CONSORZIO ITALIANO BIOGAS



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CONSORZIO ITALIANO BIOGAS Rassegna Stampa del 22/07/2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.

INDICE CONSORZIO ITALIANO BIOGAS 22/07/2013 La Repubblica - Affari Finanza Dal biogas il 10% del fabbisogno con impianti medio-piccoli 7 ENERGIE RINNOVABILI 21/07/2013 Corriere della Sera - Roma La villa romana e la centrale a biogas 21/07/2013 Il Sole 24 Ore LA SCIENZA TROVA CASA AL MUSE 22/07/2013 Il Sole 24 Ore Via alle domande per il conto termico 22/07/2013 Il Sole 24 Ore Fotovoltaico escluso dalle opere incentivabili 21/07/2013 La Repubblica - Palermo SPORTELLI NEI COMUNI PER CASE PIÙ "SOLARI" 22/07/2013 La Stampa - Nazionale AMBIENTE LO CHOC NON È INEVITABILE 20/07/2013 Il Messaggero - Marche Il rigassificatore può trovare posto nel piano-energia 21/07/2013 Il Messaggero - Umbria Ricorsi e firme contro gli impianti a biomasse 20/07/2013 Il Giornale - Nazionale «Faremo diventare verde l'oriente» 20/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Forli Impianto a biomasse, 70mila euro e assunzioni di personale in paese 21/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Impossibile evitare l'uso del metano da biogas 21/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Forli «Non vogliamo l'impianto a biomasse» 9 10 12 14 15 16 17 18 19 20 21 22

20/07/2013 Il Gazzettino - Rovigo Biomasse e biogas, divieto retroattivo 20/07/2013 QN - La Nazione - Umbria In fondo all'arco Etrusco spunta il ladro gentiluomo 20/07/2013 Corriere dell'alto Adige - Alto Adige Bioraffinerie con tecnologia altoatesina 20/07/2013 Corriere dell'umbria "Già progettate altre cinquanta centrali di energia" 20/07/2013 Il Piccolo di Trieste - Gorizia Monfalcone Gherghetta: «Solo le biomasse possono essere accettabili» 20/07/2013 La Liberta Impianto a biogas, Rabuffi: il Comune ha le mani legate 20/07/2013 La Liberta Legambiente: ma i cittadini devono essere coinvolti 21/07/2013 La Liberta «Biomasse, servono regole certe» 21/07/2013 La Liberta Ecco perché questa zona non è adatta all'impianto a biogas 21/07/2013 La Liberta Serve un confronto sereno senza interventi "dal pulpito" 22/07/2013 La Repubblica - Affari Finanza Dai giovani alle green farm l'agricoltura torna a sorridere Bene l'export con un + 20% 22/07/2013 Corriere Economia Formaggi da esportazione 20/07/2013 Edilizia e Territorio Energia, gli incentivi regionali 22/07/2013 ItaliaOggi Sette Conto termico, incentivi al via 19/07/2013 Mark'Up Per SC Johnson la sostenibilità è un fattore chiave trasversale 21/07/2013 Green Business Città intelligenti, l'italian way 21/07/2013 Green Business Il modello Amburgo 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 37 39 40 43

21/07/2013 Green Business La California scommette sul sole 21/07/2013 Green Business L'elettricità? Si ottiene dall'olio 21/07/2013 Green Business Fame di capitali per le Pmi green 22/07/2013 Nuova Energia Ormai è tutta un'altra storia 22/07/2013 Nuova Energia L'ENERGIA DAL DESERTO NON E UN MIRAGGIO 22/07/2013 Nuova Energia Rinnovabili, "ricchezza" per il Mediterraneo 22/07/2013 Nuova Energia IL POMPAGGIO IDROELETTRICO MARINO: UNA PROMETTENTE POZIONE PER IL SISTEMA ELETTRICO ITALIANO 22/07/2013 Nuova Energia Generazione da rinnovabili, altro stop al tentativo di favorire gli enti pubblici 19/07/2013 ADN Kronos 12:37 Al via nuova convenzione Legambiente-Bcc per fonti rinnovabili 22/07/2013 ANSA Eco-energia, 14,8 mln a settore pubblico 22/07/2013 Il Sole 24 Ore Online Il conto termico prenota i contributi per più lavori 19/07/2013 tech-plus.it Noccioli di olive come sostituto di gasolio, gas e pellet 19/07/2013 Virgilio.it 13:01 Nuova convenzione 'verde'tra Legambiente-Credito cooperativo 19/07/2013 WallStreetItalia 00:37 Al via nuova convenzione Legambiente-Bcc per fonti rinnovabili 20/07/2013 La Provincia di Latina Ampliamento Kyklos,la parola al Tar 20/07/2013 Photon Marionetta della politica 45 46 48 50 53 58 59 63 64 65 66 67 68 69 70 71

20/07/2013 Photon E ora? 22/07/2013 Commercio Elettrico NUOVE TECNOLOGIE E DIVERSIFICAZIONE PER IL FOTOVOLTAICO 22/07/2013 Commercio Elettrico VAILLANT: STAZIONE SOLARE TERMICA 20/07/2013 Elettrificazione SolarMax apre in Danimarca e in Svezia 21/07/2013 QualEnergia Energie pulite sotto assedio 21/07/2013 QualEnergia VERSO UNA MAGGIORE EFFICIENZA 21/07/2013 QualEnergia La prospettiva delle biomasse 21/07/2013 QualEnergia IL VENTO AL 2030 21/07/2013 QualEnergia Lefficienza della. comunità 21/07/2013 QualEnergia NON NEL MIO TUBO 21/07/2013 QualEnergia ENERGIA DALLE MADONIE 21/07/2013 QualEnergia Per un'ecologia a colori 19/07/2013 Pmi.it 09:15 Rinnovabili: fondo di garanzia per le PMI toscane 19/07/2013 Rugiadapoint.it Riscaldamento a biomasse 19/07/2013 Rugiadapoint.it Convenzione verde 72 75 77 78 79 82 86 89 91 94 97 99 100 101 102

CONSORZIO ITALIANO BIOGAS 1 articolo

22/07/2013 La Repubblica - Affari Finanza - N.27-22 luglio 2013 Pag. 21 (diffusione:581000) [ IL CASO ] Dal biogas il 10% del fabbisogno con impianti medio-piccoli L'ITALIA È IL SECONDO PRODUTTORE EUROPEO DIETRO LA GERMANIA E POTREBBE RADDOPPIARE L'UTILIZZO DI SCARTI AGRICOLI MA SERVONO NORME PIÙ CHIARE. UN MIGLIAIO LE INSTALLAZIONI ATTIVE PER UNA POTENZA TOTALE DI 750 MW Vito de Ceglia Milano «Se riusciamo a raddoppiare l'attuale produzione di biogas creato dagli scarti delle attività agricole, saremo in grado di soddisfare almeno il 10% del consumo di gas naturale in Italia e di risparmiare fino ad un miliardo e mezzo di euro l'anno sulle importazioni di combustibili fossili». Sono i numeri che mette sul piatto Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas (Cib), che riunisce oltre 400 soci tra imprese agricole, aziende fornitrici di sistemi industriali, componentistica e mezzi di produzione, enti ed istituzioni. Un'industria, quella del biogas, che dà lavoro a 12mila addetti di cui buona parte occupati nelle aziende aderenti al Cib, che da sole generano un giro di affari di circa 850 milioni di euro. Secondo Gattoni, ci sono le condizioni ideali affinché il nostro Paese diventi leader mondiale nel biogas, settore in cui già oggi l'italia rappresenta il secondo mercato in Europa con una produzione di combustibile verde pari a 4 miliardi di metri cubi. Al primo posto c'è la Germania, dove sono presenti 7 mila impianti pari a 2/3 di tutte le strutture presenti al mondo. L'occasione proficua, in questo caso, è contenuta in un documento dal titolo "biogas fatto bene", sottoscritto dalle principali associazioni del settore agro-energetico. In pochi punti vengono elencate le opportunità di mercato offerte dallo sfruttamento dei residui delle attività agricole e dei reflui zootecnici: come deiezioni animali, letame e liquami. Rifiuti più comunemente conosciuti come "biomasse di scarto", da cui ricavare l'energia prodotta da biogas attraverso impianti a digestione anaerobica, che riutilizzano il materiale organico trasformandolo in energia rinnovabile al 100%. «Il "biogas fatto bene" riduce l'impatto ambientale dell'agricoltura abbassando l'impiego di concimi chimici, incrementando le rotazioni e il contenuto di sostanza organica nei terreni - spiega Gattoni Nello stesso tempo, l'utilizzo di questa fonte energetica consente alle aziende del settore di acquistare competitività: la nostra stima è che, grazie al biometano, il Pil dell'agricoltura potrebbe crescere del 5%, con un importo pari a 2 miliardi di euro». Numeri alla mano: negli ultimi tre anni le imprese agricole hanno compiuto investimenti per 3 miliardi di euro. Nei primi mesi del 2013 risultano attivi circa mille impianti con una potenza installata di oltre 750 MW. Secondo le stime del documento, si potrebbe passare dagli attuali 4 miliardi a 8 miliardi di metri cubi di gas metano solo nel caso in cui si sfruttasse al massimo il potenziale della produzione di biogas. Per raggiungere questo obiettivo, fa notare Gattoni, sarebbe sufficiente realizzare nuovi impianti di dimensioni contenute, e in linea con la capacità della superficie agricola delle aziende. Il presidente, infine, lancia un appello al governo: «Il biometano è un'opportunità di sviluppo ma servono regole precise per aiutarlo a crescere. Regole che permettano la creazione e il consolidamento di posti di lavoro stabili nell'agro-industria italiana». Foto: Sopra, Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas (Cib), che riunisce oltre 400 imprese CONSORZIO ITALIANO BIOGAS - Rassegna Stampa 22/07/2013 7

ENERGIE RINNOVABILI 60 articoli

21/07/2013 Corriere della Sera - Roma Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La denuncia Urbano Barberini: vogliono costruirla vicino all'antica città di Gabii La villa romana e la centrale a biogas Valentina Santarpia Uno dei siti archeologici tra i più importanti al mondo rischia di diventare «il triangolo della monnezza»: per scongiurare questa sciagurata eventualità, dalle ceneri del comitato «Salviamo villa Adriana», è nato Sarà, acronimo di Sviluppo dell'agro romano antico. Che dopo l'annuncio del sindaco di Gallicano, che vorrebbe creare una centrale a biogas nella tenuta di Passerano, è pronto a dare battaglia per tutelare tutta l'area antica che si trova compresa tra la via Prenestina e la via Tiburtina. «Con il comitato per villa Adriana - spiega Urbano Barberini, uno dei promotori - abbiamo scongiurato che a pochi passi dalla residenza dell'imperatore romano venisse costruita una discarica: il Fai, Italia nostra, Franca Valeri, e tante altre associazioni, hanno combattuto per evitare che la scelta scellerata della giunta Polverini venisse messa in atto. Ma non è bastato a far capire ai nostri amministratori che questa terra va tutelata: la centrale dovrebbe bruciare 50 mila tonnellate di rifiuti organici al giorno, non in una zona degradata, ma a due passi dalla straordinaria città romana di Gabii, dove è stata scoperta la villa di Tarquinio il superbo. Inaudito». Gli amministratori locali di solito giustificano certe decisioni considerando le possibilità di sviluppo economico del territorio: ma secondo il comitato, la vera crescita sta nella scelta di puntare sulla vocazione turistico archeologica dell'area, che potrebbe portare ricchezza e benessere, esattamente come accade all'estero. Nella Valle della Loira in Francia, ad esempio, la tutela del patrimonio culturale ha portato a record di visite ai Castelli: 94 milioni di pernottamenti all'anno, 15 milioni di turisti, 800-900 milioni di fatturato all'anno. L'area intorno a Tivoli è 100 volte più importante, ma senza un progetto di sviluppo sostenibile, sottolinea il comitato, rischia di perdere valore nel tempo: villa Adriana è uno dei pochi siti Unesco del mondo che ha un calo di visitatori, la tomba dei Plauzi, nascosta da un muro, è lasciata nel degrado. Come se ne esce? «Il concerto di Capossela di lunedì prossimo a villa Adriana, dopo la cancellazione del festival da parte della Polverini, è un segnale importante - spiega ancora Barberini - Significa che l'interesse di Zingaretti e dell'assessore Ravera alla Regione, e del sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitoni stanno avendo un effetto. Ma per valorizzare davvero tutta l'area bisogna pensare ad un consorzio, ad un'autorità di bacino che coordini le tre ville di Tivoli e i siti abbandonati. E che lanci un grande festival diffuso, sul modello di Edinburgo, che coinvolga tutti: dai ristoratori ai commercianti agli artigiani agli agricoltori. Così si sblocca la coscienza collettiva». RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Attore Urbano Barberini ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 9

21/07/2013 Il Sole 24 Ore - Domenica Pag. 25 (diffusione:334076, tiratura:405061) LA SCIENZA TROVA CASA AL MUSE Fulvio Irace fulvio irace pag.45 In Grecia le Muse soggiornavano sul Monte Elicona. In Italia nella regione trentina, tra il Museion di Bolzano, il Mart di Rovereto, e dal 27 luglio il Museo delle Scienze di Trento, progettato da Renzo Piano sull'area dismessa della Michelin che, dopo lungo tempo, passerà dallo status di backyard del centro storico al rango di nuovo polo cittadino. Alle spalle del rinascimentale Palazzo delle Albere - la villa fortezza dei principi vescovi Madruzzo, sede dal 1987 del Museo d'arte moderna e contemporanea - la sagoma spezzettata del nuovo museo interattivo (una struttura di 12mila mq distribuita su cinque piani) è infatti la testa di ponte di una radicale ristrutturazione dell'intero quadrante ovest della città, affacciata lungo la sponda sinistra dell'adige. Lì dove venivano prodotti i semilavorati per la fabbrica Michelin, Trento ha deciso dieci anni fa di investire su cultura e intrattenimento, facendo del museo della scienza il punto d'attrazione di un intero pezzo di città, fatto di residenze, di uffici, di funzioni commerciali e di interesse pubblico, articolati in undici blocchi e un grande parco che restituisce alla collettività il rapporto negato con il fiume e con l'incombente presenza del Monte Bondone. È questo il punto cui Piano tiene di più: «L'idea - ci ha detto - era di trasformare il classico brownfield postindustriale in un greenfield della città del XXI secolo, recuperando anche quella distanza psicologica che tratteneva gli abitanti di Trento di considerare parte della città quella striscia di terra al di là della ferrovia, ma paradossalmente distante non più di una breve passeggiata dal Duomo. Una città dove accanto alla storia (il palazzo delle Albere) tornasse a parlare la vera protagonista di questi luoghi, la Natura. Il parco sul fiume è il primo segnale di questo cambiamento di tendenza, sperimentabile anche nella continua trasparenza sull'esterno del Museo stesso, e nel grande specchio d'acqua sul quale sembra galleggiare». Visto dall'esterno, il Muse sembra uno "Shard" caduto in frammenti al suolo: le pareti volanti di vetro che avvolgono il fusto del grattacielo di Londra, sono a Trento il coronamento di uno skyline orizzontale che - a dispetto del suo avveniristico profilo - reinterpreta il paesaggio circostante delle vette alpine: «Tutto il progetto - dice Piano - ha un'anima sostenibile, certificata dal basso consumo energetico e dall'uso intensivo delle energie rinnovabili, per sfatare il ricorrente pessimismo che ancora circola in Italia sulla possibilità di considerarle alternative valide all'energia tradizionale. Ma soprattutto, come a San Francisco, la scommessa è di interpretare la sostenibilità come linguaggio e non solo come tecnica da applicare in maniera più o meno appropriata a un contenitore concepito diversamente». Dell'Accademy of Science di San Francisco, il richiamo forse più immediato è nella grande serra, dove la natura si specchia nell'acqua e l'intera sequenza sincopata di vuoti e di pieni trova il suo fulcro più rappresentativo. Il Muse infatti deve essere valutato a partire dall'interno, perché il suo carattere principale sta nella interrelazione concettuale e progettuale tra contenuti e contenitore. Anche senza essere tecnici del disegno, si sperimenta subito la natura "porosa" dell'edificio che incanala i flussi dei visitatori dentro una sequenza di spazi che, a partire dall'atrio-piazza di accoglienza, sono costruiti a fisarmonica in un'alternanza di pieni e di vuoti. Come dice Susanna Schiribicchi - responsabile del progetto per lo studio Rpbw - «il progetto si è sviluppato in collaborazione con il team di ricercatori e con la direzione del Museo: le forme e gli allestimenti sono sorti e sono stati perfezionati nel tempo in risposta al programma scientifico. Al punto che gli allestimenti quasi spariscono, lasciando posto agli oggetti esposti. Il punto era di individuare modalità di esposizione emotiva e interattiva con i visitatori che superassero i tradizionali musei naturalistici con le vetrine e di diorami e anche i più moderni musei della scienza, che in fondo sono dei contenitori predisposti per essere riempiti da allestitori specializzati. Qui scienza e natura dialogano in maniera coerente, proponendo immagini, esperienze e sensazioni che pongono costantemente il tema delle relazioni tra la nostra vita quotidiana, la ricerca scientifica e le tecnologie. Insomma il linguaggio dell'allestimento è il concept stesso dell'intero museo». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 10

21/07/2013 Il Sole 24 Ore - Domenica Pag. 25 (diffusione:334076, tiratura:405061) Passato il capo dei 70 anni, Renzo Piano continua a tenere saldo il timone della sua barca. Anzi l'età gli ha dato quella saggezza che consente ai più bravi di non strafare e quasi di divertirsi a sperimentare. «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»: Piano crede fermamente nel classico postulato di Lavoisier (alla base della legge di conservazione della massa) e nella sua lunga carriera la novità esce sempre dal cilindro della abituale cassetta degli attrezzi. Nel 2006 Piano curò per la Triennale di Milano l'allestimento di una mostra sul suo amato "maestro" Franco Albini, suggerendo un titolo - «zero gravity» - che corrispondeva poi allo stesso concept allestitivo. Sedie, tavoli, lampade, fotografie e disegni galleggiavano letteralmente nell'aria delle grandi gallerie, rifiutandosi ostinatamente di mettere piede a terra. Lo stesso concept ritorna a Trento nell'allestimento dei grandi "vuoti" che corrispondono alle sezioni tematiche (la montagna, la sostenibilità, la scienza, eccetera). Volano così gli scheletri dei dinosauri, le pale eoliche che riprendono la forma delle libellule, gli uccelli e gli alianti, la carcassa ossea della balena. Usciti dalla polvere delle bacheche, i "reperti" inscenano una danza che sembra riproporre l'immagine di un Big Bang da cui sarebbero originate tutte le forme della vita. Piano parla dell'effetto Zabriskie Point - la scena finale dell'esplosione al ralenti - ma si potrebbe anche pensare a una Wunderkammer "animata", alla felice anarchia di mummie sottratte alla polvere e restituite alla contemporaneità. RIPRODUZIONE RISERVATA l'inaugurazione Due giorni di festa, tra arte, scienza e gioco Per Trento non sarà un'inaugurazione, ma un'autentica festa. Il 27 e 28 luglio la città trentina celebra l'apertura del Muse, Museo delle Scienze con personaggi ed eventi di grande rilievo. Frankie Hinrg, Giovanni Lindo Ferretti, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Niccolò Fabi, Ascanio Celestini, Telmo Pievani, Giulio Giorello, Patrizio Roversi, Luca Mercalli e tanti altri in una 24 ore no stop per dare il benvenuto al museo disegnato da Renzo Piano. Il 27 luglio alle 18.00, nel parco antistante il museo - presentazione ufficiale alla presenza di Renzo Piano e delle autorità, concerto dell'orchestra Haydn di Trento e Bolzano, visita al museo, due talk show condotti da Maria Concetta Mattei sui temi di "Esplorazioni" e "Attrazioni". Dalle 22.00, animazioni scientifiche no stop, dialoghi tra scienza, arte e spettacoli fino alle 2 del mattino. La mattinata del 28 luglio, dalle 10.00, è tutta dedicata alle famiglie con esperimenti e giochi scientifici, brevi e divertenti presentazioni a opera dei ricercatori del museo, pillole di scienza, laboratori creativi e performance artistiche all'interno del museo aperto. Alle 14.00, prende avvio l'ultimo momento della programmazione, con il concerto «Allegromiderato», orchestra sinfonica formata da musicisti con disabilità cognitive e musicisti professionisti. Tra laboratori e proposte per i grandi e piccini, dopo un intervento musicale del coro Valsella, alle 18.00 si avrà la chiusura ufficiale dell'inaugurazione. Seguirà uno degli appuntamenti più attesi, la cena con degustazioni tropicali nella lobby del museo e la speciale visita della serra tropicale. Foto: nuovo museo. In alto il MUSE, Museo della Scienza di Trento, disegnato da Renzo Piano ( a destra), in un'area industriale dismessa dietro lo storico Palazzo delle Albere, ora trasfromata in un grande parco (in basso). ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 11

22/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) RISPARMIO ENERGETICO Via alle domande per il conto termico Per chi intende ristrutturare casa e ridurre i consumi energetici oltre ai bonus fiscali c'è ora anche la chance del conto termico. Dal 15 luglio il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha aperto il «Portaltermico» ovvero il sito per presentare le richieste di contributi. Con un'unica domanda è possibile richiedere il rimborso (fino al 40%) anche per più interventi. in Norme e tributi u pagina 9 PAGINA A CURA DI Silvio Rezzonico Maria Chiara Voci Il contributo del conto termico può coprire anche più di un intervento, effettuato su uno stesso edificio per migliorarne l'efficienza energetica o per installare impianti alimentati da fonti rinnovabili. In questo caso, la scheda-domanda, che deve essere presentata al Gestore dei servizi energetici (Gse), è unica, ma multiintervento. Mentre la data di fine lavori si deve riferire a quella di conclusione dell'ultima fra le opere realizzate. È questa una delle possibilità ammesse dalle regole applicative del Dm 28 dicembre 2012, che spiegano come gli enti della Pa e i privati cittadini possono richiedere un aiuto economico sul conto termico energia. Regole che ora trovano applicazione con la partenza vera e propria del Conto: dal 15 luglio, infatti, questa misura, che finanzia chi fa efficienza in edilizia, è diventata pienamente operativa, con l'attivazione del «Portaltermico» sul sito del Gse per il deposito delle richieste dirette di incentivo, oltre che per la prenotazione di risorse da parte della Pa e per l'iscrizione nei registri in caso di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore o generatori a biomasse, con potenza termica nominale complessiva superiore a 500 kw e fino a 1 MW. Entrando, nel dettaglio di come deve essere depositata la pratica, soprattutto per chi vuole accedere in modo diretto all'erogazione dei rimborsi, tutto è esplicitato nelle linee applicative. Primo presupposto: è necessario aver concluso l'intervento. La richiesta deve essere presentata entro e non oltre 60 giorni dalla fine lavori, tenendo conto che fa fede la data di registrazione dei documenti sulla piattaforma del Gse. Con un'eccezione importante, che coinvolge chi ha realizzato e concluso opere nel corso del 2013 (dopo il 3 gennaio). In questo caso, visto che fino a ieri non era ancora fisicamente possibile inoltrare richiesta, per avvalersi del conto termico bisogna registrare la pratica entro il 15 settembre. I tempi sono importanti: i fondi (700 milioni per i privati e 200 per le pubbliche amministrazioni a valere sul 2013 sono a esaurimento). Gli step Per avviare l'iter, è indispensabile registrarsi sul sito nella sezione area clienti (https://applicazioni.gse.it). Un onere che spetta a chi (pubblica amministrazione, privato o Esco) è stato individuato come soggetto responsabile dell'opera. Quindi, occorre andare nella sezione dedicata alla modalità d'intervento. Il deposito ha un costo pari all'1% del contributo eventualmente riconosciuto e sarà trattenuto sulle rate annuali, con un massimale di 150 euro di imponibile. Le fasi della pratica sono tre: la prima prevede l'inserimento di tutti i dati relativi al sistema edificio-impianto (informazioni anagrafiche sull'edificio/unità immobiliare e sugli impianti tecnologici pre-esistenti) e alle caratteristiche degli interventi. Un passaggio che può essere affrontato anche dal privato cittadino, se in possesso delle informazioni sui lavori effettuati in casa. Sempre in questa fase, che si conclude con il rilascio di un codice identificativo numerico, è anche necessario depositare le fatture e i bonifici che attestano i pagamenti effettuati che devono riferirsi alle spese sostenute per i soli interventi oggetto della richiesta di incentivo. È dunque importante che costi non ammissibili non siano riportati in fattura. Nella seconda fase, viene generata in automatico dal sistema la scheda-domanda, composta dalla schedatecnica e dalla richiesta di concessione degli incentivi, precompilata e completa delle condizioni contrattuali ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 12

22/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) generali e della tabella riportante l'importo indicativo del contributo, che deve essere sottoscritta e inviata dal soggetto responsabile. In un terzo passaggio, tocca al Gse effettuare l'istruttoria. Se tutto corrisponde e la domanda è coerente con il sostegno richiesto, entro 60 giorni il gestore rende disponibile la lettera di avvio dell'incentivo, con la scheda-contratto e una tabella che dettaglia anche la ripartizione delle rate. Per l'erogazione dei fondi è indispensabile l'accettazione online del contributo: il rimborso avviene con bonifico bancario fino al 40% delle spese ammissibili. Se l'importo non supera i 600 euro, la rata è unica. Altrimenti il rimborso avviene in un periodo fra due e cinque anni. RIPRODUZIONE RISERVATA CLIMATIZZATORI A POMPA DI CALORE SCALDACQUA A POMPA DI CALORE COLLETTORI SOLARI TERMICI GENERATORI A BIOMASSA ISOLAMENTO TERMICO FINESTRE IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE SISTEMI DI SCHERMATURA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 13

22/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 27 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il catalogo Fotovoltaico escluso dalle opere incentivabili Sostituire la vecchia caldaia con un nuovo impianto alimentato da fonti rinnovabili o un sistema ad alta efficienza. Installare pannelli solari termici. Cambiare boiler obsoleti o tradizionali con efficienti scaldacqua a pompa di calore. Inoltre - ma solo per gli enti della Pa - effettuare opere di isolamento e la schermatura solare, sostituire gli infissi o finanziare la posa in opera di generatori a condensazione. Sono questi gli interventi ammessi dal conto termico, partito il 15 luglio. Una misura, che discende dal decreto dei ministeri dello Sviluppo economico e del l'ambiente del 28 dicembre 2012, a cui è dedicato un plafond di 900 milioni annui, 700 per gli interventi dei privati e il resto riservato al settore pubblico. I contributi possono essere richiesti secondo tre modalità e per diversi tipi di opere. La prima modalità - che è quella a cui è destinata la maggior parte delle risorse - è l'accesso diretto. Una possibilità che è diventata concreta dallo scorso 15 luglio: le domande possono essere inoltrate attraverso il Portaltermico dagli enti pubblici o privati (persone fisiche, condòmini o soggetti titolari di reddito d'impresa o agrario). I contributi potranno essere richiesti fino a 60 giorni dal raggiungimento dell'impegno di spesa annua cumulata. Raggiunto questo limite non saranno accettate nuove domande. In questa categoria rientra la gran parte delle opere coperte dal conto. In particolare, i privati possono chiedere un contributo per recuperare parte delle spese sostenute per la sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale esistente con una pompa di calore elettrica o a gas o geotermica (con potenza termica utile nominale fino a 1.000 kw). Per l'impianto di generatori di calore alimentati a biomassa al posto di sistemi esistenti di climatizzazione o riscaldamento delle serre o di fabbricati rurali. Per l'installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling (con superficie solare lorda fino a mille metri quadrati). Infine, per la sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldabagno a pompa di calore. Solo per la pubblica amministrazione, sono inoltre ammessi interventi di efficienza energetica, che vanno dalla sostituzione degli infissi alle schermature solari all'installazione di caldaie a condensazione (opere che per i privati godono anche fino al 31 dicembre della detrazione Irpef al 65%). Il contributo, previsto fino a un massimo del 40% delle spese ammissibili, è modulato a seconda dell'intervento, della zona climatica in cui è inserito l'edificio e di una serie di altre variabili. Il vantaggio è che, a differenza degli incentivi erogati con detrazione fiscale, il sostegno del conto termico è ad erogazione immediata (pur suddiviso in annualità, da un minimo di due a un massimo di cinque). La seconda modalità di richiesta dei contributi, a cui sono destinati 100 dei 200 milioni riservati agli interventi della Pa, è la prenotazione degli incentivi. La terza avviene tramite l'iscrizione ad appositi registri ed è un passaggio obbligato riservato agli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi dotati di pompa di calore o di generatori di calore alimentati a biomasse, con potenza termica nominale complessiva superiore a 500 kw e fino a 1 Mw. Le risorse a disposizione in questa categorie sono di 7 milioni per la Pa e 23 per i privati e le domande saranno aperte fino alle ore 21 del prossimo 1 agosto 2013. RIPRODUZIONE RISERVATA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 14

21/07/2013 La Repubblica - Palermo Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) COMMENTI SPORTELLI NEI COMUNI PER CASE PIÙ "SOLARI" MARIO PAGLIARO Quando ti è possibile - mi ha scritto di recente un amico "acculturato" - vorrei che mi dessi una mano per il tetto di casa mia. È difficile orientarsi in questa giungla di preventivi, kilowatt, incentivi, sconti, garanzie e quant'altro». È facile quindi concludere che il cittadino medio ne sappia ancora meno. E che l'enorme quantità di informazioni in tema di energia solare disponibile su Internet non funzioni. Al contrario, la questione dell'energia solare e della riduzione dei consumi energetici esula dalla sua dimensione tecnica, e assume una dimensione sociale ed economica così rilevante che è strategico, per la politica, saperla governare per il bene della comunità, uscendo dalla logica "Progetti & Eventi", per rendere duraturo un percorso di cambiamento che farà della Sicilia una regione solarizzata e a bassi consumi. Gli edifici risanati e in quiete termica consumano pochissima energia ("risparmio") e offrono un grado di benessere ("comfort") a chi vi abita e lavora pressoché sconosciuto in Sicilia: se non alle cento famiglie che vivono in case dotate di un "termocappotto" adatto al clima mediterraneo, che funzioni cioè in inverno e in estate. I Comuni siciliani devono quindi costituire uno Sportello "Comfort & Risparmio" in cui un dipendente formato offra ai cittadini interessati informazioni semplici ed efficaci su come la riqualificazione energetica dell'abitazione abbatta la bolletta e migliori drasticamente la vita delle persone che ci abitano. Nel 2013 non abbiamo più alcuna necessità di bruciare gaso di consumare elettricità per tenere le abitazioni e gli uffici a venti gradi d'inverno e a ventisei gradi d'estate. Gli edifici "a energia quasi zero" sono semplici da realizzare. Basta sapere come fare. Ovvero, che i tecnici e gli imprenditori dell'edilizia vengano formati adeguatamente, insieme con i funzionari pubblici. Le risorse comunitarie per la riqualificazione energetica degli edifici sono immense, e non vengono spese. Per mancanza di progetti, l'ufficio Energia della Regione siciliana ha di recente mandato indietro a Bruxelles risorse per oltre duecento milioni di euro. La stessa Regione siciliana deve spendere settecento milioni di euro entro dicembre, per evitare che ritornino a Bruxelles. Forse è venuto il tempo che ne usi un paio per fondare il proprio Istituto per l'energia solare con il quale creare sviluppo economico, risanando l'ambiente e rilanciando l'intero comparto dell'edilizia. L'autore è coordinatore del Polo fotovoltaico della Sicilia RIPRODUZIONE RISERVATA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 15

22/07/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) FUTURIBILE AMBIENTE LO CHOC NON È INEVITABILE LUCA MERCALLI Antropologicamente siamo condannati ad avere lo sguardo corto. Duecentomila anni da cacciatori e raccoglitori ci hanno insegnato che è meglio l'uovo oggi che la gallina domani. PAGINA Per piccole tribù nomadi con un totale di pochi milioni di individui era la strategia giusta per garantirsi la sopravvivenza su un vasto pianeta irto di pericoli immediati. Ma da duecento anni a questa parte la rivoluzione industriale ha completamente stravolto il nostro rapporto con la natura. C'è «qualcosa di nuovo sotto il sole» dal titolo della «storia dell'ambiente nel XX secolo» di John McNeill (Einaudi), viviamo ora nell'antropocene, battezzato così dal Nobel per la chimica Paul Crutzen, a significare come gli oltre sette miliardi di umani freneticamente intenti a divorare le risorse globali, stiano rivaleggiando con i processi naturali: muoviamo più suolo dell'erosione di fiumi e ghiacciai, ci appropriamo del 25 per cento della produttività netta primaria della fotosintesi, che è il vero prodotto interno lordo terrestre, deforestiamo, estinguiamo specie, sovrasfruttiamo la fauna ittica, inquiniamo aria acqua e suoli con oltre 140.000 sostanze chimiche di sintesi, alteriamo il ciclo dell'azoto, del fosforo e del carbonio, cambiamo il clima e acidifichiamo gli oceani. Problemi complessi, che richiedono conoscenza e informazione, si caricano lentamente, come un ordigno a orologeria, ed esplodono quando sono divenuti così giganteschi da sfuggirci di mano. Problemi inediti per la nostra capacità cognitiva individuale e collettiva, stabiliti dalle inesorabili leggi fisiche, chimiche e biologiche con le quali non sarà possibile né negoziare né ottenere sconti. Problemi per i quali l'unico campanello d'allarme è la capacità predittiva della scienza, peraltro imperfetta e incerta come tutte le cose umane. Eppure gli scienziati ormai non sanno più come dirlo: dopo la dichiarazione di Rio del 1992 ormai è chiaro che il rischio ambientale è enorme, ma non sembra un elemento prioritario di politica ed economia. Ultimi autorevoli appelli il Memorandum di Stoccolma firmato nel 2011 da 18 Nobel, la conferenza «Planet under pressure» tenuta nel 2012 a Londra, e nel maggio 2013 il consenso scientifico di 500 ricercatori «Mantenere i sistemi di supporto vitali per l'umanità nel XXI secolo» (http://mahb.stanford.edu). Martin Rees, astronomo reale britannico e fondatore a Cambridge di un programma di ricerca sui rischi emergenti, in un editoriale su Nature afferma: «In un panorama dell'informazione saturo di sensazionalismo scientifico hollywoodiano può essere difficile persuadere le masse che catastrofi reali possono sorgere inattese come la crisi finanziaria del 2008 [...] shock ecologici in grado di degradare irreversibilmente la biosfera possono essere innescati dai consumi insostenibili di una popolazione in crescita [...]. Si fanno spallucce pensando che dopotutto, le società sono sopravvissute per millenni [...] ma queste minacce indotte dall'uomo sono assolutamente nuove, ne abbiamo un'esperienza troppo limitata e non possiamo essere così fiduciosi di poter loro sopravvivere a lungo o che i governi siano capaci di gestirle». Dobbiamo dunque affrontare il futuribile, ma non solo concentrandoci sui desiderata umani, come la crescita economica (peraltro impossibile, già oggi utilizziamo le risorse pari a un pianeta e mezzo), ma adottando scenari analitici basati sui vincoli fisici del sistema terrestre, che non è per nulla rappresentato dal denaro, ma da grandezze come i flussi di energia e di materia. Alcuni paesi sono consapevoli di questa sfida epocale e portano avanti politiche lungimiranti per costruire condizioni di resilienza della società, ovvero la capacità di non soccombere a uno shock. La Danimarca ha un piano energetico che prevede l'uscita dalla dipendenza dal petrolio entro metà secolo e la completa transizione alle energie rinnovabili, la Svezia ha fondato un istituto per la resilienza all'università di Stoccolma. Ma la maggior parte dei paesi, Italia inclusa, fa di tutto per ignorare questi problemi, ritardando gli urgenti provvedimenti da prendere. Insomma, o impariamo a guardar lungo, e non solo nelle cose degli uomini bensì in un più allargato sistema ambiente-uomo-economia, o siamo fritti. Mario Deaglio ieri su La Stampa ha scritto della necessità per l'italia di saper riflettere sul proprio futuro. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 16

20/07/2013 Il Messaggero - Marche Pag. 43 (diffusione:210842, tiratura:295190) Il rigassificatore può trovare posto nel piano-energia Il rigassificatore può trovare posto nel piano-energia Come potrebbero ridisegnarsi le strategie del settore in regioneil RITORNO ALLA PRODUZIONE DELLA RAFFINERIA API FONDAMENTALE PER COMPENSARE IL DEFICIT ELETTRICO SCENARI ANCONA In Regione si torna a parlare di Pear. Il Piano energetico ambientale regionale, varato nel 2005, verrà aggiornato. I tecnici di Palazzo Raffaello sono già al lavoro, insieme all'università Politecnica di Ancona. E nella mappa dell'energia regionale potrebbe trovare spazio anche il rigassificatore Api al largo di Falconara, progetto che il petrolchimico conta di rivitalizzare dopo due anni di stop. Il problema del Pear resta la produzione da energie rinnovabili. L'Europa impone che entro il 2020 la regione raggiunga il 15,4% di produzione da energie rinnovabili (il cosiddetto burden sharing) come fotovoltaico, eolico, geotermico, biomasse e biogas, pena sanzioni. Le Marche sono ferme al 3% e incontrano non pochi problemi. Il mercato del fotovoltaico appare saturo dopo uno sviluppo enorme che gli ha permesso di raggiungere una produzione di oltre 5 volte superiore a quella prevista dal Pear. Mentre incontrano difficoltà di realizzazione sia il geotermico che l'eolico. Biogas e biomasse, sulle quali la Regione aveva accelerato nell'ultimo anno, sono ora impantanate in un guado legale, dove è intervenuta pure la Consulta. Chiaro quindi che l'aggiornamento del Pear, atteso da tempo, sia considerato "prioritario" da Spacca, che ha ripreso la questione di recente in consiglio regionale. In Regione spiegano che il ritorno al lavoro della Raffineria Api, oltre che una manna per l'occupazione di una regione subissata dalle vertenze aziendali, sia anche fondamentale per conseguire il pareggio energetico. Le Marche, infatti, nonostante il deficit elettrico, riescono a mantenere un pareggio energetico proprio grazie al surplus nel comparto dei prodotti petroliferi, con la produzione dell'api. Il petrolchimico punta anche a realizzare il rigassificatore al largo di Falconara. Il progetto è stato rilanciato dall'ad, Daniele Bandiera, dopo due anni di silenzio dovuti alla paralisi del ministero, che ha messo in stand-by tutti i progetti di impianti simili, in attesa di varare un piano energetico nazionale. Secondo il progetto originale, la costruzione del rigassificatore durerebbe circa tre anni, impegnando 150 persone per la realizzazione di una condotta a mare di 16 km, di un tratto a terra di 800 metri nell'area dello stabilimento Api, e di altri 3,4 km che porteranno il gas dall'attuale terminale petrolifero (largo 12 metri) alla rete Snam di Rocca Priora. Il sito a regime dovrebbe occupare 15 o 20 persone e l'azienda conta su interventi costanti delle ditte del territorio per le operazioni di manutenzione annuale con picchi di 1.200 presenze per due mesi all'anno. G. Ci. RIPRODUZIONE RISERVATA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 17

21/07/2013 Il Messaggero - Umbria Pag. 44 (diffusione:210842, tiratura:295190) Ricorsi e firme contro gli impianti a biomasse AMBIENTE «Le energie rinnovabili sono una cosa buona e giusta a condizione che non stravolgano e danneggino la salute dei cittadini, il territorio ed il paesaggio dell'umbria. I tanti comitati che sono sorti in Umbria contro le biomasse e le torri eoliche segnalano la forte e crescente preoccupazione dei residenti per le ricadute negative di tali impianti» Così Gianfranco Angeli, presidente del Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili che riunisce più di cinquanta associazioni e comitati sparsi in tutta l'umbria, manifestando la preoccupazione dei tanti cittadini, che «subiscono l'arrivo degli impianti di energia rinnovabile», in occasione dell'audizione in Seconda commissione consiliare del Consiglio regionale. Il Coordinamento ha chiesto la moratoria per l'installazione di nuovi impianti in attesa dell'adeguamento della normativa regionale a quella europea. «Vista la diffusa protesta contro la politica regionale sulle energie rinnovabili - dice Angeli - e il contrasto tra la normativa regionale e quella europea sancito dalla sentenza della Corte costituzionale, il Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili ha avviato una raccolta di firme per le dimissioni dell'assessore Rometti che proseguirà fino al prossimo autunno». E non solo. Perchè sono pronti una denuncia alla Commissione europea per violazione del diritto europeo in materia di Valutazione di impatto ambientale e di Valutazione ambientale strategica e un ricorso al Tar. «Il Comitato per la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini (ex No-Maxistalla) presenterà appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Umbria relativa all'autorizzazione dell'impianto a biogas di 999 Kwh delle Opere Pie a Santa Maria Rossa, rilasciata dal Comune di Perugia - anticipa Stefania Minestrini, presidente del Comitato -. L'impianto è stato infatti autorizzato in assenza delle necessarie valutazioni degli impatti ambientali previste dalla legge». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 18

20/07/2013 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:192677, tiratura:292798) L'intervista Il commissario Ue Antonio Tajani «Faremo diventare verde l'oriente» «60 ecoaziende europee guariranno la Cina dall'inquinamento» Rilancio "Progetto fondamentale per le nostre imprese" Antonio Risolo Tecnologie d'avanguardia, prodotti e servizi per la sostenibilità ambientale, energie rinnovabili, efficienza energetica. L'Europa punta la sua «carta verde» sulla roulette di Pechino. E manda laggiù un forte segnale politico: la missione guidata dal vicepresidente della Commissione Ue (e Commissario all'industria), Antonio Tajani, con circa 60 aziende, in rappresentanza delle eccellenze della green economy del Vecchio Continente. Onorevole Tajani, Pechino lancia l'sos inquinamento e l'europa corre al capezzale del grande malato. «È così. La Cina intende cooperare con noi, lavorare con noi che abbiamo il know how. Sono preoccupati per l'inquinamento dell'aria, dell'acqua. Hanno il problema rifiuti. La nuova leadership cinese ha inserito questo tema fra le priorità. E la nostra missione prepara il summit Ue-Cina di novembre. Su quel tavolo ci sarà un dossier proprio sull'economia verde». Intanto i cinesi vendono in Europa acciaio e pannelli solari sottocosto. Le nostre imprese non sono felici... «Il fatto che ci siano dei contrasti su settori importanti come acciaio e fotovoltaico - e di questi argomenti se ne parlerà in altra sede non mette in discussione il fatto che sia l'ue sia la Cina abbiano interesse ad avere un rapporto bilaterale costruttivo. La mia impressione? In questo momento sto notando un atteggiamento molto positivo, un dialogo aperto che fa ben sperare. Ed è molto importante che gli Stati dell'unione parlino a una sola voce». Tutti tranne la Germania, che sul fotovoltaico in particolare ha idee diverse. «I problemi esistono e non possiamo ignorarli. Da che mondo è mondo una partita di calcio si gioca undici contro undici. In questo momento noi siamo undici contro tredici cinesi. Questa è una missione di business. I problemi saranno affrontati su altri tavoli, "linea" tedesca compresa. In ogni caso, se vogliamo puntare all'internazionalizzazione delle nostre imprese, non possiamo non pensare alla Cina. Ripeto, i toni molto costruttivi di questi giorni, mi fanno ben sperare in una soluzione positiva delle controversie esistenti». Comprese le accuse di dumping contro Pechino? «In questi giorni mi sto occupando di altri problemi. Ma sono ottimista, e in giro si respira aria di accordo anche sui pannelli». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 19

20/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Forli Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) CUSERCOLI OGGI AL TEATRO COMUNALE UN INCONTRO CON I CITTADINI Impianto a biomasse, 70mila euro e assunzioni di personale in paese OSCAR BANDINI di OSCAR BANDINI IMPIANTO di biomasse di Cusercoli, questa mattina il progetto verrà illustrato ai cittadini a partire dalle 10 nel teatro comunale. Così, piano piano, si alzano i veli su questa ipotesi di realizzare a San Martino in Varolo un impianto industriale di cogenerazione integrata a biogas e combustione con utilizzo di biomassa e rifiuto umido organico differenziato della potenza complessiva di 1 MW/h. Non siamo più nemmeno ai preliminari in quanto le ditte proponenti (la Apollo Engineering Srl di S. Giuliano Milanese e la Leon Engineering SpA di Dogana - Repubblica di San Marino) hanno consegnato un protocollo d'intesa nei giorni scorsi al sindaco di Civitella Pierangelo Bergamaschi che lo sta facendo valutare dall'ufficio legale del Comune. IN UN recentissimo incontro aperto ai consiglieri, alle forze politiche e al comitato difesa salute e ambiente Alto Bidente, la bozza di protocollo è stata diffusa e questa mattina verrà illustrata insieme alle linee progettuali e gestionali da parte delle ditte di gestione e di progettazione richiedenti. In pratica si entra nel vivo della questione, in maniera tutto sommato trasparente, a differenza di quanto è accaduto per l'impianto idroelettrico sul fiume Bidente a Cusercoli. L'amministrazione di Civitella non ha ancora scelto il da farsi, posizioni diversificate permangono invece nel gruppo di maggioranza che fa capo al Pd, mentre i Rifondazione comunista è contraria, così come molti esponenti del comitato, mentre le opposizioni consigliari di 'Identità e Coraggio' e 'Colibrì' vogliono vedere le carte prima di dare un eventuale via libera al progetto definitivo. Le ditte proponenti in questo protocollo si impegnano ad utilizzare nell'intero processo di progettazione, costruzione e manutenzione tecnologie di ultima generazione garantendo altresì i migliori standard di sicurezza insieme alla priorità nelle assunzioni di persone residenti nel comune di Civitella. LE CLAUSOLE di garanzia indicate sono innumerevoli, almeno sulla carta, così come l'impegno da sottoscrivere formalmente con cui le società proponenti si impegnano a devolvere 70 mila euro all'anno al Comune e ad intervenire sulle cinque centrali a gas del comune, della potenza di 300 Kwp e destinate al riscaldamento degli edifici comunali e delle scuole. Image: 20130720/foto/4740.jpg ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 22/07/2013 20