RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI

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1 COMUNE DI SERRAVALLE PISTOIESE Provincia di Pistoia RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI Decreto Ministeriale 9 Maggio 2001 Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 1 di 20

2 Verifica della compatibilità territoriale per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 2 di 20

3 Indice: 1. Premessa Riferimenti normativi Metodologia e criteri utilizzati Analisi conoscitiva dello stabilimento Dati identificativi dello stabilimento Descrizione sintetica dell attività Codice attività Inquadramento dell attività Sostanze presenti nello stabilimento Fase dell attività in cui le sostanze possono intervenire Caratteristiche delle sostanze e quantità massime effettive previste Analisi dei rischi Gli scenari incidentali Classi di probabilità degli eventi Conclusioni...19 Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 3 di 20

4 1. Premessa L Elaborato Tecnico RIR costituisce lo strumento per la pianificazione urbanistica atto ad individuare e disciplinare le aree caratterizzate dalla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, ai fini della verifica della loro compatibilità territoriale, cioè il rispetto delle condizioni di sicurezza in relazione alle distanze tra stabilimenti ed elementi territoriali, ambientali vulnerabili. Uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, in relazione a quanto disciplinato dal D. Lgs. 334/99, come successivamente modificato dal D. Lgs. 238/2005, è l'area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose, che possono dare origine un evento incidentale rilevante. Con tale terminologia si intende un incidente quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati, che dà luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento stesso. Nel territorio di Serravalle risulta presente una azienda a rischio incidente rilevante, la BIAGIONIGAS S.r.l.: questa azienda, in particolare, risponde agli obblighi contenuti negli artt. 6 e 7 del D.Lgs. 334/99. L Elaborato Tecnico RIR è stato redatto in conformità a quanto definito dal DM 09/05/2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante (art.4). 2. Riferimenti normativi Decreto Legislativo n. 334, 17 Agosto 1999 "Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose". Decreto 9 Maggio 2001 Ministero dei Lavori Pubblici "Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante". 3. Metodologia e criteri utilizzati In conformità a quanto definito dal DM 09/05/2001 l elaborato tecnico RIR deve contenere almeno i seguenti punti: Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 4 di 20

5 informazioni fornite dal gestore dello stabilimento relative ai possibili scenari incidentali ipotizzabili ed agli effetti di danno ad essi collegati. In particolare ogni gestore di stabilimento fornisce informazioni relative a: individuazione ed inviluppo delle aree di danno per ciascuna categoria degli effetti di danno come definiti dalla citata normativa e definite nel dettaglio nel seguito; individuazione della classe di probabilità di accadimento degli scenari incidentali ipotizzabili per ogni stabilimento; definizione della categoria di deposito per ogni deposito di GPL e di liquidi infiammabili e/o tossici, in conformità rispettivamente al DM 15/05/1996 ed al DM 20/10/98; valutazione dell entità di danno ambientale in caso di eventi incidentali coinvolgenti sostanze eco tossiche con possibili effetti su elementi ambientali vulnerabili; individuazione e rappresentazione su base cartografica degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili; rappresentazione su base cartografica dell'inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e, per i casi previsti, per ciascuna classe di probabilità; individuazione e disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili di cui sopra; gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello dell'autorità di cui all'art. 21, comma 1, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334; le eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dell'emergenza e di protezione civile. I dati che devono essere forniti dal gestore di ogni stabilimento a rischio di incidente rilevante sono tratti dal Rapporto di Sicurezza (in particolare, parti: C.1.5 Analisi della sequenza degli eventi incidentali e C.1.6 Stima delle conseguenze degli eventi incidentali), per gli stabilimenti in art.8 del D. Lgs 334/99, dalla valutazione dei rischi contenuta nel Sistema di Gestione della Sicurezza, per gli stabilimenti in art. 6 e 7 del D. Lgs 334/99, dalla scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per cittadini e lavoratori (allegato V al D.Lgs 334/99) e Notifica ai sensi dell art. 6 del D.Lgs 334/99. Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 5 di 20

6 Il procedimento per l individuazione di tali dati è comunemente definito Analisi di Rischio. Tale analisi parte dall identificazione delle sostanze pericolose presenti all interno dello stabilimento e dei quantitativi trattati per poi procedere, in funzione alle modalità di movimentazione, stoccaggio e manipolazione di tali sostanze, all identificazione degli eventi incidentali ed alla valutazione degli scenari relativi e degli effetti di danno ad essi connessi. Sulla base delle caratteristiche di pericolo delle sostanze trattate e degli impianti è possibile effettuare una valutazione dei possibili eventi iniziatori, cioè rilasci di sostanze pericolose in grado di produrre uno scenario incidentale con eventuali conseguenze all esterno dello stabilimento. Ogni evento capace di produrre uno scenario incidentale è caratterizzato da una propria probabilità di accadimento in funzione delle cause che inducono tale evento a verificarsi. In particolare, un evento incidentale può verificarsi a seguito di uno o più guasti o/e malfunzionamenti di un impianto o apparato (rottura di una tubazione, perdita da flangia, indebolimento dei materiali, ecc..) o per errore umano (errore operativo), ai quali viene a sommarsi la mancata attivazione dei sistemi di protezione installati (ad esempio per la mancata attivazione del sistema antincendio, mancata apertura di valvole di sicurezza, non funzionamento di sensore di temperatura, ecc..). A seguito della definizione degli eventi incidentali (rilasci di sostanze pericolose) è possibile valutarne l evoluzione e quindi identificare gli scenari. Ogni scenario incidentale, ovviamente, a partire dalla probabilità di accadimento dell evento iniziatore relativo sarà caratterizzato da una propria probabilità di accadimento. La definizione quantitativa della probabilità di accadimento di uno scenario dipende, infatti, oltre che dalle condizioni ambientali (condizioni meteorologiche), in varia misura dalla natura della sostanza rilasciata (suscettibilità all accensione, temperatura di agnizione, limiti di infiammabilità dei vapori), dalle condizioni di temperatura e pressione al momento del rilascio che determina l entità del rilascio stesso, etc. Infine, le conseguenze relative ad uno scenario incidentale vengono valutate in relazione a dei valori di soglia che sono associati a un certo danno per le persone o per le cose, in conformità con quanto riportato dal DM 09/05/2001 e dal quale è tratta la seguente tabella. Effetti Elevata letalità Inizio letalità Lesioni Lesioni Danni alle Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 6 di 20

7 Scenari Incendio 12,5 kw/m² 7 kw/m² 5 kw/m² 3 kw/m² 12,5 kw/m² BLEVE/Fireball Raggio Fireball 350 kj/m² 200 kj/m² 125 kj/m² 200/800 m Flash fire LFL ½ LFL ,3 bar UVCE (0,6 spazi aperti) 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio tossico LC50 - IDLH - - Per quanto concerne i danni alle strutture, ci si riferisce al fine di valutare i possibili effetti domino, cioè all eventualità che gli effetti di un incidente, avvenuto in un determinato impianto, possano essere la causa iniziatrice di un secondo incidente rilevante in un impianto/installazione limitrofa in cui sia prevedibile la presenza di sostanze pericolose: tale valutazione, quindi, prende in esame la possibilità che una volta verificatosi un incidente rilevante, sia possibile il verificarsi di una sorta di innesco a catena e quindi lo sviluppo di ulteriori scenari incidentali. Per i rilasci di sostanze eco tossiche gli effetti di danno vengono classificati come: danno ambientale significativo: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente nell'arco di due anni dall'inizio degli interventi stessi; danno ambientale grave: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente in un periodo superiore a due anni dall'inizio degli interventi stessi. La definizione delle aree di danno è strettamente legata alla presenza sul territorio di elementi territoriali (infrastrutture, zone residenziali, ospedali, scuole, ecc..) ed ambientali ( aree naturali protette, beni paesaggistici, risorse idriche, ecc..) vulnerabili. L individuazione di tali elementi è possibile attraverso la classificazione del territorio in 6 categorie (da A ad F) come definite dal citato Decreto Ministeriale, di seguito riportate. Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 7 di 20

8 Categoria territoriale Descrizione 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m 3 /m². 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad A esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m 3 /m².. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). B 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso) e cinema multisala. 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice C fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m 3 /m². 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 8 di 20

9 Categoria territoriale Descrizione università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno). 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice D fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m 3 /m². 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile - ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice E fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m3/m2. 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici, aree tecnico produttive. 1. Area entro i confini dello stabilimento. F 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. La valutazione e la verifica di compatibilità territoriale ed ambientale viene effettuata, in conformità al DM 09/05/2001, attraverso la sovrapposizione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili presenti, secondo la categorizzazione della tabella precedente, con l inviluppo delle aree di danno, tenuto conto della probabilità di accadimento degli scenari individuati, come mostrato nelle seguenti tabelle. Classe di Categoria effetti probabilità Elevata letalità l Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili < 10-6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 9 di 20

10 EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF > 10-3 F F EF DEF Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti Classe di Categoria effetti probabilità Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili < 10-6 EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF F EF EF DEF > 10-3 F F F EF Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti per il rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica Una volta individuate le classi territoriali compatibili in base alla metodologia fin qui indicata, si è proceduto ad una verifica di una congruenza con quanto indicato nel PRG (Piano regolatore generale), il quale ha lo scopo, infatti, di definire l assetto dell intero del territorio comunale. 4. Analisi conoscitiva dello stabilimento I dati di seguito riportati sono stati ricavati dalla scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per cittadini e lavoratori (allegato V al D.Lgs 334/99) e dalla Notifica, elaborate ai sensi dell art. 6 del D.Lgs 334/ Dati identificativi dello stabilimento Ragione sociale BIAGIONIGAS s.r.l. Sede Legale Via Vecchia Provinciale Lucchese, , Serravalle Pistoiese (PT) Sede stabilimento Via Vecchia Provinciale Lucchese, , Serravalle Pistoiese Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 10 di 20

11 (PT) Responsabile dello stabilimento Alberto Biagioni Tel: 0573/ Fax: 0573/51621 Attività Ricevimento, deposito e spedizione di gas petrolio liquefatto (GPL) Attività soggetta agli adempimenti Artt. 6 e 7 del D.Lgs. 334/99 previsti da 4.2 Descrizione sintetica dell attività Le attività svolte nel complesso si identificano principalmente in Ricevimento, deposito e spedizione di gas petrolio liquefatto (GPL). Più in dettaglio, le attività svolte comprendono il rifornimento a mezzo autobotti, lo stoccaggio in serbatoi e la spedizione del GPL sfuso a mezzo di autocisterne. Le tecnologie adottate sono quelle che comunemente caratterizzano gli impianti di stoccaggio e movimentazione delle industrie degli idrocarburi. Il rifornimento del deposito avviene tramite autocisterne di capacità media 20 t, le quali scaricano il GPL in pressione nei serbatoi fissi con l ausilio di un compressore che aspira vapore dal cielo dei serbatoi fissi e lo comprime nel cielo delle autocisterne allo scarico. Il rifornimento delle autocisterne, di capacità media pari a 6 t, avviene con l ausilio di una pompa di carico, che consente di caricare le autocisterne con GPL a pressione proveniente dai serbatoi fissi. L unità di stoccaggio è costituita da 3 serbatoi esterni metallici cilindrici coibentati ad asse orizzontale, aventi le seguenti capacità: N. 2 della capacità geometrica di 100 m 3 ; N. 1 della capacità geometrica di 50 m 3. Esternamente allo stabilimento è stata installata una cisterna interrata di gasolio da 3000 litri da autotrazione per uso interno: in riferimento a questa nuova installazione è stata presentata agli enti competenti una Dichiarazione di non aggravio del preesistente livello di rischio ai sensi e per gli effetti dell art. 2 del Decreto Ministeriale 9 agosto 2000, pubblicato sulla G.U. n 195 del 23/08/2000. Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 11 di 20

12 Tale attività ricade in quelle previste dall allegato A del D.Lgs. 334/99 e del D.Lgs. 238/2005. I quantitativi di GPL stoccati risultano inferiori a quelli minimi previsti nell allegato I, parte I colonna 3, pari a 200 tonnellate di GPL; inoltre, i quantitativi di gasolio stoccati risultano inferiori a quelli minimi previsti nell allegato I, parte I colonna 2 pari a 2500 tonnellate per prodotti petroliferi: l attività non risulta quindi soggetta agli adempimenti previsti dall art. 8 del D.Lgs. 344/ Codice attività Secondo la classificazione dell allegato IV della O.M. del 21 febbraio 1985 del Ministero della sanità, il codice di attività è il seguente: 5.02: PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE GAS. 4.3 Inquadramento dell attività Lo stabilimento in oggetto è costruito su un area di circa 6500m². E situato all interno del comune di Serravalle Pistoiese, e più precisamente nell area posta a sud-ovest del centro abitato di Masotti. L impianto è raggiungibile sia dalla via S.R.T. n. 435 Provinciale Lucchese con immissione nella Via Vecchia Provinciale Lucchese, sia dalla località Arco, sia dalla traversa posta in prossimità dell impianto Colabeton. L azienda sorge nella vallata alle pendici del Montalbano ed è altresì circondato ad est, sud ed ovest da aree boscate e uliveti. Il territorio del comune di Serravalle Pistoiese è classificato in zona sismica 2 ai sensi dell ordinanza n del Presidente del Consiglio dei Ministri del , pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell n. 72 Suppl. Ord. alla G.U. n. 105 dell Nelle zone circostanti allo stabilimento risultano presenti: N. 5 abitazioni, ad una distanza variabile da 130 a 300 m; N. 3 fabbricati industriali, a una distanza variabile da 50 a 230 m. Gli elementi corografici strutturali presenti nella zona sono i seguenti: Autostrada A 11 (Firenze Mare) a 420 m; Linea Ferroviaria (Firenze Lucca) a 500 m; Strada Statale Lucchese a 530 m; Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 12 di 20

13 Torrente Stella a 320 m. Nel raggio di 5 km esistono i seguenti edifici pubblici: Scuola elementare di Serravalle Pistoiese, in località Masotti; Scuola materna a Serravalle Pistoiese; Asilo nido di Serravalle Pistoiese, in località Masotti; Palazzo Comunale di Serravalle Pistoiese; Uffici tecnici comunali di Serravalle Pistoiese; Ufficio turistico di Serravalle Pistoiese; Ufficio di Polizia Municipale a Serravalle Pistoiese; Stazione Carabinieri di Serravalle Pistoiese, in località Masotti; Ufficio Postale di Serravalle Pistoiese, in località Masotti; Distretto Sanitario ASL n 3 di Masotti; Case delle culture di Serravalle Pistoiese, località Ponte di Serravalle. 4.4 Sostanze presenti nello stabilimento Nel deposito la sostanza principalmente movimentata è il GPL, cioè propano commerciale, butano commerciale e miscele di propano e butano commerciale. Risulta inoltre presente gasolio da autotrazione per uso interno Fase dell attività d in cui le sostanze possono intervenire Il GPL è presente in tutte le fasi di travaso, trasporto interno e stoccaggio; il gasolio, invece, è presente per le fasi di stoccaggio e rifornimento di combustibile degli automezzi aziendali Caratteristiche delle sostanze e quantità q massime effettive previste Le caratteristiche delle sostanze presenti nello stabilimento e la massima quantità presente sono riportate nelle tabelle seguenti. Numero CAS o altro indice significativo della sostanza CAS Nome comune o generico PROPANO Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 13 di 20

14 Classificazione pericolo Numero KEMLER Numero ONU Principali caratteristiche di pericolosità R 12 Estremamente infiammabile Max. quantità presente (t) 115,6 t Numero CAS o altro indice significativo della sostanza CAS Nome comune o generico BUTANO Classificazione pericolo Numero KEMLER Numero ONU Principali caratteristiche di pericolosità R 12 Estremamente infiammabile Max. quantità presente (t) 125,6 t Numero CAS o altro indice significativo della sostanza CAS Nome comune o generico GASOLIO AUTOTRAZIONE Classificazione pericolo Numero KEMLER Numero ONU R 40 Possibilità di effetti irreversibili R 65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di Principali caratteristiche di pericolosità ingestione R 66 L esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle R 51/53 Tossico per organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 14 di 20

15 l ambiente acquatico. Max. quantità presente (l) 2803 l Max. quantità presente (t) 2,426 t 5. Analisi dei rischi 5.1 Gli scenari incidentali Nelle tabelle seguenti sono riportati gli scenari incidentali individuati dall azienda, gli effetti e le relative distanze territoriali. TABELLA DEGLI INCIDENTI TECNICAMENTE IPOTIZZABILI Seq. Freq. Occ./anno Incidente iniziatore Evoluzione Tipo di rilascio Portata in kg/s Totale rilasciato in Kg R2 1,74 x 10-6 Rottura netta o distacco braccio di carico fase liquida ad un punto travaso Mancato funzionamento valvola di eccesso di flusso lato autobotte Intero contenuto autobotte 11, R10 1,0 x 10-4 Rottura catastrofica pompa movimentazione Normale evoluzione Lato serbatoio per 30 secondi 6,9 275 R14 3,02 x 10-5 Rottura parziale di una linea fase liquida Normale evoluzione Rilascio per 30 secondi 0,4 160 Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 15 di 20

16 Rilascio del R15 3 x 10-6 Rottura catastrofica serbatoio in fase liquida Nessun intervento di protezione contenuto iniziale del serbatoio ridotto della 12 Dipende dalla tempestività di intervento quantità dislocata Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 16 di 20

17 TABELLA DEGLI EFFETTI E DELLE RELATIVE DISTANZE TERRITORIALI Sequenza Soglie/distanze in metri Frequenza in occ cc./anno Descrizione Evento incidentale Elevata letalità Inizio letalità Lesioni reversibili Lesioni lievi Danni a strutture R2 1,74 x 10-6 Rottura netta o Jet-fire Flash-fire distacco braccio di carico fase liquida ad un punto travaso Pool-fire R10 Jet-fire ,0 x 10-4 Flash-fire Rottura catastrofica pompa movimentazione Pool-fire R14 3,02 x 10-5 Rottura parziale di una linea fase liquida Jet-fire Flash-fire Pool-fire R15 Jet-fire Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 17 di 20

18 3 x 10-6 Flash-fire Rottura catastrofica serbatoio in fase liquida Pool-fire Si riporta la descrizione delle tipologie degli eventi incidentali possibili: Jet-fire: incidente di sostanza infiammabile in pressione che fuoriesce da un contenitore. Flash-fire: innesco di una miscela infiammabile lontano dal punto di rilascio con conseguente incendio. Pool-fire: incendio di pozza di liquido infiammabile rilasciato sul terreno. Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 18 di 20

19 5.2 Classi di probabilità degli eventi Di seguito è riportata per ogni singolo scenario incidentale individuato la classe di probabilità espressa secondo le classi previste nelle tabelle 3a/b, paragrafo del DM 9/5/2001. Scenario individuato Frequenza in occ./anno Classe di probabilità R2 1,74 x 10-6 I R10 1,0 x 10-4 III R14 3,02 x 10-5 II R15 3 x 10-6 I 6. Conclusioni Il presente Elaborato Tecnico Rischi Incidenti Rilevanti rappresenta lo strumento di pianificazione urbanistica necessario ad individuare e disciplinare le aree caratterizzate dalla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante ai fini della verifica della loro compatibilità territoriale, ossia il rispetto delle condizioni di sicurezza in funzione delle distanze tra edifici, fabbricati, stabilimenti ed elementi territoriali ed ambientali vulnerabili. Da un punto di vista normativo uno stabilimento a rischio di incidente rilevante (D.Lgs. 334/99, come successivamente modificato dal D.Lgs. 238/2005) è definito come un area sottoposta al controllo da parte di un gestore, nella quale sono presenti sostanze o preparati pericolosi, che possono dare origine ad un evento incidentale rilevante. Con questa terminologia si intende un incidente quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati, che da luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento stesso. Il Comune di Serravalle Pistoiese accoglie sul proprio territorio un solo stabilimento a rischio di incidente rilevante, rappresentato dalla Biagionigas SRL; nel presente documento sono stati elaborati gli scenari di un eventuale Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 19 di 20

20 incidente rilevante, riportando planimetricamente l estensione del territorio coinvolto. Dette planimetrie costituiscono allegato e parte integrante dell Elaborato Tecnico Rischi Incidenti Rilevanti. L elaborato Tecnico Rischi Incidenti Rilevanti deve essere inviato a tutti gli enti locali territorialmente interessati dagli scenari incidentali ed esaminato al fine di valutare la compatibilità territoriale di nuovi interventi da edificare nella zona limitrofa alla Biagionigas SRL, nell ambito della predisposizione degli elaborati di pianificazione comunale (Piano Operativo e Piano Strutturale). Particolare attenzione deve essere posta al mantenimento in perfetta efficienza delle infrastrutture e della viabilità a servizio dell area, per consentire il transito ai mezzi di soccorso in caso di incidente. Si sottolinea che le valutazioni effettuate in questo documento sono state condotte a partire dai dati e dalla documentazione fornite dal gestore dello stabilimento a rischio incidente rilevante. Revisione n. 01 Data: 10/03/2016 Pag. 20 di 20

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