Appunti dalla catechesi di Gigi Lodesani sulla confessione (incontro del 27 aprile 2007)



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Transcript:

Appunti dalla catechesi di Gigi Lodesani sulla confessione (incontro del 27 aprile 2007) Il sacramento della confessione è in crisi. Ma l uomo ha bisogno di raccontarsi, di confessarsi ancora oggi. Quali i confessionali d oggi? Internet (blog, youtube, chat), la tv, sms, i giornali, libri (autobiografie) Il pudore riguardo la propria vita non sembra sempre un valore; si percepisce un po ovunque la rivendicazione e il desiderio di manifestare tutto se stessi, nel bene e nel male, senza essere giudicati. Ma come mai questo contesto, descritto anche dalle interviste, è così lontano dalla confessione sacramentale? in questo contesto sembra molto indebolito il senso di responsabilità e il senso di colpa: c è il desiderio di raccontarsi ma non la disponibilità a giudicare se stessi e a lasciarsi giudicare (cfr libri di Moccia). pare che la moralità sia stata ridotta alla legalità e che questa debba essere il più possibile dissolta; se uno non commette qualche reato, non fa poi niente di male!? Non si riesce più a comprendere cosa sia lecito oppure illecito, cosa sia peccato oppure no. Allora, partiamo proprio da qui: cosa è il peccato? Nella storia dell uomo è presente fin dagli inizi il peccato, anche se questa realtà si chiarisce pienamente solo alla luce della Rivelazione divina, e soprattutto alla luce di Cristo, che ha fatto sovrabbondare la grazia proprio là dove ha sovrabbondato il peccato. Dio crea l uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, donando loro una speciale partecipazione alla sua vita divina, in santità e giustizia, e volendo che vivessero in comunione con Lui; per questo li ha creati liberi. Ma il segno distintivo dell uomo, la libertà, diventa presto anche il segno del peccato. Il primo uso della libertà infatti è stato quello di ergersi contro Dio; tentato dal diavolo, l uomo, ha contestato di essere a immagine, ed ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore. Disobbedendogli ha voluto diventare come Dio, e non secondo Dio. Così Adamo ed Eva hanno perduto, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia. 1

Il peccato assume quindi fin dall origine una dinamica relazionale, o meglio antirelazionale, ed è sempre illuminato dall amore: è solo alla luce dell amore e della grazia che il peccato diventa orrore, tradimento, altrimenti sarebbe semplicemente stupidità. Quali sono le conseguenze del peccato originale? L uomo ha deliberatamente disobbedito a Dio (cfr. Gen 3). E questo non solo il primo uomo, ma ogni uomo ha in qualche modo ratificato con la sua vita il peccato di Adamo, e ciascuno di noi può probabilmente testimoniarlo; dice Paolo: «la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato» (Rm 5,12); ancora afferma: «Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Rm 3,23). E Giovanni, nella sua prima lettera: «se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Dio un bugiardo e la sua parola non è in noi» (1 Gv 1, 10). La natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottoposta all ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato (questa inclinazione è la concupiscenza). L uomo con l uso della propria libertà contro Dio ha offuscato quell immagine originaria, ha girato il proprio volto verso altro e non più verso Dio. Ma come facciamo a comprendere cosa sia il peccato per noi? Nella storia dell uomo è presente il peccato: sarebbe vano cercare di ignorarlo o di dare altri nomi a questa oscura realtà. Ma per comprendere cosa sia il peccato si deve anzitutto riconoscere il profondo legame dell uomo con Dio, perché al di fuori di questo rapporto, il male del peccato non può venire smascherato nella sua vera identità di rifiuto e di opposizione a Dio, mentre continua a gravare sulla vita dell uomo e sulla storia. E un tema delicato, ma è chiaro che la coscienza del peccato è direttamente proporzionale alla coscienza di Dio: tanto più uno ama tanto più percepisce, quando avviene, la gravità del proprio tradimento. Soltanto conoscendo il disegno di Dio sull uomo, si capisce che il peccato è un abuso di quella libertà che Dio dona alle persone create perché possano amare lui e amarsi reciprocamente. Il nostro peccato diventa quindi un vivere ed un scegliere lontano o contro Dio. Il peccato è sempre una diminuzione dell uomo stesso, che gli impedisce di conseguire la propria pienezza. 2

E Dio come ha reagito di fronte al peccato dell uomo? È lo stupore e la meraviglia davanti alla storia della salvezza: ad ogni ostacolo che l uomo ha frapposto, Dio si è spinto oltre. Noi a fatica riusciamo a comprendere un amore così (l onnipotenza dell amore). La buona novella è che Dio ha mandato suo Figlio Gesù. Gesù significa: Dio che salva. Il Bambino nato da Maria salverà il suo popolo dai peccati (Mt 1, 21 ). Tutti abbiamo bisogno di perdono perché tutti abbiamo peccato. Ed è proprio questa una delle verità che l uomo vorrebbe e prova in tutti i modi a nascondersi. Gesù è chiaro: «non sono venuto per i giusti ma per i peccatori» (cfr. Mt 9, 13; Mc 2, 17; Lc 5, 32). E la vita di Cristo per noi è eloquente. La vita, passione, morte e risurrezione di Cristo si sono attuati per la redenzione dell uomo, per liberalo dalle tenebre che lo tenevano schiavo. E la riconciliazione è un dono pasquale: è Gesù risorto che invia gli apostoli a perdonare i peccati. Gesù, il nuovo Adamo, è venuto per ridare all uomo quell immagine secondo Dio perduta. Gesù è l uomo nuovo, è colui in vista del quale è stata fatta la creazione stessa. È Gesù che rivela pienamente l uomo all uomo, ed è Gesù che dà la possibilità all uomo di una vita nuova, di una autentica vita figliale, di partecipare e vivere della comunione Trinitaria. Con Cristo è allora possibile una vita buona? Gesù ci ha riscattato dal peccato e dalla morte e ci offre la possibilità di una vita piena e felice. Noi abbiamo sempre la possibilità di aprirci o chiuderci alla potenza di Dio. È qualcosa sul quale ci giochiamo ogni giorno, ma abbiamo la consapevolezza che con la grazia è possibile una vita buona! Questa si traduce nel non peccare mai gravemente? Nello scegliere sempre il bene? Forse per qualcuno sì. Ma non è questo il punto! E possibile una vita buona perché Dio continuamente ci rivolge la sua parola e noi abbiamo sempre la possibilità di accoglierla, e di vivere secondo Dio. E qualora non avvenisse, abbiamo sempre, se lo vogliamo e lo chiediamo, la possibilità di ricominciare, di riconoscere il nostro peccato, di lasciarci perdonare. 3

Se l offerta di Cristo è stata fatta una volta per tutte, e anche noi siamo nati alla vita divina una volte per tutte nel battesimo, immersi nella Sua morte e risurrezione, il progredire della nostra figliolanza è un operazione durevole. Questo è il cammino della santità, della vera umanità, della continua conversione. Allora il sacramento della riconciliazione si inserisce il questo cammino di figliolanza? Cristo ha istituito il sacramento della Riconciliazione per tutti i figli peccatori della sua Chiesa, in primo luogo per coloro che dopo il Battesimo, sono caduti in peccato grave e hanno così perduto la grazia battesimale ed inflitto una ferita alla comunione ecclesiale. A costoro il sacramento offre una nuova possibilità di convertirsi e di recuperare la grazia della giustificazione. È molto interessante per comprendere la dimensione ecclesiale del perdono guardare alla storia di questo sacramento. All inizio della vita della Chiesa, non era previsto il sacramento della riconciliazione come noi lo conosciamo oggi. Il cristiano che aveva commesso peccati particolarmente gravi entrava nel cosiddetto «ordine dei penitenti» e compiva insieme ad altri, sotto la guida della Chiesa, un lungo cammino di penitenza, prima di ricevere la riconciliazione. Nel settimo secolo fu gradualmente introdotta dai missionari irlandesi la pratica della confessione privata che è fondamentalmente quella che ancora oggi celebriamo nel sacramento della riconciliazione. Perché ci sono tanti nomi per questo sacramento? Mettono in luce aspetti diversi di ciò che avviene nel sacramento: Sacramento della riconciliazione dice la riconciliazione che avviene tra il penitente e Dio e tra il penitente e la comunità ecclesiale. Ci dice che il fine e l effetto di questo sacramento sono la riconciliazione con Dio. Ma anche la riconciliazione con la Chiesa, perché il peccato incrina e infrange la comunione fraterna. Sacramento della penitenza Sottolinea maggiormente l aspetto della soddisfazione, oppure della riparazione per i peccati commessi. Sempre il peccato ha degli strascichi che la confessione non può correggere da sola. Ci toglie la colpa ma non le conseguenze che i ns peccati hanno prodotto. Sacramento della confessione 4

Mette in risalto l aspetto della confessione, dell accusa dei propri peccati. Ma anche la confessione della propria fede nella infinita misericordia di Dio; una professione di fede verso il grande amore di Dio. Sacramento del perdono Sottolinea l aspetto del sacramento che toglie le colpe dei peccati commessi. E ci dice anche come la remissione dei peccati sia sempre un dono di Dio, per-dono e mai per meriti nostri. Quali sono gli atti fondamentali del sacramento? Gli atti fondamentali sono sostanzialmente due: gli atti dell uomo che si converte a Dio per azione dello Spirito (contrizione, confessione, soddisfazione), l azione di Dio attraverso l azione della Chiesa (CCC 1448). Attualmente ogni cristiano è tenuto a confessarsi almeno una volta all anno. Questa norma minima testimonia che il cammino di conversione ha bisogno di essere continuamente sostenuto dalla grazia e in questo senso la confessione sacramentale ha un valore inestimabile. Per imparare a vivere quali siamo, figli di Dio, abbiamo bisogno di essere formati alla vita libera. Potremmo dire che, se la nostra nascita alla vita umana ha avuto bisogno di nove mesi per vedere la luce, la nostra nascita alla vita divina, avvenuta nel battesimo, ha bisogno di tutta la vita per dispiegare la forza di quella nuova creazione che anche ora Dio sta realizzando in noi, di cui il sacramento della riconciliazione è strumento essenziale, e che si compirà nella vita eterna. Ma cosa avviene nel perdono? Non raramente pensiamo al perdono come alla cancellazione dei nostri peccati, ad un colpo di spugna che lava via lo sporco, e in una certa misura è così; ma non possiamo limitarci a questa sola realtà nel riflettere sulla profondità del perdono. Riprendendo quello che dicevamo nella domanda precedente: se per vita buona intendiamo una vita di «perfezione morale», allora onestamente dobbiamo dire che non ci è possibile. Ed è proprio qui che si innesta il dono di Cristo. Non ci è possibile scegliere sempre l amore, scegliere sempre la verità, la giustizia. 5

Tra tutti gli uomini, solo due persone, possono vantare una vita così, e solo il dono di una ha reso possibile anche la vita dell altra. Queste due persone sono Gesù e Maria, e soltanto il dono di Gesù a reso possibile a Maria di essere tota pulchra, «immacolata». Solo Gesù ha spezzato la catena di colpa e giustizia. Come è avvenuto? I Padri parlavano di uno «scambio ammirabile». Egli si è messo nel posto nostro aprendo per noi lo spazio della figliolanza, lo spazio della libertà dei figli. E una vera nascita, è una vera creazione, come una nuova vita che inizia, è un continuo procedimento di crescita. Questa è la gioia della Pasqua. Questo ci fa rendere conto di un duplice aspetto: la misericordia di Dio e allo stesso tempo la serietà del male, mysterium iniquitatis. Ma perchè confessare i proprio peccati ad un prete? Questa è una domanda che ci sentiamo fare molto spesso da tante persone, e che anche i nostri intervistati hanno sottolineato: perché bisogna confessare ad un sacerdote i propri peccati e non lo si può fare direttamente con Dio? Certamente è sempre a Dio che ci si rivolge quando si confessano i propri peccati. Che sia però necessario farlo anche davanti ad un sacerdote ce lo fa capire Dio stesso: scegliendo di inviare suo Figlio nella nostra carne, egli dimostra di volerci incontrare mediante un contatto diretto, che passa attraverso i segni e i linguaggi della nostra condizione umana. Da soli non sapremmo mai veramente se a toccarci sia stata la grazia di Dio o la nostra emozione, se a perdonarci siamo stati noi stessi oppure è stato Lui, per la via che ha scelto. Ogni sacramento fondamentalmente ci dice che è dono di Dio. Questo vale anche per il per-dono: non ce lo diamo da soli, e non possiamo estorcerlo in alcun modo né possiamo meritarlo; esso è un dono di Dio. Il sacramento della riconciliazione, come gli altri sacramenti, sottolinea appunto questo: è dono gratuito di Dio per vivere sempre più da figli. Sembrerà una banalità ma è qui la vera differenza rispetto ad ogni altra confidenza, colloquio o «confessione»: qui sappiamo che il soggetto principale è Dio che agisce nella Sua Chiesa, per mezzo di un ministro, e che produce in noi qualcosa di nuovo, che nessun nostro sforzo potrebbe mai ottenerci. Forse in questo senso possiamo anche recuperare una sana essenzialità nel sacramento: non si tratta principalmente di un colloquio, di un consiglio, ma di un dono dall alto accolto nella fede. 6

Il sacerdote, celebrando il sacramento, compie il ministero del Buon Pastore che cerca la pecora perduta, quella del Buon Samaritano che medica le ferite, del Padre che attende il figlio prodigo e lo accoglie al suo ritorno. Cosa deve fare il penitente? Atti del penitente: contrizione, confessione, soddisfazione. Il catechismo del concilio di Trento diceva: nel cuore vi sia la contrizione, nella bocca la confessione, e nelle opere la soddisfazione. La contrizione Tra gli atti del penitente occupa il primo posto: il dolore e la riprovazione per il peccato commesso ed il fermo proposito di non peccare più. La contrizione può essere perfetta (quando viene da Dio) o imperfetta (attrizione) La confessione (dei peccati) È conosciuta come accusa dei peccati. Anche da un punto di vista umano, libera e facilita la riconciliazione con gli altri. Con l accusa l uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole e se ne assume la responsabilità. In tal modo si apre nuovamente a Dio e alla comunione con la Chiesa. Diceva S. Agostino: l uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. Peccati gravi e peccati veniali La soddisfazione La soddisfazione si chiama anche penitenza. Molti peccati recano offesa al prossimo; bisogna fare il possibile per riparare. Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L assoluzione toglie il peccato ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato. Insomma, sembra un cammino molto esigente e duro. E una festa o è un momento drammatico in cui veniamo giudicati per quello che siamo e facciamo? E una festa nella misura in cui accogliamo con serietà la verità su noi stessi: «la verità vi renderà liberi» (Gv 8, 32). 7