IL MELO N 5 del 25 luglio 2017

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1 IL MELO N 5 del 25 luglio 2017 Fase fenologica In tutte le zone e su tutte le varietà la fase fenologica è quella di ingrossamento frutti, con diametri compresi tra i 40 ed i 60 mm. Interventi di difesa estivi: ticchiolatura del melo Anche il 2017, come la stagione precedente, non è risultato particolarmente problematico per le infezioni di ticchiolatura: in base al programma previsionale RimPRO, nella principale zona melicola lombarda, la Valtellina, l infezione teorica più grave della stagione è stata segnalata verso la fine di aprile (76,8 mm di pioggia in quattro giorni), a cui però non ha fatto seguito un esplosione di macchie di ticchiolatura, prevista verso la metà di maggio. Le scarse precipitazioni del mese di maggio non hanno in seguito favorito lo sviluppo di ulteriori infezioni primarie, che si possono considerare del tutto terminate, per l esaurimento dell inoculo svernante, nella prima settimana di giugno. La presenza di germogli infetti si può generalmente osservare solo in frutteti non trattati correttamente o in particolari posizioni degli stessi, dove l atomizzatore non lavora in modo ottimale. Nei frutteti dove non si riscontrano particolari problemi, in questo periodo è sufficiente ripristinare le coperture impiegando prodotti di contatto come captano, dithianon o trifloxistrobin, ad intervalli cadenzati sulla base degli eventi atmosferici (questi prodotti si possono considerare dilavati dopo

2 circa 40 mm di pioggia). Dove invece si riscontrano attacchi recenti di ticchiolatura (si può considerare tollerabile una soglia rappresentata da circa un 2% di germogli infetti) è necessario ridurre gli intervalli tra i trattamenti a giorni, specie sulle varietà maggiormente sensibili alle infezioni secondarie del patogeno come Morgenduft, Golden delicious e Pink lady. Nei frutteti a CONDUZIONE BIOLOGICA, al termine delle infezioni primarie si possono sospendere i trattamenti tempestivi con il polisolfuro di calcio e passare a trattamenti con formulati a base di rame a bassa dose (10-15 g/hl), per evitare fitotossicità soprattutto sulle varietà come Golden delicious, cadenzati sulla base delle piogge dilavanti. In alternativa, si possono impiegare formulati a base di zolfo alla dose di ml/hl (il f.c. Thiopron è attualmente l unico prodotto a base di zolfo che riporta in etichetta l avversità ticchiolatura) o di bicarbonato di potassio (p.a. ad azione preventiva che presenta una buona efficacia antioidica, seguire attentamente quanto indicato in etichetta per evitare fenomeni di fitotossicità). Questi principi attivi potrebbero anche essere impiegati in frutteti non biologici con ridotta presenza di infezioni, per ridurre l impatto ed i residui dei prodotti fitosanitari di sintesi. Interventi di difesa estiva: oidio Con la fine delle infezioni primarie cessa generalmente anche l impiego di prodotti antiticchiolatura in grado di contenere contestualmente anche l oidio del melo (Podosphaera leucotricha, forma agamica Oidium farinosu) quali, ad esempio, gli IBS. Tra i principi attivi sopra citati, solo il trifloxistrobin è dotato di questa proprietà; in presenza di condizioni predisponenti alla malattia (gravi attacchi negli anni precedenti, andamento climatico caldo e afoso, meleti collinari e di montagna), in alternativa dovrebbero essere effettuati trattamenti preventivi con formulati a base di zolfo, soprattutto sulle varietà molto sensibili quali Braeburn, Elstar, Cripps Pink, Jonagold, Pinova, Modì, Morgenduft, ecc. Un notevole aiuto nel contenimento della malattia è rappresentato dall asportazione tramite taglio o strappo degli apici dei germogli colpiti, sia durante la potatura invernale che nel corso della stagione vegetativa. Questa pratica deve essere adottata anche nei meleti a CONDUZIONE BIOLOGICA, nei quali l unico principio attivo utilizzabile risulta essere lo zolfo. Interventi di difesa estiva: alternaria del melo Nei frutteti dove sono stati osservati sintomi negli anni precedenti, già a partire dalla post-fioritura può essere consigliato l inserimento nei programmi di difesa di prodotti efficaci contro l alternaria

3 (Alternaria alternata (Fr.) Keissel), fungo ascomicete in grado di produrre su alcune varietà di melo tossine che provocano la comparsa sulle foglie di macchie con aspetto argentato e diametro variabile da alcuni millimetri a 2 o 3 centimetri, talvolta circondate da un bordo violaceo, che in seguito possono degenerare in necrosi e provocare una caduta anticipata delle stesse. Sui frutti si osservano invece delle tacche necrotiche di diametro variabile da 1/2 mm ad alcuni mm, talvolta circondate da un anello di color marrone o rossastro, al di sotto delle quali si può formare una leggera suberificazione. Questo patogeno, il cui ciclo biologico non risulta ancora del tutto chiaro, può essere particolarmente dannoso col passare del tempo, in quanto è in grado di incrementare anno dopo anno la quantità di inoculo presente nell ambiente. Le precipitazioni estive che cadono in presenza di temperature superiori a 20 C dovrebbero essere coperte preventivamente con fungicidi attivi anche contro l'alternaria, soprattutto su varietà molto sensibili quali quelle del gruppo Gala, sulle quali sono state osservate infezioni molto precoci a livello calicino; per quanto riguarda i principi attivi disponibili, si riportano nella tabella seguente quelli inseriti nei disciplinari regionali di difesa integrata e impiegabili nel periodo estivo: Principio attivo Gruppo chimico /codice FRAC Caratteristiche del formulato Strategia antiresistenza Boscalid SDHI / 7 Translaminare Necessaria Pyraclostrobin Strobilurine QoI / 11 Translaminare Necessaria Fludioxonil Fenilpirroli / 12 di copertura Necessaria Attivo anche contro Oidio Malattie da conservazione Ticchiolatura Oidio Malattie da conservazione Gli interventi contro la ticchiolatura con pyraclostrobin+boscalid sono in grado di controllare direttamente e indirettamente questo fungo. Interventi specifici possono essere eseguiti con boscalid da solo o con fludioxonil, utili soprattutto in prossimità della raccolta grazie al ridotto

4 tempo di carenza di questa molecola (3 giorni) e sfruttando in questo modo a sua azione collaterale contro altre malattie da conservazione. Tenuto conto che, comunque, nessun fungicida sembra essere in grado di contenere totalmente l infezione, nelle zone interessate dal patogeno è necessario approntare strategie che prevedano il ricorso non solo a più formulati scelti e posizionati in base all efficacia mostrata anche nei confronti di altre malattie del melo (ticchiolatura in particolare), ma anche l adozione di tecniche colturali che aiutino a limitare le condizioni predisponenti la malattia. Tra le pratiche che possono avere un effetto nel ridurne l incidenza ricordiamo: dal momento che il fungo si può sviluppare anche su substrato vegetale non più vitale, sarebbe importante stimolare la degradazione della sostanza organica (foglie e frutti caduti a terra, residui di potatura), ad esempio tramite lo sminuzzamento con una trinciatrice a martelli effettuato in autunno o ad inizio primavera; nei frutteti soggetti a forti attacchi di alternaria si dovrebbe evitare, in estate, l'irrigazione sovrachioma; il passaggio all'irrigazione a goccia ha evidenziato, infatti, vantaggi maggiori rispetto ad un'intensa serie di interventi di difesa. Tali pratiche assumono un ruolo ancora più importante nel caso della CONDUZIONE BIOLOGICA, dal momento che in questo caso non sono utilizzabili i principi attivi precedentemente citati. Attualmente sono in corso delle sperimentazioni per individuare sostanze ammesse in agricoltura biologica (argille acide, sali di rame, estratti di alghe, ecc.) che abbiano una qualche efficacia nel contrastare la malattia. Interventi di difesa estiva: carpocapsa In questo periodo si è prossimi all inizio o è già iniziato il volo della seconda generazione della carpocapsa (Cydia pomonella), per cui nelle zone dove non viene attuata la confusione sessuale risulta necessario monitorare il volo tramite le trappole a feromoni per poter intervenire tempestivamente. Il controllo delle trappole dovrebbe anche essere integrato da campionamenti visivi per valutare l entità dell ovideposizione (le uova sono relativamente grandi e quindi facilmente individuabili cercandole sui frutticini delle parti più ombreggiate della chioma) o la presenza di fori iniziali di penetrazione su frutti: incrociando i dati dei diversi sistemi di monitoraggio è possibile impostare una strategia di difesa adeguata alle condizioni specifiche di ogni singolo frutteto, anche in considerazione della storia dell azienda e dei problemi emersi nelle annate precedenti.

5 Al superamento della soglia di intervento, fissata in 2 adulti per trappola in 1 o 2 settimane o nell 1% di fori iniziali di penetrazione su almeno 100 frutti/ha, è possibile utilizzare un prodotto ad attività ovi-larvicida quale il clorantraniliprole (se non già utilizzato sulla prima generazione) ripetendolo a distanza di circa 14 giorni, eventualmente seguito da larvicidi (Virus della granulosi, emamectina benzoato, fosmet, spinosad) in funzione dell andamento del volo. In alternativa, si possono impiegare direttamente prodotti con azione larvicida, lasciando trascorrere 6-7 giorni dal superamento della soglia. Anche per questa seconda generazione bisognerà prevedere una sequenza di trattamenti in funzione della durata del volo, alternando i prodotti secondo una tempistica che è in funzione delle caratteristiche dei formulati utilizzati e sempre con un occhio di riguardo alla loro selettività nei confronti degli insetti e acari utili. In AGRICOLTURA BIOLOGICA il principale e più efficace metodo di controllo della carpocapsa è rappresentato dalla confusione sessuale o, in seconda scelta, dal metodo del disorientamento, adottabile anche in zone o aziende non idonee alla confusione sessuale. Qualora si decidesse di non applicare tali tecniche la difesa contro questo lepidottero può essere attuata, sempre previo monitoraggio del volo tramite le trappole a feromoni e tempestivi campionamenti sui frutti per individuare eventuali fori di penetrazione larvali, utilizzando i seguenti principi attivi: virus della granulosi: agisce sulle larve per ingestione dei granuli e ha una persistenza di 8-10 giorni, il miglior momento d intervento è alla schiusa delle uova; Spinosad: è una sostanza attiva di origine naturale derivante da alcune tossine prodotte dal batterio Saccharopolispora spinosa, che agisce sul sistema nervoso di molti insetti in maniera diversa da altri principi attivi, riducendo quindi i rischi di resistenza. Sulla carpocapsa ha un azione di tipo larvicida; olio bianco estivo: utilizzato in trattamenti precoci in miscela con il virus della granulosi, ne migliora l efficacia e permette di ottenere anche una buona azione ovicida. Andamento meteorologico Per le informazioni agrometeorologiche, e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: (aggiornato ogni martedì); ne/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con ARPA Lombardia

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