Roma, 25/3/2017 OMELIA

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Transcript:

Letture: 1 Samuele 16, 1.4.6-7.13 Salmo 23 (22) Efesini 5, 8-14 Vangelo: Giovanni 9, 1-41 1 Roma, 25/3/2017 IV DOMENICA DI QUARESIMA Anno A OMELIA C erano una volta un uomo e una donna molto bravi e molto ricchi: si sono sposati e hanno avuto una figlia, chiamata Danielle. La moglie muore e il papà, rimasto solo con Danielle, pensa di risposarsi, per avere un aiuto in casa e un altra occasione. Si sposa con una vedova, che ha due figlie molto cattive: Anastasia e Genoveffa. L uomo muore e Danielle rimane con la matrigna e le sorellastre, che, a poco a poco, cominciano a far soverchierie alla ragazzina e la relegano in cucina. Nessuno di noi si ricorda che Cenerentola si chiamava Danielle. Cenerentola si chiama così, perché rimane sempre presso il camino, dove c è la cenere. Danielle con l aiuto della fata, della magia, in senso buono, fa della sua vita una danza, un ballo. Incontra un principe, si sposa e diventa una principessa. Alla festa di nozze, una colomba con il becco acceca le sorellastre. Questa fiaba mi piace, perché dimostra che dentro di noi c è un principe o una principessa e abbiamo bisogno dell Amore di qualcuno, per fare della nostra vita una vita da principe o principessa. Che attinenza ha questa fiaba con le letture liturgiche di oggi? Nella prima lettura, il profeta Samuele viene chiamato da Dio: Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto fra i suoi figli un re. Iesse fa vedere a Samuele sette dei suoi figli e Samuele ripete: Il Signore non ha scelto nessuno di questi. Samuele chiede a Iesse se ha qualche altro figlio. L uomo risponde che rimane ancora il più piccolo, che sta pascolando il gregge. Samuele invita Iesse a mandarlo a chiamare. Quando il ragazzo arriva, il Signore dice: Alzati e ungilo: è lui!

2 Il Signore si rivolge a Samuele con parole molto importanti: L uomo vede le apparenze, ma il Signore vede il cuore. Dentro di noi c è un re e forse neppure i nostri genitori sanno questo. In questo passo evangelico, i genitori hanno paura dei Farisei e tradiscono il figlio: Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco, ma, come ora ci veda non lo sappiamo e chi gli abbia aperto gli occhi noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l età, parlerà lui di sé. Noi abbiamo bisogno degli altri, abbiamo bisogno di una Comunità, di amici, di persone, per entrare in relazione, perché l altro ci svela che in noi c è un re o una regina. L altro ci dice quale carisma abbiamo. Siamo cresciuti, continuando a stare in mezzo alla cenere, in mezzo al gregge. I genitori, il più delle volte, sottolineano i nostri aspetti negativi. Noi crediamo a questo, ma, se un giorno abbiamo il coraggio di andare oltre, c è questa rivelazione. Il Vangelo di oggi ci aggancia a questo e fa parte delle Catechesi battesimali della Chiesa, dove il cieco è il non battezzato. Noi consideriamo questo passo dal punto di vista esistenziale. Gesù sta passando. Quando il Santissimo passa in mezzo all assemblea siamo attenti e contenti: questo è un dono che ci è stato dato. Nelle prima pagine della Bibbia, Adamo ed Eva passeggiano nel Paradiso Terrestre; quando Dio va a passeggiare sul far della sera, Adamo ed Eva si nascondono, perché hanno paura di Dio. Tante volte, anche noi abbiamo paura di Dio.

3 Quando Gesù passa nella nostra vita, non è per metterci paura, ma per guarirci, liberarci, fare bella la nostra vita. Forse è Lui questo principe, che mette in luce la regalità che c è in noi. Gesù incontra questo cieco dalla nascita, seduto alla porta del tempio, dove non può entrare. Per ordine di Davide, che, da vittima è diventato carnefice, i ciechi e gli zoppi non potevano entrare nel tempio, a causa di una frase che avevano pronunciato, quando stava per conquistare Gerusalemme. (2 Samuele 5, 8) Il cieco era doppiamente maledetto, perché chi aveva una malattia era considerato punito da Dio. Il cieco inoltre non poteva leggere la Torah, la Bibbia: era escluso dalla grazia. Il cieco sta mendicando, quando passa Gesù, che fa del fango con la saliva e lo spalma sugli occhi del cieco. Nella Genesi, Dio con il fango crea l uomo. Gesù fa la stessa cosa: con il fango ricrea l uomo, però lo invita ad andare a lavarsi alla piscina di Siloe. C è sempre un concorso: noi dobbiamo sempre fare qualche cosa, mettere la nostra parte. Il cieco va a lavarsi e torna che ci vede. Qui cominciano i guai. Fino a quando stiamo a mendicare un po d Amore, fino a quando siamo ciechi e ci lasciamo guidare dagli altri, diventando addormentati, va tutto bene. Quando prendiamo coscienza della nostra vita e smettiamo di essere mendicanti, cominciando a vivere la nostra vita nell incontro con Gesù, iniziano i problemi. Il cieco apre gli occhi e non è più riconoscibile. Alcuni dicono: È lui!. Altri: No, ma è uno che gli somiglia! Il cieco sanato è l unico che nel Vangelo di Giovanni dice: Io sono!, io ho la pienezza della condizione divina.

4 Giovanni Battista non pronunciava l espressione : Io sono, che è il Nome di Dio, e faceva un giro di parole. Il primo discernimento, che dobbiamo fare è questo: quando incontriamo Gesù, quando apriamo gli occhi, non siamo più riconoscibili. Noi stessi ci accorgiamo che, incontrando Gesù, siamo persone nuove. Se siamo sempre riconoscibili, dobbiamo interrogarci. I primi Cristiani erano chiamati i figli del vento, perché erano sorprendenti. Il vento è sorprendente, perché non si sa da dove viene e dove va. Ci sono persone incasellate nella religione, che perpetuano le stesse azioni. Il cieco guarito viene interrogato dalle autorità religiose, che per sette volte gli chiedono: In che modo ti sono stati guariti gli occhi? Qui si inserisce l attività di Gesù dispettoso, perché guarisce in giorno di sabato. Nella Legge c è scritto che, di sabato, non si possono guarire, né curare i malati. L Ebreo autentico rispetta la Legge. Gesù avrebbe potuto guarire il cieco in un altro giorno, invece lo guarisce di sabato, perché vuole mandare un messaggio alle autorità e anche a noi: non è seguendo la Legge che si incontra il Signore o si entra in dinamiche di guarigione, ma, incontrandoci con Gesù, si va oltre la Legge. In quel tempo si dava attenzione al legalismo, non ai bisogni dell uomo. Gesù toglie la Legge e mette al centro l uomo. Per questo, lo guarisce di sabato. Se Gesù guarisce di sabato, trasgredisce la Legge; chi trasgredisce la Legge è un peccatore. Per di più Gesù ha aperto gli occhi a un cieco nato, evento mai successo prima. I preti e i farisei insistono, per sapere come Gesù ha aperto gli occhi al cieco, perché l aprire gli occhi era un attività del Messia. Il Messia viene ad aprire gli occhi ai ciechi, quindi Gesù, che apre gli occhi ai ciechi, è il Messia. È difficile seguire Gesù, che toglie il potere e introduce il servizio. I preti e i Farisei sono i custodi del passato e non sopportano la novità. Dopo un lungo interrogatorio, visto che Gesù aveva aperto gli occhi al cieco, di sabato, gli dicono: Per te era meglio restare cieco, perché ti ha guarito di sabato!

5 Il cieco risponde che non se ne intende di Teologia, però sa che Gesù gli ha aperto gli occhi e preferisce gli occhi aperti alla Teologia. A volte, gli amici, il marito, la moglie ci dicono: Non andare alla preghiera, non andare a quell incontro, perché capiscono, dentro di sé, che vi state liberando e una persona libera costituisce un problema. Se vogliamo restare ciechi, avremo privilegi. Se vogliamo essere persone libere, dobbiamo entrare nel conflitto. Alle domande incalzanti, il cieco, ad un certo punto, dice: Volete forse diventare anche voi suoi discepoli? Le autorità lo insultano e lo cacciano dal tempio. Fuori dal tempio, incontra Gesù. Non aveva ancora ben capito chi fosse. Tante persone fanno un cammino nello Spirito e non sanno che questo cammino è guidato da Gesù. Quando si incontrano con una Comunità, prendono coscienza che tutto il cammino è stato fatto con Gesù. fede. Gesù si rivolge a questo uomo: Tu credi nel Figlio dell uomo? Il cieco sanato: E chi è, Signore, perché io creda in lui? Gesù: È colui che parla con te. L uomo: Credo, Signore! Il cieco si prostra davanti a Gesù ed entra nella fede. Ha trovato Gesù, ha trovato la Siamo al capitolo IX del Vangelo di Giovanni. Subito dopo, c è il capitolo X, che è il capitolo del Buon Pastore, del Pastore Bello, che entra nei recinti e porta fuori le pecore. Gesù è entrato nella malattia del cieco e l ha portato fuori. Le pecore seguono Gesù. Il cieco non ha seguito le autorità, ma Gesù. Gesù entra nei nostri problemi, nelle nostre prigioni e ci porta fuori. Continuiamo la nostra Celebrazione, ringraziandolo per quello che ha fatto e lasciandoci guidare da Lui. PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.