Comune di Rosignano Marittimo (Provincia di Livorno)
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- Elena Lombardi
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1 Comune di Rosignano Marittimo (Provincia di Livorno) Decreto Ministero LL.PP., 9 Maggio 2001 n 151, Decreto 16 Maggio 2001 n 293 Relazione allegata alle carte esplicative richieste dal Decreto Ministero LL.PP. 9 Maggio 2001 n 151 e Decreto 16 Maggio 2001 n 293 UFFICIO PIANO APRILE 2002
2 Relazione allegata alle carte esplicative richieste dal Decreto Ministero LL.PP. 9 Maggio 2001, n 151, e Decreto 16 Maggio 2001, n 293. Il Decreto Ministero LL.PP. 9 Maggio 2001, n 151 è un decreto attuativo del D. Lgs. 334/99 (controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose). Tale decreto è formulato con l intento di stabilire i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante in base alla destinazione e all utilizzazione dei suoli. Inoltre il Decreto intende adeguare la legislazione italiana alle esplicite richieste della Comunità europea, che introduce l obbligo per le autorità locali di verificare e ricercare la compatibilità tra l urbanizzazione e la presenza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. È necessario quindi arrivare alla predisposizione di opportune prescrizioni normative e cartografiche che riguardano le aree sottoposte a specifiche regolamentazioni, che non determinano un vincolo di inedificabilità dei suoli ma solo distanze di sicurezza. (Sono comunque a tutti gli effetti un vincolo, come ad esempio le distanze cimiteriali, ferroviarie, ecc..) Lo strumento di verifica di tali ricerche è un elaborato tecnico, denominato Rischio di incidenti rilevanti (RIR), che dovrà essere redatto secondo le indicazioni dell allegato al Decreto ministeriale e che dovrà essere collegato al P.T.C. provinciale. Mentre da una parte viene affidato al gestore dello stabilimento la determinazione delle aree di danno delle classi di probabilità degli eventi (cioè che l evento si verifichi) per ognuno delle ipotesi accidentali significative individuate, spetta ai comuni l adeguamento degli strumenti urbanistici attraverso la redazione e la successiva approvazione di varianti urbanistiche al PRG vigenti. COMPETENZE E SOGGETTI INTERESSATI: Il Decreto ribadisce il ruolo delle Regioni, competenti nella materia urbanistica ai sensi dell art. 117 della costituzione e demanda loro il coordinamento delle norme in materia di pianificazione urbanistico territoriale e di tutela ambientale prevedendo anche forme di concertazione tra gli enti territoriali competenti. In assenza però di una disciplina regionale si applicano i principi, i criteri e i requisiti stabiliti dal decreto. Alle Province invece, alla luce del D. Lgs. 112/98 e successivo D. Lgs. 267/00 spettano le funzioni di pianificazione di vasta area al fine di indicare gli indirizzi generali di assetto del
3 territorio, ed insieme ai comuni interessati devono individuare le aree sulle quali ricadano gli effetti prodotti dagli stabilimenti compresi negli elenchi del D. Lgs. 334/99. Proprio nel PTCP troviamo rappresentate le relazioni tra gli stabilimenti e gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, con le reti e nodi infrastrutturali, tecnologici ed energetici ecc. Spettano infine alle Amministrazioni Comunali la disciplina, l individuazione sul territorio comunale delle aree da sottoporre a specifica regolamentazione. Il Comune dovrà fornire un parere di conformità motivato in ognuna delle tre ipotesi individuate dal D. Lgs. 334/99: Insediamento di nuovi stabilimenti; Modifiche comportanti aggravio di rischio a stabilimenti esistenti; Creazione di nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quando l ubicazione possa aggravare il rischio o le conseguenze di incidente rilevante. Per farlo, un valido supporto sarà fornito dall Elaborato tecnico Rischio di incidenti rilevanti (RIR) relativo al controllo dell urbanizzazione da inserire tra gli strumenti urbanistici, redatto secondo gli schemi del Decreto. ELABORATO TECNICO (RIR): L elaborato tecnico (che costituisce parte integrante dello Strumento Urbanistico) dovrà contenere di norma: Le informazioni fornite dal Gestore (ricavate dal rapporto di sicurezza per gli stabilimenti in art. 8 D. Lgs. 334/99 o fornite specificatamente per quelli di cui all art. 6); Individuazione e la rappresentazione su base cartografica tecnica e catastale aggiornate, dall inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e, per i casi previsti, per ciascuna classe di probabilità; Individuazione e la disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili; Gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello dell autorità di cui all art. 21 comma 1 del D. Lgs. 334/99 (Comitato Tecnico Regione o Provincia autonoma competente).
4 Le eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio tra gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche nonché, ove necessario, gli elementi connessione con gli strumenti di pianificazione dell emergenza (Piano di Emergenza Esterno della Prefettura) e di protezione civile (comunali/provinciali). Possiamo dividere l analisi da compiere in tre fasi: 1. Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili. 2. determinazione delle aree di danno. 3. Valutazione della compatibilità territoriale e ambientale. 1. INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI VULNERABILI: Sono elementi del territorio che per la presenza di popolazione e infrastrutture o in termini di tutela ambientale, sono individuati come specificatamente vulnerabili in condizione di rischio rilevante. 1.1 Elementi territoriali vulnerabili (Tav. TA 9 e TA12 ) La rappresentazione degli elementi territoriali vulnerabili è richiesta sia su base cartografica catastale che su carta tecnica regionale, e rappresenta una categorizzazione delle aree circostanti lo stabilimento in base a vari parametri tra cui l indice di edificazione e le voci individuate dalla Tabella 1. TABELLA 1 Categorie territoriali (Decreto Ministero LL.PP. 9 Maggio2001, n 151) Categoria A : 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia superiore a 4.5 mc/mq. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti) 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. ( oltre 500 persone presenti )
5 Categoria B : 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4.5 e 1.5 mc/mq ) 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o persone presenti ) 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. ( fino a 500 persone presenti ) 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti ) 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. ( oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, oltre 1000 al chiuso) 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno ). Categoria C: 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indici fondiario di edificazione sia compreso tra 1.5 e 1 mc/mq. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc.( fino a 500 persone presenti ) 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizioni a rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. ( fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto ( movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno ). Categoria D: 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0.5 mc/mq. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad
6 esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. Categoria E: 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0.5 mc/mq. 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli e zootecnici. Categoria F: 1. Area entro i confini dello stabilimento 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone. Leggendo le categorie illustrate nella tabella 1 del Decreto, si può notare come esse siano state individuate tenendo conto dei possibili scenari incidentali, ad esempio la difficoltà ad evacuare soggetti deboli quali bambini e anziani, la maggiore difficoltà ad evacuare le persone residenti in edifici alti rispetto alle persone residenti in edifici bassi, la minore vulnerabilità delle attività svolte al chiuso rispetto a quelle all'aperto. Nel nostro caso in particolare, abbiamo proceduto all individuazione delle aree da categorizzare utilizzando inizialmente le zonizzazioni del P.R.G. vigente. Questo perché in linea di massima ogni categoria raggruppa al suo interno le varie zone di P.R.G. che soddisfano i requisiti richiesti. Ad esempio la categoria A3 (Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto, ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc oltre 500 persone presenti) raggruppa le zone destinate alla balneazione, i campeggi, i parchi attrezzati, i parcheggi; la categoria C3 (Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio, ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. - fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale), i parcheggi, i parchi urbani attrezzati, le attrezzature culturali, le pinete esistenti e quelle di progetto, le attrezzature per lo sport, le attrezzature per i servizi religiosi, ecc. Non tutte le pinete di progetto però appartengono alla categoria C3, alcune sorgono in luoghi particolarmente affollati (oltre 500 persone) e appartengono alla categoria A3, altre sorgono in zone un po meno affollate (fino a 500 persone) e appartengono alla categoria C3, infine altre sorgono in zone comprese dentro i confini dello stabilimento e quindi appartengono alla categoria F1.
7 Si rende quindi necessario, compiere un ulteriore sforzo di lettura del territorio. 1.2 Elementi ambientali vulnerabili (Tav. TA10 e TA13 ) Anche la rappresentazione degli Elementi ambientali Vulnerabili è richiesta sia su base catastale che su cartografia tecnica e rappresenta gli elementi potenzialmente interessati dal rilascio incidentale di sostanze pericolose per l ambiente. Tali elementi sono suddivisi nelle seguenti matrici ambientali: - beni paesaggistici e ambientali (D. Lgs.490/99 art. 139 e 146); - aree naturali protette (Parco provinciale L.R. 49/95, Riserva Biogenetica DM. 13/08/77); - risorse idriche superficiali; - risorse idriche profonde (pozzi, fonte Genio Civile); - uso del suolo. Entrambi questi dati, cioè gli elementi ambientali e territoriali vulnerabili, devono essere forniti al gestore dello stabilimento il quale ha il compito di individuare successivamente le aree di danno (che coincideranno poi con le aree da sottoporre a specifica regolamentazione). 2. DETERMINAZIONE DELLE AREE DI DANNO. Il danno a persone o strutture è correlabile all effetto fisico di un evento incidentabile mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi. Ai fini del controllo dell urbanizzazione è da ritenere sufficientemente accurata una trattazione semplificata basata sul superamento di un valore di soglia, al di sotto del quale si ritiene convenzionalmente che il danno non accada, al di sopra del quale viceversa si ritiene possa accadere. In particolare per la valutazione in oggetto la possibilità di danni a persone o/a strutture è definita sulla base del superamento dei valori di soglia espressi nella Tab. 2 (pag. 20 del Decreto).
8 Valori di soglia Scenario incidentale Incendio (radazione termica stazionaria) BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) Flash-fire (radiazione termica istantanea) VCE (sovrapressione di picco) Rilascio tossico (dose assorbita) Elevata letalità 1 Inizio letalità 2 irreversibili 3 irreversibili 4 Danni alle strutture / Effetti domino 5 12,5 kw/m 2 7 kw/m 2 5 kw/m 2 3 kw/m 2 12,5 kw/m 2 Raggio fireball 350 kj/m kj/m kj/m m (*) LFL 0,3 bar (0,6 spazi aperti) 1/2 LFL LC50 (30min hmn) IDLH 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar (*) SECONDO LA TIPOLOGIA DEL SERBATOIO 3. VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ. Come già detto, il parere di compatibilità motivata deve essere rilasciata per qualsiasi modifica del territorio comportante l autorizzazione di: - insediamenti nuovi; - modifiche significative di stabilimenti esistenti; - nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali per esempio vie di comunicazione, luoghi frequentati al pubblico, zone residenziali, qualora l ubicazione o l insediamento o l infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di incidente rilevante. La valutazione di compatibilità territoriale viene effettuato in modo semi-probabilistico. Per ognuna delle ipotesi incidentali significative individuate, il gestore dovrà indicare la classe di probabilità degli eventi secondo la suddivisione indicata nelle tabelle 3a e 3b del Decreto, e l autorità competente esprimerà la valutazione di compatibilità (elevata-inizio letalità, lesioni irreversibili-reversibili), in base alle informazioni acquisite dal gestore. TABELLA 3A CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON GLI STABILIMENTI (per la predisposizione degli strumenti di pianificazione urbanistica)
9 Classe di probabilità degli eventi Elevata letalità Inizio letalità Categoria di effetti irreversibili reversibili < 10-6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF >10-3 F F EF DEF TABELLA 3B CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON GLI STABILIMENTI (per il rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica) Classe di probabilità degli eventi Elevata letalità Inizio letalità Categoria di effetti irreversibili reversibili < 10-6 EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF F F EF DEF >10-3 F F F EF N.B. Le lettere indicate nelle caselle delle Tabelle 3a e 3b fanno riferimento alle categorie territoriali descritti nella Tabella 1. Si arriva così alla individuazione delle categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti, che vengono definiti dalla tabella 3a per la predisposizione degli strumenti di pianificazione, e dalla tabella 3b per il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica. Infine, nei casi di impianto di nuovi stabilimenti, o di modifiche a quelli esistenti che possono aggravare il rischio di incidenti rilevanti, le autorità preposte, cioè le amministrazioni locali, al fine di valutarne la compatibilità dovranno prendere in esame anche i fattori che possono influire negativamente sugli scenari di rischio, ad esempio la presenza di zone sismiche o di aree a rischio idrogeologico.
10 - DECRETO 16 MAGGIO 2001 N 293 Un ulteriore passo in avanti è stato fatto con l'emanazione del Decreto 16 Maggio 2001 n 293, con il quale si chiede una regolamentazione dei porti industriali e petroliferi ai fini della prevenzione degli incidenti rilevanti commessi con determinate sostanze pericolose, in modo da limitare le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente. Nell'allegato 1, alla lettera a, viene richiesta l'elaborazione di una serie di carte tra cui: - Aspetti Territoriali Territorio - in scala 1: 5.000, carta che descrive il territorio in cui è insediato il porto, specificatamente entro un raggio di 500 m dai confini portuali. Vi devono essere evidenziate le aree urbane, i siti vulnerabili quali le scuole, gli edifici di culto, le infrastrutture di collegamento ecc. Per la realizzazione delle altre carte richieste sono necessari i dati che dovrà fornire il gestore dello stabilimento. - TEMPI DI ADEGUAMENTO Il Decreto demanda alle regioni il coordinamento delle norme in materia di pianificazione urbanistico territoriale e di tutela ambientale, prevedendo anche opportune forme di concertazione tra gli enti territoriali competenti e gli altri soggetti interessati. Non vengono però specificati tempi di adeguamento entro i quali i Comuni dovranno dotarsi degli strumenti previsti. - CONCLUSIONI Il Decreto 9 Maggio 2001 n 151 rivoluziona significamene la materia della pianificazione urbanistica in presenza di aree industriali a rischio di incidente rilevante. Le Amministrazioni locali (i Sindaci) dovranno verificare che i Piani Regolatori generali e le loro varianti siano congruenti con la sicurezza dell ambiente e delle popolazioni, e dovranno adottare appropriati provvedimenti affinché siano mantenute specifiche distanze tra gli impianti ea rischi, le zone residenziali e le zone ambientalmente vulnerabili. La novità sta proprio nel fatto che fino ad oggi tale attività di controllo e pianificazione non è stata regolamentata e ha così creato situazioni di incompatibilità tra il territorio e le realtà industriali. Rosignano Marittimo, 23 Aprile 2002.
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