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Informazioni Sommario

Testo originale. Art. 1

Transcript:

L'OCST mette a tua disposizione i propri segretariati in ogni regione del Cantone. SEGRETARIATO CANTONALE v. Balestra 19 6900 Lugano +41 91 921 15 51 SEGRETARIATI REGIONALI (con prefisso +41 91) Bellinzona via Magoria 4 821 41 51 Biasca contr. Cav. Pellanda 2 873 01 20 Chiasso via Bossi 12 682 55 01 Lamone via Cantonale 966 00 63 Locarno v. Lavizzari 2 751 30 52 Lugano v. Balestra 19 921 15 51 Mendrisio via Lanz 25 640 51 11 SEZIONI CASSA DISOCCUPAZIONE OCST (con prefisso +41 91) Bellinzona via Magoria 6a 821 41 51 Biasca contr. Cav. Pellanda 2 873 01 20 Chiasso via Bossi 12 682 55 01 Locarno v. della Posta 8 752 00 40 Massagno v. S. Gottardo 50 911 88 60 Mendrisio via Lanz 25 640 51 11 PERMANENZE Grono (tel. +41 91 827 13 96); Stabio, via Giulia (tel. +41 91 647 14 14); Cannobio, via Gallaroli 2 (tel. +39 0323 71 086); Cevio, Bar Castello; Lavena Ponte Tresa, via Marconi 59 (tel. +39 0332 55 12 81); Porlezza, via per Osteno (tel. +39 0344 61 687); S. Maria Maggiore, Sala municipale. www.ocst.com ciò che è importante sapere - edizione 2015 -

L indennità di maternità ammonta all 80% del reddito medio conseguito prima dell inizio del diritto all indennità. L indennità di maternità ammonta al massimo a fr. 196.- al giorno (salario annuo massimo assicurato fr. 88 200.-- : 360 giorni x 80% = fr. 196.--). Il presente opuscolo illustra le principali regole della maternità e della protezione delle lavoratrici. Non ha pretesa esaustiva, cosicché non ha valore normativo. Fanno stato solo le prescrizioni legali e/o contrattuali. Indennità di maternità / esclusione di altre indennità (art. 16g) L indennità di maternità esclude il versamento delle seguenti indennità giornaliere: 1. dell assicurazione contro la disoccupazione; 2. dell assicurazione contro gli infortuni; 3. dell assicurazione per l invalidità; 4. dell assicurazione militare. Contributi (art. 19a LIPG) Sull indennità devono essere pagati i contributi AVS-AI-IPG-AD. Vacanze / Riduzione (art. 329b CO) Il datore di lavoro ha il diritto di ridurre la durata delle vacanze se, per un determinato periodo, una lavoratrice non può svolgere il proprio lavoro (art. 329b CO). a) A causa della gravidanza Il datore di lavoro può ridurre la durata delle vacanze, soltanto se la lavoratrice, a causa della gravidanza, è stata assente per più di due mesi (art. 329b cpv. 3 CO). Ciò significa che la riduzione inizia solo a partire dal terzo mese completo d assenza. La riduzione può ammontare ad un dodicesimo per ogni mese completo d assenza, ossia un dodicesimo per tre mesi completi d assenza, due dodicesimi per quattro mesi completi, ecc. b) A causa del congedo maternità Il datore di lavoro non può ridurre le vacanze se la lavoratrice è assente perché ha fruito del congedo di maternità di 14 settimane (art. 329b cpv. 3 CO). 7 Importo e calcolo dell indennità (art. 16e-f LIPG)

Indennità di maternità (art. 16b LIPG) 1. Ha diritto all indennità la donna che: a) era assicurata obbligatoriamente ai sensi della legge AVS durante i nove mesi precedenti il parto (sei mesi se il parto avviene prima del settimo mese di gravidanza, sette mesi se avviene prima dell ottavo mese e otto mesi se avviene prima del nono mese); b) durante tale periodo ha esercitato un attività lucrativa per almeno cinque mesi; c) al momento del parto: 1. è una salariata 2. è una disoccupata 3. è una indipendente 4. collabora nell azienda del marito percependo un salario in contanti. 2. Sono computati anche i periodi d assicurazione o d occupazione compiuti in un Stato membro dell UE o dell AELS (art. 26 e 28 OIPG). Inizio del diritto (art. 16c LIPG) 1. Il diritto all indennità inizia il giorno del parto. 2. Se il neonato deve restare in ospedale per almeno tre settimane dopo la nascita, la madre può chiedere che il versamento delle indennità sia rinviato al momento in cui il bambino potrà essere accolto a casa (art. 24 OIPG). 3. Se il bambino è nato morto o è deceduto dopo il parto, la madre ha diritto all indennità per perdita di guadagno qualora la gravidanza sia durata almeno 23 settimane (art. 23 OIPG). Durata delle prestazioni (art. 16d LIPG) L indennità è versata durante 14 settimane (98 giorni). Si estingue prima se la madre riprende la sua attività lucrativa o muore. Attenzione: la madre non può in nessun caso riprendere il lavoro prima che siano trascorse le otto settimane di divieto di occupazione dopo il parto. Obbligo di annunciare la gravidanza? Al momento dell assunzione la lavoratrice non ha l obbligo di annunciare la propria gravidanza se in grado di svolgere la mansione per la qual è assunta. L obbligo sussiste invece se il lavoro potrebbe mettere in serio pericolo il nascituro o se la gravidanza renderebbe impossibile l esecuzione del lavoro, ad esempio: di ballerina, di insegnante d educazione fisica o di lavoro fisico pesante. La lavoratrice può essere licenziata durante la gravidanza? Dopo il tempo di prova, il datore di lavoro non può disdire il rapporto di lavoro durante la gravidanza e nelle 16 settimane dopo il parto della lavoratrice (art. 336c cpv. 1 lett. c CO). La disdetta data durante tale periodo è nulla; se, invece, è data prima, il termine che non sia ancora giunto a scadenza all inizio del periodo è sospeso e riprende a decorrere soltanto dopo la fine del periodo (art. 336c cpv. 2 CO) Tutela della salute durante la maternità La salute delle donne incinte e delle madri allattanti è esposta, nel contesto del lavoro, a rischi straordinari. Il datore di lavoro è tenuto, pertanto, ad adottare le condizioni di lavoro in modo da evitare ogni possibile pregiudizio alla salute (art. 35 cpv. 1 LL). L esercizio di lavori gravosi o pericolosi può essere vietato durante la gravidanza o durante l allattamento. Sono considerati tali quei lavori che, per esperienza, si ripercuotono negativamente sulla salute: Lo spostamento manuale di carichi pesanti: (es. sollecitazione dei muscoli addominali e indirettamente dell utero e dell apparato di sostegno in particolare della schiena). I movimenti o le posizioni del corpo che provocano una fatica precoce: (es. oltre i problemi circolatori causati da attività per le quali occorre stare in piedi molto a lungo). I lavori che provocano urti, scosse o vibrazioni. I lavori in condizioni di sovrapressione come il lavoro in camera di pressione, l immersione, ecc.. (es. pericolo di aborto). 6

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I lavori che espongono al freddo o al caldo, oppure ad un umidità eccessiva: (es. sollecitazione in misura elevata della circolazione sanguigna). I lavori sottoposti agli effetti di radiazioni e sostanze nocive o di microrganismi (es. esposizioni a radiazioni nocive, quindi, pericolo di malformazioni). I lavori nell ambito di sistemi di organizzazione del tempo di lavoro che, per esperienza portano ad un forte aggravio (art. 62 OLL1). Esenzione dal lavoro e trasferimento (art. 64 OLL1) La donna incinta o la madre allattante può chiedere al datore di lavoro di essere trasferita ad un attività non gravosa o pericolosa se le condizioni di lavoro sono tali che la sua salute o la salute del nascituro sia pregiudicata. La richiesta deve essere attestata da un certificato medico dal quale emergano le attività che l interessata sia in grado di svolgere e quelle che non possono esserle assegnate. Nei limiti del possibile, il datore di lavoro deve offrire adeguata attività sostitutiva. Tutela della salute (art. 35 LL) Se per motivi attinenti all organizzazione aziendale un trasferimento ad un posto di lavoro equivalente e non pericoloso non è possibile, le donne incinte e le madri allattanti hanno diritto all 80% del salario nella misura in cui il datore di lavoro non possa offrire loro un lavoro equivalente. Lavoro serale o notturno (art. 35a-b LL) Il rischio di danni alla salute della madre e del bambino aumenta nelle attività esercitate tra le 20:00 e le 06:00 perciò durante i primi sette mesi di gravidanza la lavoratrice può chiedere di essere occupata durante il giorno in un posto equivalente (art. 35b cpv. 1 LL). È vietata, anche, l occupazione in questa fascia oraria durante le otto settimane antecedenti e seguenti il parto (art. 35a cpv. 4 LL). In seguito fino alla sedicesima settimana, possono esserlo, solo con il loro consenso. 4 Il datore di lavoro è tenuto ad offrire alle donne incinte impiegate nel lavoro serale e notturno il trasferimento in un attività diurna equivalente. Se il datore di lavoro non è in grado di offrire un lavoro equivalente al posto di un occupazione tra le 20:00 e le 06:00, è tenuto a versare alla lavoratrice l 80% del salario, supplemento per lavoro notturno escluso. Durata del lavoro (art. 60 OLL 1) Le donne incinte e le madri allattanti non possono assolutamente essere occupate oltre la durata del lavoro concordato. Questa durata non può in alcun caso superare il limite massimo di 9 ore fissato dal legislatore, anche se il datore di lavoro e le lavoratrici hanno convenuto un tempo più lungo. Ne scaturisce che anche in situazioni eccezionali non è consentito chiedere l espletamento di lavori supplementari oltre le 9 ore. Riposo giornaliero - pausa (art. 61 OLL 1) Le donne incinte che esercitano la loro attività principalmente in piedi (es. commessa, venditrice, parrucchiera, cameriera, ecc.), beneficiano, a partire dal quarto mese di gravidanza, di un riposo giornaliero di 12 ore. Inoltre il datore di lavoro deve concedere pause brevi di 10 minuti ogni 2 ore di lavoro. Per proteggere la salute della madre e del bambino, a partire dal sesto mese di gravidanza, le attività esercitate in piedi vanno limitate complessivamente a 4 ore giornaliere. Queste 4 ore possono essere ripartite liberamente su tutto l arco della giornata lavorativa. Se il datore di lavoro non è in grado di offrire un lavoro equivalente, che non la obbliga a stare in piedi, la lavoratrice ha diritto all 80% del suo salario abituale. Assenza dal lavoro/allattamento (art. 35a cpv. 2 LL / art. 60 OLL 1) Le donne incinte possono assentarsi, o non presentarsi al lavoro, mediante semplice avviso al datore di lavoro. Le madri devono disporre del tempo necessario all allattamento. Durante il primo anno di vita del bambino, i tempi necessari all allattamento o al tiraggio del latte sono considerati come tempo di lavoro retribuito entro i seguenti limiti: - per una durata del lavoro giornaliero fino a: 4 ore = 30 minuti - per una durata del lavoro giornaliero superiore a: 4 ore = 60 minuti - per una durata del lavoro giornaliero superiore a: 7 ore = 90 minuti È possibile usufruire di queste durate in una o più volte. Esse si applicano per ogni bambino. 5