Giampiero Colombo BIELLA, 28 OTTOBRE 2011

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1 Le etichettature dei prodotti tessili tra normativa obbligatoria, volontaria e aspetti tecnici correlati Giampiero Colombo BIELLA, 28 OTTOBRE 2011 Dubbi da chiarire e certezze da confermare Identificazione del prodotto: è obbligatoria? Manutenzione: è obbligatoria??? si possono usare solo i simboli, quali simboli, quale sequenza? Dichiarazione volontaria Marchio volontario Composizione è obbligatoria!! quali denominazioni, quale sequenza? Made In è obbligatorio, sempre, quando, è un rischio? Ragione Sociale: è obbligatoria, di chi, come va scritta??

2 I Marchi Ambientali volontari: strumenti per la valorizzazione dell eco eco-efficienza efficienza del prodotto tessile Ecolabel Oeko-Tex Standard 100 Global Organic Textile Standard Blue Angel Mark.. Ecolabel Campo di applicazione articoli di abbigliamento e accessori tessili costituiti per almeno il 90% in peso di fibre tessili; prodotti tessili per interni; fibre, filati e tessuti destinati alla produzione di articoli di abbigliamento o prodotti tessili per interni. Obiettivi Favorire la riduzione dell inquinamento idrico collegato alle principali fasi del ciclo di produzione tessile compresa la produzione delle fibre, la filatura, la tessitura ortogonale, la tessitura a maglia, il candeggio, la tintura e il finissaggio I criteri sono fissati a un livello tale da promuovere l assegnazione del marchio di qualità ecologica a prodotti tessili a ridotto impatto ambientale.

3 Dalla culla alla tomba Materie prime Smaltimento INTERO CICLO DI VITA DEL PRODOTTO Processi di lavorazione Utilizzo e manutenzione Criteri per tipo di fibra: - per esempio per cotone: pesticidi,... - per esempio per poliestere: antimonio, Criteri per processi e sostanze chimiche: - per esempio: formaldeide, biodegradabilità,... Criteri di idoneità all uso: - per esempio: variazioni dimensionali, solidità colore,... I criteri non si applicano se. la fibra rappresenta meno del 5% del peso totale delle fibre tessili contenute nel prodotto si tratta di fibre riciclate Procedura di autorizzazione all etichettatura A chi deve essere presentata la domanda? All Organismo Competente designato dallo Stato membro (in Italia Comitato Ecolabel e Ecoaudit Sezione Ecolabel, c/o ISPRA (ex APAT), Via Vitaliano Brancati n ROMA ). In cosa consiste la domanda? La domanda consiste in una richiesta formale corredata da un dossier contenente le dichiarazioni, i rapporti di prova riferiti al prodotto da etichettare, il diagramma di flusso delle fasi produttive di realizzazione. Procedura di autorizzazione all etichettatura Qual è il compito dell Organismo competente? Verificare la conformità della domanda e del prodotto rispetto ai criteri indicati nella Decisione di Commissione. Sottoporre, in caso di verifica positiva, la domanda e il dossier tecnico alla Commissione Europea per ottenere l approvazione definitiva del prodotto. Contattare l azienda e stipulare il contratto.

4 Documenti di riferimento: STANDARD 100 condizioni generali e particolari è applicabile ai prodotti tessili e in pelle in tutti gli stadi produttivi, compresi accessori (tessili e non tessili). non è applicabile a prodotti chimici, ausiliari e coloranti. Il marchio Oeko-Tex garantisce che: durante l utilizzo finale, il prodotto certificato non rilascia le sostanze nocive previste dallo schema di certificazione, al di sopra dei limiti stabiliti nell appendice 4 dello Standard 100. MA NON È UN MARCHIO DI QUALITÀ non considera eventuali sostanze nocive derivanti dal danneggiamento durante trasporto e immagazzinamento, da manipolazioni per promozioni di vendita (profumazioni ad esempio) o da esposizione in condizioni particolari. Classe I: prodotti per bambini Classe II: prodotti a diretto contatto con la pelle Classe III: prodotti non contatto con la pelle Classe IV: materiali decorativi

5 I requisiti Oeko-Tex ph Formaldeide Pesticidi Fenoli (clorurati e OPP) Metalli pesanti estraibili Pb e Cd totali Cromo VI Ammine aromatiche Coloranti allergizzanti Benzeni e Tolueni clorurati Composti organostannici Ftalati Solidità all acqua Solidità al sudore Solidità allo sfregamento a secco Solidità alla saliva Odore VOC Idrocarburi policiclici aromatici (PAH) Iter di certificazione Discussione del richiedente con l incaricato dell Istituto Richiesta formale del richiedente attraverso la compilazione della domanda Verifica dei documenti, definizione del piano di prova e del preventivo, richiesta dei campioni Accettazione del preventivo da parte dell Azienda, invio dei campioni al laboratorio Esecuzione delle prove, emissione del Rapporto di Prova, verifica che i risultati ottenuti rispettino i requisiti

6 Rispetto dei requisiti Dichiarazione di conformità Non rispetto dei requisiti Verifica del processo di lavorazione o dei prodotti impiegati Certificato Invio nuovi campioni Prove di laboratorio Blue Angel Mark Cos è il Blue Angel Mark? Il Blue Angel Mark, promosso dal governo tedesco come standard internazionale, viene conferito ai prodotti che rispondono a precisi criteri nel limitare l impatto ambientale: Produzione e riciclaggio Materiali pericolosi Confezione Uso Emissioni Riconsegna e smaltimento Dichiarazioni sul prodotto Questo riconoscimento viene documentato con un etichetta sul prodotto e un certificato.

7 Il Tessile Organico Certificato: Global Organic Textile Standard Documenti di riferimento Global Organic Textile Standard Version 2.0 Il GOTS è applicabile a tutti i prodotti organici e comprende i prodotti di fibre, filati, tessuti e vestiti, anche se non è limitato a questi. Obiettivo del GOTS Definire i requisiti per garantire al consumatore finale lo status organico (il termine biologico utilizzato spesso come sinonimo di organico dovrebbe essere evitato) dei prodotti tessili, lungo tutta la catena produttiva, dalla raccolta delle materie prime all immissione sul mercato. Classificazione Il GOTS prevede una suddivisione in due classi: organic o organic in conversion made with x % organic materials or made with x % organic - in conversion materials La differenza consiste nella percentuale minima di materiale 'organic'/ organic - in conversion presente nel prodotto finale.

8 I Marchi Ambientali volontari: strumenti per la valorizzazione dell eco eco-efficienza efficienza del prodotto tessile Le norme ISO per l'etichettatura ambientale TIPO I - ISO TIPO II - ISO TIPO III - ISO Etichettature ambientali Autodichiarazioni ambientali Dichiarazioni Ambientali di Prodotto SCOPO Selettivo Informativo Comparativo TIPO DI PRODOTTO Prodotti e servizi di consumo Prodotti e servizi di consumo Prodotti e servizi lungo la filiera VERIFICA INDIPENDENTE SI (COMITATO ECOLABEL) NO SI (ENTE CERTIFICATORE ACCREDITATO SWEDAC) STRUMENTO COMUNICATIVO Etichettatura Etichettatura Etichettatura + Dichiarazione TIPO DI REQUISITI Ambientale, qualità, sicurezza Ambientale Ambientale PROGRAMMI ESISTENTI Eco-label (Europa) Angelo azzurro (Germania) Compostabile Degradabile Reciclabile Riutilizzabile Ricaricabile EPDs program (Canada) JEMAI Type III program (Giappone) NHO Type III program (Norvegia) EPD System (Svezia) KELA Type III program (Corea del Sud) I Marchi Ambientali volontari: strumenti per la valorizzazione dell eco eco-efficienza efficienza del prodotto tessile La dichiarazione ambientale di prodotto è uno strumento di politica ambientale che ha lo scopo di comunicare al mercato le caratteristiche e le prestazioni ambientali di un prodotto. La dichiarazione ambientale permette ai produttori di dimostrare la loro attenzione alle problematiche ambientali analizzando e descrivendo il proprio prodotto dal punto di vista degli impatti ambientali, e permette ai consumatori di avere dettagliate informazioni riguardo alle caratteristiche ambientali del prodotto stesso. Nell ambito degli strumenti volontari di politica ambientale volti alla comunicazione delle prestazioni ambientali dei prodotti, la normativa internazionale ed europea utilizza il termine etichetta o marchio (label) e dichiarazione (declaration) e distingue fra certificazioni di parte terza relative a prestazioni ambientali, e dichiarazioni del produttore fornite sulla base di verifiche condotte in proprio o da parte terza. Le etichettature e certificazioni di parte terza comportano il riferimento a requisiti ambientali specificati e quindi la dichiarazione di livelli prestazionali del prodotto corrispondenti a dati requisiti. La dichiarazione del produttore invece fornisce una informazione su prestazioni ambientali senza entrare in merito alla rispondenza a requisiti. Secondo la classificazione e descrizione delle etichette e delle dichiarazioni ambientali della norma ISO 14020, si possono distinguere tre tipologie di etichettature/dichiarazioni ecologiche:

9 1º tipo (ISO 14024) 1º tipo (ISO 14024) etichette ecologiche volontarie sottoposte a certificazione esterna (o di parte terza). Sono basate su un sistema multicriteria che considera l intero ciclo di vita del prodotto. I criteri fissano dei valori soglia, da rispettare per ottenere il rilascio del marchio. L organismo Competente per l assegnazione del marchio può essere pubblico o privato. Esempi di etichettatura di 1º tipo sono: Ecolabel, Nordic White Swan (Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda) Blue Angel: tedesco creato nel Risulta essere fra i primi marchi ambientali creati. NF Environnement marchio francese creato nel 1992 dall Ente di Normazione Francese AFNOR. Umweltzeichen Baume marchio austriaco. AENOR Medio Ambiente è il marchio spagnolo. Canada Environmental Choice etichetta canadese. Eco Mark sistema di etichettatura giapponese. 2º tipo (ISO 14021) 3º tipo (ISO 14025) 2º tipo (ISO 14021) etichette e dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni ambientali dichiarate da parte di produttori, importatori o distributori di prodotti, senza che vi sia l intervento di un organismo indipendente di certificazione (tra le quali: Riciclabile, Compostabile, ecc.). La norma prevede comunque una serie di vincoli da rispettare sulle modalità di diffusione e i requisiti sui contenuti dell informazione. 3º tipo (IS ) dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni basate su parametri stabiliti che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto calcolati attraverso un sistema LCA (LCA Life Cycle Assessment - Valutazione del Ciclo di Vita). Sono sottoposte a un controllo indipendente e presentate in forma chiara e confrontabile. Tra di esse rientrano, ad esempio, le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto o EPD Environmental Product Declaration.

10 Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Nessuna Direttiva e Nessun Regolamento Europeo ha modificato le leggi nazionali preesitenti alla costituzione dell Unione Europea In Italia l applicazione dell etichettatura di manutenzione sui prodotti del settore tessile abbigliamento moda non è obbligatoria (non lo è mai stata). In ogni caso quando l etichetta viene applicata deve essere corretta e rispondente alle caratteristiche prestazionali del prodotto. In Unione Europea era ed è obbligatoria in: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Trattamenti di manutenzione domestici Lavaggio ad umido Definizione: processo di pulitura degli articoli tessili in bagno acquoso. Include tutte o alcune delle seguenti operazioni, eseguite a mano o in macchina: bagnatura, prelavaggio, lavaggio a diverse temperature con l ausilio dell azione meccanica ed in presenza di detergenti o altri prodotti, risciacquo eliminazione dell acqua effettuata durante il lavaggio e/o alla fine del processo Temperature di lavaggio 30, 40, 50, 60, 70 e 95 C, indicate all interno della vaschetta senza riportare il simbolo C.

11 Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Candeggio Definizione: processo eseguito in bagno acquoso prima,durante o dopo lavaggio che richiede l utilizzo di un agente ossidante in grado di rimuovere sporco e macchie persistenti migliorando nel contempo il grado di bianco. Gli agenti ossidanti utilizzabili sono: prodotti a base cloro es: ipoclorito di sodio ( candeggina ) prodotti che rilasciano ossigeno es: acqua ossigenata Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Asciugatura in tamburo Definizione: processo di asciugatura dopo lavaggio al fine di rimuovere l acqua in eccesso, eseguito con trattamento in aria calda in tamburo rotante. Tutti i possibili simboli per il processo di asciugatura in tamburo

12 Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Asciugatura naturale Si tratta di un simbolo aggiuntivo facoltativo che può accompagnarsi al simbolo dell asciugatura in tamburo. Definizione: asciugatura eseguita dopo lavaggio al fine di rimuovere l acqua in eccesso per sgocciolamento con o senza strizzatura oppure in piano, al riparo o meno dalla luce solare. Tutti i possibili simboli per il processo di asciugatura in tamburo: Esiste un quarto simbolo da utilizzare in combinazione con i primi tre, da posizionare al di sopra del simbolo di asciugatura naturale previsto: Asciugare il capo lontano dalla luce solare Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Stiratura e pressatura Definizione: processo atto a ristabilire forma ed aspetto del capo attraverso l applicazione appropriata di temperatura, pressione e vapore. Tutti i possibili simboli per il processo di stiratura: 110 C, porre attenzione al vapore che potrebbe causare danni 150 C 200 C la croce di S. Andrea posta sopra il simbolo esclude l utilizzo del processo

13 Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Lavaggio professionale a secco Definizione: processo di pulitura degli articoli tessili in qualsiasi solvente, ad esclusione dell acqua, normalmente usato per il lavaggio a secco professionale. Il processo include lavaggio, risciacquo e centrifuga: è seguito da appropriate fasi di asciugatura e da eventuali finissaggi di ripristino del capo. F = la lettera F posta all interno del simbolo base indica la possibilità di effettuare il processo di lavaggio utilizzando come solventi solo gli idrocarburi (heavy( benzines) P = la lettera P posta all interno del simbolo base indica la possibilità di effettuare il processo di lavaggio con percloroetilene o anche con i solventi previsti dal simbolo F Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Lavaggio professionale ad umido (Wet Cleaning) Si tratta di un simbolo aggiuntivo facoltativo. Definizione: processo di pulitura professionale degli articoli tessili in acqua, utilizzando nuove tecnologie (macchine in grado di ridurre al massimo l azione meccanica) e particolari additivi e detergenti in grado di minimizzare gli effetti di danneggiamento dei capi e delle fibre. Il trattamento di lavaggio è seguito da appropriate fasi di asciugatura e da eventuali finissaggi di ripristino del capo. Tutti i possibili simboli per il processo di lavaggio ad umido professionale:

14 Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Applicazione ed uso dei simboli I simboli fin qui descritti devono essere applicati, quando possibile, sibile, direttamente sull articolo o su un etichetta permanente: nel caso in cui sia impossibile, indicare le istruzioni solo sull imballaggio. Per quanto possibile l etichetta l deve essere applicata in modo permanente all articolo. articolo. L etichetta deve essere costituita di un materiale resistente ai lavaggi l e a tutti trattamenti di manutenzione indicati per il capo I simboli devono essere facilmente leggibili e visibili I 5 simboli obbligatori devono essere apposti secondo il seguente ordine: lavaggio ad umido, candeggio, asciugatura in tamburo, stiratura e lavaggio a secco professionale Il simbolo aggiuntivo di asciugatura naturale, quando apposto, deve d essere posizionato al di sotto del simbolo di asciugatura in tamburo, seguendo la sequenza indicata nel paragrafo afo precedentemente descritto. Il simbolo facoltativo di lavaggio professionale ad umido (Wet( Cleaning) ) non sostituisce il simbolo di lavaggio a secco, ma va aggiunto agli altri 5 simboli obbligatori, quando applicabile. a È possibile aggiungere ai simboli grafici informazioni scritte aggiuntive giuntive che chiariscano o limitino le istruzioni di manutenzione, ad esempio: - lavare separatamente - lavare prima dell uso - stirare al rovescio -non strizzare -ecc Etichettatura di Manutenzione: volontaria, strumento di grande utilità per il consumatore, ampiamente applicato Le difficili armonizzazioni livello internazionale (alcuni simboli a confronto) ISO 3758 : 2005 Care Instructions on Textile Products ASTM D a Care Instructions on Textile Products JIS L0217:1995 Care Labelling of Textiles

15 Made In : volontario, origine semplice, da usare in conformità alla legislazione vigente Il Made in Attualmente non esiste alcuna normativa a livello comunitario relativa all utilizzo del marchio di origine che disciplini come obbligatorio l utilizzo del Made in. Attualmente non esiste alcuna normativa a livello comunitario relativa all obbligo di riportare l indicazione dell origine su prodotti importati da paesi terzi. Marcatura CE: obbligatoria (in alcuni casi), sicurezza e protezione, DPI ad esempio La marcatura CE apposta sui prodotti destinati ai mercati dell unione europea è il mezzo con il quale il produttore dichiara la conformità di tali prodotti alle direttive comunitarie che ne stabiliscono i requisiti essenziali e specifici

16 Etichettatura di Composizione Unione Europea Direttiva 2008/121/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 gennaio 2009 relativa alle denominazioni del settore tessile (rifusione) - Testo e VII allegati (VI e VII non tecnici) Non richiede recepimento da parte dei paesi Membri Direttiva 2009/121/CE della Commissione del 14 settembre 2009 che modifica, per adeguarli al progresso tecnico, gli allegati I e V della direttiva 2008/121/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle denominazioni del settore tessile (inserimento nuova fibra: melammina posizione 48) Richiede recepimento da parte dei paesi Membri Decreto 2 agosto (GU n. 242 del )

17 Unione Europea Direttiva 2011/73/UE della Commissione del 29 luglio 2011 che modifica, per adeguarli al progresso tecnico, gli allegati I e V della direttiva 2008/121/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle denominazioni del settore tessile (inserimento nuova fibra: Bicomponente polipropilene/poliammide posizione 49) Articolo 2 Gli stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 30 luglio Articolo 3 La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell Unione europea. Risoluzione legislativa del Parlamento europeo dell'11 maggio 2011 P7_TA-PROV(2011)05-11 EDIZIONE PROVVISORIA PE Art. (8) - È opportuno stabilire norme concernenti l'etichettatura e il contrassegno di taluni prodotti tessili che contengono parti non tessili di origine animale. Il presente regolamento dovrebbe, in particolare, stabilire l'obbligo di indicare la presenza di parti non tessili di origine animale nell'etichettatura o contrassegno dei prodotti tessili che contengono tali parti, al fine di consentire ai consumatori di operare scelte informate. L'etichettatura o il contrassegno non dovrebbero essere fuorvianti. Unione Europea Gli allegati La direttiva 2008/121/CE è costituita da un testo generale e da cinque allegati. Allegato I Tabella delle fibre tessili:numero progressivo, denominazione, descrizione Allegato II - Nomi di cui all articolo 5, paragrafo 1 (lana vergine) Allegato III Prodotti che non possono essere assogettati all obbligo di etichettatura: attualmente sono riconosciuti 43 prodotti [es. feltri, articoli in materia tessile da viaggio, tessuti e guanti per ritirare i piatti dal forno] Allegato IV Prodotti per cui è obbligatoria soltanto una etichettatura o stampigliatura globale ( e non del singolo pezzo): attualmente sono riconosciuti 19 prodotti [es. strofinacci per pulizia, fazzoletti, bavaglini] Allegato V Tassi commerciali da impiegare per il calcolo della massa delle fibre contenute in un prodotto tessile [es. lane pettinate 18,25%; poliestere 1,50%]

18 Italia Decreto Legislativo 22 maggio 1999 n. 194, attuazione della Direttiva 96/74/CE relativa alle denominazioni del settore tessile Decreto 19 ottobre 1999, attuazione della direttiva 97/37/CE, recante adattamenti al progresso tecnico degli allegati I e II della direttiva 96/74/CE sulle denominazioni del settore tessile Decreto 1 dicembre 2004, recepimento della direttiva 2004/34/CE della Commissione, che adegua al progresso tecnico gli allegati I e II della direttiva 96/74/CE, sulle denominazioni del settore tessile (modifica con nuovo recepimento, Decreto 24 gennaio 2008) Decreto 21 marzo 2007, recepimento della direttiva 2006/3/CE della Commissione, che adegua al progresso tecnico gli allegati I e II della direttiva 96/74/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, sulle denominazioni del settore tessile. Decreto 24 gennaio 2008 attuazione delle direttive n. 2007/3/CE [n. 2007/4/CE e n. 2004/34/CE sui tessili]. Decreto2 agosto 2010 recepimento della direttiva 2009/121/CE della Commissione che modifica gli allegati I e V della direttiva 2008/121/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle denominazioni del settore tessile. La legge nazionale è costituita da un testo generale e da quattro allegati. Italia Abrogazioni Articoli da 1 a 13, nonché gli allegati A, B, C e D della legge 26 novembre 1973, n 883, come modificata dalla legge 4 ottobre 1986 n 669 Articoli 2, 3, 4, 6 comma 1, 11, 12, 13 e 14 del DPR 30 aprile 1976, n 515 (regolamento di attuazione della legge n 883)

19 Campo di Applicazione La legge: fissa i requisiti e le modalità applicabili ai prodotti tessili per essere immessi sul mercato interno prima di qualsiasi trasformazione oppure durante il ciclo industriale e durante le diverse operazioni inerenti la loro distribuzione. In tutta l Unione Europea i prodotti tessili offerti in vendita al consumatore finale devono riportare un etichetta che riporti la composizione fibrosa. Sono assimilati ai prodotti tessili (e soggetti alla direttiva): a) i prodotti contenenti almeno l'80% in peso di fibre tessili; b) i prodotti le cui parti tessili costituiscano almeno l'80% in peso, per la copertura di mobili, per ombrelli, ombrelloni e, alla stessa condizione, le parti tessili dei rivestimenti a più strati per pavimenti, dei materassi e degli articoli da campeggio, nonché le fodere coibenti di calzature e guanti; c) i prodotti tessili incorporati in altri prodotti di cui siano parte integrante, qualora ne venga specificata la composizione.

20 Esclusioni Le disposizioni della direttiva non si applicano ai prodotti tessili che sono: 1) in transito nel nostro paese sotto controllo doganale, ma destinati a mercati esteri 2) importati temporaneamente per effettuare lavorazioni 3) sono destinati alla vendita in paesi extra UE, per i quali devono essere rispettate le norme in uso nel paese di destinazione Chi è tenuto ad osservare la legge Tutti coloro che producono e commercializzano prodotti tessili dalle materie prime al prodotto finito: produttore, importatore, commerciante all ingrosso e al dettaglio, organizzazioni o singoli negozi che vendono al consumatore finale. Chi è esonerato dall osservare la legge Coloro che effettuano le lavorazioni di trasformazione per conto terzi, in quanto il passaggio da un soggetto all altro non contempla una commercializzazione, non verificandosi un passaggio di proprietà e quindi una vendita (solo un temporaneo passaggio di possesso).

21 Etichette e Tolleranze (prodotti puri) Un prodotto tessile può essere definito con il termine 100%, puro o tutto se composto interamente da una stessa fibra tessile. Esempio: cotone 100%, tutto cotone Lana kashmir 100%, Pelo Kashmir 100%, kashmir 100% alpaca, lama, cammello, kashmir, mohair, angora, vigogna, yack, guanaco, cashgora, castoro, lontra, preceduta o meno dalla denominazione «lana» o «pelo» (1) Sui prodotti dichiarati puri è ammessa una tolleranza del: - 2%, se giustificata da motivi tecnici e non risulta da aggiunta sistematica - 5% in caso di prodotti ottenuti con ciclo cardato Etichette e Tolleranze (lana vergine) Un prodotto tessile può essere qualificato lana vergine o lana di tosa quando è composto da fibra mai precedentemente incorporata in un prodotto finito, che non ha subito altre operazioni di filatura o feltratura che quelle richieste per la fabbricazione, né trattamento o impiego che abbia danneggiato la fibra stessa. Le denominazioni lana vergine o lana di tosa possono essere usate anche per lana contenuta in una mischia quando la quantità di lana non è inferiore al 25%, in caso di mischia intima la lana è mischiata solo con un altra fibra. In questo caso l indicazione della composizione percentuale completa è obbligatoria La Tolleranza giustificata da motivi tecnici inerenti alla fabbricazione è pari allo 0.3% anche per prodotti ottenuti con ciclo cardato

22 Etichette (altre composizioni) Il prodotto tessile composto di due o più fibre, di cui una rappresenti almeno l 85 % del peso totale, viene designato in uno dei seguenti modi: a) denominazione della fibra, seguita dalla relativa percentuale in peso; b) denominazione della fibra, seguita dell indicazione «minimo 85 %», oppure c) composizione percentuale completa del prodotto. Esempio - composizione reale - poliestere 90% - viscosa 10% poliestere 90% oppure poliestere minimo 85% oppure poliestere 90% viscosa 10% oppure viscosa 10% poliestere 90% oppure poliestere 90% altre fibre 10% Etichette (altre composizioni) Un prodotto tessile composto da una o più fibre nessuna delle quali raggiunga l 85% del peso totale deve recare l indicazione della denominazione e della percentuale in peso di almeno due delle fibre presenti in maggior percentuale, seguita dalle denominazioni delle altre fibre costituenti il prodotto, in ordine decrescente di peso, con o senza indicazione delle loro percentuali in peso. Esempio - composizione reale - cotone 30%, poliestere 50 %, acrilica 10%, elastan 10% poliestere 50% - cotone 30% - acrilica elastan oppure poliestere 50% - cotone 30% - acrilica 10% - elastan 10% oppure poliestere 50% - cotone 30 % altre fibre 20%

23 Etichette (altre composizioni) L insieme delle fibre, ciascuna delle quali costituisca meno del 10% del peso del prodotto, può essere indicato con l espressione altre fibre. Tuttavia qualora venga specificata la denominazione di una fibra che sostituisca meno del 10% della composizione si dovrà indicare la composizione percentuale completa. Esempio (altre composizioni) (prodotto costituito da cotone 85%, poliestere 6 %, acrilica 4 % e viscosa 5%) Etichette corrette possibili cotone 85 % cotone minimo 85% cotone 85% - altre fibre 15% cotone 85% - poliestere 6% - viscosa 5% - acrilica 4% Etichetta non corretta cotone 85% - poliestere 6% - altre fibre 9% Etichette (altre composizioni, misto lino) I prodotti costituiti da ordito in puro cotone e trama in puro lino, nei quali il lino non è inferiore al 40% del peso totale del tessuto sbozzimato, possono essere denominati misto lino indicando obbligatoriamente ordito puro cotone e trama puro lino. Etichetta corretta Etichetta non corretta Misto lino Ordito puro Cotone Trama puro lino Misto lino

24 Tolleranze (altre composizioni) E ammessa una quantità di fibre estranee fino al 2 % del peso totale del prodotto tessile, se è giustificata da motivi tecnici e non risulta da un'aggiunta sistematica; questa tolleranza è portata al 5 % per i prodotti ottenuti con il ciclo cardato e lascia impregiudicata la tolleranza dello 0,3 % per i prodotti etichettati lana vergine. E ammessa una tolleranza di fabbricazione del 3%, riferita al peso totale delle fibre indicate in etichetta, tra le percentuali in fibre indicate e quelle risultanti dall'analisi ; essa riguarda anche le fibre che sono enumerate in ordine decrescente di peso, senza indicazione della loro percentuale. Oltre le tolleranze. possono non essere menzionate in etichetta: Le fibre isolabili e visibili, destinate a produrre un effetto decorativo, che non superino il 7% del peso totale del prodotto finito [frange e pizzi per esempio]. Le fibre incorporate nel tessile con lo scopo di dare un effetto particolare (per esempio effetto antistatico con fibre metalliche) che non superino il 2% del peso totale del prodotto finito.

25 Oltre le tolleranze.. Se il prodotto è composto da parti di differente composizione fibrosa, deve riportare un etichetta indicante la composizione di ciascuna delle parti che lo costituiscono. Tale etichetta non è obbligatoria per le parti che rappresentano meno del 30% del peso totale del prodotto, ad eccezione delle fodere principali (rivestimento interno di maggior estensione dei prodotti tessili non avente funzione di rinforzo o sostegno o di tasca). Esempio: Impermeabile realizzato con tessuto in 100% Poliestere spalmato con un film di PVC (resina polivinilcloruro) che costituisce il 30% in peso rispetto al totale del capo. Etichetta corretta Etichetta non corretta Etichetta non corretta POLIESTERE 100% POLIESTERE 70% POLIVINILCLORURO 30% POLIESTERE 70% PVC 30% esempi generali: capi finiti compositi Abito femminile costituito da due parti: Maglia di composizione 90% cotone e 10% seta Pizzo di composizione 90% poliestere e 10% elastan che costituisce il 40% del peso totale del Capo (quindi non escludibile dall etichetta) Maglia femminile costituita da due parti: Maglia di composizione 70% kashmir e 30% lana Fodera di composizione 100% cupro che costituisce il 30% del peso totale del Capo (quindi non escludibile dall etichetta) Etichetta corretta Etichetta corretta TESSUTO COTONE 90% SETA 10% PIZZO POLIESTERE 90% ELASTAN10% TESSUTO LANA KASHMIR 70% LANA 10% FODERA CUPRO 100%

26 esempi generali: capi finiti compositi Gonna costituita da: Tessuto esterno di composizione 100% Lana Fodera di composizione 100% Acetato che costituisce il 20% del peso totale del capo (ma non non escludibile dall etichetta in quanto fodera principale) Etichetta corretta TESSUTO ESTERNO LANA 100% FODERA ACETATO 100% esempi generali: reggiseni, guaine, modellatori La composizione in fibre di questi articoli è data indicando la composizione dell intero prodotto oppure, globalmente o separatamente, quella delle seguenti parti: reggiseni: tessuto esterno e interno delle coppe e parte posteriore guaine: parti davanti, dietro e laterali modellatori: tessuto esterno e interno delle coppe e parti davanti, dietro e laterali Rinforzi, imbottiture e tutte le altre parti che costituiscono meno del 10% in peso (spallino, centralino, fusto) rispetto al totale del prodotto possono non essere etichettate Etichette possibili corrette Etichette possibili corrette POLIAMMIDE 70% COTONE 20% ELASTAN 10% Etichettatura globale POLIAMMIDE 85% ELASTAN 10% Etichettatura globale COPPA TESSUTO ESTERNO POLIAMMIDE 85% ELASTAN 15% A (vedi fig. 1) PARTE DAVANTI E PARTE DIETRO POLIAMMIDE 95% ELASTAN 5% C (vedi fig. 2) COPPA TESSUTO INTERNO COTONE 100% Tessuto a contatto con la pelle PARTE DAVANTI E PARTE DIETRO POLIAMMIDE 95% ELASTAN 5% D (vedi fig. 2) PARTE POSTERIORE POLIAMMIDE 85% ELASTAN 15% B (vedi fig. 1)

27 ESEMPI GENERALI Come ci si comporta con i collant? In genere i collant sono etichettati considerando le fibre presenti nella gamba e nel corpino escludendo il cinturino e il tassello. Come si etichettano le calze in genere? Le calze sono etichettate tenendo presente le fibre che costituiscono il gambale e il piede; escludendo i fili elastici del polsino, balze in silicone, fili di rinforzo della punta-tallone e le stampe antiscivolo, mentre è possibile escludere i disegni a scopo decorativo se non superano il 7% in peso e le fibre metalliche che non superino il 2%.

28 Etichetta corretta Etichetta non corretta Etichetta corretta Etichetta non corretta COTONE 100% PETTINATO COTONE PETTINATO 100% COTONE 100% MAKO COTONE MAKO 100% Etichetta corretta Etichetta non corretta Etichetta corretta Etichetta non corretta COTONE 80% POLIAMMIDE 15% ELASTAN 5% LYCRA COTONE 80% POLIAMMIDE 15% LYCRA 5% COTONE 65% POLIAMMIDE 35% TACTEL COTONE 65% POLIAMMIDE TACTEL 35% I documenti commerciali I prodotti tessili devono essere etichettati all atto della commercializzazione in ogni fase del processo produttivo; l etichetta può essere sostituita da documenti commerciali d accompagnamento, quando i prodotti non sono destinati al consumatore finale o sono consegnati in esecuzione di un ordinazione dello Stato o di altra persona giuridica di diritto pubblico.

29 I documenti commerciali Sui documenti commerciali è obbligatorio l impiego della denominazione completa delle fibre; è ammesso l utilizzo di codici meccanografici (non esistono codifiche obbligatorie) se nello stesso documento ne è riportato anche il significato. L interpretazione corretta I dati relativi alla composizione vanno indicati chiaramente nei documenti commerciali (fatture e documenti di trasporto, da conservare per due anni (?)) Come deve essere l etichetta D.L.vo 194 art. 8 punto 3: le denominazioni, i qualificativi ed i dati relativi alla composizione in fibre tessili previsti dagli articoli 3, 4, 5 e 6 e all'allegato I, devono essere indicati con gli stessi caratteri tipografici facilmente leggibili e chiaramente visibili. Non possono essere usate sigle o codifiche in genere D.L.vo 194 art. 8 punto 5: all'atto dell'offerta e della vendita al consumatore finale, le etichette devono essere redatte anche in italiano ). D.P.R. n /4/1976, art.5, commi 1e 2: l etichetta può essere realizzata in cartone tessuto o altro materiale e deve essere applicata al prodotto tessile mediante: cucitura, graffatura, adesivi, allacciatura con cordoncino fissato da apposito sigillo o cappio, inserimento dell etichetta stessa nell involucro che lo contiene o in altri modi idonei. Il contrassegno è applicato direttamente al prodotto tessile o sull involucro contenente il prodotto tessile, mediante stampa, stampigliatura, ovvero tessitura in cimosa o altrove.

30 Come deve essere l etichetta Legge 883 del 26 novembre 1973 Articolo 9 (abrogato) e quindi non è obbligatorio riportare l indicazione a norma della legge (numero e data) D.L.vo 194 art. 8 punto 3 Le indicazioni e le informazioni non previste dal presente decreto devono essere nettamente separate. Tale disposizione non si applica ai marchi di fabbrica o ragioni sociali che possono accompagnare immediatamente le indicazioni previste dal presente decreto (ad eccezione del caso in cui il marchio di fabbrica o la ragione sociale comporti a titolo principale, di aggettivo o di radice comporti l impiego di una denominazione prevista dall Allegato I). LE REGOLE DI ETICHETTATURA Composizione I metodi di prova D.P.R articolo 26 Per l'accertamento della composizione fibrosa, la tolleranza globale è ottenuta calcolando la radice quadrata della somma del quadrato del valore della tolleranza di fabbricazione e del quadrato del valore della precisione del metodo di analisi. Il procedimento di cui al comma precedente deve essere utilizzato per calcolare le massime differenze previste dall'allegato I al presente regolamento.

31 Composizione I metodi di prova AATCC Test Method Fiber Analysis: Qualitative ASTM D a Standard Test Method for Identification of Fibers in Textiles [A livello ISO sta avviandosi un gruppo di lavoro per l emissione di una norma] Composizione I metodi di prova - Mischie binarie - Direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1996 relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessile. Decreto del 31 gennaio 1974 relativo a metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessili. [modificato successivamente dai decreti del 7 maggio 1981 e del 4 marzo 1991 che hanno aggiornato alcuni metodi di prova e ne hanno aggiunti altri. Tale legislazione prevede, in totale, 16 metodi di analisi] Direttiva 2006/2/CE della Commissione del 6 gennaio 2006 che modifica, ai fini dell adattamento al progresso tecnico, l'allegato II della direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessile. Decreto del 25 settembre 2007 (modifica decreto del 31 gennaio 1974) recepisce la direttiva 2006/2/CE della Commissione, che modifica, ai fini dell'adattamento al progresso tecnico, l'allegato II della direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessili.

32 Composizione I metodi di prova - Mischie binarie - Direttiva 2007/4/CE DELLA COMMISSIONE del 2 febbraio 2007 che modifica, ai fini dell adattamento al progresso tecnico, l'allegato II della direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessili. Decreto 24 gennaio 2008 attuazione delle direttive 2007/4/CE [2007/3/CE e 2004/34/CE sui tessili]. Direttiva 2009/122/CE DELLA COMMISSIONE del 14 settembre 2009 che modifica, ai fini dell adattamento al progresso tecnico, l'allegato II della direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessili. Direttiva 2011/74/UE DELLA COMMISSIONE del 29 luglio 2011 che modifica, ai fini dell adattamento al progresso tecnico, l'allegato II della direttiva 96/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni metodi di analisi quantitativa di mischie binarie di fibre tessili. Articolo 2 Gli stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 30 luglio Articolo 3 La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell Unione europea. Composizione I metodi di prova - Mischie ternarie - Direttiva 73/44/CE del Consiglio europeo del 26 febbraio 1973 relativa al riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri concernenti l analisi quantitativa di mischie ternarie di fibre tessili. Decreto del 12 agosto 1974 relativo a metodi di analisi quantitativa di mischie ternarie di fibre tessili. ASTM D-629:1999 Standard Test Method for Quantitative Analysis of Textiles AATCC Test Method 20A Fiber Analysis: Quantitative ISO 1833 (suddivisa in parti in fase di sviluppo) Textiles - Quantitative chemical analysis (21 parti)

33 Grazie per l attenzione Giampiero Colombo Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento Spa Piazza Sant Anna, Busto Arsizio (VA) Tel Diretto Fax p.e. giampiero.colombo@centrocot.it sito Cell giampiero.colombo1@libero.it

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