STORIA DELLA NOSTRA OASI L oasi Bosco Villoresi nasce nel 1993 dalla collaborazione tra il comune di Carugate ed il Wwf. Quella che era un area degradata, una discarica al limite dei confini comunali, grazie all impegno di decine di volontari si è trasformata in un bosco urbano sia per gli abitanti che per la fauna e la flora spontanea che pure a fatica, sopravvivono in mezzo alle fabbriche della città. Lo scopo è quello di ripristinare un micro-ambiente costituito essenzialmente da alberi autoctoni che descriva ciò che era la pianura padana molti secoli fa. COM è IL BOSCO: Su un estensione di circa un ettaro (10.000mq) attraverso successive piantumazioni e manutenzioni di anno in anno il bosco continua a crescere. Oggi il bosco si compone di differenti tipologie di zone: il bosco autoctono, il frutteto, lo stagno didattico, la collina dei profumi, l apiario didattico, lo stagno grande di circa 300mq. Dal censimento effettuato nel 2004 nella prima parte del bosco (su circa 3.000mq) sono state rilevate 262 alberi e arbusti composti da 25 specie vegetative differenti. All interno troviamo due sentieri natura attrezzati con teche di identificazione dei vari alberi, bacheche illustrative degli ambienti presenti e uno spazio di sosta con una xiloteca che consente di osservare le varie caratteristiche e la struttura dei vari alberi. Il bosco è il luogo ideale per sperimentare le lezioni di educazione ambientale delle scuole. L area si presta a stimolare i bambini al riconoscimento degli alberi attraverso le foglie, le gemme, i fiori e le cortecce, inoltre è possibile vedere qualche uccello che ha nidificato. Gli stagni alimentati dal 12 aprile al 15 settembre di ogni anno dall acqua proveniente dal fiume Ticino attraverso l attiguo canale Villoresi permettendo di osservare la riproduzione e la permanenza di anfibi come la rana, il rospo, il tritone, gli insetti come il gerride, i ditischi nonché di molluschi gasteropodi. Attorno agli specchi d acqua si creano spesso condizioni ideali per lo sviluppo di una ricca flora: carici, cannucce di palude, tifa, salici e sanguinelli che offrono rifugio e sostentamento a uccelli, rettili, insetti. Un lembo di bosco in un contesto urbanizzato rappresenta una zona di sosta e di rifugio di uccelli migratori quali ad esempio il cardellino, oppure rappresenta zona di caccia per rapaci notturni come civetta o barbagianni. Fra gli uccelli osserviamo i movimenti veloci delle cince o dei pettirossi, sentiamo i battiti sui tronchi del becco del picchio, notiamo la sagoma nera del merlo maschio muoversi fra i cespugli. Per facilitare la permanenza di uccelli sono state collocate su vari alberi delle casette di nidificazione. Tracce di mammiferi si rinvengono invece di solito a terra: lepri arvicole e ricci scavano le loro tane nel folto degli arbusti. Non dimentichiamo poi gli animaletti più piccoli come ragni, insetti, vermi così importanti per l equilibrio della catena alimentare. Nell area dell apiario si può vedere attraverso un arnia di vetro il lavoro delle api. Tra la primavera e l estate le fioriture del campanellino invernale, della pervinca, della primula, delle 1/5
viole, dei ranuncoli, e del sigillo di salomone ravvivano il sottobosco e la radure. Sul sentiero dei profumi localizzato sulla collinetta che borda lo stagno grande salvia, rosmarino, lavanda, timo, origano, menta, caprifoglio, rose ci deliziano l olfatto con le loro essenze odorose. - Scarica il nostro volantino di presentazione. Rilievo arbustivo/arboreo del bosco. (clicca sulla cartina per vederla più in grande) 2/5
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