certificazioni per il rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura tecnologie e soluzioni per l edilizia moderna
certificazioni per il rinforzo s Indice pag. 3] pag. 4] delle costr in muratura Introduzione Origine dei sistemi di rinforzo strutturale compositi pag. 5] Limiti dell utilizzo dei sistemi di rinforzo composito tradizionali nelle strutture in muratura pag. 8] Dai compositi tradizionali a quelli del futuro pag. 8] Ruredil X Mesh C10 pag. 9] pag. 10] Vantaggi del sistema Ruredil X Mesh C10 Le certificazioni del sistema Ruredil X Mesh C10 pag. 11] Conclusioni pag. 12] Certificazioni 2
Ruredil certificazioni per il rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura trutturale uzioni Introduzione Nell ambito del restauro storico degli edifici, i consolidamenti strutturali hanno sempre avuto una grande importanza, poiché sono i presidi di sicurezza grazie ai quali la struttura può continuare a vivere espletando le funzioni per cui era stata progettata. Già in epoca antica si provvedeva quindi a contrastare l azione delle forze mediante utilizzo di catene, chiavi e opere di cinturazione per gli elementi sottoposti a sovraccarichi, cedimenti o eventi naturali eccezionali, quali per esempio i terremoti. Questo campionario di rinforzi è tutt oggi visibile e in funzione in molte costruzioni in muratura, anche di epoca recente. Si tratta per lo più di dispositivi realizzati in ferro, raramente in legno, e fissati nella strutture mediante malte o incastri meccanici. Inutile dire che il degrado che accompagna lo scorrere del tempo intacca e rende meno efficace questo tipo di presidi, esattamente come avviene per le strutture in cui sono stati posti. 3
Origine dei sistemi di rinforzo strutturale compositi Fino a dieci anni fa non esistevano metodi di rinforzo sostitutivi a questi posti in opera nei secoli precedenti. Le uniche migliorie apportate erano relative solamente alla qualità dei materiali costituenti il dispositivo di rinforzo (spesso acciaio inossidabile in sostituzione del normale ferro acciaiato) e, soprattutto, utilizzati per il loro fissaggio (malte cementizie speciali, resine epossidiche bicomponenti, malte epossi-cementizie, ecc. in sostituzione dei leganti idraulici naturali). Facendo un passo indietro, verso la metà degli anni ottanta in Giappone e in U.S.A. si mettono a punto dei sistemi di rinforzo denominati FRP o compositi in cui l interazione fra una matrice resinosa e una fibra ad alte prestazioni (come il carbonio) genera un sistema in grado di migliorare le resistenze finali degli elementi trattati se applicato alle strutture. In sintesi, una sorta di tecnica del beton plaquè evoluta e migliorata: sottili e leggeri nastri di fibre di carbonio vengono incollati alle strutture mediante impregnazione in situ di resine. Il metodo soppianta l ingombrante e onerosa tecnica tradizionale, che prevedeva la messa in opera di pesanti strutture in acciaio mediante connessioni meccaniche e tassellaggi chimici. La tecnica dei rinforzi strutturali FRP (Fiber Rinforced Polymer) si diffonde rapidamente nel mondo dei recuperi delle infrastrutture e delle opere in cemento armato, sia sulla spinta della convenienza economica, sia sull effettiva efficacia della tecnologia, duramente messa alla prova anche dai potenti sismi Giapponesi e Americani della costa Pacifica alla fine degli anni 90. 4
Limiti dell utilizzo dei sistemi di rinforzo composito tradizionali nelle strutture in muratura Sulla scorta di queste esperienze anche in Italia, intorno al 95, compaiono le prime applicazioni: si tratta per lo più di riparazioni di strutture danneggiate da impatti accidentali (ponti e viadotti), o il cui stato di degrado necessita di rinforzi che vadano oltre la normale ricostruzione della sezione resistente mediante utilizzo di malte speciali. Il patrimonio edilizio italiano è da sempre largamente costituito da strutture in muratura e, ancora una volta, fu l evento sismico che colpì le zone delle Marche e dell Umbria nel 1997 a portare alla luce le potenzialità dei sistemi di rinforzo composito: la grave emergenza aveva colpito una delle zone del paese più densamente costruite con tecniche tradizionali, danneggiando seriamente anche opere d arte di valore storico artistico mondiale. Anche col contributo del mondo accademico, furono rapidamente messe a punto tecniche di intervento e capitolati ad hoc, che consentirono di travasare le brillanti esperienze realizzate nei rinforzi delle strutture in calcestruzzo, nelle applicazioni su muratura provate dal sisma, aprendo un nuovo capitolo della storia della scienza delle costruzioni. La tecnica di rinforzo mediante utilizzo di fibre ad alta resistenza annegate nella matrice epossidica presenta alcune caratteristiche limitanti, proprie della tipologia del materiale. Infatti, le resine epossidiche utilizzate per questa funzione (di tipo bicomponente) obbligano le maestranze di cantiere ad alcune precauzioni di fondamentale importanza per la buona riuscita dell intervento di rinforzo. Esse sono: 1. perfetta planarità delle superfici delle strutture da rinforzare L esigenza nasce dalla necessità di far lavorare le fibre di carbonio potendole disporre ortogonalmente rispetto alla direttrice degli sforzi, affinché possano offrire la massima resistenza possibile in funzione delle caratteristiche proprie del materiale. Questa condizione viene normalmente rispettata riportando a spessore (più o meno consistente) stucchi epossidici, i quali però hanno lo svantaggio di avere caratteristiche meccaniche molto diverse rispetto alle strutture in muratura cui devono aderire. Se gli spessori sono consistenti (cosa non rara vista la tipologia delle costruzioni in muratura), diventa più probabile la formazione di una cospicua sezione resistente con caratteristiche meccaniche molto diverse rispetto a quelle della muratura su cui aggrappano e, per conseguenza, con tensioni e dinamiche di movimento molto differenti. Si crea inoltre una nuova superficie di contatto tra muratura e rinforzo (stucco + resina), che aumenta la possibilità dei distacchi all interfaccia delle superfici. 5
2. totale assenza di umidità nella struttura L indurimento della resina viene compromesso dalla presenza di acqua nella struttura, poiché questa impedisce il completamento della normale reazione di catalisi dei due componenti che formano la miscela. Per questo motivo la struttura da sottoporre a rinforzo dev essere completamente asciutta ed eventualmente protetta da precipitazioni atmosferiche improvvise. Il fenomeno della presenza di umidità è particolarmente frequente nelle strutture in muratura, anche a causa della porosità intrinseca dei materiali (laterizi o lapidei) e dei leganti utilizzati per farli collaborare. Questo aspetto è particolarmente sentito nella stesura della mano di Primer, che viene applicata prima dell applicazione vera e propria del rinforzo composito (matrice più fibra). Il Primer, che ha funzione di ponte chimico di aggrappo fra la struttura e il rinforzo composito, è costituito da una resina epossidica bicomponente particolarmente fluida, quindi in grado di penetrare in profondità attraverso i capillari della superficie, e la presenza di acqua all interno dei medesimi capillari impedisce la penetrazione della resina, nonché il suo indurimento. 3. influenza della temperatura Le reazioni di catalisi della resina epossidica sono sempre fortemente influenzate dalla temperatura ambientale e della struttura stessa. Climi caldi con temperature superiori a 25-30 C accelerano notevolmente la reazione di catalisi, facendo troppo rapidamente indurire la resina e impedendone la messa in opera. Al contrario, climi particolarmente freddi con valori inferiori a 5 C non consentono di innescare la reazione di catalisi della resina e, per conseguenza, il suo indurimento. 4. utilizzo di mano d opera specializzata La posa dei sistemi di rinforzo composito tradizionale, per quanto più economica e vantaggiosa delle tecniche tradizionali di placcaggio e confinamento, rimane pur sempre un operazione da compiersi mediante utilizzo di manodopera specializzata, in grado cioè di realizzare, a regola d arte e in tempi brevi, rinforzi strutturali compositi che corrispondano alle prescrizioni del progettista. 6
5. utilizzo di dispositivi di protezione individuale Mentre la fibra di carbonio può essere maneggiata senza particolari cautele, essendo chimicamente inerte, le resine necessarie al suo incollaggio (Primer e Resine adesive) sono prodotti tossico-nocivi per ingestione e contatto diretto con la pelle, e devono quindi essere trattati indossando guanti in lattice, tute di protezione e occhiali protettivi per eventuali percolazioni accidentali. 6. degrado totale degli attrezzi di lavoro Per miscelare e applicare le resine si utilizzano contenitori puliti, pennelli o rulli nuovi, e misurini graduati utili per ottenere miscelazioni precise dei due componenti della resina. Trascorso il tempo di utilizzo della resina miscelata (pot life), questa inizia a fare presa attraverso una reazione esotermica irreversibile che coinvolge anche gli attrezzi utilizzati per prepararla e applicarla. Eventuali tracce di resina non indurite possono essere rimosse da vestiti e oggetti comuni con il solvente alla nitro, ma è impossibile pulire adeguatamente gli attrezzi, essendo la sostanza molto viscosa. Ciò comporta il frequente rinnovo totale degli attrezzi (specie dei pennelli e dei rulli) durante la medesima applicazione. 7. resistenza al fuoco La resina epossidica non è in grado di resistere a temperature superiori a 80-100 C, valore oltre il quale si liquefa venendo facendo venire meno l adesione della fibra di carbonio sulla struttura. Ne consegue che le strutture rinforzate con sistemi compositi FRP, se esposte al pericolo potenziale del fuoco, devono essere predisposte con impianti antincendio e rivestimenti resistenti. 8. parziale irreversibilità dell intervento La resina epossidica con funzione di primer, che viene stesa prima dell applicazione del composito per ottimizzare l aggrappo alla struttura, ha un forte potere impregnante penetrando nella struttura con uno spessore di circa 10 mm. Non è quindi completamente veritiero considerare i sistemi compositi tradizionali come dei rinforzi reversibili, là dove la reversibilità dell intervento è un valore importante per la tipologia e il pregio dell edificio su cui viene realizzato. 7
Dai composti tradizionali a quelli del futuro Ruredil, forte di una presenza maturata in cinquant anni nel settore dei prodotti e delle tecnologie per l edilizia, è stata fra i primi a proporre sul mercato i sistemi di rinforzo strutturale composito FRP tradizionali distribuendo il famoso sistema Replark, e collaborando con i più importanti istituti di ricerca universitari per sviluppare applicazioni e sperimentazioni sul suo utilizzo. Ben presto ci siamo resi conto delle potenzialità e dei limiti offerti dai sistemi tradizionali, soprattutto nelle applicazioni sulle strutture in muratura. Per questo motivo i Laboratori di Ricerca e Sviluppo Ruredil, a partire dal 1998, hanno condotto una ricerca volta a sostituire la tradizionale matrice a base di resine epossidiche con una malta a base di legante idraulico facente la medesima funzione: rendere perfettamente collaborante la fibra strutturale in carbonio con la struttura. Nel 2002 la ricerca termina con il deposito di un brevetto internazionale e la messa in commercio di Ruredil X Mesh C10, il primo sistema di rinforzo strutturale che non utilizza resine epossidiche. Ruredil X Mesh C10: il primo rinforzo strutturale delle murature che non utilizza resine epossidiche Il sistema è composto da: A. una rete in carbonio avente una maglia 10 mm x 10 mm e peso di 168 g/mq, supportata da un leggero ordito di particolare disegno; B. una malta speciale a base di cementi ad azione pozzolanica da miscelarsi con la sola aggiunta di acqua. Dopo la preparazione dei sottofondi, ovvero della rimozione delle parti incoerenti e della polvere, e della eventuale risarcitura delle parti mancanti, l applicazione avviene nelle seguenti fasi: 1. stesura di 3 mm di malta fresca Ruredil X Mesh M25; 2. posizionamento della rete in carbonio Ruredil X Mesh C10; 3. stesura di altri 3 mm di malta fresca Ruredil X Mesh M25. Sottofondo Primo strato di malta Ruredil X Mesh M25 Ruredil X Mesh C10 Secondo strato di malta Ruredil X Mesh M25 Ruredil X Mesh C10 orientato a 45 Terzo strato di malta Ruredil X Mesh M25 Intonaco di finitura Se si desidera ottenere un incremento delle resistenze al taglio superiore, sarà sufficiente applicare una seconda rete Ruredil X Mesh C10 orientata a 45, ripetendo le procedure sopra descritte. 8
Vantaggi del sistema Ruredil X Mesh C10 I vantaggi dell utilizzo di questo sistema, invece dei tradizionali rinforzi FRP, sono di due tipi: la geometria della fibra, tessuta in una rete ortogonale, consente di intercettare ogni movimento della struttura, ridistribuendo gli sforzi generati da sovraccarichi, cedimenti e fenomeni sismici. Questo aspetto è particolarmente importante nei rinforzi delle strutture in muratura che non possono essere considerate costituite da un materiale omogeneo (quale per esempio il calcestruzzo), le cui dinamiche di collasso sono note e prevedibili; l eliminazione delle resine epossidiche consente di utilizzare il rinforzo anche su sottofondi umidi e, grazie alla proprietà chimiche della malta Ruredil X Mesh M25, non viene compromessa la normale traspirabilità del supporto. Inoltre vengono così eliminati i classici svantaggi delle resine epossidiche, fra cui le cautele nel loro utilizzo e manipolazione, e la mancanza di resistenza al fuoco. 9
Le certificazioni del sistema Ruredil X Mesh C10 La ricerca e la sperimentazione che hanno portato al brevetto di questo sistema sono state collaudate e certificate dai Laboratori di Ricerca dei Materiali dell Università di Bologna, dove Ruredil X Mesh C10 è stato messo alla prova di resistenza al taglio placcando un provino in muratura secondo una procedura innovativa studiata dal Prof. Di Tomaso, mancando una specifica norma di riferimento. Descrizione della prova I risultati sono davvero interessanti anche in rapporto ai sistemi tradizionali, consentendo di ottenere incrementi di resistenza dal 50% al 250% a seconda del numero e del posizionamento degli strati di rinforzo applicati. Il Laboratorio IBAM (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali CNR) di Lecce ha invece certificato il sistema per quanto riguarda la sua permeabilità al vapore acqueo in conformità a quanto previsto dal Normal 21-85, e quindi alla sua traspirabilità, comprovando così un vantaggio rispetto ai sistemi tradizionali che di fatto impermeabilizzano completamente la struttura nella zona del rinforzo. Descrizione della prova secondo Normal 21-85 La raccomandazione Normal 21-85 permette di determinare la quantità di vapore acqueo che fluisce, nell unità di tempo, per unità di superficie e in condizioni stazionarie, attraverso due superfici parallele di un campione di un determinato spessore sotto l effetto di una differenza di pressione parziale di vapore. 10
Conclusioni Il sistema di rinforzo strutturale composito Ruredil X Mesh C10 rappresenta sicuramente un innovazione di grande portata nell ambito delle tecnologie di recupero delle strutture in muratura. L utilizzo di una matrice a base di cementi idraulici ad azione pozzolanica consente di realizzare interventi efficaci dal punto di vista prestazionale, e perfettamente compatibili nei confronti coi supporti su cui vanno applicati. Evitando l impiego delle resine epossidiche si hanno altresì dei vantaggi in termini operativi che consentono di ottenere anche risparmi sensibili dal punto di vista economico. 11
Ruredil certificazioni per il rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura Certificazioni per il rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura con Ruredil X Mesh C10/M25 12
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strutturale con Ruredil X Mesh C10/M25
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