PERCORSI TURCHI A GENOVA TURCHI A GENOVA TRA SACRO E PROFANO Palazzo Lomellini Patrone, Largo della Zecca Il palazzo venne realizzato intorno al 1619 per Giacomo Lomellini, membro della famiglia che governava l isola di Tabarca, importante caposaldo per il commercio con i turchi, oltre che per la pesca del corallo. Giacomo era cugino di Filippo Lomellini, il cui nome compare spesso nei documenti dell Archivio Segreto relativi ai commerci con il Levante. Negli affreschi del piano nobile, che illustrano la storia di Ester e Assuero, opera di Domenico Fiasella, sono raffigurati numerosi personaggi in abiti turchi. Domenico Fiasella, Affreschi con Storie di Ester, 1620 ca
Chiesa della SS. Annunziata del Vastato, Piazza dell Annunziata Giulio Benso e Giovanni Battista Carlone, Presentazione al tempio; Gesù tra i Dottori, affreschi sulla parete destra del presbiterio Giovanni Battista Carlone I santi Simone e Giuda in Persia Affresco sulla volta della navata destra, seconda campata Negli affreschi che compongono il ciclo decorativo del presbiterio e della navata destra della chiesa dell Annunziata del Vastato, da poco restaurati, il grande pittore Giovanni Battista Carlone (Genova, 1603 1683/84) inserisce numerose figure di Turchi e di altri Orientali, indagandone minuziosamente gli abiti e gli ornamenti.
Palazzo Cattaneo Adorno, Via Garibaldi 10 Costruito per Giacomo e Lazzaro Spinola, il palazzo divenne proprietà degli Adorno nel 1609. All importante ruolo svolto dalla famiglia nell ambito degli scambi commerciali tra Genova e il Levante allude la decorazione pittorica realizzata da Lazzaro Tavarone nel 1624, che inserisce nella raffigurazione di episodi avvenuti nel lontano passato medievale figure di Turchi abbigliati secondo la moda del suo tempo. Lazzaro Tavarone, Raffaele Adorno conquista l isola di Gerba
Oratorio di San Giacomo della Marina, Via Mura delle Grazie Giovanni Battista Carlone San Giacomo condotto al martirio risana un paralitico, 1646 Olio su tela Nei dipinti dell Oratorio di San Giacomo alla Marina il ruolo del Santo come paladino della fede cristiana viene spesso messo in evidenza mediante la contrapposizione con personaggi abbigliati alla maniera turca. Nel dipinto di giovanni Battista Carlone è ben leggibile anche il prezioso tessuto con cui è confezionato il caftano indossato dalla figura all estrema destra.
I GENOVESI E IL GRAN TURCO TRA GUERRA E DIPLOMAZIA: AMMIRAGLI, AVVENTURIERI, MERCANTI E DIPLOMATICI Villa del Principe, Piazza del Principe, 4 Dimora-simbolo di uno dei protagonisti della complessa storia dei rapporti tra Genova e il mondo ottomano nel XVI secolo, la villa fatta costruire a partire dal 1529 da Andrea Doria, ammiraglio della flotta imperiale, ospita anche importanti testimonianze della drammatica lotta contro i Turchi, come la serie di arazzi sulla Battaglia di Lepanto.
Palazzo di Marcantonio Giustiniani Piazza dei Giustiniani, 6 Domus magna della famiglia che aveva in suo potere l isola di Chio, ultima colonia genovese nel Levante, conquistata dai Turchi nel 1566, il palazzo sorge in prossimità di altri edifici appartenuti ai Giustiniani, lungo l asse viario che da loro prende il nome. L antica casata fu per secoli protagonista della fitta rete di scambi politici, commerciali, culturali e diplomatici con il mondo ottomano.
Palazzo De Franchi Piazza della Posta Vecchia 2 Il nome dei De Franchi è collegato ad una importante missione diplomatica cinquecentesca, volta a ristabilire pacifici rapporti commerciali con l Impero Ottomano. Il ruolo di mediatore fu affidato dal Governo della Repubblica a Francesco De Franchi, del ramo dei De Franchi-Tortorino, mercante, residente a Chio e profondo conoscitore del Levante, che tra il 1556 e il 1558 si adoperò con ogni mezzo per ottenere la stipula di un trattato. Fu affiancato da Giovanni De Franchi, che avrebbe dovuto ricoprire la carica di ambasciatore genovese a Costantinopoli. Palazzo di Sinibaldo Fieschi, Via San Lorenzo, 17 Dimora di famiglia di Sinibaldo, residente a Costantinopoli dal 1666 al 1675 e figura emblematica dei rapporti tra Genova e la Sublime Porta nel XVII secolo. Acuto conoscitore del mondo ottomano, il Fieschi venne però accusato dal governo della Repubblica di malversazioni e spese eccessive. Al ritorno dalla Turchia, dopo una serie di alterne vicende, terminò la sua vita in Francia, alla corte di Luigi XIV.
Palazzo Durazzo (Reale), Via Balbi 10 Dimora di Giovanni Agostino Durazzo, inviato straordinario della Repubblica genovese alla corte ottomana, che nel 1666 concluse con successo una difficile missione diplomatica, ottenendo dal Sultano la stipula di un trattato che accordava ai Genovesi la libertà di commerciare e di transitare nelle terre dell Impero.