Nel pellegrinaggio di quest anno tante occasioni per arricchire la fede



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Nel pellegrinaggio di quest anno tante occasioni per arricchire la fede RIFLESSIONE di mons. Luigi Moretti assistente ecclesiastico nazionale ornando dal pellegrinaggio nazionale dell Unitalsi ho voluto ringraziare il Signore per tutte le persone che ho incontrato in quelle splendide giornate trascorse a Lourdes. Ogni pellegrinaggio, anche quando si ripete di anno in anno, è sempre diverso da tutti i precedenti, non solo perché ha un tema diverso, ma soprattutto perché si incontrano e si conoscono delle persone nuove. Nuovi volti si aggiungono a quelli che già conosciamo, nuove storie di vita, nuovi contatti, nuovi auguri da scambiare con affetto e nostalgia in occasione del Natale. Ho ringraziato di vero cuore il Signore, perché sono stato a contatto con la vita vera. Una vita vera che, in tante famiglie, significa una croce quotidiana, eppure quanto si impara da chi convive con la croce! E un invito che faccio a noi tutti: cerchiamo di non perdere mai tutte le occasioni per far esperienza diretta della vita vera, incontriamoci tra persone, condividiamo la nostra vita, arricchiamoci condividendo la nostra fede. Può sembrare un invito particolare il mio, ma oggi più che mai rischiamo di perdere il senso della realtà, imbevuti come siamo dal mondo televisivo che ci fa credere di essere aggiornati su tutto in tempo reale. Quante famiglie ho incontrato, a Lourdes, completamente diverse da quelle che ci vengono presentate in televisione. Quante idee pulite, sane, ho ascoltato! Quanto altruismo, quanto desiderio di realizzare la propria vita attraverso il dono di se stessi. Sì, ho ammirato tante persone che realizzano veramente la loro felicità personale donandosi agli altri (i loro familiari innanzitutto) e non prendendo solo per se stessi. Questa di cui ho appena parlato è la vera vita in diretta, in cui tutto è verissimo, prendendo in prestito i titoli di certe trasmissioni di informazione ed intrattenimento che tanti di noi guardano nel pomeriggio dei giorni feriali Quest anno per me il pellegrinaggio nazionale a Lourdes ha assunto anche un connotato personale particolare. Sono stato chiamato dal Papa a guidare la Diocesi di Salerno, Campagna, Acerno. In quel momento mi sono sentito come un vero pellegrino: avrei dovuto lasciare una realtà ben conosciuta come la Diocesi di Roma per andare in una Diocesi di cui non sapevo nulla. Non ero mai stato a Salerno nemmeno come turista prima di allora e rimettersi in gioco non è stato così immediato, nessuno di noi è fatto di pietra, abbiamo tutti la necessità di sicurezze e di punti fermi anche solo per la nostra esistenza quotidiana. Il Signore, attraverso i fatti della nostra vita, spesso ci ricorda che il punto fermo è lui. Fidandoci di lui, della sua volontà, del suo disegno d amore su di noi, possiamo trovare la gioia di fondo nella vita e la serenità con cui affrontare le piccole cose di ogni giorno. E proprio quello che vivo oggi nella città di Salerno ed in tutta la Diocesi, dove ho trovato tanto calore umano e tanta fede nel Signore Gesù. 3

SPECIALE NAZIONALE Paura e speranza Il benvenuto del presidente nella celebrazione eucaristica B envenuti. Benvenuti al nostro pellegrinaggio Nazionale 2010 che abbiamo aperto con questa straordinaria celebrazione eucaristica. Vi do il benvenuto mio, dei vice Presidenti Nazionali, di tutti i Presidenti di sezione d Italia, di tutti i nostri assistenti, del vice Assistente Nazionale, i responsabili, di Monsignor Moretti nostro Assistente Nazionale che ci raggiungerà domani. Benvenuti ai nostri amici ammalati, ai volontari, a tutti i pellegrini, ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, insomma benvenuti davvero a tutti. Benvenuti a coloro, che hanno scelto il pellegrinaggio Nazionale dell Unitalsi per vivere una esperienza di ricerca di Dio. Il cuore, il centro di questi giorni sarà ancora una volta Cristo Signore, morto e risorto, sommerso dalla sofferenza della Croce come tanti nostri amici disabili, tanti nostri amici ammalati, come i nostri indimenticabili amici di Soverato che 10 anni fa hanno perso la vita mentre erano in vacanza insieme (ammalati e volontari). Cristo sommerso, ma non per sempre. Perchè questo è l annuncio straordinario che ci ripeteremo in questi giorni carichi di stupore e di gratitudine. Siamo a volte sommersi dalla sofferenza, dalla preoccupazione per il futuro, dall angoscia di un presente che ci sfugge. Siamo sommersi, ma non lo siamo per sempre. Siamo addolorati, ma non è questo il nostro destino. Siamo impauriti, ma c è un uomo che salva, un uomo che è risorto un uomo che è presente qui, ora, sempre, per dare ad ogni nostro istante il valore e la gioia della vita. Ognuno di noi è arrivato a questo appuntamento portando con se la propria Croce, piccola o grande che sia. Ognuno di noi grida sulla Grotta di Massabielle il suo bisogno di speranza. Ma questa Croce che quest anno è centro del nostro cammino risplende di questa speranza, e se il dolore, presenza ineluttabile nella nostra storia, personale e associativa, il dolore e la Croce sono il principio di vita e non di morte. Il Signore, Lui solo, Lui sempre, trasforma i nostri passi sbandati in cammino verso la gloria; a riempire il nostro tempo in questi giorni e i nostri incontri non saranno le strategie per il futuro dell Unitalsi, ma sarà la strategia di Dio nei nostri confronti, il Suo Amore per ogni nostro respiro. È tempo di scegliere, se essere tiepidi custodi di una religiosità affannata che cerca di riempire col profumo di troppo incenso il vuoto di carità e di fraternità o diventare coraggiosi testimoni della tenerezza di Dio che costruisce pace, speranza e comunione per ogni uomo. È questo l augurio che vi faccio aprendo per l ultima volta il nostro pellegrinaggio Nazionale. Con grande gioia e gratitudine verso tutti, chiediamo a Dio la Sua forza, la Sua delicatezza, chiediamo a Dio la Sua tenerezza, il Suo perdono e la Sua gioia perchè ci sarà dato tutto in abbondanza. Vivete in pienezza questi giorni, nella serenità e nella pace. Ancora una volta. Pace. Sempre. Antonio Diella Presidente Nazionale 4

MONS. GESTORI: RISCOPRIRE IL SEGNO DELLA CROCE 152 anni fa la storia di Lourdes inizio proprio cosi, con il gesto della croce. Cosi mons. Gervasio Gestori, vescovo di San Benedetto del Tronto, ha salutato ieri sera i 13 mila pellegrini arrivati a Lourdes da ogni regione italiana per partecipare al pellegrinaggio nazionale dell Unitalsi sul tema Fare il segno della croce con Bernadette. I primi fedeli sono arrivati al santuario francese gia lunedi, ma l inaugurazione ufficiale del pellegrinaggio e avvenuta ieri sera, durante una funzione eucaristica celebrata nella Basilica sotterranea S.Pio X. Mons. Gestori ha sottolineato l importanza del segno della croce, comunione tra tutti i cattolici del mondo, di cui si dimentica spesso l importanza e il significato; un gesto poco sentito che i fedeli dovrebbero riscoprire. Il segno della croce, ha aggiunto, è il primo gesto, il primo insegnamento di Maria, che fa passare la paura alla giovane Bernadette per restituirle il coraggio. In questo pellegrinaggio nazionale dobbiamo vincere le paure per far crescere il coraggio. Ognuno di noi - ha affermato il presidente nazionale dell Unitalsi, Antonio Diella - e arrivato a questo appuntamento portando con se la propria croce, piccola o grande che sia. Ma il cuore, il centro di questi giorni, sarà ancora una volta Cristo Signore morto e risorto, immerso nella sofferenza sulla croce, come tanti numerosi bambini, come tanti numerosi amici ammalati, come i nostri indimenticabili 13 amici di Soverato, soci dell Unitalsi, che 10 anni fa hanno perso la vita, a causa di un alluvione, mentre erano in vacanza insieme.

SPECIALE NAZIONALE Fede e carità Celebrata da Mons. Scanavino la Messa internazionale Anche la nostra Chiesa rimane fedele al Vangelo, al mandato di Gesù: Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni (Mt 10,8). La sensibilità dell Unitalsi per i malati è la fedeltà della Chiesa al costante impegno di Gesù per tutti gli infermi, che ha cercato di incontrare e di guarire. Non si può scindere la vocazione cristiana dalla preoccupazione per gli ammalati e dalla loro cura per la guarigione. Purtroppo la nostra fede continua ad essere debole: non riusciamo a far rivivere i prodigi della Chiesa di Pentecoste, nonostante continuiamo a distribuire la pienezza dello Spirito nel rito perenne della cresima. Ai nostri ragazzi assicuriamo la cresima, ma non riusciamo a convincerli che la pienezza dello Spirito è in relazione alla pienezza della carità, e questa si distingue in particolare per la cura degli ammalati. Continuiamo a non capire. Se ci si dice che dobbiamo dare noi da mangiare alla folla, perché non svenga per strada, continuiamo a rispondere come i discepoli: Non abbiamo che pochi spiccioli, insufficienti per sfamare una moltitudine. Se ci troviamo di fronte allo storpio che chiede l elemosina, non dubitiamo neppure di avere quanto gli serve. Quando va bene, tiriamo fuori due spiccioli e proseguiamo il nostro cammino; non pensiamo neppure di avere a disposizione la stessa potenza guaritrice di Gesù, come Pietro dopo la Pentecoste: Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina (At 3,6). Accanto a una Chiesa così sfocata e formale, cerimoniosa, per fortuna ci sono anche 6 dei cristiani ricchi di generosità e di attenzione ai più piccoli e ai più poveri; giovani e adulti che continuano a privilegiare gli ammalati, come faceva Gesù. Non riescono ancora a rovesciare il sistema; purtroppo il dio denaro la fa sempre da padrone, anche nel mondo della Sanità. Ma la testimonianza genuinamente evangelica vissuta nel nome di Gesù è come un piccolo seme che piano piano fa fermentare la massa. Ce l ha confermato proprio domenica scorsa il profeta: È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà: Ecco, soccombe colui che non ha l animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede (Ab 2,3-4). Hanno ragione questi barellieri, queste Dame, sempre pronti a sorridere e ad offrire sostegno, fatica, affetto, uno spaccato di Vangelo che continua nel tempo e nutre speranza e fiducia. Le disgrazie, i terremoti, come le malattie, non sono il volto di Dio, ma possono essere l occasione anche favorevole per scoprire il volto di Dio nei terremotati e nei sofferenti; un occasione di grazia per scoprire il senso della vita e della propria missione. Aiutiamo i nostri ragazzi ad incontrare e a curare gli ammalati, a spendere buona parte del loro tempo libero accanto a chi, nella solitudine, non vede più trascorrere il tempo e non sa più che cosa sia un sorriso. Il Vangelo, la vita cristiana, comincia e continua da qui. A Lourdes o a Loreto, come in ogni santuario mariano, la Madonna ci conferma la meraviglia di questo stile: si comincia con il segno della croce con Bernardetta, per dare poi tutto ciò che siamo e abbiamo in perfetta letizia, molto più contenti di quando pensavamo solo a organizzare pazzamente il nostro fine settimana. Grazie, Unitalsi. (dalla Voce) Mons. Giovanni Scanavino Vescovo di Orvieto-Todi

SPECIALE NAZIONALE Città dei Progetti Uno stand per illustrare le iniziative dell Unitalsi U na città nella città: e quanto ha voluto ricreare l Unitalsi - spiega il vicepresidente dell associazione, Salvatore Pagliuca - allestendo a Lourdes La città dei progetti, un area in cui raccontare le proprie attivita ai 13 mila pellegrini attesi in questi giorni al santuario. Si tratta di una serie di stand, che rimarranno aperti per tutta la durata del pellegrinaggio nazionale dell associazione e che potranno essere visitati per conoscere da vicino la realta unitalsiana. A chi ci fara visita - dice Pagliuca - proporremo un excursus degli ultimi dieci anni di impegno quotidiano dell associazione sul territorio. Oltre all organizzazione dei pellegrinaggi, in questi anni abbiamo realizzato diversi progetti rivolti in particolar modo ai diversamente abili. Tra i progetti in itinere realizzati dalle sottosezioni dell Unitalsi, aggiunge Pagliuca, ci sono Volere volare, per permettere ai disabili di conseguire un brevetto di volo per aerei ultraleggeri, e Computer in un batter d occhi : Ai nostri soci con difficoltà - afferma il vice presidente dell Unitalsi - forniamo un software inventato da un ingegnere informatico affetto da tetraparesi spastica. Questa nuova invenzione permette di comandare il mouse con il solo battito di ciglia: in questo modo chattare e mandare e-mail diventa facile per tutti. Redazione 7

SPECIALE NAZIONALE Musical La passione di Cristo proposta a migliaia di fedeli I l tradizionale Pellegrinaggio Nazionale dell Unitalsi a Lourdes di fine settembre quest anno ha coinvolto in prima persona anche i giovani del Movimento Apostolico, che hanno rappresentato nella Chiesa di Santa Bernadette, la sacra rappresentazione Meditando la Passione, scritta, musicata e diretta da Cettina Marraffa. La delegazione del Movimento Apostolico è stata accompagnata dall Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Antonio Ciliberti, che ha presieduto le celebrazioni nella Grotta con la recita del Santo Rosario e la Santa Messa. Presente anche il catanzarese don Vincenzo Custo che da anni svolge il ruolo di cappellano nel santuario di Lourdes. Tanta la commozione dei presenti che non si sono risparmiati di applaudire e fotografare le scene toccanti e suggestive dell opera sacra, offerte da un cast non di attori professionisti, ma di persone impegnate nella società civile e nelle parrocchie. Dopo il saluto di don Gesualdo De Luca, assistente ecclesiastico della regione Calabria, è intervento il presidente nazionale dell Unitalsi Antonio Diella, che ha espresso una profonda gratitudine al Movimento Apostolico per aver reso viva una pagina del vangelo con la meditazione sulla Croce a cui l Unitalsi sempre guarda per trarne forza e vivere e sostenere i problemi e le difficoltà dei più bisognosi. A concludere la serata è stato Mons. Ciliberti che ha rivolto un paterno saluto a tutti i pellegrini, con un segno di particolare attenzione verso gli ammalati. Consentitemi - ha detto Mons. Ciliberti - di rivolgere un grazie al Signore il quale con l onnipotenza del Suo spirito ha suscitato questo Movimento, che attraverso i suoi giovani ha riproposto questa sera, in maniera mirabile, il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Vogliamo cogliere con questo messaggio una forza in più per poter testimoniare al mondo che Cristo è l unico salvatore, ieri, oggi e sempre. Per molti giovani e fedeli l esperienza di Lourdes rimarrà una pagina memorabile per la propria vita, poiché oltre a visitare i luoghi di Santa Bernadette, hanno visto la sofferenza e la speranza presente nei volti di tanti ammalati che si affidano instancabilmente alla Vergine Maria per consolidare e perfezionare la propria vita cristiana. Oltre 14 mila i pellegrini provenienti da ogni regione d Italia, assieme anche a numerosi vescovi, che hanno meditato sul tema pastorale Fare il Segno della Croce con Bernadette. Una tematica che è stata riletta dai giovani del Movimento Apostolico, che hanno proposto agli oltre sette mila fedeli, tra cui ammalati, volontari, medici e i bambini, un opera di alto spessore spirituale con scene, melodie e meditazioni sul mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Un mistero di amore e di salvezza che l autrice contempla con la finalità di aggregare i giovani nella Chiesa per renderli missionari di altri giovani alla scuola della Parola del Signore. È questa la missione che il Movimento Apostolico, sorto a Catanzaro il 3 novembre del 1979 tramite l ispiratrice e fondatrice Maria Marino, porta a compimento ricordando la Parola del Signore al mondo che l ha dimenticata, attirando tanti fedeli sulla via del bene, con una profonda rivitalizzazione delle parrocchie, dove si opera in obbedienza ai pastori. dalla Redazione 8

SPECIALE NAZIONALE Messa alla Grotta Il Vangelo testimone di vita L a vita cristiana non è fatta solo di vita interiore; certo la vita interiore è importante, la riflessione spirituale è fondamentale, però non può essere fine a se stessa: deve poi sfociare in un impegno serio, convinto, coraggioso. Deve essere testimonianza quando si tratta di affrontare l aggressività di coloro che hanno condannato Gesù. Maria non sta più dietro le quinte, diventa protagonista, sfida tutti. Certo Lei è la Madre di questo, arruffa i popoli, di questo delinquente che deve essere condannato a morte che deve essere ucciso, non Le importa nulla, La contro corrente, affronta il giudizio negativo della gente, ed è ai piedi della Croce sino all ultimo respiro. Probabilmente le persone che Le stavano più vicine avrebbero voluto portarla via, avrebbero voluto risparmiarle l atroce dolore di vedere questa pagina di agonia, così lunga, così drammatica: invece è protagonista. Tutta la Sua vita interiore,in quel momento, prende corpo nella testimonianza di una vita totalmente compromessa dal mistero di Cristo Suo figlio. Le apparizioni sono un lungo cammino di interiorizzazione anche per Lei, certo molto più breve di quello di Maria, però porta nel cuore ciò che ha ascoltato e che ha visto. Anche Lei diventa il testimone, Lei è una fragile fanciulla, che è spaesata e che nessuno può fermare. La minacciano, cercano di intervenire presso la Sua famiglia. I grandi personaggi che le stanno di fronte avrebbero fatto fermare chiunque. Non mettono paura a questa giovane che da la testimonianza coraggiosa di ciò che ha visto, di ciò che ha ascoltato. E tutti dovranno convincersi che ciò che ha visto ed ascoltato è vero! Proprio per questa Sua vulnerabilità, confronto al Suo coraggio di andare contro corrente, qualcuno Le avrà sicuramente detto, ma lascia stare, forse ti sei sbagliata. Ma Lei aveva capito che questo messaggio non era per Lei ma era per il mondo. Allora vorrei che tutti noi imparassimo questa lezione. Certo dobbiamo crescere nella nostra vita interiore, ma dobbiamo combattere ogni forma di divismo, di spiritualismo fine a stesso. La nostra vita interiore si deve trasformare, e poi, se è ricca, se è profonda, se è matura, si deve realizzare in una testimonianza di vita contro corrente per portare al mondo il Vangelo. Da qui è partito questo messaggio: non possiamo chiuderlo nella nostra vita interiore, in una specie di devozionismo, che non produce nessun frutto per la diffusione del Regno di Dio. Ci sono troppo cristiani latitanti che, per paura di perdere la fede, se la tengono stretta, chiusa dentro al cuore come in una cassaforte e non hanno il coraggio di trasformarla in una testimonianza credibile. Questa è la grande sfida che oggi la Chiesa deve assumere. Noi dobbiamo proclamare il Vangelo, dobbiamo cioè trasformare il messaggio di Lourdes, in una comunicazione: l unico salvatore per il mondo è Gesù Cristo. Ma ne siamo convinti davvero di questo? E qui è in gioco la nostra associazione, voi sapete molto bene quanto è in crisi lo stato sociale della nostra società italiana. Sembra andare in frantumi: gli anziani, gli ammalati, i portatori di handicap sono un peso, bisogna liberarsene al più presto. Allora noi con la nostra vita, con la nostra associazione, con il nostro carisma dobbiamo dire chiaramente che i deboli, i malati, gli anziani devono essere al centro dell attenzione di tutta una società che non può contrabbandare un assistenza paternalistica. Dobbiamo combattere la grande battaglia perchè la giustizia sociale non sia una favola, non sia uno slogan, ma un dato di fatto. È una grande sfida che l Unitalsi assume oggi in questa società, dove spesso l arroganza e la falsità regnano indisturbate. Perchè noi cristiani non abbiamo il coraggio di dire chiaramente in faccia a tutti che non si può contrabbandare la verità, non si possono calpestare diritti inalienabili dei deboli, degli ammalati, degli anziani. È una grande battaglia questa. Ma se noi avremo il coraggio di prenderlo qui in questo luogo, prendendo l ispirazione per far diventare il messaggio di Lourdes un messaggio per il mondo, allora tutto cambierà. Dobbiamo credere alla azione dello Spirito allora ciascuno di noi può salvare il mondo, però ciascuno di noi può nella propria famiglia, nel proprio posto di lavoro, nelle proprie responsabilità, nei propri rapporti sociali può fare qualcosa per diffondere questo spirito nuovo. Che è lo spirito evangelico. Solo i poveri, i zoppi, gli stolti, i paralitici e i peccatori sono i privilegiati, ma se non crediamo a questo, allora anche i nostri pellegrinaggi serviranno a ben poco. Monsignor Alessandro Plotti 9

SPECIALE NAZIONALE Suor Hainia Tanta dolcezza per aiutare i piccoli ospiti di Casa Hogar Gli occhi scuri come la notte. La grazia dello sguardo che legge dentro a chi parla. Un sorriso, inno alla gioia e alla felicità. È suor Hainia, l abbiamo conosciuta per quella capacità di essere lieve e profondissima, autentica. A Lourdes per partecipare al pellegrinaggio Nazionale ha testimoniato la realtà difficile in cui vivono i piccoli abitanti di Casa Hogar. Due anni fa a Betlemme curava insieme ad altre quattro sorelle quattordici bambini disabili abbandonati. L opera che oggi svolge aumenta come il numero dei bambini che ospita Casa Hogar, salito a venti ma vogliamo crescere ancora di più, per accogliere ancora più bambini dice suor Hainia incontrata nei pressi della grotta di Lourdes, durante il pellegrinaggio Nazionale 2010. La struttura spiega la giovane sorella appartenente all ordine religioso del Verbo Incarnato - da diversi mesi sta subendo degli importanti lavori di ampliamento, per rendere ai bambini e alle sorelle una vita più dignitosa. Ma purtroppo la ristrutturazione della casa richiede tempi più lunghi del previsto, per consentire la ricostruzione delle fondamenta sulle quali si posava la struttura originaria. 10 Suor Hainia, quando sarà pronta la nuova casa? Ci sono stati dei ritardi imprevisti, ma credo che entro Natale dovremmo tornare tutti sotto lo stesso tetto. Nella casa aumentano i bambini ma voi sorelle siete sempre cinque. Sì siamo sempre le stesse, ma la Provvidenza veramente non ci abbandona e ci aiuta e ci da forza per sostenere questi bambini, i n tutte le nostre comunità, il numero delle sorelle è sempre basso, ma noi andiamo dove c è più bisogno senza sapere niente. Al momento siamo cinque, poi vedremo. Per le strade di Betlemme si vedono sempre più bambini abbandonati. Il problema principale non è nel gesto dell abbandono, ma perchè abbandonano. Queste madri sono costrette a lasciare i loro figli, perchè non c è la fanno più a sostenerli, sono quasi obbligate. La situazione è complicata. In Palestina esiste un problema prima morale e poi economico. Non tutti i bambini sono stati completamente abbandonati, ma le famiglie hanno tanti problemi, per questo spesso i piccoli vengono tolti agli stessi genitori. La nostra struttura è stata pensata solo per ospitare bambine ma si sta valutando anche la possibilità di aprire le porte della casa anche ai maschietti e alle mamme malate, disabili o in difficoltà. Tutti sanno però come la società araba consideri la donna, un oggetto e in questo caso per assurdo è come se fosse una persona oggetto disabile. È uno dei problemi più difficili da affrontare per noi sorelle. Intanto i bambini della casa crescono, dopo che ne sarà di loro? Il progetto o l idea è quella di riuscire ad agevolare la loro integrazione sociale, anche se sarà molto difficile ma ci proveremo. Massimiliano Fiore Caporedattore

SPECIALE NAZIONALE Tutti uniti Un gruppo di volontari per preparare il pellegrinaggio In questi ultimi anni la preparazione del pellegrinaggio nazionale è stata affidata ad un gruppo di volontari barellieri e dame di volta in volta indicati dalle diverse sezioni, pronti ad incontrarsi nel corso dell anno per approfondire il tema pastorale, pensare piccoli segni per le diverse celebrazioni, organizzare i diversi momenti con l unico scopo di vivere e far vivere al meglio a tutti i pellegrini la bellezza dell incontro a Lourdes con Gesù, con Maria, con i fratelli! Nei giorni di presenza a Lourdes tutto questo diventa preghiera che si fa servizio e servizio che si fa preghiera! Si comincia sempre da un esperienza forte di servizio : quest anno, in particolare, si è trattato di piccoli lavori di sistemazione del giardino e di tinteggiatura alla casa dove suor Claudia accoglie, confidando unicamente nell aiuto della Provvidenza, persone in difficoltà che non hanno un tetto e questa esperienza ha avuto la sua conclusione naturale attorno alla mensa eucaristica: solo il PA- NE ci dà la forza di condividere nel servizio la nostra vita. E così, strada facendo, il gruppo si trasforma in famiglia e ti rendi conto come, nella nostra Associazione, la Sicilia confina con il Veneto e la Puglia con la Sardegna ti rendi conto come non ci sia bisogno di capi ma unicamente di affrontare insieme con responsabilità ogni situazione, perché è l unico modo per dimezzare le difficoltà e moltiplicare la gioia ti rendi conto della bellezza di un cammino condiviso che rafforza vecchie amicizie e fa nascerne delle nuove ti rendi conto della passione per la vita associativa che pervade tante persone E poi alla fine del pellegrinaggio dopo aver riscoperto la gioia delle lacrime che ti fanno sentire piccolo e servo inutile lasci la Grotta di Massabielle per tornare a casa, non già per ripensare nostalgicamente all esperienza fatta, ma con il rinnovato impegno di trasformare il cammino nazionale nel cammino locale di casa tua, del tuo paese, della tua sottosezione perché l incontro con Gesù, Maria e i fratelli, vissuto in maniera speciale a Lourdes, possa ripetersi con la stessa intensità ogni giorno della tua vita. Giovanni Punzi Consigliere Nazionale

SPECIALE NAZIONALE Salute e soldi I ricchi si curano privatamente I poveri costretti a liste d attesa 12 Federico Baiocco Coordinatore Nazionale Medici Unitalsi Quando chiesi a Padre Gianpaolo Salvini (Gesuita, Direttore di Civiltà Cattolica) se secondo lui i ricchi hanno la possibilità di guarire prima, e di venire a parlarne a Lourdes al convegno che annualmente svolgiamo durante il pellegrinaggio nazionale dell Unitalsi, mi rispose ribaltando la domanda se ne avevo dubbi. Ma il quesito per me non era quello del dubbio se ciò fosse vero, ma di analizzare il problema e se fosse possibile fare qualcosa, formalmente ed eticamente. Insieme a Padre Salvini sono intervenuti il Professor Vittorino Andreoli, Psichiatra e Scrittore e Mons. Nicola Filippi al quale abbiamo affidato le conclusioni catechetiche che cerchiamo di portare a casa come patrimonio comune. Il diritto alla salute non è uguale al diritto alle cure, così come il diritto alle cure non è uguale al diritto di guarire. Non c è Governo al mondo che non ponga questo punto nei propri programmi. Fa parte sia dell idea dei diritti umani, sia dello sviluppo come viene oggi inteso. Ma è stata una conquista progressiva. Oggi la salute è un concetto essenzialmente dinamico, ed è vista come una condizione sine qua non dello sviluppo. A partire dal 1979 è anche la posizione che l Assemblea Generale dell Onu ha fatto propria, dichiarando che «lo sviluppo permette il miglioramento delle cure sanitarie e ne dipende largamente». Se questo concetto di sanità correlato a quello di sviluppo è ormai un valore acquisito, è altrettanto evidente che questo non si è ancora realizzato per tutti, non solo nei PVS, ma neppure in quelli avanzati. Vi è cioè una profonda disuguaglianza in proposito, sia a livello mondiale che nazionale. Le probabilità di contrarre alcuni tipi di malattia sono legate profondamente alla condizione socioeconomica della persona: questa espressione comprende sia la professione svolta, sia il reddito annuo, sia il grado di istruzione, sia il luogo di nascita. La speranza di vita di un bambino è molto differente a seconda di dove nasce. Il divario tra Nord e Sud aumenta, anche se diminuisce la povertà assoluta. Ma è la povertà relativa che crea scontenti, anche nel campo della sanità. Il reddito dei Paesi ricchi nel 1980 era 60 volte più alto di quello dei Paesi più poveri. Oggi il distacco è raddoppiato, ma gli squilibri ci sono anche tra gli Stati ricchi. La ragione, spiegava ad esempio Silvio Garattini qualche anno fa, è molto semplice: «Il sistema sanitario non è equo. I ricchi sanno da quali medici andare, hanno più cultura e, grazie ai soldi, si possono permettere di pagare le visite, bypassando le liste d attesa degli ospedali pubblici. I poveri sono costretti a stare in coda, aspettano troppo, non sono in grado di fare prevenzione, e così, alla fine, vengono pesantemente penalizzati». La lotta per una salute migliore, perciò, è anzitutto, o anche, una lotta contro la povertà, ma se la salute è sotto molti aspetti «un fatto sociale», può essere migliorata con l azione dei governi che garantisca una migliore distribuzione delle risorse e a rendere più umane le condizioni di vita. È quindi una questione di solidarietà umana, di giustizia, ma anche un vantaggio economico: una società sana è evidentemente un vantaggio economico per l intero Paese. Ma andando nello specifico della condizione di povertà o di ricchezza dobbiamo chiederci quale è la sensazione della malattia nel povero e nel ricco. Vi è una enorme differenza tra curare un corpo e un individuo, e nella maggior parte dei casi, il povero è considerato solo un corpo. Attualmente abbiamo una grande quantità di strumenti che ci aiutano nella nostra opera di operatori sanitari, ma se ci affidiamo solo a questi la cura sarà principalmente per gli organi e non per l individuo. Solo se il sanitario riscopre tutte le sue capacità di avvicinare la persona sarà possibile dare l attenzione all uomo nella sua completez-

za, non distinguendo più il povero dal ricco. Questa affermazione difficilmente può essere sempre percorsa in quanto i poveri esistono ancora e ne esistono tanti, intesi come coloro che non possiedono una soluzione ai propri bisogni primari, e di fronte a questo non possiamo restare indifferenti. Don Primo Mazzolari in una sua famosa omelia della settimana santa chiedeva di pregare non solo per Cristo ma principalmente per Giuda, per il povero, che se andiamo a cercare è anche dentro di noi. Dobbiamo essere coscienti che il povero esiste perché il ricco è troppo ricco, ed ecco che quindi il povero diventa sempre più trasparente, diventa il signor Nessuno, che non si nota proprio per la sua carenza totale, economica, di conoscenze, di cultura, di affetti. La misura dell uomo non può essere solo il denaro, ma l individuo che è, la persona, il singolo, senza le decorazioni che lo adornano. La malattia è grave in base non solo in senso oggettivo, ma anche in base al vissuto che l individuo ha, per cui possiamo vivere una condizione di malattia percependola in realtà come una condizione di benessere, e la depressione viceversa può avere un effetto devastante nel determinismo della malattia stessa. Questo permette di introdurre il concetto di speranza, che dovrebbe accompagnarci nella nostra opera, cercando di diventare operatori sanitari di speranza. Cercare il sollievo e non la rassegnazione, la fiducia nell uomo e la speranza in Dio, e questa valenza non distingue i poveri dai ricchi. La speranza non esime però dalla percezione del dolore, che ancora di più non distingue un individuo dagli altri; ecco che quindi oltre ad essere medici della speranza dobbiamo anche essere capaci di abitare nel dolore, che riunisce povertà e ricchezza, in una condizione che ci accomuna tutti, e di fronte al dolore tutte le nostre decorazioni cadono e resta nuovamente solo l individuo. In una Società nella quale il consumo è una caratteristica costante i poveri, non consumando, sono un problema, ma in questo divenire consumistico diventano un problema anche gli anziani, i malati terminali; ma questo sistema non è più sostenibile. Diventa necessario, come operatori sanitari e come volontari ridiventare Profeti, nel senso di essere capaci, di rileggere la realtà con gli occhi di Dio, di Cristo, ipotizzando una fondamentale uguaglianza tra le persone, tra gli individui, nei quali cercare e trovare l uomo. Vedere quindi nel malato, nei poveri ed anche nei ricchi solo la persona, intesa come essere dignitoso comunque bisognoso di rispetto ed attenzione nella malattia e nella salute. Federico Baiocco Coordinatore Nazionale Medici xxx

SPECIALE NAZIONALE Riconoscimento Lourdes, il Presidente Diella riceve la cittadinanza onoraria Cittadinanza onoraria di Lourdes per il presidente dell Unitalsi, Antonio Diella. In occasione del pellegrinaggio nazionale dell associazione, il primo cittadino di Lourdes, Jean-Pierre Artiganave, ha insignito Diella dell importante onorificenza. La cerimonia - si legge in una nota dell Unitalsi (Unione nazionale italiana per il trasporto degli ammalati a Lourdes e santuari internazionali) - si è tenuta all Hotel de Ville, sede del Mairie, il Comune di Lourdes. Antonio - ha detto Artiganave rivolgendosi a un presidente - amico visibilmente emozionato e sorpreso è una persona che prende come dovere quotidiano il servizio verso i malati, sia in qualità di presidente dell Unitlasi sia, soprattutto, come uomo italiano impegnato a Lourdes. Non ho avuto nessun dubbio a riconoscergli la nazionalita francese, proprio per tutto quello che ha fatto come presidente dell Unitalsi. 14

SPECIALE NAZIONALE Merenda italiana Gemellaggio di fraternità con i prodotti tipici regionali Pellegrinaggio e gemellaggio: prima di ripartire per l Italia, i volontari dell Unitalsi, in pellegrinaggio a Lourdes assieme a migliaia di persone, hanno voluto salutare i cittadini francesi con una merenda all insegna del Made in Italy. Si è trattato di un momento conviviale, nel cuore della città, organizzato da tutte le sezioni dell Unitalsi, che hanno allestito alcuni stand per offrire a tutti, pellegrini e autoctoni, prodotti tipici regionali. E stato un momento di incontro - spiegano i volontari - di comunione e di festa fra i pellegrini della grande famiglia unitalsiana e diversi curiosi del posto. Un vero e proprio gemellaggio, un momento di gioiosa fraternità per dire grazie dell accoglienza alla città di Lourdes. 15

SPECIALE NAZIONALE Testimonial Personaggi famosi a Lourdes carichi di fede Il flambeaux, processione serale che tradizionalmente conclude i pellegrinaggi, ha segnato il momento dove circa 13 mila pellegrini provenienti da tutta Italia si salutano prima di ripartire verso le proprie casa. Durante la celebrazione è stato dato spazio ai testimonial di questa edizione, persone note per l impegno e per la fede racchiusa in unico gesto, il Segno della Croce : da Carlo Castagna, l uomo che nella strage di Erba ha perso moglie, figlia e nipote, all atleta paraolimpica Giusy Versace; da Padre Giulio Albanese a Simona Aztori, la pittrice-ballerina nata senza arti superiori e arrivata a Lourdes assieme all amica e collega Sabrina Brazzo, prima ballerina del teatro alla Scala. Il momento più emozionante - raccontano alcuni volontari - sono state sicuramente le esibizioni del soprano Alba Manera e di Sabrina Brazzo, prima ballerina alla Scala di Milano e Simona Aztori, che insieme, ai piedi del Santuario, hanno ballato sulle note dell Alleluia, davanti a milioni di pellegrini e ammalati. È stato un grande pellegrinaggio, nel segno della Croce ancora una esperienza che ha trasmesso speranza, bellezza, dignita e gioia. 16

CARLO CASTAGNA Carlo Castagna testimone di perdono. Tra i 13 mila pellegrini a Lourdes con l Unitalsi, c era anche l uomo che nel 2006 perse la moglie Paola, la figlia Raffaella e il nipotino Youssef nella strage di Erba. E già stato a Lourdes altre volte. Ora è tornato, dice, su invito di alcuni amici. A Lourdes come pellegrino, ma ammette, avrebbe fatto volentieri anche il barelliere. Anche un misero come me racconta Castagna, ricordando il dramma vissuto e riuscito a trovare la via dell amore e a uscire dal massimo del dolore. Nella fede ho trovato il crick, il pilastro su cui appoggiarmi per trovare sostegno. Perdonando, sottolinea, non ho fatto nulla di straordinario: ho messo in atto la legge del perdono, era doveroso farlo. E aggiunge bisogna pregare perchè anche le persone che mi hanno colpito un patrimonio affettivo insostituibile trovino la strada del pentimento. Sull esperienza a Lourdes, Castagna afferma: il tema della sofferenza ci aiuta a superare le difficoltà. Ridimensiona i problemi. Sono venuto qui come pellegrino, ma avrei fatto volentieri anche il barelliere assieme a tutti questi volontari, così disposti al servizio. GIUSY VERSACE La malattia si può vincere nel momento in cui ci si può sentire utili per gli altri. Ne è convinta Giusy Versace, atleta paraolimpica, detentrice del titolo italiano nei 100 metri. La trentaduenne, con un cognome di peso nel mondo della moda (suo padre, Alfredo, e cugino di Gianni, Donatella e Santo), ha perso gli arti inferiori in un incidente, accaduto nel 2005. Dal 2007 è volontaria per l Unitalsi e ha offerto il suo aiuto a Lourdes in occasione del pellegrinaggio nazionale. Ma a differenza degli anni passati, quest anno oltre a dare una mano, ha avuto anche il compito di portare la sua testimonianza di riscatto dalla malattia ai 13 mila pellegrini presenti al Santuario. A chi la incontra Giusy ribadisce che il vero motore del corpo non sono le gambe, ma il cuore e la testa, con cui posso andare ovunque. Nella vita si può venir investiti da eventi grandi, ma è importante che la tragedia si trasformi in qualcosa di utile per gli altri. Giusy ha prestato servizio alla mensa dei pellegrini, e SIMONA ATZORI Sono venuta qui a dire grazie alla vita, perchè la mia vita è un miracolo. Simona Atzori, la ballerina-pittrice trentaseienne nata senza gli arti superiori, e una delle testimonial del pellegrinaggio nazionale dell Unitalsi a Lourdes. E in questa avventura ha coinvolto anche l amica e collega, prima ballerina del teatro alla Scala, Sabrina Brazzo. E la prima volta che vengo a Lourdes - confessa Simona - è un grande piacere, sto vivendo un emozione fortissima che voglio condividere con tutte le persone che sto incontrando e con la loro serenità. La testimonial è stata a Lourdes per ricordare la bellezza della vita: davanti alle diversità che abbiamo, la vita comunque ha un senso. Un senso che trasmetto attraverso la danza e la pittura. E i ogni tanto, se ce la faccio - confessa - accompagno anche qualche amico in carrozzina. E al seguito della sezione calabrese dell Unitalsi, che mi ha accolta, come si fa in una grande famiglia: dopo l incidente - racconta, spiegando il suo avvicinamento a Lourdes - ho promesso che se avessi ripreso a camminare sarei venuta a ringraziare la Madonna a Lourdes. L anno dopo ho mantenuto la promessa e dal 2007 ci torno come volontaria: il mio obiettivo è dare una mano a chi soffre e con l Unitalsi ho scoperto che per farlo basta a volte anche un sorriso. Durante i pellegrinaggi ho incontrato persone che combattono contro il dolore e che mi hanno fatto riflettere molto, Lourdes mi ha aiutato nella ricerca del mio equilibrio mentale. pellegrini che la riconoscono tra le vie di Lourdes - racconta sono contenti di incontrarmi e scambiare qualche parola. Neanche l etoile della Scala passa inosservata. Per la Brazzo l avventura con l Unitalsi è stato un regalo inaspettato: era da tempo che volevo venirci - ammette - ma con i ritmi serrati della mia professione non ero mai riuscita a far coincidere i tempi. Quando Simona mi ha detto che sarei potuta partire con l Unitalsi per me é stata una fortuna. Sabrina è qui, come pellegrina, sottolinea sorridendo, perchè anche le ballerine hanno fede. 17

SPECIALE NAZIONALE Flambeaux 18 C Diella: lascio la Presidenza e la responsabilità ma non l impegno e la fede nel Signore Gesù arissimi amici, domani già alcuni pellegrinaggi saranno in partenza e allora, come abbiamo fatto in questi anni è arrivato il momento di tirare le somme di questo pellegrinaggio che non è ancora terminato eppure è già storia della Associazione. Ma prima abbiamo insieme un compito di gioia : ringraziare e festeggiare due amici: Monsignor Luigi Moretti, nostro Assistente Nazionale che è stato chiamato dal Santo Padre a guidare una diocesi grande come quella di Salerno-Campagna-Acerno. E Monsignor Vasco Bertelli, nostro amico da tantissimo tempo, che festeggia il suo 25 anniversario di ordinazione episcopale. Grazie, con l affetto di tutta l Associazione. Stasera non è facile, non è affatto facile. Il tempo è passato velocemente, molto velocemente. Allora abbiamo vissuto insieme ancora una volta una esperienza bellissima di pellegrinaggio; abbiamo sentito la Croce del Signore al centro dei nostri pensieri, delle nostre preghiere, delle nostre speranze. Dobbiamo continuare a vivere questa esperienza nel mondo, nel nostro mondo, lì dove viviamo, dove lavoriamo, soffriamo e preghiamo. Per questo è l unica salvezza possibile e vera. E dobbiamo continuare a credere nell Unitalsi. Per vivere una esperienza di gioia e senza rincorrere la tentazione del potere e quella personale indispensabilità, non basta essere nella Associazione Unitalsi: bisogna amare l Associazione. Bisogna sentire l associazione come luogo familiare della vita, il luogo dove il cuore si riempie, la solitudine si trasforma in compagnia, il dolore è condiviso. E dove tutto il resto vale di meno, molto di meno. È per questo che stasera dobbiamo riscoprirci tutti insieme carichi di sogni. Di sogni, non di illusioni. Carichi del desiderio di pensare ad un presente e ad un futuro nuovi per ciascuno di noi e per la Associazione. È quello che desidero innanzitutto per me; il sogno della giovinezza fare della comunione l espressione più matura e coinvolgente della mia fede è ancora lì, nel mio cuore, intatto e splendido come lo era all inizio, insieme ai volti carissimi degli amici di sempre a cui affiderei senza esitazione la mia vita, degli amici (tanti ammalati e tanti volontari) che non ci

sono più, e agli amici di questi anni di responsabilità, dai quali ho imparato a consegnare e condividere preoccupazioni, progetti ed amicizie. Dopo dieci anni come Presidente Nazionale come previsto dallo Statuto nei prossimi mesi l Associazione eleggerà un nuovo Presidente Nazionale, e come me tanti responsabili di sezione e di sottosezione dovranno lasciare il loro servizio di responsabilità. Si lascia la responsabilità, non l impegno di carità nella Associazione. Si lascia una responsabilità, non la fede nel Signore Gesù. Anche questa sera guardandovi tutti insieme in questa piazza ho risentito la stessa emozione di questi anni, questi sono i miei. Non la mia proprietà, non persone alle quali proporre storie illustrate di carità, nuovi costruttori, ma quelli ai quali dovrò rendere conto della responsabilità ricevuta. Ed oggi come dieci anni fa sento nel cuore la frase del Signore: i poveri (i malati) li avete sempre con voi, non una parola di condanna, ma l individuazione di un destino per me, i poveri ed i malati, sempre. I deboli, sempre. I piccoli, sempre. Sarà ancora la mia vita, la nostra vita, la vita di chi ha scelto Gesù Cristo e solo Lui: cercare gli invisibili, i dimenticati, i tanti Lazzaro che ci sono drammaticamente vicini e che continuano a non vedere sulla soglia delle nostre case, delle nostre sedi associative. Lì Signore, ti verrà a cercare. Lì Signore, ti verremo a servire. Lì Signore, proprio lì, nella solitudine del dolore invisibile della società, lì Signore ti verremmo ad incontrare. Questo continuerà ad essere l impegno mio. Nostro della Associazione: cercheremo di essere comunione, per costruire giustizia, ci consumeremo perchè la sua dignità e verità, per chi ha perso il passo, per chi è senza difesa e senza speranza. E gli amici che verranno saranno altrettanto belli, anzi di più: è il Signore che agisce, che pianta, che sollecita. Ci saranno nuovi Presidenti, per nuove esplosioni di carità e di vita. E l Unitalsi resterà l Unitalsi, noi di più. Sarà la gioia a testimoniare a ciascuno di noi che il cammino è quello giusto. Sarà la fraternità tra noi a essere il segno che il cammino prosegue. A tutti voi, ad uno ad uno, a cominciare dagli ammalati, a tutti voi, ad uno ad uno, il mio grazie per tutti questi anni e per questo pellegrinaggio. A tutti voi, ad uno ad uno, il nostro grazie. Permettetemi di far risuonare in questo momento ancora una volta il saluto di questi anni. A tutti. Pace. Sempre Buon ritorno a casa. 19

PREGHIERA di Mons. Luigi Marrucci Vice Assistente Nazionale Tema pastorale il Padre nostro presente nella nostra vita quotidiana A 20 vvicinarci come figli a Dio e metterci in relazione con Lui-Padre, non è da tutte le persone. Occorre aver percorso un cammino di fede che ci da la consapevolezza di essere figli nel Figlio e perciò capaci di cogliere questo aspetto fondamentale della rivelazione cristiana. Tanto più urgente oggi, in quanto la società post-moderna ha perduto il concetto di paternità, favorendo tipologie diverse di famiglia o relegando in secondo piano la famiglia tradizionale in cui padre e madre diventano optional dal momento che unico punto di riferimento è il soggetto, la persona. Cosa significa allora dire Padre per la nostra vita quotidiana? Significa che non siamo mai, assolutamente mai orfani, smarriti, abbandonati alle forze e ai condizionamenti di questo mondo. Abbiamo una risorsa, abbiamo un origine fuori dello spaziotempo. Questo universo apparentemente illimitato - ma il tempo ha avuto inizio con il big bang, ma lo spazio è ricurvo, contenuto, afferma Einstein - ha il proprio ambito nella parola, nel soffio, nell amore del Padre. Tutto scaturisce dalla Sua Parola che chiama, per cui gli uomini possono amarlo personalmente, rispondergli coscientemente, e questo legame personale con il Padre, è più nobile e più grande del mondo intero. Per aiutarci in questa ricerca o riappropriazione del nostro essere figli nei confronti di Dio, il santuario di Lourdes ci offre l opportunità di una riflessione e di una preghiera su Dio, nostro Padre. La meditazione si concentra prevalentemente sul Padre nostro, la preghiera che Gesù ha insegnato ai discepoli, ai quali indica non tanto una formula da recitare quanto un modo di parlare con Lui e quindi offre un canovaccio di rapporto relazionale orante.tenendo presenti questi aspetti, la presidenza nazionale dell associazione ecclesiale UNITALSI ha predisposto quattro schede bibliche per aiutare i soci e i pellegrini a ripercorrere il cammino interiore.la prima scheda ci presenta il Desiderio della preghiera attraverso il testo biblico di Gv 7,37-38; la seconda ci invita a metterci alla Scuola del Maestro con due passaggi del vangelo di Luca 11,1 e 11,9; la terza scheda si concentra sulla preghiera del Padre nostro secondo la duplice versione redazionale di Matteo 6,9-13 e Luca 11,2-4: è la scheda centrale che occupa anche uno spazio abbondante ed è quella più sviluppata; infine la quarta ci fa riflettere sul rapporto Preghiera e servizio attraverso i vangeli di Luca 10,38-42 e di Giovanni 13,1-5: una preghiera che non diventa palestra d amore concreto è parola vuota e insignificante, formula senza vita, così come un servizio ai fratelli che non attinge dal colloquio con Dio, risulta spesso pura filantropia che può sfociare in gelosia, competitività, fariseismo. Ogni scheda è divisa in tre parti: c è innanzitutto la lettura del testo biblico, una lectio divina; vi sono poi delle domande che aiutano la introspezione, il guardarci dentro, denominate linee d attualizzazione; infine vengono presentati dei testi di autori contemporanei o recentemente scomparsi, ma da tutti conosciuti, che aiutano la riflessione e la preghiera. Nel Padre nostro, dono di Gesù ai suoi discepoli, è raccolta anche tutta la ricchezza liturgica della Chiesa, l intero suo patrimonio ascetico e spirituale, segno del nostro incontro con Cristo e della nostra vita in Lui. E lo Spirito del suo Figlio, grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio (Gal 4.6-7)

SALUS di E.B. Nostalgia Pellegrinaggi finiti, tante novità per vivere Lourdes in inverno La stagione dei pellegrinaggi sta per finire e già ci assale la nostalgia di Lourdes, il desiderio di tornarci e di rivivere quell atmosfera unica di serenità. Per questo, per farvi sentire meno lontani, abbiamo pensato di dedicare una pagina a Lourdes a partire da questo numero. Cercheremo di informarvi di tutte le novità che riguardano la nostra Associazione, ma anche delle attività del Santuario che non si fermano mai anche durante l inverno. L anno 2010 ha portato grandi novità nei pellegrinaggi unitalsiani a Lourdes, a partire dalle nuove acquisizioni di alloggi per i volontari e i pellegrini: l hotel La Source, il Florance e il Maris Stella, questi ultimi due destinati alle quote fraternità. Non sempre e non tutto è stato perfetto, i lavori di ristrutturazione sono stati effettuati molto velocemente per permettere l apertura all inizio della stagione e sicuramente sono ancora da completare. Se ci sono stati dei piccoli problemi, vi chiediamo scusa e domandiamo la vostra comprensione; il prossimo anno tutti i lavori saranno completati e speriamo, come è nostro desidero, di potervi far sentire come a casa vostra. Stiamo anche ristrutturando il nostro sito internet nel quale vi aggiorneremo puntualmente su tutte le notizie che riguardano Lourdes. Attualmente, la novità più eclatante riguarda il progetto dello spostamento delle piscine, fortemente voluto dal vescovo Perrier per poter dirottare l ininterrotto passaggio davanti alla Grotta che spesso disturba il raccoglimento e la preghiera dei fedeli. Già qualche anno fa era stato creato a questo scopo nella prateria il cammino dell acqua, un percorso lungo nove fontane alimentate dall acqua della sorgente dove il pellegrino poteva compiere gli stessi gesti di purificazione e il rinnovo delle promesse del battesimo. Non sempre i pellegrini hanno colto questo invito e hanno continuato ad affollare le zone vicino alla Grotta per riempire i loro recipienti e lavarsi il viso, creando una notevole confusione e disturbando il raccoglimento di chi sosta davanti alla Grotta in preghiera. Proprio per questo il vescovo Perrier ha pensato di spostare l area delle piscine dall altra parte del Gave e di cambiare anche le modalità del bagno, per decongestionare l area della Grotta e dare al bagno il suo significato più autentico: un gesto di purificazione e una promessa di rinnovamento. Naturalmente, come tutti i cambiamenti, anche questo non è stato accolto senza proteste, soprattutto da parte di chi è tenacemente attaccato alle tradizioni e rifiuta a priori ogni tentativo di rinnovamento. Il Vescovo, comunque, prosegue per la sua strada. Il Santuario è già da tempo proiettato verso l approfondimento del tema pastorale del 2011, Pregare il Padre Nostro con Bernadette ; un convegno su questo tema si terrà a Lourdes nei giorni 10, 11 e 12 novembre, con la collaborazione della facoltà teologica cattolica di Strasburgo. Le iscrizioni sono aperte a tutti, si possono avere informazioni più dettagliate scrivendo una mail a Info.evenement@lourdes-france.com. Infine, qualche notizia sulla nostra amata Grotta. Le intemperie e il passare del tempo non risparmiano quelle rocce che amiamo tanto toccare. Nel corso dell inverno saranno effettuati lavori di consolidamento e messa in sicurezza con la massima attenzione a lasciare inalterato l aspetto estetico e il meraviglioso equilibribio di integrazione con l ambiente. In conclusione, in ogni numero cercheremo di raccontarvi cio che accade a Lourdes, le nostre attività e quelle del Santuario, in modo che possiate sentirvi sempre vicini in attesa del prossimo pellegrinaggio. 21

POMPEI 22 di M. F. E rano Sollievo Pellegrinaggio nazionale per alleviare il dolore più di 2000 gli unitalsiani giunti a Pompei, assieme ai molti disabili e ammalati, per vivere l ottava edizione del pellegrinaggio nazionale. L Unitalsi riunita nel piazzale Beato Giovanni XXIII nel Santuario Bartolo Longo è stata accolta dall Arcivescovo della città mariana, Mons. Carlo Liberati, che ha elogiato i volontari per l opera che svolgono invitando tutti a raggiungere Pompei, perchè qui siete a casa vostra, qui dove da più di cento anni si cerca di alleviare il dolore degli ultimi e degli abbandonati. Il pellegrinaggio è stato guidato spiritualmente dagli assistenti ecclesiastici nazionali, Monsignor Luigi Moretti e Monsignor Luigi Marrucci e dal vice Presidente nazionale Salvatore Pagliuca e dal Presidente della sezione campana, Francesco La Palombara. L incontro con la Madonna di Pompei chiude la stagione dei pellegrinaggi dell Unitalsi. Un anno particolare, come ha ricordato il vice presidente nazionale Salvatore Pagliuca nel suo saluto ai fedeli presenti nel Santuario, viste le prossime elezioni di rinnovo delle cariche nazionali, sezionali e sottosezionali dell Associazioni. L Unitalsi - dice Pagliuca - vuole continuare a camminare unita, vuole essere in pellegrinaggio nella vita per riscoprire la bellezza della gente di Dio e vuole di essere quotidiano compagno di viaggio degli ultimi, di chi soffre e di chi è solo. Il vice presidente nazionale ha sottolinato come la responsabilità all interno di una associazione