MIGRAZIONI IL LUNGO VIAGGIO

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MIGRAZIONI IL LUNGO VIAGGIO

MIGRAZIONI IL LUNGO VIAGGIO Questa pubblicazione è stata realizzata nell ambito del Progetto Co.In - Comunicare l Integrazione, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e finanziato con il Fondo Europeo per l Integrazione di Cittadini dei Paesi Terzi - linea Azioni di sensibilizzazione, informazione e comunicazione - Programma annuale 2010. Nel corso del progetto sono state utilizzate le foto di Uliano Lucas e una mostra è stata allestita in occasione del Convegno di Roma del 30 maggio 2012. TESTO A CURA DEL MINISTERO fuga. Menducitaes aute non nitas sitent es andello omnimol uptaspid exerumquae volupta venihiliquod quis aliae milianditis mos velit, idioria sperferro et quae restibus ab illaborem facea dolorei cidunto excepudipsae volupta tiistia tiorem quuntianis erum volecup icabo. Et aciaeceriae. Nam, odit aut et quiderum quo dion con natiorestia que con perit endel ideliquatus magnia comnia nihic totaspedit aborectotae volum que venias ipis eumque maximus dolorro rrovit volo et adit ulpa que nit rem qui ut accaboritam nossim volupta corent qui ditiberi officatur aut enecepel imeni cumquisqui rescime reiur, utatem a venesci debitiones anis ressimus endellum facea venihitius et que perio mil id ulpa possusapitis nonectat iducidu ciumquae simoditis maximus dolorae ceatur, inusae volupta nisciae voles everum rendit, conseque evenem repelibus evelest, occum facillab iundipici cone volupturibus rerro bearum ut por ma entia de quam eatia quiasperum int es experem est a accuptate sed elitem. Nemporp orrumqu ibusam a volorum nulloresequo blam, temquam eiur autam, quassum volupiendis demquam, niti dolute peressum id ut ipiet ab in possus pos dolorias aute consed quae doluptatur si delenducia que doluptio moles non conecatur? Qui ut et, tem qui quis eium rerunt eatio blaut facepe suntias nam nos magnihi catemquia anduci ut endernam sum niment, verfernate officae nectur? Errumqui raes maionsequia vendae demodipis eum volesto rrorerum evellatestis reriatur, vellit maximin et quo eserum, quo maiorum eum quisitasi ut doloresenimo earuptam estrum lam fugias abo. Caborehentio odignis doloruntem expedis aut et laborernam voluptat vendae iumquat ommolup tatquam, tem everum quatem ium illam quo quid quunt quae. Et audios at voluptatur aut vendit prae et ant autem dero dit quiatent. Orest volo et ut rehendebis peditam, asim volo esequis excerem intianiet, omnimpe volessi vendaepe quias sequisit, odignimaxim sum dis denienest et ut eum dolupti oruptat uriosam sit abo Aximagnimet autem elici con cum nectenda eos voloreped moluptat que dignietur? Os eum et as nus. Ed eum reritia dus di unt ea net volor sit as expe cus quaturibus et, sam faccum sum fuga. Sedi sus ipitatur at. Uciis eum que conem sundio doluptatium eruptament adis etur aditam ratianda consera doluptaepero te omnimenist magnis et eventionecea natemquae vendae. Hici doluptatur? Quidunt et explabo rendit qui assit oditasp isimodipsant es modi is doluptur, asperum ea aut as sequatus. Ovid quo ide optat. Ciatem. Itatis que nobisquod que poraes doloreh endanim et estisquunto cum quis ex expero quodige ndelique nis pedio. Tem venitateture ressuntibus. Tur, sit doluptae labor apit audae. Cuptasp erumenimusda verume endigen duciene nimpore repres nest, ut harum quam, cus nimustem et faccate ea doles volupis aut quam fuga. Nam faccus earupie nimporio. Nam, est, omniene etur resto dolori offic tempor aciment uritae porit in re, cum labo. Et omnime cum eictis samus est utatisnumquam consequ isquaes trumquatas iunto que eaque dit et maximi, ut aut p

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Nullesc iistrum untibus porem aut quatatur, quo verehendem et aut aut que venditint ut as raecto quo consectur, occust, niasped millene mquidebisti am facea veleces sam quam, sima dolendi gnihiliquam faccus eatist, que vollat. Orempe si ad mint. Magnim voloreptam harum etur alisin nonsequos etuscid qui utemporem quiatiis ut fugiati beatur? Agnis esequatem eos sinus, eos ut quat rest et qui aut alia acestrum audit aut persper ibusam quiae sum alique dolupta incieni maximod igenti aut atis simendio et fuga. Ut fuga. Bearum idebit fugit anitiae ped quas et latibus perum sitatem iur sin reperum sandae parcietus dolupta tibusam nonsed ut modi sitem invellictis dolorum et dolutem nis atusam consequide nullia vendelist, que omnihici occabo. Optat. Odi venditis accusdae nonsequis autatio optatur? Hendelendae earione mposam rempores int. Sum et, earunt eveligent pel maxim eniatem eiumqui nonsedi to istrum que audis idunt. Fugit, id quibus, consequodia volorecab il isqui ratumqu iaerrov itaquis imusand aectiis sint que nonserepro optatemque sanist, simoluptat. Met facit provita sequam invelit harcilit, sincto odis dit eariae. Itaectatus estrum quos cust, acestis ulpa cores non nem imagnam, sus serchit, sequissum nis mosse porporia volessu sdant, sequam as aut omni ipiende bisquis quibus et landam quibus eariatus, quaeper chictur molut eaqui qui aut ea voles moluptas mos diandit, te pror seque non culluptur? Genis dolo blaboriberro et qui aborehent, autat aut quiderem dolupti iumquiam dest ditibus dantore premporro incita que moloris cor aut inum ut volupta ecaeces torpor ad endit, sandi nonse et labo. Molorporum quo volent ullibus quo corendes eum quid que proria del int et rem lacient et assunt ut intur, conseque molorit molluptiat exerferion et prore, consequi quae qui am, ut faccatuscium qui ommoluptate nullecerum volupta tusant. Urerum nus et venducil is est, sum dis consequi vere, quas a iunt int as aliquae cepudam eum velit, exeritio. Voluptation nobit everum volore si nonsedignam aut as mos eos qui omnis as sin praeriae. Apite derit a vel ium fugit, cum santis destia comnim eos eicidel entiisquo milibus, simincil ma ipsandisi bla iliquiae vel eatectatio con nus, consequunt praepedit illis mincto modit labo. Pos dolore consed millacc ullicienda essita que ex et accum ex et optati ini te cum as doluptas ate nis nem doluptat omnim quo expeles dolenempel mo omnienet Una storia per immagini Del viaggio che mi ha portato in Belgio nel 1976 per il reportage che stavo realizzando sull emigrazione in Europa, un ricordo spicca sugli altri molto nitido. Una mattina entrai in un dormitorio per stranieri a Bruxelles, la sveglia segnava le sei, e iniziai a fotografare gli emigranti che vi alloggiavano, li riprendevo con il viso ancora segnato dal sonno e dalla stanchezza, scendere dai letti a castello, precipitarsi agli squallidi lavatoi ed in fretta prepararsi il caffè con un rudimentale fornelletto a gas. Fotografavo, consapevole di violare in qualche modo la loro intimità, poi uno di loro mi chiese di andarmene, io gli domandai timidamente perché, gli spiegai che il mio era un reportage di testimonianza delle loro condizioni di vita, che voleva essere denuncia delle loro storie sui mezzi di informazione. Sì, d accordo, mi rispose, ma servirà a lei, al suo libro, forse alla storia, per noi so che non cambierà nulla. Può darsi che il mio interlocutore avesse ragione. Non ho mai creduto alla retorica della fotografia che cambia il mondo, che vendica offese e ingiustizie. Penso però che la fotografia sia uno strumento di informazione e di conoscenza, per chi la osserva e anche per chi la scatta. Uno strumento che aiuta a guardare il mondo intorno a noi, ad osservarlo, a cercare delle chiavi di lettura per capirlo o per interpretarlo in modo nuovo e diverso. Ho sempre pensato che fosse in se stessa, di per se stessa una pratica politica, di un agire che implica osservazione, presa di coscienza, confronto e dialogo con gli altri. E così mi sono sempre rapportato ad essa. Ho sempre avuto la consapevolezza che fosse un arma, non tanto o non solo nel senso comune di mezzo di disvelamento e di denuncia, ma piuttosto in quanto strumento di dominio, di potere di chi guarda, di chi detiene gli strumenti della rappresentazione e decide in che modo e chi raffigurare. Per questo capisco la diffidenza, e per questo ho sempre cercato di muovermi con discrezione, cautela, estremo rispetto. Ho seguito il fenomeno dell emigrazione nel corso dei decenni, vedendovi una storia di fatica, di emarginazione, di disperazione che andava testimoniata, ma anche di riscatto, di ricerca di una vita migliore in paesi che non violassero le libertà fondamentali dell individuo, che offrissero più ampie prospettive di realizzazione per i propri figli. Prima sono stati gli emigranti italiani degli anni 60 e 70, che andavano al Nord, a Milano e Torino, nelle metropoli industriali che mutavano in quegli anni il proprio volto, poi l emigrazione in Europa che ho indagato nel corso di ripetuti viaggi insieme al giornalista Edgardo Pellegrini, fra il 1972 e il 1976, dopo essere stato in molti dei paesi da cui questi migranti provenivano, Angola, Maghreb, Mali, Senegal, Palestina. Infine ho cercato di mostrare i percorsi dell emigrazione straniera in Italia, l arrivo dei primi nordafricani in Sicilia agli inizi degli anni 70, ingaggiati nell attività della pesca o nella raccolta delle olive, il lavoro degli immigrati provenienti dall Africa subsahariana alla fine degli anni 80, impiegati nell edilizia, e poi i nuovi nuclei familiari di un flusso migratorio sempre più imponente, faticosamente avviati ad un pieno inserimento nel paese d adozione. In tutte queste situazioni ho cercato di cogliere la complessità di una realtà, collo- 5

candola all interno di una storia più vasta, e al contempo di descrivere una quotidianità di vita, uscendo dal clichè della miserabilità, dalle gabbie mentali che ci spingono a vedere il migrante solo in un certo modo. Il nostro è un paese di immigrazione recente, in cui gli stereotipi mentali e visivi sono ancora forti. E credo che per noi tutti sia necessario un esercizio di sguardo, che la fotografia può sollecitare e aiutare. Credo si debbano indagare a fondo, con i molteplici linguaggi che abbiamo a disposizione, ma anche nella nostra pratica di vita, le condizioni di esistenza, il disagio, le abitudini, la cultura e il credo religioso dei cittadini immigrati nel nostro paese ormai dalle più svariate parti del mondo; far circolare immagini, filmati, documenti, che ci informino sui loro luoghi di provenienza, sul mondo che hanno lasciato, sulla storia e le storie del loro passato e delle loro civiltà. Credo si debba ragionare e abbandonare un idea eurocentrica delle civiltà, per tentare di raccontare i diversi percorsi, nelle differenti culture, con fotografie non occasionali, ma lunghi reportage che si succedano negli anni, che, foto dopo foto, costruiscano una fonte storica per capire l evolversi dei processi di migrazione. C è bisogno di immagini che aiutino a comprendere i drammi individuali e collettivi, le forme di un incontro ora conflittuale ora dialogante, l inserimento nel mondo del lavoro, la socialità, il rapporto difficile con la ridefinizione di una propria identità sia da parte dei migranti sia dei paesi meta dell immigrazione... Mentre gli sguardi sull immigrazione diffusi dai mezzi di comunicazione, quando ci sono, sono in genere frammentari, superficiali, spesso discriminatori. Io ho cercato di vedere e cogliere in immagini la complessità di un fenomeno che si ripete in forme diverse nel tempo, ma con dei tratti storici ed esistenziali comuni. Le foto di questo libro appartengono a reportage che ho scattato nel corso degli anni, osservando e spesso ascoltando i migranti, felici in genere di raccontarsi; sono foto dell emigrazione, ma non solo. L etichetta sta loro stretta. Sono anche foto di lavoro, di vita, analisi di una cultura e di un territorio, denuncia certo dell inadeguatezza dell Italia e dell Europa moderne a dare applicazione agli ideali postbellici su cui si sono fondate, e anche testimonianza del valore di quegli ideali quando vengono messi in pratica. Sono foto di uomini e donne e del loro rapporto con la società in cui vivono e che condiziona la loro vita; non immagini sull altro, ma immagini che hanno sempre voluto restituire una reciprocità e parità di sguardo e che hanno raccontato una storia collettiva di diritti negati, agognati o conquistati, di cui l emigrazione è una parte. Uliano Lucas MIGRAZIONI IL LUNGO VIAGGIO 6 7

Coree di immigrati a Vimercate (Milano), 1960 c. Figli di immigrati nelle coree di Vimercate (Milano), 1960 c. 8 9

Emigranti alla Stazione Centrale, Milano, 1963 Immigrato sardo davanti al grattacielo Pirelli, Milano, 1968 10 11

Emigrato tunisino in attesa dell ingaggio per la raccolta delle olive, Mazara del Vallo (Trapani), 1971 Porta Palazzo, Torino, 1973. Immigrato marocchino davanti alla Magneti Marelli, Milano, 1973 12 13

Immigrati calabresi a passeggio sul Lungo Po, Torino, 1972 Famiglia di immigrati in una casa di Largo IV Marzo nel centro storico di Torino, 1972 Porta Palazzo, Torino, 1973 14 15

Il trasbordo degli emigrati al confine italo-svizzero, Luino, 1974 In una casa di immigrati italiani, Colonia, 1972 c. 16 17

Emigrato magrebino davanti alla stazione di Dusseldorf, 1976 Immigrati magrebini lasciano la chiesa protestante in cui erano stati ospitati, Amsterdam, 1976 18 19

Manifesto del sindacato a sostegno dei lavoratori stranieri, Parigi, 1976 Emigranti magrebini senza casa ospitati in una chiesa protestante, Amsterdam, 1976 20 21

Abitazioni per nordafricani a Roubaix, 1974 Foresteria per immigrati, Parigi, 1976 22 23

Mensa di operai edili al traforo del Frejus, 1991 Operai edili, Torino, 1991 24 25

Il gruppo senegalese di Ismaël Lô all Extrafesta delle comunità straniere di Milano organizzata da Radio Popolare, 1989. Danze tradizionali alla festa internazionale degli emigrati ed esuli eritrei, Bologna, 1988 c. Maifestazione nazionale contro il razzismo, Roma, 1989 26 27

Manifestazione di immigrati arabi contro il razzismo e per il diritto alla casa davanti a Palazzo Marino, Milano, 1991 Manifestazione di immigrati asiatici davanti a Palazzo Marino per il problema della casa, Milano, 1990 Manifestazione nazionale contro il razzismo, Roma, 1989 28 29

Pubblicità progresso contro il razzismo, Milano, 1989 Corso Buenos Aires, Milano, 1992 30 31

Lavavetri polacco al Palazzo Campari di Via Turati, Milano, 1990 Venditore ambulante, Torino, 1995 32 33

Porta Genova, Milano, 1990 c. Campo giochi in piazza Martini, Milano, 1994 34 35

Piazza Duomo, Milano, 1991 Venditori ambulanti senegalesi in Piazza Castello, Milano, 1998 Piazza Maggiore, Bologna, 1998 c. 36 37

Emigrati tornano in Marocco da Milano per le vacanze, Marocco, 1996 Via Minghetti, Milano, 1989 Torino, 1990 c. 38 39

Corsi di lingua italiana per stranieri nella scuola di via Tadino, Milano, 1990 Donna egiziana ai corsi di lingua italiana per stranieri nella scuola di via Tadino, Milano, 1990 Scuola di lingua cinese per la comunità cinese di via Canonica, Milano, 1990 40 41

Scuola materna, Sassuolo (Modena), 2002 Mama Bejdoum, operatrice multiculturale del centro sanitario per stranieri, Modena, 1998 42 43

Centro sanitario per stranieri, Modena, 1998 Lezioni post-parto all ospedale Sant Orsola, Bologna, 2001. 44 45

Padre filippino al nido dell ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina - Roma, 2001 Festa della comunità fillippina davanti alla chiesa di San Lorenzo, Milano, 1993 46 47

Matrimonio di una coppia della comunità cinese, Milano, 2004 Giovane di origine marocchina nella sua stanza, Formigine (Modena), 2002 48 49

Famiglia di origine palestinese, Formigine (Modena), 2002 Donne di origine ganese, Formigine (Modena), 2002 50 51

Quartiere Libertà - Phone center, Bari, 2007 Famiglia di origine ghanese, Formigine (Modena), 2002 Cernita di carta e cartone gestita dalla cooperativa sociale Incontro, Torino, 2007 52 53

Lecce, 1988 c. Stazione di Arquata Scrivia (Alessandria), 2000 c. Giaciglio di un senzatetto, Cagliari, 2010 54 55

Ricerca di indumenti in un cassonetto di vestiti usati della Caritas, Bari, 2008 Piazza Sant Oronzo, Lecce, 2012 56 57

Manifestazione in solidarietà ai tre emigrati uccisi a Firenze da un militante dell estrema destra, Bari, 2011. Sotto i portici di via Roma, Cagliari, 2010 Manifestazione in solidarietà ai tre emigrati uccisi a Firenze da un militante dell estrema destra, Bari, 2011. 58 59

Nel centro storico di Genova, 2011 Santa Maria Novella, 2011 60 61

Uliano Lucas Nato a Milano nel 1942, Uliano Lucas cresce nel clima di ricostruzione civile e intellettuale che anima il capoluogo lombardo nel dopoguerra. Ancora diciassettenne, inizia a frequentare l ambiente di artisti, fotografi e giornalisti che vivevano allora nel quartiere di Brera e qui decide di intraprendere la strada del fotogiornalismo. I primi anni lo vedono fotografare le atmosfere della sua città, la vita e i volti degli scrittori e pittori suoi amici, ma anche fermare in immagini i nuovi fermenti nella musica e nello spettacolo. Poi arriva il coinvolgimento nelle riflessioni politiche sollecitate dalla nuova Italia degli anni 60 e l impegno in una lunga campagna di documentazione sulla società del suo tempo. Collaboratore free-lance dei principali quotidiani e settimanali italiani e di periodici stranieri come Jeune Afrique, Afrique-Asie, Nouvelle Observateur, L Express, durante i suoi cinquant anni di attività documenta il movimento studentesco e antiautoritario che attraversa l Europa e l Italia negli anni 68-75, l immigrazione in Italia e all estero, la distruzione del territorio legata all industrializzazione, la decolonizzazione in Africa. Negli anni 80 si fa poi testimone delle trasformazioni economiche e sociali del paese, raccontando i cambiamenti nel mondo del lavoro, nel tessuto urbano, nei costumi e nella mentalità. Nel frattempo viaggia in India, Corea, Cina e Amazzonia, e nel 1991 è in Jugoslavia dove vive per due mesi nella Sarajevo sotto assedio. Ai servizi sull attualità e sul mondo dell arte e della cultura, alterna reportage, spesso sfociati in libri, su temi che segue lungo i decenni, come la questione psichiatrica, che affronta documentando il lento passaggio dalla condizione manicomiale degli anni 70 alla riconquista di una libertà e normalità di vita da parte dei pazienti negli anni 80 e 90. La chiusura della maggior parte dei giornali con cui collabora fra gli anni 80 e i 90 e i cambiamenti nel sistema dell informazione e della distribuzione della notizia, lo portano a diradare nell ultimo quindicennio le corrispondenze giornalistiche per dedicarsi a inchieste di ampio respiro destinate a mostre e pubblicazioni e ad un imponente lavoro di digitalizzazione e studio del suo archivio. Direttore dell immagine dell Illustrazione Italiana, del mensile Tempo e del bimestrale Azimut negli anni 80, Lucas ha da sempre affiancato alla sua attività di reporter quella di studioso impegnato nella riflessione sul linguaggio fotografico e nella valorizzazione della sua storia. Si è occupato di svariati progetti editoriali, ideando e curando collane di libri fotografici, monografie di autori, storie fotografiche d Italia, tra cui il volume degli Annali Einaudi Storia d Italia - L immagine fotografica 1945-2000 (2004) e Il fotogiornalismo in Italia. Linee di tendenza e percorsi 1945-2005 (2005).

La pubblicazione è stata realizzata da Italia Lavoro nell ambito del Progetto Co.In - Comunicare l Integrazione, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e finanziato con il Fondo Europeo per l Integrazione di Cittadini dei Paesi Terzi - linea Azioni di sensibilizzazione, informazione e comunicazione - Programma annuale 2010. Coordinamento editoriale Laura Bernardi e Alessandro Vaccari Ricerca iconografica Tatiana Agliani Hanno collaborato Cristiano Natili, Manuela Vittucci Progetto grafico Gianluca Vicini Stampa Damagraf - maggio 2012