In gita sulla vecchia dentiera Siamo partiti col pulmino per fare una passeggiata ai Denti della Vecchia. Il Claudio guidava e mentre andavamo il Danilo ci chiedeva di guardare i cartelli dei paesi che passavamo: Bedano, Gravesano, Manno, Canobbio, Davesco, Cadro, Dino, Sonvico, Cimadera. Abbiamo passato il fiume Vedeggio e la galleria che porta a Canobbio. A un certo punto il Danilo ci ha chiesto perché sotto molti cartelli dei paesi c era scritto Lugano. E noi abbiamo risposto: - Perché fa parte di Lugano Dino fa parte di Lugano, Sonvico anche, ma una volta erano paesi a sé. Anche Cimadera e Cadro fanno parte di Lugano. Salendo abbiamo visto il fiume Cassarate e, quando siamo arrivati a Cimadera, il Mauro Rossi ci ha spiegato molte cose utili come che per andare in montagna devi avere degli scarponi buoni e uno zaino comodo. Ci siamo messi in cammino e sulle porte abbiamo visto: pigne, fiori e altri oggetti. Il Mauro, la guida, ci ha spiegato perché ci sono questi oggetti e cioè perché così possono avere da mangiare per tutto l anno. Abbiamo visto anche delle case che avevano finestre lunghe e strette e porte corte e larghe. Il Mauro ci ha spiegato che le finestre erano così per non far entrare troppa aria e le porte perché una volta le persone erano più basse, ma anche perché così non entrava il freddo.
Il Mauro ci ha fatto notare un albero particolare che si chiama sorbo degli uccellatori e ha dei frutti rossi che se li mangiamo poi ci fa male la pancia. Infatti le bacche sono per gli uccelli e una volta i cacciatori stavano nascosti lì vicino e quando gli uccelli arrivavano gli sparavano. Queste bacche, servono anche per capire se l inverno sarà freddo, perché quando ce ne sono molte, l inverno sarà più rigido. Ci siamo fermati a una cappelletta con un disegno di Maria e Gesù con attaccate due campanelle che, se si tirava una cordicella bianca, suonava, ma noi non potevamo. Qui abbiamo visto tre tipi di albero: la betulla (se è un bosco di betulle si chiama betulleto), l abete (che è molto alto) e il larice che
ha le foglie morbidissime. Il larice è un albero speciale, perché su ogni ramo ha le foglie a ciuffi e perde le foglie in inverno. Poi abbiamo incontrato un faggeto (bosco di faggi) e i maestri ci hanno raccontato che di notte i folletti controllano il bosco: sono dei guardiani. Abbiamo camminato e siamo arrivati in un posto con tanti alberi; il Danilo, l Alan e il Mauro ci hanno spiegato delle cose sugli alberi e il Danilo ci ha detto che di notte gli alberi fanno le puzzette (CO 2 ). In montagna, nei paesini, è molto diverso che da noi. Gli alberi servono per non causare pericoli, per costruire le case e per fare la carta, ma soprattutto per accendere il fuoco e quindi per scaldare.
Abbiamo visto una parete dove la terra era crollata e si vedevano le radici degli alberi: è a causa dell erosione del suolo, la pioggia scava e tutto crolla e poco dopo c era un ruscello e un ponticello: eravamo vicini alla capanna Pairolo. Siamo arrivati dove c erano molti cartelli pieni di indicazioni e poco più avanti c erano due strade; una andava alla capanna Pairolo e l altra a una croce con un panorama bellissimo. Tutti pensavamo che si mangiava. Invece il Danilo ci ha spiegato dove era il nord, il sud, l est e l ovest e ci ha distribuito una cartina della regione. Abbiamo preso il quaderno e la matita e abbiamo cercato i paesi, i fiumi e le montagne.
Quando siamo arrivati alla capanna Pairolo il Danilo, il Mauro e l Alan ci hanno detto di non lasciare cartacce in giro, ma di metterle nello zaino, perché chi va in montagna deve fare così. Prima di iniziare a mangiare siamo andati a lavarci le mani, tavolo dopo tavolo. Abbiamo iniziato a mangiare e certi bambini facevano gli sciocchi.
Dopo aver finito di mangiare i maestri ci hanno detto di controllare che non ci fossero cose a terra e ci hanno fatto degli indovinelli sulla geografia con dei cioccolatini per premio. Tutti volevamo i cioccolatini e facevamo il possibile per conquistarli. Ci siamo rimessi in cammino e a un certo punto abbiamo visto un albero arrotolato su se stesso. Il Mauro ci ha spiegato che c erano dei cristalli sotto terra che con le loro energie lo facevano girare.
Abbiamo camminato ancora e abbiamo trovato una casetta piccola dei cacciatori, perché se c era un cinghiale, i cacciatori piano piano uscivano e lo uccidevano. Poi, seguendo il sentiero, ci siamo fermati a bere e a fare una riflessione che era così: prima dovevamo chiudere gli occhi e poi dovevamo fare silenzio e sentire con le orecchie e con il corpo i rumori e i profumi della natura.
Ero fiera di me stessa perché abbiamo camminato un ora e quarantacinque minuti su un dislivello di 300 metri in salita e 500 in discesa.