Teorie e tecniche della comunicazione di massa A.A. 2007-08. Lezione del 29 maggio 2008 dott.ssa Giomi



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Teorie e tecniche della comunicazione di massa A.A. 2007-08 Lezione del 29 maggio 2008 dott.ssa Giomi

La seconda ondata della rappresentazione della Mafia nella fiction tv

Dal l 2000 al 2003 proseguono gli episodi del Commissario Montalbano 2000-01sequel di Ultimo (Ultimo 2 - La sfida), 2003-04) Ultimo 3 L infiltrato Secona Ondata inizia nel 2000: Nel 2000 la Rai conclude La Piovra (con la decima serie) E nel 2001-02 produce collection di 3 titoli: 1) Brancaccio (Raiuno), la storia vera di Don Puglisi, parroco di Brancaccio, ucciso a causa del suo impegno per il riscatto del quartiere e l opposizione a Cosa Nostra; 2) Donne di Mafia (Raiuno), altra storia di conversione al femminile, questa volta sul travaglio di coscienza di una ragazza che coinvolge nella sua ribellione alla Mafia un gruppo di amiche e conoscenti; 3) L attentatuni (Raidue), ricostruzione minuziosa delle indagini svolte dagli uomini della DIA e conclusesi con l arresto dei responsabili della strage di Capaci.

Dal 2004-05 si infittiscono i titoli che portano in scena protagonisti e episodi, veri o di invenzione, della lotta alla Mafia: 2004-05: Paolo Borsellino, Canale 5 Posso chiamarti amore?, Raidue: vicenda di una donna che assieme ai figli segue il nuovo compagno in Sicilia, dove si batte contro il muro di omertà che protegge il vero responsabile del delitto di cui egli è accusato: il figlio di un potente boss mafioso. Due miniserie in cui la Mafia non riceve una tematizzazione esplicita, ma il suo sistema di relazioni e potere offre metafora per rappresentare altri soggetti: 1) Il bell'antonio, Raiuno: libero adattamento dall'opera di Vitaliano Brancati, evidente nel finale:oppressione della Mafia sul cittadino metaforicamente rappresentata dall'impotenza (duplice outing durante il processo per l annullamento del matrimonio) 2) Rita da Cascia (Canale 5): agiografia della santa medievale in parte riletta in chiave contemporanea, faida tra le due potenti famiglie di Cascia rappresentata con modalità che ricordano da vicino lo scontro tra cosche mafiose

Nel 2005-06, A voce alta, Raiuno: si ispira alla vera storia di un operaio e sindacalista, che negli anni Ottanta decide di opporsi alle infiltrazioni mafiose nei cantieri navali Nel 2006-07, 4 titoli (tutte miniserie, 2 episodi): Joe Petrosino, Raiuno: archetipo dell eroe che combatte la Mafia negli anni '30: sua storia, dai primi passi nella polizia di New York alle indagini in Sicilia e l attentato in cui perse la vita nel 1909. L ultimo dei Corleonesi, Raiuno: ascesa e caduta degli ultimi padrini, Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano, i tre boss che hanno dominato la scena criminale siciliana dagli anni '50 agli '80, fino all'arresto dell'ultimo di loro (Provenzano) Il capo dei capi, Canale 5: storia di Provenzano

Giovanni Falcone, Raiuno Fuori dal dominio della fiction tv: Il giorno prima de L'ultimo dei Corleonesi, Raiuno crea traino trasmettendo Alla luce del sole, Roberto Faenza, 2003, dedicato alla figura di Don Puglisi Il giorno dopo L'ultimo dei Corleonesi Raiuno trasmette Scacco al re. L arresto di Bernardo Provenzano, docufiction

Fuori dal dominio della tv, a partire dal 2004-05: Altre forme di produzione culturale e mediale recepiscono e incrementano la rinnovata centralità del fenomeno nel discorso pubblico: Nel 2005 documentario In un altro paese (di Marco Turco, 2005), prima a distribuzione cinematografica (rapporto tra Cosa Nostra e lo Stato italiano della Prima Repubblica) Reportage La Mafia è bianca (di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini): documenta la nuova stagione del potere e i cambiamenti dell'organizzazione criminale sotto la guida del superlatitante Bernardo Provenzano. Spettacolo teatrale Cani di bancata (di Emma Dante) Nel 2006, libro di Roberto Saviano, Gomorra (dedicato però alla Camorra)

Eventi che contribuiscono a rinnovato interesse per il tema: nascita di movimenti e associazioni impegnate nella lotta alle organizzazioni di stampo mafioso: Libera, 1995 I ragazzi di Locri, movimento sorto dopo l uccisione, il 16 gennaio 2005, del consigliere calabrese Francesco Fortugno. Candidatura con l Unione di Rita Borsellino, sorella di Paolo, alle elezioni regionali siciliane dell aprile 2006 (contro Totò Cuffaro, indagato per favoreggiamento di Mafia) Arresto di Bernardo Provenzano, nell aprile 2006 (contribuisce in particolare a rilevanza del tema nell'agenda dei media e della fiction tv)

Caratteristiche delle mafia story televisive della seconda ondata

1) Aumentano nettamente le storie di tipo factional,ispirate a fatti/personaggi reali: Dal dal 1998-99 al 2006-07, 18 titoli sulla Mafia 12 factional (Ultimo e i suoi due sequel, i tre film tv della trilogia Rai dedicata alla Mafia, Paolo Borsellino, A voce alta, Joe Petrosino, Giovanni Falcone, L ultimo dei Corleonesi, Il capo dei capi) Solo 3 fictional, cioè storie immaginarie (Una sola debole voce, Il commissario Montalbano, La Piovra) che divengono 5 se di considera anche le produzioni in cui la tematica mafiosa non è la storyline principale (Posso chiamarti amore? e Il bell Antonio)

Si può parlare di un nuovo corso a partire dal 2000-01 perché le storie factual presentao altri cambiamenti significativi rispetto a prima ondata: a) Rinuncia a praticare di trasfigurare nomi e luoghi (Ultimo,1998: capitano dei carabinieri Di Stefano e Totò Riina hanno soprannomi o nomi di invenzione) b) Le "azioni spettacolari scopiazzate dall America vengono sostituite da un taglio documentaristico (inchiesta giornalistica o basati su instant book), più adeguato a storie che si ispirano a fatti di cronaca, e spesso le serie sono dirette da registi militanti o con esperienza d film documentaristici/di denuncia sociale Stefano Munafò, allora direttore di Rai Fiction, osservava che per a Rai, ciò costituisce una netta inversione di tendenza rispetto al passato, con la trilogia del 2001-02 la Rai rompe definitivamente con La Piovra

Esempi: Brancaccio, sceneggiatura basata su testimonianza di Don Pino Puglisi Donne di Mafia, diretto da Giuseppe Ferrara, autore di film importanti come Il sasso in bocca, Cento giorni a Palermo e Il caso Moro; sceneggiato sulla base dell'omonimo libro di Liliana Madeo, collage di storie femminili vere in cui spicca il nuovo ruolo delle donne all'interno della cosche mafiose; L attentatuni, diretto da Claudio Bonivento, già produttore di film importanti come Mary per sempre, Ragazzi fuori e La scorta; sceneggiatura basata sull instant book dei giornalisti Giovanni Bianconi e Gaetano Savatteri, L attentatuni - Storia di sbirri e di mafiosi; Intervento di giornalisti specializzati anche per la scrittura de L ultimo dei Corleonesi; sceneggiatura con supervisione del giornalista de La Stampa Francesco La Licata; Paolo Borsellino si basa su un libro, l omonimo, scritto da Umberto Lucentini, Agnese, Manfredi e Lucia Borsellino

2) Cambia la tipologia di eroi della lotta alla Mafia Molti personaggi positivi, presentati come eroi dai broadcaster (importante modalità di promozione): Donne di Mafia; la storia di un gruppo di donne estremamente coraggiose ; Il sindacalista protagonista di A voce alta è un eroeantieroe. Paolo Borsellino: il ritratto di un uomo che ha sacrificato la sua libertà e la sua stessa vita per la libertà di molti a) Appartengono al contesto meridionale, da cui non si allontanano (vs. Prima ondata, con Un uomo d onore (1992-93), storia di un mafioso vittima di una crisi di coscienza, come unico caso di personaggio autoctono in ruolo di protagonista positivo) Ora è la regola, tanto nelle mafia story fictonal (Una sola debole voce, Il Commissario Montalbano) Che factional (Brancaccio, Donne di Mafia, A voce alta, Giovanni Falcone; eccezione Joe Petrosino)

Esempio: Paolo Borsellino, incarna tratti di questa seconda ondata Visione sequenza iniziale: Basile: Questa è una terra bellissima, dottore! Peccato che ci sia questa cappa che la soffoca, non la lascia respirare... Borsellino: Speriamo che cambi il vento, capitano, che venga un po di libeccio, di grecale, che ci porti un po di aria fresca! Questa sequenza richiama quella finale, le ultime parole di Borsellino, in cui vengono enucleate in modo esplicito le ragioni che lo hanno indotto a intraprendere la professione di magistrato (lettera scritta la mattina a studenti scuola di Padova) Sono diventato giudice perché nutrivo una grande passione per il diritto civile e sono entrato in Magistratura perché volevo diventare civilista. Poi il 4 maggio 1980 il Capitano Basile morì e Chinnici volle che mi occupassi io dell istruttoria. Nel mio ufficio era approdato Giovanni Falcone, mio amico di infanzia: allora capii che il mio lavoro doveva essere un altro. Ero rimasto in Sicilia e dovevo dare un senso a questa scelta: i nostri problemi erano quelli di cui avevo preso a occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra, dovevo occuparmene esclusivamente

b) I protagonisti della ribellione/lotta alla Mafia non sono solo figure istituzionali.. ma anche esponenti della società civile, spesso protagonisti femminili Donne di Mafia (donne comuni) A voce alta (sindacalista) Brancaccio (Don Puglisi) Una sola debole voce (donna comune, signora della Palermo bene) Posso chiamarti amore? (donna comune) Società civile nella prima ondata presente nella forma di folle, processioni, cortei funebri, fiaccolate, ma sempre mute Nella seconda, quando il protagonista è eroe istituzionale, la società civile è ancora rappresentata in forma collettiva, ma in altro modo...

Visione delle ultime sequenze fiction Paolo Borsellino: Anche se l'eroe è istituzionle, questo attore viene chiamato in causa con forza, attraverso una soluzione di grande efficacia, che prende corpo nelle ultime sequenze: 1) il congedo di Borsellino dalla famiglia prima di uscire di casa 2) l arrivo alla casa della madre 3) la scena conclusiva, ambientata in un aula universitaria L accostamento delle immagini è sincopato, incalzante, asciutto: le tre sequenze durano in tutto 10 minuti

Voce fuori campo sulla sequenza 3) Ma io sono ottimista, perché vedo che nei confronti della Mafia i giovani, siciliani e non, hanno oggi un atteggiamento diverso da quella colpevole indifferenza che io mantenni fino a 40 anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanta io e la mia generazione ne abbiamo avuta (ultimo passaggio lettera a studenti Padova) Carrellata sui volti dei padri, Capitano Basile, gli agenti delle scorte, Montana, Cassarà, Chinnici, Falcone e, infine, Borsellino che guardano verso Lucia, una ragazza qualunque, che due giorni dopo la morte del padre, ha scelto di fare il suo dovere e che diviene così la simbolica erede della loro opera

2) La lotta alla Mafia come problema culturale Nella sequenza finale, sentiamo per la seconda volta il discorso tentuto da Borsellino alla commemorazione di Falcone (qui registrazione originale)

Sono morti per noi, e verso di loro abbiamo un grosso debito di riconoscenza, e dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, facendo il nostro dovere. La lotta alla Mafia, il primo problema della nostra terra sciagurata e bellissima non doveva essere solo una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti, e soprattutto le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito il profumo della libertà e che facesse rifiutare il puzzo del compromesso morale, della contiguità e quindi della complicità. Ricordo la felicità di Falcone e di tutti gli altri quando, in un breve periodo di entusiasmo conseguente ai dirompenti successi originati dalle dichiarazioni di Buscetta, egli mi disse: la gente fa il tifo per noi significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze, rompendo i sentimenti di accettazione della convivenza con la Mafia che costituiscono la vera forza della Mafia