COMUNE DI SAN PAOLO D ARGON Valutazione dello stato di conservazione delle coperture e dell amianto, deposito in Via Nazionale REDATTA DA Dott. Urb. Vittorio Orsini VERIFICATA DA P.Ch. Mirko Rottoli APPROVATA DA Emissione del 23 Dicembre 2008 File: A0718A08 San Paolo amianto.doc
1 PREMESSA L Ufficio Tecnico ha richiesto a Consulenze Ambientali un parere in merito ad un analisi redatta dal ARPA sulla base di un campione d aria prelevato nel cortile di una residenza di Via Nazionale per verificare la presenza di fibre aerodisperse amianto, in quanto è stato trasmessa una verifica analitica senza alcun parere. La verifica è stata effettuata poichè nei pressi esiste una struttura fatiscente già oggetto di una nostra verifica durante la quale sono state scattate le foto sotto riportate; si allega relazione di sopralluogo. Il titolare rispetto alla precedente verifica ha provveduto a sostituire la parte verticale, ma non la copertura, pertanto i residenti della casa vicina hanno richiesto una riverifica. pag. 2 di 6
2 GENERALITA SULL AMIANTO Si riporta a titolo informativo che con la denominazione AMIANTO o ASBESTO si indica un gruppo di silicati, tutti caratterizzati da struttura fibrosa. I principali componenti del gruppo sono: Serpentino Anfibolo Gruppo mineralogico Amianto commerciale Crisotilo o Amianto bianco Crocidolite o Amianto blu Amosite o Amianto bruno Tremolite Si ricorda che per fibra si intende una particella allungata che abbia una rapporto lunghezza/diametro > 3:1; quelle che rivestono particolare importanza da un punto di vista patogeno per l uomo hanno lunghezza > 5μm e diametro < 3 μm in quanto sono definite dall Organizzazione Mondiale della Sanità fibre respirabili. Fibre con diametro < 3 μm vengono considerate respirabili anche se presentano lunghezza di 100 200 μm. A titolo di esempio, si riportano nella tabella seguente (Selikoff, 1978) i diametri delle principali fibre d amianto, a confronto con i diametri di altre fibre. Tipo di fibre Diametro μm Fibrille di crisotilo 0.02-0.04 Fibra di crisotilo 0.75 1.5 Fibrilla di anfiboli 0.1 0.2 Fibra di anfiboli 1.5 4.0 Fibra di vetro 1.0 5.0 Lana di roccia 4.0 7.0 Cotone 10 Lana 20 28 Nylon, rayon 7 7.5 Capello umano 40 L ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) classifica l amianto in Classe A1, cancerogenicità confermata. pag. 3 di 6
3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 3.1 Presenza di amianto negli edifici Il DM 6/9/94 (Normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6, comma 3, e dell'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto) fissa le metodologie e le tecniche riguardanti: - L ispezione, il campionamento, l analisi dei materiali sospetti per l identificazione dei materiali contenenti amianto - Il procedimento diagnostico, per la valutazione del rischio, e la scelta dei provvedimenti necessari - Il controllo dei materiali contenenti amianto e le procedure di custodia e manutenzione delle strutture edilizie - Le misure di sicurezza e gli interventi di bonifica - Le metodologie di campionamento e analisi. Questo documento non fissa tanto delle norme prescrittive, ma piuttosto delle linea guida nella gestione del rischio amianto. Si evidenzia inoltre che la Legge 257/1992 (operativa in Italia dal 1994) vieta l impiego lavorativo di amianto. Pertanto attualmente il problema espositivo è prevalentemente legato alle attività e alla manipolazione di semilavorati e/o prodotti antecedenti il 1994, ma soprattutto alle opere di scoibentazione e rimozione in edilizia sia tradizionale sia industriale e di vaste aree dismesse. Il DM 6/9/94 al punto 2 valutazione del rischio nel caso di interventi di bonifica indica che valori superiori a 20 fibre/litro valutati in MOCF ( è la tecnica di analisi adottata nel presente caso) sono indicativi di una situazione di inquinamento ambientale in atto. Sempre lo stesso decreto al punto 6 Criteri per la certificazione della restituibilità di ambienti bonificati indica in 2 fibre/litro determinate mediante microscopia elettronica Il limite di accettabilità negli ambienti una volta finita la bonifica. pag. 4 di 6
4 ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE COPERTURE IN FIBROCEMENTO Le lastre piane o ondulate di fibrocemento (cemento-amianto) impiegate per copertura in edilizia, sono costituite da materiale non friabile che, quando è nuovo o in buono stato di conservazione, non tende a liberare fibre spontaneamente. Il cemento-amianto, quando si trova all'interno degli edifici, anche dopo lungo tempo, non va incontro ad alterazioni significative tali da determinare un rilascio di fibre, se non viene manomesso. Invece, lo stesso materiale esposto ad agenti atmosferici subisce un progressivo degrado per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell'erosione eolica e di microrganismi vegetali. Di conseguenza, dopo anni dall'installazione, come nel caso in oggetto, si possono determinare alterazioni corrosive superficiali con affioramento delle fibre e fenomeni di liberazione I principali indicatori utili per valutare lo stato di degrado delle coperture in cemento-amianto, in relazione al potenziale rilascio di fibre, sono: - la friabilità del materiale; - lo stato della superficie ed in particolare l'evidenza di affioramenti di fibre; - la presenza di sfaldamenti, crepe o rotture; - la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d'acqua, grondaie, etc.; - la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento. Al fine di definire un controllo omogeneo e univoco delle coperture la Regione Lombardia ha proposto un algoritmo di calcolo nel quale si considerano gli aspetti di cui sopra; l applicazione di questo algoritmo fornirà un valore a seguito del quale potranno essere decisi gli interventi necessari. 5 RISULTATI DELLE RILEVAZIONI AMBIENTALI Dalla verifica ARPA è risultata la presenza di 10 fibre per litro d aria campionata, se consideriamo 2 il valore di riferimento abbiamo un dato cinque volte superiore, pur non avendo avuto interventi di manipolazione delle lastre. Vista la condizione delle coperture e l analisi effettuata si conferma quanto già proposto in precedenza, ossia procedere alla rimozione di tutto il materiale presente. pag. 5 di 6
6 CONCLUSIONI La presenza di fibre aerodisperse nell ambiente è oltre al limite di tollerabilità imposto per le fibre d amianto dal DM 6/9/94 relativo alla presenza di amianto. L'amianto rappresenta un rischio per la salute quando le fibre di cui è costituito restano sospese nell aria e per questa ragione possono essere presenti in ambienti di lavoro o di vita. Il rilascio di fibre nell'ambiente può avvenire in occasione di una frantumazione di minerali contenenti amianti o naturalmente come nel caso terreni contenenti fibre libere o di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d'aria, urti. Tutti siamo costantemente esposti a basse concentrazioni di fibre d amianto. In un litro d aria ci sono generalmente tra le 0,01 e le 1 fibre. Questi valori sono, in media, più alti nelle aree urbane o industriali. (rif.http://www.atsdr.cdc.gov/asbestos/asbestos_whatis.html). Nei centri urbani sono sempre presenti a basso livello fibre di amianto e, secondo la legislazione vigente in Italia, un locale bonificato (da cui l amianto è stato rimosso) deve contenere meno di due fibre per litro di aria (D.M. 6/9/1994) valutato al microscopio elettronico. L ente di controllo statunitense (OSHA - Cancer & Lung Disease Hazard [29 CFR 1910.1001]) ha fissato nel valore di 100 fibre per litro d aria la soglia a cui i lavoratori possono essere esposti. L Unione Europea ha adottato lo stesso limite per le esposizioni dei lavoratori, e questo valore è stato recepito anche in Italia. Per gli ambienti esterni, non lavorativi, la normativa italiana non prevede un limite esplicito. Gli ambienti indoor, in cui sono presenti manufatti con amianto sono numerosi e assai diversificati per tipologia: la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio, tuttavia, non comporta di per sé e tout court un pericolo per la salute degli occupanti. Se il materiale è in buone condizioni e non è manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto; se invece il materiale è danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, o per obsolescenza naturale o dovuta ad incuria, si può verificare un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale. Si ricorda inoltre che secondo quanto previsto dal Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL) di cui alla l.r. n.17 del 29 settembre 2003 pubblicato sul B.U.R.L. 2 suppl. straord. al n 3 del 17 gennaio 2006 la Regione Lombardia persegue l eliminazione dell amianto dal territorio lombardo entro 10 anni dall entrata in vigore del piano (febbraio 2016). pag. 6 di 6