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che nei suoi rilievi ispettivi ha indicato un deficit di governance (ruolo dei sindacati compreso) ed efficienza che «costa» in sostanza alla Popolare di Milano 130 punti base di core tier 1? Interrogativi che difficilmente rimarranno estranei all esecutivo di oggi, in programma in vista appunto dell imminente assemblea. Intanto la Bpm, che in seguito alla fuga di notizie sui rilievi di Via Nazionale ha già presentato un esposto, trasmesso ora alla Procura di Milano, comunica di aver dato mandato ai legali per iniziative giudiziarie in relazione ad articoli recenti e di valutarne altre. E in Borsa il titolo ha registrato una caduta del 7,39%. Uno scivolone che sicuramente va letto considerando il boom di venerdì scorso, quando le azioni della Bpm hanno guadagnato il 21%circa sulla scia delle voci (pur appunto smentite) di un interesse da parte di Bnp. Rialzo che tuttavia aveva interrotto una lunga serie negativa in Borsa: le azioni della Popolare nel giro di un mese avevano perso oltre il 30%. Ed è in questo clima che la banca sabato va ad approvare il maxi aumento imposto da Bankitalia dopo che il consiglio aveva già bocciato una ricapitalizzazione da 600 milioni proposta dal presidente Massimo Ponzellini. I soci parteciperanno in massa? Sicuramente. Così come è certo non sarà un assemblea tranquilla. Sergio Bocconi RIPRODUZIONE RISERVATA IL SOLE 24 ORE martedì 21 giugno 2011 La roulette russa della sfida a Draghi - TENSIONE L'Associazione Amici Bpm ha in corso il «road show» nelle varie piazze italiane, venerdì il gran finale nella sede di Piazza Meda C'è un dilemma che agita il folto gruppo del sindacato-azionista di Bpm, le quattro potenti sigle che di fatto detengono il potere e comandano la popolare meneghina. L'appuntamento di sabato prossimo, l'assemblea straordinaria della banca, sarà ad alta tensione: la Popolare di Milano è finita nel mirino di Bankitalia che ha redatto un verbale ispettivo con indicazioni severe, al limite del commissariamento. Dopo la grande campagna di opposizione alla relazione di Via Nazionale, bollata dai sindacati come un attacco alla cooperativa e all'autonomia della banca, adesso le quattro sigle, la Fabi (la più numerosa e influente nella gestione), la Fisac-Cgil, la Fiba-Cisl e la Uil, devono cercare una difficile quadra in vista di sabato: convincere la base a seguirla in un voto che si preannuncia spinoso e potenzialmente contraddittorio, con un Sì su alcuni punti e un No su altri. Così, come nel caso della posizione granitica di ieri sulle deleghe assembleari, all'esterno si presenta al mercato una linea unitaria, ma il dubbio è che tra le varie sigle ci sono posizioni diverse. Cui si somma anche uno scontro generazionale tra la vecchia guardia, il quartetto Mauro Scarin, Gianfranco Modica, Franco Zaffra, Roberto Gazzola, e i nuovi capi corrente. Ieri è emerso che le quattro principali sigle sindacati del credito si sono schierate contro l'aumento delle deleghe assembleari di Bpm da tre a cinque. Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca in una nota comune hanno chiamato a raccolta i dipendenti-soci, sostenendo la «necessità di partecipare in massa alla prossima assemblea del 25 giugno, dando un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa» e soprattutto di esprimere «un voto convinto all'ipotesi di modifica dell'articolo 13 (incremento delle deleghe da tre a cinque) «in linea con quanto già espresso nell'ultimo comunicato dell'associazione amici della Bipiemme, che riportava il proprio deciso disaccordo all'incremento delle deleghe. L'unico non allineato è il Dircredito, che venerdì aveva invitato i vertici dei dipendenti soci a ripensarci e ad approvare l'aumento delle deleghe. Di fronte a quello che viene definito un attacco alla banca-cooperativa, i sindacati hanno bisogno di un fronte comune, compatto e quanto più numeroso possibile. Il leitmotiv del sindacato è la rivendicazione «di aver sempre operato per la difesa e la valorizzazione del modello cooperativo» e per convincere gli indecisi e i dubbiosi, dopo la bufera scoppiata negli ultimi tempi, i sindacati stanno girando l'italia, con incontri nelle sedi di varie città italiane, per fare campagna elettorale e presentare la propria piattaforma: il road show assembleare culminerà venerdì prossimo a Milano, dove in Piazza Meda, ventiquattr'ore prima del voto, ci sarà il «comizio» finale.

Ma è proprio sulla linea da tenere sul voto che emergono le difficoltà perché per i primi tre punti all'ordine del giorno, di cui il più importante è il maxi-aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro, l'intenzione sarebbe quella di votare sì, mentre sull'ultimo punto, proprio l'aumento delle deleghe, potrebbe arrivare in extremis l'indicazione di disertare. Un crinale difficile su cui muoversi. Sugli assetti di potere all'interno del sindacato si gioca anche il futuro della banca: a novembre ci saranno le elezioni per rinnovare il parlamentino degli Amici della Bpm, il sindacato-azionista cui spetta poi il diritto di nominare la maggioranza dei consiglieri della banca. Sarà la cartina di tornasole di quello che succederà la prossima primavera, quando scadrà invece il consiglio di amministrazione dell'istituto e la cui composizione dipenderà proprio dal voto di novembre. ITALIA OGGI martedì 21 giugno 2011 Per l'assemblea - Pop. Milano Sindacati in subbuglio - Sarà un'assemblea ad alta tensione quella della Banca popolare, convocata per il 25 giugno. Le organizzazioni sindacali dell'istituto hanno denunciato un «attacco senza precedenti» all'istituto attraverso articoli di stampa e hanno invitato a «partecipare in massa» alla prossima assemblea per esprimersi contro la proposta di modificare l'articolo 13 dello statuto sull'incremento da tre a cinque delle deleghe di voto. Fabi, Fiba, Fisac e Uilca hanno citato un quotidiano finanziario che la scorsa settimana parlava di una cifra stratosferica offerta alle organizzazioni da Bnp Paribas per convincerli ad abbandonare lo status cooperativa: i sindacati «affermano la propria assoluta estraneità rispetto a tali gravi e false affermazioni» e «si riservano di valutare iniziative di carattere legale per tutelare la propria reputazione». Hanno ribadito inoltre di «aver sempre operato per la difesa e la valorizzazione del modello cooperativo» e di non essere «titolati a gestire questo genere di decisioni che devono essere proposte all'assemblea dei soci dal consiglio di amministrazione». MF martedì 21 giugno 2011 La Popolare emiliana, allo stato, non sta studiando operazioni straordinariebper non tratta con Bpm. Per ora In borsa Piazza Meda cede il 7,5%, gli investitori credono ancora nell'ipotesi della super-popolare Intanto i sindacati bocciano la proposta del cda sulle deleghe. Si preannuncia un'assemblea infuocata Pagina a cura di Luca Gualtieri «La Banca Popolare dell'emilia Romagna precisa che, allo stato, non sono allo studio operazioni di carattere straordinario con la Popolare di Milano». Dopo le ipotesi circolate la scorsa settimana circa una possibile aggregazione tra i due istituti, ieri il gruppo guidato da Fabrizio Viola si è rivolto al mercato con questa stringata nota. In apparenza sembra una smentita e così l'ha intesa Piazza Affari, dove il titolo Bpm ha perso il 7,51% a 1,63 euro. Eppure l'espressione «allo stato» lascia aperti tutti gli scenari. Bper infatti si è limitata a escludere una trattativa in stadio avanzato e non la possibilità di un'aggregazione, che quindi risulta del tutto possibile. Questa è la lettura fornita da diversi analisti, che in un orizzonte temporale di medio periodo ritengono probabile una fusione tra Bpm e Bper. Il progetto della maxi-popolare sull'asse Milano-Modena era sfumato nel 2007 sul filo del traguardo, ma proprio in questi giorni è tornato di attualità. La Popolare di Milano infatti è attraversata da profonde tensioni che contrappongono da un lato i sindacati al consiglio di amministrazione, dall'altro i consiglieri tra loro. Per tappare le falle la Banca d'italia potrebbe suggerire una soluzione di sistema, che coinvolga un'altra grande popolare. La favorita sarebbe proprio Bper, come ipotizzato da Equita sim in un recente report. Con una partecipazione all'assemblea di oltre 30 mila soci (una delle più partecipate del sistema), il gruppo modenese

potrebbe definitivamente relegare in minoranza i sindacati di Bpm. Non solo. Giocherebbero a favore della fusione anche la forte posizione patrimoniale della nuova banca e il fatto che l'operazione potrebbe non incontrare l'ostilità dei sindacati di Piazza Meda. Infine, nell'ambito di un'eventuale fusione potrebbe giocare un ruolo chiave lo stesso Viola, che di Bpm è stato direttore generale. Attualmente la fusione con una popolare come Bper sembra l'unico scenario di m&a praticabile per Piazza Meda. Intermonte, per esempio, ha escluso un takeover ostile da parte di una banca commerciale tout court, che potrebbe scontrarsi con la forte opposizione dei dipendenti. Intanto cresce l'attesa per l'assemblea straordinaria di sabato 25 giugno che sarà chiamata a deliberare sull'aumento di capitale da 1,2 miliardi e sull'incremento delle deleghe di voto da tre a cinque. Ieri i quattro principali sindacati del credito (Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca) si sono schierati contro l'aumento delle deleghe, ribadendo la posizione già assunta dall'associazione Amici della Bipiemme. Si sarebbe invece smarcata la sigla Dircredito, che venerdì 17 giugno ha invitato i vertici dei dipendenti soci a ripensarci e ad approvare l'aumento delle deleghe. Insomma, l'assemblea si preannuncia infuocata e la rottura sul tema delle deleghe rappresenterebbe uno scossone. Intanto perché indebolirebbe il cda e il presidente Massimo Ponzellini, che per la seconda volta si vedrebbe cassata una proposta dopo la bocciatura dell'aumento da 600 milioni. Poi perché Bankitalia potrebbe essere spinta a esercitare col massimo rigore la vigilanza dentro l'istituto, ancora sotto osservazione. Sempre ieri i rilievi dell'ispezione della Banca d'italia sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Milano dopo l'esposto presentato da Piazza Meda alla Guardia di Finanza per violazione del segreto bancario. (riproduzione riservata) Il Sole 24 Ore Radiocor 20 giugno 2011 (FIN) Bpm: sindacati maggiori si schierano contro aumento deleghe assemblea - Annuncio ufficiale di Fabi, Fiba, Fisac e Uilca (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 20 giu - I quattro principali sindacati del credito si schierano contro l'aumento delle deleghe assembleare di Bpm da tre a cinque. Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca in una nota comune sostengono la "necessita' di partecipare in massa alla prossima assemblea del 25 giugno, dando un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa esercitando un voto convinto all'ipotesi di modifica dell'articolo 13 (incremento delle deleghe da tre a cinque) in linea con quanto gia' espresso nell'ultimo comunicato dell'associazione amici della Bipiemme, che riportava il proprio convinto disaccordo all'incremento delle deleghe". In merito anche a recenti ricostruzioni di stampa, i sindacati "ribadiscono di aver sempre operato per la difesa e la valorizzazione del modello cooperativo" e denunciano l'attacco "senza precedenti alla nostra cooperativa". Il comunicato non e' firmato da Dircredito, che venerdi' aveva invitato i vertici dei dipendenti soci a ripensarci e ad approvare l'aumento delle deleghe. - Com-Ppa-Y-(RADIOCOR) 20-06-11 15:01:17 (0251) 3 NNNN BLUETG.it 20-06-2011 17:22 Bpm valuta azioni legali, sindacati contro incremento deleghe Bpm ancora sotto i riflettori col titolo in calo del 7% abbondante a 1,631 euro per azione sul finale di seduta, dopo che una nota dell istituto ha annunciato di aver dato mandato ai propri legali di intraprendere le opportune iniziative giudiziarie a tutela dei propri interessi in relazione all articolo apparso in data 11 giugno scorso su Il Giornale, a firma di Nicola Porro e di stare altresì procedendo ad analoghe valutazioni con riferimento all articolo apparso su Il Sole 24 Ore del 19 giugno scorso, a firma dell editorialista Luigi Zingales.

Intanto i sindacati di Bpm in un comunicato congiunto Fabi, Fiba, Fisac e Uica giuidicano gravi e false le affermazioni riportate da un recente articolo di stampa relativo ad un interesse da parte di Bnp Paribas per l istituto e ribadiscono la necessità di partecipare in massa alla prossima assemblea del 25 giugno, dando un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa esercitando un voto convinto all'ipotesi di modifica dell'art.13 (incremento delle deleghe da tre a cinque) in linea con quanto già espresso nell'ultimo comunicato dell'associazione Amici della Bpm. (l.s.) da BlueTG Finance News via Yahoo! Finanza lunedì, 20 giugno 2011-17:22 Bpm valuta azioni legali, sindacati contro incremento deleghe - Bpm ancora sotto i riflettori col titolo in calo del 7% abbondante a 1,631 euro per azione sul finale di seduta, dopo che una nota dell istituto ha annunciato di aver dato mandato ai propri legali di intraprendere le opportune iniziative giudiziarie a tutela dei propri interessi in relazione all articolo apparso in data 11 giugno scorso su Il Giornale, a firma di Nicola Porro e di stare altresì procedendo ad analoghe valutazioni con riferimento all articolo apparso su Il Sole 24 Ore del 19 giugno scorso, a firma dell editorialista Luigi Zingales. Intanto i sindacati di Bpm in un comunicato congiunto Fabi, Fiba, Fisac e Uica giuidicano gravi e false le affermazioni riportate da un recente articolo di stampa relativo ad un interesse da parte di Bnp Paribas per l istituto e ribadiscono la necessità di partecipare in massa alla prossima assemblea del 25 giugno, dando un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa esercitando un voto convinto all'ipotesi di modifica dell'art.13 (incremento delle deleghe da tre a cinque) in linea con quanto già espresso nell'ultimo comunicato dell'associazione Amici della Bpm. (l.s.) da ASCA via Wall Street Italia 20 giugno 2011 Ora 18:45 BANCHE: SINDACATI, DA 98% LAVORATORI VIA LIBERA A PIATTAFORMA CONTRATTO Pubblicato il 20 giugno 2011 Ora 18:45 di Fonte: Asca (ASCA) - Roma, 20 giu ''Questa mattina abbiamo inviato all'abi la Piattaforma rivendicativa unitaria per il rinnovo del Contratto Nazionale del credito, approvata a larghissima maggioranza dai lavoratori durante le migliaia di assemblee svoltesi in modo capillare in tutta Italia e approvata dai lavoratori al 98% (nei prossimi giorni vi comunicheremo l'esito delle assemblee regione per regione)'', lo dichiarano le Segreterie nazionali di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca. ''La presentazione della piattaforma si inserisce in un contesto di forti tensioni con l'associazione Bancaria, caratterizzato dall'interruzione delle relazioni sindacali per tutto il mese di maggio, a tutti i livelli. Questa situazione e' stata causata dalla disdetta dal prossimo 1* luglio dell'accordo per l'applicazione volontaria in via prioritaria del Fondo di Solidarieta' di settore, rispetto alla quale continuiamo a chiedere con forza che l'abi riveda la sua posizione prima di tale data. Allo stesso tempo auspichiamo che l'associazione Bancaria superi le posizioni di chiusura miopi e prive di prospettiva, che gia' da tempo ha assunto, pregiudizialmente, in merito alla Piattaforma rivendicativa per il rinnovo del Contratto Nazionale. Chiediamo all'abi soluzioni positive per tutto il settore e segnali chiari per la riapertura di un dialogo costruttivo. Il sistema del credito ha bisogno di guardare oltre la crisi che sta costringendo l'italia su posizioni di retroguardia. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida di trovare soluzioni anche innovative per dare prospettive professionali ai lavoratori in attivita', per garantire certezze sul mantenimento dei livelli salariali in linea con l'inflazione, per creare nuova occupazione stabile, soprattutto a favore dei giovani. Se l'abi permane su posizioni rigide e provocatorie la nostra risposta unita e compatta e quella di tutti i lavoratori sara' necessariamente di ferma contrarieta', con iniziative di forte mobilitazione'', conclude la nota congiunta dello organizzazioni sindacali.

(ANSA) - MILANO, 20 giugno 2011 BPM: SINDACATI, NO AD AUMENTO DELEGHE IN ASSEMBLEA SABATO I sindacati della Banca Popolare di Milano ribadiscono l'invito a votare contro l'aumento delle deleghe di voto in occasione dell'assemblea straordinaria di sabato prossimo. E' quanto emerge da una nota congiunta della Fabi, Fiba, Fisac e Uilca. In particolare, le organizzazioni sindacali con riferimento dei recenti articoli di stampa che indicavano un'ipotesi di scalata sulla Bpm da parte di Bnp Paribas, ritengono che sia "l'ennesima conferma che sia in atto un attacco senza precedenti alla nostra cooperativa". E per questo i sindacati si dicono convinti "della necessità di partecipare in massa alla prossima assemblea del 25 giugno, dando un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa, esercitando un voto convinto all'ipotesi di modifica dell'art.13 (incremento delle deleghe da tre a cinque), in linea con quanto già espresso nell'ultimo comunicato dell'associazione Amici della Bpm che riportava il proprio convinto disaccordo all'incremento delle deleghe". (ANSA). Return.c.