Nota di approfondimento a cura della UIL - Servizio politiche attive e passive del lavoro
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- Taddeo Venturi
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1 SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE DISPOSIZIONI INTEGRATIVE E CORRETTIVE DEI DECRETI LEGISLATIVI 15 GIUGNO 2015, N. 81 E 14 SETTEMBRE 2015, NN. 148, 149, 150 E 151, AI SENSI DELL ARTICOLO 1, COMMA 13, DELLA LEGGE 10 DICEMBRE 2014, N Nota di approfondimento a cura della UIL - Servizio politiche attive e passive del lavoro Nella seduta del Consiglio dei Ministri di venerdì 23 settembre, è stato approvato in via definitiva il decreto correttivo del Job Act che introduce disposizioni integrative e correttive a cinque dei Decreti Legislativi emanati nel 2015 in attuazione della Legge delega 183/2014. La possibilità di apportare correttivi ai D.lgs., entro i 12 mesi successivi dalla loro entrata in vigore, era stata prevista proprio all interno della Legge 183/2014 e prevedeva un attento monitoraggio di ogni singolo provvedimento. Il Governo ha invece scelto di intervenire semplificando il proprio intervento e racchiudendolo, sostanzialmente, in un unico decreto correttivo, riducendo il confronto sulla materia a pochi sporadici incontri fatta eccezione per l intervento relativo alla Cigs nelle aree di Crisi complessa che ha visto la partecipazione dello stesso Ministro Poletti. Nel dettaglio i D.lgs. interessati dal decreto correttivo sono il n 81, il 148, il 149, il 150 ed il 151, rimangono fuori dalle modifiche i D.lgs. n 22, 23 ed 80. Fermo restando che non è ancora disponibile il testo ufficiale, questa breve nota è volta ad approfondire le misure inerenti gli ammortizzatori sociali e le modifiche introdotte ai D.lgs. 81 e 148/2015. Dlgs. 81 (voucher) Lo schema di decreto legislativo correttivo del Jobs Act investe anche il tema del lavoro occasionale accessorio su cui il decreto legislativo 81/2015 era intervenuto innalzando a 7000 euro il tetto del compenso percepibile annualmente dal singolo lavoratore indipendentemente dal numero dei committenti. La novità apportata dallo schema di decreto legislativo, contenuta nell art.1, c.1, lett. b), introduce un sistema di tracciabilità della prestazione resa attraverso i voucher. L obbligo di comunicazione all Ispettorato del lavoro almeno 60 minuti prima dell inizio della prestazione e la sanzione amministrativa dai 400 a euro in caso di omessa comunicazione, non riteniamo essere misure correttive sufficienti ad arginare l uso improprio, seppur legittimo normativamente, dei buoni lavoro. Si tratta delle stesse misure previste per il lavoro a chiamata, dove sembra che il combinato disposto dell obbligo di preventiva comunicazione e, soprattutto, la sanzione amministrativa, abbiano avuto un effetto deterrente ad un uso distorto di tale tipologia contrattuale. Ma la differenza tra lavoro a chiamata e lavoro occasionale è sostanziale. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio contratto di lavoro di natura subordinata che prevede un obbligo di comunicazione al Centro per l Impiego ai fini dell esistenza stessa del contratto; nel secondo caso non siamo in presenza di un contratto di lavoro tanto da essere escluso dal sistema delle comunicazioni obbligatorie. Se pertanto per il lavoro intermittente è plausibile una sanzione amministrativa da 400 a 2400 euro in caso di violazione della ulteriore comunicazione preventiva da effettuarsi prima di ogni chiamata in servizio del lavoratore, nel caso del lavoro accessorio non la riteniamo congrua poiché l omessa comunicazione tramite sms o mail all Ispettorato (modalità oltretutto semplice e veloce), prefigura la fattispecie di lavoro nero in virtu del quale si sarebbe dovuta prevedere la maxisanzione.
2 A tale riflessione occorre aggiungerne un altra che riguarda la troppo bassa percentuale di aziende ispezionate ogni anno e che mal si concilia con l introduzione di una tracciabilità che avrebbe effetti positivi solo se fosse vigilata. Nel 2015 le ispezioni condotte dal solo Ministero del Lavoro hanno interessato solo il 9,7% delle aziende private con dipendenti. Considerando che il numero di voucher è in crescita anno dopo anno con un boom di 115 milioni di buoni lavoro venduti nel 2015 e con un trend che sembra prefigurare una ulteriore crescita anche nel 2016, si rende necessario aumentare il numero degli accessi ispettivi e monitorare soprattutto la corretta applicazione del lavoro accessorio. Su tale tema stiamo terminando una elaborazione UIL relativa alla analisi, tramite dati ufficiali, del tasso di "irregolarità" delle aziende in tema di lavoro e previdenza. INCIDENZA DELLE AZIENDE ISPEZIONATE DAL MINISTERO DEL LAVORO RISPETTO ALLE AZIENDE* PRESENTI SUL TERRITORIO (ANNO 2015) MACRO AREE E REGIONI AZIENDE PRIVATE CON DIPENDENTI AZIENDE ISPEZIONATE INCIDENZA AZIENDE ISPEZIONATE EMILIA ROMAGNA ,7 FRIULI V.G ,3 LIGURIA ,0 LOMBARDIA ,0 PIEMONTE ,2 VALLE D AOSTA ,9 VENETO ,3 NORD ,8 LAZIO ,9 MARCHE ,7 TOSCANA ,8 UMBRIA ,3 CENTRO ,2 ABRUZZO ,0 BASILICATA ,3 CALABRIA ,2 CAMPANIA ,0 MOLISE ,9 PUGLIA ,5 SARDEGNA ,6 MEZZOGIORNO ,8 ITALIA ** ,7 Elaborazione UIL su fonte Inps *Si tratta di aziende private con dipendenti. Fonte Inps (anno 2014) **Nella tabella il totale delle aziende private con dipendenti è di poiché non sono comprese le aziende presenti in Sicilia e Trentino Alto Adige (con le quali si arriva ad un totale di oltre 1,6 milioni di aziende private). La nostra sollecitazione di restringere il campo di applicazione ad attività d impiego effettivamente occasionali ed accessorie non è stato preso in considerazione dal Governo, ora però ci attendiamo che
3 questo istituto venga opportunamente monitorato e vigilato perché c è il reale rischio di creare una forza lavoro molto debole sia sul versante dei diritti che delle tutele (tra cui la preclusione di tali lavoratori a strumenti di protezione sociale). Decreto 148 (ammortizzatori sociali ) La prima modifica è di carattere procedurale e riguarda i tempi di presentazione delle domande di Cigo che, all art. 15, sono fissate in 15 giorni dalla data di inizio della sospensione dal lavoro. L integrazione oggi introdotta permette un allungamento dei tempi di presentazione della domanda per la Cigo causata da eventi oggettivamente non evitabili, portando il termine massimo di presentazione alla fine del mese successivo a quello in cui si è verificato l evento. Il decreto correttivo interviene ancora in termini di modifiche procedurali modificando parzialmente l art. 25, in materia di Cigs che prevedeva l inizio della cassa integrazione a partire dal 30 giorno successivo dalla data di presentazione della domanda. Con la modifica apportata l inizio della integrazione salariale andrà collocato non più dopo trenta giorni ma entro trenta giorni dalla data di presentazione della domanda. Entrambe le modifiche accolgono parzialmente le richieste fatte dalla nostra organizzazione in sede di audizioni, dove avevamo stigmatizzato la drastica riduzione dei tempi di presentazione della domanda per Cigo e la inspiegabile attesa di un mese prima dell inizio della Cigs. Inoltre queste sono le uniche modifiche strutturali introdotte nella complessa architetture della riforma del sistema di tutele al reddito in costanza di rapporto di lavoro e, se si eccettua quella relativa ai contratti di solidarietà espansiva, tutte le altre hanno carattere transitorio e squisitamente contingente. All art. 41, con l introduzione del comma 3 bis, si dà l opportunità, alle imprese che abbiano in corso contratti di solidarietà c.d. difensivi, di trasformarli in contratti di solidarietà espansivi con l obiettivo di favorire l incremento degli organici. La misura appare del tutto singolare e piuttosto costosa per l impresa la quale, a fronte della trasformazione del contratto di solidarietà, dovrà farsi carico del 50% della integrazione salariale (non imponibile ai fini previdenziali) spettante ai lavoratori per la riduzione dell orario, mentre l ulteriore 50% dell integrazione e la contribuzione rimangono a carico della gestione assicurativa. La trasformazione del contratto di solidarietà metterà l impresa nelle condizioni di avere i contributi previsti per i nuovi assunti ed i relativi sgravi contributivi nella misura di quelli previsti per gli apprendisti. Alle agevolazioni previste si aggiungono, grazie alle modifiche apportate al decreto, la riduzione del 50% della contribuzione addizionale dovuta e la maturazione dei ratei di TFR a carico dell Inps. Con le modifiche all art. 42 iniziano le modifiche relative alle disposizioni transitorie e quindi in deroga al D.lgs. 148/2015 ed all interno di limiti temporali e finanziari predefiniti. La prima di queste misure, riprendendo quanto già previsto al comma 3 dell art. 42 si riferisce a imprese di rilevante interesse strategico per l economia nazionale, che abbiano sottoscritto (alla data del 31 luglio 2015) accordi a livello governativo e che prevedano ne4l piano industriale il ricorso ai contratti di solidarietà. Per queste, riteniamo già note imprese, è prevista la concessione degli sgravi contributivi previsti dal D.lg. 510/96 (max 30%) per un periodo massimo di 24 mesi.
4 All art. 43 invece troviamo la modifica che, mutuando quella già prevista dallo stesso D.lgs. 148/2015, consentirà ai lavoratori stagionali dei settori produttivi del turismo e degli stabilimenti termali di incrementare di un mese la durata della Naspi fermo restando che tale incremento non potrà superare il limite dei quattro mesi. Di una certa rilevanza, almeno per quanto riguarda l anno corrente, è la misura integrativa dell art.44 in materia di trattamenti di integrazione salariale e mobilità in deroga. Si permette infatti alle Regioni, rispetto alla quota di risorse ad esse ripartite, di poterne utilizzare il 50% (rispetto al precedente 5%) in deroga ai criteri definiti dal D.M /2014 e quindi in maniera più flessibile ed aderente alle specifiche esigenze del territorio. Va sottolineato che non sono possibili deroghe alle durate che, come ricorderete, sono state ridefinite dalla Legge di stabilità del 2016, in tre mesi massimi per la Cig in deroga e quattro mesi per la mobilità, ai quali si possono aggiungere due mesi per le aree di cui al DPR n 218/78. Le risorse potranno quindi essere impegnate per datori di lavoro esclusi o per derogare alla anzianità lavorativa prevista, ma in particolare potranno essere utilizzate per dare continuità di reddito a chi ha terminato periodi di disoccupazione. Tale possibilità diventa sicuramente rilevante alla luce dei provvedimenti per le aree di crisi complessa che, rispetto a quanto preannunciato non prevedono interventi in favore di chi ha perso il lavoro in quelle aree. D altro canto è lo stesso decreto correttivo ad indicare che tali risorse vadano destinate preferibilmente alle aree di crisi industriale complessa. Infine il decreto, all ultimo capoverso del comma 6 bis, indica chiaramente che, fatte salve le risorse già decretate, possano essere utilizzati anche i residui relativi ai precedenti riparti per gli ammortizzatori in deroga relativi agli anni precedenti, 2014 e Infine, sempre all art. 44, si introduce la misura dedicata alla prosecuzione della Cigs per le imprese operanti all interno delle aree di crisi industriale complessa, riconosciute tali alla data di entrata in vigore del decreto stesso. L intervento è finanziato solo per l anno in corso e per un massimo di spesa di 216 milioni di euro e consentirà una proroga dell intervento straordinario di integrazione salariale fino ad un massimo di ulteriori 12 mesi. Anche in questo caso è necessario un accordo in sede governativa alla presenza del Ministero del Lavoro e di quello dello Sviluppo Economico, l intesa dovrà prevedere la impossibilità di accedere in via ordinaria agli ammortizzatori ed essere corredata di un piano di recupero occupazionale, concordato con la regione, e finalizzato alla rioccupazione dei lavoratori interessati dal provvedimento.
5 Per il riparto delle risorse e la individuazione delle priorità si utilizzerà un metodo simile a quello sino ad oggi utilizzato per gli ammortizzatori in deroga: saranno le regioni, nelle quali ricadono le aree di crisi complessa, a quantificare il fabbisogno e a formalizzare la richiesta al Ministero del Lavoro. Successivamente con un Decreto Interministeriale (lavoro/economia) le risorse saranno proporzionalmente ripartite. Conclusioni Non possiamo non ribadire che si è persa una occasione per correggere alcune delle molte rigidità che sono state introdotte con il D.lgs. 148/2015 ed in particolare, se si eccettua l intervento temporalmente limitato, per le aree di crisi industriale complessa non si è voluto affrontare il tema degli ammortizzatori in relazione alla forte riduzione delle durate e degli elevati costi di gestione. Per quanto ci riguarda, gli ammortizzatori sociali e più in generale gli strumenti di tutela al reddito rimangono ancora una priorità e dovranno essere necessariamente riaffrontati a partire dalla prossima legge di bilancio così come abbiamo chiesto con forza al Governo nei giorni scorsi. Roma 29 settembre 2016
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