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Capitolo 6 LA LUCE E L ILLUMINAZIONE 6.1 Lo spettro elettromagnetico La luce è una forma di energia, potremmo definirla radiazione o onda elettromagnetica. L ampiezza della banda elettromagnetica viene detta spettro. Lo spettro elettromagnetico comprende l intera gamma delle lunghezza d onda esistenti. All interno dello spettro elettromagnetico solo una piccolissima porzione appartiene al cosiddetto spettro visibile, ossia all insieme delle lunghezze d onda a cui l occhio umano è sensibile e che sono alla base della percezione dei colori. Le differenze di visione individuali possono far variare leggermente l ampiezza dello spettro visibile. In linea di massima esso è situato tra i 380 e i 780 nanometri. Alla lunghezza d onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto. Alla lunghezza d onda maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi. 6.2 La temperatura colore Quando dobbiamo riprendere una scena, dobbiamo valutare attentamente anche le luci che la illuminano. Esistono infatti diversi tipi di luce, la cui differenza principale è il colore, o meglio la temperatura colore. L occhio umano si adatta automaticamente a qualsiasi tipo di luce. Ad esempio, un foglio bianco lo vediamo tale sia in pieno giorno, sia al tramonto quando il cielo è rosso. La luce è definita dalla temperatura colore che emette: ogni materiale, sia solido che gassoso, se portato all incandescenza emette un particolare colore. Le normali lampade che conosciamo sono lampade al tungsteno, ovvero un metallo che emette luce a 3000 gradi Kelvin. U. De Giovanni Tecnica e linguaggio cinematografico-televisivo pag. 86 di 97

Le lampade alogene sfruttano invece una miscela di gas inerti per ridurre l evaporazione dei filamenti di tungsteno. In questo modo il filamento può essere portato ad una temperatura più elevata e di conseguenza queste lampade raggiungono i 3200 gradi Kelvin. Vediamo la temperatura di diverse sorgenti luminose. Nel caso di una scena illuminata da una candela la temperatura colore è di circa 1930 gradi Kelvin. All alba e al tramonto in esterno la temperatura colore varia da 2000 a 3000 gradi Kelvin. Con una lampada al tungsteno siamo intorno ai 3000 gradi Kelvin. Con una lampada alogena e a scarica siamo intorno ai 3200 3400 gradi Kelvin. Con una lampada fluorescente, ossia al neon, siamo intorno ai 3200 5000 gradi Kelvin. Il sole a mezzogiorno con cielo terso è intorno ai 5000 5600 gradi Kelvin. Una lampada ad arco HMI va dai 5600 ai 6000 gradi Kelvin. Infine un cielo nuvoloso ha una temperatura colore di 6800 7000 gradi Kelvin. Come potete notare c è un grosso sbalzo di temperature, per cui è necessario impostare le nostre telecamere su quella che è la temperatura colore della scena che stiamo riprendendo. Nel caso di pellicole cinematografiche o fotografiche dovremmo usare la pellicola con la temperatura colore corrispondente o per lo meno la più vicina possibile alla temperatura colore della scena che andiamo a riprendere. 6.3 L illuminazione Un altra particolarità della luce è la sua intensità. L intensità di una luce di un proiettore è una misura del flusso luminoso e viene di solito indicata con i termini di Lux e Lumen che sono due diverse misure del flusso luminoso. Mentre il lumen è una misura assoluta della quantità di luce, il lux è una misura relativa ad un area: così un lumen su un area di 1 metro quadro corrisponde ad un lux, mentre lo stesso lumen concentrato in 1 centimetro quadrato corrisponde a 10000 lux. Nella scena cinematografica il progetto luce mira a creare effetti speciali che determinano una variazione della visione dello spettatore: luci, trucchi e artifici lavorano alla simulazione e comportano un aumento della percezione dello spazio e della scena. Se il cinema è immagine, allora la materia luminosa ne è ampiamente ed evidentemente il fattore essenziale. Un riflettore opportunamente orientato può, in una scenografia povera, dischiudere prospettive incantate; i fasci di luce sono come piccoli pennelli che creano il film, che altro non è che una sapiente combinazione di luci ed ombre. Luci ed ombre sono dunque il fondamento del cinema e la possibilità stessa della sua esistenza. U. De Giovanni Tecnica e linguaggio cinematografico-televisivo pag. 87 di 97

Esistono vari tipi di proiettori: La potenza dei proiettori viene espressa in Watt. Se riprendiamo una scena con la pellicola, la sensibilità della stessa determinerà la potenza luminosa in watt da impiegare. Se invece riprendiamo la scena con la telecamera, l'adattamento alle condizioni di luce date sarà possibile agendo attraverso tasti esterni di regolazione sulla sensibilità dell'elemento dove si concentra la luce che la telecamera riceve dall ottica e che genera poi l'informazione video di base, in figura mostrato come 'Image sensor', ma più genericamente detto Target. Quindi, mentre sulla cinepresa noi cambiamo la pellicola e variamo gli ASA per avere più sensibilità, nella telecamera c è la possibilità di aumentare la sensibilità elettronica del target. Questo aumento viene chiamato con il termine guadagno. Vediamo ora alcune tipologie di proiettori: Proiettori con lente di fresnel chiamati anche occhio di bue. Proiettori daylight simili per dimensione e lente ai proiettori con lente di fresnel, ne differiscono per il tipo di lampada; infatti nei proiettori normali si montano lampade alogene dai 2 ai 12 kilowatt con temperature colore di 3200 gradi Kelvin, mentre nei proiettori daylight le lampade hanno una temperatura colore di 5200 gradi kelvin. U. De Giovanni Tecnica e linguaggio cinematografico-televisivo pag. 88 di 97

Come abbiamo detto, l illuminazione è una parte molto importante della composizione artistica della scena: vediamo allora alcuni consigli utili per una corretta illuminazione. È consigliabile evitare fondali o spazi bianchi troppo vicini ai visi dei soggetti da riprendere. Un vestito scuro su un fondale scuro non rivela nessun colore e nessuna forma. Facciamo attenzione allo scintillio di materiale altamente riflettente presente sulla scena. Se sulla scena abbiamo oggetti luminosi, dorati o argentati, essi richiedono una illuminazione riflessa o diffusa, possibilmente impiegando schermi bianchi riflettenti. Esiste in commercio uno spray antiriflesso che serve per attenuare i luccichii indesiderati. Per rendere più visibile una scena con la pioggia è necessario un forte controluce ed una consistente luce di taglio; lo stesso principio vale per la neve, diminuendo di poco l intensità luminosa. 6.4 I filtri ottici Un filtro ottico è uno strumento che trasmette selettivamente la luce evidenziandone particolari proprietà: una particolare lunghezza d onda, una gamma di colore o di luce. Vediamo alcune tipologie di filtri impiegati nelle riprese. I filtri ad assorbimento sono di solito fabbricati in vetro a cui sono stati aggiunti vari materiali organici e inorganici; questi filtri servono ad assorbire alcune lunghezze d onda della luce, lasciandone passare altre. I filtri a riflessione sono fabbricati rivestendo con uno strato di vetro uno strato ottico e hanno la funzione di riflettere verso la sorgente le porzioni di luce non volute. I filtri monocromatici consentono il passaggio di una sola lunghezza d onda, quindi di un solo colore. I filtri a infrarosso sono usati per bloccare le lunghezze d onda nel campo dell infrarosso e lasciar passare la luce visibile. I filtri ultravioletti sono usati per bloccare le radiazioni ultraviolette e lasciano passare la luce visibile. I filtri a densità naturale sono di colore grigio o leggermente riflettenti e hanno una attenuazione costante sulle lunghezze d onda visibili; questo tipo di filtro si usa per ridurre l intensità della luce. I filtri polarizzatori sono filtri particolari che bloccano la luce a seconda della sua polarizzazione. Vengono utilizzati per eliminare i riflessi presenti nel caso di riprese su specchi d acqua e superfici bagnate o molto riflettenti, come per esempio la carrozzeria e i U. De Giovanni Tecnica e linguaggio cinematografico-televisivo pag. 89 di 97

vetri di un'automobile. Anche la luce del cielo è polarizzata. Si utilizzano allora i filtri polarizzatori per scurire il colore del cielo senza però aggiungere colori agli altri oggetti. I filtri sono una parte creativa importante dell immagine complessiva. È necessario valutare attentamente il loro utilizzo perché un uso spropositato reca spesso più danni che vantaggi alla ripresa definitiva. U. De Giovanni Tecnica e linguaggio cinematografico-televisivo pag. 90 di 97