EDITH STEIN E IL SUO TEMPO (nota biografica e inquadramento storico)



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Transcript:

EDITH STEIN E IL SUO TEMPO (nota biografica e inquadramento storico) Quando la famiglia Stein si stabilisce a Breslavia (Wroclaw, nella regione della Slesia, oggi Polonia), nel 1890, la Germania sta vivendo un periodo di prosperità. Verso la fine del secolo XIX Otto von Bismark ha fatto della Confederazione Germanica un organismo compatto sotto la guida del re di Prussia; con la sua abilità di statista ha rafforzato l economia, che gravita intorno allo sfruttamento del ricco bacino carbonifero della Ruhr, e grandi gruppi industriali si stanno affermando (Krupp, Siemens, AEG); ha condotto una politica coloniale aggressiva, che ha procurato alla Germania territori e nuovi mercati in Africa, Asia e Medio Oriente; ha rafforzato il potere centrale contro quello dei grandi proprietari terrieri; ha avviato precocemente riforme sociali riguardanti i lavoratori, previdenza, assicurazioni su infortuni, invalidità...; preoccupato per il peso politico della Chiesa Cattolica vi ha opposto il Kulturkampf (1871-1878), ostilità attenuata in seguito poiché la Chiesa romana e il cancelliere condividono la lotta al pericolo socialdemocratico. Ciononostante nel 1890 le elezioni vedono la sconfitta dei liberal-conservatori e l imperatore Guglielmo II licenzia il Cancelliere di ferro. Nello stesso anno gli Stein, che gestiscono un commercio di legname, si trasferiscono da Lublinitz a Breslavia, città che era diventata un importante piazza economica e finanziaria. E una famiglia di grandi lavoratori, molto saldi nella fede. Benché ebrei in una nazione protestante, godono degli stessi diritti degli altri cittadini, grazie a una legge del 1847, e sono patrioti fieri di dirsi tedeschi. In città il loro negozio prospera e la famiglia cresce, i figli maggiori proseguono gli studi superiori. Il 12 ottobre 1891 viene al mondo Edith, undicesima e ultima figlia di Siegfried e Auguste (ma quattro figli sono morti neonati). E il giorno dello Yom Kippur, la massima festività ebraica, il giorno dell Espiazione in cui il capro espiatorio, caricato di tutti i peccati del popolo ebraico, viene cacciato nel deserto. In questo genetliaco la madre legge un funesto presagio per il futuro della piccola, che sarà tragicamente confermato dalla storia. Il padre di Edith muore quando la piccola ha appena diciannove mesi. La vedova prende il posto del marito alla conduzione dell attività e, dotata com è di buon senso per gli affari e il commercio, riesce a crescere da sola i sette figli, nell austerità, ma con la costante capacità di mantenere profondamente unita e serena la famiglia, in un clima di amore e solidarietà che più volte viene ricordato da Edith nei suoi scritti. Intanto la Germania di quegli anni vive un nuovo corso, dopo la cacciata di Bismark, che concede tregua al socialismo e rinvigorisce ulteriormente la legislazione sociale in tema di condizioni di lavoro, sanità, istruzione (nel 1906 una legge favorisce la scuola confessionale a quella laica); il sindacalismo si organizza sistematicamente, il più attivo è quello di indirizzo socialista. Tuttavia già si insinuano sentimenti di nazionalismo che qualche decennio più tardi mostreranno il loro volto peggiore: nel 1891 viene fondata la Lega Pangermanica, un movimento di estrema destra che paventa l indebolimento e gli errori di politica estera del governo, e si propone di riunire tutte le forze del popolo tedesco per fare della Germania una grande potenza mondiale. Si formula la teoria del Lebensraum per giustificare una politica aggressiva ed espansionista. Un punto cardine di questa ideologia è il darwinismo sociale, presto interpretato tout court come dottrina secondo cui la razza bianca ariana, ritenuta superiore, è biologicamente destinata al predominio sulle altre. La Lega confluirà nel 1939 nel Partito Nazionalsocialista. La piccola Edith è una bambina molto precoce, di intelligenza pronta e di carattere forte, passionale e affettuoso, benché non privo di asprezze. Ostinata, anche iraconda, si rifiuta di andare alla scuola d infanzia e vorrebbe entrare anzitempo alla Victoriaschule 1 con la sorella Erna, maggiore di lei di un anno. Ha un insaziabile sete di sapere, interroga incessantemente i fratelli maggiori, a scuola è la prima della classe. Da bambina, e poi da adolescente e da ragazza, Edith è una persona affabile e divertente, che ama il ballo, il tennis, le camminate in montagna, le serate 1 La scuola elementare.

con gli amici, il teatro, la musica di Mozart e Bach; però è molto riflessiva e riservata, è come se dentro di lei ci fosse un inquietudine che non riesce a confidare a nessuno, nemmeno alla madre, cui è profondamente legata; il libro dai sette sigilli, la chiamano i fratelli. Intorno ai tredici anni ha una crisi vocazionale : smette di pregare, si proclama atea. Lascia la scuola. La madre non le si oppone, capisce forse che la figlia sta cercando una sua propria indipendenza e autodeterminazione. Auguste Stein è una donna di fede profondissima, la cui quotidianità è costellata da riti e celebrazioni delle festività che non sono affatto per lei semplici manifestazioni esteriori del culto, ma solenni incontri col Dio d Israele; nonostante ciò ella non impone ai figli una vera e propria educazione religiosa, tant è che la maggior parte di loro saranno molto meno osservanti. Auguste è definita da Edith l esempio di mulier fortis come descritta dalla Bibbia 2. E fu proprio questo esempio materno, sempre vivido nella mente di Edith, che indirettamente la ricondurrà all incontro con Dio, sebbene non tornando in seno all ebraismo. Passata la crisi adolescenziale Edith sente la mancanza dell impegno intellettuale, quindi decide di riprendere gli studi, prende lezioni private per recuperare l anno perso, e comincia a maturare il desiderio di diventare insegnante, come la sua sorella maggiore Else. Anche se la famiglia avrebbe altri progetti per lei, nel 1911, dopo aver conseguito il Baccalaureato 3, si iscrive all università di Breslavia e studia storia e letteratura tedesca, psicologia sperimentale e filosofia. E una delle primissime donne ammesse all università, il cui accesso agli studi superiori è stato consentito solo dal 1908. Nell ambiente accademico Edith ammette di sentirsi «come un pesce che nuota nell acqua limpida», il suo intelletto è finalmente impegnato e stimolato al massimo delle sue possibilità. Oltre a frequentare i corsi Edith ama partecipare alla vita universitaria, incontra il pensiero liberale e il femminismo, impartisce lezioni private. A questo suo ritrovarsi nell ambito degli studi non corrisponde una risoluzione nella sfera della religiosità, che rimane ancora questione in sospeso : quel che è certo è che i rituali della fede ebraica non la coinvolgono profondamente, va alla sinagoga con la madre solo per non darle un dispiacere. Il Dio d Israele le sembra così lontano. Edith sente di voler cercare da sola la Verità, senza l intercessione del rabbino. Ma, come in altri frangenti, sta aspettando un segno che le giunga da dentro. Mentre la psicologia sperimentale la delude, poiché le sembra ancora in una fase aurorale, priva di strumenti d indagine validi per la crescita della conoscenza dell uomo, la filosofia la conquista: in particolare sente parlare di Edmund Husserl, professore di filosofia a Gottinga (Göttingen), ove è considerato un vero maestro del suo tempo, e nel 1913 si iscrive ai corsi di quell università. Ancora una volta, benché la cosa sia fonte di preoccupazioni anche economiche, la madre la sostiene nel suo progetto. Gottinga diviene presto la sua patria spirituale. Il primo incontro in ambito accademico è quello con il professor Adolf Reinach, assistente di Husserl. Il colloquio è soddisfacente per entrambi, tanto che Reinach propone a Edith di farle incontrare il Maestro e di entrare a far parte dell esclusivo Circolo Fenomenologico, che raccoglie i migliori studenti di Husserl. Anche quest ultimo resta molto impressionato dalla giovane, che si presenta a lui dopo aver letto l intero secondo volume delle Ricerche Logiche, fatto questo definito eroico dal filosofo. La vita a Gottinga è un immersione totale nella fenomenologia 4, il cui metodo avvince totalmente Edith: la 2 dal Libro dei Proverbi, 31, 10-31 La donna perfetta chi sa trovarla? / Ella vale assai più delle perle. / A lei s affida il cuore di suo marito, / e non manca mai di nulla. / Gli fa sempre del bene, mai del male, / per tutto il tempo della sua vita. [...] Con saggezza apre la bocca, / e la sua lingua dice parole di bontà. / Sorveglia l andamento della casa, / e non mangia il pane dell ozio. / I suoi figli sorgono e la dicono beata, / suo marito ne tesse l elogio: / «Molte figlie hanno compiuto prodezze, / ma tu le hai superate tutte!». / Fallace è la grazia, un soffio la bellezza: / ma la donna timorata di Dio, / essa si deve lodare. / Datele del frutto del suo lavoro, / e alle porte la lodino le sue opere. 3 Diploma di scuola superiore. 4 Husserl, padre della fenomenologia, proponeva un metodo di indagine sui processi della conoscenza umana che la descrivesse nel suo darsi, senza aggiunta di elementi estranei. Per questo sosteneva la necessità di un primo momento di epoché che ponesse tra parentesi ogni sovrastruttura e atteggiamento precostituito verso l oggetto d indagine, per consentire di cogliere intuitivamente ciò che si manifesta come essenziale. E questa la riduzione eidetica. La f., dice

sua fecondità le risulta evidente non solo nelle questioni di logica, ma anche nella delucidazione dei concetti fondanti gli altri campi della scienza, dalla psicologia alle scienze morali alle scienze naturali. E proprio quello che Edith sta cercando: non un gioco intellettuale, né qualcosa di puramente teorico, ma un metodo saldamente fondato per la ricerca esistenziale della verità 5. Ed è proprio in questa ricerca che, inaspettatamente, la giovane inquieta si riaccosta al problema religioso. Non già risolvendosi a ritornare alla sinagoga o a frequentare una chiesa, ma attraverso le tante conoscenze in ambito universitario: i coniugi Reinach, Max Scheler, la cara amica Hedwig Conrad-Martius, attraverso la fenomenologia avevano trovato la fede 6. Lo stesso Husserl, che nell ultima fase della vita si era avvicinato alla Chiesa Cattolica, diceva scherzosamente che avrebbe dovuto essere proclamato santo per aver condotto così tanti suoi allievi alla salvezza. Insomma, intorno a Edith tante persone, che ammira profondamente, sono robusti credenti: seppur trovandosi ancora in una fase di sospensione del giudizio ella comincia a tenere in profonda considerazione i problemi della fede e dei credenti, e si domanda se non sia possibile anche per lei affrontarli con la luce dell intelletto, la sola di cui si fida in questa fase della sua vita. Ancora una grande e dolorosa pagina della storia viene ad incrociare l esistenza di Edith e della sua Nazione: la Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto molti compagni di studi partono per il fronte (tra i tanti anche Adolf Reinach e un figlio di Husserl non faranno ritorno). Edith, che ha sempre sostenuto di dovere molto alla sua patria che le ha permesso di studiare, decide di servirla sospendendo gli studi e prestando servizio come crocerossina: sarà destinata all ospedale militare di Mährisch-Weisskirchen, sul fronte austriaco. Accanto al patriottismo c è anche una ragione personale che la spinge al servizio volontario: stare vicina ai suoi amici al fronte, in particolare al fenomenologo Hans Lipps, di cui è innamorata. Sogna di costruire con lui una famiglia, ma non glielo rivelerà mai chiaramente. L esperienza della guerra la segnerà profondamente, il contatto con la morte e la sofferenza la spingerà a riflettere sulle implicazioni di ogni amore autentico, che implica sempre sacrificio...un altro piccolo tassello sulla strada della fede. Dopo qualche mese di servizio presso l ospedale si congeda per riprendere gli studi e concludere la stesura della sua tesi di dottorato, il cui argomento era stato suggerito da Husserl: Il problema dell Einfühlung nel suo sviluppo storico e nella riflessione fenomenologica. Fin dall inizio del lavoro la redazione della tesi si rivela un immane fatica, che mette a dura prova la resistenza di Edith. In questa fase le è stato molto vicino il professor Reinach, che sa incoraggiarla e la aiuta a procedere nella stesura. Edith lo ricorda con affetto e gratitudine, pensando che forse senza di lui non ce l avrebbe fatta; anche perché il Maestro è molto sfuggente, scostante, talora non pare neanche troppo interessato al lavoro di Edith. Quando infine leggerà il voluminoso manoscritto ne resterà affascinato, comprendendo il livello di autonomia di pensiero già raggiunto dalla sua Roberto Moretti, si pone come alternativa «ai due estremismi del pensiero contemporaneo: l empirismo superficiale e l idealismo che tengono lontana la coscienza dalla realtà oggettiva» (ROBERTO MORETTI, L appassionata ricerca della verità in Edith Stein, in «Rivista di Vita Spirituale», 1998, n.6, p.659). 5 ISABELLA AROSIO ELISABETTA CATTANEI, Edith Stein. Un cammino di Verità, Seregno, Quaderni Balleriniani, n.10, maggio 1999 6 Dice HEDWIG CONRAD-MARTIUS nello scritto La mia amica Edith Stein: «Sì è già parlato molto così scrivevo del fatto che praticamente tutti i fenomenologi si sono addentrati [...] nell ambito del fatto concretamente cristiano [...] Il più efficace argomento per l ateismo [...] è l apparente impossibilità della cosa [...] a cui si deve credere. Ma nel momento in cui si presenta agli occhi la possibilità di esistere dello stato di cose con il manifestarsi di tutta la sua essenza, allora l incredulo riceve un primo scossone. Può assumersi la responsabilità di non occuparsi della questione dell esistenza di una cosa, che improvvisamente appare in modo impressionante un possibile esistente?» Inoltre ci sembra interessante una intuizione della stessa Autrice circa il legame tra ebraismo e fenomenologia: Husserl, Reinach, Scheler, e molti altri fenomenologi erano di origine ebraica. «C è una specie di disposizione naturale dello spirito ebraico alla fenomenologia [...]. Questa disponibilità non è necessariamente una conseguenza del talento ebraico puramente formale, che senz altro esite; al contrario. Allo spirito ebraico appartiene però anche una certa radicalità incondizionata, che ha trovato espressione nel bene e nel male [...]. Fenomenologia dal canto suo significa una radicalità di disponibilità e dedizione puramente spirituali alla cosa, da non poter essere superate. Le è propria una completa esclusione di tutti i pre-giudizi [...].» (WALTRAUD HERBSTRITH, Edith Stein. Vita e testimonianze, tr. it., Roma, Città Nuova, 1987, cit., p.80-81).

discepola. Edith si laurea summa cum laude il 3 agosto 1916, unica donna di tutta la Germania, quell anno, ad ottenere il dottorato. Il sogno di Edith sarebbe quello della libera docenza, ma la carriera accademica non è ancora aperta alle donne e nonostante lo stesso Husserl scriva una raccomandazione per la sua abilitazione 7 il sogno dovrà essere deposto. La cattedra di Husserl sarà ereditata nel 1928 da un altro suo brillante allievo, Martin Heidegger. Comunque il Maestro ha altri progetti per lei: le chiede di diventare sua assistente, all università di Friburgo in Brisgovia, dove si è trasferito per subentrare a Heinrich Rickert nella cattedra di filosofia. Husserl conserva anni di ricerca scientifica su migliaia di fogli stenografati, nemmeno troppo ordinati, e il riordino sarà compito affidato a Edith, in cambio di un piccolo stipendio mensile. Un lavoro più da archivista che da assistente, un compito davvero improbo e frustrante, anche perché il Maestro raramente controlla lo svolgersi della catalogazione, cambia spesso idea, si sottrae al dialogo. Dobbiamo a Edith Stein e alla sua pazienza se oggi possiamo leggere l opera Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica. Ma nemmeno la pazienza di Edith è infinita, e la rottura col Maestro è imminente. Nel novembre 1917 giunge la notizia della morte del professor Reinach, caduto sul fronte delle Ardenne. Il dolore di Edith è enorme. Mentre si trova a Gottinga per le esequie le giunge un plico di fogli da parte di Husserl, accompagnato da un semplice biglietto che sollecita il riordino del materiale. E la goccia che fa traboccare il vaso. In attesa di decidere se rassegnare le dimissioni dal suo incarico, Edith rimane accanto alla vedova di Reinach, e sarà proprio la vicinanza con Anna, che le ha chiesto di riordinare gli appunti del marito in vista della pubblicazione dei suoi studi, che darà un ennesimo scossone all interiorità della giovane donna. Al contrario di quanto temeva, Edith non si trova davanti una persona disperata, distrutta dal dolore: Anna vive compostamente il suo lutto e, come lei stessa dichiara, attinge la forza per sopportare quella tragica circostanza nella «comunione con Cristo». E il primo, fugace incontro con la Croce, che diventerà simbolo e meta della sua vita. Gli anni del primo dopoguerra rappresentano per la Germania una congiuntura molto difficile. Un momento di intenso scontro sociale è rappresentato dalla lotta tra gli Spartachisti, capeggiati da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, ed il governo, appoggiato dalla borghesia di destra e dall esercito, che di fatto governa il Paese. Il neofondato Partito Comunista Tedesco viene subito stroncato dalla soppressione dei suoi capi. Edith è a Friburgo, continua a collaborare con Husserl tenendo seminari introduttivi sulla fenomenologia e contribuendo alla pubblicazione dei suoi Annali (Jahrbuch), su cui pubblicherà anche alcuni suoi importanti saggi, tra cui Una ricerca sullo Stato (1925). E sempre molto attenta ai fatti dell attualità e segue «ad occhi bene aperti» i lavori del assemblea costituente che il 19 gennaio 1919 si riunisce a Weimar per elaborare la famosa Costituzione 8. Nello stesso anno viene concesso il suffragio universale maschile e femminile, cosa per cui anche Edith si era battuta. Se è vero che la filosofia ha aperto a Edith Stein la via della fede è altrettanto vero che la conversione la porterà ad abbandonare, in un primo momento, la ricerca filosofica. Gli ultimi tristi 7 Cfr. su questo punto WALTRAUD HERBSTRITH, Edith Stein. Vita e testimonianze, cit., p. 77 8 Il 9 novembre 1918, dopo l abdicazione di Guglielmo II, in Germania viene proclamata la Repubblica. La Costituzione di Weimar creò una repubblica con un sistema semi-presidenziale con il Reichstag eletto da una rappresentanza proporzionale. Nel frattempo, la delegazione di pace tedesca in Francia firmava il Trattato di Versailles, accettando pesanti riduzioni dell'esercito tedesco, gravose sanzioni economiche e la cosiddetta clausola della "Germania come unica responsabile dello scoppio della guerra", che venne inserita su insistenza francese nonostante la contrarietà del presidente americano Wilson. L'accettazione del Trattato costituisce il peccato originale della Repubblica di Weimar, che le alienò da subito il favore di gran parte della popolazione tedesca, e che infine favorì l'impetuosa ascesa elettorale dei nazisti. Il primo Presidente della Germania, Friedrich Ebert dell'mspd (Social Democratici Maggioritari), firmò la nuova costituzione tedesca l'11 agosto 1919. Durante la Repubblica di Weimar la Germania conobbe comunque un'intensa fase di espansione culturale, artistica e scientifica. Il nuovo clima di libertà politica contribuì a fare di Berlino il motore di una rivoluzione culturale. I 14 anni della Repubblica di Weimar furono infatti caratterizzati da una notevole produzione intellettuale: gli artisti tedeschi diedero importanti contributi nei campi della letteratura, dell'arte, dell'architettura, della musica, e nel nuovo mezzo che in quegli anni si stava affermando, il cinema. Il filosofo Ernst Bloch descrisse quel periodo come una nuova "età di Pericle".

fatti della sua vita agitano in lei nuove domande e il bisogno di una nuova prospettiva: dopo la morte di Reinach, tornata a Breslavia, trova il tempo per leggere il Nuovo Testamento, Kierkegaard, e si sente sempre più attratta dal cristianesimo. Comincia a comprendere le implicazioni del credere : tutte le conoscenze che l uomo può acquisire a nulla servono per trovare la Verità suprema. L attività naturale della ragione ci può essere guida fino alle soglie della fede, ma qui si scatena una dura lotta interiore, in cui l orgoglio del sapiente deve far posto all umiltà dell attesa: è l attesa della grazia. Infatti l afferrare Dio implica un essere afferrati. Il fatto cruciale che risolve questo agitarsi di dubbi in Edith è la lettura, che lei considera provvidenziale, della Vita di Santa Teresa d Avila. Questa è la Verità!, esclama Edith Stein, sentendo dissolversi le sue ansie, e da questo fatto in poi ogni sua scelta è orientata al dono totale di sé a Dio. Il 1 gennaio del 1922 riceve il battesimo a Bergzabern e questo passo è il primo di un cammino già chiaro dentro di lei: desidera varcare il prima possibile le porte del Carmelo. Nel frattempo la Germania degli anni Venti vede gli albori di una delle sue epoche più oscure con l ascesa del Partito nazionalsocialista, che raccoglie i consensi della borghesia colpita dalla crisi economica mondiale. Edith non riesce a coronare immediatamente il suo desiderio di farsi carmelitana, un po perché la sua conversione ha gettato un vero scompiglio tra i suoi famigliari specialmente la madre è affranta, Edith teme che non sopporterebbe l ulteriore colpo di vedere la figlia entrare in clausura, un po perché all interno della Chiesa si pensa che una persona della statura intellettuale della dottoressa Stein potrebbe essere molto più utile nel mondo, che chiusa nel silenzio del chiostro. Quindi Edith accetta un posto da insegnante a Spira (Speyer), presso le Domenicane di Santa Maddalena. Inoltre è impegnata in un ciclo di conferenze dedicate ad insegnanti e donne cattoliche (in queste occasioni comporrà i saggi che confluiranno nell opera La Donna). L attività intensissima cui si sottomette, docile alle indicazioni dei suoi direttori spirituali, è per lei un vero e proprio apostolato, specie nel clima di tensione che si stava instaurando e di cui è ben conscia, come ebrea. Come docente e come membro della comunità di domenicane ella conserva comunque una grande serenità e raccoglie la stima e l affetto di allieve, novizie, suore. La sua giornata è scandita dalla preghiera, che le testimonianze dicono profondissima, completamente assorta nella contemplazione 9 ; il suo stesso modo di fare, modesto ed affabile, e il modo di servire gli altri in ogni aspetto del quotidiano è indice della grazia di cui si sente pervasa. Gli anni di Spira sono anche per Edith l occasione di riavvicinamento alla filosofia. E infatti probabile che proprio qui abbia letto le opere di Tommaso d Aquino, e stimolata da questo autore abbia proseguito anche nell approfondimento di altri intellettuali cattolici. Le viene anche richiesta dai superiori la traduzione in tedesco delle Quaestiones disputatae de veritate di San Tommaso, lavoro che le richiederà un grande approfondimento della filosofia scolastica. L incontro col Dottore Angelico è un altro fatto cruciale per la sua vita e per il suo pensiero: «E con la lettura di San Tommaso che mi è parso per la prima volta possibile mettere la conoscenza al servizio di Dio, in una nuova forma di culto, ed è stata questa l unica ragione che mi ha spinta a riprendere con impegno il lavoro scientifico» 10. Lo studio dell Aquinate la conduce anche ad un interessante tentativo di confronto tra tomismo e fenomenologia 11. 9 Se Edith Stein sia stata una mistica è questione dibattuta dagli specialisti. Il suo direttore spirituale don Walzer è certo che durante le ore da lei passate in preghiera abbia ricevuto grazie di unione mistica molto elevate, di cui però lei non sentiva la necessità di parlare. «Secretum meum mihi», si limitava ad affermare. Altri esegeti colgono segni nelle sue opere, specialmente nell ultima, La scienza della croce: affermazioni e conoscenze circa il fenomeno del misticismo descritte in modo così chiaro che si direbbero spiegabili solo se vissute in prima persona. 10 EDITH STEIN, Lettere per un autoritratto, tr. it. Roma, Città Nuova, in corso di stampa, cit. in JOACHIM BOUFLET, Edith Stein filosofa crocifissa, tr. it, Milano, Edizioni Paoline, 2001 11 Pubblica negli Annali un saggio dal titolo La fenomenologia di Husserl e la filosofia di San Tommaso. Tentativo di confronto (1929) che confronta il metodo d indagine delle due filosofie. Vi sono molti punti che accomunano i due, a cominciare dal considerare la filosofia una scienza rigorosa, ma si discostano su altri, per Edith fondamentali, come per esempio i limiti della ragione naturale e il valore della fede come conoscenza superiore alla filosofia. Sarà proprio

Nel 1931 Edith Stein lascia Spira per avere più tempo da dedicare all attività scientifica, e l anno seguente accetta una cattedra all Istituto Tedesco di Pedagogia Scientifica di Münster, ove è apprezzata da colleghe e studentesse per la grande capacità pedagogica un carisma che si attribuisce anche a Teresa d Avila -, sia nello svolgimento dei programmi di studio, sia nel rapporto con le sue discepole, che presto cominciano a cercarla anche per ricevere consigli e incoraggiamenti; Edith, con l esempio e le parole, sprona le ragazze a condurre una vita cattolica esemplare, poiché considera questa una scelta imprescindibile per future insegnanti, responsabili dello sviluppo morale delle giovani generazioni. Edith sente l importanza della sua missione in un periodo in cui si sta già diffondendo la propaganda nazista: ciò che trasmette alle sue allieve, ciò di cui tratta nelle conferenze è invariabilmente il tema dell inalienabile dignità della persona. Ha letto il Mein Kampf con ovvia preoccupazione e si unisce al coro di quelle tante voci, che giungono da più ambienti, cattolici e non, che invitano le donne ad entrare a far parte di una resistenza, per lo meno spirituale, all ideologia che andava diffondendosi. Bisogna contrapporre a questa propaganda l amore del Cristo, e una visione cristiana della società e dello Stato, a difesa della libertà di ogni cittadino 12. Pochi mesi più tardi, il 30 gennaio 1933, il presidente Hindenburg nomina Adolf Hitler cancelliere del Reich; l anno seguente, morto il presidente, Hitler ne assume la carica e comincia il suo ben noto percorso intervenendo pesantemente in ogni aspetto della vita del paese, a cominciare da quello economico, spinto verso la concentrazione monopolistica e l autarchia, per continuare con il controllo da parte del partito della vita culturale e dell educazione dei giovani. In aprile comincia anche la persecuzione contro gli ebrei con il boicottaggio delle loro attività economiche e slogan minacciosi, quando non vessazioni e violenze. Dalle scuole e dalle università vengono espulsi gli insegnanti non ariani. Persino Husserl ricevette il congedo dal rettorato, fatto che suscitò molto scalpore, mentre il suo allievo Martin Heidegger veniva nominato rettore dell Università di Friburgo e prometteva con entusiasmo la sua fedeltà al partito nazionalsocialista 13. Anche la professoressa Stein, sebbene docente di un istituto cattolico, viene invitata dalla direzione a sospendere le sue lezioni, almeno temporaneamente. Ma Edith sa che non ci sarà più posto per lei, né a Münster né in nessun altro posto; amaramente considera che se per lungo tempo non ha potuto insegnare perché è una donna, ora non può farlo perché è un ebrea. La sua sensibilità per il momento storico è tale da rendere profetiche le sue impressioni, spesso espresse in lettere ad amici, conferenze, dialoghi quotidiani. Vorrebbe recarsi a Roma per avere udienza dal Santo Padre, ma quando comprende che è difficile ottenerla scrive una lettera che invoca l aiuto della Chiesa per il popolo di Germania 14. Eppure, anche nella preoccupazione per sé e per il suo popolo, Edith si può dire quasi felice, perché ora, sfumate definitivamente le possibilità di servire la Chiesa nel mondo, si apre davanti a lei la prospettiva dell entrata nel Carmelo, cui tende da 11 anni, da quando è stata battezzata. I suoi superiori non hanno più motivo di ostacolare la sua vocazione. La famiglia Stein al contrario non accoglie bene questa decisione, accusa anzi Edith di voler abbandonare i suoi cari al loro destino e questo diverso valore attribuito alla Rivelazione che allontanerà definitivamente la discepola dal Maestro, sebbene non dal punto di vista dei rapporti personali. 12 Già nel 1925 Edith Stein si era pronunciata contro qualsiasi forma di totalitarismo e contro gli eccessi del nazionalismo di qualunque specie nel saggio Una ricerca sullo Stato. Come considera Angela Ales Bello, benché l Autrice non dia mai una definizione esplicita di Stato totalitario indica nel saggio La struttura della persona umana vari «[...] pericoli esistenti per la vita dello Stato. In primo luogo, un eccessiva rivendicazione dei diritti soggettivi a danno della sfera pubblica; in secondo luogo il mancato rispetto da parte degli stessi governanti della struttura giuridica degli Stati; in terzo luogo l invasione, sempre da parte dei governanti, di ambiti che non sono di loro competenza. Come si può notare, tutti elementi presenti nell atteggiamento totalitario dello Stato». (ANGELA ALES BELLO PHILIPPE CHENAUX Edith Stein e il nazismo, Roma, Città Nuova, 2005, cit., p. 75) 13 Cfr. MARTIN HEIDEGGER, Scritti politici (1933-1966), tr. it., Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1998 14 Cfr. Lettera a Papa Pio XI, tr. it. in ANGELA ALES BELLO PHILIPPE CHENAUX Edith Stein e il nazismo, Roma, Città Nuova, 2005. La lettera giunge sigillata nelle mani del Papa, il quale gli invierà in risposta la sua benedizione. E probabile che il contenuto della lettera, rimasta chiusa negli archivi vaticani fino a pochi anni fa, abbia influenzato la pubblicazione dell enciclica Mit brennender Sorge (1937).

rifugiarsi in convento proprio nel momento del massimo bisogno; è un tradimento alle sue radici, al suo popolo che sta vivendo la persecuzione. Edith tenta di spiegare che il Carmelo non è un rifugio, ma il luogo dove sente di dover compiere la missione che Dio le ha affidato: sa che non sarà al sicuro dalla persecuzione, ma che piuttosto sta compiendo un altro «passo verso l olocausto supremo» 15. La madre è distrutta da questo ulteriore passo che l amata figlia vuole compiere, ma Edith è irremovibile, sebbene faccia del suo meglio per stare vicino alla famiglia e per rassicurare la madre. Dopo aver affrontato un colloquio vocazionale e aver trascorso un mese nella foresteria del Carmelo di Colonia, Edith ne varca la soglia il 14 ottobre 1933, all età di 42 anni. Nonostante ciò che si lascia alle spalle e lo stato emotivo in cui ha lasciato l anziana madre e la maggior parte dei parenti, ella si sente in pace, nella casa del Signore. L anno di noviziato è molto duro. Si tratta di abbandonare tutte le consuetudini precedenti e assumerne di nuove, scandite dal lavoro manuale, per cui non è affatto portata, dalla preghiera, e dalla meditazione, in cui invece Edith trascorre i momenti più felici. Il 15 aprile 1934, giorno della festa del Buon Pastore, Edith riceve l abito delle carmelitane. Ha assunto il nome di Teresia Benedicta a Cruce, in onore di Santa Teresa d Avila, che le è stata maestra e modello, ed ha aggiunto benedetta dalla Croce a simboleggiare la sua affiliazione al massimo supplizio e al contempo glorificazione di Gesù Cristo, lo Sposo cui si dona completamente. Passano i mesi e suor Benedetta è sicura che Dio le abbia preparato una grande missione, cui si sottometterà con gioia totale, comunque si rivelerà. Sempre attenta a ciò che sta succedendo fuori dalla clausura, sempre profetica nel pensiero, ella, come confida alla superiora, vorrebbe donarsi come vittima di espiazione per tutta la Germania, e per tutto il popolo ebraico che sta vivendo una prova durissima. Nel frattempo i superiori dell Ordine chiedono a suor Benedetta di riprendere il suo lavoro scientifico: giudicano che l opera della filosofa potrebbe essere di grande rilevanza pedagogica sia nell ambiente carmelitano sia per la Chiesa Cattolica in generale. Edith si era portata nella clausura la sua biblioteca personale, ed anche la prima stesura di Potenza e Atto, il germe della sua opera più importante, Essere finito ed Essere eterno, che sarà completato nel 1936. La Stein, scegliendo di prendere i voti, non si è minimamente preoccupata di chiedere se avrebbe o meno potuto continuare il lavoro filosofico, ma ora, per obbedienza, riprende con lena, seppur con le difficoltà dovute per esempio all impossibilità di accedere a biblioteche specialistiche e simili necessità. Fortunatamente riceve in parlatorio molti amici filosofi con cui discute lo svolgimento delle sue ricerche (Hedwig Conrad-Martius, Alexandre Koyré...). Naturalmente il suo lavoro intellettuale è ora profondamente influenzato dalla Rivelazione, da quella Verità a lungo cercata ed ora pienamente vissuta nella clausura, aspetto che si manifesterà compiutamente nell ultima sua opera, Scientia Crucis. Nel settembre 1935 vengono promulgate le leggi razziali di Norimberga, che proibiscono matrimoni misti, tolgono agli ebrei il diritto di voto, di arruolarsi nell esercito, di assumere incarichi nella pubblica amministrazione. La persecuzione comunque si espande anche ad altre confessioni religiose, ed all interno della Chiesa Cattolica c è grande tumulto e preoccupazione 16, mentre si accende la resistenza di molti vescovi e sacerdoti (cui seguono le inevitabili rappresaglie del partito al potere). Nel 1937 Pio XI pubblica l enciclica Mit brennender Sorge, in cui condanna la dottrina nazionalsocialista come fondamentalmente anticristiana e pagana. La pubblicazione dà avvio ad una recrudescenza delle persecuzioni contro i cattolici. Centinaia di sacerdoti e religiosi vengono imprigionati, e molti di loro deportati nel campo di concentramento di Dachau. Infine le organizzazioni cattoliche vengono sciolte e l'insegnamento confessionale viene proibito. La notte 15 ARNALDO PIGNA OCD, Edith Stein e la sapienza della Croce, in «Rivista di Vita Spirituale», 1998, n.6, p.686 16 Il 20 luglio 1933 papa Pio XI aveva stipulato con il governo tedesco un concordato che garantiva certi diritti alla Chiesa cattolica, in particolar modo per quanto concerneva l'insegnamento religioso. La Germania nazista venne tuttavia ben presto meno ai patti: durante la notte dei lunghi coltelli (1934) vennero uccisi alcuni dirigenti di organizzazioni cattoliche (tra cui spicca Erich Klausener, vertice della Katholische Aktion), e poco dopo iniziarono le persecuzioni anticattoliche.

del 9 novembre 1938 (Kristallnacht) segna il culmine dell antisemitismo hitleriano nell anteguerra: sinagoghe date alle fiamme, negozi di ebrei distrutti, famiglie arrestate o aggredite nel cuore della notte in tutta la Germania. Dopo questi fatti sconvolgenti suor Benedetta sente che la sua vita sta per avere un altra svolta. Parte della sua famiglia sta per abbandonare la Germania 17, ed anche Edith, insieme alla sorella Rosa (che ha ricevuto il battesimo e ora vorrebbe prendere i voti) sa che deve lasciare il Carmelo di Colonia: la persecuzione tocca anche chi protegge o intrattiene legami con gli ebrei, quindi lei rappresenta un pericolo per le sue consorelle. Nel dicembre 1938 Edith Stein si trasferisce nel Carmelo di Echt (Olanda), una fondazione del Carmelo di Colonia. Avrebbe voluto raggiungere la Palestina, e là entrare nel Carmelo di Betlemme, ma l espatrio degli ebrei tedeschi è ormai vietato. Nonostante il dolore per la separazione dalla sua prima famiglia monastica, che non rivedrà mai più, suor Benedetta si ambienta molto bene ad Echt, ove vivono molte suore tedesche, e ben presto ritrova la serenità. Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche invadono la Polonia, dando così inizio al secondo conflitto mondiale. Lo scoppio della guerra conferma suor Benedetta nelle sue apprensioni, ma anche nella sua vocazione. Le dolorose prove cui il mondo e il suo popolo sono sottoposti sono l incarnazione stessa della Croce di Cristo: quella Croce che attraverso la preghiera e il dono di sé la carmelitana vuole portare, per essere vicina al popolo ebraico nuovamente perseguitato. Nel maggio 1940 anche l Olanda viene occupata ed anche qui cominciano ad attuarsi le misure antisemite. Nonostante ciò nell estate, affrontando varie peripezie, la sorella Rosa riesce a raggiungere Edith ad Echt, e qui rimarrà con lei fino alla fine, come terziaria secolare: un momento di gioia tra tante sofferenze. All inizio del 1942 è già chiaro che i tedeschi hanno in programma per l Olanda lo sterminio sistematico degli ebrei: vessazioni della Gestapo e apertura di campi di concentramento e di lavoro lo manifestano apertamente. Edith e Rosa Stein sono nuovamente un potenziale pericolo per la comunità che le ha accolte e fanno richiesta per essere trasferite in Svizzera o in Spagna. Le trattative con altri Carmeli all Estero insospettiscono la Gestapo, che presto le sottopone ad interrogatori estenuanti e le obbliga a cucire la stella di Davide sull abito. L ipotesi di trasferimento sfuma rapidamente, mentre i vescovi olandesi protestano con veemenza per le misure adottate contro gli ebrei e chiedono inoltre di risparmiare dalla persecuzione i cristiani di origine ebrea. L accordo non si ottiene 18 e la resistenza dell episcopato cattolico scatenerà, per ritorsione, l ordine di arrestare tutti i religiosi non ariani. Le SS si presentano alla porta del Carmelo di Echt il 2 agosto 1942 con l ordine di prelevare le sorelle Stein. Suor Benedetta sta lavorando in quei giorni al compimento dell opera Scientia Crucis, commissionatale dall Ordine per le celebrazioni del quarto centenario della nascita di San Giovanni della Croce, che ricorre quell anno: il lavoro rappresenta anche il suo testamento spirituale, e col martirio cui va incontro docilmente incarnerà quella scienza della Croce che ha perseguito fin dalla conversione, conoscenza da lei ritenuta superiore a qualsiasi altra, ed unica strada per la salvezza. Dal campo di smistamento di Westerbork, nel nord dell Olanda, giungono gli ultimi messaggi di suor Benedetta indirizzati alle consorelle: si dice serena, prega molto e chiede alle suore di pregare per lei e di non preoccuparsi per il suo destino. Anche i pochi giorni passati nel campo e poi durante la deportazione in treno, verso l est, sono per suor Benedetta l occasione per servire e per portare consolazione ai suoi compagni di sventura, specialmente ai bambini. E una presenza angelica in mezzo a tanta violenza e disperazione. 17 Nel 1936 era morta la signora Augusta Stein. I figli e le relative famiglie, trovandosi ora a vivere nella paura e avendo perso il lavoro decidono di espatriare, andranno a vivere negli Stati Uniti. Ma un fratello e una sorella (Paul e Elfriede Stein) saranno deportati e moriranno in campo di concentramento. 18 Cfr. JOACHIM BOUFLET, Edith Stein filosofa crocifissa, tr. it, Milano, Edizioni Paoline, 2001, pp. 298-303

Il 9 agosto 1942 il convoglio ferroviario con il suo carico di settecento ebrei varca la soglia di Auschwitz-Birkenau e qui, probabilmente il giorno stesso, Edith Stein e la sorella Rosa vengono avviate alla camera a gas. La causa di beatificazione viene introdotta nel 1962 dal cardinale Höffner, arcivescovo di Colonia, e nella stessa città Teresa Benedetta della Croce è beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 1 maggio 1987. Lo stesso Papa la canonizza a Roma l 11 ottobre 1988. Come notano molti autori, laici e religiosi, la figura di Edith Stein si pone come un ideale ponte fra ebrei e cristiani e per il dialogo interreligioso 19 : lo fa anzi tutto con la propria conversione, che viene stimolata dalla consapevolezza che l incontro col Cristo non è affatto un rinnegare l origine ebraica, ma è la scoperta della continuità tra ebraismo e cristianesimo, con la venuta del Messia che unisce nella sua persona e con la sua preghiera la liturgia cristiana e le sue radici giudaiche 20 - non è un caso che Edith Stein abbia sentito la fierezza di appartenere al popolo ebraico dopo aver abbracciato la religione cattolica 21 ; lo fa scegliendo di appartenere all Ordine Carmelitano, unico ordine monastico cattolico che affondi le sue radici nell ebraismo; lo fa infine, tragicamente, subendo la deportazione e il martirio ad Auschwitz in quanto cattolica ebrea, e non semplicemente come ebrea 22. Dal punto di vista dei Santi, si tratta certo di un degno coronamento al percorso di tutta una vita trascorsa nella sequela di Cristo. 19 GIOVANNI PAOLO II, Omelia in occasione della canonizzazione, in «Rivista di Vita Spirituale», 1998, n.6, p.597 20 VINCENT AUCANTE, Lo statuto paradossale della filiazione in Edith Stein: popolo eletto, razza, nazione, in ANGELA ALES BELLO PHILIPPE CHENAUX Edith Stein e il nazismo, Roma, Città Nuova, 2005. 21 ARNALDO PIGNA, Maestra e testimone, in «Rivista di Vita Spirituale», 1998, n.6, p.589 22 JOACHIM BOUFLET, Edith Stein filosofa crocifissa, tr. it, Milano, Edizioni Paoline, 2001