Tecniche e materiali per la conservazione delle superfici intonacate Il tema dell intonaco in architettura ha fatto sempre discutere, per molti è una superficie di sacrificio per altri no. In realtà è sempre stato usato a protezione della pietra In tempi recenti, vista la perfezione della muratura sottostante, si tende a toglierlo. Io trovo che sia molto grave, pensiamo anche all architettura contemporanea, all uso del cemento a vista, i risultati negli anni sono stati pessimi. Se probabilmente gli edifici fossero stati intonacati sarebbero stati più protetti e si sarebbero rovinati meno. L intonaco, sia per la sua plasticità, sia per l economicità è stato spesso usato ad imitazione della pietra soprattutto in zone in cui era difficile reperirla. Giulio Romano a Palazzo Te a Mantova tratta l intonaco ad imitazione della pietra di Verona che è un calcare bianco rosato, le bugne sono state realizzate dai suoi stessi stuccatori. Palazzo Te nel tempo ha subìto molti cambiamenti, sia nell 800 che nel 900 al posto dello stucco giallo e rosato ad imitazione della pietra di Verona è stato posto del cemento tinteggiato di ocra. Nell intervento di restauro degli anni 90 fatto Palazzo Te a Mantova dall ICR si è tenuto conto degli interventi 800eschi e quando é stato trovato l intonaco di Giulio Romano lo si è mantenuto. L intonaco è la base su cui viene steso il colore, è la presentazione all esterno dell edificio, tanto che si sono studiati diversi piani del colore per realizzare i quali serve: la materia, il supporto e la finitura di superficie l intonaco. La materia e la lavorazione sono i requisiti per la durabilità della protezione dal microclima e da tutti gli agenti atmosferici. Arena di Verona 01100 VITERBO - Via Santa Rosa, 25 Tel. 0761.344697-344001 - 344698 (fax) - Cell. 3483199236 C. F.: GMM MGS 50A43 C514K - P. I.: 01452010562
E sull intonaco che avvengono tutti i processi di deterioramento, lì si depositano gli inquinanti, avvengono gli scambi termici ed igrometrici come l evaporazione e la condensazione dell acqua ed è lì che restano tutte le tracce dei vari interventi di restauro e manutenzione. Per questi interventi è importante la manodopera specializzata, le figure che devono intervenire sono quelle del restauratore e dell restauratore che è il coordinatore di tutto l intervento. A questo punto prima di addentrarci negli esempi sarà bene capire quali sono i componenti degli intonaci, i quali devono essere dati su una superficie completamente asciutta, in una stagione calda come l estate. L intonaco si compone di vari strati: I - il rinzaffo per uniformare la parete II - l arriccio, l intonachino III - la finitura è formato da leganti e inerti Il legante usato fino al IV secolo (età Tolemaica) in Mesopotamia ed Egitto era il gesso, con la civiltà greco-romana prese piede la calce. I LEGANTI I leganti variano a seconda della zona (in Mesopotamia era il bitume, in altri paesi il fango ottenuto dalla terra sciolta in acqua, in altri l argilla cruda unita a materiale lapideo, in Italia sono stati usati la calce o il gesso). Stesure di intonaco su un muro in opus reticulatum. I - rinzaffomolto ruvido e steso a cazzuola, II - arriccio dato a frattazzo, III - strato finale liscio e destinato ad accogliere la pittura Calce Della calce ne parlava già Vitruvio come un legante eccellente, per il quale l intonaco era formato da 5 strati. La calce è carbonato di Calcio CaCO3 cotto a 900 CaCO 3 carbonato di a 900 calcio dalle rocce CaO + CO 2 ossido di calcio CaO (calce viva) ossido di calcio che si volatilizza e resta anidride carbonica CaO + H 2 O Ca(OH) 2 effervescente Ossido di calcio idrato di calcio (calce spenta) può assorbire acqua e sprigiona calore a 300 reazione effervescente, è molto voluminosa Ca(OH) 2 + CO 2 CaCO 3 + H 2 O evapora l acqua e resta idrato di calcio anidride (calce spenta) carbonica CaCO 3
Le calci si dividono in: a) aeree che a contatto con l aria si induriscano ed hanno poca resistenza meccanica. Erano diffuse in età Romana sono di colore bianco e vengono usate per interni. Fanno parte delle calci aeree: a.1) le calci grasse (Grassello). Consigliate per ambienti umidi perché trattengono l acqua a.2) le calci magre (Grassello meno pregiato). b) idrauliche più restano in acqua più si induriscono, sono utilizzate per esterni e possono essere: b.1) artificiali b.2) naturali
INERTI Gli inerti sono sabbia, polvere di mattone (cocciopesto), pozzolana, con additivi organici come paglia, peli di animali ed hanno sia una funzione chimica che meccanica e fanno sì che le calci non diminuiscano di volume. La reazione chimica è data dalla pozzolana che è idraulizzante o dallo zucchero che reagisce con la calce formando saccarato di calcio, si ottiene più resistenza a trazione anche con i fichi, il grasso di animale e l olio. La reazione meccanica migliora la resistenza a flessione con i materiali fibrosi, favorisce l adesività e la plasticità (come lo stucco) come le colle animali, resine naturali, caseina e composti derivati dal latte (caglio, formaggio macerato) ritarda la presa (utile per gli affreschi). Le sabbie possono essere: di cava spesso impure. di fiume adatte per gli intonaci, non formano screpolature, si può ottenere anche l intonaco lustro di mare con cloruro di sodio danno luogo ad assorbimento di umidità e a formazione di macchie. Le migliori sono le scure ferrose. DEGRADO E CONSERVAZIONE DEGLI INTONACI STORICI Prima di intervenire bisogna effettuare delle indagini non distruttive. Fatta eccezione per gli aspetti estetici non sussistono differenze sostanziali tra gli intonaci delle pitture murali e gli altri più comuni e diffusi intonaci storici. Vorrei dividere l intervento in due parti: 1. alterazione e degrado di cui si occuperà la mia collega 2. operazioni conservative (consolidamento, protezione, pulitura, trattamento sali) Specificità materica degli intonaci Prima di affrontare qualsiasi discorso relativo alla conservazione degli intonaci occorre conoscerne a fondo le qualità materiche e le proprietà chimiche e fisiche.
Gli intonaci sono costituiti da malte di calce e sabbia con materiale composito: - con caratteristiche idrofile dovute ai prodotti impiegati di tipo idraulico o cementizio - con elevata porosità aperta dovuta alla composizione delle malte L intonaco è sede di due ambienti: l esterno e l interno. Questo contesto deve essere tenuto presente prima di affrontare qualsiasi studio del degrado e prima di adottare un intervento conservativo. Gli interventi conservativi Conservare: dal punto di vista chimico e fisico corrisponde spesso a consolidare, proteggere, pulire. 1) Pulitura è rimozione secondo criteri dell estetica (depositi, patine, croste naturali) della storia aggiunte materiche intenzionali non originali. Nel caso degli intonaci che hanno natura porosoidrofila, i problemi di consolidamento e protezione sono più complicati. 2) consolidamento L intervento di consolidamento consente di riconferire caratteristiche di coesione ai materiali (non
alla struttura) compromessi a seguito del degrado. Si consolidano dunque le malte, i film di coloriture o di policromie in superficie. Nel caso degli intonaci, (che sono strutture) dobbiamo parlare di consolidamento strutturale che consiste nel ripristino dell adesione tra intonaco e muratura o tra strati di intonaco distaccati, in opere di stuccatura etc. Il consolidamento vero e proprio è più di carattere chimico, i trattamenti si effettuano con idonee sostanze consolidanti. La maggior parte dei prodotti consolidanti sono formati da sostanze organico-polimeriche. a) Le sostanze polimeriche possono essere resine viniliche, acriliche, siliconiche, fluorurate, sono improntate sulle qualità di idrorepellenza. Tutto questo va bene ma ci sono delle controindicazioni: 1) I consolidanti possono essere ad impregnazione superficiale dell intonaco ma chiude fisicamente i pori, blocca lo scambio tra l esterno e l interno, costituito da altri intonaci, da murature di supporto, etc. Poiché trattiamo di intonaci storici e non di intonaci moderni è praticamente da escludere che le strutture interne (i muri) siano privi di sali. Materiali traspiranti dell intonaco. L alternativa sono i consolidanti polimerici traspiranti che non chiudono i pori ma si distribuiscono sulle pareti interne, non limitano il flusso del vapore (solo acqua) ma essendo le sostanze idrofile non bagnabili non transitano le soluzioni liquide dei sali che cristallizzano. Traspiranti dei consolidanti occludenti Possono essere usati solo per i supporti poco porosi, non vanno bene per gli intonaci storici in presenza di sali e di flussi di umidità. Soluzioni alternative per il consolidamento Soluzioni di etere silicici soprattutto del silicato di etile. Azione consolidante dei silicati organici va bene anche sulle arenarie. Altra soluzione è l azione del Bario idrato è un trattamento chimico avviene mediante impacchi di idrato di Bario al 6-10% si mantengono a contatto con la superficie per circa 3-4 ore. Manodopera Il metodo del Bario è stato applicato ormai su numerosi affrechi in Italia ed anche a palazzi storici con decorazioni pittoriche.
3) La protezione I protettivi hanno gli stessi problemi dei consolidanti ma poiché si limitano alla superficie degli intonaci sono presenti nelle stesure sottili e si rivolgono maggiormente alle coloriture e alle policromie. Oggi per le finiture si possono usare diversi prodotti ai silossani e ai silicati che permettono di avere delle protezioni senza mettere i protettivi. I silicati hanno bisogno di essere ripresi perché i colori cambiano mentre i silossani vanno meglio. Ci sono svariati prodotti in commercio come quelli della Tassullo sia per le calci sia per le finiture oppure prodotti della Biocalce che sono stati usati per la Torre Appiani o altri prodotti come quelli della Mapei che sono simili a quelli usati per le fontane de L Aquila. Tutto quello di cui abbiamo parlato è possibile trovare le spiegazioni sulla rivista I Beni Culturali tutela, valorizzazione, attività culturali, architettura contemporanea e bioarchitettura edita dalla BetaGamma di Viterbo che è una società che si occupa in maniera specifica di interventi di restauro.
ATTIVITÀ EDITORIALE DELLA BETAGAMMA L'attività editoriale è particolarmente rivolta al settore dei beni culturali e la produzione riguarda la committenza pubblica e quella privata con forte caratterizzazione scientifico-divulgativa. Edita numerose collane, come quella sugli Archivi Italiani, formato 12x22, stampati a colori La collana su i Centri Storici, formato 24x22 a colori, su carta pregiata. Ne sono stati pubblicati già 20. dedicata a diverse città italiane. Chiese, Monumenti e Città, comprende piccole ed esaurienti guide tascabili di monumenti e località, alcune delle quali ai margini dei grandi circuiti turistici e impropriamente connotati come appartenenti alla cosiddetta arte minore. Pur contando su un solido impianto scientifico e un vasto apparato iconografico sono posti in vendita ad un prezzo molto contenuto. Il formato delle guide è 12x22 cm. Offerte Speciali sconto dal 30 al 50% per i 21 anni della I piccoli libri dei Grandi Monumenti intendono far conoscere ai giovani la sto- ria di ciascun monumento nei suoi aspetti reali. Testimonianze di Restauri, formato 17x24 a colori, affianca all opera restaurata le diverse informazioni emerse durante i lavori. Formato 17,2x22 cm. BetaGamma s.r.l Editoria e progetti culturali Vanta la pubblicazione di numerose riviste a carattere periodico per conto di Soprintendenze statali ai beni nici e ambientali volte a far conoscere l impegno di queste istituzioni nel campo della valorizzazione e della conservazione del nostro patrimonio culturale. Formato 24x28 cm. a colori. per ulteriori informazioni sui libri, i prezzi e le specifiche varie consulta il sito www.betagamma.it Libri di Archeologia tra cui una collana sul Triangolo della Nurra e la Ceramica Nuragica Volumi di argomenti vari Via Santa Rosa, 25 01100 VITERBO btgamma@tin.it Tel. 0761/344697 0761/344001