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PATOGENI FUNGINI TICCHIOLATURA (Venturia inaequalis) Anche nel 2014 la difesa preventiva consigliata ha permesso di superare il periodo delle infezioni primarie con ottimi risultati. Per quanto riguarda la stagione 2015 nel disciplinare di produzione PSR entrerà in vigore una limitazione del numero dei trattamenti di DITHIANON e CAPTANO. Questi 2 principi attivi saranno utilizzabili per un max di 12 trattamenti all anno indistintamente dall avversità. Tutto ciò comporta una razionalizzazione nell uso di queste sostanze attive: - Dithianon: si consiglia d impiegarlo a partire dalla fioritura in occasione delle infezioni più gravi e utilizzare nei trattamenti precedenti altri p.a. a disposizione (rame, ditiocarbammati, dodina) - Captano: data l ottima attività del p.a. contro le infezioni secondarie e i marciumi da conservazione e considerata la fitotossicità del principio attivo sul gruppo Red Delicious prima della fase di frutto noce si consiglia d impiegarlo a partire da metà giugno in poi. Nel 2015 sarà inoltre disponibile una nuova sostanza attiva contro la ticchiolatura del melo con un azione preventiva penthiopyrad (nome commerciale Fontelis) utilizzabile per un massimo di 2 volte all anno. Questa sostanza appartiene ad una nuova famiglia chimica di fungicidi dei carbossimidi e risulta molto importante gestire al meglio il suo utilizzo al fine di prevenire l insorgenza di resistenze; va quindi attentamente rispettata la limitazione dell etichetta e del disciplinare: massimo 2 interventi all anno. La strategia di difesa consigliata per il 2015 può venire così sintetizzata: DIFESA PREVENTIVA DIFESA CURATIVA DIFESA TEMPESTIVA INFEZIONE PRIMARIA Intervenire prima delle piogge con un prodotto di copertura sulla base delle previsioni meteo: vedi tabella 1. E utilizzata solo nei seguenti casi: Mancata copertura della pianta a seguito di un avvenuta infezione Dilavamento del prodotto di copertura Infezioni molto gravi segnalate dal modello Rim-pro In caso di piogge e bagnature fogliari prolungate è possibile intervenire su pianta bagnata con il polisolfuro di calcio entro i 250 gradi ora dall inizio dell infezione. IN PRESENZA DI INFEZIONI PRIMARIE IN ASSENZA DI INFEZIONI PRIMARIE INFEZIONE SECONDARIA Intervenire in previsione di piogge con prodotti preventivi: zolfo (formulazione liquida), dodina, fluazinam e captano sempre rispettando le limitazioni poste dal disciplinare. E invece sconsigliato l impiego di strobilurine e di IBE che potrebbero accelerare fenomeni di resistenza Non sono necessari interventi specifici. Si consiglia comunque di mantenere una copertura mensile con zolfo (formulazione liquida) avente un azione collaterale nei confronti di oidio ed eriofide. ESTINZIONE DELL INOCULO GESTIONE AGRONOMICA In autunno, prima della caduta foglie, procedere con l applicazione di urea via fogliare (3-4 kg/hl) al fine di favorire la degradazione naturale delle foglie ticchiolate Nei casi in cui si siano verificate infezioni di ticchiolatura si consiglia di asportare l inoculo dal sotto fila eliminando completamente le foglie ticchiolate o sminuzzandole con un apposita trinciatrice 44

PRODOTTI AD AZIONE PREVENTIVA Tab 1. Sostanze attive impiegate a scopi preventivi Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Resistenza al dilavamento (mm) Carenza metiram Polyram DF 200 30 28 propineb Antracol 150 40 - Limitazioni e note Entro la fase di frutto noce: è consigliabile comunque entro fioritura per favorire lo sviluppo dei fitoseidi Sospendere i trattamenti subito dopo la fioritura. Al massimo 2 trattamenti all anno PENTHIOPYRAD (nuovo p.a. a disposizione per il 2015) Fontelis 75 60 21 Al massimo 2 trattamenti all anno fluopyran + tebuconazolo ditianon + pyraclostrobin Luna Experience* 50 60 14 Maccani 167 60 35 Al massimo 2 trattamenti all anno Con le strobilurine max 3 trattamenti all anno ditianon Delan 70 WG 50-70 50 21 MAX 12 TRATTAMENTI captano Merpan 80 WDG 150 60 21 COMPLESSIVI ALL ANNO fluazinam Ohayo, Banjo ecc 70 60 60 Tempo di carenza di 60 giorni Max 3 interventi trifloxistrobin Flint 15 60 14 boscalid + pyraclostrobin polisolfuro di calcio** Bellis 55 60 7 Vari 1200-1500 30 30 Max 3 interventi complessivi con questi prodotti In fioritura svolge un azione diradante zolfo** Thiopron 300 30 5 - rameici** / *** Vari 150-300 40 20 Impiegare su pianta asciutta e su varietà poco sensibili alla rugginosità * In attesa di inserimento nelle linee tecniche 2015 **: questi prodotti vengono di norma impiegati nella lotta biologica ma possono trovare applicazione, nell ottica del contenimento dei residui di prodotti ripetutamente utilizzati, anche nella difesa convenzionale ***: porre molta attenzione all etichetta in quanto solo pochi prodotti sono impiegabili in vegetazione (Es. Poltiglia Disperss, ecc.) PRODOTTI AD AZIONE RETROATTIVA L I.B.E. difenoconazolo, svolge ancora nella nostra realtà una discreta azione curativa e retroattiva nei confronti della ticchiolatura se correttamente impiegato. Le anilinopirimidine (Chorus e Scala) sembrano invece manifestare i primi segni di cedimento e quindi si consiglia di non concedere loro un assoluto affidamento. I prodotti di copertura ditianon, polisolfuro di calcio, fluazinam possono essere impiegati dopo l evento infettante se utilizzati entro i 160 gradi ora (16 ore a 10 C) dall inizio dell infezione. 45

Tab. 2: Sostanze attive utilizzate a scopo curativo Fase fenologica Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Retroattività (ore) Carenza Limitazioni e note Fino a caduta petali cyprodinil (1) Chorus 30 48-72 21 (1) max 4 interventi complessivi: pyrimetanil (1) Scala 75 48-72 14 consigliabile aggiunta di 30 g di ditianon Da caduta petali difenoconazolo** Score 10 WG, ecc 37.5 72-96 14 Con gli IBE max 4 interventi complessivi all anno Da preferirsi a seguito d infezioni gravi In tutte le fasi dodina Syllit 65 100 36-60 40 Evitare su varietà sensibili alla ruggine ** Pur appartenendo a questa categoria numerosi altri prodotti l efficacia reale contro la ticchiolatura è riconosciuta al difenoconazolo (Score). AL FINE DI RIDURRE AL MINIMO I FENOMENI DI RESISTENZA DI ALCUNE FAMIGLIE DI AGROFARMACI E, PER GARANTIRE UN ALTO LIVELLO DI EFFICACIA È NECESSARIO SEGUIRE LE SEGUENTI INDICAZIONI: Inibitori della sintesi dell ergosterolo (I.B.E. - difenoconazolo) si raccomanda di usarli solo in caso di necessità e sempre in miscela con un prodotto di copertura per ridurre il rischio di resistenze azione curativa solo con temperature superiori ai 10 C esplicano la loro azione esclusivamente se impiegati su pianta asciutta non impiegare in presenza di infezioni secondarie in atto Strobilurine (Flint e Bellis) Per questa famiglia di prodotti esistono numerose segnalazioni di resistenza nelle zone in cui il loro uso avviene da più anni (Francia), per questo motivo si raccomanda di: limitare il numero di trattamenti nell arco della stagione (max 3 interventi all anno) evitare l uso a blocchi senza intervallarli con altri principi attivi non impiegare in presenza di infezioni secondarie in atto Anilinopirimidine (Scala, Chorus) per la possibile insorgenza di resistenze, vale lo stesso discorso fatto per IBE e strobilurine. Si sottolinea la necessità di utilizzare le anilinopirimidine su pianta asciutta! Va ricordato inoltre che questa classe di fungicidi funziona anche a temperature relativamente basse (di 5 C). Scala e Chorus non sono attivi su frutto: utilizzarli solo sino alla fase di fioritura! Fig. 1 Infezione su frutto Fig. 2 Infezione su foglia 46

DATI EPIDEMIOLOGICI DELLA TICCHIOLATURA (DA MILLS E LAPLANTE E MODIFICATA SECONDO MANCINI-COTRONEO) Ore di bagnatura Temperatura in C Mills Infezioni primarie Leggera Media Mancini Forte Infezioni secondarie Tempo di i ncubazione in giorni 2 34 3 27 4 23 oltre 2gg. - - - 5 37 20 48 73 23,5 22 5,5 30 20 48 73 23,5 22 6 26 17,5 34 51 17,5 20 6,5 22 30 45 16 19 7 21,5 15,5 27 40 14,5 19 8 18 14 23 34 12 18 8,5 15 20 30 11 17 9 15 12,5 20 30 10 17 9,5 14,5 20 30 9,5 17 10 14 12 19 28 9 16 10,5 13 18 27 8,5 16 11 12,5 11 17,5 26 8 15 11,5 12 17 25 8 15 12 11,5 10,5 16 24 7,5 14 12,5 11 16 24 7,5 14 13 10,5 10 15 22,5 7 13 13,5 10,5 15 22 6,5 13 14 10 9,5 14 21 6,5 12 14,5 10 14 21 6,5 12 15 9,5 9,3 13 20 6,5 11 15,5 9,5 13 20 6 11 16 9 12,5 19 6 10 16,5 9 12 19 6 10 17 9 12 18 6 9 17,5 9 12 18 6 9 18 9 12 18 6 8 18,5-21,5 9 12 18 6 8 22-23,5 9 12 18 6 24 9 12,5 19 6,5-47

OIDIO (Podosphaera leucotricha) Negli ultimi 2 anni la presenza della patologia è stata meno importante grazie ad un andamento climatico più umido in primavera e quindi poco favorevole e ad una maggior attenzione nell operare una strategia di difesa più precisa. Inoltre l utilizzo dello zolfo, a partire dalla fase pre fiorale, ha fornito degli ottimi risultati garantendo, anche nei casi più gravi, un ottimo controllo del fungo. Come per la ticchiolatura anche contro l oidio sarà possibile impiegare il p.a. penthiopyrad (Fontelis) per un massimo di 2 trattamenti all anno. E fondamentale, per la riuscita della difesa, iniziare il ciclo d interventi fin dalla prima fase della stagione (pre fiorale) seguendo le indicazioni delle tabelle successive: STRATEGIA DI DIFESA PREVENTIVA ZONE AD ALTO RISCHIO PRE FIORITURA POST FIORITURA Iniziare i trattamenti dalle fase di mazzetti affioranti utilizzando prodotti a base di bupirimate o quinoxyfen o cyflufenamide o zolfo. Eseguire almeno 2-3 trattamenti con queste sostanze attive! In questa fase evitare l utilizzo di sostanze attive appartenenti alla famiglia degli IBE, le quali sono attive con temperature maggiori di 10 C. ZONE A BASSO RISCHIO Eseguire 1-2 trattamenti utilizzando in alternanza le sostanze attive già citate in precedenza o gli IBE quali il penconazolo, tetraconazolo, miclobutanil, le strobilurine boscalid + pyraclostrobin, trifloxistrobin o penthiopyrad. Continuare con l applicazione di prodotti a base di zolfo compatibilmente con le temperature. Sia gli IBE sia le STROBILURINE, per essere efficaci, devono essere distribuiti su pianta asciutta. PRE FIORITURA POST FIORITURA Iniziare i trattamenti dalla fase di mazzetti affioranti utilizzando prodotti a base di bupirimate o quinoxyfen o cyflufenamide o zolfo. E sufficiente 1 solo intervento GESTIONE AGRONOMICA Sono sufficienti gli interventi con IBE o strobilurine che vengono utilizzati per la ticchiolatura. E sempre consigliato lo zolfo in formulazione liquida avente altresì un azione collaterale nei confronti della ticchiolatura e degli eriofidi. Durante la stagione vegetativa Eliminare i getti colpiti in caso di gravi attacchi Durante la potatura secca Eliminare i rami colpiti. La riduzione dell inoculo in inverno risulta essenziale per limitare al minimo il rischio di attacchi nel corso della stagione. RACCOMANDAZIONI In alcune regioni vengono segnalate situazioni di resistenza agli IBE e alle strobilurine: è quindi fondamentale rispettare le raccomandazioni di alternare i diversi prodotti cioè il meccanismo d azione dei principi attivi attuando una difesa preventiva. 48

Tab. 3: Sostanze attive impiegabili per la lotta all OIDIO Famiglia chimica Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Carenza Limitazioni e note IBE* miclobutanil Systhane 4,5 plus ecc 125-150 15 penconazolo Topas 10 EC ecc 40 14 tetraconazolo Domark 125 ecc 30 14 ciproconazolo Galeo ecc 30 7 Con i fungicidi IBE non si possono effettuare più di 4 interventi nel corso dell annata indipendentemente dall avversità trifloxistrobin Flint 15 14 STROBILURINE boscalid + pyraclostrobin ditianon + pyraclostrobin Bellis ecc 55 7 Maccani 167 35 Max 3 interventi con le strobilurine indipendentemente dall avversità cyflufenamide Cidely, Rebel Top 30-50 14 bupirimate Nimrod ecc 50-60 14 Max 2 interventi all anno Fitotossico su cultivar Imperatore quinoxyfen Arius 30 14 Max 3 interventi l anno ALTRI zolfo Thiopron, Heliosufre S, ecc. 200-300 5 Azione collaterale su ticchiolatura ed eriofide Penthiopyrad Fontelis 75 21 Al massimo 2 trattamenti all anno fluopyran + tebuconazolo Luna Experience** 50 14 Al massimo 2 trattamenti all anno * Gli altri IBE possono venire usati ma con minore azione antioidica ** In attesa di inserimento nelle linee tecniche 2015 Fig. 3 Frutto colpito da oidio 49

CANCRI RAMEALI (Nectria galligena) La presenza della patologia rimane costante sul territorio date le condizioni molto umide degli ultimi anni e si segnala un deciso aumento di nuovi impianti appeni messi a dimora con la problematica, in questo caso l introduzione del patogeno da fuori regione risulta molto probabile. MISURE DI PROFILASSI In tutti i meleti è necessario mettere in campo un adeguata strategia di difesa preventiva intervenendo nei periodi più critici, in particolare in autunno laddove il patogeno se trova le condizioni ottimali è in grado d insediarsi. Si Fig. 4 cancro su ramo ricorda come le varietà appartenenti al gruppo Gala e la cv Jéromine* risultano più sensibili e necessitano quindi di una attenzione particolare. Al fine di prevenire l insediamento del fungo e, nei casi in cui la malattia sia già presente è consigliabile mantenere un livello alto di attenzione come indicato in tabella. IMPIANTI IN ALLEVAMENTO Per contrastare questa malattia è necessario innanzitutto effettuare un attento controllo sulle giovani piante eliminando le parti colpite e, nel caso di lesioni al tronco, procedere all estirpo e alla loro sostituzione. Successivamente seguire la strategia consigliata della seguente tabella. PROFILASSI CONSIGLIATA E buona pratica, in tutti gli impianti, intervenire dopo la raccolta e a completa caduta foglie con rame metallo alla dose di 150 200 g/hl (Poltiglia bordolese 20% ecc: 750 1000 g/hl). IN PRESENZA DELLA MALATTIA Nei meleti dove si è accertata la presenza e in tutti quelli colpiti da grandine si consiglia: A RACCOLTA ULTIMATA: Intervenire con tiofanate metile (Enovit metile FL ecc) alla dose di 100 ml/hl DOPO CIRCA UN MESE (fine ottobre): Intervenire con rame metallo alla dose di 160 g/hl (Es. 800 g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). A COMPLETA CADUTA FOGLIE: Intervenire con rame metallo alla dose di 200-300 g/hl (Es. 1000-1500 g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). N.B. Si raccomanda un adeguata bagnatura con volumi non inferiori ai 1200 l/ha. GESTIONE AGRONOMICA In presenza di branche colpite risanare la pianta cercando di eliminare, con spazzole di metallo, le zone legnose imbrunite e in seguito coprire le ferite con sali di rame liquido non diluito oppure mastici idonei Limitare al minimo i fattori predisponenti: ridurre l apporto di concimi azotati e, nel corso delle operazioni di potatura, eliminare eventuali rami colpiti. 50

PATINA BIANCA (Tilletiopsis sp.) DIFESA FITOSANITARIA DELLE POMACEE Gli agenti patogeni responsabili dell inestetismo della patina bianca sono il fungo Tilletiopsis sp. e da una serie di lieviti: Rhodotorula glutinis, Aureobasidium pullulans. Si manifesta per mezzo di una patina biancastra che si sviluppa sull epidermide del frutto, inizialmente a partire dalla cavità peduncolare e poi allargandosi fino a raggiungere la fossa calicina. Questa problematica è strettamente legata all andamento climatico, alla zona, alla conduzione agronomica dell appezzamento e sua progettazione. Sia nel 2012 sia nel 2013, annate caratterizzate da estati più calde e secche, i frutti colpiti da patina bianca sono stati limitati e solo in rari casi si era osservato un danno alla raccolta. Nel 2014, diversamente, la piovosità estiva ha determinato le condizioni necessarie allo sviluppo del fungo e nelle zone storicamente più favorevoli (pianura e bassa valle) si è avuto un danno rilevante in parte già osservato alla raccolta ma che è poi aumentato nel periodo di frigoconservazione. Come già detto la conduzione agronomica del meleto gioca un ruolo fondamentale ed è noto che una pianta equilibrata risulta meno sensibile: una buona aerazione della chioma, evitando concimazioni azotate eccessive, e gestendo al meglio la potatura riducono l incidenza della malattia. Inoltre, nelle zone storicamente più favorevoli occorre già considerare questa problematica nel corso della fase di progettazione dell impianto evitando di realizzare impianti troppo fitti che in produzione limiteranno l arieggiamento della chioma. Per quanto riguarda la strategia di difesa non esistono prodotti efficaci. E necessario però evitare concimazioni azotate fogliari che nel corso delle prove effettuate hanno favorito la problematica aumentando significativamente il danno alla raccolta. Fig. 5 Patina bianca Fig. 6 Schizothyrium pomi (Flyspeck) ATTENZIONE La patina bianca non va confusa con altri patogeni fungini i quali differiscono significativamente dalla Tilletiopsis spp. per la diversa manifestazione sintomatologica: Gloeodes pomigena (Macchia fuligginosa o volgarmente detta caccherelle di mosca ), fungo che origina tacche circolari scure sull epidermide dei frutti. Questa patologia era già stata riscontrata in passato sul nostro areale all interno di meleti a conduzione biologica o su varietà ticchiolatura-resistenti, sulle quali gli interventi fungini risultavano ridotti. Schizothyrium pomi (Flyspeck) può essere scambiato per Tilletiopsis spp., ma anche in questo caso il sintomo che compare sull epidermide del frutto differisce marcatamente dalla patina bianca. Fig. 7 Gloeodes pomigena (Macchia fuligginosa) 51

INSETTI CARPOFAGI CARPOCAPSA (Cydia pomonella) In questi ultimi anni questo carpofago ha sensibilmente diminuito la sua presenza nei meleti piemontesi, certamente grazie alla notevole diffusione del metodo della confusione sessuale che attualmente interessa oltre il 60 % degli impianti. Naturalmente il livello di rischio è diverso a seconda degli appezzamenti e di conseguenza anche la strategia di difesa deve essere adeguata. Di seguito si riportano le tabelle relative alle diverse linee di difesa: Strategie di difesa in appezzamenti COPERTI dalla confusione ELEVATO RISCHIO BASSO RISCHIO CONFUSIONE SESSUALE I generazione II generazione I generazione II generazione Applicazione dell ovicida Applicazione di larvicidi Applicazione dell ovi- Non dovrebbero es- (Calypso, Affirm, cida (Chitino-inibitore o MAC) (Chitino-inibitore sere richieste altre su indicazione del modello ecc.) sulla base dei o MAC) su indicazione applicazioni salvo superamento previsionale ad inizio ovideposizione controlli e precisamen- della soglia del modello previsionale OPPURE apte al superamento della ad inizio ovideposizione (10 frutti bacati su 1000 plicazione di un ovo-larvicida soglia critica (frutti ba- OPPURE applicazione controllati in agosto) (Coragen) ad ovidecati/1000 controllati): di un ovo-larvicida (Co- posizione avviata oppure - 5/1000 giugno ragen) ad ovideposizione del virus della granulosi - 8/1000 luglio avviata oppure del virus ad inizio schiusura uova - 10/1000 agosto della granulosi ad inizio schiusura uova Strategie di difesa in appezzamenti NON COPERTI dalla confusione MEDIO/ELEVATO RISCHIO BASSO RISCHIO FUORI CONFUSIONE I generazione II generazione I generazione II generazione Applicazione dell ovolarvicida Applicazione del (Coragen) ad larvicida (Calypso, ovideposizione avviata Affirm, ecc.) ad inizio oppure del virus della dell attività larvale (su granulosi ad inizio schiusura indicazione del model- uova lo previsionale) Applicazione del larvicida (clorpirifos, Affirm, ecc.) ad inizio dell attività larvale oppure virus della granulosi a 8 giorni dal precedente Successivamente si ripeterà il larvicida sulla base dei controlli, cioè al superamento della soglia critica (frutti bacati/1000 controllati): - 5/1000 giugno - 8/1000 luglio - 10/1000 agosto Applicazione dell ovicida (Chitino-inibitore o MAC) su indicazione del modello previsionale ad inizio ovideposizione OP- PURE applicazione di un ovo-larvicida (Coragen) ad ovideposizione avviata oppure del virus della granulosi ad inizio schiusura uova Applicazione del larvicida (clorpirifos, Affirm, ecc.) solo in caso di superamento della soglia critica (5 frutti bacati/1000 controllati). Intervenire con un larvicida (Calypso, Affirm, ecc.) solamente al superamento della soglia critica (frutti bacati/1000 controllati): - 5/1000 giugno - 8/1000 luglio - 10/1000 agosto NOTA: Situazione ad elevato rischio; elevata pressione del fitofago con danni alla raccolta l anno precedente superiori al 2%. Situazione a medio rischio; scarsa pressione del fitofago con danni alla raccolta tra 0.5-2%. Situazione a basso rischio; scarsa pressione del fitofago con danni alla raccolta inferiori al 0.5 %. E da segnalare che nelle annate più calde, il carpofago può svolgere una III generazione; in tal caso valgono le medesime indicazioni della II generazione. 52

Tab. 4: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Carpocapsa Famiglia Principio attivo Prodotti Chitino - inibitori Dose g-ml/hl Costo a ha (no iva) Carenza (gg) Epoca di applicazione Indipendent diflubenzuron 80 60 45 Prima 25 PB ecc dell ovideposizione in I triflumuron Alsystin 25 70 28 o in II generazione MAC acceleratori della muta metossifenozide Prodigy ecc 40 50-60 14 tebufenozide Mimic ecc 60-14 Gruppo RRM clorantraniliprole Coragen 18-20 95 14 Neonicotinoidi thiacloprid Calypso 25 75 14 Fosforganici Avermectine Fenossiderivati Bio-insetticidi clorpirifos etile fosmet clorpirifos metile emamectina benzoato etofenprox spinosad Dursban 75 WG ecc Spada WDG ecc Cleaner 22 ecc 70 15-25 30 250 55-70 21 200 40 15 Affirm 300 120 7 Trebon Up ecc 50 70 7 Laser 30 7 150-180 Success ecc 100 7 granulosis virus Madex ecc Vari 60-70 3 Inizio ovideposizione in I o in II generazione Inizio ovideposizione in I o in II generazione** Schiusura uova larve giovani di I e II generazione Su larve giovani di I/II generazione** Su larve giovani di I/II generazione. Attenzione: verificare la registrazione su carpocapsa in etichetta** Su larve giovani di I/II generazione Schiusura uova in I generazione **consultare il tecnico di magazzino per eventuali problemi residuali Fig. 8 Frutto bacato con larva 53

ATTIVITÀ DEI PRODOTTI Lepidotteri contenuti dai prodotti impiegati contro la Carpocapsa Principio Attivo Carpocapsa Ricamatori Cemiostoma Litocollete triflumuron ++ - + - diflubenzuron +/++ - - - clorantraniliprole +++ ++ ++ - emamectina benzoato ++/+++ - - - tebufenozide +/++ +++ - - thiacloprid ++ - ++ +/++ metossifenozide +/++ +++ - - clorpirifos etile ++ ++ - - clorpirifos metil +/++ ++/+++ - - fosmet +/++ +/++ - - etofenprox +/++ +/++ - - indoxacarb + ++ - - spinosad ++ ++ - - granulosis virus ++/+++ - - - Questi giudizi scaturiscono dalle esperienze dei tecnici del coordinamento CReSO di questi ultimi anni LEGENDA: Attività del prodotto: - (insufficiente) + (debole) ++ (media) +++ (buona) CONTROLLI E MONITORAGGI Con la larga diffusione del metodo della confusione sessuale i controlli visivi sono diventati sempre più determinanti nell individuare eventuali situazioni a rischio. Vanno realizzati a partire dal mese di giugno (epoca diradamento manuale), proseguendo fino alla raccolta: Devono essere controllati almeno 1000 frutti per singolo appezzamento Si devono considerare sia i frutti presenti nella parte bassa che nella parte alta della pianta, osservando attentamente soprattutto i frutti che sono a contatto tra di loro Al superamento delle soglie indicate nella tabella sottostante, si dovrà intervenire con un prodotto larvicida. SOGLIA PERIODO > del 0.5% (> 5 frutti/1000) GIUGNO > del 0.8% (> 8 frutti/1000) LUGLIO > del 1% (> 10 frutti/1000) AGOSTO > del 2% (> 20 frutti/1000) ALLA RACCOLTA 54

ESTINZIONE DELLE LARVE SVERNANTI GESTIONE AGRONOMICA In autunno, in presenza di un danno superiore al 2 % si consiglia di procedere con la distruzione delle mele colpite a terra attraverso la trinciatura Se applicato nelle condizioni idonee di temperatura e umidità, il prodotto a base di Steinernema carpocapsae (Nemasis C) può offrire una buona possibilità di contenimento Cydia molesta Nelle ultime stagioni gli attacchi di questo carpofago sono diventati più frequenti e in alcuni casi hanno determinato un danno significativo alla raccolta. I primi frutti colpiti si osservano generalmente tra la metà di giugno e inizio luglio in corrispondenza della seconda generazione dell insetto: con una sintomatologia simile a quella causata da C. pomonella. In altri casi i danni sono visibili in stagione più avanzata cioè verso l avvicinarsi della raccolta. Per quanto riguarda la strategia di difesa è stato osservato che trattamenti insetticidi realizzati in presenza di danni non sono più in grado di contenere l insetto e di ridurre l incidenza dei frutti alla raccolta. Pertanto, laddove siano individuati zone o appezzamenti più a rischio è necessario mettere in campo una difesa di tipo preventivo attraverso l uso della confusione sessuale che, in particolare su pero, ha dato nel corso di questi anni ottimi risultati. PIRALIDE (Ostrinia nubilalis) La presenza, anche a distanza, dell ospite primario (mais) risulta condizione predisponente. Infatti, la trebbiatura di fine estate comporta lo spostamento dell insetto su altri ospiti secondari quali il melo e altri fruttiferi. La gravità di queste infestazioni è varia a seconda delle annate anche in dipendenza dal periodo di maturazione del mais, se si ha una trebbiatura precoce in agosto il rischio generalmente aumenta. Nelle zone a maggior rischio i monitoraggi con le trappole a cono di rete devono iniziare a partire dalla fine di luglio come per altro il controllo dell infestante Echinochloa crus-galli (Giavone) che predispone ulteriormente la presenza della piralide. STRATEGIA DI DIFESA CONSIGLIATA Limitatamente agli appezzamenti storicamente colpiti, eseguire un trattamento specifico (indoxacarb, clorantraniliprole) al raggiungimento del picco del volo (agosto). Fig. 9 Frutto bacato Fig. 10 Galleria con larva IN CASO DI ATTACCHI In presenza di danno qualsiasi intervento insetticida risulta vano. GESTIONE AGRONOMICA Tra le cause predisponenti gli attacchi da Piralide, oltre alla presenza di mais nelle vicinanze, sono le piante infestanti nel appezzamento come il Giavone (Echinochloa crus-galli); pertanto, si raccomanda di tenere puliti il più possibile i filari e le capezzagne. 55

INSETTI RICAMATORI La presenza di danni da ricamatori, rispetto a circa un decennio fa, si è ridotta notevolmente. Tuttavia, vi sono zone del territorio storicamente più a rischio nelle quali occorre monitorare attentamente l evoluzione biologica di questi insetti intervenendo se necessario. Per quanto riguarda i ricamatori post fiorali, Pandemis spp. - Archips spp., si segnala una riduzione della loro pressione mentre gli attacchi di Eulia risultano più frequenti e per questa ragione si dà di seguito una trattazione più completa. EULIA (Argyrotaenia ljungiana) Questo insetto colpisce principalmente i meleti adiacenti le colture cerealicole e in alcuni casi provoca seri danni alla produzione. La difesa contro l Eulia necessita di un attento monitoraggio con trappole a feromoni e controlli visivi che evidenzino la presenza di uova e larve di I - II e III GEN. La lotta contro l Eulia, non è generalizzabile a tutti i frutteti ma a quelli storicamente interessati, in primis quelli adiacenti alle colture cerealicole (grano ecc). STRATEGIA DI DIFESA CONSIGLIATA La strategia di difesa chimica va realizzata appena accertata la presenza in campo di ovature o larve di I e II generazione impiegando insetticidi ovo-larvicidi e larvicidi della tabella seguente. IN CASO DI ATTACCHI Solamente in presenza delle prime rosure è possibile limitare la perdita economica con un intervento larvicida tempestivo. Nel caso siano già presenti danni evidenti sui frutti l intervento risulterà vano! Tab. 5: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa dall Eulia Categoria insetticidi Ovo - larvicida Principio attivo Prodotti Dose g-ml/hl Carenza (gg) metossifenozide Prodigy ecc 40 14 tebufenozide Mimic ecc 60 14 clorantraniliprole Coragen 18-20 14 clorpirifos metile Reldan 22 ecc 200 15 Epoca di applicazione I e II generazione ad inizio ovideposizione. Larvicidi indoxacarb Steward 16,5 7 emamectina benzoato spinosad Affirm 300 7 Laser 30 7 Success ecc 100 7 Su larve giovani di I, II e III generazione. bacillus thuringensis Costar wg ecc 100 3 Difesa con il metodo della confusione Oltre alla difesa di tipo chimico è possibile utilizzare il metodo della confusione sessuale con i seguenti modelli di erogatori: Isomate C LR (Shin-Etsu) e il modello Rak 3 + 4 (Basf). Questi 2 modelli non sono specifici per ricamatori ma contengono entrambi il feromone per Cydia pomonella e per i ricamatori. 56

ATTENZIONE: Spesso l esito dell applicazione della confusione sui ricamatori non è soddisfacente. Infatti, l Eulia svolge la 1 generazione nei cereali adiacenti e nel corso del periodo estivo si verifica una migrazione di femmine già fecondate all interno del meleto nel quale è applicata la confusione. E dunque necessario programmare un intervento mirato su segnalazione del centro di consulenza sulle file di bordo per impedire l avvio della nuova generazione Fig. 11 Frutti con rosure INSETTI FILLOMINATORI I due principali fillominatori presenti sul territorio piemontese sono il Cemiostoma e il Litocollete. Quest ultimo raramente determina un danno alle piante mentre il Cemiostoma, se non adeguatamente controllato, risulta decisamente più temibile e di seguito si riportano i consigli per controllarlo efficacemente. CEMIOSTOMA (Leucoptera malifoliella) Annualmente si osservano infestazioni di cemiostoma laddove la strategia di difesa seguita non è stata puntuale. Come noto, la prima fase della stagione (post - fioritura) necessita di una particolare attenzione per questo fillominatore che nei casi più gravi può compromettere pesantemente il raccolto riducendo l attività fotosintetica delle piante. Fig. 12 Mine su foglie STRATEGIA DI DIFESA CONSIGLIATA IN CASO DI ATTACCHI La difesa contro il Cemiostoma va realizzata sulla I generazione appena accertata la presenza delle ovature utilizzando i p.a. indicati nella tabella seguente. Il monitoraggio del volo dell insetto e i controlli visivi risultano fondamentali al fine di individuare le ovature e il picco del volo dell insetto (I gen.). In caso d infestazioni di 1 generazione risultano vani i tentativi di lotta curativi. Nella 2-3 generazione si ha una sovrapposizione degli stadi biologici e la presenza di larve protette dalle loro stesse mine e da bozzoli sericei rende vana la strategia di difesa. 57

Tab. 6: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa del Cemiostoma Chitino - inibitori Principio attivo Prodotti Dose g-ml /hl Carenza (gg) triflumuron Alsystin 25 28 diflubenzuron Indipendent 25 pb 60 45 acetamiprid Epik 100 14 Epoca di applicazione Ad inizio ovideposizione Neonicotinoidi imidacloprid Confidor ecc 50 28 thiametoxan Actara 25 wg ecc 30 14 A schiusura uova Gruppo RRM clorantraniliprole* Coragen 18-20 14 Ad inizio ovideposizione Avermectine Bio-insetticidi emamectina benzoato* spinosad Affirm 300 7 Laser 30 7 Success ecc 100 7 Sulle larve di I e II generazione * Risulta altresì efficace il prodotto con la miscela dei due p.a. (Voliam Targo) AFIDI Tra gli afidi che colpiscono il melo l afide grigio è quello che necessita di un controllo più attento in quanto in caso contrario, già dall allegagione, si osservano danni sui frutticini. L afide verde, come noto, è favorito dalla spinta vegetativa delle piante e in taluni casi la sua melata risulta fonte di danno ma generalmente con piante equilibrate non si hanno particolari problemi. L afide lanigero è in aumento sul territorio e occorre porre particolare attenzione nel suo controllo onde evitare una riduzione delle gemme fertili per l anno successivo. Fig. 13 Colonia di Afide grigio su foglia AFIDE GRIGIO (Dysaphis plantaginea) Per il controllo e contenimento del rincote è necessario seguire attentamente le seguenti indicazioni: STRATEGIA DI DIFESA CONSIGLIATA Sono strettamente necessari 2 trattamenti mirati: - Il primo, in pre-fioritura, utilizzando pirimicarb, flonicamid, azadiractina o tau fluvalinate (quest ultimo p.a. svolge un azione collaterale contro i ricamatori del melo). - Il secondo, in post fioritura, utilizzando i p.a. precedentemente citati (eccetto il tau fluvalinate) o un neonicotinoide (imidacloprid, thiametoxan, acetamiprid, clotianidin) altresì attivo nei confronti dei fillominatori o spirotetramat (Movento 48 SC). IN CASO DI REINFESTAZIONI In presenza di reinfestazioni fine primaverili/estive, determinate nella maggior parte dei casi da una non corretta difesa pre e post fiorale, sarà necessario completare il controllo dell insetto con un ulteriore intervento tenendo conto delle limitazioni presenti sul disciplinare di produzione PSR. 58

Tab. 7: Sostanze attive contro l afide grigio piretroidi pyridinecarboxamide azoto - organici neonicotinoidi Principio attivo fluvalinate flonicamid Formulato commerciale Klartan 20 ew ecc Teppeki ecc Dose g-ml/hl 40 600 ml/ha 9.3 140 g/ha Carenza - 21 Limitazioni e note Al massimo 1 trattamento all anno e solo in pre - fioritura Max 2 trattamenti all anno indipendentemente dall avversità (1 solo contro l afide grigio) pirimicarb Pirimor 17.5 200 14-15 clotianidin* Dantop 50 wg 14 Prodotti in alternativa 225 g/ha tra loro, al max 2 imidacloprid* Confidor ecc 50 28 trattamenti all anno 30 indipendentemente thiametoxan* Actara 25 wg 14 450 g/ha dall avversità, 1 solo nel acetamiprid Epik 130 14 caso si utilizzi thiacloprid ketoenoli spirotetramat Movento 48 sc 250 21 Max 1 trattamento all anno indipendentemente dall avversità e dopo la fioritura Neemazal BIO - azadiractina 200 3 - T/S insetticidi olio minerale vari 200-300 20 - *ATTENZIONE: QUESTI NEONICOTINOIDI POSSONO ESSERE UTILIZZATI ESCLUSIVAMENTE DOPO LA FASI DELLA FIORITURA! AFIDE LANIGERO (Eriosoma lanigerum) Negli impianti più vigorosi in piena produzione si osservano spesso infestazioni estive. Questo afide tende a risalire la chioma a fine primavera (giugno) ed è proprio in questa fase che va focalizzata l attenzione sia nel monitoraggio sia nell eventuale difesa. Di seguito sono presentati i consigli da seguire per limitarne la presenza: Fig. 14 Colonia di afide lanigero GESTIONE AGRONOMICA E necessario predisporre quegli accorgimenti agronomici che limitino la presenza dell insetto come l elevata vigoria e l eccessivo ombreggiamento. Si consiglia quindi di ridurre le concimazioni azotate che favoriscono la spinta vegetativa delle piante. IN CASO DI ATTACCHI In caso di gravi infestazioni, dove non sia presente il limitatore naturale di questo afide, l Aphelinus mali, si consiglia di eseguire un trattamento specifico con thiametoxan o spirotetramat. Eventuali trattamenti contro Carpocapsa e/o ricamatori con clorpirifos metile, svolgono altresì un effetto collaterale nei confronti del lanigero. 59