Etimologia e origini



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Transcript:

Etimologia e origini L'etimologia di carta non è certa: dovrebbe derivare dal latino "chàrta(m)", dal greco "chàrtes", che deriverebbe da "chàrasso", cioè incido, scolpisco, come a significare un antico gesto dell'incidere le lettere nella cera. "Paper" (inglese) e "Papier" (francese), derivano dall'uso del papiro, da parte degli egizi nel 3000 a.c. e poi da parte di greci e romani. Il midollo del papiro era tagliato in strisce sottili, poi sovrapposte in due strati disposti perpendicolarmente, che asciugandosi formavano un foglio con i due lati a strisce verticali e orizzontali. Con il III sec. d.c. la pergamena, dal nome della pianta subtropicale, sostituì l'utilizzo del papiro. In oriente, in Cina, per scrivere si usava il bambù, molto meno pratico perchè pesante e ingombrante. Di rado, anche se pregiata, era usata la seta.

Un pò di storia: L'eunuco Ts'ai Lun, dignitario di corte, presentò i primi fogli di carta all'imperatore. Egli, si narra, descrisse per primo nel 105 d.c. la tecnica di fabbricazione della carta moderna partendo dal cotone. Altri documenti retrodatano la prima produzione di carta in Cina al 150 a.c.. I cinesi erano riluttanti a diffondere il loro prezioso segreto. La tecnica fu esportata in Giappone nel 610, dove per la produzione furono impiegate fibre di gelso. Con lo sviluppo del commercio e la sconfitta dei cinesi nella battaglia di Talas, l'invenzione si diffuse nel Vicino e Medio Oriente, dove fu sviluppata dagli Indiani e dagli Arabi, che la portarono in Italia intorno al XIII secolo.

Un pò di storia: In Italia la produzione della carta (a partire da stracci di lino e tela) è legata alle città di Amalfi, carta di Amalfi, e Fabriano, carta Fabriano (con filigrana). Qui l'industria cartaria si è sviluppata a partire dal XV secolo grazie al perfezionamento, da parte di maestri artigiani, delle tecniche apprese dagli Arabi. Ricordiamo in particolare Pietro Miliani, che, nel XIX secolo, da operaio diventò fondatore delle attuali industrie omonime. In Italia la produzione della carta (a partire da stracci di lino e tela) è legata alle città di Amalfi, carta di Amalfi, e Fabriano, carta Fabriano (con filigrana). Qui l'industria cartaria si è sviluppata a partire dal XV secolo grazie al perfezionamento, da parte di maestri artigiani, delle tecniche apprese dagli Arabi. Ricordiamo in particolare Pietro Miliani, che, nel XIX secolo, da operaio diventò fondatore delle attuali industrie omonime.

Nel 3000 a.c. iniziamo a trovare le prime tracce di "Papriro". Si utilizzava una pianta acquatica (Ciperus Papyrus), allora molto diffusa, oltre che lungo le sponde del Nilo, anche in Palestina e in Sicilia. Il midollo della pianta è composto da pellicole lunghe e sottili. Nella preparazione del Papiro queste pellicole erano sovrapposte in due strati perpendicolari in modo da formare un sol strato continuo e omogeneo. Il reticolo, cosi composto e bagnato, era pressato in modo che le sostanze collanti contenute nella pianta facessero aderire i due strati sovrapposti. Il tutto era poi posto a essicare. Il "foglio" cosi formato era un valido supporto per la scrittura, ma era poco maneggevole. Furono sempre gli Egizi che, incollando i margini di piu fogli di papiro tutti delle stesse dimensioni, ne ricavavano una striscia che nell'uso era arrotolata attorno a un bastone, inventando così quello che oggi chiameremmo libro e a cui i romani diedero il nome di "Volumen" (dal verbo volvere, arrotolare).

Attorno al II sec. a.c. le prime tracce di "Pergamena" le troviamo in Asia Minore, nella città di Pergamo. La pergamena è ottenuta da pelle di capra, montone e pecora (per questo, cioè per le sue origini essa è anche chiamata cartapecora). Il procedimento consiste nel ricavare dagli membrane delle pelli animali una sorta di foglio chiaro, uniforme e resistente. Non si poteva arrotolare, a causa della sua rigidità: avrebbe preso la forma del rotolo e solo a fatica sarebbe stato possibile svolgerla. Assumeva una forma rettangolare, tanto grande quanto poteva essere il dorso di un animale, quindi era piegata più volte, formando il codex (codice) e il liber (libro).

La produzione della carta: Gli stracci o il legno erano inseriti in mortai e battuti da grossi pestelli azionati da ruote idrauliche per separare le singole fibre di cellulosa l'una dall'altra. Quando l'impasto di fibre era pronto, gli operai lo versavano in vasche piene d'acqua: quindi immergevano degli appositi setacci nelle vasche e li estraevano raccogliendo una parte della sospensione di fibre. Durante l'estrazione muovevano il setaccio per rendere uniforme lo strato di fibre. Poi lasciavano scolare l'acqua, quindi depositavano lo strato di fibre su un feltro, posto su una pila di altri fogli e feltri. Questa pila era torchiata per spremerne l'acqua. Alla fine, il foglio di carta era appeso a asciugare.

Un pò di storia: All'inizio del 1800, i francesi e gli inglesi iniziarono a costruire macchine per la produzione seriale di carta. Le macchine erano fornite di un setaccio a forma di tappeto mobile che prelevava uno strato continuo di fibre. Durante il suo cammino, il nastro di carta in via di formazione era addizionato di colle, cariche minerali e di altre sostanze, quindi spremuto dall'acqua in eccesso, asciugato e rullato. Alla fine, era raccolto in grandi bobine e inviato alle fabbriche che lo trasformavano in giornali, quaderni e numerosi altri prodotti. La fabbricazione a mano della carta è ancora praticata per produrre fogli pregiati o per uso artistico, ma rappresenta una quantità minima della carta prodotta.

Oggi è prodotta principalmente a partire dal legno ed è costituita da numerosissime fibre di cellulosa, che sono tenute insieme da collanti. La carta può subire trattamenti speciali per essere resa adatta all'utilizzo: per esempio le carte usate in disegno e in pittura (acquarello), che devono avere uno spessore ben definito, una certa rugosità superficiale, una certa assorbenza.e' possibile ottenere carta anche senza aggiungere colle, ottenendo un prodotto molto assorbente. Per renderla adatta alla scrittura e alla stampa, occorre ridurne l'assorbimento dell'inchiostro: per questo la carta è collata, cioè aggiunta di colle animali o sintetiche. Per renderla meno porosa, più compatta e lucida, subisce un trattamento di patinatura, che consiste nell'aggiungere finissime polveri minerali quali il caolino, carbonato di calcio, talco, farina fossile e un opportuno legante quale caseina o altre colle. Il foglio passa fra rulli che lo premono con forza (calandratura) e ne esce lucido. Purtroppo i moderni processi di fabbricazione riducono la durata della carta, che nel giro di pochi anni tende a ingiallire e a infragilirsi. Esistono processi che la rendono capace di durare secoli, mantenendosi in ottimo stato.

La carta è stata importantissima per l'evoluzione delle culture: si pensi che per alcuni studiosi la cultura cinese rimase arretrata rispetto all'europa a causa dell'utilizzo del bambù, più scomodo rispetto al papiro, o di altri elementi pregiati come la seta. L'evoluzione culturale del Rinascimento europeo sarebbe dovuta all'introduzione della carta e della stampa. La carta rimase un bene di lusso per molti secoli, fino all'avvento della macchina a vapore nel XIX secolo, con la quale fu possibile produrre meccanicamente la carta a partire dalle fibre del legno. Diversi sistemi erano stati sviluppati, ma il processo Fourdrinier è diventato il metodo universalmente adottato nell'industria. Con la contemporanea invenzione della penna stilografica, della produzione di massa di matite, del processo di stampa rotativa, la carta ha avuto un peso notevole nell'economia e nella società dei paesi industrializzati.

Un pò di storia: Prima di quest epoca, un libro o un giornale erano oggetti rari e preziosi e l'analfabetismo era molto diffuso. Con l'introduzione della carta economica giornali, quaderni, romanzi e altra letteratura furono gradualmente alla portata di un vasto numero di persone della società. La carta offrì la possibilità di scrivere memorie, documenti personali e scambio di lettere in modo più economico e quindi più diffuso. Diverse professioni hanno fondato la loro nascita sull'avvento della carta, tra cui il giornalista e l'impiegato.

Caratteristiche della carta In commercio si trovano diversi tipi di carta, ognuno con proprie caratteristiche meccaniche, fisiche. chimiche e estetiche. Alle diverse caratteristiche corrispondono diversi utilizzi. Caratteristiche meccaniche: - resistenza alla trazione: capacità di resistere ad una tensione applicata agli estremi; - resistenza allo strappo: capacità di resistere alla rottura per lacerazione nei due sensi; - resistenza alla piegatura: capacità di resistere alla spiegazzatura localizzata.

Caratteristiche della carta Caratteristiche fisiche: - grammatura: peso espresso in g/m2; - spessore: espresso in mm e misurato con appositi micrometri; - impermeabilità: caratteristica di assorbire umidità; - rigidità: indice di flessibilità; - levigatezza: scabrosità superficiale. Caratteristiche estetiche: - grado di pulizia: la qualità di impurità riscontrabili in superficie (nodini, punti colorati, schegge, macchie di varia natura); - spera: aspetto che presenta il foglio in trasparenza. Lezione 04.tecniche_strumenti_materiali_01_22/05/08

Tipi di carta Carta per stampa: utilizzata nelle tipografie, che presenta caratteristiche variabili, secondo l'inchiostro che deve ricevere e la destinazione d'uso. Carta riso: ottenuta dalla pianta del riso o dal midollo di una pianta orientale (tungtsao). Ha un'alta resistenza allo strappo, quindi si possono fabbricare fogli finissimi come la carta velina. Carta per quotidiani: qualità scadente per motivi economici, non contiene collanti. Carta per banconote: di ottima qualità, ottenuta generalmente con pasta-straccio. Presenta la particolarità della filigrana, cioè disegni o scritte chevisibili in trasparenza. La filigrana è adottata per rendere difficile la falsificazione e si ottiene rendendo più sottile lo spessore della carta, in corrispondenza del disegno e della dicitura, e per mezzo di un filo metallico.

Carta assorbente: chiamata anche «asciugante», era particolarmente impiegata per assorbire l'inchiostro subito dopo la scrittura. Può essere fabbricata con pasta-straccio o con pasta-legno. Il suo aspetto è opaco e soffice. E' priva di colla. Carta per disegno: fabbricata con pasta-straccio o con cellulosa. Non è caricata con sostanze minerali. È carta generalmente pregiata. Alcuni tipi sono prodotti con procedimenti manuali secondo antiche tecniche (carta a mano). Carta per lucido: fabbricata con paste raffinate e oli speciali che la rendono trasparente. Si utilizzava negli uffici tecnici per copiare disegni sfruttando la trasparenza che permette di seguire le linee del disegno originale (prima dell'arrivo dei computer e dei plotter). I disegni "lucidati", servono per ottenere copie eliografiche, mediante un'apposita carta fotosensibile.

Carta paglia: chiamata anche carta per macellai, era utilizzata per avvolgere alimenti quali la carne ed il pollame. Si impiega quasi sempre con la carta oleata. È fabbricata con la paglia di grano e si riconosce per il caratteristico colore giallo e per lo spessore consistente. Ormai è stata sostituita da apposita carta per alimenti con una faccia plastificata. Carta oleata o paraffinata: particolarmente resistente alla penetrazione dei grassi; per questo è impiegata per avvolgere alimenti e particolarmente i salumi. È liscia, lucida, permette il passaggio della luce (translucida); è fabbricata impiegando nella carica sostanze oleose o paraffine che la impermeabilizzano.

Carta per parati: particolarmente resistente, è impiegata per rivestire pareti e arredi. È posta in commercio in rotoli larghi 50 cm e con motivi ornamentali vari.. Carta per uso igienico: comprende un elevato numero di prodotti cartacei realizzati con materiali di prima qualità e con alto contenuto di cellulosa. Si presentano soffici al tatto e sono molto assorbenti poiché non contengono colla. L'eventuale crespatura serve a dare elasticità ai prodotti più scadenti. Carta per pacchi: è particolarmente resistente. Per la sua produzione si impiegano gli scarti della canapa. È di colore avana (ma anche bianco). Cartone: si ottiene incollando e pressando tra loro diversi fogli di carta. A volte la parte interna è costituita da fogli ottenuti con carta di riciclo; ciò diminuisce il pregio e il costo (anche ambientale) del prodotto. Cartone per imballaggio: prodotto unendo fogli piani e fogli ondulati; questi servono a aumentare la capacità di assorbimento degli urti e la resistenza. Si classifica in base al numero di ondulazioni/fogli impiegati e alla loro grammatura e tipo di superficie/composizione.

Misure per governare superfici e spazi La carta può essere utilizzata anche come unità di misura. I formati generalmente utilizzati, si riferiscono a sottomultipli del A0 che misura una superficie complessiva di 1m 2. A0 A1 A2 A3 A4 = 21 x 29,7 cm A5 A6 A7 A8

Usi e derivati origami Con il termine origàmi si intende l'arte di piegare la carta ( 折 り 紙, termine relativamente recente derivato dal giapponese, ori piegare e gami carta, differisce dall'kirigami, ovvero l'arte della carta tagliata) e, sostantivato, l'oggetto che ne deriva. L'arte della piegatura della carta nacque in Cina (Zhe Zhi" 折 ), ma fu conosciuta anche dagli Arabi prima di giungere in occidente in epoca relativamente recente. La tecnica moderna dell'origami usa pochi tipi di piegature combinate in una infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complicati. In genere, questi modelli cominciano da un foglio quadrato, i cui lati possono essere di colore differente e continua senza fare tagli alla carta, ma l'origami tradizionale era molto meno rigido e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate.

origami Alla base dei principi che regolano l'origami, vi sono senz'altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell'accettazione della morte come parte di un tutto: la forma di carta, nella sua complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent'anni, e la sua bellezza non risiede nel foglio di carta. Alla morte del supporto, la forma viene ricreata e così rinasce, in un eterno ciclo vitale che il rispetto delle tradizioni mantiene vivo.

La rana La gru

origami Le scatole Le sculture

tangram Il Tangram (in cinese: 七 巧 板 ) è un gioco rompicapo cinese. Il nome significa "Le sette pietre della saggezza". Pur essendo comunemente ritenuto di origine molto remota nel tempo, le più antiche fonti conosciute non lo nominano, però, che verso il XVIII secolo. E' costituito da sette pezzi del medesimo materiale (legno, plastica, ecc.) e del medesimo colore (chiamati tan) che sono disposti inizialmente a formare un quadrato: 5 triangoli (2 grandi, 1 medio, 2 piccoli); 1 parallelogramma; 1 quadrato

tangram Lo scopo è quello, partendo dall'originale quadrato, di formare altre figure di senso compiuto. Altro scopo è quello di riprodurre (risolvere) una figura data, già composta da altri, di cui si conosce solo la silhouette. La difficoltà risiede nel fatto che la forma proposta da riprodurre non è in scala 1:1 con i pezzi da utilizzare e nel fatto che non si vedono i confini dei singoli pezzi all'interno della silhoutte, essendo questi, differentemente da come illustrato nelle figure, del medesimo colore e adiacenti. Le regole sono alquanto semplici: Usare tutti e sette i pezzi nel comporre la figura finale; Non sovrapporne nessuno.

tangram

tangram

tangram La leggenda, sull'origine del gioco, narra che un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana e un pennello, dicendogli di viaggiare e dipingere sulla porcellana la bellezze che avrebbe incontrato nel suo cammino. Il discepolo, emozionato, lasciò cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricomporre il quadrato, formò delle figure interessanti. Capì, da questo, che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze del mondo con quei sette pezzi.

Che altro potremmo fare