Posti in cima ad alte rocce a picco, un tempo accessibili solo per mezzo di scale a corda, fa bella mostra di sé l originale complesso dei Monasteri delle Meteore, nella regione della Tessaglia già il nome Metéoros che significa innalzato tra i cieli è chiarificatore..
Un tempo questi Monasteri erano ben ventiquattro, situati sul posto di eremi primitivi, oggi, di conservati, ne restano solo sei, gli altri sono ormai ruderi ed imponenti rovine.
l Il fascino di questi monasteri non è solo legato all eccezionale valore storico, artistico, ma soprattutto alla bellezza dello scenario naturale, tormentato e surreale...
...con guglie e piattaforme di pietra, scolpite dall erosione, al suo insieme pittoresco e nello stesso tempo maestoso.
Posando lo sguardo su queste rocce, che sorreggono, a grande altezza i Monasteri, vertiginosi nidi d aquila, avvertiamo quasi un senso di timore ma anche di ammirazione riverente e ci sentiamo portare al di là del tempo e dello spazio ripercorriamo secoli e secoli di storia, ci spostiamo intorno al X secolo a. C. data dei primi stanziamenti.
Rivediamo allora i vecchi anacoreti, rifugiatisi in questi luoghi dopo aver rifiutato i beni del mondo, per trovare, pregando, la pace psichica.
La loro vita di privazioni, di sofferenze, di dialogo con il silenzio era allietata dallo spettacolo di un paesaggio grandioso e selvaggio, imponente e inaccessibile che aveva il potere di avvicinarli all infinito dell eternità e quindi al Creatore.
Molti di questi eremiti lasciarono in questo luogo il loro ultimo respiro dimenticati da tutto e da tutti.
I veri e propri monasteri arrivarono più tardi, forse intorno all XI secolo e allora sulle cime di queste rocce altissime, tra la terra e il cielo, furono edificate anche bellissime chiese.
I monaci con il passare degli anni, in questi posti alti e difficilmente raggiungibili, si sentivano sicuri dalle incursioni dei briganti e dai malfattori che, in ogni tempo, hanno sempre abbondato.
Ma come si arrivava in vetta a queste rocce meteoritiche? Si racconta che i primi eremiti vi salivano aiutati da ponteggi, appoggiati su travi conficcate in buchi dentro la roccia. Più tardi questo rudimentale modo, venne sostituito da scale a pioli, o ancora da scalette o passerelle tagliate nella roccia che provocavano sensi di vertigine ai poco atletici scalatori allora quelli che non avevano il coraggio di osare l ascesa in quel modo, venivano issati con una rete.
Mezzora durava il percorso, mezzora di angoscia e paura!! Immaginate il sacco ondeggiante nel vuoto, sospinto di qua e di là dalle raffiche del vento, issato da rudimentali carrucole, mentre le corde, tese nello sforzo, stridevano, minacciando da un momento all altro di rompersi, facendo piombare il malcapitato nel vuoto!
Ora tutto è più semplice: ci sono viottoli sterrati ed asfaltati, ponti, gradini anche in buono stato, eppure l emozione di salire è sempre grande ed un senso di vertigine assale colui che dall alto spinge lo sguardo sulla strada sottostante.
All interno dei monasteri poi, la fede assoluta in Dio ha ispirato i monaci, portandoli a manifestazioni artistiche che ancora oggi ci lasciano senza fiato: pitture murarie, icone portatili, sculture di legno, soprattutto elaborate croci ed inginocchiatoi, codici e manoscritti preziosi, ornano le piccole chiese dei vari conventi e accanto a questa produzione, vengono conservate le varie donazioni in oro, argento, madreperla, di devoti pellegrini, grati per aver ottenuto una grazia o semplicemente per devozione verso gli umili anacoreti.
E oggi i visitatori, all interno di queste chiese, si sentono riempire l anima di compunzione; l atmosfera, pur buia è trascendentale, e la poca luce illumina le immagini dei visi ascetici dei santi con la loro barba bianchissima, quelle sofferenti di Cristo in croce, quelle dolci e tenere della maternità.
Il più vasto tra i tanti Monasteri è il Megalo Meteoron Metamorfosis o Convento della Trasfigurazione, edificato su una specie di ciclopico Menhir..
...come tanti altri questo è famoso per avere una bella chiesa del XIV secolo e ancora una cinquantina di celle, dove vivono ancora alcuni monaci.. le celle più piccole che si affacciano nel vuoto, ci hanno raccontato che erano destinate ai poveri monaci colpevoli di lassismo nella loro vita religiosa.
Un altro dei monasteri che ha il potere di rimanere nella mente e nel cuore è, a mio avviso, Vaarlam, edificato dall eremita omonimo che in cima a questa roccia costruì alcune celle, visse completamente solo, vestito di stracci, pregando fino alla fine dei suoi giorni. In seguito altri monaci edificarono dove era la sua cella, un convento imponente e ricco, un modello conviviale.
Quando i primi raggi del sole, all alba, brillano sul cielo delle Meteore, l eco dolce della campana, misto ai canti degli uccelli, annuncia la nascita di un nuovo giorno di preghiera, i meditazione, di ascesi! leggiamo tra le scritte di un piccolo museo e durante la visita, sembra di sentire proprio questo suono e ci si avvicina alla campana ormai muta, si percorrono gli scalini verso la chiesa, si guarda oltre la valle arida brulla e si è assorbiti dall atmosfera di un tempo che pare non avere fine.
Ma oltre Vaarlam, e Megalo Meteoro Metamorfosis, possiamo ricordare tutti gli altri Monasteri: Aghios Stefanos, esteso e ricco d arte
Aghios Nicolaos Anapafsos, chiamato anche San Nicola del riposo...
...con i suoi angoli suggestivi riparati dalle rocce incombenti
...il piccolo ma suggestivo per la sua posizione isolata, Aghios Russanu,
...e infine Aghia Trias, essi sono da menzionare, perchè pur essendo abbastanza simili, sono nello stesso tempo, unici, posti sulle sacre rocce di Meteora, pulsanti di vita, di storia e di valore artistico.