FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO ORDINAZIONE PRESBITERALE DI DON GABRIELE DI BLASI (At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6 ; Mt 16,13-19) Italo Castellani Arcivescovo di Lucca La celebrazione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo porta alla nostra chiesa un dono: l ordinazione presbiterale di D. Gabriele. Noi siamo qui a rendere grazie a Dio per questo dono; siamo qui a impetrare grazia su grazia per Lui; a condividere con la sua famiglia, la parrocchia di Santa Rita nella quale la sua vocazione è maturata, la Comunità del Seminario che ne ha accompagnato il discernimento e la maturazione vocazionale la gioia di tutta la Chiesa, della nostra Chiesa. Per meglio far tesoro di questo dono, mettiamoci in ascolto della Parola di Dio e lasciamoci trasformare dalla grazia del Sacramento che celebriamo e che ci dà questa duplice consegna: confessare sulla testimonianza degli apostoli Pietro e Paolo il Signore, consumarci per amore del Vangelo e della Chiesa. CONFESSARE IL SIGNORE La domanda di Gesù ai discepoli Voi chi dite che io sia? (Mt 16, 15) trova una pronta risposta in Pietro: Tu sei il Cristo il Figlio di Dio (Mt 16,16). 1
Sei il figlio : Tu, porti Dio Padre qui fra noi, sei il suo volto, il suo braccio, il suo progetto, la sua bocca, il suo cuore, la sua Parola. Una risposta quella dell apostolo che è un atto di fede e, ad un tempo, un atto d amore: Sono disposto a seguirti ovunque tu vada (cf Lc 9, 57). La domanda di Gesù che va dritta al cuore dei discepoli ed è provocazione e attesa della loro risposta personale arriva questa sera dritta all anima di tutti noi, in particolare alla tua anima, caro D. Gabriele. E ciascuno di noi, sollecitato da tanta domanda, è chiamato ad interrogarsi seriamente. Mi chiedi, Signore, di darti una risposta: chi sei per me, proprio per me! Con la stessa fede, amore e fragilità di Pietro, con le sue stesse parole, sono qui stasera a confessare insieme ai miei fratelli che Tu sei il Cristo il Figlio di Dio ; a confessare con la nostra Chiesa di Lucca, facendoci eco del Sinodo Diocesano, che Tu sei Gesù Cristo, Vangelo di Dio ; soprattutto a confessare, con le Tue stesse parole che per me, per i miei fratelli, e per ogni uomo cercatore di Dio sei Via, Verità e Vita (Gv 14, 6). Su questa confessione di fede e di amore è maturata la tua vocazione, caro Don Gabriele, e d ora in poi scaturirà la grazia di ogni gesto sacramentale proprio del ministero presbiterale che Dio ti affida. CONSUMARSI PER IL VANGELO E PER LA CHIESA Nella seconda Lettura abbiamo ascoltato le commoventi parole di San Paolo: Ho combattuto la buona battaglia (2 Tm 4,7). Di quale battaglia si tratta? È la battaglia 2
del martirio. San Paolo ha un unica arma: il messaggio di Cristo e il dono di tutta la sua vita per Cristo e per gli altri. Ed è proprio l esporsi in prima persona, il lasciarsi consumare per il Vangelo, il farsi tutto a tutti, senza risparmiarsi, che lo ha reso credibile e ha edificato la Chiesa. Nel Vangelo ci è consegnata la stessa vocazione e missione affidata da Gesù a Pietro: Su questa pietra edificherò la mia Chiesa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli (Mt 16,18). Pietro, e secondo la tradizione i suoi Successori, sono roccia per la Chiesa nella misura in cui continuano ad annunciare che Cristo è il Figlio del Dio vivente; sono roccia che dà appoggio e sicurezza alla vita dei fratelli, per l umanità, se ripetono senza stancarsi che Dio è Amore; che Cristo è vivo, il vivente, vero tesoro per l intera umanità. A Pietro, e ai suoi Successori, sono affidate le chiavi del Regno dei cieli (Mt 16, 19), che aprono le porte belle della grazia di Dio, le porte della vita nello Spirito intensa e generosa. A Pietro e ai suoi Successori, investiti della grazia e potere sacramentale, è detto Ciò che legherai sulla terra (Mt 16, 19) i legami che intreccerai nel nome di Dio, le persone che unirai nella vita del Risorto, saranno vive per sempre. È detto anche: Ciò che scioglierai sulla terra (Mt 16, 19) tutti i nodi, i grovigli del cuore umano, i blocchi tra persone che scioglierai, coloro ai quali tu darai libertà e respiro, avranno da Dio per la grazia sacramentale libertà per sempre e respiro nei cieli. 3
Consumarsi per amore del Signore e della Chiesa! Voi presbiteri sapete bene quanto in questi anni sono venuto insistendo sull amore per la Chiesa Corpo di Cristo che si prolunga sulla storia degli uomini, di cui la nostra Chiesa di Lucca è porzione visibile a partire dalla comunione presbiterale. Richiamo volentieri e per questo chiedo incessante preghiera alla comunità cristiana a tutti voi presbiteri, in particolare a Te carissimo Don Gabriele, alcuni passaggi della Omelia della Messa del Crisma. Riguardo alla partecipazione alla vita della Chiesa, alla Comunione ecclesiale, proponevo e ripropongo questo interrogativo: Che prete è il presbitero che mette su bottega in proprio si ritiene autosufficiente e autoreferenziale? Riguardo al Magistero proponevo e ripropongo, questa riflessione, di Non dare continuità anche inconsapevolmente all eresia già stigmatizzata dall Apostolo Paolo nella Lettera ai Corinzi (cf 1 Cor 2,12), che per analogia traducevo così in riferimento al Magistero Pontificio: Io sono di Papa Benedetto, io sono di Papa Francesco... Riguardo al Presbiterio affermavo e riaffermo: il Sacramento dell Ordine ci fa fratelli di sangue, il sangue di Cristo; nell unica famiglia la Chiesa in quella storica porzione che è la Chiesa locale, la nostra Chiesa di Lucca. Riguardo alla Fraternità presbiterale confermo che non è un fatto sociologico, ma un fatto sacramentale: il nostro DNA presbiterale è la fraternità sacramentale. L abbraccio di pace che tra poco ci scambieremo Vescovo, novello presbitero e confratelli è il 4
segno visibile di un nuovo stato di famiglia : la tua, mia e vostra famiglia è il presbiterio di Lucca. Carissimo Don Gabriele, sia questo il percorso di Grazia, unico e irripetibile che da questa divina liturgia tu possa percorrere in compagnia di Maria SS.ma, dei Santi e del Popolo di Dio con la forza dello Spirito che segna per l eternità la tua vita nella grazia del Sacramento dell Ordine. E, come mi scrivi nella lettera di richiesta dell ordinazione presbiterale, tu possa fare Eucaristia autentica, non solo sull altare, ma anche nella vita, con le mani rivolte al cielo e con lo sguardo proteso sui fratelli. Per la Tua preghiera e testimonianza vocazionale per la rinnovata coerenza vocazionale di tutti noi presbiteri, genitori ed educatori il Signore Iddio faccia dono alla Chiesa e alla nostra Chiesa, di nuove vocazioni sacerdotali e di presbiteri secondo il cuore di Dio. Amen! 5