Riunione N 15 Mercoledì 16 Novembre 2015 Conviviale: Cooperativa Solidarietà, Via Fossaggera 23 Santa Bona TV, ore 20.00 Una vicenda di accoglienza di migranti in una famiglia italiana in provincia di Treviso relatori il prof. Antonio Calò, professore di Storia e Filosofia al Liceo Canova di Treviso e il Sig. Abdallah Kezeraj vice presidente della cooperativa Hilal Soci presenti 14: Francesco Albrizio, Marco Caliandro, Guido Darsiè, Luigi Gazzotti, Paolo Pat, Alessandro Perolo, Alberto Petrocelli, Franco Rosi, Elia Sbrissa, Claudio Scarpa, Alessandro Sericola, Nicola Stradiotto, Piero Tenderini, Piero Tessarolo, Ospiti dei soci 5: Silvia (Albrizio), Valeria (Stradiotto), Teresa Ranieri RC Bari (Perolo), Gabriella di Taranto e Sebastiano Ortalli (Petrocelli) Ospiti del club 2: Nicoletta Brait e Roberta Sericola (Rotaract) Il bene chiama il bene, è una frase che abbiamo ascoltato più volte durante la serata e sempre pronunciata con educata modestia e sincero riserbo dal prof. Antonio Calò che ci ha raccontato una esperienza di vita la sua che non ha potuto non colpire la coscienza di tutti quelli che come me stavano ad ascoltarlo in stupefatto silenzio. Non voleva far tardi, il prof. Calò, perchè ci ha detto - voleva andare a casa presto per potersi alzare senza troppa fatica, il giorno dopo alle quattro del mattino, per prendere il treno per Roma. E l articolo di ieri della Tribuna di Treviso riportato più sopra, ha svelato il mistero, ricevimento al Quirinale e consegna di una prestigiosa onorificenza dalle mani di Mattarella. 2
E se il carattere tipografico della locandina sopra, non è stato così piccolo da impedirvi di leggere il contenuto, avrete capito che l onorificenza è stata ampiamente meritata dal prof. Calò che l ha voluta condividere con la moglie, con i suoi quattro figli e con i sei ospiti migranti che ha accolto in casa. Ma una cosa è leggere una notizia in cronaca ed una cosa è essere stati presenti nella sala della Cooperativa Solidarietà ad ascoltare il prof. Calò raccontare la sua scelta di vita circondato dall affetto e dalla stima di chi ha seguito fin dai primi passi quest avventura, e poter ascoltare la sua voce, le sue parole, le sue considerazioni, le sue soddisfazioni ed anche i suoi sfoghi. Questa la vicenda: all indomani di uno dei tanti e troppo frequenti naufragi di migranti al largo di Lampedusa, il prof. Calò ha detto basta, non potendo più continuare a fronteggiare impotente la tristezza, il dolore e la profonda pena di questo disastro sociale e umanitario. E così tutte le sue riflessioni, tutti i dialoghi e le lunghe chiacchierate con la moglie e con i quattro figli, con amici, con le istituzioni, con la sua profonda convinzione religiosa e nonostante tutte le perplessità e diffidenza dell ambiente circostante, han fatto sì che si decidesse a bussare alla porta del Questore di Treviso dicendo che voleva fare la sua parte, che voleva accogliere in casa 6 migranti, possibilmente donne e magari anche con un figlio in arrivo. Questore ovviamente impreparato a gestire tale inusuale richiesta, tanto da far presente che non c erano ancora leggi adeguate e che l unica cosa che poteva suggerire era consigliare di appoggiarsi ad una adatta Onlus: e così il prof. Calò ha fatto, con una gran determinazione e una attenta pianificazione dei passi da fare e con la serena consapevolezza di avere una gran famiglia alle spalle. 3
Non ha ospitato 6 migranti, ha accolto nella sua casa 6 migranti provenienti da Nigeria e Gambia, e volutamente un gruppo e non un singolo, perché la parola accoglienza ben si adatta ad un gruppo piuttosto che ad un singolo che inevitabilmente diventa ospite. Accogliere vuol dire condividere e fare condividere, dalla preghiera giornaliera davanti alla tavola apparecchiata fatta a un Dio che non è lo stesso per la famiglia del prof. Calò e per il gruppo accolto, al lavoro quotidiano, alle ore che devono essere dedicate allo studio, alla socialità, allo svago. Accogliere in casa 6 migranti e farli vivere assieme ai propri figli di pari età, e condividere questa scelta con una moglie che ha partecipato a questa scelta, non è cosa da poco, ed è cosa che il Prof. Calò sconsiglia vivamente a chi non ha una gran determinazione e convinzione, descrivendola come cosa che cambia totalmente la vita della famiglia, dà tanto ma prende tanto. E ha continuato - bisogna sapersi circondare di collaboratori validi e motivati, anche di uno psicologo, andando a cercare queste figure tra i tanti che hanno il giusto sapere ma non trovano una occupazione, bisogna avere grande fede, bisogna rendersi conto che il problema migranti è una realtà ineluttabile e che non si può sempre stare alla finestra a guardare, talvolta è bene trovare il coraggio di agire. E il prof. Calò ha fatto capire di avere le idee chiarissime e una gran determinazione e convinzione quando ci ha parlato della sua amarezza nel constatare che la sua è l unica famiglia in Italia ad avere fatto questo gesto, e quando ci ha parlato degli insulti ricevuti da parte di molti concittadini evidentemente sconvolti e impauriti da questa iniziativa. E ci ha fatto capire che questa abissale ignoranza si sconfigge solo con la cultura e con la conoscenza, e che è bene dedicare tempo alla conoscenza con l umiltà di chi vuole sapere per capire e comprendere. E questo anche e forse soprattutto agli alti livelli, alle istituzioni, alle autorità perché adesso che è invitato in tutt Italia e anche all estero, a Strasburgo da Juncker e Schultz in primis ha la consapevolezza che c è un gran parlare ma senza nessuna esperienza diretta, ed è un parlare vuoto che porta, quando porta a qualcosa, a decisioni poco mirate, poco efficaci, il più delle volte inutili se non dannose. E molto a monte che si può trovare la giusta soluzione alla scelta civile di accogliere questi migranti disperati, la soluzione sta nella consapevolezza nell animo di tutta una nazione che chi resta deve essere fatto diventare un cittadino, ed è questa consapevolezza un fatto di comportamenti, di conoscenza, di atteggiamenti mentali, di buona predisposizione d animo, in una parola: di cultura. Ecco, ascoltare tutto questo negli ambienti della Cooperativa Solidarietà, seduti attorno a bei tavoli apparecchiati con cura a mangiare cous cous marocchino, bourchinus e pollo al curry preparato e servito da gentilissimi migranti accolti nella cooperativa, ecco, tutto questo ha creato l atmosfera toccante che ha caratterizzato tutta la serata. Numerose le domande e a tutte è stata data risposta puntuale e precisa e dal prof. Calò e da Abdallah Kazeraj che ha preso brevemente la parola nel dopo cena, numerosi anche gli applausi, questa volta non tanto alla qualità della relazione ma al suo contenuto e al suo valore Peccato per chi non c era, non manchi la prossima volta, rimarrà felice di aver partecipato, ci saranno ancora occasioni di incontro, non perdiamole di vista. 4
Martedì 17 Novembre 2015 Consegna del Service: FabLab a scuola presso ITIS G. Marconi di Padova Soci presenti 6: Francesco Albrizio (RC Treviso Nord), Walter Caimi (RC Camposampiero), Cesare de Zanche (RC Padova Nord), Franco Giacomelli (RC Padova Euganea), Luigi Grassivaro (RC Padova Est) Franco Mioni (RC Abano Montegrotto) Rappresentanti dell istituto 2: Filippa Renga (Dirigente Scolastico), Paolo Incapaci (Docente di Elettronica), Generosa Lillipolis (Direttrice Servizi Amministrativi) Una bella mattina, in un bell ambiente, tra brave persone, a condividere un momento di gioia: la consegna di un dono. Nell ufficio del dirigente scolastico dell ITIS G. Marconi di Padova, prof.ssa Filippa Renga, accompagnata dal docente di Elettronica dei corsi serali ing. Paolo Incapaci e dalla Direttrice Amministrativa. dott.ssa Generosa Lillipolis. E 6 soci rappresentanti 6 diversi RC di Padova e Treviso, tutti ripresi nella foto sopra a suggellare la conclusione di un bel service: 7.200,00 per allestire un FabLab nei locali dell istituto. Di seguito, per vostra informazione, riporto parte della scheda compilata per far partire questo service che ha visto coinvolti come sponsor generosi: il Distretto 2060, gli RC di Padova, Padova Contarini, Abano Montegrotto, Padova Euganea e Padova Nord, il RC Treviso Nord (capofila del service) e individualmente tre singoli soci tra i club citati. 5
Contenuto del Service: Aiutare un istituto tecnico del nostro distretto, nella ricerca di fondi per dotarsi di un FabLab, capendo bene cos è un FabLab e perché questo istituto ha voluto averne uno. L idea è partita dagli alunni e da un docente del corso serale di elettrotecnica dell istituto tecnico G. Marconi di Padova. Si può spiegare a parole come si nuota, ma non s impara fino a quando non si entra in acqua. Allo stesso modo matematica, fisica, informatica, elettronica hanno bisogno di un laboratorio dove sperimentare quello che si studia. Il FabLab a scuola è uno spazio fisico organizzato con strumenti e con persone in grado di seguire gli studenti mentre si fa pratica. Un FabLab (Fabrication Laboratory) è generalmente dotato di strumenti computerizzati in grado di realizzare fisicamente, in maniera flessibile e semi- automatica, un ampia gamma di oggetti. Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente considerati di appannaggio esclusivo della produzione di massa. Mettere in piedi un FabLab è relativamente semplice poiché il costo delle tecnologie necessarie, è in progressiva diminuzione. Nel nostro caso si tratta di una stampante 3D (il cuore del FabLab), una macchina a taglio laser, schede Arduino e accessori elettronici vari oltre ai tradizionali strumenti da laboratorio. Inoltre e soprattutto c è l esistenza della rete (web), che fornisce un incredibile supporto dato dai contributi di migliaia di utenti che condividono errori e successi gli uni con gli altri. In questo modo il FabLab è un potentissimo mezzo per fare innovazione, perché l innovazione nasce non solo dalle nuove tecnologie, ma soprattutto dalla possibilità di condividere esperienze, macchinari, risultati. Un FabLab è tutto questo: un laboratorio di prototipizzazione aperto a tutti, in cui la tecnologia è collaborativa e, soprattutto, diffusa. Costruire un FabLab in ogni istituto superiore permette di formare gli studenti ancora prima che si affaccino al mondo del lavoro. Ma non solo. Introdurre la manifattura digitale a scuola, vuol dire creare un laboratorio di ricerca per le imprese e gli artigiani, un passo fondamentale per la crescita di un territorio. Il concetto di FabLab nasce da un idea del prof. Neil Gerhenfeld dello MIT di Boston, USA. L idea è legata ad un laboratorio in grado di collaborare a distanza con migliaia di altri FabLab sparsi in tutto il mondo per elaborare progetti in forma digitale, e un FabLab a scuola vuol dire immediato e virtuoso e diffuso contagio tra menti giovani, creative, curiose e brillanti. Ne esistono ormai migliaia in moltissimi paesi di tutto il mondo, in Italia sono già più di 100. 6
E così, nell ufficio del preside, si è parlato d istruzione, di giovani, di metodi d insegnamento, di progetti didattici, di collaborazione, del bello dello studiare per sapere e del nuovo attorno a noi che ci circonda e che va affrontato con il giusto atteggiamento. Non so agli amici dei vari RC che erano assieme a me, ma a me quando siamo andati a vedere la stanza spoglia, abbandonata e dimenticata che diventerà la sede del FabLab è venuto in mente il garage di Steve Jobs e Steve Wozniak o quello di Bill Hewlett e David Packard a Stanford in California, da dove è partita l avventura che ha poi portato alla Apple e alla Hewlett- Packard. Illustri precedenti, può essere che la storia riviva a Padova partendo da poco più di un sottoscala con attori intelligenti e lungimiranti: studenti, professori, dirigenti scolastici e il Rotary. Staremo a vedere, sicuramente verremo informati dall istituto stesso sull andamento dei lavori e come tutti speriamo da articoli sulla stampa e da servizi in televisione e in altri media, sui risultati e successi di questa iniziativa. 7
Novembre Lunedì 23: Non sarà una serata del Rotary, ma per chi pensa sia il caso, potrà partecipare nella chiesetta di San Gregorio a Treviso, alla serata organizzata dal nostro socio e amico Renzo Secco per commemorare la moglie Adelina. Alle 20,45 parlerà Renzo, ci sarà musica e verrà letta qualche poesia, ci saranno gli amici della famiglia Secco, suppongo una bella presenza del FAI e sicuramente qualcuno di noi. Lunedì 30: Caminetto, Assemblea per il rinnovo delle cariche elettive Dicembre Lunedì 7: Attività sospesa, da confermare Lunedì 14: Serata degli auguri FA 20/11/2015 8