CAPITOLO SECONDO. Oggi



Documenti analoghi
Claudio Bencivenga IL PINGUINO

Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna...

La cenerentola di casa

Una vita a tappe...ricominciare

IRINA E GIOVANNI. La giornata di Irina

Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1)

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Scuola media di Giornico. tra stimoli artistici e nozioni scentifiche. Il fotolinguaggio. Progetto sostenuto dal GLES 2

Amore in Paradiso. Capitolo I

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014

E Penelope si arrabbiò

Tutti i giorni con me, i miei consigli e le mie ricette

Attimi d amore. Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza

La nuova adozione a distanza della Scuola. Secondaria di Primo Grado di Merone.

Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il

1. LA MOTIVAZIONE. Imparare è una necessità umana

I tre pesci. (Favola araba)

DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione -

La Sagrada Famiglia 2015

QUESTIONARIO STUDENTE - Scuola Primaria - Classe Quinta

LIBO' L'ITALIANO ALLA RADIO

INCONTRO CON L AUTORE JACOPO OLIVIERI

- Italiano online Livello intermedio Il futuro Il futuro semplice

UNA FORTUNATA CATASTROFE Di Adela Turin. Lettura della storia

INDAGINE SUI GIOCHI E SUI GIOCATTOLI Classe 2 a A A. S. 2007/08. Intervista

CADERE SETTE VOLTE...RIALZARSI OTTO

UN VIAGGIO TRA LA SCOPERTA DEL PROPRIO CORPO E LA RICERCA DELLA BELLEZZA: IL LABORATORIO "MA COME TI TRUCCHI?!" PER PERSONE CON DISABILITÀ.

LA VITA QUOTIDIANA CON UN CANE DI ASSISTENZA

TANDEM Köln

La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità impressionante.

IL MIO CARO AMICO ROBERTO

QUESTIONARIO STUDENTE

RELAZIONE STAGE. CFP GALDUS Milano Via Pompeo Leoni, 2. Federico Stefanelli. 3 Operatore Elettronico. Anno scolastico: 2013/14

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

La strada che non andava in nessun posto

Brand Il primo corso per gli imprenditori che vogliono imparare l arma segreta del Brand Positioning Introduzione

1930 ECCO IL PRATO SUL QUALE NEGLI ANNI 70 STATA COSTRUITA LA NOSTRA SCUOLA!!!!!!

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/ /4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World

HOLTER MONITOR. Illustrazione di Matteo Pericoli 2002

,410/', 26, ( -0 4&013,3$, 10 domande a fumetti sul mondo Inps dei LAVORATORI FAMILIARI

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la

Il coraggio di cambiare ciò che non era

Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio

Incredibile Romantica. Dimentichiamoci Questa Città

6. La Terra. Sì, la terra è la tua casa. Ma che cos è la terra? Vediamo di scoprire qualcosa sul posto dove vivi.

Il matrimonio è mio e lo gestisco io"

Tabelle descrittive al tempo zero. Tabella 1. Dati socio-demografici e clinici dei pazienti

Sean e le na Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose

Codice questionario Codice città Codice scuola

Il principe Biancorso

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@ .

SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE...

Progetto formativo e di orientamento per attività di tirocinio relativo alla convenzione sottoscritta tra il Politecnico di Torino

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944)

Federica Danesi Telelavoro: perché? Ferrara, 27/10/2014

NEMO (NEuroMuscular Omnicentre)

Paola, Diario dal Cameroon

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

L idea dunque di ritrovarsi dei tutori, per di più sconosciuti, anche in vacanza, non era il massimo. Carlo però ci aveva subito tranquillizzati, ci

Una semplice visita in officina con intervista

Benvenuti In Italia. Genova - Roma - Torino - Terme di Valdieri. Fotografia di Ross Thompson

La Torre di Pisa penderà fino al 2300

pag. 1 Quand'ero piccolo mi ammalai: mi sentivo sempre stanco, volevo sempre bere e fare pipì

CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati).

E poi aggiunse - Non voglio giocare a pallamuso, è solo per la fontanella, giuro! Gli avversari_

IL COLORE DELL ACQUA. Che cosa vuol dire trasparente? IL SAPORE DELL ACQUA I bambini dicono

Matematica in pausa caffè. maurizio codogno

Ciao, sono Giulio Marsala. consulente questo. per acquisire più. prezzi maggiori

La felicità per me è un sinonimo del divertimento quindi io non ho un obiettivo vero e proprio. Spero in futuro di averlo.

LING RACCONTA IL SUO VIAGGIO

Indice analitico. Il tempo e i numeri

NONA LEZIONE L AUTOSTOP

PER UN VIDEOTERMINALISTA L UNICO STRUMENTO DISPONIBILE PER ARRIVARE AI PROPRI OBIETTIVI E QUINDI ALLA CHIUSURA DI UN CONTRATTO E LA SUA STESSA

M.K. Shear, E. Frank, A. Fagiolini, V.J. Grochocinsky, G.B. Cassano SCI-SAS. Structured Clinical Interview for Separation Anxiety Symptoms

<Documents\bo_min_3_F_17_ita_stu> - 1 reference coded [1,94% Coverage]

musica e si univano miracolosamente. caffè. Il caffè era per Paolo, si era addormentato sere- occupava della madre mi aveva detto che avrei dovuto

Dimmi che è solo un sogno!

Nonni si diventa. Il racconto di tutto quello che non sapete

COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE

Pio Lando Di Stefano, un arzillo nonnino di novanta anni, ha vissuto gli orrori della seconda guerra Mondiale ed ha

Ma vivere comunque bene!

LANCIAMO UN DADO PER DECIDERE CHI DEVE INIZIARE IL GIOCO. PARTIRA IL NUMERO PIU ALTO

Ciao, intanto grazie per essere arrivato/a fin qui.

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE. Questionario Utenti Input

Intervista al Maestro Viet

IMPARARE GIOCANDO A 9/10 ANNI

(Ricostruita con l uso delle fonti) Classe 2^B

Ero seduto al mio banco di scuola, vicino

ARCHE ONLUS. Rassegna Stampa del 11/02/2015

SENZA PAROLE. Illustrazione di Matteo Pericoli 2001

Percorsi di cittadinanza. Materiali per docenti a sostegno della programmazione di percorsi di cittadinanza per adulti stranieri

Tra questi il più conosciuto è il sudoku.

e quando tutta la tomba era ormai coperta di fiori siamo tornati a casa anche noi orfani di una vita esemplare.

LISTA DIALOGHI. Non ti aspettavo. di barbara rossi prudente

ANTONELLO VANNI FIGLI NELLA TEMPESTA LA LORO SOFFERENZA NELLA SEPARAZIONE E NEL DIVORZIO SAN PAOLO EDIZIONI, 2015

Io..., papà di... ricordo, mi emoziono, racconto! giugno 2015

La ritirata di Russia. Dal fiume Don a Varsavia ( )

E LE CANDELE A COSA SERVONO?

Transcript:

CAPITOLO SECONDO Oggi La pioggia aveva appena smesso di cadere e l asfalto di Edgware Road, a secco da alcuni giorni, tornava finalmente a lavarsi. Rientravo a casa facendo lo slalom tra le pozzanghere, dopo una giornata a perder tempo nel vano tentativo di tenere occupato il mio cervello. Ero uscita con l'intento di andare a fare una decina di vasche nella piscina di un centro fitness della zona, ma davanti all'ingresso mi ero bloccata; troppo freddo. Allora ero finita a ciondolare per almeno due ore tra le bancarelle del mercato di Spitalfields. Quindi avevo raggiunto Piccadilly Circus, dove mi ero mescolata a un gruppo di turisti, rimbalzando tra Oxford Street e Regent Street. Ora più che mai avevo bisogno di stare in mezzo al caos, al traffico, ai rumori di Londra. Non potevo rilassarmi e permettere ai miei pensieri di prendere il sopravvento, distrarmi era l unica maniera per tirare avanti.

Erano trascorsi due mesi dal giorno in cui i miei occhi si erano trovati davanti il corpo di mio padre, Christopher McInley, che penzolava inerme in una chiesa sconsacrata. A volte sembrava una vita, più spesso sembrava ieri. Gli stessi due mesi erano trascorsi dall ultima volta che avevo incrociato lo sguardo di Lars. Uno che aveva venduto l anima al diavolo nel 1540, quando di nome faceva Morgante di Fortebraccio, e se ne andava in giro da secoli come se nulla fosse. E gli stessi giorni, infine, mi separavano dal momento in cui avevo conficcato quel pugnale nella schiena di Astorre di Malatesta, uccidendolo. Mettevo a punto semplici meccanismi di sopravvivenza e non avevo idea per quanto ancora mi sarebbero serviti, forse era soltanto troppo presto e non dovevo avere fretta, forse avrei trascorso il resto della mia esistenza in quello stato. Tra atroci dubbi e misteri irrisolti. Con la coscienza piegata sotto un enorme peso. Sarebbe stato possibile vivere così per il resto della propria vita? Chissà. Le festività di Natale erano passate. Un mesto susseguirsi di visite di parenti, ricordi e condoglianze delle quali avrei fatto volentieri a meno. Avevo deciso di lasciare casa ed ero finita a dividere settanta metri quadrati in Albion

Street, con una vecchia compagna di scuola e una sua amica. La scelta, per me difficilissima, era maturata quando mia madre aveva deciso di prendere in mano le redini della famiglia. Dal nulla aveva tirato fuori quella grinta che sarebbe servita mesi prima, quando suo marito, mio padre, stava finendo nel baratro e lei non si staccava dai fornelli. Avevamo litigato ogni giorno per almeno un mese dopo il nostro rientro a Londra, perché lei aveva stabilito che tutto doveva andare avanti come se nulla fosse accaduto. Come se non bastasse si era permessa di fissare a mia insaputa un appuntamento da una sua conoscente psicologa. Quando mi comunicò giorno e ora della seduta le mangiai la faccia, le urla si sentirono fino al pub in fondo alla strada. A farmi analizzare ci andai lo stesso, ma cinque giorni dopo portavo la mia valigia oltre la soglia della mia nuova stanza, mettendo tre fermate della metropolitana tra me e mia madre. Mi abituai agli orari delle mie coinquiline, al frigorifero sempre vuoto, al bagno in condizioni pietose e a nessun vestito stirato. Poi c era il lavoro da cameriera in un fast food, sei ore senza tregua e senza mai sedersi. Quando ero libera, e non crollavo sul letto, mi perdevo per Londra. In altre occasioni, e capitava spesso,

uscivo con le amiche e mi ubriacavo. Non vedevo alternativa per tirare avanti senza pensare ai miei giorni a Perugia. Non poteva essere quello il mio futuro, ne ero consapevole, ma in quel momento era la migliore soluzione possibile. Quando tornavo a trovare mia madre mi scontravo contro il suo sorriso: falso e forzato. Non ricordavo l ultima volta che le mie labbra si erano inclinate all insù senza l aiuto di almeno tre pinte di birra. Mi faceva solo pena e tenerezza nel suo goffo tentativo di rivalsa, ma non potevo sopportala. Aveva trovato conforto in sua cugina che abitava dall altra parte della città. Ogni giorno prendeva l autobus e si sobbarcava una lunga collezione di fermate fino ad Hackney, per passare il pomeriggio con lei. Come vasi comunicanti le due donne si trasmettevano le loro tragedie. Ad una un marito suicida, all altra un meccanico bolso, maleodorante e dai modi rozzi. Andava e tornava con il frutto di quei pomeriggi noiosi: chili di biscotti ipercalorici, centrotavola ricamati, torte di verdura o gli stupidi risultati degli esperimenti di decoupage. Non era più affar mio, per fortuna. Mio fratello invece era rimasto quello di sempre, una specie di automa, non sapevo

nemmeno se gli fosse scesa una lacrima per il padre. Aveva l agenda piena di impegni, tra la scuola, i corsi pomeridiani e gli allenamenti di calcio. Era indipendente e indifferente, quello era il suo modo per metabolizzare il dolore. Non mi mancava, ad essere sincera. Volevo soltanto pensare a me stessa. In quel momento mi mancava altro: mi mancava qualcosa per cui vivere. Mi mancava mio padre. Mi mancava Lars. Era l'inizio di febbraio, ogni volta che il sole tramontava era un giorno buttato via.