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1 Furti in casa agevolati dai ponteggi: responsabili il condominio e l'imprenditore Cassazione civile, sez. III, sentenza n Nell ipotesi di furto subito dal condomino per la presenza di ponteggi posti a ridosso dell edificio che, in assenza di opportune precauzioni, hanno agevolato la produzione dell evento dannoso, sussiste la responsabilità concorrente del condominio e dell appaltatore. Due comproprietari lamentano un furto perpetrato nell appartamento di loro proprietà, agevolato dai ponteggi esterni all edificio realizzati dall imprenditore, al quale, il condominio aveva affidato l incarico di eseguire lavori di rifacimento della facciata. La domanda di risarcimento dei danni proposta nei confronti del condominio per l accaduto, viene, però, rigettata in secondo grado poiché i giudici di appello non rinvenendo alcuna colposa omissione da parte del condominio, nonché l assenza di un potere di sorveglianza del cantiere, escludono a carico del convenuto l imputabilità dell evento sia ai sensi dell art cod. civ. che dell art cod. civ.. Secondo i giudici di merito il potere di sorveglianza del cantiere spetta esclusivamente all impresa che lo ha costruito e gestisce in regime di appalto. Avverso tale decisione i due comproprietari ricorrono in Cassazione. I giudici di legittimità accolgono il ricorso riformando la sentenza di merito. Le conclusioni a cui giungono i giudici di merito per la Cassazione sono infatti «in contrasto con l indirizzo giurisprudenziale» espresso da tempo dalla Suprema Corte. L eventualità che i ponteggi posti a ridosso dello stabile possano agevolare l accesso ai ladri e conseguentemente arrecare un danno per il proprietario è stata già affrontata dalla Cassazione. Il caso di specie vanta diversi precedenti specifici. 1 Il comportamento negligente tenuto dall imprenditore è contrario al principio del neminem laedere. L imprenditore che esegue lavori di manutenzione dello stabile avvalendosi dell apporto dei ponteggi deve adottare ogni cautela idonea ad impedire l uso anomalo delle impalcature. Alla responsabilità aquiliana dell appaltatore, la Cassazione nella pronuncia in commento affianca quella più rigorosa prevista per i danni cagionati da cose in custodia (art cod. civ.) per il condominio. La decisione tocca tre fondamentali questioni giuridiche: 1. L esistenza di un nesso causale tra il cantiere e la produzione dell evento dannoso (il furto nell appartamento); 2. la responsabilità del Condominio in base all art cod. civ.; 3. l illecito perpetrato dal terzo quale elemento idoneo per escludere la responsabilità del custode. Rispetto alla prima questione i giudici di legittimità constatano che «Nel caso di specie era stato accertato in fatto dal giudice di merito: l esistenza alla data del furto del ponteggio metallico a ridosso della facciata dell edificio condominiale, su cui si aprono le finestre dell appartamento dei due attori che avevano subito il furto». Orbene, in ordine al nesso eziologico si rende necessario appurare l esistenza di un legame fra l esistenza dei ponteggi e l accesso dei ladri nell appartamento. Attraverso l indagine ricostruttiva dell iter che ha portato al verificarsi dell evento dannoso, i ponteggi esterni all edificio che hanno favorito l accesso dei ladri nell appartamento - devono qualificarsi come antecedenti necessari. Infatti i ponteggi si rivelano nella fattispecie in esame quale elemento necessario, all interno della catena causale, nella produzione dell eventus danni.

2 Quanto al secondo quesito bisogna spostare l attenzione sul responsabilità concorrente del condominio in quanto non si può sottovalutare la differenza che intercorre tra l art cod. civ. e il più gravoso criterio di imputazione previsto dall art cod. civ.. Di fronte al generale obbligo del neminem laedere, viceversa l art cod. civ. prevede un dovere costante di vigilanza per il custode sul bene con la presunzione di colpa che può essere superata solo facendo ricorso alla prova del caso fortuito. Per questo la dottrina maggioritaria colloca la norma citata, tra le ipotesi di responsabilità oggettiva. 2 Per il verificarsi della responsabilità prevista dall'art cod. civ. è necessaria e sufficiente una relazione tra la cosa in custodia e l'evento dannoso, nonché l'esistenza dell'effettivo potere fisico su di essa da parte del custode, sul quale incombe l'obbligo di vigilarla e di mantenerne il controllo onde evitare che produca danni a terzi. Pertanto va evidenziato che il rapporto tra il condominio e i ponteggi realizzati dall appaltatore si inserisce perfettamente nell ambito della custodia in quanto sussiste un potere diretto sulla «cosa» che permette di controllare e prevedere i rischi ad essa insiti. Nel caso di specie, osservano i giudici di legittimità «gli originari attori avevano dedotto che il condominio aveva omesso di vigilare sulla osservanza, da parte della impresa appaltatrice, di tutte le precauzioni del caso essendo stata l impalcatura montata senza luci esterne e senza alcuna struttura di sicurezza per l inviolabilità degli appartamenti». Resta da affrontare l analisi del fatto illecito compiuto dal terzo, quale circostanza di per sé sufficiente o meno ad escludere la responsabilità del custode. Si è affermato in giurisprudenza che il fatto illecito del terzo può essere equiparato al caso fortuito finendo così con l interrompere il nesso causale con il danno. 3 In ogni caso la stessa giurisprudenza precisa che il fatto del terzo esclude la responsabilità del custode in quanto intervenga, nella determinazione dell'evento dannoso, con un impulso autonomo e con i caratteri dell'imprevedibilità e della inevitabilità. 4 Dunque imprevedibilità ed eccezionalità che dovranno confrontarsi col comportamento assunto dal custode facendo riferimento al grado della sua diligenza. Pertanto nel caso di specie l azione dei ladri non può ritenersi causa di esclusione della responsabilità del condominio custode dei ponteggi, in quanto, l evento era ampiamente prevedibile adottando le precauzioni necessarie a tutela dei singoli condomini. (Altalex, 16 aprile Nota di Roberto Francesco Iannone) 1 Cass. 9 febbraio 1980 n. 913, in Giust. civ., 1980, I, 785; Cass. 23 maggio 1991 n. 5840, in Giust. civ. Mass., 1991, 5; Cass. 6 ottobre 1997 n. 9707, in Danno e resp., 1998, 286; in Foro it., 1998, I, 100; in Giur. it., 1998, 1815; Cass. 10 giugno 1998 n. 5775, in Giust. civ. Mass., 1998, 1275; Cass. 11 febbraio 2005 n. 2844, in Giust. civ. Mass., 2005, 2; in Resp. civ. e prev., 2006, 2, 374; Cass. 12 aprile 2006 n. 8630, in Giust. civ. Mass., 2006, 7. 2 FRANZONI, Dei fatti illeciti, in Comm. Cod. Civ., a cura di Scialoja e Branca, Bologna Roma, 1993, 544; TRIMARCHI, Rischio e responsabilità oggettiva, Milano, 1961, 169. Contra, DE CUPIS, Il danno.

3 Teoria generale della responsabilità civile, Milano, 1946; BIANCA, Diritto civile 5, La responsabilità, Milano, 1994, 718. La Cassazione nega espressamente che l art cod. civ. fondi un ipotesi di responsabilità oggettiva mostrandosi favorevole alla tesi della colpa presunta; v. ex multis, Cass. 26 maggio 1993 n. 5925, in Giust. civ. Mass., 1993, Cass. 21 ottobre 1976 n. 3722, in Foro it., 1977, I, 1511; in Giur. it., 1977, I, Cass. 16 maggio 1990 n. 4237, in Giust. civ. Mass., 1990, 5. Diritti reali Condominio Condominio furto responsabilità committente sussistenza [art c.c.] In materia condominiale, una corresponsabilità del committente può configurarsi sia in ipotesi di violazione di regole di custodia, ex art c.c. che in caso di riferibilità dell'evento al committente stesso per culpa in eligendo per essere stata affidata l'opera ad un'impresa assolutamente inidonea ovvero quando l'appaltatore - in base ai patti contrattuali - sia stato un semplice esecutore degli ordini del committente ed abbia agito quale nudus minister attuandone specifiche direttive. ( 1-9 ) (1) In tema di diffamazione e condominio, si veda Cassazione civile, sez. tributaria, sentenza n (2) In tema di condominio e nozione di parti comuni, si veda Cassazione civile, sez. II, ordinanza n (3) In materia di condominio e parcheggio, si veda Cassazione civile, sez. II, sentenza n (4) In materia di condominio e mancata convocazione, si veda Cassazione civile, sez. II, sentenza n (5) In materia di condominio, status e legittimazione, si veda Cassazione civile, sez. II, sentenza n (6) In materia di condominio ed oneri condominiali, si veda Cassazione civile, sez. II, sentenza n (7) Sulla natura delle obbligazioni dei condomini si veda: SS.UU. 9148/2008. (8) Sul condominio si veda il Focus, VIOLA, Il condominio: i recenti orientamenti giurisprudenziali. (9) Si veda l ottimo ebook (collana Altalex Massimario diretta da Luigi Viola) MOMMO, Le problematiche condominiali alla luce della recente giurisprudenza. (Fonte: Altalex Massimario 13/2009. Cfr. nota di Roberto Francesco Iannone) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III CIVILE Sentenza 17 marzo 2009, n (Pres. Di Nanni - est. Filodoro) Svolgimento del processo Con sentenza del 6 aprile - 9 giugno 2004 la Corte d Appello di Napoli accoglieva l appello principale del Condominio di Via *** n. *** *** avverso la decisione del Tribunale di Napoli del 15 aprile 2002, rigettando la domanda di G. e D. P. intesa ad ottenere il risarcimento del danno causato da un furto

4 perpetrato da ignoti nell appartamento di loro proprietà (furto che era stato agevolato dalla impalcatura eretta dall imprenditore al quale il Condominio aveva affidato la esecuzione di lavori di rifacimento della facciata dell edificio). I giudici di appello osservavano che non era stata riscontrata alcuna colposa omissione da parte del Condominio che - da un lato - non aveva realizzato o concorso a realizzare l impalcatura attraverso la quale i ladri erano penetrati nell appartamento degli originari attori e - dall altro - non aveva esercitato alcun potere di vigilanza e sorveglianza del cantiere, del quale l impalcatura costituiva parte integrante: potere che invece spettava esclusivamente alla impresa che lo aveva costruito e che lo gestiva in regime di appalto. Avverso tale decisione G. e D. P. hanno proposto ricorso per cassazione sorretto da un unico motivo. L intimato non ha svolto difese. Il Procuratore Generale ha concluso per l accoglimento del ricorso. Motivi della decisione I due ricorrenti censurano la sentenza della Corte napoletana, la quale ha escluso ogni responsabilità del Condominio, in quanto proprietario dell'immobile, concludendo che ogni responsabilità per il furto denunciato doveva ricadere esclusivamente sul soggetto che aveva effettuato la costruzione della struttura (nel caso di specie, la società appaltatrice dei lavori). Il ricorso appare manifestamente fondato. I due ricorrenti hanno esattamente richiamato i principi giuridici che regolano la materia. Colui che per eseguire lavori utilizza dei ponteggi, che possono - in concreto - facilitare l'accesso alle abitazioni esistenti nello stabile, deve usare norme di diligenza, adottando tutte le cautele atte ad impedire l'uso anomalo delle impalcature (Cass n. 5840). Sussiste, peraltro, anche in relazione alla situazione considerata, un obbligo di custodia incombente sul soggetto che ha disposto il mantenimento della struttura, obbligo sanzionato anche dall'art c.c. (Cass. 9 febbraio 1980 n. 913, 6 ottobre 1997 n. 9707, 10 giugno 1998 n. 5775, 11 febbraio 2005 n. 2844). Nel caso di specie era stato accertato in fatto dal giudice di merito: a) l'esistenza alla data del furto del ponteggio metallico a ridosso della facciata dell'edificio condominiale, su cui si aprono le finestre dell'appartamento dei due attori che avevano subito il furto; b) la assoluta mancanza in tale struttura di luci esterne e di misure di sicurezza a tutela dei singoli appartamenti; c) la circostanza che il furto era stato commesso utilizzando la impalcatura esterna. Nonostante tale accertamento, i giudici di appello - riformando sul punto integralmente la decisione del primo giudice - avevano escluso qualsiasi responsabilità del Condominio, a carico del quale - è stato affermato dalla Corte territoriale - non poteva configurarsi alcun obbligo di vigilanza o custodia. Tale conclusione si pone in contrasto con l'indirizzo giurisprudenziale di questa Corte già segnalato.

5 La questione di una concorrente responsabilità del Condominio è legata strettamente a quella dell'imprenditore e si ricollega all'accertato mantenimento della struttura, in assenza di cautele a tutela dei singoli condomini. L'autonomia dell'appaltatore il quale esplica la sua attività nell'esecuzione dell'opera assunta con propria organizzazione apprestandone i mezzi, nonché curandone le modalità ed obbligandosi verso il committente a prestargli il risultato della sua opera, comporta che, di regola, l'appaltatore deve ritenersi unico responsabile dei danni derivati a terzi dall'esecuzione dell'opera. Tuttavia, una corresponsabilità del committente può configurarsi sia in ipotesi di violazione di regole di custodia, ex art c.c. che in caso di riferibilità dell'evento al committente stesso per culpa in eligendo per essere stata affidata l'opera ad un'impresa assolutamente inidonea ovvero quando l'appaltatore - in base ai patti contrattuali - sia stato un semplice esecutore degli ordini del committente ed abbia agito quale nudus minister attuandone specifiche direttive. Nel caso di specie, gli originari attori avevano dedotto che il Condominio aveva omesso di vigilare sulla osservanza, da parte della impresa appaltatrice, di tutte le precauzioni del caso (essendo stata l'impalcatura montata senza luci esterne e senza alcuna struttura di sicurezza per l'inviolabilità degli appartamenti) e che il Condominio aveva, tra l'altro, omesso di fornire l'indicazione della ditta appaltatrice, così impedendone di fatto la chiamata in causa da parte degli attori. Appare, pertanto, carente di idonea motivazione l'affermata esclusione di qualsiasi responsabilità del Condominio con la osservazione che la installazione ed il mantenimento del ponteggio erano stati effettuati da parte di altro soggetto. In particolare i giudici di appello hanno omesso qualsiasi considerazione in ordine ai poteri dell'appaltante e dell'appaltatore, finendo - senza adeguata motivazione - per escludere la sussistenza di qualsiasi obbligo di sorveglianza dello stesso nei confronti della attività svolta dall'appaltatore. La sentenza impugnata deve essere cassata in relazione alle censure accolte con rinvio, anche per le spese, ad altra sezione della C.A. di Napoli. P.Q.M. La Corte accoglie il ricorso. Cassa e rinvia anche per le spese alla Corte di Appello di Napoli, in diversa composizione. ( da )

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