma quanto ha pesato l errore di mettere Diego Costa dal primo minuto? REAL MADRID 7 - Per ottanta minuti merita di perdere la coppa, poi l Atletico si spegne e con tutti quei campioni è un attimo dare 4 gol a chiunque. Iker CASILLAS 4 Ha il gol di Godin sulla coscienza, ringrazi i suoi per la Decima Daniel CARVAJAL 6 Perde il confronto contro il dirimpettaio ma lotto come un gladiatore VARANE 6,5 Ottima partita per lui, pulito e sicuro Sergio RAMOS 8 Regala praticamente lui la Decima al Real Madrid Fabio COENTRAO 4,5 Impalpabile e mai in partita. (dal 59 MARCELO 7,5 impatto devastante e gol della sicurezza) Sami KHEDIRA 5 Non regge fisicamente la strapotenza dell Atletico, perde anche Godin in occasione del vantaggio Colchoneros (dal 59 ISCO 6,5 Ancelotti ha una panchina da paura, Isco ne è la prova) Luka MODRIC 6,5 Tanta qualità e legna per l ex Tottenham Angel DI MARÍA 9,5 Match winner, dribbla crossa e difende. Regala anche l assist a Bale, prestazione mostruosa Gareth BALE 7 Fino al 115 prestazione da 5 in pagella, poi vinche la coppa Karim BENZEMA 4,5 ha giocato?(dal 79 MORATA 6 Grande forza e freschezza nel finale di partita) Cristiano RONALDO 6,5 Entra nel tabellino a match già vinto. Diciasettesimo capolavoro davanti al suo popolo Allenatore: ANCELOTTI 8 Perde il primo tempo della sfida con Simeone, ma pesca dalla panchina i jolly. Cancellata per sempre la Sfortuna della notte di Instabul Domenico D Auria Angelo

TUTTI PAZZI PER IMMOBILE Il Barcellona prova a inserirsi nella trattativa tra Toro, Juve e Borussia Dortmund per Ciro Immobile. Sul piatto pronti 20 milioni di euro per l attaccante della Nazionale Italiana. Il nuovo tecnico dei blaugrana, Luis Enrique ha individuato nell attaccante del Torino una pedina adatta per il suo gioco, in linea con il progetto di rifondazione dei catalani. Ventiquattro anni, 22 gol quest anno in Serie A e capocannoniere della classifica marcatori, con il sogno mondale alle porte. Dopo aver coronato il sogno d amore con le nozze celebrate con Jessica Melena, la punta di Torre Annunziata ha trascinato i granata fino alle porte dell Europa League. Operazione difficile perché il Borussia Dortmund è in pressing da tempo sul calciatore. Il bomber dalla Serie A italiana potrebbe ritrovarsi a giocare accanto ai più forti calciatori al mondo. Su tutti Leo Messi e Neymar Se questo non è un sogno! Giuseppe D'Ambrosio

Stadio Da Luz di Lisbona va in scena la finale di Champions tra le due squadre madrilene: Real e Atletico. Prima del match i Blancos devono rinunciare a Pepe, mentre l Atletico ad Arda Turan. Pronti via e dopo nove minuti primo cambio: Diego Costa ancora una volta non ce la fa,entra Adrian. Il Real cerca di tenere in mano il pallino del gioco, e al 32 prima palla gol:tiago sbaglia un passaggio a centrocampo Bale arriva in area e,da solo senza pressioni, butta fuori un gol già fatto. Gol sbagliato, gol subito, perché al 37 in una mischia d area, Godin con un colpo di testa (con grande papera di Casillas) trova l 1-0 per i Colchoneros. Real alle corde, va negli spogliatoi molto scosso. Nella ripresa i Blancos non riescono a sfondare l Atletico regge bene e non concede granchè. Entrano Marcelo ed Isco. Di Maria continua a prendersi falli e a correre tanto. Novanta sul cronometro e la partita sembra essere finita. Sembra appunto 93 cross dal calcio d angolo e Sergio Ramos vola in area e di testa batte Courtois, quasi come la finale del 1999 tra Manchester e Bayern Monaco. All ultimo secondo il Real prende l ultimo treno disponibile e si va ai supplementari. L Atletico però dal 75 non c è più in campo e al minuto 110 Di Maria ha ancora fiato per dribblare due avversari e tirare in porta, Courtois si salva, ma a porta sguarnita arriva Bale(dopo una pessima partita) e sigla il 2-1! Esplodono i Blancos ma la festa non finisce perché al 118 e 120 la squadra di Ancelotti completa l opera con Marcelo e Cristiano Ronaldo su rigore. Il match finisce 4-1, divario troppo esagerato. Partita sofferta e amara per i Colchoneros, che escono a testa altissima da questa finale.lacrime di gioia per il Real che dopo tanto tempo riabbraccia quella coppa tanto amata per la Decima volta. R.Agnello

Tanto sognata, tanto inseguita e,anche come sabato sera, tanto sofferta. Quel tormento e quell incubo della Decima è finito: il Real Madrid è campione d Europa,fodici anni dopo, da quel gol fenomenale di Zinedine Zidane contro il Bayer Leverkusen. Il francese adesso siede in panchina con un signore che si chiama Carlo Ancelotti, vincitore di cinque Champions: due da calciatore, due con il Milan e adesso una con il Real. Quanti allenatori sono passati, pochi l hanno realmente sfiorata e nessuno l ha vinta; Ancelotti invece con la solita calma e sicurezza è riuscito a vincerla al primo colpo, riuscendo a formare all interno dello spogliatoio un gruppo unito, pronto a sacrificarsi l uno per l altro e non egoista come quello della gestione Mourinho. Cristiano Ronaldo infortunato nel secondo tempo supplementare è andato a recuperare un pallone quasi nei pressi di Casillas, Di Maria ha cambiato ruolo sacrificandosi molto (ma trovando forse il ruolo adatto a lui), Sergio Ramos ha incitato tutti fino alla fine e ha combattuto come un leone per 120. Dopo anni il Real non sembra più una squadra che punta solo alla giocata individuale, ma è una vera e propria squadra che ha alzato la coppa meritatamente. Finalmente la Decima arriva a Madrid, i tifosi dei Blancos possono esultare, la malediezione è finita, la Champions League è tornata a casa. R.Agnello

Un anno fa il Bayern Monaco alzava la Champions ai danni di un fantastico Borussia Dortmund. Le due tedesche avevano superato in semifinale Barcellona e Real Madrid e complice anche la sconfitta della nazionale spagnola nei confronti del Brasile in Confederation Cup, si parlava di un ciclo finito. Voci del tutto errate! Un anno dopo la Spagna si è presa la propria rivincita. Il Siviglia ha alzato allo Juventus Stadium l Europa League, mentre il Real ha conquistato la Champions ai danni dell Atletico Madrid. Inoltre nelle semifinali delle due competizioni su otto squadre cinque erano spagnole (Real,Atletico,Siviglia,Barcellona e Valencia). Gli spagnoli sono tornati a padroneggiare nel vecchio continente, con un calcio diverso dal tiki-taka del Barcellona che aveva conquistato l inimaginabile, 365 giorni dopo la Spagna ha fatto capire che più che ciclo finito, quello dell anno scorso era stato un anno di pausa. Quindi nessuno può dormire sogni tranquilli per questo Mondiale, le vacanze sono finite, le Furie Rosse sono pronte a riconquistare il mondo! R.Agnello

AUGURI A CIRO IMMOBILE SPOSO Il 23 Maggio grande folla in provincia di Chieti, a Bucchianico (Pescara) per il matrimonio dell'attaccante del Torino e della Nazionale Ciro Immobile, che ha sposato Jessica Melena nella chiesa di San Camillo de Lellis, un anno fa lo ha reso padre di una bimba. Tanti volti noti del calcio italiano fra cui Verratti del Psg, Bertolacci del Genoa, Bovo e Balzano del Pescara. Non si è visto invece l' annunciato ex compagno di squadra nel Pescara Lorenzo Insigne. Tanti i tifosi abruzzesi e del Pescara presenti a Bucchianico per abbracciare il bomber di Torre Annunziata, che tre anni fa con il Pescara di Zeman vinse il campionato segnando 28 reti e vincendo la classifica marcatori. Oltre Jessica Melena, Ciro Immobile starà per sposare anche altri colori il giallo nero. Infatti Ciro Immobile e Borussia Dortmund sono sempre più vicini. L'offerta è salita a 20 milioni di euro per l'attaccante di Torre Annunziata. La Juventus ha già dato il via libera all'operazione, ora manca soltanto l'ok del presidente del Torino, ma sulla trattativa c'è grande ottimismo in Germania. Nel frattempo il giocatore ha già trovato l'accordo col Borussia Dortmund. Sarà il sostituto di Robert Lewandowski? Sposerà anche il Borussia Dortmund? Giuseppe D'Ambrosio

Napoli mondiale Nella storia del Napoli mai cosi tanti convocati, per l esattezza 13, ma se si contano anche i calciatori in prestito, Andujar, Armero, Vargas saliamo a 16. Il record massimo di calciatori partenopei che hanno preso parte ad una spedizione mondiale è stato 6 che hanno partecipato ai mondiali di Italia 90.A livello mondiale solo il Manchester United e il Bayern Monaco vanta più convocati degli azzurri per l esattezza 16, il Napoli è terzo insieme al Barcellona Juventus e il Real Madrid MATTIA PALERMO

EMPOLI SPRECONE, LA A DEVE ATTENDERE In casa Empoli la festa era già pronta. La matematica promozione in serie A poteva essere raggiunta con una vittoria nella non proibitiva trasferta di Cittadella, ma così non è stato. Eppure la maggiore qualità degli ospiti e la voglia di raggiungere al più presto l obiettivo, sembravano non lasciare scampo agli avversari, che già al ventiduesimo minuto del primo tempo si trovavano in svantaggio di sue reti, a causa delle reti del sempreverde Tavano e di Verdi. L eccessiva sicurezza nei propri mezzi può però essere un deterrente, e nel giro di venti minuti il Cittadella pareggia, trasmettendo sul campo il chiaro messaggio di voler vendere cara la pelle. L Empoli potrebbe riaprire il discorso promozione allo scadere del primo tempo, ma quando Maccarone fallisce dagli undici metri, si intuisce che non è proprio giornata e che forse non è il caso di forzare la mano e rischiare una sconfitta. Il prossimo turno in casa, contro un Pescara che non ha più nulla da dire, sembra essere il match point ideale per poter gioire con i propri tifosi il ritorno nella massima serie dopo 5 anni di B. IL countdown è iniziato. La festa, salvo clamorosi sviluppi, è soltanto rimandata. Francesco Rosa.

SERIE B 41 GIORNATA: EMPOLI ANCORA NIENTE A. IL PADOVA E IN LEGA PRO Dopo la promozione in Serie A del Palermo, ad una giornata dalla fine nel campionato cadetto è tutto ancora aperto sia per l assegnazione del secondo posto valevole per la promozione, sia per la qualificazione ai play off. L Empoli ha fallito clamorosamente il suo primo match point pareggiando 2 2 con il Cittadella dopo essere andato in vantaggio di 2 reti. Colpaccio del Latina che vince a Cesena per 1 3 balzando al terzo posto e dimostrando ancora una volta l ottima stagione disputata dalla squadra laziale. Nelle zone basse con la sconfitta a Siena, il Padova abbandona i sogni di una salvezza clamorosa raggiungendo in Lega Pro le già retrocesse Reggina e Juve Stabia. Per evitare i Play Out, lotta a tre tra Cittadella, Varese e Novara, mentre per i Play Off tutto ancora aperto con Crotone, Siena, Spezia, Bari, Avellino e Lanciano in lotta per gli ultimi 2 posti rimasti. Ecco i risultati della 41 Giornata: Novara Varese = 0 0 (GIOCATA SABATO) Pescara Modena = 2 2 Avellino Reggina = 3 0 Brescia Juve Stabia = 4 1 Carpi Lanciano = 2 2 Cesena Latina = 1 3 Cittadella Empoli = 2 2 Crotone Trapani = 2 1 Siena Padova = 2 0 Spezia Bari = 2 0 Ternana - Palermo = 1 2 FRANCESCO SQUILLANTE

NIKO ROSBERG VINCE A MONACO Vince ancora una Mercedes, questa volta però sul gradino più alto del podio sale Niko Rosberg. Secondo Lewis Hamilton, che a causa di un problema alla vista ha perso molti secondi negli ultimi giri, non ne approfitta però il pilota australiano Ricciardo, che finisce terzo. Quarto un deludente Fernando Alonso autore di una gara anonima, sfortunato l altro ferrarista Kimi Raikkonen che si ritrova terzo alla partenza ma chiude, senza punti, al 12 posto a causa di vari incidenti. Gara fantastica per Bianchi che porta la Marussia a conquistare i primi punti della sua storia. Molti i ritiri soprattutto per guasti al motore, vittima anche Sebastian Vettel, fuori subito. Stefano Spano

La terra trema sotto i piedi di Rafa Comincia il Roland Garros, e possiamo inventarci tutti i giri di parole che vogliamo, ma i favoriti sono soltanto due, gli stessi degli ultimi 3 anni: Djokovic e Nadal. In questo ordine. E già, perché per la prima volta dopo 10 anni, forse Rafa comincia ad accusare i colpi di un tennis giocato a ritmi estenuanti per troppo tempo, tali da portarlo al suo Slam con giusto un paio di titoli sulla terra battuta, di cui uno vinto per ritiro dell avversario (Nishikori, a Madrid). Ci può anche stare, se non fosse che le sconfitte sono arrivate contro i suoi vassalli Ferrer ed Almagro, nei feudi di Montecarlo e Barcellona. Due tornei vinti 8 volte ciascuno da Rafa, due avversari battuti complessivamente 24 volte sul rosso. Così, per dare un idea Poi è arrivata la sconfitta più dura, quella a Roma. Contro Djokovic, uno da cui si può perdere, anche sull amata terra. Ma l epilogo di domenica scorsa è stato ben più di una semplice casella da aggiornare nelle statistiche sfavorevoli. Quella del Foro è stata un impressionante dimostrazione di forza di Nole, che ha rimontato e vinto una partita con un tennis (nel secondo e terzo set) che forse nemmeno alla Play Station si vede giocare. E la cosa peggiore è che nei confronti diretti degli ultimi anni, l impressione che da il serbo è che sia lui a decidere le sorti del match, nel bene e nel male. Quando gioca in quel modo, non basta nemmeno un ottimo Nadal a tenerlo a bada, neanche sulla terra battuta. E adesso? Beh, adesso c è il Roland Garros. L unico Slam che manca a Djokovic, sconfitto ben 5 volte da Nadal a Parigi. Eppure Certo, parliamo di un giocatore che in Francia ha perso una sola volta in 9 edizioni, in maniera incredibile tra l altro. Ma il regno di Nadal non ha mai vacillato così tanto, seppure in questi 10 anni abbia affrontato momenti di incertezza. Nel 2009, certo, quando venne sconfitto da Soderling, ma nessuno se lo aspettava. L anno scorso, quando proprio Djokovic in semifinale commise l ormai celeberrima invasione di campo con la racchetta, sprecando il suo vantaggio nel quinto set (poi perso 9-7). Ma soprattutto nel 2011. L anno della più grande partita di tennis che non si è mai giocata. Djokovic aveva dominato la stagione, ed il termine in questo caso è letterale: aveva vinto tutte le partite da gennaio a giugno, annientando Nadal a Madrid e Roma (come quest anno ), e Rafa si presentava al Roland Garros pieno di dubbi. Poi ci pensò Federer a risolvere la situazione, battendo il serbo in una semifinale stupenda, e Rafa ebbe vita facile, per così dire (affrontare un avversario sempre battuto in finale a Parigi, piuttosto che quel Djokovic, vuoi mettere?). Anche quest anno Roger è dallo stesso lato del tabellone di Nole, e magari Nadal dovrà affrontare Wawrinka dopo l incredibile sconfitta in finale agli Australian Open. Ma è difficile che lo status quo venga sovvertito due volte: non ci sono imprese che tengano, questo è l anno decisivo per entrambi. Il palcoscenico è tutto loro: Nadal contro Djokovic, Rafa contro Nole. E per la prima volta, la terra trema davvero sotto i piedi del Re. Alessandro Testa

Mondiale vicino, azzurri sfavoriti ma futuro luminoso; prandelli fino al 2016 Mondiali al via. Anche l'ultimo grande match, la finale di Champions league, è andato. Ora si infittiscono i ritiri delle Nazionali, con gli ultimi campioni che erano rimasti impegnati con il proprio club. Non tutti i CT hanno già sciolto le riserve, qualcuno verrà rimandato a casa, qualcun altro in Brasile ci andrà davvero. Il nostro Prandelli ci tiene ancora sulle spine e nell'attesa che arrivi la definitiva lista dei 23, con l'aiuto di saune e speciali tecniche di allenamento ha già proiettato i suoi nell'infernale clima Sudamerica. Perchè uno dei grandi protagonisti in Brasile sarà senz'altro il clima, umidità e caldo torrido sono già il nemico da battere. Ed è così che inevitabilmente i favori del pronostico cadono sulle squadre sudamericane, Brasile su tutte, già avvezze a determinati fattori climatici e ambientali. Per quanto riguarda la nostra Italia, non potremmo mai essere tra i favoriti, ma vale comunque la pena giocarcela, ogni qual volta la nazionale del Belpaese è stata avvolta da diffidenza e negatività, è lì che ha sempre portato un gran risultato a casa, inevitabile il riferimento a Germania 2006. E se nel frattempo, tra le tante critiche, Prandelli rinnova fino al 2016, non ci resta che guardare al futuro con fiducia. Per il calcio giocato invece, non ci resta che aspettare. Ancora un pò. L'attesa aumenta ma il Mondiale è alle porte. G. Castellano